90. Abbracciare il mio dovere senza paura
Alla fine di maggio del 2023, le chiese di cui ero responsabile hanno affrontato degli arresti da parte del PCC e i libri delle parole di Dio dovevano essere trasferiti rapidamente. Quando ne sono venuti a conoscenza, i leader superiori hanno incaricato me e sorella Song En di coordinare con urgenza il trasferimento (dei libri). Tuttavia, il trasferimento era stato sorvegliato dalla polizia, che aveva quindi sequestrato tutti i libri. Appresa la notizia, non riuscivo a crederci e mi sono sentita precipitare in un baratro di disperazione. In quanto leader della chiesa, non ero riuscita a proteggere i libri delle parole di Dio e avevo causato un’enorme perdita. Era un disastro assoluto. Ero sbalordita. Temevo di essere destituita ed ero ancora più preoccupata di poter perdere del tutto la possibilità di svolgere i miei doveri; se ciò fosse accaduto, non avrei perso completamente la mia possibilità di salvezza? Il solo pensiero mi faceva tremare il cuore dall’ansia. Spesso sospiravo di disperazione e, quando pensavo alla grande trasgressione che avevo commesso, mi sentivo davvero negativa e mi costringevo a fare i miei doveri e basta. Un giorno, chiacchierando, io e sorella Song En abbiamo parlato della negligenza di Ye Qian nei confronti dei suoi doveri quando era leader, cosa che aveva portato molti libri delle parole di Dio a essere sequestrati dalla polizia e lei a essere allontanata. I miei pensieri si sono fatti ancora più pesanti, quando ho pensato che anch’io ero una leader della chiesa, direttamente responsabile del trasferimento dei libri, e quindi avevo senza dubbio la responsabilità maggiore in tutto ciò. Che sarei stata destituita mi sembrava una certezza. Se avessi saputo che quel giorno sarebbe arrivato, avrei preferito non essere nominata leader per non dover sostenere una responsabilità così pesante. In quel periodo, ogni volta che ci pensavo mi sentivo abbattuta ed ero costantemente pervasa da un senso di desolazione. Anche se sembravo non arrendermi, il solo pensiero di poter essere destituita mi ha fatto perdere il senso del fardello verso i miei doveri e sono finita col limitarmi a sbrigarmela.
A metà luglio, i leader superiori avevano esaminato la situazione dei libri sequestrati, e hanno detto che si trattava di una circostanza speciale che non avremmo potuto prevedere e che non era stata causata da un errore umano, quindi non ci hanno ritenuti responsabili per l’accaduto e ci hanno solo richiamati a riassumere con serietà le nostre esperienze e le lezioni che avevamo imparato e a svolgere diligentemente i nostri doveri in futuro. Sebbene sapessi che avrei dovuto avere a cuore il mio dovere, ho comunque pensato: “È stato un imprevisto inaspettato e non mi hanno ritenuta responsabile, ma essere una leader coinvolge molto lavoro e comporta enormi responsabilità. Se in futuro dovessi gestire male le questioni e causare perdite significative, potrei essere come minimo destituita, o nel peggiore dei casi allontanata. Ciò significherebbe perdere ogni speranza di salvezza”. Con questo in mente, volevo passare a un dovere che comportasse meno responsabilità e rinunciare al mio ruolo di leader. Ma sapevo che rinunciando al mio dovere avrei tradito Dio e che questo era un problema ancora peggiore. Pensando razionalmente, mi sono costretta a sottomettermi e a continuare a svolgere il mio dovere. All’inizio di agosto, durante le elezioni dei predicatori della chiesa, ho sentito che alcuni fratelli e sorelle volevano nominare me e sorella Gu Nan; mi è di colpo sprofondato il cuore e le mie preoccupazioni sono emerse: “Sono già responsabile di una chiesa e questo comporta assumermi molte responsabilità. Se venissi eletta come predicatrice e dovessi supervisionare più chiese, non comporterebbe una responsabilità e un pericolo ancora maggiori? E se non facessi bene il lavoro e causassi perdite significative? Se per questo venissi allontanata, non perderei un buon esito e una buona destinazione?” A questi pensieri, ero terrorizzata all’idea di essere eletta. Mi sono resa conto che non affrontare il mio stato era pericoloso e influiva sull’assolvimento del mio dovere, così ho iniziato a cercare risposte nelle parole di Dio.
