98. Cosa deriva dal compiacere sempre gli altri
Supervisiono il lavoro del Vangelo nella chiesa. Io e sorella Wanda operiamo insieme come capigruppo. All’inizio, vedevo che Wanda era proattiva nel dovere e che era abbastanza efficace nel lavoro. Pensavo che fosse una persona responsabile che portava un fardello. Invece, dopo un po’, ho notato che era sempre più passiva nel dovere. Raramente si accorgeva dei problemi nel lavoro, tanto meno li risolveva. In passato, quando riepilogavamo il nostro lavoro, lei veniva sempre da me per riassumere i problemi o le deviazioni nel lavoro e per discutere come risolverli. Ormai, invece, c’era solo silenzio. Di solito, nel nostro gruppo ci dividevamo la maggior parte del lavoro e i problemi venivano riassunti in modo tempestivo appena scoperti. In questo modo, si potevano risolvere meglio i problemi e migliorare l’efficacia del lavoro. Ormai, invece, Wanda non metteva il cuore nei problemi del gruppo. Ho pensato: “Non sta adempiendo alle responsabilità di un capogruppo. Questo non è accettabile, devo condividere con lei al riguardo”. Ma poi ci ripensavo: “Il mio rapporto con Wanda di solito è abbastanza buono. Se le dico chiaramente che sta portando un fardello leggero nel suo dovere e non sta svolgendo un lavoro reale, la metterò in imbarazzo? Se dicendo questo turbassi la pace, poi come andremmo d’accordo? Lasciamo perdere. Meglio non creare problemi. Non è il caso di offenderla”. A quel tempo, mi sembrava sempre mentalmente sotto accusa: “Wanda non è in uno stato cattivo ultimamente? Se continua così, la sua vita ne subirà le conseguenze e ciò si ripercuoterà sul suo lavoro. Non dovrei condividere immediatamente con lei? Ma se le faccio notare direttamente che le manca il senso del fardello, si sentirà limitata e penserà che sto controllando il suo lavoro? Forse dovrei semplicemente dirlo alla leader e lasciare che sia lei ad aiutare Wanda. Così non sarà necessario offenderla”. Però poi ho pensato: “Se lo dico alla leader e Wanda lo scopre, dirà che ho fatto la spia? No, è meglio non dire nulla”. Continuavo ad andare avanti e indietro in questo modo e non riuscivo a trovare una conclusione alla questione. Ero consapevole che il mio stato era sbagliato, così ho pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi a cercare la verità e a risolvere i miei problemi.
Una volta, durante una riunione, ho letto le parole di Dio: “Quando rilevate un problema, eppure non fate nulla per impedirlo, non condividete al riguardo, non cercate di contenerlo e, per di più, non lo segnalate ai vostri superiori, facendo invece la parte della ‘persona accomodante’, questo non è segno di slealtà? Le persone accondiscendenti sono forse leali verso Dio? Neanche un po’. Una persona del genere non solo è sleale nei confronti di Dio: si comporta da complice, assistente e seguace di Satana. È sleale verso il proprio dovere e le proprie responsabilità, mentre è piuttosto leale nei confronti di Satana. Qui sta l’essenza del problema. Quanto all’inadeguatezza professionale, è possibile imparare costantemente e accumulare esperienze mentre si svolge il proprio dovere. Problemi del genere possono essere risolti facilmente. Il problema più difficile da risolvere è l’indole corrotta dell’uomo. Se non perseguite la verità o non eliminate la vostra indole corrotta, ma recitate sempre la parte della persona accomodante e non potate né aiutate coloro che avete visto violare i principi, né li smascherate o li mettete a nudo, ma vi tirate sempre indietro, senza assumervi la responsabilità, allora uno svolgimento del dovere come il vostro non farà che compromettere e ritardare il lavoro della chiesa” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Adempiere bene il proprio dovere richiede un’armoniosa cooperazione”). “La condotta delle persone e il loro modo di rapportarsi al mondo devono basarsi sulle parole di Dio; questo è il principio fondamentale per la condotta umana. Come possono le persone praticare la verità se non comprendono i principi della condotta umana? Praticare la verità non significa dire parole vuote o