13. Ho smesso di esaltarmi e non mi pavoneggio più

di Yixin, Cina

Nel 2021 sono diventata supervisore del lavoro del Vangelo. Poiché avevo già avuto qualche esperienza nella predicazione del Vangelo e avevo ottenuto qualche risultato, ho pensato che sarei stata molto adatta a questo dovere. Ho visto dei fratelli e sorelle che stavano cominciando a esercitarsi nella predicazione del Vangelo, così li ho guidati e aiutati. Con mia grande sorpresa, dopo aver condiviso su alcune verità relative a certe nozioni religiose, i fratelli e le sorelle hanno iniziato a elogiarmi, dicendo che avevo parlato in modo comprensibile e chiaro. Ho pensato tra me e me: “Ho detto a stento qualche parola e già sentite di aver guadagnato molto. Se continuo a condividere, farò ancora più colpo su di voi”. In seguito, la leader mi ha chiesto anche di parlare delle mie esperienze di predicazione del Vangelo, e ha persino consegnato dei sermoni sulla predicazione del Vangelo che avevo scritto ai fratelli e alle sorelle come riferimento. Questo mi ha fatta sentire ancora più speciale e, prima di rendermene conto, il mio ego mi è sfuggito di mano e ho cominciato a pensare di essere davvero migliore degli altri fratelli e sorelle. A volte, per dimostrare che ne sapevo di più di loro, facevo di tutto per fare domande difficili; quando non riuscivano a rispondere condividevo ulteriormente e, così facendo, erano arrivati ad ammirarmi ancora di più.

Una volta, durante una riunione, Zhang Jie ha detto: “Persone di altre confessioni hanno parecchie nozioni e non so come condividere su di esse”. Un altro fratello ha detto: “Alcune persone religiose credono ciecamente a delle voci infondate, e anche se siamo in grado di confutarne alcune, non riusciamo comunque a fare una condivisione chiara”. Vedendo i fratelli e le sorelle in difficoltà, ho pensato tra me e me: “Non capite proprio nulla. Se ci sono delle nozioni, basta condividere su di esse, e se ci sono delle voci infondate, è sufficiente confutarle. Cosa c’è di così difficile? A quanto pare, dovrò condividere con voi sulle mie esperienze di predicazione del Vangelo per mostrarvi di che si tratta”. Così ho detto loro: “Affrontare le difficoltà nella predicazione del Vangelo è proprio la cosa che ci forma. Non solo ci costringe a dotarci della verità, ma ci aiuta anche a imparare a usare la verità per risolvere le varie nozioni religiose. Inoltre, la predicazione del Vangelo richiede la volontà di soffrire; come possiamo vedere le benedizioni di Dio se non soffriamo? Come in un’occasione, al tempo della mia predicazione del Vangelo, prima avevo imparato le nozioni che avevano i potenziali destinatari del Vangelo, poi avevo cercato e riflettuto sulle parole di Dio pertinenti: così, realmente soffrendo e pagando un prezzo, in poco più di un mese abbiamo convertito centinaia di persone. Ho visto effettivamente che quella era una benedizione di Dio e mi sentivo proprio felice. Abbiamo fatto riunioni e condivisione con i potenziali destinatari del Vangelo perfino il giorno di Capodanno. In seguito, quando i leader di quelle confessioni sono andati in giro per creare disturbo, abbiamo condiviso sulla verità, irrigato e sostenuto i potenziali destinatari del Vangelo. Quando abbiamo incontrato questi leader confessionali, non abbiamo avuto paura e abbiamo dibattuto con loro, al punto che alla fine se ne sono andati con la coda tra le gambe, mentre i potenziali destinatari del Vangelo sono diventati ancora più sicuri dell’opera di Dio degli ultimi giorni”. Vedevo che i fratelli e le sorelle ascoltavano tutti attentamente con gli occhi sgranati, alcuni addirittura mi hanno lodata, dicendo: “Convertire così tante persone in un mese è incredibile!” Per far sì che i fratelli e le sorelle mi apprezzassero ancora di più e mi considerassero davvero eccezionale, ho ricominciato a mettermi in mostra dicendo: “Una volta ho persino convertito un segretario comunale. All’inizio ho pensato: ‘È un uomo di alto livello, mi ascolterà?’ Ma quando gli ho predicato ho scoperto che, sebbene avesse uno status elevato, gli mancava la verità e ha ammirato tutto ciò di cui avevo parlato. In seguito, lui e decine di fedeli della sua chiesa hanno accettato il Vangelo!” I fratelli e le sorelle mi guardavano tutti con approvazione negli occhi e qualcuno ha detto: “Sei davvero grande! Sei riuscita a convertire persino un segretario comunale! Noi non potremmo mai farlo; siamo così indietro rispetto a te!” Altri hanno anche detto: “Quando saremo in grado di predicare il Vangelo bene come te?” Dopo un po’, ho notato che alcuni fratelli e sorelle non avevano più paura di predicare il Vangelo, e che avevano persino l’audacia di predicare a potenziali destinatari del Vangelo di altre confessioni. Mi sono sentita molto felice e ho provato un grande senso di realizzazione.

