100. Sopportare l’umiliazione e l’abuso
Una mattina, nel novembre del 2007, mentre eravamo riuniti a casa di sorella Liu Hua, la polizia ha fatto improvvisamente irruzione nel cortile. Erano più di una dozzina e, prima che potessimo reagire, si sono precipitati in casa gridando: “Non muovetevi!” Era tutto così confuso e io ero spaventatissima, così ho continuato a pregare Dio. Gli agenti hanno rovistato in ogni angolo dell’abitazione. In poco tempo hanno messo tutto sottosopra e hanno trovato i libri e i DVD delle parole di Dio che Liu Hua teneva in casa. Poi ci hanno rapidamente perquisiti con la forza e in tasca mi hanno trovato delle carte relative al numero di membri della chiesa e alle sue risorse finanziarie. Ero molto preoccupata, temevo che altri fratelli e sorelle venissero coinvolti, così ho pregato silenziosamente Dio, chiedendoGli di proteggerli. A quel punto, uno dei poliziotti ha afferrato Liu Hua e le ha chiesto: “Ci sono altri libri o fondi della chiesa in casa tua?” Davanti al mutismo di lei, l’agente l’ha spintonata con violenza, noncurante della sua età avanzata, e Liu Hua è caduta rovinosamente, perdendo conoscenza. L’ho vista immobile a terra, con il volto pallido, e volevo correre ad aiutarla ad alzarsi, ma inaspettatamente due agenti mi hanno afferrata dalle braccia e mi hanno trascinata verso un’auto. Altri sono andati a fare lo stesso con Liu Hua e, vedendola a terra priva di sensi, hanno proseguito con l’arresto degli altri. Ho pensato: “Il Partito comunista odia Dio e tortura chiunque venga catturato mentre predica il Vangelo. Alcuni vengono picchiati e resi invalidi, altri finiscono in carcere, in particolare i leader e i lavoratori più importanti vengono picchiati a morte, senza che ci siano ripercussioni. Ora che sono stata arrestata e che mi hanno trovato addosso materiali relativi al numero di membri della chiesa e alle sue finanze, penseranno sicuramente che io sia una leader e non mi lasceranno andare facilmente”. Ero piuttosto spaventata, non sapendo che tipo di tortura avrebbero usato su di me; e se non fossi riuscita a sopportarla e fossi diventata un giuda, sarebbe stata un’offesa contro l’indole di Dio, e io non potevo diventare un giuda. Ho continuato a pregare Dio: “Dio, ho tanta paura in questo momento, non so come mi tratterà la polizia. Ti prego, proteggimi e dammi la fede. Sono disposta a rimanere salda nella mia testimonianza!” Dopo aver pregato, ho pensato a un passo delle parole di Dio: “Quando affronti la sofferenza, devi essere in grado di mettere da parte la considerazione per la carne e di non esprimere lamentele verso Dio. Quando Dio Si nasconde a te, devi essere capace di avere la fede di seguirLo, di conservare il tuo amore di prima senza lasciare che vacilli o si estingua. Qualunque cosa Dio faccia, devi lasciare che Egli orchestri come desidera e devi essere più disposto a maledire la tua carne che a lamentarti di Lui. Nell’affrontare le prove, devi essere disposto a sopportare il dolore di rinunciare a ciò che ami, e devi essere disposto a piangere amaramente, per soddisfare Dio. Solo questo è vero amore e fede autentica” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Coloro che devono essere resi perfetti devono essere sottoposti a raffinamento”). Le parole di Dio hanno portato molta pace nel mio cuore. Dio permette che la sofferenza e le prove si abbattano su di noi per perfezionare la nostra fede. Quando sono stata arrestata e perseguitata, sono stata vile e avevo paura della tortura e ho constatato che la mia fede in Dio non era autentica. Non avrei più dovuto avere considerazione per la mia carne, indipendentemente dal tipo di tortura che mi venisse inflitta dalla polizia, dovevo affidarmi a Dio per rimanere salda nella mia testimonianza e, anche se avessi dovuto morire, non sarei mai diventata un giuda.
