22. Ho capito come trattare la gentilezza dei miei genitori
Quando avevo tre anni, i miei genitori hanno divorziato a causa della loro incompatibilità emotiva, e quando ne avevo quattro, avevo una matrigna. Nella foschia delle mie memorie lontane, ricordo che diverse anziane signore del quartiere spesso mi dicevano: “Povero figliolo, da grande dovrai soffrire, le matrigne non si prendono mai cura dei loro figli! Piccoletto, non far arrabbiare la tua matrigna, devi essere obbediente e lavorare sodo, così non ti picchierà e ti darà da mangiare”. A quel tempo, capivo solo in parte ciò che cercavano di dirmi, e mi sentivo un po’ spaventato, così non avevo mai osato far arrabbiare la mia matrigna. Ma, sorprendentemente, lei mi trattava molto bene, come se fossi suo figlio. In seguito, mi è nato un fratello minore, e lei ha continuato a prendersi cura di me e ad amarmi sempre allo stesso modo. In effetti, era persino più amorevole della mia madre biologica. Spesso, diceva a me e mio fratello: “Io e vostro padre lavoriamo duramente e soffriamo per guadagnare denaro, e tutto ciò che facciamo è per costruire delle nuove case per voi e prepararci per quando vi sposerete. Quando crescerete e vi farete una famiglia, dovrete essere riconoscenti nei nostri confronti. Non importa quante avversità sopportiamo, sicuramente ne varrà la pena!” Ogni volta, promettevo solennemente: “Mamma, quando sarò grande, sicuramente mi prenderò cura di voi”. Quando sentiva queste parole, la mia matrigna aveva sempre un sorriso sereno e annuiva continuamente. Aveva sopportato molte difficoltà per crescermi, e mi aveva aiutato a sposarmi e ad avviare la mia famiglia e la mia carriera. Ho sempre tenuto a mente le parole di mia nonna: “Partorire non è importante quanto crescere un figlio” e “Dalle persone si ottiene ciò che si dà, come si dice, quattro once per mezza libbra”. Pensavo che questo fosse il principio della condotta umana, e che se una persona manca di coscienza e non è riconoscente, non è degna di essere chiamata umana.
Nel 1994, tutta la nostra famiglia è arrivata a credere nel Signore Gesù. Io e mia moglie spesso uscivamo per occuparci della chiesa, alcune volte non tornavamo per uno o due giorni, anche quando nostro figlio di due anni e il lavoro nei campi richiedevano tempo e cura. Mia madre aveva deciso di farsi carico di queste faccende affinché potessimo servire bene il Signore. Nel 2002, l’intera famiglia ha accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. I miei genitori mi hanno dato il massimo sostegno nei miei doveri. Poiché nella mia zona ero diventato noto per via della mia fede nel Signore, dopo aver accettato questa fase dell’opera, il mio lavoro del Vangelo in quell’area ha attratto l’attenzione della polizia. Per non essere arrestato, ho lasciato casa e ho passato diversi anni a svolgere i miei doveri da un’altra parte. Durante le feste, la vista degli altri riuniti con i loro parenti mi faceva preoccupare per la mia famiglia e sentivo la mancanza dei miei genitori. Soprattutto durante l’intensa stagione agricola, pensavo a come mia madre avesse problemi alle gambe e alla schiena, e soffrisse di reumatismi, e a quando nelle giornate piovose i suoi dolori diventavano particolarmente forti, e io cercavo sempre di evitare che a casa facesse lavori pesanti. Ma ora sia io che mia moglie eravamo fuori a svolgere i nostri doveri, e i miei genitori non solo si stavano prendendo cura di nostro figlio, ma stavano anche lavorando nei campi. Stavano lavorando così duramente, e ho valutato il rischio di tornare a casa per aiutarli con il lavoro della fattoria, cosicché non dovessero più offrire manodopera. Ma se fossi tornato, molto probabilmente sarei stato arrestato dalla polizia, e non avrei potuto essere di grande aiuto per i miei genitori. Inoltre, ero molto impegnato con i miei doveri e non potevo abbandonare il lavoro della chiesa per tornare a casa. Mentre camminavo lungo la strada, ho visto dei contadini che raccoglievano il grano, ed è stato come vedere mia madre nei campi che alzava la testa per asciugarsi il sudore dalla fronte. Il mio volto si è coperto di lacrime, e non ho potuto fare a meno di lamentarmi: “Se non rischiassi di essere arrestato per la mia fede in Dio e il mio lavoro del Vangelo, potrei tornare a casa per aiutare i miei genitori durante la stagione più impegnativa!” Più ci pensavo, più mi sentivo in debito con loro. Quella sera, mi è venuta in mente l’immagine dei miei genitori malfermi che lavorano nei campi, e non ho potuto fare a meno di versare delle lacrime in segreto. Così, spesso ho pregato Dio, affidando i miei genitori alle Sue mani.