Da allora, ogni volta che i fratelli e le sorelle incontravano problemi o difficoltà nella predicazione del Vangelo, venivano da me e io rispondevo a ognuno di loro. Col tempo, i fratelli e le sorelle avevano sviluppato una forte dipendenza da me. Ricordo che una volta i fratelli e le sorelle avevano incontrato il predicatore di una confessione, ma poiché temevano di non essere in grado di risolvere adeguatamente le tante nozioni del predicatore, si erano persi d’animo. Alcuni di loro sono persino venuti in auto da me e mi hanno chiesto di andare con loro. Ho pensato tra me e me: “Hanno fatto tutta questa strada solo per trovarmi, il mio prestigio nei loro cuori dev’essere proprio alle stelle. È una cosa buona o cattiva?” Mi sono sentita un po’ a disagio e ho pensato: “Mi adorano e mi guardano con ammirazione? Se continua così, non finirò per portare tutti i fratelli e le sorelle dinanzi a me? Ma se fosse davvero così, offenderei l’indole di Dio!” Però poi ho pensato: “Se non guido i fratelli e le sorelle nella predicazione del Vangelo, non saranno in grado di farlo da soli, quindi questo non è forse a vantaggio del lavoro del Vangelo?” Quando l’ho pensato, l’inquietudine nel mio cuore è subito scomparsa, così sono andata con i fratelli e le sorelle a predicare il Vangelo a questo predicatore. Tuttavia, con nostra grande sorpresa, dopo aver guidato e girato tutto il giorno, non l’abbiamo trovato da nessuna parte. Avevamo messo in campo così tanti lavoratori e così tante risorse, ma non avevamo nulla tra le mani. In quel periodo, il lavoro del Vangelo non mostrava i risultati sperati e io mi sentivo parecchio negativa, preoccupata di ciò che i fratelli e le sorelle avrebbero pensato di me se la cosa fosse andata avanti così. Avrebbero detto che avevo solo il titolo di supervisore, ma non la sostanza? Io non sapevo quale fosse l’origine del problema, quindi volevo trovare qualcuno con cui parlare. Però poi ho pensato: “Sono un supervisore; cosa penseranno di me i fratelli e le sorelle se condivido con loro sul mio stato? Non direbbero che non ho statura? Se diventassi anch’io negativa, come potrò seguire il loro lavoro? Lasciamo perdere, è meglio non dire nulla, farò una preghiera a Dio e risolverò tutto da me”. In questo modo ho soffocato l’oppressione che avevo in cuore e ho mostrato coraggio di fronte ai fratelli e alle sorelle, continuando a darmi delle arie con loro.