Una volta in commissariato, due poliziotti mi hanno sottoposta a un interrogatorio aggressivo: “Chi è il leader della chiesa? Dove sono i soldi?” Mi hanno interrogata fino alle 8 di sera e, quando hanno visto che non dicevo nulla, mi hanno trasferita in un centro di detenzione. Faceva molto freddo in quel periodo dell’anno e due poliziotte mi hanno spogliata con la forza e perquisita, poi hanno rinchiuso me e altre due sorelle in una stanza senza farci mangiare, ci hanno dato solo una coperta leggera e ci hanno detto con durezza: “Potete morire tutte di freddo! Chi ha detto che potevate seguire Dio Onnipotente? Finché avete ancora questa vostra fede, scordatevi di mangiare!” Quella notte, noi tre ci siamo confortate e incoraggiate a vicenda senza nemmeno parlare. Avevamo capito che quell’arresto e la persecuzione erano una prova di Dio e che dovevamo testimoniare per Lui. Indipendentemente da come ci avrebbero torturate, anche se ci avessero uccise di botte, non saremmo mai scese a compromessi con Satana! Abbiamo acquisito fede e forza e, nonostante il freddo e la fame, non ci sembrava così insopportabile.
Il giorno dopo, la polizia mi ha interrogata. Un agente mi ha colpita con ferocia alla testa e mi ha detto: “Chi è il leader della tua chiesa, strega? Chi ti ha dato i documenti finanziari della chiesa? Se ce lo dici, ti rilasciamo oggi stesso; altrimenti, vedrai cosa ti aspetta!” Di fronte alle loro domande incessanti, continuavo a pregare Dio dentro di me, chiedendoGli di proteggere il mio cuore. Vedendo che non proferivo parola, uno di loro si è infuriato e ha detto: “Se non parli, abbiamo diversi modi per torturarti! Ti daremo dieci anni di carcere!” Un altro ha aggiunto: “Verrai esiliata nell’estremo Nord, così avrai un assaggio di cosa significhi soffrire lì. Vedremo allora quanto sarai testarda!” Continuavano a cercare di farmi rispondere e a tentarmi, ma io non facevo altro che pregare e affidarmi a Dio nel mio cuore e non sono caduta nella loro trappola. Alle 8 del mattino del terzo giorno, quattro agenti sono venuti a chiamarmi per scattarmi una foto. Uno di loro, con un sorriso falso, mi ha detto: “Sai perché ti facciamo una foto? Tu mangi il cibo del Partito comunista ma, invece di credere nel Partito comunista, credi in Dio e predichi il Vangelo. Se adesso tutti iniziano a credere in Dio, chi crederà nel Partito? Tu ti stai opponendo al Partito comunista! Con il tuo entusiasmo per la predicazione del Vangelo, meriti dieci anni di prigione. Trasmetteremo la tua foto in TV perché tutti la vedano e proverai una gran vergogna nel mostrare la tua faccia in pubblico!” Detto questo, ha sorriso e mi ha strattonata da un braccio per costringermi a farmi fotografare. Ero furiosa, ma anche piuttosto preoccupata e pensavo: “Se la polizia divulga in TV la notizia del mio arresto per via della mia fede e incita l’opinione pubblica, cosa penseranno di me i miei amici e parenti? È possibile che i miei vicini mi deridano. Come potrei mostrare il mio volto in pubblico? I miei figli si vergognerebbero di me e mi rifiuterebbero?” Questi pensieri mi facevano sentire completamente svuotata. Mi sono resa conto che il mio cuore si era allontanato da Dio, così ho pregato rapidamente Dio, chiedendoGli di proteggerlo. In quel momento ho pensato a queste Sue parole: “Fra di voi, non esiste nessuno che sia tutelato dalla legge, anzi, siete penalizzati dalla legge e il problema maggiore è che nessuno vi comprende, neanche i vostri parenti, i vostri genitori, i vostri amici o i vostri colleghi; nessuno vi comprende. Quando Dio vi abbandona, vi diventa impossibile continuare a vivere sulla terra ma, ciononostante, nessuno di voi può sopportare di stare lontano da Dio; è questo il significato della conquista degli uomini da parte di Dio, è questa la gloria di Dio. Ciò che avete ereditato oggi supera quello che hanno ereditato gli apostoli e i profeti in tutte le epoche ed è maggiore persino di ciò che hanno ereditato Pietro e Mosè. Non si possono ottenere le benedizioni in uno o due giorni; vanno guadagnate pagando molti prezzi. Vale a dire che dovete avere un amore che sia stato raffinato, una grande fede e le molte verità che Dio vi chiede di