Nel dicembre del 2012, sono stato arrestato dalla polizia mentre predicavo il Vangelo. Durante l’interrogatorio, la polizia ha usato dei metodi crudeli per torturarmi, e mentre ero stordito, il commissario mi ha fatto guardare un video sul suo telefono. Ho visto mia nonna di novant’anni con gli occhi infossati e lo sguardo assente; sembrava che fosse sul punto di morire da un momento all’altro. Ho visto anche mia madre, con i capelli grigi e il viso rigato dalle lacrime. Le sue labbra tremavano come se stesse discutendo di qualcosa, e sembrava molto scossa. Mentre guardavo le immagini, il mio volto era pieno di lacrime. Il capo della squadra di sicurezza nazionale ha sfruttato questo momento per dire: “Abbiamo sentito anche gli abitanti del tuo villaggio, e ognuno parla bene di te. Sei un figlio coscienzioso. Tua nonna ha quasi cento anni, mentre i tuoi genitori hanno entrambi superato i settanta. Stanno tutti aspettando il tuo ritorno per riunire la famiglia! Tua nonna sta quasi per morire. Non hai voglia di rivederla per l’ultima volta? Come dice il proverbio: ‘Nella vita, la pietà filiale viene prima di tutto’. I tuoi genitori non ti hanno forse cresciuto per poter contare su di te e godersi i loro ultimi anni di vita? Come puoi accettare di lasciare che passino la loro vecchiaia in una tale solitudine? Sono entrambi anziani. Non puoi mai sapere quando sarà l’ultima volta che li vedrai. Se ti condannano a otto o dieci anni a causa della tua fede, potresti non rivederli mai più, e finirai per pentirtene per il resto della vita. Se ci dici tutto quello che sai, ti mando dritto a casa per riunirti con la tua famiglia. Pensaci bene!” Dopo aver udito ciò, la mia mente è stata inondata dai ricordi di mia nonna e di mia madre che si prendevano cura di me e mi amavano, e non ho potuto fare a meno di scoppiare a piangere. Mia madre sperava che mi sarei preso cura di loro quando fossero invecchiati, e ora erano entrambi così anziani e in cattive condizioni di salute, e nel momento in cui avevano più bisogno di me, io non ero lì per adempiere le mie responsabilità in quanto figlio. Al contrario, li avevo fatti vivere nel terrore a causa del mio arresto. Se fossi stato condannato a otto o dieci anni di prigione, avrei potuto non rivederli mai più. Più ci pensavo, più diventavo negativo, e cominciavo a nutrire rancore, pensando: “Se non fossi venuto qui a predicare il Vangelo e non fossi stato arrestato, non avrei forse potuto occuparmi di loro? Cosa dovrei fare adesso? Dovrei forse prepararmi per la prigione, o dovrei scendere a compromessi con Satana e i diavoli per ripagare la gentilezza dei miei genitori? Se tradisco i miei fratelli e sorelle, o gli interessi della casa di Dio, allora sarei un Giuda e mi coprirei di vergogna, e la mia coscienza non troverebbe mai pace, e sarei maledetto da Dio e andrei all’inferno!” Il mio cuore era in subbuglio, ed era come se la testa stesse per esplodermi e fossi sull’orlo di un esaurimento. Pregando, ho gridato a Dio: “Dio, ti prego, salvami! Che cosa devo fare?” In quel momento, mi è tornato in mente un passaggio della parola di Dio: “In ogni momento, il Mio popolo dovrebbe restare in guardia contro le scaltre macchinazioni di Satana, proteggendo per Me la porta della Mia casa; i suoi membri dovrebbero essere in grado di sostenersi a vicenda e di provvedere gli uni agli altri, in modo da evitare di cadere nella trappola di Satana, a quel punto sarebbe troppo tardi per rammaricarsene” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 3”). Le parole di Dio hanno calmato il mio cuore agitato. Satana stava pianificando di usare il mio affetto per distruggermi e farmi tradire Dio. Non potevo cadere nei suoi tranelli. Dovevo rimanere saldo nella mia testimonianza! Così ho detto: “Non so niente. Fate di me quello che volete!” La polizia le ha provate tutte ma non ha ottenuto informazioni utili, e alla fine, il tribunale mi ha condannato a tre anni e mezzo di carcere.
