38. Perché non accettavo serenamente il mio dovere
Alla fine di marzo 2023 i leader mi hanno chiesto di supervisionare il lavoro di allontanamento della chiesa. Quando me l’hanno detto ho provato molta pressione e ho pensato: “Ho una comprensione superficiale della verità e non ho discernimento. Se non sono in grado di svolgere un lavoro effettivo, dopo poco tempo potrei essere rimossa. Sarebbe troppo imbarazzante! Essere un membro del gruppo comporta meno responsabilità, e in più c’è un supervisore che controlla, quindi le possibilità di sbagliare sono inferiori. Diventando supervisore aumenterebbe il carico di lavoro e il minimo errore potrebbe ritardare il lavoro o, peggio, portare ad accuse e punizioni ingiuste. Sarebbe una grave trasgressione! L’adempimento del dovere dev’essere un modo per preparare le buone azioni, ma se trasgredissi troppo, molto facilmente verrei rimossa e messa in imbarazzo, e nei casi peggiori mi potrebbero anche espellere dalla chiesa. Anche in quel caso avrei un buon esito e una buona destinazione?” Con questa considerazione mi sono limitata a trovare delle scuse per rifiutare il ruolo, dicendo che il mio ingresso nella vita era superficiale e che non ero all’altezza del dovere. La leader non ha detto molto, mi ha solo risposto di continuare a cercare. Nei giorni seguenti, mi sono sentita oppressa ogni volta che pensavo alle parole della leader. Capitava che in quel periodo avessi un problema nel valutare il comportamento di qualcuno. Guardando solo alle gravi conseguenze delle sue cattive azioni, l’avevo etichettata come una persona malevola, senza guardare alla sua natura essenza o alla sua coerenza di comportamento. Solo in seguito ho capito che, sebbene questa persona avesse commesso delle azioni malvagie, non era una persona malevola. Questo fatto mi aveva reso ancora più avvilita. Quel mio errore per poco non aveva danneggiato qualcuno e intralciato il lavoro di allontanamento. Il mio discernimento era proprio carente. Diventando supervisore e commettendo altri errori non finirei per trasgredire ancora di più? Poi ho pensato al supervisore Lin Fang, la sorella che era stata appena destituita perché non aveva fatto il lavoro effettivo e non era riuscita a controllare e moderare il lavoro. Le due incaricate che l’avevano preceduta avevano finito per essere espulse dalla chiesa perché avevano commesso troppe azioni malvagie. Questo mi faceva capire ancora di più che essere supervisore era troppo rischioso e che se non facevo bene il lavoro sarei stata destituita o eliminata in breve tempo. Mi sembrava più sicuro restare solo un membro del gruppo. Ma nemmeno era opportuno rifiutare subito l’incarico, quindi mi sentivo in conflitto. Nei giorni successivi, ho continuato a pensare a queste cose, sentendomi molto sotto pressione e in uno stato compromesso. Ho pregato Dio e ho cercato la Sua guida.
Durante una delle mie devozioni spirituali, ho letto un articolo di testimonianza esperienziale, in cui il protagonista continuava a trovare scuse e a rifiutare i doveri perché pensava al suo orgoglio e ai suoi interessi, ma in seguito si è reso conto che i doveri sono frutto della sovranità e delle disposizioni di Dio e che Dio osserva il suo atteggiamento verso i doveri; quindi doveva prima di tutto sottomettersi. Anch’io avevo bisogno di entrare prima di tutto nella verità della sottomissione a Dio. Così ho cercato un passo rilevante della Parola di Dio. Ho letto cosa dicono le parole di Dio: “Quando Noè obbedì agli ordini di Dio, non conosceva le Sue intenzioni. Non sapeva cosa Egli volesse realizzare. Dio gli aveva soltanto dato un comando e gli aveva ordinato di fare qualcosa, e, senza molte spiegazioni, Noè procedette e lo fece. Non cercò in segreto di capire i desideri di Dio, né Gli resistette o si mostrò falso. Si limitò ad agire di conseguenza, con un cuore puro e semplice. Fece qualunque cosa Dio gli chiedesse di fare, e sottomettersi alla Sua parola e ascoltarla sostenne la sua fede nel suo agire. Questo fu il modo immediato e semplice con cui si occupò di ciò che Dio gli aveva affidato. La sua sostanza, la sostanza delle sue azioni, era la sottomissione, non il tentativo di indovinare le intenzioni di Dio, non la resistenza, né tantomeno l’inclinazione a pensare ai propri interessi personali o