Un giorno, una sorella mi ha detto di aver incontrato un potenziale destinatario del Vangelo e mi ha chiesto di andare a predicarglielo. Un’altra sorella ha aggiunto che un potenziale destinatario del Vangelo che conosceva era disposto ad approfondire l’opera di Dio degli ultimi giorni, chiedendomi quando potevo andare a predicare da lui. Sentire questo mi ha resa felice e ho pensato che se avessi potuto convertire tutti questi potenziali destinatari, il lavoro del Vangelo avrebbe mostrato dei miglioramenti. Tuttavia, proprio quando stavo per partire in quarta, la sorella che mi ospitava è stata improvvisamente arrestata dalla polizia, e per poco non sono stata catturata anch’io. A quel punto, non mi restava che nascondermi in casa e non uscire a predicare il Vangelo. La notte mi giravo e rigiravo nel letto senza riuscire ad addormentarmi, pensando tra me e me: “Questa situazione è accaduta con il permesso di Dio: ho forse offeso la Sua indole in qualche modo? Ora che tutti i fratelli e le sorelle mi rispettano e mi ammirano, li ho realmente portati dinanzi a me?” Prima di avere il tempo di riflettere, però, sono stata trasferita al dovere basato sui testi. È stato solo il giorno in cui ho letto due documenti sull’espulsione degli anticristi e ho visto che molti dei loro comportamenti erano tanto simili ai miei, che mi sono resa conto della gravità del problema. Mi sono subito presentata davanti a Dio in preghiera: “Dio, l’espulsione di questi anticristi è un avvertimento per me, devo riflettere bene su me stessa. Ti prego, illuminami e guidami, in modo che possa davvero conoscere me stessa e fare ammenda per tempo”. Dopo aver pregato, ho cercato le parole di Dio che espongono come le persone esaltano e testimoniano sé stesse.

Dio Onnipotente dice: “Di solito, come fanno le persone a esaltare e testimoniare sé stesse? Come raggiungono l’obiettivo di far sì che si abbia di loro un’alta opinione e che le si adori? Dichiarano quanto lavoro abbiano svolto, quanto abbiano sofferto, quanto si siano spese e quale sia il prezzo che hanno pagato. Per esaltarsi parlano del loro capitale, che dà loro un posto più alto, saldo e sicuro nella mente degli uomini, affinché più persone le apprezzino, ne abbiano un’elevata considerazione, le stimino e addirittura le adorino, le ammirino e le seguano. Per raggiungere questo obiettivo, le persone fanno molte cose che all’apparenza testimoniano Dio, ma sostanzialmente esaltano e testimoniano sé stesse. È ragionevole agire in questo modo? Sono al di là dell’ambito della razionalità e non hanno vergogna, ovvero testimoniano spudoratamente ciò che hanno fatto per Dio e quanto abbiano sofferto per Lui. Ostentano persino le loro doti, i loro talenti, la loro esperienza, le loro competenze speciali, le loro abili tecniche per i rapporti mondani, i mezzi che usano per giocare con gli altri, e così via. Il loro metodo di esaltare e testimoniare sé stesse consiste nel mettersi in mostra e nello sminuire gli altri. Tendono anche a camuffare e imbellettare sé stesse, nascondendo debolezze, difetti e mancanze alle persone, affinché gli altri vedano soltanto la loro genialità. Non osano neppure dire agli altri quando si sentono negative; non hanno il coraggio di aprirsi e di condividere con loro e, quando commettono un errore, fanno il possibile per nasconderlo e insabbiarlo. Non menzionano mai i danni che hanno causato al lavoro della chiesa mentre svolgevano il loro dovere. Quando hanno dato un contributo secondario o ottenuto un piccolo successo, tuttavia, si affrettano a ostentarlo. Non vedono l’ora di far sapere a tutto il mondo quanto siano capaci, quanto sia alta la loro levatura, quanto siano eccezionali e quanto siano migliori delle persone comuni. Questo non è forse un modo per esaltare e testimoniare sé stessi?(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 4: Esaltano e testimoniano sé stessi”). “Un altro metodo di cui si serve un anticristo per fuorviare e controllare le persone consiste nel mettersi costantemente in mostra e farsi conoscere da tutti, far conoscere a più persone i suoi contributi alla casa di Dio. Per esempio potrebbe dire: ‘In passato ho inventato dei metodi per predicare il Vangelo, e questo ha migliorato l’efficacia della predicazione del Vangelo. Attualmente anche altre chiese stanno adottando questi metodi’. In realtà, varie chiese hanno accumulato un bel po’ di esperienza nella predicazione del Vangelo, ma l’anticristo si vanta continuamente delle sue giuste decisioni e dei suoi risultati, informandone le persone, enfatizzandoli e ripetendoli ovunque vada fino a quando tutti lo sanno. Qual è il suo obiettivo? Costruire la propria immagine e la propria fama, ottenere elogi, sostegno e ammirazione da più persone e far sì che si rivolgano a lui per ogni cosa. Questo non raggiunge forse l’obiettivo dell’anticristo di fuorviare e controllare le persone? La maggior parte degli anticristi agisce in questo modo, assumendo il ruolo di fuorviare, intrappolare e controllare le persone. La maggior parte degli individui, a prescindere dalla chiesa, dal gruppo sociale o