23. Riflessioni sul rifiutare la supervisione

di Li Guo, Cina

Negli ultimi anni, sono stata responsabile del lavoro di epurazione della chiesa. Poiché svolgevo questo dovere da molto tempo e avevo colto alcuni principi, di solito non ne sentivo la pressione e riuscivo a completare il lavoro con facilità. Inconsapevolmente, ho iniziato a svolgere il mio dovere come più mi aggradava e a lavorare in modo rilassato. Poco tempo dopo, i leader mi hanno chiesto un’indagine completa per identificare delle persone che dovevano essere allontanate. Ho consegnato loro l’elenco dei nomi. In seguito, spesso mi hanno chiesto dettagli specifici su ogni persona segnata nella lista, e mi hanno chiesto quando avrei finito di sistemare il materiale per le epurazioni e così via. Di fronte alla supervisione e al controllo dei leader, ho pensato: “Non ci sto forse già lavorando? Non sono qui per perdere tempo. Forse non vi fidate di me? Come posso integrare e verificare le informazioni in così poco tempo? Perché mi controllate in questo modo? Non potete lasciarmi un po’ di libertà?” Ma poi mi sono resa conto che se non mi fossi sbrigata a occuparmi della cosa, i leader avrebbero potuto dire che non ero in grado di sopportare un fardello, così non ho potuto far altro che verificare e integrare le informazioni al più presto. Dopo di che, ogni giorno ho fatto sì che la mia agenda fosse il più piena possibile. Agendo in questo modo, mi sono sentita frenata e repressa nello svolgere il mio dovere. In seguito, quando ho fatto rapporto sul mio lavoro, non ho fornito l’elenco dei nomi di alcuni individui sui quali stavo indagando. I leader pensavano che avessi quasi finito con quel lavoro, e hanno smesso di seguirmi e supervisionarmi così spesso come facevano in precedenza. Di conseguenza, ho perso quella sensazione d’urgenza. A volte, aspettavo fino a mezzogiorno prima di andare in chiesa per integrare il materiale, anche se ovviamente avrei potuto farlo la mattina. Non avevo nemmeno un piano ben definito, facevo le cose a seconda di come mi andava. In seguito, i leader hanno scoperto che non avevo presentato l’elenco dei nomi di alcuni individui che dovevano essere allontanati. Mi hanno potata per essere stata ostinata nel mio dovere, per non aver accettato la supervisione, e per non aver minimamente tenuto conto del lavoro della chiesa. A quel tempo, mi sentivo molto contrariata, poiché semplicemente pensavo di non aver consegnato loro l’elenco completo dei nomi, e che questo non volesse dire che non ci stessi lavorando. Per di più, non avevo ritardato il mio dovere.

In seguito, ho letto le parole di Dio: “La nostra condivisione di poco fa riguardava uno dei comportamenti principali degli anticristi: proibire agli altri di intervenire, di chiedere informazioni o di supervisionare il loro lavoro. Qualunque siano le disposizioni prese dalla casa di Dio per seguire il loro lavoro, per saperne di più o per supervisionarlo, impiegheranno ogni tipo di tecnica per contrastarle e respingerle. Per esempio, quando ad alcuni viene assegnato un progetto da parte del Supremo, passa un po’ di tempo senza che si verifichi alcun progresso. Non dicono al Supremo se ci stanno lavorando, come sta andando, o se sono intervenuti problemi o difficoltà. Non danno alcun feedback. Alcuni lavori sono urgenti e non possono essere ritardati, eppure loro se la prendono comoda, trascinano le cose per le lunghe senza completare il lavoro. Pertanto, il Supremo dovrà chiedere informazioni. Quando il Supremo chiede informazioni, loro lo trovano insopportabilmente imbarazzante e si oppongono in cuor loro: ‘Sono passati solo dieci giorni o poco più da quando mi è stato assegnato questo lavoro. Ancora non ho fatto nemmeno in tempo a orientarmi, e il Supremo sta già chiedendo informazioni. Le sue esigenze nei confronti delle persone sono semplicemente troppo elevate!’ Ecco, vanno a cercare difetti nelle richieste di informazioni. Qual è il problema qui? DiteMi, non è del tutto normale che il Supremo chieda informazioni? Da un lato, desidera saperne di più sullo stato di avanzamento dei lavori e sulle difficoltà ancora da risolvere; oltre a ciò, vuole saperne di più sulla levatura delle persone a cui è stato assegnato il lavoro, e se esse saranno effettivamente in grado di risolvere i problemi e svolgere bene il lavoro. Il Supremo vuole conoscere i fatti così come sono e, la maggior parte delle volte, chiede informazioni in tal senso. Non è forse una cosa che dovrebbe fare? Il Supremo è preoccupato che tu non sappia come risolvere i problemi e non riesca a gestire il lavoro. Ecco perché chiede informazioni. Alcune persone oppongono resistenza e provano avversione verso questo chiedere informazioni. Non sono disposte a lasciare che gli altri chiedano e, fintanto che essi lo fanno, oppongono resistenza e sono diffidenti, rimuginando sempre: ‘Perché chiedono continuamente e cercano di saperne di più? È perché non si fidano di me e mi guardano dall’alto in basso? Se non si fidano di me, allora non dovrebbero utilizzarmi!’ Non capiscono mai le richieste di informazioni e la supervisione del Supremo, ma vi oppongono resistenza. Le persone siffatte sono dotate di ragionevolezza? Perché non consentono al Supremo di chiedere informazioni e di supervisionare? Inoltre, perché sono oppositivi e sprezzanti? Qual è il problema qui? A loro non importa se l’assolvimento del loro dovere è efficace o se ostacolerà l’avanzamento del lavoro. Non ricercano le verità principi quando fanno il loro dovere, ma fanno quello che vogliono. Non si preoccupano dei risultati o dell’efficienza del lavoro, e non pensano affatto agli interessi della casa di Dio, tanto meno a ciò che Dio intende e richiede. Il loro pensiero è: ‘Ho i miei modi e le mie routine per fare il mio dovere. Non pretendere troppo da me e non richiedere che faccia le cose in modo troppo dettagliato. È già abbastanza che io riesca a fare il mio dovere. Non posso affaticarmi o soffrire troppo’. Non comprendono le richieste di informazioni del Supremo e i Suoi tentativi di saperne di più sul loro lavoro. Cosa manca a questa loro carenza di comprensione? Non manca forse la sottomissione? Non manca il senso di responsabilità? La lealtà? Se fossero veramente responsabili e leali nello svolgimento del proprio dovere, respingerebbero le richieste di informazioni del Supremo sul loro lavoro? (No.) Sarebbero in grado di comprenderle. Se proprio non riescono a comprenderle, c’è solo una possibilità: vedono il loro dovere come una professione e il loro mezzo di sostentamento, e ne fanno un capitale, considerando al tempo stesso il dovere che svolgono come una condizione e una merce di scambio tramite cui ottenere una ricompensa. Faranno semplicemente un po’ di lavoro di fama per cavarsela col Supremo, senza tentare minimamente di considerare l’incarico ricevuto da Dio come un loro dovere e un loro obbligo. Quindi, quando il Supremo fa domande sul loro lavoro o lo supervisiona, entrano in uno stato d’animo di repulsione e resistenza. Non è così? (Sì.) Da dove deriva questo problema? Qual è la sua essenza? Il loro atteggiamento nei confronti del progetto lavorativo è sbagliato. Pensano solo agli agi e alle comodità della carne, al proprio prestigio e al proprio orgoglio, invece di pensare all’efficacia del lavoro e agli interessi della casa di Dio. Non cercano affatto di agire secondo le verità principi(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte seconda)”). Dio smaschera come gli anticristi non vogliono che altre persone supervisionino il loro lavoro. Quando i leader controllano e indagano il loro operato, gli anticristi oppongono resistenza, e fanno le cose come preferiscono, senza preoccuparsi di lavorare in modo efficace. Riflettendo su me stessa, avevo mostrato dei comportamenti simili. Quando i leader si erano informati sui progressi del mio lavoro, mi sentivo molto contrariata, pensando di non essere stata pigra e che stessero insistendo troppo. Sebbene in seguito io abbia continuato a lavorare, l’ho fatto con riluttanza. Li ho addirittura ingannati non riportando onestamente le informazioni sugli individui oggetto dell’indagine, facendo sì che per i leader fosse impossibile supervisionare il mio lavoro, cosicché io potessi svolgere il mio dovere come preferivo secondo i miei piani. In apparenza, non ero stata pigra, ma il mio atteggiamento rilassato nel fare le cose secondo le mie abitudini aveva influito direttamente sui progressi del lavoro. Mi sono resa conto di non aver avuto senso di responsabilità nel mio dovere e di non essere stata affidabile.