Nel luglio del 2016, la mia condanna in quel luogo infernale è giunta al termine. Quando sono tornato a casa, mia madre mi ha cinto le braccia attorno al collo e ha iniziato a piangere amaramente. Le ho dato conforto, asciugandole le lacrime dal volto. Ho pensato: “A causa degli arresti e della persecuzione del PCC, non tornavo a casa da più di dieci anni. Per tutto il tempo, i miei genitori si sono preoccupati per la mia incolumità, specialmente durante i miei anni di prigione, nei quali sono stati ancora più in apprensione per me. Ora hanno entrambi superato i settanta, e non voglio più che si preoccupino per me. Adesso che sono tornato, voglio passare più tempo con loro e adempiere le mie responsabilità in quanto figlio”. Qualche giorno dopo, mio zio è venuto a trovarmi e si è lamentato: “Non sei mai tornato in tutti questi anni, tua madre è stata ricoverata più volte e non ti sei mai fatto vivo, e tutti dicono che sei un pessimo figlio! Ora entrambi i tuoi genitori sono molto anziani, e si sono presi cura di tuo figlio e hanno lavorato i campi al posto tuo, e adesso sono entrambi malati. Pensi che sia stato facile per loro? Ora che sei tornato, devi passare i tuoi giorni a casa vivendo in maniera corretta, e assicurarti che siano ben accuditi affinché la gente smetta di spettegolare su di te!” Vedendo mio zio che si allontanava, ho provato un forte malessere. Ai loro occhi, ero davvero diventato un figlio ingrato. Ho pensato che forse avrei potuto svolgere i miei doveri presso la chiesa locale, il che mi avrebbe permesso di prendermi cura dei miei genitori. A questo pensiero, senza accorgermene mi sono ritrovato a sprofondare in una mentalità oscura, così ho pregato Dio con coscienza, ricercando le Sue intenzioni. Mi sono reso conto che nella mia situazione attuale, non potevo svolgere i miei doveri a casa, che potevo essere arrestato in qualsiasi momento, e che non potevo lasciare che la pietà filiale mi impedisse di svolgere i miei doveri. In questi anni, avevo goduto di tanta grazia e dell’irrigazione e del sostentamento della verità da parte di Dio, quindi adesso non potevo perdere la mia coscienza, e dovevo svolgere i miei doveri per ripagare l’amore di Dio. Così, sono andato di nuovo a predicare il Vangelo.
Tuttavia, dentro di me, continuavo ad avere un attaccamento emotivo nei confronti di mia madre, e in alcune situazioni mi sentivo turbato. Spesso, la sorella anziana della casa che mi ospitava soffriva di giramenti di testa. Una volta, si era ammalata ed era stata in ospedale per più di dieci giorni. Ho pensato a mia madre: “Ormai ha quasi ottant’anni, soffre di pressione alta ed è cardiopatica, e spesso ha dei giramenti di testa. Cosa dovrei fare se si ammalasse e venisse ricoverata? Come si suol dire, ‘Partorire non è importante quanto crescere un figlio’ e ‘Nella vita, la pietà filiale viene prima di tutto’. In quanto loro figlio, non sono nemmeno in grado di essere presente per i miei genitori e di servirli, i miei parenti e i miei vicini di casa non diranno forse che sono poco riconoscente, ingrato e privo di coscienza?” In quel periodo, non riuscivo a smettere di pensare a quanto mi mancasse mia madre e a quanto fossi preoccupato per lei. L’immagine dello sguardo speranzoso di mia madre era fissa nella mia mente, e lo scherno dei miei parenti e dei miei vicini mi risuonava nelle orecchie. Sentivo che il mio cuore era represso, e passavo i giorni a sbrigarmela nei miei doveri senza ottenere alcun risultato. Mi sono reso conto che il mio stato stava influenzando la mia capacità di svolgere i miei doveri, così ho pregato Dio per cercare aiuto. In seguito, ho letto queste parole di Dio: “Se credi che i tuoi genitori siano le persone più vicine a te, che siano i tuoi capi e le tue guide, che siano coloro che ti hanno messo al mondo e ti hanno allevato, che ti hanno dato cibo, vestiti, una casa e mezzi di trasporto, che ti hanno cresciuto e che sono i tuoi benefattori, sarà facile per te abbandonare le aspettative che nutrono nei tuoi confronti? (No.) Se sei convinto di queste cose, sarai alquanto incline ad approcciare le aspettative dei tuoi genitori da una prospettiva carnale e sarà difficile per te abbandonare le loro aspettative inappropriate e irragionevoli. Ne verrai vincolato e oppresso. Anche se nel tuo cuore provi insoddisfazione e riluttanza, non avrai il potere di liberarti da queste aspettative e non ti resterà altra scelta che lasciare che seguano il loro corso naturale. Perché dovrai lasciare che seguano il loro corso naturale? Perché se abbandonassi