39. Non è facile eliminare l’arroganza

di Lucas, Corea del Sud

Nel 2020 il lavoro del Vangelo della nostra chiesa non stava dando buoni risultati, così il diacono del Vangelo era stato destituito e io sono stato scelto al posto suo. Nel sentire questa notizia sono stato allo stesso tempo ansioso e felice, pensando tra me e me: “Se i fratelli e le sorelle hanno scelto me, significa che ho del potenziale. Sono diversi anni che diffondo il Vangelo, ma non sono mai stato un diacono del Vangelo. Ora che finalmente ne ho l’opportunità, devo lavorare sodo e mostrare a tutti le mie capacità”. Nei giorni seguenti, ho lavorato con i fratelli e le sorelle alla diffusione del Vangelo, riassumendo e correggendo regolarmente le anomalie dal lavoro precedente e condividendo spesso con gli altri sulle questioni che non capivo. Dopo un po’ di tempo il lavoro del Vangelo ha mostrato un netto miglioramento. I leader ci hanno incoraggiati a continuare il buon lavoro e i fratelli e le sorelle mi hanno lodato per la mia intraprendenza e la mia buona levatura. La mia vanità era oltremodo soddisfatta. Pensavo tra me e me: “Dato che sono stato io a cambiare le cose con il lavoro del Vangelo, la mia levatura sembra notevolmente migliore di quella del precedente diacono del Vangelo”. Mi sentivo molto soddisfatto, come se fossi ormai l’asse portante del lavoro del Vangelo in quella chiesa e che fossi indispensabile. A poco a poco, sono diventato sempre più arrogante, ignorando i suggerimenti dei fratelli e delle sorelle e prendendo tutte le decisioni da solo. Quando si discuteva di lavoro, le decisioni venivano spesso approvate da tutti, ma si bloccavano quando arrivavano a me. Ho sempre pensato che le mie idee fossero giuste e continuavo a rifiutare le loro opinioni per seguire le mie. Una volta stavamo predicando a un pastore di una confessione religiosa e quando il precedente diacono del Vangelo lo è venuto a sapere, lei mi ha avvertita che questa persona aveva un’indole arrogante e una comprensione relativamente distorta che gli rendeva difficile accettare la vera via, e quindi mi ha suggerito di predicare prima agli altri. Ma io ho rifiutato di ascoltare, pensando: “Questo pastore crede nel Signore da molti anni e ha molte nozioni religiose, quindi è normale che non riesca ad accettare subito la verità. Inoltre, sei stato rimosso, dimostrando che eri meno capace di me in questo compito. Ora sono io il diacono del Vangelo e ho una notevole esperienza di predicazione, sono convinto che questa volta ci riuscirò!” Inaspettatamente, dopo diversi giorni di condivisione, il pastore aveva ancora molte nozioni. A questo punto il leader e i fratelli e le sorelle cooperanti mi hanno suggerito: “Sarebbe meglio desistere e ricercare oltre, predicando prima ad altri potenziali destinatari del Vangelo”. Nel sentire questo sono rimasto contrariato e ho pensato: “Questo non mette in dubbio le mie capacità lavorative? Non sembrerò un incapace andando adesso a predicare agli altri?” Ho ignorato anche il consiglio del leader, pensando: “Anche se sei un leader e hai fatto il tuo dovere più a lungo di me, in termini di competenze professionali e di esperienza pratica sono comunque migliore. Anche i tuoi consigli potrebbero non essere validi”. Così ho continuato a condividere con il pastore. Alla fine, il pastore non solo ha rifiutato il Vangelo, ma ha anche chiuso la propria chiesa e ha impedito ai credenti di indagare sulla vera via. Ero sbalordito. Non ho osato ribattere quando sono stato smascherato e sfrondato dal leader, e ho potuto solo ammettere ubbidientemente di essere stato troppo arrogante e di avere ostacolato e intralciato il lavoro del Vangelo. Tuttavia, questa battuta d’arresto non mi ha aperto gli occhi, perché dentro di me sentivo che si era trattato solo di un fallimento trascurabile che non rispecchiava le mie capacità lavorative. Cosicché mi sono comportato bene solo per qualche giorno e poi sono tornato alla mia solita abitudine di non collaborare con gli altri nei miei doveri. Quando gli altri non seguivano i miei consigli nelle discussioni di lavoro, restavo scontento e spesso mostravo un atteggiamento negativo. Col tempo, tutti hanno risentito dei miei modi e hanno vissuto in uno stato d’animo oppresso. Anche i risultati dei nostri doveri continuavano a calare. Il leader mi sfrondava continuamente per la mia indole arrogante, analizzandomi e smascherandomi duramente, ma ogni volta riuscivo a controllarmi solo per un po’, e col tempo le mie vecchie abitudini tornavano. In seguito, il leader si è accorto che la mia indole era troppo arrogante, che nei miei doveri agivo in modo arbitrario, che non accettavo di essere potato e che stavo ostacolando il lavoro della chiesa, così mi hanno rimosso.