urlare slogan. Riguarda piuttosto, a prescindere da ciò che le persone possano incontrare nella vita, purché implichi i principi della condotta umana, i loro punti di vista sulle cose o il compimento dei propri doveri; le persone si trovano di fronte a una scelta e devono cercare la verità, devono cercare una base e dei principi nelle parole di Dio, e poi devono trovare un cammino di pratica. Coloro che sono capaci di praticare in questo modo sono persone che perseguono la verità. Essere in grado di perseguire la verità in questo modo, indipendentemente dalle grandi difficoltà che si incontrano, significa percorrere il cammino di Pietro, il cammino della ricerca della verità. Per esempio: quale principio bisogna seguire quando si tratta di interagire con gli altri? Forse la tua opinione originaria è che ‘L’armonia è un tesoro, la tolleranza è intelligenza’, e che dovresti mantenere buoni rapporti con tutti, non far perdere la faccia agli altri e non offendere nessuno, ottenendo così buoni rapporti con gli altri. Vincolato da questa opinione, rimarrai in silenzio quando con i tuoi occhi vedrai altre persone commettere azioni cattive o violare i principi. Preferiresti che il lavoro della chiesa subisse perdite piuttosto che offendere qualcuno. Cerchi di mantenere buoni rapporti con tutti, chiunque essi siano. Quando parli, pensi soltanto ai sentimenti umani e a salvare la faccia e dici sempre parole che suonano bene per compiacere gli altri. Anche se scopri che qualcuno ha dei problemi, scegli di tollerarli e ne parli alle sue spalle, ma in faccia a quella persona mantieni la pace e il rapporto. Cosa pensi di tale condotta? Non è forse quella di una persona compiacente? Non è piuttosto sfuggente? Viola i principi della condotta umana. Non è forse infimo comportarsi in questo modo? Chi si comporta così non è una brava persona, questo non è un modo nobile di comportarsi. Indipendentemente da quanto tu abbia sofferto e da quanti prezzi tu abbia pagato, se ti comporti senza principi hai fallito sotto questo aspetto e la tua condotta non sarà riconosciuta, ricordata o accettata davanti a Dio” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Per svolgere bene il proprio dovere, bisogna almeno possedere coscienza e ragione”). Le parole di Dio mi hanno fatto riconoscere che avevo nutrito il punto di vista fallace che i rapporti tra le persone dovessero essere sempre pacifici. Se avessi sempre sottolineato ed esposto i problemi degli altri, li avrei offesi e probabilmente avrei ferito sia il loro orgoglio sia il nostro rapporto, quindi sarebbe stato più difficile interagire. Confrontando questo punto di vista con le parole di Dio, ho finalmente visto che non era in linea con la verità e che andava contro i principi della persona. Le persone di questo tipo sono egoiste, spregevoli, sfuggenti e propense all’inganno. Per mantenere buoni rapporti, non dicono nulla quando vedono che qualcuno ha un problema, offrono solo parole di lusinga e di elogio. Non sono sincere nelle interazioni e non danno un vero aiuto, anzi, arrecano danno alle persone. Agli occhi di Dio, sono persone miserabili ed Egli non le approva. Proprio come io trattavo sorella Wanda: vedevo chiaramente che non portava alcun fardello nel dovere e non stava svolgendo un lavoro reale, ma non ho messo in pratica la verità, esprimendo apertamente i suoi problemi. Non ho nemmeno avuto il coraggio di segnalare i suoi problemi. Ho pensato solo a come preservare il mio rapporto con lei. Pensavo che esporre i problemi di una persona potesse offenderla e ferire i suoi sentimenti. Anche se vedevo che aveva ripercussioni sul lavoro, non ero comunque disposta a ribellarmi contro la carne e a praticare la verità. Mi stavo comportando come una persona propensa all’inganno, una persona che compiace gli altri! Ho scoperto il problema di quella sorella, ma non l’ho smascherato. Anche se ho preservato il nostro rapporto, ciò non ha portato alcun beneficio al suo ingresso nella vita e ha influito anche sul lavoro del Vangelo. Così facendo, danneggiavo davvero gli altri e il lavoro della chiesa.