dall’ambiente di lavoro, tutte le volte che appare un anticristo, comincia inconsciamente a adorarlo e guardarlo con ammirazione. Tutte le volte che le persone incontrano difficoltà in cui si sentono confuse e hanno bisogno di qualcuno che fornisca loro una guida, soprattutto in situazioni critiche, quando è necessario prendere una decisione, pensano all’anticristo dotato di talento. Credono in cuor loro: ‘Se solo fosse qui, andrebbe tutto bene. Solo lui può dare il consiglio e i suggerimenti per aiutarci a superare questa difficoltà; ha il maggior numero di idee e soluzioni, le sue esperienze sono le più ricche e la sua mente è la più agile’. Il fatto che queste persone possano adorare l’anticristo a tal punto non è forse direttamente collegato al suo modo abituale di mettersi in mostra, di esibirsi e di pavoneggiarsi? […] In ogni caso essi hanno una serie di metodi per controllare le persone e non esitano a investire tempo ed energia per gestire il loro prestigio e la loro immagine nel cuore altrui, con l’obiettivo finale di ottenere il controllo sugli altri. Cosa fa un anticristo prima di raggiungere questo obiettivo? Qual è il suo atteggiamento nei confronti del prestigio? Non si tratta di simpatia o invidia normali, ma di un piano a lungo termine, di un’intenzione deliberata di ottenerlo. Attribuiscono particolare importanza al potere e al prestigio e considerano quest’ultimo un prerequisito per il raggiungimento dell’obiettivo di fuorviare e controllare le persone. Una volta raggiunto il prestigio, godere di tutti i suoi vantaggi è una cosa naturale. Perciò la capacità di un anticristo di fuorviare e controllare le persone è il risultato di una gestione diligente. Non è assolutamente un cammino intrapreso per caso; tutto ciò che gli anticristi fanno è intenzionale, premeditato e attentamente calcolato. Per loro l’ottenimento del potere e il raggiungimento del loro obiettivo di controllare le persone è il premio, è l’esito che più desiderano. Il loro perseguimento del potere e del prestigio è motivato, intenzionale, deliberato e faticosamente gestito; cioè, quando parlano o agiscono, hanno un forte senso dello scopo e dell’intenzione, e il loro obiettivo è definito in modo particolare(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 5: Fuorviano, adescano, minacciano e controllano gli altri”). Dio espone che gli anticristi usano vari metodi per vantarsi e testimoniare sé stessi, perché la gente li adori e li ammiri nonché per raggiungere il loro obiettivo di fuorviare e controllare le persone. Quando ho confrontato tutto questo con il mio comportamento, ho capito che era lo stesso di un anticristo. Per stabilire il mio prestigio e la mia buona immagine tra fratelli e sorelle e far sì che mi ammirassero e rispettassero, anch’io cercavo ogni occasione per ostentare i miei meriti e il mio capitale nella predicazione del Vangelo. Volevo che i fratelli e le sorelle vedessero quanto mi ero data pena per predicare il Vangelo, quanto ero esperta e capace e quanto avevo contribuito al lavoro della chiesa. Quando mi riunivo con i fratelli e le sorelle, per far sapere loro quanto ne capissi, facevo domande difficili per metterli alla prova e, quando non riuscivano a rispondere, condividevo con loro per evidenziare la mia comprensione della verità e per farmi ammirare. Quando i fratelli e le sorelle incontravano delle difficoltà, mettevo in evidenza quanto avevo penato e pagato un prezzo, quante persone avevo convertito predicando il Vangelo, quanto avevo discusso con i leader di altre confessioni, e mi vantavo anche delle persone importanti che avevo convertito. Facendo così, volevo che i fratelli e le sorelle sentissero che avevo dato un contributo significativo al lavoro del Vangelo, in modo che mi adorassero ancora di più. Ho usato la mia esperienza per istruire i fratelli e le sorelle su cosa fare, e questo ha fatto sì che venissero da me ogni volta che avevano un problema o una difficoltà. Facevano persino lunghi viaggi cercandomi per predicare il Vangelo, insistendo perché andassi con loro, come se senza di me nessuno potesse predicare il Vangelo. Andando avanti così, non avrei portato le persone dinanzi a me? Non era proprio così che facevano gli anticristi? Non c’era da stupirsi che il lavoro del Vangelo non stesse dando alcun risultato: era da tempo che ero sul cammino sbagliato e andavo contro Dio. Perché avrebbe dovuto benedirmi o guidarmi? Dio era già arrivato a detestarmi! Eppure, anche in quello stato, non pensavo a riflettere su me stessa, e anche quando mi sentivo negativa e oppressa, non avevo il coraggio di aprirmi con i fratelli e le sorelle per paura di rovinare la buona immagine che avevano di me. Continuavo a sforzarmi di fingere, mostrando solo il mio lato buono e nascondendo quello cattivo. Quanto ero ipocrita! Più ci pensavo e più mi spaventavo: com’ero arrivata a percorrere il cammino dell’anticristo senza nemmeno rendermene conto? Quale indole aveva causato tutto questo? A questo punto, mi sono rivolta a Dio in preghiera, chiedendoGli di illuminarmi e guidarmi per comprendere la mia natura essenza.