raggiungere; inoltre, dovete essere in grado di rivolgervi alla giustizia senza esserne intimiditi e senza atteggiamenti ambigui, e di avere costantemente, fino alla morte, un cuore che ama Dio. Dovete essere determinati, cambiare la vostra indole di vita, guarire dalla vostra corruzione e accettare tutto ciò che Dio dispone senza lamentarvi e dovete essere sottomessi persino fino alla morte. Questo è quanto dovete riuscire a fare, questo è lo scopo finale dell’opera di Dio e ciò che Egli esige dal vostro gruppo di persone” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “L’opera di Dio è semplice come l’uomo la immagina?”). Le parole di Dio mi hanno fatto capire che gli arresti e le persecuzioni dei cristiani da parte del Partito comunista e i tentativi di suscitare calunnie e attacchi da parte dell’opinione pubblica sono finalizzati a costringerci a tradire Dio. Le parole di Dio mi hanno fatto capire che gli arresti e le persecuzioni dei cristiani da parte del Partito comunista e i tentativi di suscitare calunnie e attacchi da parte dell’opinione pubblica mentre io avevo paura di essere schernita. Questo non dimostrava che non sapevo distinguere il bene dal male? Avevo goduto così tanto dell’irrigazione e della fornitura delle parole di Dio e, ora che Lui aveva bisogno della mia testimonianza, io pensavo alla mia carne e mi preoccupavo della vanità e del mio orgoglio. Ero davvero priva di coscienza! Questo pensiero mi ha fatta sentire tormentata dal rimorso e mi sono detta: “Non importa cosa mi faranno oggi, anche se divulgheranno la mia foto in TV per calunniarmi e far sì che la gente mi derida e mi rifiuti, io resterò comunque salda nella mia testimonianza e non tradirò mai Dio!”
Dopo avermi fotografata, mi hanno riportata nella stanza degli interrogatori. Un agente ha preso dalla mia borsa i documenti sul numero di membri della chiesa e sulle sue finanze e li ha gettati sul tavolo, mi ha guardata e ha gridato: “Oggi devi spiegare chiaramente da dove vengono queste cose! Se non parli, ti becchi una condanna a dieci anni!” Vedendo che non rispondevo, mi ha colpita con forza alla testa con un dito e mi ha detto: “Vecchiaccia, ne ho viste tante come te. Se non confessi oggi, rischi quel poco di vita che ti rimane! Abbiamo cinque squadre che si alterneranno per interrogarti. Vedremo chi riuscirà a resistere di più!” Mi sono spaventata, pensavo a tutti i fratelli e le sorelle che dopo l’arresto erano stati torturati con bastoni di bambù sotto le unghie e ad altri che erano stati costretti a bere acqua e peperoncino. Mi sono chiesta: “Faranno lo stesso con me se rimango in silenzio?” Se mi avessero torturata e messa in prigione per diversi anni, sarei stata in grado di sopportarlo? Avevo più di 50 anni e la mia salute non era buona: e se mi avessero torturata fino a farmi morire? Continuavo a pregare Dio nel mio cuore, chiedendoGli di darmi la forza. In quel momento, ho pensato ad alcune Sue parole: “In questa fase dell’opera, ci viene richiesto il massimo grado di fede e amore. Una minima disattenzione può indurci a inciampare, perché questa fase dell’opera è diversa da tutte le precedenti: ciò che Dio sta perfezionando è la fede delle persone, la quale è, al tempo stesso, invisibile e intangibile. Ciò che Dio compie è trasformare le parole in fede, amore e vita” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Il cammino… (8)”). Le parole di Dio mi hanno dato fede e forza. A prescindere dal tipo di sofferenza o di prova da affrontare, dovevo fare affidamento sulla mia fede e rimanere salda nella mia testimonianza. Solo così avrei potuto essere perfezionata da Dio. Ho pensato alla sofferenza di Giobbe di fronte alla tentazione di Satana. Quando perse le sue vaste mandrie di bovini e pecore, le sue immense ricchezze e i figli, e aveva tutto il corpo coperto di piaghe dolorose, Giobbe continuò ad avere fede in Dio. Preferì maledire la propria carne piuttosto che lamentarsi di Lui e continuò a lodare il Suo nome, restando così saldo nella propria testimonianza, umiliando Satana e ricevendo l’approvazione e le benedizioni di Dio. La mia cattura e la persecuzione erano una tentazione di Satana, ma era anche Dio che mi metteva alla prova e mi