In seguito, ho riflettuto su quali dovessero essere i principi per interagire con le persone. Ho visto che la parola di Dio dice: “Dovete concentrarvi sulla verità; soltanto allora potrete possedere l’ingresso nella vita, e solo quando lo possederete potrete provvedere agli altri e guidarli. Se si scopre che le azioni di altri sono in contrasto con la verità, dobbiamo aiutarli con amore a ricercare la verità. Se altri sono in grado di mettere in pratica la verità e fanno le cose secondo dei principi, dovremmo cercare di imparare da loro ed emularli. Questo è amore reciproco. Ecco l’atmosfera che deve regnare nell’ambito della chiesa: tutti si concentrano sulla verità e si sforzano di conseguirla. Non importa quanto si sia vecchi o giovani, o se si sia credenti di lunga data o meno. Non importa nemmeno che si possieda levatura alta o scarsa. Queste cose non contano. Davanti alla verità, tutti sono uguali. Bisogna guardare chi parla in modo corretto e conforme alla verità, chi pensa agli interessi della casa di Dio, chi si assume il fardello più pesante nel lavoro della casa di Dio, chi comprende meglio la verità, chi condivide senso di giustizia e chi è disposto a pagare un prezzo. Tali persone devono essere sostenute e lodate da fratelli e sorelle. Nella Chiesa deve regnare questa atmosfera di rettitudine che deriva dal perseguimento della verità; in tal modo, si possiederà l’opera dello Spirito Santo e Dio impartirà benedizioni e offrirà la Sua guida. Se l’atmosfera che regna nella chiesa è quella di raccontare storie, litigare, serbare rancori, essere gelosi l’uno dell’altro e bisticciare, lo Spirito Santo certamente non sarà all’opera” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo chi svolge il proprio dovere bene con tutto il cuore, la mente e l’anima è una persona che ama Dio”). Nella chiesa regna la verità; i fratelli e le sorelle dovrebbero interagire secondo le verità principi. I membri della chiesa dovrebbero avere la verità come priorità quando interagiscono. Chiunque violi i principi deve essere messo al corrente, potato e aiutato con amore in modo che possa sforzarsi in direzione della verità. Chi parla e agisce in accordo con la verità, ha senso di giustizia ed è in grado di proteggere il lavoro della chiesa, deve essere sostenuto e protetto. Quando tutti si impegnano per fare il dovere secondo le richieste di Dio, condividendo e mettendo in pratica la verità, col tempo diminuiranno le deviazioni nello svolgimento del dovere da parte del popolo eletto di Dio. Quando ho capito queste cose, il mio cuore si è sollevato e ho avuto un percorso di pratica. Poi ho pensato che in realtà ogni vero credente in Dio vuole fare bene il proprio dovere e ripagare il Suo amore. Ma nessuno può evitare di rivelare la propria corruzione e le proprie numerose mancanze, nel corso del proprio dovere. I fratelli e le sorelle devono aiutarsi e correggersi a vicenda. Mettere in luce ed esporre i problemi degli altri non è finalizzato a metterli in imbarazzo né ad attaccarli, ma ad aiutare le persone a rendersi conto dei loro problemi e a invertire il loro stato errato il prima possibile. Solo questo è il vero amore, l’espressione dell’amore reciproco. È mirato a proteggere il lavoro della chiesa. Al contrario, quando si vedono i problemi degli altri ma si tiene la bocca chiusa, portando avanti la filosofia di Satana per proteggere i propri interessi personali, questo vuol dire essere irresponsabili nei confronti del loro ingresso alla vita e del lavoro della chiesa. Vivere in questo modo è troppo egoista e spregevole. Ho pensato alle mie interazioni con Wanda. Ho visto che c’erano problemi nel suo dovere, ma non le ho dato un vero aiuto perché mi preoccupavo solo di proteggere la mia immagine, non ho pensato al suo ingresso nella vita, né al lavoro della chiesa. Ero veramente egoista, meschina e priva di umanità! A questo punto non facevo che rimproverarmi, disposta a mettere in pratica le parole di Dio e a trattare mia sorella secondo le verità principi.
