40. L’esperienza della destituzione

di Bing Qi, Cina

Nel 2022, il leader della chiesa mi ha incaricata di irrigare alcuni nuovi credenti di ottima levatura. Dentro di me ero lusingata; ritenevo che, se i leader mi stimavano tanto da scegliere me per quel dovere tra tutti gli altri irrigatori, dovesse significare che il mio rendimento era molto buono. Due mesi dopo, una nuova sorella di nome Chen Dan si è unita al nostro gruppo. Era di buona levatura, possedeva capacità di comprendere e faceva rapidi progressi. Quando irrigava i nuovi credenti, condivideva sulle verità in modo molto chiaro e completo, sapeva anche esprimersi bene in termini di linguaggio e condivideva in modo lucido e strutturato. Ho provato immediatamente un senso di crisi, pensando: “Chen Dan ha buona levatura e sta progredendo così rapidamente. Se continua così, non mi supererà? Se accadrà, significherà che non sono brava quanto lei, e allora che dignità mi resterà?” A questo pensiero, ho deciso segretamente di lavorare sodo per munirmi delle verità e migliorare la mia capacità di esprimermi, decisa a non lasciare che mi superasse a qualunque costo. Tuttavia, per quanto mi sforzassi, i miei progressi erano minimi. Quando risolvevo i problemi, più volevo esprimermi bene, più mancavo di chiarezza; non riuscivo nemmeno a sfruttare la capacità espressiva che già possedevo. Vedere che Chen Dan era in grado di condividere sulle verità per risolvere i problemi mi demoralizzava molto. Qualche tempo dopo, Chen Dan è stata scelta come capogruppo. Ero colma di invidia e sentivo che il mio orgoglio era completamente rovinato. Non la sopportavo dal profondo del cuore, sentivo che era la sua presenza a infastidirmi così tanto. Da allora, mi sentivo ogni giorno cupa, priva di entusiasmo nel mio dovere, e addirittura mi lamentavo con Dio perché non mi aveva donato una buona levatura come l’aveva lei. A volte, quando Chen Dan mi assegnava certi compiti, non collaboravo e mettevo il muso lungo con lei. Quando mi faceva notare i problemi nel mio lavoro di irrigazione, opponevo resistenza e pronunciavo parole piuttosto dure. In seguito, al nostro gruppo si sono unite altre due sorelle. Quando le vedevo chiedere aiuto a Chen Dan invece che a me era come uno schiaffo in faccia. Ero molto turbata per questo e ho dato la colpa al suo mettermi in ombra, così la mia invidia nei suoi confronti è diventata ancora più forte. Come capogruppo, Chen Dan aveva la responsabilità di occuparsi di tutti i vari compiti. Quando era sovraccarica, mi ha chiesto di aiutarla a coltivare i nuovi credenti. Ho pensato: “Se coltivassi bene i nuovi credenti, il merito non andrebbe tutto a te?” Così ho rifiutato, dicendole: “Sei tu la capogruppo, coltivare i nuovi credenti è compito tuo”. Durante una riunione, Chen Dan ha condiviso sul fatto che essere una capogruppo era impegnativo e che stava pensando di dimettersi da quel dovere. Sentendo questo, invece di riflettere su me stessa, mi sono rallegrata delle sue difficoltà e dentro di me l’ho derisa, pensando: “Non dovresti essere migliore di me in tutto e per tutto? Allora dovresti occuparti tu di ogni cosa”. Mi sono persino offerta più volte di dimettermi. Alla fine, sono stata destituita dalla mia posizione perché la mia invidia per le sue capacità esercitava una cattiva influenza sul gruppo.