testava. Dovevo seguire l’esempio di Giobbe e non lamentarmi di Dio, anche se ciò significava morire, e dovevo affidarmi a Dio per rimanere salda nella mia testimonianza e svergognare Satana. Da quel momento in poi, per quanto la polizia mi interrogasse, non ho proferito parola. Vedendo che non riuscivano a ottenere niente da me, hanno detto a un’altra squadra: “Trovate un modo per farla parlare, su questi documenti ci sono un bel po’ di soldi. Fatele confessare i dettagli sul denaro e sui leader della chiesa, Finché non parla, non chiuderà occhio!” La seconda squadra era composta da due giovani. Ognuno su un lato, si sono messi a darmi violenti pugni sulle spalle: volevano sapere chi fossero i leader della chiesa. Mi sentivo un po’ svenire, seduta su uno sgabello, tremavo tutta e non riuscivo a parlare. Non mollavano e continuavano a riempirmi di colpi. Dopo un po’ è entrato il capo dell’Ufficio per la Pubblica Sicurezza, digrignando i denti, e ha detto: “Non hai ancora confessato dopo tutto questo tempo? Chi ti ha dato i documenti finanziari della chiesa? Se non ce lo dici oggi, te la vedrai brutta!” Quelle parole mi hanno fatto battere forte il cuore e ho pregato rapidamente Dio: “Dio, sembra che non mi lascino andare. Non posso superare tutto questo da sola, voglio affidarmi a Te. Non importa come mi tortureranno, non sarò mai un giuda!” In quel momento, ho sentito improvvisamente lo stomaco agitarsi e ho iniziato a rimettere. Gli agenti, vedendo che stavo vomitando dappertutto, si sono allontanati. Ho colto l’occasione per afferrare dal tavolo i documenti sul numero di membri della chiesa e sulle sue finanze e li ho usati per pulirmi. Poi li ho gettati a terra e li ho calpestati per rovinarli: questo li ha fatti impallidire e si sono infuriati. In quel momento, il capo dell’Ufficio per la Pubblica Sicurezza ha ricevuto una telefonata: sua suocera era morta e lui doveva correre a casa, quindi sono stati costretti a interrompere l’interrogatorio. Sapevo che si trattava della protezione di Dio e Gliene ero profondamente grata. La polizia mi ha interrogata in totale otto volte, ma non hanno ottenuto alcuna informazione da me e così alla fine mi hanno mandata in una casa di reclusione.
In quella struttura, due poliziotte mi hanno portata in una stanzetta e mi hanno rimproverata: “Ti staccheremo la pelle, vecchia strega!” Poi hanno preso delle forbici e hanno tagliato ogni bottone dei miei vestiti. Quindi mi hanno spogliata e hanno buttato via le scarpe. Dopo l’ispezione, mi hanno fatto attraversare un cortile a piedi nudi fino a raggiungere un’altra stanza. Mi sono sentita completamente umiliata ed ero molto arrabbiata e angosciata, così ho continuato a pregare Dio. Ho pensato a un passo delle Sue parole: “È estremamente arduo per Dio attuare la Sua opera nella terra del gran dragone rosso, ma è attraverso tale difficoltà che Dio compie una fase della Sua opera, rendendo così manifesta la Sua saggezza e i Suoi meravigliosi atti, e usando quest’opportunità per rendere completo questo gruppo di persone. È proprio per mezzo della sofferenza delle persone, della loro levatura e di tutta l’indole satanica di chi vive in questa terra immonda, che Dio svolge la Sua opera di purificazione e di conquista, in modo che ciò Gli consenta di ottenere la gloria e di guadagnare coloro che testimonieranno i Suoi atti. Questo è l’intero significato di tutti i sacrifici che Dio ha fatto per questo gruppo di persone” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “L’opera di Dio è semplice come l’uomo la immagina?”). L’illuminazione delle parole di Dio mi ha fatto capire che l’essere catturata e umiliata implicava certamente una piccola sofferenza per la mia carne e un danno al mio orgoglio, ma si trattava di una sofferenza per amore della giustizia e per ottenere la verità e quindi era preziosa e significativa. Essere perseguitata mi aveva anche aiutata ad acquisire discernimento e a vedere più chiaramente la malvagità e la sfrontatezza del gran dragone rosso e sono arrivata ad aborrirlo e a rifiutarlo dal profondo del cuore. Pensando a questo, non mi sono più vergognata e ho deciso di rimanere salda nella mia testimonianza per svergognare Satana.