In seguito, sono andata da Wanda e mi sono aperta con lei condividendo. Le ho raccontato tutti i problemi che avevo visto uno per uno. Dopo aver letto un passo delle parole di Dio, si è davvero commossa e mi ha detto che ultimamente il suo stato era davvero pessimo e che non aveva nulla da dire nemmeno durante le preghiere. Sono rimasta scioccata e ho dato la colpa a me stessa. Se glielo avessi fatto notare e l’avessi aiutata prima, forse avrebbe potuto correggere prima il suo stato errato e questo non avrebbe avuto conseguenze sul suo dovere. Ho visto come il mio non praticare la verità e l’agire come una persona che compiace gli altri solo per preservare il rapporto con una sorella la stesse veramente danneggiando. Così ho pregato Dio e ho deciso che, nelle future interazioni con le persone, mi sarei concentrata sulla pratica della verità e che, se avessi scoperto un problema, l’avrei segnalato e avrei aiutato subito, piuttosto che compiacere le persone.
Da quel momento in poi, Wanda è stata più attiva nel dovere. Tuttavia, dopo un po’, ho notato che il suo lavoro violava spesso i principi. Anche se qualcuno aveva una cattiva umanità e non era in linea con i principi della ricezione del Vangelo, lei continuava a predicare il Vangelo con quella persona, sprecando fatica. Ero confusa. Wanda predicava il Vangelo da tanto tempo. Avrebbe dovuto conoscere meglio ogni aspetto dei principi. Come poteva commettere errori così evidenti? Non aveva ancora corretto il suo stato? Forse dovevo richiamarla. Poi, però, mi sono detta: “L’ho già aiutata in passato. Non è necessario che la corregga continuamente. È così spiacevole. Se la correggo sempre, penserà forse che sono una persona arrogante, che sto sempre a fare la pignola con i problemi degli altri o che chiedo troppo alle persone? Sarebbe negativo per la mia immagine. Dovrei lasciar perdere e basta”. In questo modo, ho visto che lo stato e la condizione di Wanda non erano ottimali durante il suo dovere, ma ho comunque chiuso un occhio e non gliel’ho fatto notare né l’ho aiutata. È passato un po’ di tempo, e Wanda è stata destituita perché per molto tempo era stata superficiale e inefficiente nei suoi doveri. Mi sentivo così in colpa. Avevo visto chiaramente che c’erano dei problemi nel modo in cui svolgeva il suo dovere, ma non ho prestato attenzione. Ho chiuso un occhio e non ho fatto nulla per richiamarla o aiutarla. Lei era stata destituita, non ero forse responsabile anch’io? Mi sentivo tormentata e disorientata. Perché ero sempre una persona che compiaceva gli altri, incapace di praticare la verità? Qual era la radice di questo problema?