Sapevo bene che la destituzione era la giusta indole di Dio che giungeva su di me e che avrei dovuto accettarla e obbedire, ma mi sentivo un po’ sconfortato. Quando ho pensato a come, negli ultimi sei mesi, nonostante le numerose potature che avevo affrontato, la mia indole corrotta non era cambiata molto, ho concluso che non ero una persona che perseguiva la verità e che forse la mia indole corrotta non sarebbe mai cambiata. Un giorno, mentre mangiavo, ho incontrato due fratelli. Erano venuti a sapere che ero stato rimosso e così hanno condiviso sulle loro esperienze per sostenermi ed aiutarmi. Hanno detto che prima anche loro erano stati arroganti, presuntuosi e arbitrari nei loro doveri e che solo dopo essere stati destituiti sono venuti davanti a Dio per riflettere su se stessi e ottenere un po’ di comprensione circa la verità della loro corruzione. Si erano pentiti profondamente e avevano detestato sé stessi e non hanno più vissuto secondo la loro indole satanica. Dopo le loro esperienze, si erano resi conto che senza il giudizio, il castigo e la disciplina di Dio, non avrebbero conosciuto sé stessi né si sarebbero pentiti davanti a Lui. La sincera condivisione dei fratelli mi ha toccato profondamente, e sapevo che attraverso i fratelli Dio mi stava incoraggiando e aiutando. Non dovevo più essere negativo. Dovevo riflettere su me stesso e perseguire un cambiamento di indole.

Da quel momento in poi, ho letto consapevolmente più parole di Dio e ho riflettuto sulle mie azioni e sulla mia condotta. Ho letto due passi delle parole di Dio: “Alcuni nell’assolvere i propri doveri non ricercano mai la verità. Si limitano a fare come preferiscono, agendo secondo le loro fantasie, sono sempre arbitrari e sconsiderati. Semplicemente non percorrono il cammino della pratica della verità. Che cosa significa essere ‘arbitrari e sconsiderati’? Significa agire come ti sembra opportuno quando vai incontro a una questione, senza alcun procedimento mentale o di ricerca. Niente che chiunque altro dica può toccare il tuo cuore o farti cambiare idea. Non riesci nemmeno ad accettare la verità che ti viene condivisa, ti aggrappi alle tue opinioni, non ascolti quando gli altri dicono qualcosa di giusto, sei convinto di aver ragione e resti ancorato alle tue idee. Se pure il tuo pensiero è corretto, dovresti prendere in considerazione anche le opinioni degli altri. E se non lo fai affatto, questo non è forse essere estremamente presuntuoso? Per le persone che sono oltremodo presuntuose e testarde non è facile accettare la verità. Se fai qualcosa di sbagliato e gli altri ti criticano, dicendo: ‘Non stai agendo in linea con la verità!’, tu rispondi: ‘Anche se non è in linea con la verità, è comunque così che intendo fare’, e poi trovi qualche motivo per far loro credere che sia giusto. Se ti rimproverano dicendoti: ‘Il tuo comportamento rappresenta un elemento di intralcio e danneggerà il lavoro della chiesa’, non solo non ascolti, ma continui a trovare scuse: ‘Penso che questo sia il modo giusto, quindi è così che farò’. Di che indole si tratta? (Arroganza.) Si tratta di arroganza. Una natura arrogante ti rende testardo. Se hai una natura arrogante ti comporterai in modo arbitrario e avventato, incurante di ciò che dicono gli altri(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). “Vedo molte persone che si montano la testa quando dimostrano un qualche talento nel proprio dovere. Quando dimostrano qualche capacità, si illudono di essere molto degne di nota e poi vivono di questa capacità e non si spingono oltre. Non ascoltano gli altri a prescindere da cosa dicono, pensando che queste piccole cose che possiedono siano la verità e ritenendosi supreme. Che indole è questa? Un’indole arrogante. Questa gente ha troppo poca ragionevolezza. Può una persona svolgere bene il proprio dovere quando ha un’indole arrogante? Può sottomettersi a Dio e seguirLo fino