Dopo essere stata trattenuta per trenta giorni in quella struttura, la polizia mi ha accusata di “disturbo dell’ordine pubblico” e mi ha condannata a un anno di rieducazione attraverso il lavoro. Nel campo di lavoro, ero stipata insieme a 20 persone in una stanza di circa 10 metri quadrati e si iniziava ogni mattina alle 6.00. La polizia ci assegnava costantemente dei compiti e, se non li portavamo a termine, non potevamo né mangiare né dormire e ci toccava fare gli straordinari di notte. Che fosse giorno o meno, ogni volta che ci chiamavano per spostare qualcosa, dovevamo andare immediatamente, portare da soli fino al terzo piano oggetti di 60 o 70 chili e, se ci muovevamo con lentezza, la polizia ci urlava contro e ci rimproverava. Arrivata al secondo piano, non riuscivo più a muovermi, cadevo a ogni scalino e dovevo arrancare fino al terzo. Alla fine ero esausta, zuppa di sudore e con le gambe sempre più deboli; appena finito, prima ancora di riprendere fiato, ecco che c’erano immediatamente altre mansioni da svolgere. Ogni giorno lavoravo come se ne andasse della mia vita, temendo una punizione o un prolungamento della pena se non avessi completato i compiti assegnati; spesso mi venivano mal di testa e vertigini e in diverse occasioni ho rischiato di svenire. Dopo aver faticato tutto il giorno, la notte dovevo stare di guardia per due ore senza addormentarmi, né appoggiarmi al muro o muovermi liberamente e ogni violazione comportava punizioni e rimproveri. Quando finalmente arrivava il momento di dormire, anche il sonno era un tormento, perché eravamo in quattro a doverci strizzare in un letto largo un metro e io dovevo infilarmi in uno spazietto in cui riuscivo a malapena a stendermi, senza potermi girare né muovere, perché gli altri detenuti mi avrebbero urlato contro per qualsiasi movimento. Le gambe mi penzolavano fuori dal letto, in preda ai crampi per il freddo gelido. Avevo anche incubi frequenti in cui venivo catturata o interrogata e mi svegliavo sudando freddo. Avevamo sempre fame e, quando era ora di mangiare, quelli che credevano in Dio ricevevano solo cibo misero e poco sostanzioso, senza nemmeno una goccia d’olio. Nel campo di lavoro ogni giorno sembrava un anno. Quotidianamente mi chiedevo: “Quando finirà questo periodo buio e infelice?” Mi sentivo molto debole, così pregavo Dio. Pensavo a queste Sue parole: “Comunque Dio operi o qualunque sia il tuo ambiente, sei in grado di perseguire la vita e ricercare la verità, ricercare la conoscenza dell’opera di Dio, comprendere le Sue azioni, e di agire in armonia con la verità. Agire in questo modo significa avere una fede autentica, e agire in questo modo dimostra che non hai perso la fede in Dio. Solo se riesci a persistere nel perseguire la verità attraverso il raffinamento, se sei in grado di amare davvero Dio e di non maturare dubbi su di Lui; se, qualunque cosa Egli faccia, pratichi comunque la verità per soddisfarLo e sei in grado di ricercare in profondità le Sue intenzioni e averne riguardo: solo così puoi nutrire un’autentica fede in Dio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Coloro che devono essere resi perfetti devono essere sottoposti a raffinamento”). “Avete mai accettato le benedizioni che vi sono state date? Avete mai ricercato le promesse che vi sono state fatte? Sotto la guida della Mia luce romperete certamente la stretta delle forze dell’oscurità. Nel mezzo delle tenebre, sicuramente non perderete la guida della Mia luce. Sarete di certo i padroni di tutto il creato. Sarete senz’altro vincitori davanti a Satana. Alla caduta del regno del gran dragone rosso, sicuramente vi leverete tra le innumerevoli moltitudini come prova della Mia vittoria. Rimarrete senza dubbio saldi e incrollabili nella terra di Sinim. Per le sofferenze che sopportate, erediterete le