Riflettendo e cercando, ho visto che la parola di Dio dice: “C’è un principio nelle filosofie per le interazioni mondane che dice ‘Tacere sui difetti dei buoni amici consente una lunga e grande amicizia’. Significa che, per preservare un rapporto di amicizia, si deve tacere sui problemi dell’amico, anche se li si vede chiaramente, e attenersi al principio del non colpire le persone in faccia e non mettere a nudo le loro manchevolezze. Gli amici di questo tipo si ingannano a vicenda, si nascondono l’uno dall’altro, ordiscono trame l’uno alle spalle dell’altro; e anche se sanno con chiarezza cristallina che tipo di persona sia l’altro, non lo dicono apertamente, impiegando invece metodi astuti per preservare i loro rapporti di amicizia. Perché si vogliono preservare queste relazioni? Si tratta di non volersi fare dei nemici in questa società, all’interno del proprio gruppo, cosa che significherebbe sottoporsi spesso a situazioni pericolose. Sapendo che qualcuno diventerà tuo nemico e ti danneggerà dopo che avrai messo a nudo le sue manchevolezze o l’avrai ferito, e non volendo metterti in una situazione del genere, ti attieni al principio delle filosofie per le interazioni mondane che recita: ‘Se colpisci gli altri, non colpirli in faccia; se li metti a nudo, non mettere a nudo le loro manchevolezze’. Alla luce di ciò, se due persone hanno un rapporto di questo tipo, si possono considerare veri amici? (No.) Non sono veri amici, tanto meno sono l’uno il confidente dell’altro. Allora, di che tipo di relazione si tratta esattamente? Non è una relazione sociale basilare? (Sì.) In queste relazioni sociali, le persone non possono esprimere i loro sentimenti, né avere scambi profondi, né parlare di ciò che vogliono. Non possono dire ad alta voce ciò che hanno nel cuore, o i problemi che vedono nell’altro, o parole che possano giovare all’altro. Al contrario, scelgono cose carine da dire, per non perdere il favore altrui. Non osano dire la verità né sostenere i principi, per timore di suscitare negli altri una certa animosità nei loro confronti. Quando nessuno le minaccia, non vivono forse in relativa tranquillità e pace? Non è forse questo l’obiettivo delle persone che dicono ‘Se colpisci gli altri, non colpirli in faccia; se li metti a nudo, non mettere a nudo le loro manchevolezze’? (Sì.) È chiaro che si tratta di un modo di vivere astuto e ingannevole, con un certo livello di diffidenza, il cui obiettivo è l’autoconservazione. Coloro che vivono in questo modo non hanno confidenti, non hanno amici intimi a cui poter dire qualsiasi cosa vogliano. Sono diffidenti l’uno verso l’altro, calcolatori e strategici, ognuno prende dalla relazione ciò che gli serve. Non è forse così? Alla radice, l’obiettivo del ‘Se colpisci gli altri, non colpirli in faccia; se li metti a nudo, non mettere a nudo le loro manchevolezze’ è quello di evitare di offendere gli altri e di farsi dei nemici, quello di proteggersi evitando di ferire qualcuno. Si tratta di una tecnica e di un metodo che si adottano per evitare di essere feriti” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (8)”). “La natura satanica dell’uomo contiene una gran quantità di filosofie e veleni satanici. A volte, tu stesso non ne sei consapevole e non li capisci; nonostante questo, ogni momento della tua vita è basato su di essi. Inoltre, ritieni che tali cose siano piuttosto corrette e ragionevoli, e niente affatto errate. Ciò basta a dimostrare che le filosofie di Satana sono diventate la natura degli esseri umani, e che essi vivono in totale conformità con esse, pensando che si tratti di un buon modo di