le aspettative dei tuoi genitori, se ignorassi o rifiutassi una qualsiasi di esse, sentiresti di non essere un figlio devoto, di essere un ingrato, di averli delusi e di essere una cattiva persona. Se adotti una prospettiva carnale, farai tutto il possibile per utilizzare la tua coscienza al fine di ripagare l’amorevolezza dei tuoi genitori, per assicurarti che le sofferenze che hanno sopportato per te non siano state vane, e vorrai inoltre soddisfare le loro aspettative. Ti sforzerai di fare tutto ciò che ti chiedono, di non deluderli, di comportarti bene con loro, e deciderai di prenderti cura di loro quando saranno anziani, di fare in modo che i loro ultimi anni siano felici, e ti spingerai a pensare anche un po’ più in là, ossia di occuparti dei loro funerali, soddisfacendo allo stesso tempo loro e il tuo desiderio di essere un figlio devoto. Nel vivere in questo mondo, le persone sono influenzate da vari tipi di opinione pubblica e di clima sociale, nonché da diversi pensieri e punti di vista diffusi nella società. Se le persone non comprendono la verità, possono valutare e allo stesso tempo approcciare queste cose solo dalla prospettiva dei sentimenti carnali” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (17)”). Quello smascherato dalle parole di Dio era esattamente il mio stato. Vedevo le cose dalla prospettiva del mio affetto della carne. Credevo che tutto ciò che avevo provenisse dai miei genitori, e che come persona, avrei dovuto essere grato e ripagarli per avermi cresciuto, che avrei dovuto impegnarmi per soddisfare le loro richieste e aspettative, e che questo fosse ciò che avrebbe dovuto fare una persona di coscienza. I miei genitori avevano divorziato quando ero piccolo, e molti mi vedevano come un bambino sfortunato che sarebbe stato maltrattato dalla sua matrigna, ma lei mi ha trattato come se fossi davvero suo figlio. Nel mio giovane cuore, la sentivo persino più vicina a me della mia madre biologica. Sentivo che aveva lavorato sodo e risparmiato per crescere me e mio fratello, che aveva sostenuto la mia istruzione e mi aveva aiutato ad avviare la mia famiglia e la mia carriera, e che era la persona che rispettavo di più e a cui volevo più bene nella vita. Così, nel mio cuore ho giurato segretamente che sarei stato buono con lei e me ne sarei preso cura una volta invecchiata. Mia madre non voleva molto da me, sperava solo che quando lei e mio padre fossero invecchiati mi sarei preso cura di loro e avrebbero avuto qualcuno su cui contare. Questa era l’unica aspettativa che mia madre nutriva nei miei confronti. Ho pensato: “In quanto persona di coscienza, dovrei fare del mio meglio per soddisfare i desideri dei miei genitori, e dovrei mostrare affetto filiale verso di loro. Se non lo faccio, se non sono riconoscente e se sono un ingrato, sarò una persona priva di coscienza, e meriterò di essere condannato dalla società”. Poiché stavo svolgendo i miei doveri da un’altra parte, spesso durante le feste e le stagioni agricole più impegnative mi sentivo molto preoccupato, e temevo che i miei genitori dovessero lavorare troppo duramente e si ammalassero, e per questo volevo tornare a casa per aiutarli. In apparenza, stavo svolgendo i miei doveri, ma in cuor mio non trovavo pace, e stavo solamente cercando di sbrigarmela. Dopo il mio arresto, la polizia ha usato l’affetto che provavo verso i miei genitori per spingermi a tradire i miei fratelli e sorelle, e se non fosse stato per l’illuminazione e la guida delle parole di Dio, avrei potuto tradirLo a causa del mio affetto. Quando ho visto la sorella anziana della casa in cui ero ospite ammalarsi e venire ricoverata, mi è tornata in mente mia madre, e ho pensato a quanto fosse debole e malata, e a come non potessi ritornare per prendermi cura di lei. Mi sono sentito colpevole e turbato, e sono diventato negativo e debole. In cuor mio, nutrivo silenziosamente rancore verso Dio, credendo di non riuscire a soddisfare le aspettative dei miei genitori o a essere riconoscente, e che la causa di tutto ciò fossero la mia fede in Dio e i miei doveri. Mi sono reso conto che dopo aver creduto in Dio per tutti questi anni, ancora non avevo acquisito alcuna verità, e ancora non ero in grado di vedere le cose secondo le parole di Dio. Quando una questione coinvolgeva la mia famiglia, mi trovavo sempre a essere governato dall’affetto della carne, pertanto seguivo ancora i punti di vista di un non credente. Così ho pregato Dio affinché mi illuminasse e mi guidasse nel comprendere la verità per risolvere i miei problemi.