ai propri guadagni e alle proprie perdite. Inoltre, quando Dio disse che avrebbe distrutto il mondo con un diluvio, Noè non chiese quando sarebbe accaduto o che fine avrebbero fatto le cose, e certamente non Gli chiese come intendesse distruggere il mondo. Semplicemente fece ciò che Dio aveva ordinato. Comunque e con qualunque mezzo Dio volesse che venisse fatto, Noè fece esattamente come gli aveva chiesto e, inoltre, si mise subito al lavoro. Agì secondo le istruzioni di Dio con l’atteggiamento di chi desidera soddisfare Dio” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso I”). Leggendo le parole di Dio, mi sono resa conto che la capacità di sottomettersi in qualsiasi situazione è ciò che Dio esige dalle persone; e che è questa la motivazione che dovrebbero possedere gli esseri creati. Ho visto che Noè aveva un cuore puro nell’affrontare l’incarico ricevuto da Dio. Ha semplicemente obbedito e si è sottomesso. Non ha pensato alle difficoltà che avrebbe potuto incontrare nel costruire l’arca, né alle responsabilità che avrebbe dovuto assumersi se non fosse stata fatta bene. Lui ha pensato solo a rispettare l’intenzione di Dio e a costruire il più rapidamente possibile l’arca che Lui richiedeva, in modo da rispettare la Sua volontà. Invece quando a me arrivava un dovere, i miei pensieri si sconvolgevano e continuavo a pensare alle mie difficoltà, al mio futuro e alla mia destinazione. Pensavo che fare il supervisore fosse troppo rischioso e che potesse condurmi a trasgredire e che se avessi commesso troppe trasgressioni non avrei avuto un buon esito. Con quei pensieri in mente ho capito che ero proprio incapace di sottomettermi e continuavo a cercare scuse per evitare quel dovere. Pensando a questo mi sono molto vergognata. Credevo in Dio da tanti anni, ma non ero ancora riuscita innanzitutto a sottomettermi. Non avevo proprio nessuna verità realtà. Non potevo continuare così. Anche se avevo difficoltà e preoccupazioni, dovevo come prima cosa sottomettermi per assumere questo compito.
In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio e ho in parte compreso il mio stato. Dio dice: “A giudicare dall’atteggiamento degli anticristi nei confronti di Dio, degli ambienti e delle persone, degli eventi e delle cose disposti da Dio, nei confronti del fatto che Dio li rivela e li disciplina eccetera, hanno la minima intenzione di ricercare la verità? Hanno la minima intenzione di sottomettersi a Dio? Hanno la minima fede che tutto questo non sia accidentale ma sia invece sotto la sovranità di Dio? Lo comprendono e ne sono consapevoli? Ovviamente no. L’origine della loro circospezione può considerarsi derivata dai dubbi che nutrono su Dio. Anche l’origine del sospetto che nutrono nei confronti di Dio può considerarsi derivante dai dubbi su Dio. I risultati del loro scrutinio di Dio li fanno sospettare di Lui e al contempo li rendono più circospetti nei Suoi confronti. A giudicare dai vari pensieri e punti di vista generati dal pensiero degli anticristi e dai vari approcci e comportamenti prodotti sotto il dominio di questi pensieri e punti di vista, queste persone sono molto semplicemente irragionevoli; non sanno capire la verità, non sanno sviluppare una fede autentica in Dio, non sanno credere e ammettere fino in fondo l’esistenza di Dio, e non sanno credere e ammettere che Dio è sovrano su tutto il creato, che Lui è sovrano su tutto. Tutto ciò si deve alla loro indole essenza malvagia” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Quinto excursus: Riepilogo sul carattere degli anticristi e sulla loro indole essenza (Parte seconda)”). Dalle parole di Dio, ho visto che gli anticristi non credono nella giustizia di Dio quando accadono le cose. Invece di cercare la verità per conoscere l’indole di Dio, usano nozioni umane, fantasie e filosofie sataniche per analizzare l’opera di Dio e le situazioni che Egli predispone. Pertanto diventano guardinghi e fraintendono Dio. Questo è dovuto alla natura malvagia degli anticristi. Esaminando me stessa alla luce delle parole di Dio, ho visto che il mio stato era lo stesso. Vedendo che i tre precedenti supervisori erano stati rimossi ed eliminati, non ho cercato la verità, non ho riflettuto sul perché avessero fallito né ho acquisito discernimento e imparato lezioni dai loro fallimenti. Al