Un giorno, durante le mie devozioni, mi sono imbattuta in un passo delle parole di Dio: “Siete venuti per fare il vostro dovere. Per quanto lavoriate duramente, per quanto soffriate o per quanto veniate potati, dovreste ringraziare Dio. Dio vi ha dato questa opportunità affinché possiate sperimentare ogni tipo di situazione e fare ogni tipo di esperienza e incontro personale. È una cosa positiva, e tutto questo viene fatto affinché possiate capire la verità. Allora, di che cosa vi preoccupate? Da chi vi state difendendo? Non c’è bisogno di essere così. Limitati a perseguire normalmente la verità, a trovare il posto corretto per te e a svolgere bene il tuo dovere e il lavoro che ti spetta; basta questo. Non vi viene chiesto molto” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 7: Sono malvagi, insidiosi e propensi all’inganno (Parte seconda)”). “Non continuate a considerare di andarvene: dovete pensare solo a mettere radici qui e a fare bene il vostro dovere. Che riusciate a svolgerlo bene o meno, almeno metteteci il cuore e assicuratevi di avere alla fine portato a termine tutti i vostri compiti. Non siate dei disertori. Alcuni dicono: ‘Ho una scarsa levatura, non sono molto istruito e non ho alcun talento. Ho dei difetti nella mia personalità e incontro sempre delle difficoltà nel mio dovere. Cosa farò se non riuscirò a fare bene il mio dovere e verrò destituito?’ Di cosa hai paura? Si tratta forse di un lavoro che puoi portare a termine da solo? Hai solamente assunto un ruolo, non ti viene chiesto di occuparti di tutto il lavoro. Limitati a occuparti delle cose che ti spettano, basta questo. Così non avrai forse adempiuto alle tue responsabilità? È così semplice; perché sei sempre così diffidente? Hai paura che le foglie che cadono ti colpiscano la testa e te la spacchino, e pensi prima di tutto ai tuoi piani di emergenza: questo non è essere un buono a nulla? Che cosa significa ‘buono a nulla’? Significa non cercare di progredire, non essere disposti a dare il massimo, voler sempre avere un pasto gratis garantito e godersi le cose belle: simili persone sono spazzatura. Alcuni hanno una mentalità troppo ristretta. Come possiamo descrivere tali individui? (Sono estremamente meschini.) Una persona estremamente meschina è una persona vile, e ogni persona vile è capace di misurare il carattere di un gentiluomo in base ai propri standard vili e di considerare gli altri egoisti e spregevoli quanto sé stessa. Tali individui sono dei buoni a nulla e, anche se credono in Dio, non sarà facile per loro accettare la verità. Cosa fa sì che una persona abbia troppa poca fede? La causa è la sua mancata comprensione della verità. Se capisci troppo poche verità e ne hai una comprensione troppo superficiale, e di conseguenza non riesci a capire ogni opera che Dio intraprende, ogni cosa che Dio fa e ogni richiesta che Dio ha nei tuoi confronti, se non sei in grado di raggiungere questa comprensione, allora sorgerà in te ogni sorta di sospetto, fantasia, fraintendimento e nozione su Dio. Se il tuo cuore è pieno solo di queste cose e di nient’altro, puoi forse avere vera fede in Dio? Voi non avete vera fede in Dio, ed è per questo che vi sentite sempre a disagio e vi preoccupate di non sapere quando potreste essere destituiti. Avete paura e pensate: ‘Dio potrebbe venire qui in qualsiasi momento per fare un’ispezione’. Rilassatevi. Fintanto che svolgerete bene il lavoro che la casa di Dio vi affida, anche se sarete in qualche modo carenti nel perseguimento della verità e nell’ingresso nella vita, lascerò correre” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 7: Sono malvagi, insidiosi e propensi all’inganno (Parte seconda)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ero profondamente commossa, come se Dio mi stesse parlando direttamente. Ho provato una sensazione indescrivibile di profonda commozione. Dio sottopone a scrutinio ogni mio pensiero e ogni mia idea, e sapeva che non capivo i principi di come la chiesa gestisce le persone e che non facevo che stare sulla difensiva e fraintendere, così ha usato le Sue parole per illuminarmi e guidarmi, dicendomi