Durante una devozione, ho letto un passo delle parole di Dio: “La soppressione pubblica delle persone, la loro esclusione, gli attacchi contro di esse e l’esposizione dei loro problemi da parte degli anticristi sono tutti obiettivi mirati. Senza dubbio, costoro usano mezzi come questi per prendere di mira chi persegue la verità e può distinguerli. Facendo cedere queste persone, raggiungono l’obiettivo di rafforzare la propria posizione. Attaccare ed escludere le persone in questo modo ha una natura maligna. C’è aggressività nel loro linguaggio e nel loro modo di parlare: esposizione, condanna, diffamazione e malvagia calunnia. Essi distorcono persino i fatti, parlando di cose positive come se fossero negative e di cose negative come se fossero positive. Invertendo il nero e il bianco e confondendo il giusto e lo sbagliato in questo modo, gli anticristi raggiungono lo scopo di sconfiggere le persone e di rovinare il loro nome. Quale mentalità dà luogo a questo attacco e all’esclusione di chi dissente? La maggior parte delle volte, ciò deriva da una mentalità gelosa. In un’indole maligna, la gelosia porta con sé un forte odio; e, come risultato della loro gelosia, gli anticristi attaccano ed escludono le persone. In una situazione come questa, se gli anticristi sono smascherati, se vengono denunciati, perdono il loro prestigio e subiscono un attacco nella loro mente essi non si sottometteranno né saranno felici di questo, e sarà ancora più facile per loro sviluppare una forte mentalità vendicativa. La vendetta è un tipo di mentalità, ed è anche un tipo di indole corrotta. Quando gli anticristi vedono che le azioni compiute da qualcuno sono dannose per loro, che altri sono più capaci di loro o che le affermazioni e i suggerimenti di qualcuno sono più saggi o più elevati dei loro, e che tutti sono d’accordo con le asserzioni e i suggerimenti di quella persona, essi sentono che la loro posizione è minacciata, la gelosia e l’odio sorgono nei loro cuori, ed essi attaccano e si vendicano. Quando compiono le loro vendette, di solito gli anticristi sferrano un attacco preventivo al loro bersaglio. Attaccano e fanno crollare le persone in modo proattivo, fino a quando l’altra parte soccombe. Solo allora sentono di essersi sfogati. In quali altri modi si manifestano questi attacchi ed esclusioni delle persone? (Sminuendo gli altri.) Sminuire gli altri è uno dei modi in cui ciò si manifesta; non importa quanto bene tu faccia il tuo lavoro, gli anticristi continueranno a sminuirti o a condannarti finché non sarai negativo e debole e non riuscirai a sopportare. A quel punto saranno felici e avranno raggiunto il loro scopo(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 2: Attaccano ed escludono i dissidenti”). Dio ha smascherato che gli anticristi hanno un’indole maligna, un cuore invidioso e un forte desiderio di prestigio. Quando qualcuno intorno a loro appare migliore di loro e minaccia il loro prestigio, gli anticristi provano invidia e sviluppano una mentalità di vendetta. Per assicurarsi il proprio prestigio, potrebbero usare varie tattiche per opprimere ed escludere i dissidenti. Ho ricordato che quando Chen Dan era appena arrivata, vedendo che era di buona levatura e mi superava in tutti gli aspetti, e che anche i nuovi membri del gruppo gravitavano verso di lei e la tenevano in grande considerazione, mi sono sentita malissimo, credendo che fosse Chen Dan la causa del mio grande fastidio, così l’invidia e il risentimento che covavo nei suoi confronti sono esplosi in modo incontrollato. In seguito, quando Chen Dan mi ha assegnato alcuni compiti, non collaboravo, le lanciavo un’occhiata acida e le parlavo con tono risentito, cosa che influiva anche sul suo stato. A volte, quando discutevamo di problemi, sapevo che ciò che Chen Dan aveva detto era in linea con i principi, ma mi aggrappavo deliberatamente alle mie opinioni e non le abbandonavo, e addirittura istigavo gli altri a schierarsi con me contro di lei, causando ritardi nel lavoro. Sapevo che c’era molto lavoro da fare e che Chen Dan, essendo nuova nel ruolo di capogruppo, sicuramente affrontava molte sfide; ma per invidia facevo deliberatamente ostruzionismo rifiutandomi di svolgere il mio dovere, così da renderle le cose difficili, intenzionata ad abbatterla. Riflettendo su questi comportamenti, ho riconosciuto che ero proprio come un anticristo, con un eccessivo desiderio di prestigio, e ho riconosciuto che, quando qualcuno aveva minacciato la mia posizione, mi ero sentita invidiosa e vendicativa e avevo completamente trascurato il lavoro della chiesa, e che avevo un’indole maligna e priva di umanità. Ho rammentato che, quando avevo iniziato a essere formata in quel dovere, i leader avevano appositamente incaricato qualcuno di guidarci e aiutarci in modo che potessimo rapidamente afferrare i principi e adempiere bene i nostri doveri. La chiesa mi aveva promossa e coltivata in quel modo, ma io non avevo seguito il giusto cammino, ricercando fama e guadagno e cercando in tutti i modi di escludere la dissidente e di disturbare il lavoro della chiesa. Ero davvero spregevole!