In seguito, ho guardato un video di testimonianza esperienziale dov’era citato un passaggio delle parole di Dio che mi ha dato un’idea della mia natura corrotta. Dio Onnipotente dice: “Da quando gli esseri umani sono stati corrotti da Satana, la loro natura ha iniziato a degenerare, e gradualmente hanno perso la ragione che le persone normali possiedono. Oggi le persone non agiscono più da esseri umani secondo la posizione dell’uomo, anzi sono colme di desideri smodati; sono andate oltre la posizione dell’uomo, eppure anelano comunque a qualcosa di ancor più elevato. A cosa si riferisce questo ‘più elevato’? Desiderano superare Dio, superare i cieli, superare tutto il resto. Che cosa c’è alla radice del perché le persone rivelano una simile indole? In fin dei conti, la natura dell’uomo è oltremodo arrogante. […] Una volta che le persone hanno sviluppato una natura e un’essenza arroganti, spesso possono ribellarsi e opporsi a Dio, non prestare attenzione alle Sue parole, generare nozioni riguardo a Lui, fare cose che Lo tradiscono e che esaltano e testimoniano le persone stesse. Tu dici di non essere arrogante, ma supponiamo che ti venga assegnata una chiesa e ti sia concesso di guidarla; supponiamo che Io non ti abbia potato e che nessuno della famiglia di Dio ti abbia criticato o aiutato: dopo averla guidata per un certo periodo, condurresti le persone ai tuoi piedi e le indurresti a obbedirti, persino ad ammirarti e riverirti. E perché faresti così? Sarebbe determinato dalla tua natura; non sarebbe altro che una rivelazione naturale. Non hai alcun bisogno di impararlo da altri, né c’è bisogno che siano altri a insegnartelo. Non hai bisogno che altri ti istruiscano o ti costringano a farlo; questo genere di situazione capita in modo naturale. Ogni cosa che fai è per indurre le persone a esaltarti, lodarti, venerarti, obbedirti, e ad ascoltarti in tutte le cose. Permetterti di essere un leader porta naturalmente a questa situazione, e non si può cambiare in alcun modo. E come si verifica questa situazione? È determinata dalla natura arrogante dell’uomo(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Una natura arrogante è alla radice dell’opposizione dell’uomo a Dio”). Dalle parole di Dio, ho capito che le persone riescono a vantarsi e a testimoniare sé stesse facendo cose che sono in opposizione a Dio, e che questo è determinato da una natura arrogante. Riflettendo sulle mie azioni e sul mio comportamento, ho capito che affidandomi alla mia poca, passata esperienza di predicazione del Vangelo, e conoscendo la Bibbia un po’ meglio di certi fratelli e sorelle, avevo acquisito una percezione eccessiva delle mie capacità ed ero arrivata a sentirmi qualcosa di speciale, il che mi faceva desiderare di mettermi in mostra e darmi arie. Dopo aver ottenuto qualche risultato nella predicazione del Vangelo e aver guadagnato un po’ di gente, ero diventata così arrogante da aver perso la giusta percezione di me stessa, vantandomi con tutti quelli che mi circondavano e col desiderio che tutto il mondo sapesse dei miei successi. Come ho potuto essere così arrogante e irragionevole? La verità è espressa da Dio, e anche potendo avere un po’ di luce quando mi riunivo con i fratelli e le sorelle e condividevo sulle parole di Dio, quella luce era dovuta alla Sua illuminazione. Per quanto avessi una certa esperienza nella predicazione del Vangelo, è stato Dio a predisporre prima le circostanze affinché mi formassi e accumulassi quell’esperienza, non è stato perché avevo capacità o abilità speciali. E poi, non erano stati donati da Dio anche il mio intelletto e la mia eloquenza? Eppure io ho preso i risultati ottenuti grazie all’opera di Dio come se fossero miei e me ne sono vantata dappertutto, facendo sì che la gente mi adorasse e mi ammirasse. Ero davvero spudorata e completamente priva di consapevolezza di me stessa! Pensavo a come la grazia di Dio mi aveva permesso di diventare supervisore, e che questo serviva ad aiutare i fratelli e le