contrario, sono diventata guardinga, vivendo secondo filosofie sataniche come “La prudenza è la madre della sicurezza” e “Più sono grandi, più cadono rovinosamente”. Sentivo che essere un supervisore era troppo rischioso, e che se avessi causato accuse e punizioni ingiuste sarebbe stata una grave trasgressione e non avrei avuto un buon esito o una buona destinazione. Ho pensato a proteggermi e a evitare rischi, così ho continuato a trovare scuse per evitare quel dovere. In seguito ho riflettuto: “Qual è l’intenzione di Dio quando mi assegna questo dovere? La supervisione del lavoro di allontanamento comporta delle responsabilità pesanti, però mi permetterebbe di riconoscere i vari tipi di persone malevole, anticristi e miscredenti. Questo mi aiuterebbe a fare progressi più rapidi nel discernere le persone. Inoltre, essere un supervisore comporterebbe la gestione di molti problemi, e questo mi spingerebbe a cercare le relative verità principi e a dotarmi della verità, rendendolo una grande opportunità di formazione. Ma invece di cercare la verità su questa materia, ho sempre pensato che essere un supervisore significasse assumermi maggiori responsabilità e che sarei stata rivelata ed eliminata più rapidamente, quindi ero molto sospettosa e guardinga nei confronti di Dio. Quanto ho ferito il cuore di Dio!”
Mi è venuto in mente un passo delle parole di Dio: “Che Dio è giusto ed equo nei confronti di tutti. Dio non guarda com’eri prima o la statura che hai adesso; Dio guarda se persegui la verità e se percorri il cammino di perseguimento della verità. […] Dio ti consente di inciampare, di fallire, di commettere errori. Dio ti darà le opportunità e il tempo per comprendere la verità, praticarla, comprendere gradualmente le Sue intenzioni, fare ogni cosa in base a esse, sottometterti davvero a Lui e acquisire la verità realtà che Egli richiede alle persone di possedere. Tuttavia, chi è la persona che Dio disprezza di più? È la persona che, pur conoscendo la verità in cuor suo, rifiuta di accettarla, figurarsi di metterla in pratica. Al contrario, vive ancora secondo le filosofie di Satana, ma si considera piuttosto buona e sottomessa a Dio, cercando al contempo di fuorviare gli altri e di farsi una posizione nella casa di Dio. Questo è il tipo di persona che Dio disprezza di più: si tratta di anticristi. Anche se tutti hanno un’indole corrotta, queste azioni sono di natura diversa. Non si tratta di una comune indole corrotta o di una normale rivelazione di corruzione; piuttosto, resisti consapevolmente e ostinatamente a Dio fino alla fine. Sai che Dio esiste, credi in Lui, eppure scegli deliberatamente di resisterGli. Questo non è avere nozioni su Dio e un problema di incomprensione; è invece resistere deliberatamente a Dio fino alla fine. Dio può salvare una persona del genere? Dio non ti salva. Sei un nemico di Dio, quindi sei un diavolo e un Satana. Dio può comunque salvare i diavoli e i satana?” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Nel credere in Dio, la cosa più importante è mettere in pratica e sperimentare le Sue parole”). Dalle parole di Dio ho visto che Egli è giusto con le persone. Dio non elimina le persone per errori o fallimenti momentanei, ma rivela ed elimina coloro che continuano a respingere la verità e si oppongono ostinatamente a Lui. Ho pensato a come la mia mancanza di comprensione della verità mi avesse portata a non saper discernere le persone, eppure nessuno aveva cercato di darmi la responsabilità né mi aveva impedito per questo di svolgere quel dovere. Dio stava usando i miei errori per fornirmi la verità legata al discernimento delle persone malevole e compensare le mie mancanze. Ho pensato ancora al motivo del fallimento di Lin Fang. Recentemente l’avevo sentita parlare delle intenzioni sbagliate che aveva nel suo dovere. Quando vedeva che i risultati del lavoro erano scarsi, scaricava il lavoro sulla collaboratrice, e si sottraeva alla responsabilità. Quando i leader superiori hanno condiviso con lei e l’hanno corretta, ha continuato a trovare scuse e a cercare di difendersi, rifiutando di riflettere e conoscere sé stessa riguardo a questi problemi. Lin Fang non è stata destituita per i suoi errori, ma soprattutto perché si rifiutava di accettare la verità ed era irresponsabile. C’erano