In seguito, ho letto queste parole di Dio: “Un leader che supervisiona il tuo lavoro è una buona cosa. Perché? Perché significa che si sta assumendo la responsabilità del lavoro della chiesa: questo è il suo dovere, la sua responsabilità. Essere in grado di adempierla dimostra che è un leader competente, un buon leader. Se ti fossero concessi piena libertà e diritti umani, e tu potessi fare tutto ciò che vuoi, seguire i tuoi desideri, e godere di piena libertà e democrazia, e a prescindere da ciò che fai o da come lo fai, il leader non si interessasse né supervisionasse, non ti interrogasse mai, non controllasse il tuo lavoro, non parlasse quando si incontrano dei problemi, e si limitasse a blandirti o a negoziare con te, sarebbe forse un buon leader? Chiaramente no. Un leader di questo genere ti danneggia. Assecondano le tue malefatte, permettendoti di andare contro i principi e di fare ciò che desideri; ti sta spingendo verso una fossa infuocata. Questo non è un leader responsabile e all’altezza degli standard. D’altra parte, se un leader è in grado di supervisionarti regolarmente, identificare i problemi nel tuo lavoro e ricordarteli o rimproverarti prontamente, di smascherarti, correggerti e aiutarti in modo tempestivo nei tuoi perseguimenti errati e nelle tue deviazioni quando svolgi il tuo dovere e, sotto la sua supervisione, il suo rimprovero, la sua fornitura e il suo aiuto, il tuo atteggiamento sbagliato verso il tuo dovere cambia, sarai in grado di scartare alcuni punti di vista assurdi, le tue idee personali e le cose che derivano dall’irruenza si ridurranno gradualmente e sarai in grado di accettare tranquillamente le affermazioni e i punti di vista corretti e in linea con le verità principi: questo non ti arrecherà forse dei benefici? I benefici sono davvero immensi!(La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (7)”). Le parole di Dio mi hanno aiutata a comprendere che supervisionare e controllare il lavoro è una responsabilità dei leader. Questo è anche un segno del fatto che sono responsabili nei propri doveri e cercano di svolgere bene il lavoro della chiesa. Quando sono di fronte alla supervisione dei leader, coloro che davvero possiedono coscienza e ragione riflettono spesso su sé stessi, ricapitolando e correggendo tempestivamente le deviazioni e i problemi nei loro doveri, al fine di ottenere risultati migliori. Mi sono ricordata di quando avevo iniziato a svolgere il lavoro di epurazione e non comprendevo alcun principio. Solo dopo che i fratelli e le sorelle hanno condiviso con me e mi hanno aiutata molte volte, sono riuscita a comprendere alcuni principi e ad avere un qualche discernimento del comportamento delle varie persone. Per me svolgere questo dovere era un’opportunità speciale, ed era la grazia di Dio. La chiesa mi aveva assegnato questo compito, quindi avrei dovuto farmi carico di questo dovere e fare del mio meglio dando tutta me stessa per assicurarmi che il lavoro progredisse regolarmente. Questo avrebbe provato che avevo coscienza e ragione. Tuttavia, mi ero limitata a svolgere il dovere in modo rilassato, accontentandomi del fatto che avevo dei compiti di cui occuparmi, senza tenere conto dei progressi del lavoro della chiesa. Avevo addirittura ingannato i leader non riportando alcuni dettagli specifici per impedire che potessero controllare e supervisionare il mio lavoro. Come potevo dire di possedere coscienza e umanità se svolgevo il mio dovere in questo modo? Avevo costantemente evitato di essere supervisionata e non volevo che mi venissero posti dei freni. Questo metteva a proprio agio la mia carne ma ritardava il lavoro, e mi portava a commettere delle trasgressioni. Ero stata incredibilmente stupida!