Poi ho letto un altro passo delle parole di Dio: “Se qualcuno afferma di amare e di perseguire la verità, ma essenzialmente il suo obiettivo è quello di distinguersi, di mettersi in mostra, di indurre gli altri a stimarlo, di raggiungere i propri interessi, e se non assolve il suo dovere al fine di sottomettersi a Dio o di soddisfarLo, bensì per ottenere fama, guadagno e prestigio, allora il suo è un perseguimento illegittimo. Stando così le cose, quando si tratta del lavoro della chiesa, le azioni di simili persone costituiscono un ostacolo o aiutano a portarlo avanti? Sono chiaramente un ostacolo; non vi apportano alcun avanzamento. Alcuni sventolano la bandiera dell’eseguire il lavoro della chiesa eppure perseguono la propria fama, il proprio guadagno e il proprio prestigio, conducono un’operazione personale, si creano il proprio piccolo gruppo, il proprio piccolo regno: sono forse un tipo di persona che sta svolgendo il proprio dovere? Tutto il lavoro che svolgono sostanzialmente intralcia, disturba e danneggia il lavoro della chiesa. Quali sono dunque le conseguenze del loro perseguimento di fama, guadagno e prestigio? In primo luogo, esso influisce sul modo in cui i prescelti di Dio si nutrono normalmente delle parole di Dio e su come comprendono la verità, ostacola il loro ingresso nella vita, impedisce loro di accedere alla giusta via della fede in Dio e li conduce sul sentiero sbagliato, cosa che li danneggia e li porta alla rovina. E che effetto ha in definitiva sul lavoro della chiesa? Lo disturba, danneggia, lo distrugge. Queste sono le conseguenze provocate dal perseguimento di fama, guadagno e prestigio. Svolgere il proprio dovere in questo modo non può forse definirsi come percorrere il cammino di un anticristo? Quando Dio chiede alle persone di rinunciare alla fama, al guadagno e al prestigio, non le sta privando del diritto di scegliere; piuttosto, ciò dipende dal fatto che, perseguendo fama, guadagno e prestigio, le persone intralciano e disturbano il lavoro della chiesa e l’ingresso nella vita dei prescelti di Dio, e possono addirittura influenzare più individui nel loro nutrirsi delle parole di Dio, nel comprendere la verità e nell’ottenere in tal modo la salvezza da parte di Dio. Questo è un fatto indiscutibile. Quando le persone perseguono la fama, il guadagno e il prestigio personali, è certo che non perseguiranno la verità e non compiranno lealmente il loro dovere. Parleranno e agiranno solo per la fama, il guadagno e il prestigio, e tutto il lavoro che svolgeranno, senza la minima eccezione, sarà a tal fine. Comportarsi e agire in questo modo è, senza dubbio, percorrere il cammino di un anticristo; è un intralcio e un disturbo dell’opera di Dio, e tutte le svariate conseguenze che ne derivano ostacolano la diffusione del Vangelo del Regno e il portare avanti la volontà di Dio all’interno della chiesa. Si può quindi affermare con certezza che il cammino percorso da coloro che perseguono la fama, il guadagno e il prestigio è il cammino dell’opposizione a Dio. È un’opposizione intenzionale contro di Lui, un dirGli di no: è collaborare con Satana