vivere e senza provare il minimo pentimento. Perciò rivelano costantemente la loro natura satanica e vivono costantemente secondo le filosofie di Satana. La natura di Satana è la vita dell’umanità, nonché la natura essenza dell’umanità” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come percorrere il cammino di Pietro”). Grazie all’esposizione della parola di Dio, ho capito che il motivo per cui non potevo fare a meno di compiacere le persone era che ero stata corrotta troppo profondamente da Satana. Il mio cuore era pieno delle filosofie e delle leggi di Satana, come “Se colpisci gli altri, non colpirli in faccia; se li metti a nudo, non mettere a nudo le loro manchevolezze” e “Tacere sui difetti dei buoni amici consente una lunga e grande amicizia” eccetera. Queste cose erano diventate il codice in base al quale agivo e mi comportavo. Sotto il comando di queste filosofie sataniche, pensavo che non offendere gli altri con parole e azioni, conservare buone relazioni e mantenere la pace fosse un modo saggio di comportarmi. Così, anche se vedevo che Wanda era superficiale nel dovere e violava i principi, e che questo aveva già avuto ripercussioni sul lavoro, non ero disposta a smascherarla o a correggerla. Ho preferito lasciare che il lavoro del Vangelo soffrisse per mantenere le mie relazioni. Ero così strettamente vincolata dalle filosofie di Satana che non riuscivo a praticare la verità e non avevo un briciolo di coscienza o di ragione! Ho visto che la parola di Dio dice: “È chiaro che si tratta di un modo di vivere astuto e ingannevole, con un certo livello di diffidenza, il cui obiettivo è l’autoconservazione” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (8)”). Ero profondamente scossa. Le parole di Dio hanno colpito nel segno e hanno messo a nudo le mie basse intenzioni di quando vivevo secondo le filosofie sataniche. Prima pensavo presuntuosamente che il motivo per cui non correggevo mia sorella era perché avevo paura che si sentisse limitata. In realtà, questa era solo una scusa per non praticare la verità. Avevo paura che, se l’avessi corretta troppo spesso, si sarebbe offesa e avrebbe pensato che ero una persona arrogante che ama cavillare e che non sa trattare le persone in modo equo. Per dare a Wanda una buona impressione, ho chiuso un occhio di fronte ai suoi problemi, non ho condiviso sulla verità e non l’ho esposta per aiutarla. In realtà, pensandoci bene, indicare ed esporre i problemi dei fratelli e delle sorelle quando li noto è per aiutarli. Significa avere un senso di giustizia e di responsabilità per la loro vita e per il lavoro della chiesa, non è rivelare un’indole arrogante, né cercare di metterli in difficoltà. Invece io pensavo, in modo distorto, che sottolineare ed esporre i problemi degli altri fosse un segno di arroganza, trattavo questa pratica positiva come una rivelazione di corruzione. Davvero non sapevo distinguere il bene dal male, ero così assurda! Solo allora mi sono reso conto che non ero sincero nelle mie interazioni con gli altri, erano tutte simulazioni e trucchi. Ero stata così viscida e ingannevole! Ho ripensato a quando collaboravo con Wanda nei nostri doveri, a come non ho praticato la verità che avrei dovuto praticare e non ho adempiuto la responsabilità che avrei dovuto adempiere. Ora lei era stata destituita e io ero rimasta con un po’ di rammarico. Avevo sperimentato come vivere secondo le filosofie di Satana faccia veramente male agli altri e a me stessa, rendendo la mia vita meschina e sordida. Non volevo più vivere secondo quelle filosofie. Volevo cercare la verità e fare bene il mio dovere.