In seguito, ho letto queste parole di Dio: “A causa del condizionamento della loro cultura tradizionale, nelle nozioni tradizionali del popolo cinese si ritiene che si debba osservare la devozione filiale verso i propri genitori. Chi non osserva la devozione filiale non è un figlio devoto. Queste idee sono state inculcate nelle persone fin dall’infanzia e vengono insegnate praticamente in ogni famiglia, così come in ogni scuola e nella società in generale. Quando la testa di una persona è stata riempita di queste cose, lei pensa: ‘La devozione filiale è la cosa più importante in assoluto. Se non la osservassi, non sarei una brava persona, non sarei un figlio devoto e verrei denunciato dalla società. Sarei una persona priva di coscienza’. È una visione corretta? Le persone hanno visto così tante delle verità espresse da Dio: Egli ha forse preteso che si mostrasse devozione filiale verso i propri genitori? Questa è forse una delle verità che i credenti in Dio devono capire? No, non lo è. Dio ha solo condiviso su alcuni principi. Qual è il principio a cui le parole di Dio richiedono di attenersi nel trattare gli altri? Amare ciò che Dio ama e odiare ciò che Dio odia: questo è il principio a cui ci si deve attenere. Dio ama coloro che perseguono la verità e che sono in grado di fare la Sua volontà; queste sono anche le persone che dovremmo amare. Coloro che non sono in grado di fare la volontà di Dio, che Lo odiano e si ribellano a Lui, simili persone sono detestate da Dio, e anche noi dovremmo detestarle. Questo è ciò che Dio chiede all’uomo. […] Satana si serve di questo tipo di cultura tradizionale e di nozioni morali per controllare i tuoi pensieri, la tua mente e il tuo cuore, rendendoti incapace di accettare le parole di Dio; queste cose sataniche ti controllano e ti hanno reso incapace di accettare le parole di Dio. Quando vuoi mettere in pratica le parole di Dio, queste cose causano disturbo dentro di te, ti inducono a opporti alla verità e ai requisiti di Dio, e ti privano della forza di liberarti dal giogo della cultura tradizionale. Dopo aver lottato per un po’, giungi a un compromesso: preferisci credere che le nozioni della morale tradizionale siano corrette e in linea con la verità, e così rifiuti o abbandoni le parole di Dio. Non accogli le parole di Dio come verità e non attribuisci alcun valore alla salvezza, sentendo che tu vivi ancora in questo mondo e puoi sopravvivere solo facendo affidamento su queste persone. Incapace di sopportare le recriminazioni della società, piuttosto rinunceresti alla verità e alle parole di Dio, abbandonandoti alle nozioni della morale tradizionale e all’influenza di Satana, preferendo offendere Dio e non mettere in pratica la verità. DiteMi, l’uomo non è forse miserabile? Non ha forse bisogno della salvezza di Dio?” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto riconoscendo le proprie idee sbagliate ci si può realmente trasformare”). Dalle parole di Dio, ho compreso che essendo stato influenzato dalla cultura tradizionale sin da quando ero piccolo, e anche per via degli influssi della mia educazione, consideravo idee tradizionali del tipo “Una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine”, “La devozione filiale è una virtù da considerare superiore a ogni altra” e “Non viaggiare lontano finché i tuoi genitori sono ancora in vita” come principi secondo cui comportarmi. Vedevo i miei genitori come i miei benefattori e come dei creditori a vita, e credevo che se non fossi stato riconoscente e non avessi dato loro la possibilità di godersi la vecchiaia, sarei stato un figlio ingrato e privo di coscienza che merita di essere disprezzato e condannato dalla società. Sotto l’influenza dei valori culturali tradizionali, durante le feste e nelle stagioni agricole più impegnative, o quando vedevo dei fratelli e sorelle più anziani che si ammalavano e venivano ricoverati, mi tornavano alla mente i ricordi dei miei genitori, e poiché non potevo tornare a casa per prendermi cura di loro, il mio umore calava per diversi giorni, influenzando lo svolgimento dei miei doveri. Nel mio cuore, le aspettative di mia madre nei miei confronti si erano trasformate in un debito emozionale che non avrei mai potuto ripagare. Quando sono stato arrestato e interrogato dalla polizia, hanno usato modi di dire come “Nella vita, la pietà filiale viene prima di tutto” per fuorviarmi, e se non fosse stato per l’illuminazione e la guida delle parole di Dio, forse sarei finito per soccombere al mio affetto della carne e tradirLo. Riflettendo su coloro che hanno tradito Dio a causa dei loro affetti dopo essere stati arrestati, ho capito che nonostante avessero soddisfatto le loro famiglie e i loro desideri della carne, avevano perso la salvezza di Dio. Ho capito che senza eliminare le questioni relative agli affetti, era possibile tradire Dio in ogni momento. Con la mia fede in Dio e lo svolgimento dei miei doveri, sono arrivato a comprendere alcune verità, sono arrivato a comprendere il significato della vita, e la mia indole corrotta è leggermente cambiata. Il fatto che fossi in grado di percorrere il giusto cammino nella vita era una grazia di Dio. Tuttavia, invece di esserGli grato, ho nutrito risentimento nei Suoi confronti, pensando che se non fosse stato per la mia fede in Dio e per il PCC che mi dava la caccia, non avrei dovuto voltare le spalle alla mia famiglia e sarei stato ancora in grado di adempiere il mio dovere di figlio verso i miei genitori. Il fatto che non potessi mostrare affetto filiale verso i miei genitori era chiaramente legato agli arresti e alla persecuzione da parte del PCC, eppure io davo la colpa a Dio. Ho capito che a causa del fuorviamento di Satana ero confuso e incapace di discernere il bene dal male, e che mi stavo ribellando e opponendo a Dio senza nemmeno rendermene conto. Quando mi sono reso conto di ciò, in cuor mio ho provato un profondo rammarico, e ho pregato Dio: “Dio, so che vivere in questo stato vuol dire ribellarsi a Te, e non voglio vivere seguendo queste idee che mi sono state inculcate da Satana. Ti prego di illuminarmi e guidarmi a comprendere la verità e ottenere discernimento”.