Mie benedizioni e irradierete di certo la Mia gloria nell’intero universo” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 19”). Le parole di Dio mi hanno davvero confortata e incoraggiata. Un vincitore è colui che, in mezzo a persecuzioni e tribolazioni, riesce comunque a praticare la verità, avere la meglio su Satana e rendere testimonianza a Dio. Io, invece, ero diventata negativa e debole di fronte a una piccola sofferenza. Come potevo avere la meglio su Satana in quel modo? Saper subire certe avversità e avere l’opportunità di rendere testimonianza a Dio era l’esaltazione di Dio e la Sua benedizione su di me. Tenendo a mente questo, sentivo che quella sofferenza era preziosa e significativa ed ero disposta a sottomettermi e ad affidarmi a Dio per sperimentarlo. Così, confidando nella preghiera e nella guida delle parole di Dio, sono riuscita a superare un anno di prigionia. Al momento di lasciare il campo di lavoro, ero dimagrita di una quindicina chili e recavo i segni della prigionia sulle mani.
Dopo il mio rilascio, il Partito comunista non ha allentato la sorveglianza su di me e ha piazzato un informatore nel villaggio solo per sorvegliarmi, per vedere se credevo ancora in Dio o se partecipavo alle riunioni. Vivevo come confinata dentro la cornice di un quadro, senza poter partecipare alle riunioni né predicare il Vangelo, così non avevo altra scelta che uscire di casa per svolgere i miei doveri. In quegli anni, spesso gli agenti del commissariato venivano a casa per interrogare mio marito sui miei spostamenti e frequentemente chiamavano mio figlio e mia nuora, esortandoli a venirmi a cercare. Un giorno mia nuora mi ha incontrata per strada e ha insistito perché andassi a casa con lei. Quando siamo arrivate, mio figlio, con le lacrime agli occhi, mi ha detto: “La polizia continua a chiamare quando non sei in casa, non abbiamo mai pace! Sappiamo che la tua fede in Dio è una cosa buona, ma il Partito comunista la osteggia e, se continui a credere in Dio, non permetterà ai nostri figli di andare a scuola e la nostra vita diventerà insopportabile. Devi scegliere: il tuo Dio o questa famiglia?” Di fronte alle sue parole, ho pensato: “Se continuo a credere in Dio e a predicare il Vangelo, il rapporto con mio figlio e mia nuora andrà a rotoli e non si prenderanno cura di me in futuro. Cosa farò quando sarò vecchia?” Ho pregato Dio nel mio cuore. In quel momento, ho pensato a queste Sue parole: “Quando Dio e Satana combattono nel regno dello spirito, in che modo dovresti soddisfare Dio e in che modo dovresti rimanere saldo nella tua testimonianza a Lui? Devi sapere che tutto ciò che ti accade è una grande prova ed è quello il momento in cui Dio ha bisogno che tu dia testimonianza” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solo amare Dio vuol dire credere veramente in Dio”). Attraverso le parole di Dio, ho compreso la Sua intenzione. Le circostanze che stavo affrontando erano una prova e dovevo stare dalla parte di Dio e soddisfarLo. Mio figlio e mia nuora mi perseguitavano e mi ostacolavano, ma il vero colpevole era il Partito comunista, che cercava di usare quei trucchi per costringermi a tradire Dio. Non potevo permettere che i piani di Satana andassero a buon fine e dovevo affidarmi a Dio per rimanere salda nella mia testimonianza e svergognare Satana. Non importa come sarà la mia vita o se mio figlio si prenderà cura di me, è tutto nelle mani di Dio e sono disposta ad affidarmi a Lui per sperimentarlo. Sapevo che in casa non potevo praticare la mia fede e svolgere i doveri, così ho trovato un modo per andarmene e continuare a svolgerli.
Il gran dragone rosso mi perseguita da molti anni: più mi dà la caccia, più lo odio e lo ripudio dal profondo del cuore e più rimango salda nella fede, seguo Dio e svolgo i miei doveri. Dio sia lodato!