seriamente di non preoccuparmi e di non avere paura, e che la Sua casa gestisce le persone secondo i principi e non allontana arbitrariamente nessun autentico credente che svolge il proprio dovere. Dio ci incoraggia a non avere paura di assumerci le responsabilità e ad affrontare con calma le situazioni di ogni giorno, cercando la verità per capire le Sue intenzioni. Egli non mi pone richieste elevate. Spera semplicemente che io sappia assumermi le responsabilità che mi spettano, essere leale al mio dovere ed essere una persona onesta dotata di umanità. Dio non vuole che io viva nella paura e nell’ansia, nel turbamento. Ma io ero troppo propensa all’inganno e dopo l’episodio del sequestro dei libri delle parole di Dio ho continuato a temere di essere destituita o addirittura allontanata, e di perdere la speranza di avere un buon esito e una buona destinazione. In seguito, quando la casa di Dio non mi ha ritenuta responsabile, invece di essere grata per la misericordia di Dio e fare il mio dovere per ripagare il Suo amore, mi sono messa sulla difensiva e L’ho frainteso, diventando più timorosa di svolgere i miei doveri di leader, e volevo passare a un dovere più “sicuro”. Inoltre, durante l’elezione dei predicatori della chiesa, prima ancora di essere eletta ho iniziato a temere che, con un maggiore ambito di supervisione, avrei avuto maggiori responsabilità e sarei stata rivelata più rapidamente, quindi non volevo candidarmi alle elezioni. Continuavo a sospettare e a diffidare di Dio. Ero così propensa all’inganno!
In seguito, ho continuato a leggere le parole di Dio per risolvere i miei problemi. Mi sono imbattuta in questo passo: “Alcune persone hanno paura di assumersi responsabilità nello svolgimento del loro dovere. Se la chiesa affida loro un lavoro da svolgere, considerano prima di tutto se esso richieda di assumersi delle responsabilità e, in caso affermativo, lo rifiutano. Le loro condizioni per svolgere un lavoro sono: primo, che sia un lavoro facile; secondo, che non sia impegnativo né faticoso; terzo, che, qualunque cosa facciano, non si debbano assumere alcuna responsabilità. Questo è l’unico tipo di dovere che assumono. Che tipo di persona è questa? Non è forse una persona viscida e propensa all’inganno? Costoro non vogliono assumersi nemmeno la minima responsabilità. Temono addirittura che le foglie gli rompano il cranio quando cadono dagli alberi. Quale dovere può mai svolgere una persona del genere? Che utilità può avere nella casa di Dio? Il lavoro della casa di Dio ha a che fare con la lotta contro Satana, oltre che con la diffusione del Vangelo del Regno. Quale dovere non comporta responsabilità? Direste che essere un leader comporta delle responsabilità? Le responsabilità dei leader non sono forse ancora più grandi? Ed essi non devono tanto più assumersele? Indipendentemente dal fatto che tu diffonda il Vangelo, renda testimonianza, realizzi video e così via, qualunque sia il lavoro che svolgi, fintanto che riguarda le verità principi, comporta delle responsabilità. Se svolgi il tuo dovere senza principi, ciò si ripercuoterà sul lavoro della casa di Dio, e se hai paura di assumerti delle responsabilità, allora non puoi svolgere alcun dovere. Chi teme di assumersi responsabilità nello svolgere il proprio dovere è un codardo oppure vi è un problema in merito alla sua indole? Bisogna saper capire la differenza. In realtà non è una questione di codardia. Se tale persona ricercasse la ricchezza o facesse qualcosa per il proprio interesse, non sarebbe forse molto coraggiosa? Si assumerebbe qualsiasi rischio. Ma quando fa qualcosa per la chiesa, per la casa di Dio, non si assume alcun rischio. Una persona del genere è egoista e ignobile, è la più infida di tutte. Chiunque non si assuma responsabilità nello svolgere il proprio dovere non è minimamente sincero verso Dio, senza parlare della sua lealtà. Che genere di persona osa assumersi responsabilità? Che tipo di persona ha il coraggio di portare un fardello pesante? Una persona che prende l’iniziativa e interviene coraggiosamente nel momento più cruciale del lavoro della