Quindi, ho letto queste parole di Dio: “Prendiamo la questione che i tuoi genitori ti hanno messo al mondo. Chi ha scelto che fossero loro a metterti al mondo: tu o i tuoi genitori? Chi ha scelto chi? Se la guardi dalla prospettiva di Dio, nessuna delle due è la risposta. Non siete stati né tu né i tuoi genitori a scegliere che fossero loro a metterti al mondo. Se vai alla radice della questione, è stato stabilito da Dio. Per ora lasciamo da parte questo argomento, in quanto è facile da capire. Dal tuo punto di vista, sei nato passivamente dai tuoi genitori, senza avere alcuna voce in capitolo. Dal punto di vista dei tuoi genitori, loro ti hanno messo al mondo per una loro volontà indipendente, giusto? In altre parole, se si esclude quanto decretato da Dio, quando si è trattato di metterti al mondo, tutto il potere era nelle mani dei tuoi genitori. Sono stati loro a scegliere di farti nascere e a prendere tutte le decisioni. Non sei stato tu a scegliere che fossero loro a darti alla luce, sei nato passivamente da loro e non hai avuto alcuna voce in capitolo. Quindi, poiché tutto il potere era nelle mani dei tuoi genitori e sono stati loro a scegliere di metterti al mondo, hanno l’obbligo e la responsabilità di allevarti, di condurti fino all’età adulta, di fornirti un’istruzione, cibo, vestiti e denaro: questi sono la loro responsabilità e il loro obbligo, questo è ciò che sono tenuti a fare. Tu invece sei sempre rimasto passivo durante il periodo in cui ti hanno allevato, non avevi alcun diritto di scelta: dovevi essere allevato da loro. Poiché eri piccolo, non avevi la capacità di allevarti da solo, e non ti restava altra scelta che lasciarti passivamente allevare dai tuoi genitori. Sei stato allevato nel modo che loro hanno scelto: se ti hanno dato cibo e bevande buoni, allora hai mangiato e bevuto cibo e bevande buoni. Se invece ti hanno fornito un ambiente di vita in cui vivevi di pula e piante selvatiche, allora sei sopravvissuto a forza di pula e piante selvatiche. In ogni caso, mentre venivi allevato, tu eri passivo e i tuoi genitori stavano adempiendo alle loro responsabilità. È come se si stessero prendendo cura di un fiore. Se decidono di prendersi cura di un fiore, dovrebbero concimarlo, annaffiarlo e assicurarsi che riceva la luce del sole. Quindi, per quanto riguarda le persone, non importa se i tuoi genitori si sono occupati di te scrupolosamente o se si sono presi molta cura di te: in ogni caso stavano solo adempiendo alla loro responsabilità e ai loro obblighi. Indipendentemente dal motivo per cui ti hanno allevato, era una loro responsabilità: poiché ti hanno messo al mondo, devono assumersi le responsabilità nei tuoi confronti. […] In ogni caso, allevandoti, i tuoi genitori stanno adempiendo a una responsabilità e a un obbligo. Condurti all’età adulta è un loro obbligo e una loro responsabilità, e non può definirsi amorevolezza. Se non può definirsi amorevolezza, allora non è qualcosa di cui ti spetta godere? (Sì.) È una sorta di diritto di cui dovresti godere. Dovresti essere allevato dai tuoi genitori perché, prima di raggiungere l’età adulta, il ruolo che svolgi è quello di un figlio che viene educato. Pertanto, i tuoi genitori stanno solo adempiendo a una sorta di responsabilità nei tuoi confronti, e tu la stai semplicemente ricevendo, ma ciò che stai ricevendo da loro non sono certo grazia e amorevolezza” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (17)”). Dalle parole di Dio, ho compreso che per i genitori crescere i propri figli è un decreto sovrano di Dio. Non importa quante siano le difficoltà e gli sforzi necessari per prendersi cura dei propri figli, si tratta semplicemente di una loro responsabilità e un loro obbligo, e non può essere visto come gentilezza. Anche il fatto che io fossi cresciuto in quella famiglia faceva parte delle disposizioni di Dio nei miei confronti, e non importa quanta sofferenza abbiano sopportato i miei genitori o quale prezzo abbiano pagato per crescermi, stavano semplicemente adempiendo le loro responsabilità e i loro obblighi. Tutto questo era già stato predeterminato da Dio, e non doveva essere considerato come gentilezza, e non c’era bisogno che io li ripagassi. Dio aveva disposto che una matrigna si prendesse cura di me e mi amasse, e questa era la grazia di Dio, pertanto dovevo essere grato a Lui e non dare tutti meriti ai miei genitori. Tuttavia, non avevo compreso la verità, e credevo che senza i miei genitori non avrei avuto nulla, e che fosse stato l’amore di mia madre a cambiare la mia vita sfortunata. Non era la mia madre biologica, ma mi era stata persino più vicina di quanto non lo fosse mai stata la mia madre naturale, per questo la ritenevo la persona più importante della mia vita, e ho sempre