nell’opporsi a Dio e nell’esserGli ostili. Tale è la natura del perseguimento di fama, guadagno e prestigio. Il problema delle persone che perseguono i propri interessi personali è che gli obiettivi che perseguono sono quelli di Satana, obiettivi malvagi e ingiusti. Quando le persone perseguono interessi personali come la fama, il guadagno e il prestigio, diventano inconsapevolmente un canale di Satana, un suo mezzo e, per di più, una sua incarnazione. Costoro ricoprono un ruolo negativo nella chiesa; l’effetto che hanno sul lavoro della chiesa, sulla normale vita della chiesa e sul normale perseguimento dei prescelti di Dio è quello di disturbare e compromettere; hanno un effetto avverso e negativo(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte prima”). Avevo sempre pensato che il perseguimento di reputazione e prestigio fosse solo un’incapacità personale di perseguire la verità e che avrebbe causato perdite solo alla propria vita, senza influenzare gli altri. L’ho sempre considerata una piccola rivelazione di corruzione, convinta che tutti avessero questo tipo di corruzione e che non si potesse cambiare da un giorno all’altro; andava fatto gradualmente. Non avevo capito perché Dio odi tanto il perseguimento di reputazione e prestigio. Dopo aver letto questo passo delle parole di Dio, mi sono resa conto che il perseguimento di reputazione e prestigio non danneggia solo la propria vita ma disturba anche il lavoro della chiesa. Chen Dan era la capogruppo e io avrei dovuto sostenerla e collaborare con lei nel suo lavoro. Invece, per invidia, deliberatamente non ho collaborato alle sue disposizioni lavorative e le ho reso le cose difficili, cosa che ha influito sul lavoro di irrigazione. Quando discutevamo dei problemi, anche se sapevo che ciò su cui condivideva era corretto, temevo che darle ascolto mi avrebbe fatto apparire inferiore e perdere la faccia. Così mi sono ostinata a mantenere le mie opinioni, cosa che ha comportato dei ritardi nel lavoro. Ho persino fatto deliberatamente ostruzionismo, non volevo lavorare e rifiutavo di svolgere anche le cose che potevo fare, scaricando il lavoro su Chen Dan per metterle pressione addosso. In apparenza, sembrava che fossi in competizione con gli altri per la fama e il guadagno, ma in realtà mi stavo opponendo a Dio. Soddisfacevo la mia vanità al costo di ritardare il lavoro della chiesa. Solo ora capivo che molti anticristi vengono espulsi non perché perseguono la fama e il prestigio o hanno un’indole corrotta, ma perché, nel perseguire fama e prestigio, arrivano a tutto pur di opprimere gli altri e metterli in difficoltà, disturbando il lavoro della casa di Dio e compiendo molte azioni malvagie. La natura delle mie azioni era la stessa di quelle degli anticristi. Se non mi fossi pentita, alla fine sarei stata espulsa dalla chiesa per le mie numerose malefatte. Riflettere su questo mi ha spaventata. In quel momento, mi sentivo in qualche modo sconfortata, e mi chiedevo se avessi ancora speranza di essere salvata dopo aver compiuto così tanto male e se Dio stesse usando quella situazione per rivelarmi ed eliminarmi.