casa di Dio, che non teme di assumersi una responsabilità pesante e di sopportare grandi sofferenze quando vede il lavoro più importante e cruciale. Ecco una persona leale verso Dio, un buon soldato di Cristo. Forse chi teme di assumersi responsabilità nel proprio dovere fa così perché non capisce la verità? No; ha un problema di umanità. Non ha alcun senso di giustizia né di responsabilità. È un ignobile egoista, non è un sincero credente in Dio, non accetta minimamente la verità. Per questo motivo, non può essere salvato. […] Se, ogni volta che ti succede qualcosa, ti proteggi e ti lasci una via di fuga, un’uscita di sicurezza, stai forse mettendo in pratica la verità? Questo non significa mettere in pratica la verità, significa essere subdoli. Adesso svolgi il tuo dovere nella casa di Dio. Qual è il primo principio per svolgere un dovere? È che devi prima di tutto svolgerlo con tutto il tuo cuore, senza lesinare alcuno sforzo, e tutelare gli interessi della casa di Dio. Questa è una verità principio da mettere in pratica. Proteggersi lasciandosi una via di fuga, un’uscita di sicurezza, è il principio della pratica seguito dai non credenti e la loro filosofia più elevata. Tenere in considerazione prima di tutto sé stessi in tutte le cose e collocare i propri interessi davanti a ogni altra cosa, senza pensare agli altri, non avere alcun legame con gli interessi della casa di Dio e con gli interessi degli altri, pensare prima di tutto ai propri interessi e poi pensare a una via di fuga: non è forse ciò che fa un non credente? Proprio così si comporta un non credente. Una persona del genere non è degna a svolgere un dovere” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). Dio rivela che la natura umana è davvero egoistica, spregevole, propensa all’inganno e infida, che in qualsiasi dovere le persone considerano prima di tutto i propri interessi e che sono disposte ad assumersi le responsabilità per compiti che procurano loro vantaggi mentre sono riluttanti ad assumersi compiti che comportano responsabilità o rischi. Riflettendo su me stessa alla luce delle parole di Dio, ho visto che il mio comportamento in questo senso era particolarmente evidente. Per esempio, quando i libri delle parole di Dio sono stati sequestrati, non ho pensato a come compensare le perdite arrecate agli interessi della casa di Dio, rimpiangendo invece il fatto che, se avessi saputo che avrei dovuto assumermi una responsabilità così grande, non avrei assunto il dovere di leader. Sebbene non sembrasse che mi stessi sottraendo ai miei doveri, mi sentivo davvero abbattuta. Non osavo rinunciare ai miei doveri semplicemente perché avevo paura di tradire Dio e di non avere un buon esito o una buona destinazione. Mi sono resa conto di essere assolutamente egoista e spregevole, di non essere affatto una persona che amava Dio o Gli era leale. Inoltre, una volta saputo che la casa di Dio non mi riteneva responsabile di quelle cose, non solo non ho avuto a cuore i miei doveri, ma sono diventata ancora più diffidente verso Dio e L’ho frainteso. Ero come un uccello spaventato, già pensavo di sottrarmi ai miei doveri prima ancora che mi venissero assegnati. Avevo in mente solo i miei interessi, senza considerare minimamente se il mio comportamento fosse in linea con i principi o cosa sarebbe successo al lavoro della chiesa. Mi stavo comportando proprio come una miscredente. Come potevo aspettarmi di essere salvata credendo in quel modo? Ero costantemente sulla difensiva verso Dio, non ero disposta ad assumermi le mie responsabilità e da tempo mi ero posta al di fuori dalla casa di Dio. Non era Dio che voleva eliminarmi, ero al contrario io stessa a provocare la mia eliminazione. Pensare a questo mi ha fatto rendere conto di quanto fosse grave il mio problema, così ho pregato Dio in silenzio: “Dio, penso costantemente ai miei interessi e cerco di lasciarmi spazio di manovra. Sono stata così propensa all’inganno. Dio, ora so di aver sbagliato e d’ora in poi, che sia eletta come predicatrice o meno, sono disposta a sottomettermi. Ti prego, guidami a riflettere e a conoscermi più a fondo”.