alla fine? Questo è ancora più difficile. […] Alcune persone si mettono costantemente in mostra. Quando gli altri lo trovano sgradevole, le criticano definendole arroganti. Ma loro non lo accettano; pensano ugualmente di essere talentuose ed esperte. Che indole è questa? Questa gente è troppo arrogante e presuntuosa. Le persone che sono così arroganti e presuntuose sono in grado di aver sete di verità? Sanno perseguire la verità? Se non riescono mai a conoscere sé stesse e non si liberano della loro indole corrotta, riescono a svolgere bene il loro dovere? Sicuramente no(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Conoscere la propria indole è il fondamento per trasformarla”). Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono sentito il cuore trafitto. Le parole di Dio hanno smascherato il mio vero stato. Ero stato molto arrogante e ostinato e avevo svolto i miei doveri senza cercare la verità, e facendo le cose in base alle mie fantasie e alle mie preferenze, facendo come mi pareva e piaceva. Solo perché avevo una certa esperienza nel predicare il Vangelo per molto tempo e avevo ottenuto dei risultati, mi sono autocompiaciuto e li ho trattati come un capitale personale, pensando di avere la levatura più alta nel mio gruppo e che il mio giudizio fosse più corretto di quello degli altri. Così facendo ho agito arbitrariamente secondo la mia volontà, e non importava cosa dicessero gli altri, avevo sempre la mia base teorica per confutarli, come se fossi l’unico ad avere delle idee, mentre gli altri erano solo sempliciotti ignoranti e sconsiderati. Dov’era il mio raziocinio di persona normale? Ripensando a quando predicavo il Vangelo a quel pastore religioso, il leader e i fratelli e le sorelle con cui collaboravo mi avevano dato dei consigli, dicendo che quella persona era arrogante e aveva una comprensione distorta, cosa che gli rendeva difficile accettare la verità, e mi avevano suggerito di predicare prima agli altri. Ma io sentivo di avere esperienza e di poter giudicare attentamente le persone, così avevo agito di testa mia. Alla fine, i fatti hanno dimostrato che non avevo discernimento sulle persone e non seguivo i principi nella predicazione del Vangelo, il che aveva compromesso gravemente il lavoro del Vangelo. Ma anche di fronte a un fallimento così evidente, ancora una volta non avevo riflettuto adeguatamente su me stesso e l’ho considerato un errore passeggero. Quant’ero diventato insensibile! Ora, leggendo le parole di Dio, cominciavo a vedere più chiaramente i miei problemi. Il mio fallimento risiedeva nell’essere troppo arrogante e presuntuoso e nell’avere una visione esagerata di me stesso. Se avessi avuto un po’ di raziocinio e di autocoscienza e avessi cercato la verità ascoltando i suggerimenti di fratelli e sorelle e collaborando con tutti, non avrei commesso questi errori che hanno intralciato e disturbato il lavoro del Vangelo. Più ci pensavo e più mi odiavo. Come avevo potuto essere tanto sicuro di me? Ho letto la parola di Dio, che dice: “Le persone che sono così arroganti e presuntuose sono in grado di aver sete di verità? Sanno perseguire la verità? Se non riescono mai a conoscere sé stesse e non si liberano della loro indole corrotta, riescono a svolgere bene il loro dovere? Sicuramente no”. Ho cominciato a capire che una persona arrogante non può fare bene il proprio dovere. Dentro di me io non aspiravo alla verità, perciò quando incontravo dei problemi non sapevo ricercarla attivamente. Anche se ero in grado di fare il lavoro per un certo periodo, senza cambiare la mia indole satanica, senza volerlo sarei solo riuscito a ribellarmi e oppormi a Dio. Sebbene la comprensione di me stesso fosse superficiale, ero comunque molto grato. Non mi ero mai reso conto di questa cosa prima di essere destituito, e ho sinceramente ringraziato Dio per avermi dato l’illuminazione, la guida, il castigo e la disciplina.