voluto ripagare il debito che avevo con lei per le sue cure amorevoli, ma non ho tenuto conto di come svolgere i miei doveri per soddisfare Dio. Non stavo forse mancando completamente di umanità? È come quando i genitori assumono una tata e affidano il proprio figlio alle sue cure per un certo periodo di tempo, e la tata dà al bambino tutto ciò di cui ha bisogno. Ma se questo bambino riconosce la tata come sua madre, e vede solo le cure della tata senza accorgersi di tutto ciò che i genitori hanno fatto per lui; questo non spezzerebbe forse il cuore ai suoi genitori? Non vorrebbe forse dire essere veramente ingrati e invertire cosa è importante e cosa non lo è? La mia vita proviene da Dio, ed è grazie alla protezione e alla cura di Dio che sono sopravissuto fino a oggi. Nel crescermi, i miei genitori hanno semplicemente adempiuto le loro responsabilità e i loro obblighi, e in tutto questo non c’è alcun concetto di gentilezza. Non dovrei vedere i miei genitori come dei creditori, ma al contrario dovrei essere grato a Dio e ripagarLo, Egli è Colui che regna sovrano su ogni cosa. Se a causa della pietà filiale non svolgessi i miei doveri dinanzi a Dio, allora sarei davvero un ingrato e un miserabile senza coscienza! Ricercare per svolgere i doveri di un essere creato e soddisfare Dio è ciò che rende una persona degna in quanto essere creato qualificato e in quanto dotata di coscienza e ragione. Se tornassi a casa per prendermi cura dei miei genitori, anche se venissi apprezzato dagli altri come un figlio che mostra affetto filiale, che significato avrebbe tutto ciò se non ricevessi l’approvazione di Dio?
In seguito, sono giunto nuovamente dinanzi a Dio per pregare e cercare la Sua guida, chiedendoGli come dovessi trattare i miei genitori secondo le verità principi. Quindi, ho letto queste parole di Dio: “Se, in base al tuo ambiente di vita e al contesto in cui ti trovi, onorare i tuoi genitori non entra in conflitto con il portare a termine l’incarico di Dio e l’assolvere il tuo dovere, se in altre parole onorare i tuoi genitori non influisce sul tuo leale svolgimento del dovere, allora puoi mettere in pratica entrambe le cose allo stesso tempo. Non hai bisogno di separarti esteriormente dai tuoi genitori, né di rifiutarli o respingerli esteriormente. In quale situazione si applica ciò? (Quando onorare i propri genitori non entra in conflitto con lo svolgimento del proprio dovere.) Esatto. In altre parole, se i tuoi genitori non cercano di ostacolare la tua fede in Dio, sono anch’essi credenti, e ti sostengono e ti incoraggiano davvero a svolgere lealmente il tuo dovere e a portare a termine l’incarico ricevuto da Dio, allora il tuo rapporto con loro non è un rapporto di carne tra consanguinei nel senso normale del termine, ma un rapporto tra fratelli e sorelle della chiesa. In questo caso, oltre a interagire con loro come fratelli e sorelle della chiesa, devi anche adempiere ad alcune responsabilità filiali verso di loro, e mostrare nei loro confronti un po’ di interesse in più. Purché non influisca sullo svolgimento del tuo dovere, vale a dire che il tuo cuore non ne viene limitato, puoi chiamare i tuoi genitori per chiedere loro come stanno e per mostrare interesse nei loro confronti, puoi aiutarli a risolvere alcune difficoltà e a gestire alcuni loro problemi di vita, e anche a risolvere alcune loro difficoltà in termini di ingresso nella vita: puoi fare tutte queste cose. In altre parole, se i tuoi genitori non ostacolano la tua fede in Dio, dovresti mantenere questo rapporto con loro e adempiere alle tue responsabilità nei loro confronti. E perché dovresti mostrare interesse nei loro confronti, prenderti cura di loro e informarti su come stanno? Perché tu sei il figlio e hai questo rapporto con loro, possiedi un diverso tipo di responsabilità e, a causa di ciò, devi informarti di più sul loro conto e fornire loro un’assistenza più considerevole. Fintanto che questo non influisce sullo svolgimento del tuo dovere e che i tuoi genitori non ostacolano né disturbano la tua fede in Dio e lo svolgimento del tuo dovere e nemmeno ti limitano, allora è naturale e appropriato che tu adempia alle tue responsabilità nei loro confronti, cosa che devi fare nella misura in cui non ti crea rimorsi di coscienza: questo è lo standard minimo che devi rispettare. Se non puoi onorare i tuoi genitori a casa perché sei ostacolato o influenzato dalle circostanze in cui ti trovi, allora non sei tenuto a rispettare questa regola. Dovresti metterti alla mercé delle orchestrazioni di Dio e sottometterti alle Sue disposizioni, e non hai bisogno di insistere nell’onorare i tuoi genitori. Questo è qualcosa che Dio condanna? Dio non lo condanna, non obbliga le persone a farlo. Su cosa stiamo condividendo