In seguito, guardando un video di testimonianza esperienziale, mi sono imbattuta in un passo delle parole di Dio che mi ha fatto capire meglio i miei problemi. Dio Onnipotente dice: “Gli anticristi nutrono nel cuore queste cose, che sono tutte incomprensioni, opposizioni, giudizi e resistenze contro Dio. Essi non possiedono alcuna conoscenza dell’opera di Dio. Curiosando nelle parole di Dio, curiosando nell’indole, nell’identità e nell’essenza di Dio, giungono a tali conclusioni. Gli anticristi seppelliscono queste cose nel profondo del loro cuore, ammonendo sé stessi: ‘La prudenza è la madre della sicurezza; la cosa migliore è volare al di sotto dei radar; l’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito; e al vertice si è soli! In qualsiasi momento, mai essere quell’uccello che sporge il becco, mai salire troppo in alto; più si sale, peggiore è la caduta’. Essi non credono che le parole di Dio siano la verità, né che la Sua indole sia giusta e santa. Considerano tutto questo usando le nozioni e le fantasie umane e trattano l’opera di Dio con prospettive umane, pensieri umani e astuzia umana, impiegando la logica e la mentalità di Satana per definire l’indole, l’identità e l’essenza di Dio. Ovviamente, non solo gli anticristi non accettano né riconoscono l’indole, l’identità e l’essenza di Dio; anzi, sono anche pieni di nozioni, opposizione e ribellione verso Dio e non hanno il minimo briciolo di conoscenza reale di Lui. La loro definizione dell’opera, dell’indole e dell’amore di Dio è un punto interrogativo, un mettere in dubbio, ed essi sono pieni di scetticismo, negazione e calunnia nei confronti di queste cose; dunque che dire dell’identità di Dio? L’indole di Dio rappresenta la Sua identità; con una visione dell’indole di Dio come la loro, la loro considerazione dell’identità di Dio è evidente: negazione diretta. È questa l’essenza degli anticristi” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 10: Parte sesta”). Dio espone che gli anticristi negano l’essenza di Dio e sono colmi di sospetti nei Suoi confronti, Lo negano e Lo calunniano. Gli anticristi non credono che Dio sia giusto, né che ciò che Egli fa per l’umanità sia amore e salvezza. Anche io avevo una grave indole da anticristo. Proprio come dopo che i libri delle parole di Dio sono stati sequestrati (quella volta), vivevo sempre in uno stato di negatività e preoccupazione, temendo di essere allontanata dalla chiesa e di non avere un buon esito o una buona destinazione. In seguito, quando ho saputo che Ye Qian era stata allontanata per aver trascurato i suoi doveri e causato perdite significative alla casa di Dio, ho percepito che il dovere di predicatrice comportava immense responsabilità e ho continuato a stare sulla difensiva e a fraintendere, temendo di essere scelta come predicatrice, senza mai nemmeno cercare il contesto o i principi che la casa di Dio applica quando gestisce le persone. Ai miei occhi, la casa di Dio era proprio