sorelle a imparare a condividere sulla verità per eliminare le nozioni religiose, e a imparare anche a testimoniare l’opera di Dio degli ultimi giorni e portare al cospetto di Dio altre persone amanti della verità. Ma io ho usato il mio dovere per vantarmi e mettermi in mostra, facendo sì che le persone mi adorassero e mi guardassero con ammirazione, e questo ha seriamente disturbato e intralciato il lavoro del Vangelo. Le mie azioni e il mio comportamento meritavano proprio di essere maledetti e puniti da Dio! Quegli anticristi sono stati espulsi perché si erano costantemente vantati e avevano testimoniato sé stessi, avevano cercato di costruire i propri regni e avevano offeso gravemente l’indole di Dio, di conseguenza erano stati espulsi dalla chiesa. Se non mi fossi pentita, avrei fatto la stessa fine di quegli anticristi, perché questa era una strada senza ritorno, condannata e maledetta da Dio. Rendendomi conto di tutto ciò, ho provato sempre più disgusto verso me stessa e sono arrivata a odiarmi.

Poi ho letto un altro passo delle parole di Dio: “L’identità, l’essenza e l’indole di Dio sono nobili e onorevoli, eppure Egli non Si mette mai in mostra. Dio è umile e nascosto, e così la gente non vede ciò che ha fatto ma, mentre Egli opera nell’anonimato, il genere umano è costantemente sostenuto, nutrito e guidato, e tutto questo è disposto da Dio. Non è forse nascondimento e umiltà il fatto che Dio non dichiara mai queste cose, che non le menziona mai? Dio è umile proprio perché è in grado di fare queste cose senza dichiararle né farne menzione, senza discuterne con gli uomini. Che diritto hai di parlare di umiltà quando sei incapace di tutto questo? Tu non hai fatto nessuna di queste cose, eppure insisti a prendertene il merito: questo si chiama essere spudorati. Guidando l’umanità, Dio compie un’opera eccelsa, ed Egli governa l’intero universo. La Sua autorità e il Suo potere sono così vasti, eppure Egli non ha mai detto: ‘Il Mio potere è straordinario’. Egli rimane nascosto tra tutte le cose, governando tutto, nutrendo e sostentando il genere umano, permettendo a tutta l’umanità di perpetuarsi, generazione dopo generazione. Prendi l’aria e la luce del sole, per esempio, o tutte le cose materiali necessarie per l’esistenza umana sulla terra: tutte fluiscono senza sosta. Che Dio provveda all’uomo è fuori discussione. Se Satana facesse qualcosa di buono, lo passerebbe mai sotto silenzio e rimarrebbe un eroe non celebrato? Mai. Lo stesso vale per la presenza, nella chiesa, di anticristi che in precedenza si sono assunti un compito pericoloso, che hanno fatto delle rinunce e sopportato sofferenze, che magari sono anche andati in prigione; e ci sono anche alcuni che in passato hanno contribuito a un qualche aspetto del lavoro della casa di Dio. Costoro non dimenticano mai queste cose, pensano di meritarne credito per tutta la vita, le ritengono il loro capitale di una vita intera, il che dimostra quanto insignificanti siano le persone! Le persone sono davvero insignificanti, e Satana è uno spudorato(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 7: Sono malvagi, insidiosi e propensi all’inganno (Parte seconda)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho provato una profonda vergogna. Il Dio incarnato Si nasconde umilmente tra gli uomini corrotti, portando avanti in silenzio l’opera di salvezza dell’umanità, irrigandoci e fornendoci tutte le verità di cui abbiamo bisogno, ma Dio non lo proclama mai all’umanità né si prende il merito delle cose che fa. Invece, quanto a me, io non sono nulla, ma dopo aver convertito un po’ di persone con la predicazione del Vangelo, aver fatto qualche esperienza nel lavoro del Vangelo e riuscendo a ripetere a pappagallo un po’ di parole e dottrine, ho pensato di essere chissà chi. Pretendevo di considerare questi risultati come il capitale e la conquista della vita, vantandomene ovunque andassi, e volevo che tutto il mondo lo sapesse. Ero proprio senza cervello e senza vergogna!