Nei giorni successivi ho cominciato a concentrarmi sulla collaborazione con i fratelli e le sorelle nel mio dovere e a entrare maggiormente nei principi. Ma inaspettatamente, col passare del tempo, ho cominciato a ricadere nei miei vecchi problemi. In particolare, quando ero certo di essere nel giusto e i fratelli e le sorelle non accettavano i miei suggerimenti, mi prendeva la rabbia e non potevo fare a meno di litigare con loro. Volevo sempre convincere tutti a fare le cose a modo mio e, se non ci riuscivo, mettevo il broncio. In seguito mi accorgevo che gli altri punti di vista avevano dei pregi e mi venivano i sensi di colpa. Vivere ripetutamente nella schiavitù di un’indole corrotta mi riempiva di angoscia. Per questo pregavo Dio, chiedendogli di illuminarmi e guidarmi. In seguito, ho trovato delle parole di Dio di cui nutrirmi, che espongono la natura dell’arroganza umana. Le parole di Dio dicono: “L’arroganza e la presunzione sono i tipi di indole satanica più evidenti dell’uomo e, se le persone non accettano la verità, non hanno modo di purificare tale indole. Tutti gli uomini possiedono un’indole arrogante e presuntuosa e sono sempre pieni di sé. Indipendentemente da ciò che pensano, da ciò che dicono o da come vedono le cose, ritengono sempre che i propri punti di vista e i propri atteggiamenti siano corretti e che ciò che dicono gli altri non sia altrettanto valido o giusto. Si aggrappano costantemente alle proprie opinioni e, chiunque parli, non lo ascoltano. Anche se ciò che dice qualcun altro è corretto o in linea con la verità, non lo accettano; danno solo l’impressione di ascoltare, ma non adottano realmente l’idea e, quando è il momento di agire, continuano a fare le cose a modo loro, perennemente convinti che ciò che dicono loro sia giusto e ragionevole. È possibile che ciò che dici sia, in effetti, corretto e ragionevole, o che ciò che hai fatto sia giusto e ineccepibile, ma che tipo di indole hai rivelato? Non si tratta di arroganza e presunzione? Se non te ne liberi, quest’indole arrogante e presuntuosa non influirà sull’assolvimento del tuo dovere? Non influirà sulla tua pratica della verità? Se non la elimini, la tua indole arrogante e presuntuosa non ti causerà gravi battute d’arresto in futuro? Ne avrai di sicuro, è inevitabile. DiteMi: Dio può vedere questo comportamento dell’uomo? Dio è più che capace di vederlo! Egli non solo scruta nelle profondità del cuore delle persone, ma osserva anche tutte le loro parole e le loro azioni in ogni momento e luogo. Cosa dirà Dio di fronte a questo tuo comportamento? Dirà: ‘Tu sei intransigente! È comprensibile che tu possa aggrapparti alle tue idee quando non sai di essere in errore, ma quando sai chiaramente di essere in errore e continui ad aggrapparti alle tue idee, tanto da arrivare a morire prima di ravvederti, sei solo uno sciocco testardo e sei nei guai. Se, a prescindere da chi ti dà un suggerimento, assumi sempre al riguardo un atteggiamento negativo e ostile, se non accetti nemmeno un briciolo di verità, e se il tuo cuore è del tutto avverso, chiuso e sdegnoso, allora sei davvero ridicolo, sei una persona assurda! Sei troppo difficile da gestire!’ In che senso sei troppo difficile da gestire? Lo è perché quello che mostri non è un approccio o un comportamento errato, ma una rivelazione della tua indole. Una rivelazione di quale indole? L’indole per cui provi avversione e odio nei confronti della verità. Una volta che sei stato identificato come persona che odia la verità, agli occhi di Dio sei nei guai ed Egli ti sdegnerà e ti ignorerà(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo vivendo spesso dinanzi a Dio si può avere una normale relazione con Lui”). Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono sentito il cuore trafitto. Ho capito che ero esattamente il tipo di persona ostinata, intransigente e arrogante che Dio ha descritto. Una persona di normale raziocinio dopo un po’ di esposizioni e fallimenti diventerebbe più moderata; e di fronte ai problemi penserebbe di più e cercherebbe di più, senza insistere troppo sulle proprie opinioni. Ma una persona arrogante, presuntuosa e irragionevole, per quanti fallimenti possa affrontare, non li fa arrivare al suo cuore e, nel profondo, continua a pensare di avere ragione. Non riesce ad affidarsi alle opinioni degli altri, e anche quando sa che gli altri hanno ragione, si aggrappa ostinatamente alle proprie opinioni. Io ero esattamente questo tipo di persona. Tornando al mio periodo come diacono del Vangelo, se ero certo di qualcosa, nessuno mi smuoveva dalle mie opinioni, e anche quando ammettevo che gli altri avevano ragione, era difficile piegarmi subito. Pensavo sempre: “Tu hai ragione, ma io ho più ragione. Il mio ragionamento è più solido del tuo e le mie opinioni sono più accurate e profonde. Perché dovrei ascoltarti?” Così spesso mi ostinavo a discutere con tutti: che l’altro avesse ragione o no, non mi davo per vinto finché non era in linea coi miei desideri. Non stavo forse mettendo me stesso al centro di tutto? Ho sempre voluto che le persone si sottomettessero a me e mi ascoltassero e mi vedevo grande e importante. Non consideravo forse le mie opinioni come la verità? Prima ammettevo soltanto che non amavo né perseguivo la verità, ma ora, dopo aver letto ciò che Dio dice delle persone sempre ostinate, intransigenti e arroganti, che non accettano mai le parole degli altri, mi sono reso conto che queste persone provano avversione per la verità. In quel momento ho capito che il mio problema era davvero molto serio. I suggerimenti dei fratelli e delle sorelle erano stati dati con senso di responsabilità verso il lavoro della casa di Dio; se solo fossi stato in grado di accettarli e di cercare la verità insieme a tutti, sarebbe stato vantaggioso sia per me che per il lavoro della chiesa. Ma non sapevo cosa fosse giusto e cosa sbagliato, quindi non solo non accettavo queste cose, ma enfatizzavo anche la mia ragione e facevo in modo che tutti mi ascoltassero, come se accettare i suggerimenti degli altri mi facesse apparire incompetente, ignorante e non all’altezza. Mi sono reso conto che non amavo affatto le cose positive né accettavo la verità. Ostinandomi a rimanere così aggrappato a me stesso, non riuscivo a collaborare con nessuno. Alla fine non sarei stato eliminato da Dio e rifiutato da tutti?

In seguito, ho letto altre parole di Dio: “Potrai anche essere il più esperto nella tua professione e il più abile nel tuo mestiere, ma questo è un dono che ti viene da Dio, e dovresti utilizzarlo per svolgere il tuo dovere e sfruttare i tuoi punti di forza. Per quanto abile o talentuoso tu sia, non puoi occuparti del lavoro da solo; un dovere viene svolto in modo più efficace se tutti sono in grado di apprendere le competenze e la conoscenza di una professione. Come dice il proverbio, un uomo capace ha bisogno del sostegno di altre tre persone. Quali che siano le capacità di un individuo, senza l’aiuto di tutti gli altri, non bastano. Pertanto, nessuno dovrebbe essere arrogante e nessuno dovrebbe voler agire o prendere decisioni da solo. Le persone dovrebbero ribellarsi alla carne, mettere da parte le proprie idee e opinioni e lavorare in armonia con tutti gli altri(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Adempiere bene il proprio dovere richiede un’armoniosa cooperazione”). Dalle parole di Dio ho capito che le nostre esperienze personali, la nostra comprensione e le nostre intuizioni sono molto limitate. Dio non vuole che portiamo avanti la parte di noi stessi che possediamo per perseguire lo stato di persona superiore o perfetta che si fa carico da sola di tutto il lavoro. Per quanto capace sia una persona, le sue competenze sono comunque limitate, e talvolta potrebbe andarsene per la sua strada, intralciando il lavoro della chiesa. Solo quando i fratelli e le sorelle lavorano insieme con un solo cuore e una sola mente, cooperando armoniosamente, affidandosi a Dio per cercare insieme la verità e ottenere l’illuminazione e la guida dello Spirito Santo, mettendo in campo