stati anche altri due supervisori. Uno aveva un carattere arrogante, era dispotico e voleva detenere tutta l’autorità, e quando gli altri non lo ascoltavano cercava di reprimerli e tormentarli. L’altro cercava costantemente la reputazione e il prestigio, sopprimendo ed escludendo le opinioni contrarie. Entrambi percorrevano il cammino di un anticristo e sono stati espulsi per le loro numerose azioni malvagie. Ho compreso che Dio è giusto, e che non destituisce o allontana le persone solo perché commettono errori nel proprio dovere, ma in base all’atteggiamento che hanno nei confronti della verità e di Dio, e al cammino che percorrono. Dal loro costante comportamento era chiaro che la loro natura essenza era avversa e odiava la verità, e che perseguivano solo la reputazione e lo status e non proteggevano affatto il lavoro della Chiesa, il che ha portato Dio a rivelarli ed eliminarli. Ma io avevo pensato che coloro che hanno prestigio o grandi responsabilità avessero più probabilità di essere rivelati ed eliminati, e che un fratello o una sorella ordinari, con meno compiti, commetterebbe meno trasgressioni, perché ci sono meno cose in gioco e quindi eviterebbe di essere rivelato ed eliminato. Ma queste erano solo mie nozioni e fantasie. Ero sempre diffidente verso Dio ed evitavo il mio dovere. Anche senza commettere trasgressioni, se non avessi perseguito la verità, la mia indole corrotta non sarebbe stata purificata né sarebbe cambiata, e non avrei ricevuto la salvezza, e alla fine non avrei avuto alcun esito positivo. Una volta compreso ciò, ero ormai disposta ad accettare questo dovere. Dio permette anomalie e problemi nel dovere di una persona e finché questa è in grado successivamente di cercare la verità, di riflettere su sé stessa e di correggere prontamente queste anomalie Egli continuerà a guidarla. Quando ci ho pensato, mi sono resa conto che svolgevo il lavoro di allontanamento da un bel po’ di tempo e che ero arrivata a comprendere alcuni principi di discernimento. C’era urgente bisogno di persone che svolgessero il lavoro della chiesa, quindi dovevo tenere conto delle intenzioni di Dio e fare del mio meglio per eseguire il lavoro di purificazione, perché questa era la motivazione e la sottomissione che dovevo avere. Tuttavia, nella mia mente c’erano solo pensieri relativi ai miei interessi, al mio esito e alla mia destinazione. Com’ero stata egoista e spregevole!
Più tardi ho letto altre parole di Dio: “In cosa è sbagliato trattare il perseguimento delle benedizioni come un obiettivo? È in completa opposizione alla verità e in pieno contrasto con l’intenzione di Dio di salvare le persone. Poiché essere benedetti non è un obiettivo appropriato da perseguire, quale obiettivo è appropriato? Il perseguimento della verità, il perseguimento dei cambiamenti dell’indole e la capacità di sottomettersi a tutte le orchestrazioni e le disposizioni di Dio: questi sono gli obiettivi che le persone dovrebbero perseguire. Supponiamo, per esempio, che essere potato ti porti a nutrire nozioni e incomprensioni e che diventi incapace di sottometterti. Perché non sei in grado di sottometterti? Perché senti che la tua destinazione o il tuo sogno di essere benedetto sono stati messi in discussione. Diventi negativo e ti arrabbi, e vuoi abbandonare il tuo dovere. Qual è il motivo? C’è un problema nel tuo perseguimento. Come si può risolvere questo problema? È indispensabile che abbandoni subito queste idee sbagliate e che ricerchi immediatamente la verità per risolvere il problema della tua indole corrotta. Dovresti dire a te stesso: ‘Non devo arrendermi, devo continuare a svolgere bene il dovere che spetta a un essere creato e mettere da parte il mio desiderio di essere benedetto’. Quando rinunci al desiderio di essere benedetto e percorri il cammino del perseguimento della verità, ti togli un peso dalle spalle. E a quel punto sei ancora capace di essere negativo? Anche se ci sono ancora momenti in cui lo sei, non permetti che questo ti limiti e, nel tuo cuore, continui a pregare e a lottare, cambiando l’obiettivo del tuo perseguimento da quello di essere benedetto e ottenere una destinazione al perseguimento della verità, e pensi tra te e te: ‘Perseguire la verità è il dovere di un essere creato. Capire certe verità oggi: non si potrebbe raccogliere un frutto più prezioso, questa è la più grande benedizione di tutte. Anche se Dio non mi vuole, non ho una buona destinazione e le mie speranze di essere benedetto si sono infrante, svolgerò comunque il mio dovere adeguatamente, sono obbligato a farlo. Qualunque sia il motivo, non influirà sullo svolgimento del mio dovere, non influirà sul compimento dell’incarico ricevuto da Dio; questo è il principio secondo cui mi comporto’. E, così facendo, non hai forse trasceso i vincoli della carne?” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo nella pratica della verità vi è l’ingresso nella vita”). “Non vi è correlazione fra il dovere dell’uomo e l’eventualità che riceva benedizioni o che subisca una cattiva sorte. Il dovere è ciò che l’uomo dovrebbe compiere; è la sua vocazione mandata dal cielo e non dovrebbe dipendere da ricompense, condizioni o ragioni. Soltanto così egli starà facendo il suo dovere. Ricevere benedizioni si riferisce a quando qualcuno viene reso perfetto e gioisce delle benedizioni di Dio dopo avere sperimentato il giudizio. Subire una cattiva sorte fa riferimento a quando qualcuno, dopo avere sperimentato il giudizio e il castigo, non va incontro a una trasformazione dell’indole, ossia non viene reso perfetto, bensì punito. Ma a prescindere dal fatto che ricevano benedizioni o subiscano una cattiva sorte, gli esseri creati dovrebbero compiere il loro dovere, fare ciò che dovrebbero fare e ciò che sono in grado di fare; questo è il minimo che una persona, una persona che persegue Dio, dovrebbe fare. Tu non dovresti svolgere il tuo dovere solo per ricevere benedizioni, né rifiutarti di agire per timore di subire una cattiva sorte. Lasciate che vi dica quest’unica cosa: svolgere il proprio dovere è ciò che l’uomo dovrebbe fare, e se non è in grado di farlo, questo dimostra la sua ribellione. È attraverso il processo di assolvimento del proprio dovere che l’uomo gradualmente si trasforma, ed è attraverso questo processo che dimostra la sua lealtà. Stando così le cose, più sei in grado di svolgere il tuo dovere, più verità riceverai e più la tua espressione diventerà reale. Coloro che nell’assolvere il proprio dovere si limitano a sbrigarsela e non ricercano la verità, alla fine saranno eliminati, poiché simili uomini non svolgono il loro dovere nella pratica della verità e non mettono in pratica la verità nello svolgimento del loro dovere. Sono coloro che resteranno immutati e subiranno una cattiva sorte. Non solo le loro espressioni sono impure, ma tutto ciò che esprimono è malevolo” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “La differenza tra il ministero di Dio incarnato e il dovere dell’uomo”). Dalle parole di Dio ho visto che indipendentemente dal fatto che una persona riceva benedizioni o sopporti delle disgrazie, è perfettamente naturale e giustificato che un essere creato svolga il proprio dovere. Se le persone seguono Dio, devono adempiere alle loro responsabilità, perché è così che si vive una vita preziosa e ricca di significato. Nelle intenzioni di Dio, le persone devono entrare nella verità realtà con il loro dovere. Nel corso del proprio dovere vengono rivelate le varie indoli corrotte e vengono esposte molte lacune. Grazie a questa opportunità, si può cercare la verità e riflettere su sé stessi, e quindi purificarsi e trasformarsi. Anche se ora stavo affrontando delle difficoltà nella formazione come supervisore, potevo affidarmi di più a Dio, concentrarmi sulla ricerca della verità, fare il mio dovere secondo i principi, portare a termine le mie responsabilità e mostrare la mia lealtà. Se dopo un periodo di formazione fossi stata riassegnata a causa di una levatura inadeguata non avrei avuto alcun rimpianto.
Andando avanti nel dovere di supervisore, quando incontravo difficoltà o c’erano anomalie le vedevo come una buona opportunità per ottenere la verità, condividevo e riassumevo queste cose con i miei fratelli e sorelle e cercavo le verità principi rilevanti. A poco a poco, le verità che prima non capivo sono diventate più chiare e ho fatto dei progressi. Non diffido più di Dio e voglio solo imparare praticamente le lezioni in ogni situazione che Egli predispone. Ringrazio Dio per avermi permesso di fare dei veri miglioramenti e di ottenere delle effettive conoscenze.