come il mondo dei non credenti, priva di equità e giustizia, e più grande era il dovere che svolgevo, maggiore era la responsabilità che avevo, e quindi più gravi erano le conseguenze in cui sarei incorsa se avessi gestito male le situazioni. Vivevo di credenze fallaci come “Al vertice si è soli” e “Più sono grandi, più rovinosamente cadono”, sempre a dubitare e a oppormi a Dio in ogni situazione. Questo dimostrava una mancanza di comprensione dell’indole giusta di Dio ed era una forma di blasfemia nei Suoi confronti. In realtà, Ye Qian era stata allontanata principalmente per aver trascurato il suo dovere, cosa che aveva causato il sequestro di molti libri delle parole di Dio da parte della polizia del PCC, con conseguenti perdite significative per la casa di Dio. Quella volta non mi avevano gestita perché la chiesa aveva ritenuto che le perdite non fossero dovute alla superficialità o all’irresponsabilità di qualcuno, quindi nessuno è stato ritenuto responsabile. Ciò dimostrava che la casa di Dio valuta davvero le cose in base al contesto e alle ragioni che stanno dietro alle perdite quando attribuisce le responsabilità. Ma io non ho ricercato le verità principi e, quando ho visto Ye Qian venire allontanata, ho frainteso Dio, come se commettere un errore nei miei doveri e provocare conseguenze negative mi avrebbe portata a essere allontanata ed eliminata. Avevo tutti i pensieri colmi di dubbi e di negazione della giustizia di Dio. Anche se diffidavo di Dio e Lo fraintendevo, Egli non Si è concentrato sulle mie mancanze e sulla mia corruzione e mi ha comunque dato la possibilità di fare i miei doveri, usando persone, eventi e cose per richiamarmi a riflettere su me stessa e a conoscermi in modo che potessi aprire gli occhi e invertire rotta in tempo, evitando di proseguire sul cammino di un anticristo. Pensare a questo mi ha fatta sentire davvero in colpa e in debito con Dio. Ho percepito il sincero desiderio di Dio di salvare le persone e ho odiato ancora di più il mio egoismo e la mia propensione all’inganno. Non volevo più vivere in uno stato di diffidenza e fraintendimento, e se fossi stata eletta ero disposta ad accettare quel dovere. In seguito, sono stata nominata predicatrice, ma ero ancora in qualche modo preoccupata, perché ritenevo di non afferrare molti principi e di avere una gravissima indole corrotta, e ora che ero responsabile di diverse chiese sentivo che, se avessi commesso un errore e causato perdite al lavoro della chiesa, avrei perso la possibilità di avere un buon esito e una buona destinazione. Ma ripensando alle mie esperienze di quel periodo mi sono resa conto che, fintanto che fossi capace di accettare la verità, anche se avessi trasgredito, a patto che mi pentissi sinceramente, Dio non mi avrebbe condannata ed eliminata a causa di una mia trasgressione momentanea. Compreso questo, ero disposta a mettere da parte me stessa e a sottomettermi, e ad accettare quel dovere con tranquillità.