la forza di ciascuno; solo allora i doveri possono raggiungere risultati migliori. Dopo aver capito queste cose, ho iniziato a concentrarmi di più ad ascoltare le opinioni degli altri e a imparare i loro punti di forza. Quando ho cambiato la mia mentalità, ho visto che i fratelli e le sorelle intorno a me avevano ciascuno punti di forza che io non possedevo. Alcuni fratelli e sorelle, di fronte a determinate questioni, si concentrano sulla comprensione della volontà di Dio e sulla ricerca della verità, imparano lezioni sia dalle situazioni buone che da quelle cattive; altri sono coscienziosi e responsabili nei loro doveri e si concentrano sul mettere impegno nei principi; altri ancora avranno anche una levatura media, ma sono umili e disposti a imparare, sanno accettare la guida e l’aiuto degli altri e quindi col tempo riescono a progredire. Al contrario, pur avendo alcuni doni e una certa levatura, non mi ero focalizzato sulla preghiera a Dio o sulla ricerca delle verità principi quando ho affrontato certe questioni e mi ero concentrato solo sull’impegno nel mio lavoro. Mi ero affidato al mio intelletto e alla mia conoscenza per analizzare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, lavorando in base ai miei doni e alla mia levatura, e quindi raramente riuscivo a vedere la guida di Dio. Facendo affidamento sui miei doni, avevo conquistato alcune persone durante l’evangelizzazione, ma non rendevo gloria a Dio. Al contrario, mi sono messo la corona in testa, pensando che tutto ciò fosse dovuto alle mie capacità e alla mia levatura. Di conseguenza, la mia indole è diventata sempre più arrogante, ho trascurato gli altri e non ho lasciato spazio a Dio nel mio cuore. Ogni giorno apparivo impegnato, ma non capivo la mia indole corrotta e non facevo alcun passo avanti nell’ingresso nella vita, e così, alla fine, ho perso la benedizione e la guida di Dio nei miei compiti. Ho visto che non sottomettersi alla verità ed essere sempre arrogante e testardo è una perdita enorme!

Qualche giorno dopo mi sono imbattuto in un brano della condivisione di Dio e questo ha chiarito ancora meglio le cose nel mio cuore. Dio dice: “Affinché le persone possano raggiungere una continua crescita nella vita e ottenere un cambiamento nella loro indole di vita, devono sperimentare il giudizio, il castigo e la potatura mentre svolgono il loro dovere; una volta raggiunto un punto di vera conoscenza di sé stesse, iniziano a cambiare. Come si sperimenta ciò nello specifico? Innanzitutto avendo una mentalità di sottomissione in tutto ciò che vi capita. Avere una mentalità di sottomissione è il primo ostacolo da superare e la prima condizione che le persone dovrebbero soddisfare. Questo è alquanto cruciale. […] Sebbene le persone credano in Dio, la loro comprensione della verità è troppo superficiale e non si rendono ancora conto che quando si presentano davanti a Dio devono conoscere il loro posto. In che cosa consiste il conoscere il proprio posto? Per quanto importante tu sia, per quanto elevata sia la tua posizione o quanto grandi siano le tue capacità, fintanto che sei un essere creato, il primo precetto quando ti presenti davanti a Dio è sottometterti a Dio, sottometterti al Creatore. Alcuni dicono: ‘Ho raggiunto grandi meriti in passato’. Allora dovresti sottometterti a Dio? Anche se hai raggiunto grandi meriti, sei comunque un essere creato. Dio è il Creatore. La tua responsabilità principale è quella di sottometterti a Lui. Qualunque cosa Dio dica, devi assolutamente sottometterti, non dovresti avere scelte personali. È questa la verità più elevata? Questa è la verità più elevata e anche la più fondamentale. Tuttavia la maggior parte delle persone, anche dopo aver creduto in Dio per dieci o vent’anni, non comprende ancora questa verità fondamentale della sottomissione a Dio. Qual è il problema qui? Se le persone non capiscono nemmeno che la verità più cruciale nel credere in Dio è sottomettersi a Lui, quali verità potrebbero mai capire? Tu sai chi è il Creatore e sei disposto a