In seguito, ho letto un passo delle parole di Dio: “Oggi non solo potete vedere Dio ma, cosa più importante, avete ricevuto il castigo e il giudizio, avete ricevuto questa salvezza più profonda, ossia l’amore grandissimo di Dio. Tutte le Sue azioni sono amore vero per voi; Egli non ha alcuna cattiva intenzione. È per i vostri peccati che vi giudica, cosicché riflettiate su voi stessi e riceviate questa smisurata salvezza. Tutto questo è fatto allo scopo di rendere l’uomo completo. Dal principio alla fine, Dio Si è adoperato al massimo per salvare l’uomo e non è di certo disposto a distruggere completamente gli uomini che ha creato con le Sue Stesse mani. Ora è venuto in mezzo a voi per compiere la Sua opera; non è forse questa ancor più una salvezza? Se vi odiasse, compirebbe forse ancora un’opera di tale grandezza per guidarvi personalmente? Perché dovrebbe soffrire così? Dio non vi odia né ha alcuna cattiva intenzione verso di voi. Dovreste sapere che l’amore di Dio è l’amore più vero. È solo per la ribellione della gente che Egli deve salvare le persone attraverso il giudizio; altrimenti, salvarle sarebbe impossibile(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “La verità intrinseca dell’opera di conquista (4)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ero profondamente commossa e ho capito quanto fossi stata irragionevole. Ero stata destituita perché avevo ricercato fama e guadagno e perché non avevo percorso il giusto cammino, bensì compiuto il male e disturbato il lavoro della chiesa. Dovevo quindi accettare la disciplina e il castigo anziché fraintendere l’intenzione di Dio. Ho anche riflettuto sul motivo per cui fossi stata in grado di compiere tali azioni malvagie. Oltre ad avere un forte desiderio di reputazione e prestigio, ero del tutto priva di un cuore che teme Dio. Ogni volta che accadeva qualcosa che minacciava la mia reputazione e il mio prestigio, tendevo ad agire ostinatamente, a fare il male e a oppormi a Dio. Ho letto anche un altro passo delle parole di Dio: “E quindi in che modo si comporterà qualcuno che possiede un cuore che teme Dio? (Non agirà in modo sconsiderato né arbitrario.) Questi due termini sono alquanto adatti. Come si mette in pratica il non agire in modo sconsiderato né arbitrario? (Dobbiamo avere un cuore che ricerca.) Quando si trovano di fronte a un problema, alcune persone cercano una risposta da altri, ma quando l’altro parla secondo la verità, non la accettano, non sono in grado di obbedire e in cuor loro pensano: ‘Di solito sono migliore di lui. Se questa volta seguo il suo consiglio, non sembrerà che lui sia superiore a me? No, non posso dargli retta riguardo a tale questione. Farò a modo mio e basta’. Poi trovano una ragione o un pretesto per demolire il punto di vista dell’altra persona. Di che tipo di indole si tratta quando una persona vede qualcuno che è migliore di lei e cerca di opprimerlo diffondendo voci su di lui, o impiegando mezzi spregevoli per denigrarlo e minare la sua reputazione, persino calpestandolo, al fine di proteggere la propria immagine agli occhi degli altri? Questa non è solo arroganza e presunzione: è l’indole di Satana, un’indole maligna. Il fatto che questa persona possa attaccare ed escludere coloro che sono migliori e più forti di lei è subdolo e malvagio. E il fatto che non si fermi davanti a nulla per abbattere gli altri dimostra quanto il diavolo sia presente in lei! Vivendo secondo l’indole di Satana, una tale persona è incline a sminuire gli altri, a incastrarli, a rendere loro le cose difficili. Questo non è forse compiere il male? E, vivendo così, pensa comunque di non avere nulla che non vada, di essere una brava persona; eppure, quando vede qualcuno migliore di lei, ha la tendenza a metterlo in difficoltà, a calpestarlo. Qual è il problema qui? Le persone in grado di commettere tali azioni malvagie non sono forse arbitrarie e prive di scrupoli? Le persone di questo tipo pensano solamente ai propri interessi, considerano soltanto i propri sentimenti e vogliono soltanto realizzare i propri desideri, le proprie ambizioni e i propri obiettivi personali. Non si preoccupano del danno che arrecano al lavoro della chiesa, e preferirebbero sacrificare gli interessi della casa di Dio pur di proteggere il prestigio di cui godono agli