In seguito, ho letto altre parole di Dio: “Il compimento del suo dovere da parte dell’uomo è, in realtà, la realizzazione di tutto ciò che è a lui intrinseco, vale a dire ciò che gli è possibile fare. È allora che il suo dovere viene adempiuto. I difetti dell’uomo durante il suo servizio si riducono gradualmente attraverso il progredire dell’esperienza e il suo sottoporsi a giudizio; non ostacolano né influenzano il suo dovere. Coloro che smettono di servire oppure si arrendono e si tirano indietro per paura che vi siano difetti nel loro servizio sono i più codardi fra gli uomini. […] Non vi è correlazione fra il dovere dell’uomo e l’eventualità che riceva benedizioni o che subisca una cattiva sorte. Il dovere è ciò che l’uomo dovrebbe compiere; è la sua vocazione mandata dal cielo e non dovrebbe dipendere da ricompense, condizioni o ragioni. Soltanto così egli starà facendo il suo dovere. Ricevere benedizioni si riferisce a quando qualcuno viene reso perfetto e gioisce delle benedizioni di Dio dopo avere sperimentato il giudizio. Subire una cattiva sorte fa riferimento a quando qualcuno, dopo avere sperimentato il giudizio e il castigo, non va incontro a una trasformazione dell’indole, ossia non viene reso perfetto, bensì punito. Ma a prescindere dal fatto che ricevano benedizioni o subiscano una cattiva sorte, gli esseri creati dovrebbero compiere il loro dovere, fare ciò che dovrebbero fare e ciò che sono in grado di fare; questo è il minimo che una persona, una persona che persegue Dio, dovrebbe fare. Tu non dovresti svolgere il tuo dovere solo per ricevere benedizioni, né rifiutarti di agire per timore di subire una cattiva sorte. Lasciate che vi dica quest’unica cosa: svolgere il proprio dovere è ciò che l’uomo dovrebbe fare, e se non è in grado di farlo, questo dimostra la sua ribellione” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “La differenza tra il ministero di Dio incarnato e il dovere dell’uomo”). Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono resa conto che temevo sempre di assumermi responsabilità e rischi e di essere eliminata, e questo principalmente per il mio soverchiante desiderio di benedizioni e perché correlavo sempre il mio dovere al mio esito e alla mia destinazione. Attraverso lo smascheramento delle parole di Dio, ho capito che fare il proprio dovere non ha nulla a che vedere col guadagnare benedizioni o col soffrire. I doveri sono le responsabilità degli esseri creati, e sono questi le responsabilità e gli obblighi che le persone dovrebbero adempiere. Nel corso dei nostri doveri, inoltre, arriviamo a conoscere noi stessi e Dio e guadagniamo la verità. Proprio come in quell’esperienza, mi sono resa conto che il dovere di leader comporta significative responsabilità e la gestione del lavoro a seguito di imprevisti non richiede solo urgenza e rapidità, ma anche di agire secondo i principi, di avere saggezza e di pregare e ricercare di più. Inoltre, grazie a questa rivelazione, mi sono resa conto di essere stata veramente egoista, spregevole, propensa all’inganno e infida, e che di fronte alle situazioni pensavo sempre ai miei interessi, percorrendo il cammino dell’opposizione a Dio. Ho guadagnato tutto questo facendo il mio dovere. Se correlo il mio dovere all’ottenimento di benedizioni o alla sofferenza, quando incontrerò dei problemi, esiterò e vorrò rinunciare al mio dovere, cosa che mi porterà a perdere molte opportunità di acquisire la verità. Sarebbe davvero come non mangiare per paura di soffocare: chi lo fa è assolutamente sciocco e vigliacco. Resamene conto, non ho più rifiutato il mio dovere a causa delle mie mancanze e l’ho invece approcciato con un cuore onesto. In seguito, mi sono concentrata sull’identificare i problemi nei miei doveri e sul ricercare la verità per risolverli. Anche se la mia comprensione della verità era superficiale, riuscivo a compensare le mie mancanze parlando delle questioni con tutti. A volte, quando mi trovavo di fronte a cose che non ero in grado di capire, sollevavo le questioni e cercavo le soluzioni con tutti, e quando ero incerta su qualcosa chiedevo guida ai leader superiori. Se c’erano delle deviazioni, le correggevamo prontamente, e in caso di fallimenti li riassumevamo. Facendo il mio dovere in questo modo non percepivo troppa pressione e mi sono sentita molto più a mio agio. Grazie a questa esperienza, mi sono resa conto che solo concentrandosi sulla ricerca della verità, sottomettendosi alle situazioni che Dio orchestra e imparando lezioni da queste cose si possono ottenere libertà e affrancamento reali.