presentarti davanti a Lui, ma non sai che sottometterti a Dio è una tua responsabilità, un tuo obbligo e un tuo dovere, che è la ragionevolezza e l’istinto che dovresti possedere come essere umano. Se non capisci nemmeno la verità più fondamentale del credere in Dio, allora non è forse un discorso vuoto da parte tua dire che comprendi la verità? Ciò che comprendi è tutta vuota dottrina; ecco perché sei capace di sottoporre Dio a scrutinio, di avere nozioni, fraintendimenti e sospetti su di Lui, di giudicarLo, di discutere con Lui e di opporti a Lui: emergono tutte queste rivelazioni di corruzione e azioni di opposizione a Dio. Se le persone non comprendono la verità della sottomissione a Dio, i vari tipi di indole corrotta che rivelano non possono essere eliminati(La condivisione di Dio). Contemplando le parole di Dio, mi sono commosso profondamente. In realtà, le persone, gli eventi e le cose che non sono in linea, giorno per giorno, con i nostri desideri, tra cui le opinioni e i suggerimenti diversi di fratelli e sorelle che vengono potati, criticati e rimproverati, insieme alle difficoltà, alle battute d’arresto e ai fallimenti nei nostri doveri, non sono tutte queste cose sotto la sovranità e le disposizioni di Dio? Come credente, quando devo affrontare delle questioni, la prima cosa che dovrei fare è sottomettermi e cercare la verità per trarre insegnamento da queste cose. Tuttavia vedevo come problemi e ostacoli le cose che non erano in linea con i miei desideri e i miei sentimenti iniziali erano di resistenza, impazienza e riluttanza ad accettarle, quindi non prendevo in considerazione le ragioni per cui gli altri non appoggiavano il mio punto di vista né se le mie opinioni fossero in linea con la verità. Anche se a volte accettavo a malincuore i suggerimenti degli altri, mi sentivo come represso e senza altra scelta, senza nemmeno il più elementare atteggiamento di sottomissione. Nei miei doveri ho sempre agito in base alla mia indole arrogante, comportandomi in modo arbitrario e prendendo decisioni per conto mio, senza lasciare spazio a Dio nel mio cuore e senza alcuna sottomissione a Lui. In che cosa ero diverso da un non credente? Dovevo imparare a sottomettermi a Dio e alla verità in tutte le circostanze, e a mettere da parte le mie intenzioni durante il processo di sottomissione in modo da trasformare la mia indole arrogante.

In seguito, quando lavoravo con i fratelli e le sorelle, mi sono concentrato coscienziosamente sull’entrata nella verità della sottomissione a Dio e sulla cooperazione armoniosa con gli altri, e quando affrontavo le questioni, indipendentemente dal fatto che fossero o meno in linea con i miei desideri, ho praticato prima di tutto di accettarle da Dio e di mantenere un atteggiamento di sottomissione. Ho smesso di dare giudizi affrettati sui suggerimenti dei fratelli e delle sorelle e ho discusso e cercato con tutti. Quando discutevo del lavoro, se vedevo che i suggerimenti dei fratelli e delle sorelle non erano in linea con le mie opinioni, per quanto turbato pregavo Dio e Gli chiedevo soprattutto di mantenermi in uno stato di sottomissione vedendo così i meriti dei loro suggerimenti. Anche se i suggerimenti non erano del tutto perfetti o specifici, continuavamo a discutere e a condividere sull’argomento, e man mano che ognuno condivideva a turno, il mio cuore diventava sempre più chiaro. Ho sperimentato che sottomettersi alla verità e agire secondo le parole di Dio in ogni cosa permette davvero di vedere la guida e le azioni di Dio e che questa pratica porta luminosità e piacere al cuore e aiuta anche a imparare dai punti di forza degli altri. Era tutta un’altra cosa, rispetto alla testardaggine e all’autocompiacimento che mostravo in precedenza. Questo piccolo cambiamento mi ha dato fede; ora non emetto più giudizi su me stesso. Credo che finché sarò disposto a sacrificarmi e a lottare per la verità, la mia indole corrotta cambierà sicuramente. Grazie a Dio per la Sua salvezza!

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