occhi degli altri e la propria reputazione. Persone come queste non sono forse arroganti e presuntuose, egoiste e vili? Simili persone non sono solo arroganti e presuntuose, ma anche estremamente egoiste e vili. Non tengono minimamente in considerazione le intenzioni di Dio. Simili persone hanno forse un cuore che teme Dio? Non possiedono affatto un cuore che teme Dio. Questo è il motivo per cui agiscono in modo arbitrario e fanno tutto ciò che vogliono, senza alcun senso di colpa, senza alcuna trepidazione, apprensione o preoccupazione, e senza considerare le conseguenze. È ciò che fanno spesso, e il modo in cui si sono sempre comportate. Qual è la natura del comportamento di costoro? Per dirla con leggerezza, tali persone sono fin troppo invidiose e hanno un desiderio fin troppo forte di reputazione e prestigio personali; sono troppo ingannevoli e infide. Per porla più duramente, l’essenza del problema è che non hanno affatto un cuore che teme Dio. Non hanno paura di Lui, si ritengono persone della massima importanza e reputano ogni aspetto di sé stesse più elevato di Dio e della verità. Nei loro cuori, Egli non è degno di nota, è insignificante e non gode di alcun prestigio. Quanti non hanno posto per Dio nel proprio cuore e non possiedono un cuore che Lo teme sono forse in grado di mettere in pratica la verità? Assolutamente no. Perciò che cosa fanno quando, come al solito, vanno in giro allegramente tenendosi impegnati e mettendoci parecchia energia? Tali persone sostengono perfino di aver abbandonato tutto per spendersi per Dio e di aver sofferto molto, ma, a dire il vero, il loro prestigio e la loro fama, nonché proteggere i propri interessi, costituiscono la motivazione, il principio e l’obiettivo di tutte le loro azioni. Direste o no che persone di questo tipo sono terribili? Che tipo di individuo crede in Dio per molti anni eppure non ha un cuore che Lo teme? Non sono forse persone arroganti? Non sono Satana? E a che cosa manca maggiormente un cuore che teme Dio? A parte alle bestie, manca al diavolo, agli anticristi, alla stirpe dei diavoli e di Satana(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Le cinque condizioni da soddisfare per intraprendere la retta via della fede in Dio”). Leggere le parole di Dio mi ha profondamente addolorato il cuore e ho capito che ero esattamente il tipo di persona che Egli smascherava, il tipo di persona priva di un cuore che teme Dio. Dio ha detto che solo le bestie, i malevoli, gli anticristi, i diavoli e Satana sono privi di un cuore che teme Dio, e potevo percepire il disprezzo e l’odio di Dio per simili individui. Pensandoci su, anche se credevo in Dio, non avevo posto per Lui nel mio cuore; avevo sempre dato priorità alla mia reputazione e al mio prestigio, arrivando persino a opprimere ed escludere gli altri con ogni mezzo. Vedendo che Chen Dan aveva una levatura migliore della mia, ho sviluppato invidia e mi sono paragonata a lei in tutto. Dopo che è diventata capogruppo, ho sentito che il fatto che mi assegnasse dei compiti danneggiava il mio orgoglio poiché mi occupavo dell’irrigazione da più tempo di lei. Così mi sono deliberatamente rifiutata di collaborare con lei e le ho reso le cose difficili. Anche durante le discussioni, salvavo sempre la faccia rifiutando di accettare i suoi suggerimenti appropriati, per paura che darle ascolto mi facesse sembrare inferiore a lei. Alla fine, vedendo che mi superava in ogni aspetto e che io non riuscivo a surclassarla, mi è parso di non avere alcuna prospettiva di emergere nel gruppo, così ho fatto deliberatamente ostruzionismo e mi sono opposta nell’assolvimento del mio dovere. Questo rivelava che non avevo timore di Dio nel cuore ed ero priva di umanità. Se avessi avuto anche solo un minimo di timore di Dio nel cuore, non avrei compiuto quelle azioni malvagie né avrei osato sfogare le mie frustrazioni sul lavoro della chiesa. Non solo non avevo fatto il mio dovere con sincerità, ma avevo anche disturbato gli altri nel loro e disturbato il lavoro della chiesa. Come poteva questo non suscitare disprezzo in Dio? La mia destituzione era la conseguenza dell’indole giusta di Dio che discendeva su di me: l’avevo chiesta io. Provavo profondo rimorso e senso di colpa, e in silenzio ho pregato Dio, mi sono confessata e mi sono pentita.