Successivamente, ho letto altre parole di Dio: “Cos’è il dovere? È un incarico affidato da Dio alle persone, è parte del lavoro della casa di Dio, ed è una responsabilità e un obbligo che dovrebbero essere sostenuti da ciascuno dei prescelti da Dio. Il dovere è la tua carriera? È una questione personale di famiglia? È giusto dire che, una volta che un dovere ti è stato affidato, diventa un tuo affare personale? Assolutamente no. Dunque, come dovresti adempiere il tuo dovere? Agendo secondo i requisiti, le parole e i criteri di Dio, e basando il tuo comportamento sulle verità principi e non sui desideri soggettivi umani. Alcuni dicono: ‘Una volta che mi è stato affidato un dovere, non è forse affar mio? Il mio dovere è il mio compito, e ciò di cui sono responsabile non è forse affar mio? Se tratto il mio dovere come un affare personale, questo non significa che lo compirò adeguatamente? Lo farei bene se non lo trattassi come un affare personale?’ Queste parole sono giuste o sbagliate? Sono sbagliate; sono in contrasto con la verità. Il dovere non è un tuo affare personale, è una questione di Dio, fa parte dell’opera di Dio, e tu devi fare come Dio ti chiede; solo svolgendo il tuo dovere con un cuore di sottomissione a Dio potrai essere all’altezza dei requisiti. Se svolgi sempre il tuo dovere secondo le tue nozioni e fantasie, e secondo le tue personali inclinazioni, allora non soddisferai mai i requisiti. Svolgere sempre il tuo dovere solamente nel modo in cui ti piace non è svolgere il tuo dovere, poiché quello che stai facendo non rientra nell’ambito della gestione di Dio, non è il lavoro della casa di Dio; stai conducendo invece la tua personale operazione, svolgendo le tue mansioni, e perciò questo non viene ricordato da Dio(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto ricercando le verità principi si può svolgere bene il proprio dovere”). Dalle parole di Dio, ho compreso che i doveri provengono da Dio e sono una responsabilità e un obbligo per ogni Suo seguace. Non è come la gestione delle attività domestiche, dove ognuno può fare le cose come preferisce. Al contrario, è necessario ricercare la verità e svolgere i propri doveri secondo i principi. Io ero responsabile del lavoro di epurazione della chiesa. Il requisito di Dio per questo dovere è quello di allontanare al più presto dalla chiesa gli anticristi, le persone malevole e i miscredenti, così da garantire una buona vita di chiesa ai fratelli e alle sorelle. Tuttavia, non avevo tenuto conto delle intenzioni di Dio. Non avevo pensato a come portare a termine al più presto questo lavoro secondo i principi. Al contrario, ogni giorno avevo pensato a come mettere a proprio agio la mia carne evitando difficoltà e fatiche. Avevo svolto il mio dovere in modo ostinato, rilassato e senza la minima preoccupazione. Relativamente alle mansioni di cui avrei già potuto occuparmi, non le avevo portate avanti, e non ero stata disposta a fare più di quanto potessi, e avevo volutamente nascosto la lista dei nomi di coloro che rientravano nei criteri per essere allontanati. Avevo fatto in modo che i leader non conoscessero i progressi specifici del lavoro, cosicché non potessero supervisionarmi e io non fossi troppo stanca o impegnata. Per amore degli agi della carne, avevo mentito e ingannato. Non ero affatto degna di questo dovere!