In seguito, ho visto che la parola di Dio dice: “Essere una persona onesta, o per entrare un po’ più nel dettaglio: essere una persona semplice e aperta, che non nasconde nulla, che non mente, che non usa giri di parole, ed essere una persona diretta che ha senso della giustizia, che sa parlare sinceramente. Prima bisogna arrivare a essere così. […] Dio detesta le persone ingannevoli più di tutto. Se vuoi essere libero dall’influenza di Satana e ottenere la salvezza, allora devi accettare la verità. Innanzitutto, comincia col diventare una persona onesta. Sii franco, di’ la verità, non farti limitare dai tuoi sentimenti, liberati della finzione e dell’inganno, e parla e gestisci le questioni in base ai principi: questo è un modo facile e felice di vivere, e sarai in grado di vivere davanti a Dio” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo mettendo in pratica la verità ci si può liberare dei vincoli di un’indole corrotta”). “Il Mio Regno necessita di persone oneste, non ipocrite o false. Nel mondo gli uomini sinceri e onesti non sono forse impopolari? Io sono l’esatto contrario. È accettabile che gli uomini onesti vengano a Me; questo genere di persone Mi allieta, oltre al fatto che ho bisogno di loro. È proprio questa la Mia giustizia” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 33”). Le parole di Dio mi hanno fatto capire che a Dio piacciono le persone oneste, pure, rette, persone che sanno essere dirette e non propense all’inganno nei discorsi e nelle azioni. Solo le persone oneste sono degne di entrare nel Regno di Dio. Questo è stato deciso dall’indole giusta di Dio. Pensando a come, nel mondo dei non credenti, ogni interazione è una messinscena. Davanti agli altri si pronunciano solo parole piacevoli e lusinghiere, senza nemmeno una parola sincera. Di fronte a cose cattive che vanno contro la coscienza e l’etica, la maggior parte delle persone sceglie di proteggersi e pensa che la cosa migliore sia evitare di agitare le acque. Non osano dire nemmeno una parola che sia sincera o equa. Sono particolarmente ipocriti e infidi, non hanno integrità o spina dorsale. Quando però interagivo con fratelli e sorelle, anch’io applicavo queste filosofie sataniche. Quando vedevo un problema, non lo segnalavo e non aiutavo. Mi limitavo a proteggere le mie relazioni con gli altri. Vivere in questo modo è troppo viscido e propenso all’inganno. Dio ne è disgustato e lo odia. A questo punto, ho pensato a come Dio è santo e ha un’essenza fedele. Dio incarnato interagisce con le persone in modo reale. Esprime la verità, emette giudizi e smaschera le persone ovunque e in ogni momento, in base all’indole corrotta che rivelano e alle loro nozioni su Dio. In particolare, le parole di giudizio e di esposizione pronunciate da Dio parlano direttamente alla radice e all’essenza della nostra corruzione. Anche se le Sue parole sono severe e dure, sono tutte volte a farci conoscere noi stessi, a farci pentire e a farci cambiare. Le parole di Dio sono forti e inequivocabili. Provengono tutte dal cuore. Dio ha un cuore particolarmente sincero e affidabile nei confronti delle persone. Se Dio non ce lo segnalasse e non ce lo dicesse chiaramente, se non rivelasse la verità di quanto profondamente l’uomo sia stato corrotto da Satana, non conosceremmo mai noi stessi. Vivremmo invece nella nostra immaginazione, pensando di essere buoni. La nostra indole corrotta non cambierebbe mai e non otterremmo mai la salvezza. Attraverso le Sue parole di giudizio ed esposizione, Dio spera che possiamo riconoscere la verità della nostra corruzione e che possiamo pentirci con Lui, vivere secondo le Sue parole e cercare di essere persone oneste. Questo è l’amore di Dio verso le persone. Dopo aver riflettuto su tutto ciò, ho provato un grande senso di incoraggiamento. Ho deciso di seguire le richieste di Dio e di essere una persona pura, retta e sincera.