Poi ho cercato di capire come risolvere il mio problema del provare invidia per coloro che hanno talento e capacità e come affrontare la mia ambizione a perseguire la reputazione e il prestigio. Un giorno ho letto queste parole di Dio: “I doni e le capacità con cui le persone nascono sono concessi da Dio, e da Lui predeterminati molto tempo fa. Se Dio ti ha creato stolto, allora la tua stoltezza ha un significato; se ti ha creato intelligente, allora la tua intelligenza ha un significato. Qualunque talento Dio ti abbia dato, qualsiasi siano i tuoi punti di forza, qualunque sia il tuo quoziente intellettivo, tutto ciò ha per Dio uno scopo. Tutte queste cose sono state predeterminate da Dio. Il ruolo che hai nella tua vita e il dovere che svolgi sono stati stabiliti da Dio molto tempo fa. Alcune persone vedono che gli altri possiedono pregi che loro non hanno e ne sono scontente. Vogliono cambiare le cose imparando di più, vedendo di più ed essendo più scrupolose. Ma c’è un limite a ciò che la loro scrupolosità può ottenere, e non possono superare coloro che hanno doni e competenze. Per quanto tu ti sforzi, è inutile. Dio ha stabilito ciò che sarai e nessuno può fare nulla per cambiarlo. Qualunque cosa tu sia bravo a fare, è in quella che devi impegnarti. Qualunque sia il dovere per il quale sei portato, è quello che dovresti svolgere. Non cercare di forzarti a entrare in ambiti che non rientrano nelle tue competenze e non invidiare gli altri. Ognuno ha la sua funzione. Non pensare di poter fare tutto bene o di essere più perfetto o migliore degli altri, desiderando sempre di sostituirti agli altri e di metterti in mostra. Questa è un’indole corrotta. […] Quando possiedi un’indole così, tenti costantemente di sorpassare gli altri, di surclassarli, di competere, di togliere loro qualcosa. Sei estremamente invidioso, non ammetti la tua inferiorità rispetto a nessuno e cerchi sempre di distinguerti dalla folla. Questo significa guai; è il modo in cui agisce Satana. Se vuoi veramente diventare un essere creato accettabile, allora non perseguire i tuoi sogni personali. È deleterio cercare di essere superiore e più capace di come sei al fine di raggiungere i tuoi obiettivi. Dovresti imparare a sottometterti alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio e occupare il posto che un essere umano dovrebbe occupare; solo questa è una dimostrazione di ragionevolezza(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “I principi che devono guidare il proprio comportamento”). Dopo aver letto le parole di Dio, provavo commozione nel cuore. Mi sono resa conto che ogni volta che incontravo persone di buona levatura tendevo a nutrire invidia e a paragonarmi a loro, perseguendo senza controllo la reputazione e il prestigio. Quel comportamento aveva le radici nella mia indole arrogante, volevo superare gli altri in tutto. Tuttavia, i miei doni e la mia levatura sono stati predestinati da Dio e racchiudono la Sua buona intenzione. La mia indole arrogante mi faceva sempre desiderare di perseguire reputazione e prestigio, e se davvero avessi avuto un’ottima levatura chissà quanto sarei stata arrogante. Sarei potuta finire espulsa dalla chiesa per aver compiuto così tanto male e aver seguito il cammino di un anticristo. La predestinazione di Dio della mia levatura media è un modo per proteggermi. Inoltre, Dio non ci chiede di essere supereroi o personaggi grandiosi e superiori agli altri in tutto. Ciò a cui Dio dà valore è che noi, in base alla nostra statura e alla nostra levatura, utilizziamo appieno le nostre capacità, concentrandoci sull’adempiere bene i nostri doveri con cuore sincero. Chen Dan aveva migliore levatura e in qualità di capogruppo era suo dovere aiutare nel guidare il lavoro nel suo complesso. Avrei dovuto sostenerla e collaborare con lei, imparando dai suoi punti di forza e lavorando in armonia con lei, in modo da poter svolgere meglio il mio dovere. Indipendentemente dal fatto che abbiamo buona o scarsa levatura, l’obiettivo comune di tutti noi è compiere bene i nostri doveri, è questa la cosa più importante. Paragonandomi agli altri e competendo con loro costantemente, di fatto mi opponevo a Dio e non mi sottomettevo alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni, e questo mi ha solo portato a soffrire i tormenti di Satana. Riflettere su come non avessi fatto tesoro dell’opportunità di svolgere i miei doveri, e invece mi fossi concentrata sulla lotta e sulla competizione con gli altri, mi ha in qualche modo suscitato rimorso.