In seguito, ho riflettuto su me stessa. Perché non ero disposta ad accettare la supervisione e volevo sempre fare le cose a modo mio? Successivamente, ho letto questo passaggio delle parole di Dio: “Come sono coloro che si occupano del proprio lavoro? Sono persone che considerano in modo semplice i bisogni primari come il cibo, i vestiti, l’alloggio e gli spostamenti. A loro basta che queste cose raggiungano uno standard normale. Hanno più a cuore il loro percorso di vita, la loro missione in quanto esseri umani, la loro visione della vita e i loro valori. Cosa pensano tutto il tempo le persone non promettenti? Riflettono sempre su come battere la fiacca, su come giocare d’astuzia per sfuggire alle responsabilità, su come mangiare bene e divertirsi, su come vivere nell’agio e nella comodità del corpo, senza considerare le questioni importanti. Pertanto, si sentono oppresse nell’ambiente e nel contesto dello svolgimento dei loro doveri nella casa di Dio. […] Simili individui, che non si occupano del proprio lavoro e che fanno quello che vogliono, non desiderano fare queste cose appropriate. L’obiettivo finale che desiderano raggiungere facendo tutto ciò che vogliono sono le comodità, i piaceri e gli agi del corpo, non essere limitati né offesi in alcun modo, poter mangiare a sazietà tutto ciò che desiderano e agire a proprio piacimento. È a causa della qualità della loro umanità e dei loro perseguimenti interiori che si sentono spesso oppressi. Per quanto si possa condividere con loro sulla verità, non cambieranno, e il loro senso di oppressione non verrà eliminato. È semplicemente così che sono fatti: individui che non si occupano del lavoro che spetta loro. Anche se in apparenza non hanno commesso gravi malefatte né sono cattive persone, e nonostante sembrino aver solamente disobbedito ai principi e alle regole, in realtà la loro natura essenza è che non si occupano del proprio lavoro né seguono la retta via. Simili persone non possiedono la coscienza e la ragione dell’umanità normale e non possono raggiungerne l’intelligenza. Non pensano, non riflettono e non perseguono gli obiettivi che gli individui provvisti di normale umanità dovrebbero perseguire, né gli atteggiamenti di vita e i metodi esistenziali che le persone dotate di normale umanità dovrebbero adottare. Per tutto il tempo non pensano ad altro che a come ottenere gli agi e i piaceri del corpo. Tuttavia, nell’ambiente di vita della chiesa non possono soddisfare le loro preferenze fisiche e quindi si sentono a disagio e oppressi. Ecco come nascono queste loro emozioni. DiteMi: simili persone non hanno forse una vita estenuante? (Sì.) La loro vita è degna di compassione? (No, non è degna di compassione.) Esatto, non lo è. Per dirla in modo semplice, si tratta di individui che non si occupano del lavoro che spetta loro. Nella società, chi sono coloro che non si occupano del proprio lavoro? Sono i fannulloni, gli sciocchi, i nullafacenti, i teppisti, i mascalzoni e i perdigiorno, questa sorta di gente. Non vogliono apprendere nuove abilità o capacità, né intraprendere seriamente una carriera o trovare un lavoro per mantenersi. Sono i fannulloni e i perdigiorno della società. Si infiltrano nella chiesa e vogliono guadagnare qualcosa senza offrire niente in cambio e ottenere la loro parte di benedizioni. Sono degli opportunisti. Questi opportunisti non sono mai disposti a svolgere i loro doveri. Se le cose non vanno come vorrebbero, anche solo leggermente, si sentono oppressi. Desiderano sempre vivere liberamente, non intendono svolgere alcun tipo di lavoro, eppure vogliono del buon cibo e bei vestiti, mangiare tutto ciò che desiderano e dormire quando vogliono. Pensano che quando ciò avverrà sarà sicuramente un giorno meraviglioso. Non vogliono sopportare