Una volta, la nostra leader, sorella Belinda, stava discutendo con noi del lavoro. Mi sono accorta che c’era una deviazione nel lavoro che aveva assegnato e volevo farglielo notare. Ma poi ho pensato: “Questa sorella è la leader. Se le faccio notare una svista o una deviazione nel suo dovere, si sentirà in imbarazzo? Se pensasse che sto cercando di renderle le cose difficili e poi cercasse di vendicarsi, cosa succederebbe? Non importa, non dovrei dire nulla. Tutti commettono errori”. A questo punto, ho capito che la mia opinione di persona compiacente stava venendo di nuovo alla ribalta. Così ho pregato che Dio mi guidasse a mettere in pratica in base alle verità princìpi. In seguito, ho letto la parola di Dio che dice: “Se hai le motivazioni e la prospettiva di una ‘persona compiacente’, allora, in tutte le questioni, sarai incapace di praticare la verità e di rispettare i principi, e fallirai sempre e cadrai. Se non ti risvegli e non cerchi mai la verità, allora sei un miscredente e non otterrai mai la verità e la vita. Che cosa dovreste fare, allora? Di fronte a queste cose, devi pregare Dio e invocarLo, implorando la salvezza e chiedendoGli di darti più fede e forza e metterti in grado di rispettare i principi, di fare ciò che dovresti fare, di gestire le cose secondo i principi, di rimanere saldo nella posizione in cui dovresti stare, proteggere gli interessi della casa di Dio e impedire che si verifichi un danno all’opera della casa di Dio. Se sei in grado di ribellarti contro i tuoi interessi personali, il tuo orgoglio e il tuo punto di vista di ‘persona compiacente’, e se fai ciò che dovresti fare con un cuore onesto e indiviso, allora avrai sconfitto Satana e avrai guadagnato questo aspetto della verità. Se continui sempre a vivere secondo la filosofia di Satana, a proteggere i tuoi rapporti con gli altri, a non praticare mai la verità e a non osare rispettarne i principi, allora sarai in grado di praticare la verità in altre questioni? Continuerai a non avere fede o forza. Se non sei mai in grado di cercare o accettare la verità, allora tale fede in Dio ti permetterà di ottenere la verità? (No.) E se non riesci a ottenere la verità, puoi essere salvato? Non puoi. Se vivete sempre secondo la filosofia di Satana, completamente privi della verità realtà, allora non potrete mai essere salvati. Dovrebbe esservi chiaro che ottenere la verità è una condizione necessaria per la salvezza. Come si può dunque ottenere la verità? Se sei in grado di praticare la verità, se riesci a vivere secondo la verità, e la verità diventa la base della tua vita, allora otterrai la verità e avrai la vita, e così sarai uno di coloro che sono salvati” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho visto che, se le persone vivono secondo le filosofie sataniche e sono sempre compiacenti, non otterranno mai la verità e alla fine non raggiungeranno mai la salvezza. Allo stesso tempo, ho capito che, se vogliamo risolvere il problema dell’ essere compiacenti, dobbiamo pregare molto e affidarci a Dio, chiedere a Dio la forza, essere in grado di ribellarci contro la carne, rinunciare agli interessi personali e considerare il lavoro della chiesa. Praticando spesso in questo modo, possiamo superare gradualmente i vincoli della nostra indole corrotta. Se siamo perennemente incapaci di praticare la verità e non ci dedichiamo al nostro dovere, alla fine verremo rivelati ed eliminati. A questo pensiero, ho avuto il coraggio e la motivazione per praticare la verità. Non potevo continuare a essere una persona che compiace gli altri, senza coscienza e umanità. Pertanto, ho affrontato la questione con Belinda. Dopo averlo fatto, ho provato un senso di grande sollievo. In seguito, durante una riunione, Belinda ha condiviso sulla sua riflessione e su ciò che ha guadagnato dall’essere corretta. Sentire la sua comprensione esperienziale mi ha molto commossa, e ho assaporato la dolcezza di praticare la verità. Questa esperienza ha aumentato la mia fede nella pratica della verità. Quando ho incontrato situazioni simili, dopo questa esperienza, anche se spesso continuavo a rivelare il punto di vista di una persona compiacente, il dolore e la lotta interiore erano minori rispetto a prima. Riuscivo a ribellarmi contro me stessa e a praticare la verità consapevolmente. Praticando la verità in questo modo, il mio cuore si è sentito molto sollevato e in pace. Sono state le parole di Dio a ottenere questo effetto. Lode a Dio!