Pochi mesi dopo, i leader mi hanno incaricata di lavorare con Chen Dan e altri. Inizialmente ero un po’ preoccupata, per paura di poter di nuovo rivelare un’indole corrotta. Tuttavia, sapevo anche che quella situazione era stata disposta da Dio e rappresentava per me un’opportunità di pentirmi; non volevo deludere Dio, quindi dovevo affrontarla. Consapevolmente, ho pregato di più Dio, chiedendoGli di proteggermi affinché potessi vivere alla Sua presenza, e mi richiamavo costantemente a non ricercare fama e guadagno e a non paragonarmi agli altri. Ricordo che una volta ho notato che una sorella faceva progressi significativi e mi sono subito sentita un po’ persa e in ansia, temendo che la sorella mi superasse e che diventassi la peggiore del gruppo e perdessi la faccia. Mi sono subito resa conto che mi stavo di nuovo paragonando agli altri e ho consapevolmente pregato Dio nel mio cuore. Ho pensato alle parole di Dio che avevo letto in precedenza: “Se davvero desideri svolgere bene il tuo dovere, devi prima trovare la giusta collocazione per te e poi fare ciò che puoi con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le tue forze, dando del tuo meglio. Questo è soddisfacente, e un tale svolgimento del dovere ha una certa dose di purezza. Ecco che cosa dovrebbe fare una vera creatura di Dio. In primo luogo, devi capire che cosa sia una vera creatura di Dio: non è un superuomo, ma una persona che vive in maniera semplice e pratica sulla terra; non è affatto straordinaria e per niente eccezionale, ma come una qualsiasi persona comune. Se desideri superare sempre gli altri, essere reputato al di sopra degli altri, questo è provocato dalla tua indole satanica e arrogante ed è una illusione creata dalla tua ambizione. In realtà non puoi conseguirlo, per te è impossibile. Dio non ti ha donato un simile talento o una simile abilità, né ti ha donato una tale essenza. Non dimenticare che sei un comune membro dell’umanità, in nulla diverso dagli altri, anche se possono essere diversi il tuo aspetto, la tua famiglia e il tuo contesto di crescita, e vi possono essere differenze nel tuo talento e nelle tue doti. Ma non dimenticare: per quanto unico tu sia, lo sei solo per questi aspetti secondari, mentre la tua indole corrotta è uguale a quella degli altri. L’atteggiamento che dovresti avere e i principi a cui devi attenerti nello svolgimento del tuo dovere sono identici a quelli degli altri. Solo nei punti di forza e nelle doti le persone sono diverse(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “I principi che devono guidare il proprio comportamento”). Le parole di Dio mi hanno aiutata a capire che sono un comune essere creato, una persona normale. È normale che ci siano cose che non conosco o aree in cui non sono brava come gli altri. Solo perché avevo iniziato prima a praticare l’irrigazione dei nuovi credenti, non significava che dovessi essere migliore degli altri sotto ogni aspetto. Pensarla in questo modo era arrogante e irragionevole. Dio richiede che io sia una persona normale, che faccia consapevolmente del mio meglio e utilizzi appieno le mie capacità in base alla mia statura e alla mia levatura. Inoltre, Dio ha dato a ogni persona levatura e punti di forza differenti. Lavorando insieme, possiamo integrare ognuno i punti di forza e le debolezze dell’altro, collaborando armoniosamente, cosa che è di beneficio per il nostro dovere. Se la sorella ha capacità che io non ho, dovrei imparare da lei, e anche questo è un modo in cui Dio compensa le mie carenze. Capire l’intenzione di Dio mi ha dato un senso di sollievo e gradualmente mi sono concentrata di più sui miei doveri. Quando ho rivisto Chen Dan, sono stata in grado di sostenere il suo lavoro e di collaborare con lei armoniosamente. Quando incontravo cose che non capivo, ero disposta a mettere da parte il mio orgoglio e chiederle consiglio. Praticare in questo modo mi faceva sentire a mio agio e sollevata e ho anche fatto dei progressi nell’assolvimento dei miei doveri. Ringrazio Dio per questo!

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