la benché minima avversità e desiderano una vita di godimento. Trovano persino estenuante vivere; sono schiavi delle emozioni negative. Si sentono spesso stanchi e confusi perché non possono fare a modo loro. Non vogliono occuparsi del proprio lavoro né gestire le proprie mansioni. Non vogliono dedicarsi a un singolo lavoro ed eseguirlo con costanza dall’inizio alla fine, considerandolo come la propria professione e il proprio dovere, come un obbligo e una responsabilità; non vogliono portarlo a termine e ottenere dei risultati, né compierlo al meglio. Non hanno mai pensato in questo modo. Vogliono solo agire in modo superficiale e usare il loro dovere come mezzo per guadagnarsi da vivere. Quando si trovano di fronte a un minimo di pressione o a una qualche forma di controllo, oppure quando è richiesto loro uno standard leggermente più elevato, o di assumersi un po’ di responsabilità, si sentono a disagio e oppressi. Sviluppano queste emozioni negative, trovano la vita estenuante e sono infelici. Uno dei motivi fondamentali per cui la vita sembra loro estenuante è che costoro sono privi di ragione. La loro ragione è compromessa, passano tutto il tempo ad abbandonarsi alle fantasie, vivendo in un sogno, tra le nuvole, immaginando sempre le cose più stravaganti. Per questo è molto difficile eliminare il loro senso di oppressione. Non sono interessati alla verità, sono dei miscredenti. L’unica cosa che possiamo fare è chiedere loro di lasciare la casa di Dio, di tornare nel mondo e di trovare il loro posto di agio e comodità(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (5)”). Dalle parole di Dio, ho visto che coloro che svolgono i propri doveri come più gli aggrada e non si occupano del lavoro in maniera corretta, non pensano mai a ciò che è giusto. Ogni giorno, pensano solamente a come mettere a proprio agio la loro carne. Non importa da quanti anni stiano svolgendo i propri doveri, il loro atteggiamento rimane sempre quello di chi cerca di cavarsela, esattamente come i fannulloni e i perdigiorno del mondo secolare. Queste persone provano avversione per la verità e non amano le cose positive, diventando così dei classici miscredenti. Se non si pentono, sono condannate a essere rivelate ed eliminate. Ero solita guardare dall’alto in basso i fannulloni e i perdigiorno, pensando che non si dedicassero veramente al lavoro e che al contrario se ne stessero senza far niente. Paragonando me stessa alle parole di Dio, ora mi rendevo conto di essere proprio come loro. Non volevo essere supervisionata o spronata nel lavoro: volevo solo essere libera e senza freni, non mostrando alcuna responsabilità verso il mio lavoro principale. Non mi ero occupata del lavoro in maniera corretta e mi ero abbandonata alle comodità. Avevo forse anche solo il minimo senso di integrità e dignità? Nonostante dessi a vedere che lavoravo, non ero stata sincera nei confronti di Dio; ero stata viscida e avevo rallentato il mio dovere, pensando che se avessi raggiunto dei risultati avrei potuto ingannare Dio per ottenere le Sue benedizioni. Avevo svolto alcuni doveri solo per le prospettive future e la destinazione. Non ero forse una vera e propria opportunista? Dio sottopone a scrutinio ogni cosa, e chiunque non è sincero nei propri doveri verrà rivelato ed eliminato. Mi ero illusa di poter ottenere la benedizione di Dio tramite mezzi che dimostravano propensione all’inganno. Non era forse una cosa incredibilmente sciocca? Che differenza c’era tra le mie manifestazioni e quelle dei miscredenti che erano stati allontanati? Se avessi continuato così, avrei rovinato il mio esito e la mia destinazione. Più ci pensavo, più mi sentivo spaventata. Così, ho pregato Dio per pentirmi, ed ero disposta a ricercare la verità per risolvere i miei problemi.