ora? Stiamo condividendo su come le persone dovrebbero comportarsi quando onorare i propri genitori entra in conflitto con lo svolgimento del proprio dovere; stiamo condividendo sui principi della pratica e sulla verità. Tu hai la responsabilità di onorare i tuoi genitori e, se le circostanze lo consentono, puoi adempiere a tale responsabilità, ma non dovresti farti condizionare dai tuoi sentimenti. Per esempio, se uno dei tuoi genitori si ammala e deve andare in ospedale, e non c’è nessuno che se ne prenda cura e tu sei troppo impegnato con il tuo dovere per tornare a casa, cosa dovresti fare? In momenti come questi, non puoi farti condizionare dai tuoi sentimenti. Dovresti affrontare la questione pregando, affidarla a Dio e metterla alla mercé delle Sue orchestrazioni. Questo è il tipo di atteggiamento che dovresti assumere. Se Dio vuole togliere la vita ai tuoi genitori e portarteli via, dovresti comunque sottometterti. Alcuni dicono: ‘Anche se mi sono sottomesso, mi sento lo stesso infelice e sto piangendo da giorni: questo non è forse un sentimento della carne?’ Questo non è un sentimento della carne: è bontà umana, significa possedere umanità, e Dio non la condanna. […] Se ti lasci intrappolare dai tuoi sentimenti e questo ostacola lo svolgimento del tuo dovere, allora ciò contravviene completamente alle intenzioni di Dio. Egli non ti ha mai richiesto di fare questo; Egli ti richiede di adempiere alle tue responsabilità nei confronti dei tuoi genitori, nient’altro. Questo è ciò che significa avere pietà filiale. Quando Dio parla di ‘onorare i propri genitori’ lo fa all’interno di un contesto. Devi solo adempiere ad alcune responsabilità che possono essere ottemperate in ogni tipo di condizione, tutto qui. Per quanto riguarda l’eventualità che i tuoi genitori si ammalino gravemente o muoiano, è forse qualcosa che spetta a te decidere? Come vivono, quando muoiono, quale malattia li uccide o come muoiono: queste cose hanno qualcosa a che fare con te? (No.) Non hanno nulla a che fare con te” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (4)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho ottenuto dei principi e un cammino di pratica. Se posso svolgere i miei doveri a casa nelle condizioni adeguate, allora posso mostrare pietà filiale e prendermi cura dei miei genitori, ma se le circostanze non mi permettono di prendermi cura di loro, Dio non mi condannerà per questo. Pensandoci bene, il vero problema non era che non volessi occuparmi dei miei genitori, ma che ero stato arrestato dal PCC ed ero sotto la loro stretta sorveglianza, e se avessi continuato a credere in Dio e a svolgere i miei doveri a casa, sarei stato nuovamente arrestato e avrei dovuto subire una persecuzione ancora più brutale. In futuro, se dovessero presentarsi le condizioni adatte e ci sarà la possibilità di tornare a casa, sarò riconoscente verso i miei genitori e condividerò con loro sulle parole di Dio. Ma senza queste condizioni, continuerò a sottomettermi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio, e a svolgere bene i miei doveri. Dovrei pregare Dio per la salute dei miei genitori e affinché vengano accuditi, e affidare queste cose a Lui. Dio ha creato l’umanità e ha disposto le leggi del nascere, invecchiare, ammalarsi, e morire, e in tutta la storia, nessuno è stato capace di sottrarsi a tali leggi, e nessuno può sfuggire alla sovranità e alle disposizioni di Dio. È una legge naturale il fatto che i genitori quando invecchiano si ammalano: è una cosa inevitabile. Inoltre, anche se fossi rimasto al loro fianco, cosa avrei potuto fare? Avrei forse potuto soffrire al loro posto? Per di più, c’è mio fratello minore a prendersi cura di loro. Ognuno ha il suo cammino e le sue esperienze da affrontare nella vita, e queste non possono essere sostituite o cambiate dagli altri. Il fato dei miei genitori è nelle mani di Dio, e tutto ciò che posso fare è pregare per loro e sottomettermi alla sovranità e alle disposizioni di Dio. Dovrei avere questo tipo di ragionevolezza.
Attraverso questa esperienza, sono arrivato a comprendere che le idee della cultura tradizionale e del patrimonio dell’antichità che le persone considerano buone e giuste, e che si pensa siano conformi alle nozioni più conosciute di etica e morale, non sono la verità, né i requisiti di Dio per l’umanità, né degli standard di condotta umana. Solo le parole di Dio sono la verità, e gli uomini dovrebbero seguirle. Una persona può essere considerata veramente dotata di coscienza e ragione solo se vive secondo le parole di Dio e la verità. Sono state le parole di Dio a permettermi di comprendere come trattare la gentilezza dei miei genitori e come non essere più costretto o vincolato dalle idee tradizionali. Grazie a Dio!