In seguito, ho letto altre parole di Dio: “Tutti quelli che credono veramente in Dio sono individui che si occupano del lavoro che spetta loro, disposti a svolgere i propri doveri, capaci di assumersi una parte del lavoro e di svolgerla bene in base alla propria levatura e alle regole della casa di Dio. Naturalmente, all’inizio può essere difficile adattarsi a questa vita. Potresti sentirti esausto fisicamente e mentalmente. Tuttavia, se possiedi davvero la determinazione a collaborare e la volontà di diventare una persona normale e buona e di raggiungere la salvezza, allora devi pagare un qualche prezzo e permettere a Dio di impartirti la Sua disciplina. Quando provi l’impulso a essere ostinato, devi ribellarti a esso e abbandonarlo, riducendo gradualmente la tua testardaggine e i tuoi desideri egoistici. Devi chiedere aiuto a Dio nelle questioni cruciali, nei momenti cruciali e nei compiti cruciali. Se sei determinato, dovresti chiederGli di castigarti e disciplinarti, e di illuminarti affinché tu possa comprendere la verità e ottenere così dei risultati migliori. Se la tua determinazione è autentica e preghi Dio in Sua presenza e Lo supplichi, Egli agirà. Trasformerà il tuo stato e i tuoi pensieri. Se lo Spirito Santo svolge una minima opera, muovendoti e illuminandoti un po’, il tuo cuore cambierà e il tuo stato subirà una trasformazione. Quando questa trasformazione avverrà, percepirai che vivere in questo modo non è opprimente. Il tuo stato e le tue emozioni di oppressione verranno trasformati e alleviati, e saranno diversi da prima. Sentirai che vivere in questo modo non è faticoso. Proverai piacere nell’assolvere il tuo dovere nella casa di Dio. Percepirai che è bello vivere, comportarsi e assolvere il proprio dovere in questo modo, sopportando le avversità e pagando un prezzo, seguendo le regole e agendo in base ai principi. Sentirai che questo è il tipo di vita che le persone normali dovrebbero avere. Quando vivrai in linea con la verità e compirai bene il tuo dovere, percepirai di avere il cuore saldo e sereno e una vita ricca di significato(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (5)”). Dalle parole di Dio, ho compreso che i veri credenti in Dio si occupano del lavoro in maniera corretta, pensando sempre a come svolgere bene i propri doveri e a come ottenere i migliori risultati. Sono disposti a soffrire e a pagare un prezzo, e sanno anche accettare la supervisione degli altri. Riflettono spesso sulle deviazioni del loro lavoro, e correggono subito qualsiasi problema non appena lo scoprono. Ho anche compreso che se si dà più valore all’opera della casa di Dio e si tengono a mente le cose giuste, non ci si sente depressi o frenati per via di qualche piccola sofferenza. Dopo un po’ di tempo, ho raccolto delle informazioni riguardanti una persona malevola. Quando i leader l’hanno saputo, mi hanno chiesto quando avrei potuto portare a termine la cosa. Ho pensato: “Questa persona proviene da un’altra chiesa e da poco è stata trasferita nella nostra. Nel caso di alcune sue malefatte, dovrò informarmi e verificarle con la sua vecchia chiesa, quindi non sarà facile occuparmene. Inoltre, ci sono altri materiali che devono essere integrati il più presto possibile. A quanto pare, la mia carne dovrà di nuovo sopportare qualche sofferenza”. In quel momento, mi sono resa conto che ancora una volta stavo tenendo conto della mia carne. Riflettendo su come in precedenza avevo rallentato i progressi del lavoro, adesso sapevo che non potevo più ritardare. Per di più, questa persona aveva alimentato discordia e represso fratelli e sorelle della chiesa. Questa persona doveva essere allontanata il più presto possibile. Mi sono subito organizzata per contattare chiunque potesse aiutarmi a comprendere e verificare le informazioni. In poco tempo, ho finito di raccogliere tutto ciò che serviva. Con il consenso dell’80% dei fratelli e sorelle della chiesa, quella persona malevola è stata espulsa. Quando mi sono concentrata sul mio dovere senza considerare la carne, in cuor mio mi sono sentita molto salda. Da quel momento in poi, quando svolgevo i miei doveri, riportavo il mio lavoro in maniera tempestiva. Quando i leader supervisionavano e controllavano il mio lavoro, non mi sentivo più contrariata. Piuttosto, grazie alla loro supervisione ho scoperto le deviazioni nel mio lavoro e le ho subito corrette. Ad esempio, quando mi è stato chiesto degli scarsi progressi nel lavoro, ho riflettuto sul nostro resoconto e ho capito che la causa principale era la mia incapacità di dare priorità ai compiti più importanti. Così, ho subito corretto la cosa. Quando praticavo in questo modo, non mi sentivo più repressa o contrariata. Inoltre, ero diventata molto più efficace nel mio dovere, tanto che in un mese la quantità dei materiali classificati è raddoppiata. Ho compreso che tutto questo è il risultato delle parole di Dio, e Gli sono profondamente grata!

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