Più tardi mi sono chiesta: “Come posso evitare di vantarmi e di testimoniare me stessa?” Durante le mie devozioni spirituali, ho letto due passi delle parole di Dio: “Allora, quale modo di agire non rientra nell’esaltare e testimoniare sé stessi? Se ti metti in mostra e testimoni te stesso relativamente ad una certa questione, otterrai il risultato di far sì che alcune persone abbiano un’alta considerazione di te e ti adorino. Ma se ti metti a nudo e condividi ciò che sai di te riguardo alla stessa questione, allora la natura di ciò che stai facendo è diversa. Non è forse vero? Mettersi a nudo per parlare della propria conoscenza di sé è qualcosa che l’umanità normale dovrebbe essere in grado di fare. È una cosa positiva. Se veramente conosci te stesso e parli del tuo stato in modo accurato, genuino e preciso; se parli di una conoscenza che è completamente basata sulle parole di Dio; se coloro che ti ascoltano vengono edificati e ne traggono beneficio; se testimoni l’opera di Dio e Lo glorifichi, questo vuol dire testimoniare Dio. Se mentre ti stai mettendo a nudo parli spesso dei tuoi punti di forza, di come hai sofferto e pagato un prezzo, e sei rimasto saldo nella tua testimonianza, e di conseguenza gli altri hanno un’alta opinione di te e ti adorano, allora questo vuol dire testimoniare sé stessi. Devi essere in grado di riconoscere la differenza tra questi due comportamenti. Ad esempio, spiegare quanto sei stato debole e negativo di fronte alle prove, e come, dopo aver pregato e cercato la verità, hai finalmente compreso le intenzioni di Dio, hai ottenuto la fede, e sei rimasto saldo nella tua testimonianza, questo vuol dire esaltare e testimoniare Dio. Non ha nulla a che vedere con il mettersi in mostra e testimoniare te stesso. Pertanto, che tu ti metta in mostra e testimoni te stesso oppure no dipende principalmente dal fatto che tu stia parlando o meno delle tue esperienze reali, e che tu raggiunga o meno l’effetto di testimoniare Dio; è anche necessario esaminare quali sono le tue intenzioni e i tuoi obiettivi quando parli della tua testimonianza esperienziale. In questo modo ti sarà facile discernere il tipo di comportamento che stai tenendo(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 4: Esaltano e testimoniano sé stessi”). “Quando rendete testimonianza a Dio, dovreste soprattutto parlare di come Egli giudica e castiga le persone, e di quali prove usa per affinarle e cambiarne l’indole. Dovreste parlare anche di quanta corruzione è stata rivelata nella vostra esperienza, di quanto avete sofferto, di quante cose avete fatto per opporvi a Dio e di come Egli vi ha infine conquistati. Parlate di quanta vera conoscenza avete dell’opera di Dio e di come dovete rendere testimonianza per Lui e ripagarLo del Suo amore. Dovete parlare questo tipo di linguaggio in modo più pratico, esprimendovi contemporaneamente in maniera semplice. Non parlate di teorie vuote. Parlate in modo più concreto; parlate con il cuore. È così che dovreste sperimentare le cose. Non armatevi di teorie vuote, apparentemente profonde, solo per mettervi in mostra; questo comportamento vi fa apparire molto arroganti e irragionevoli. Dovreste parlare maggiormente delle cose reali tratte dalle vostre esperienze effettive, e parlare di più dal cuore; questa è la cosa che reca maggiore beneficio agli altri ed è quanto di più adeguato possano vedere(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo perseguendo la verità si può conseguire un cambiamento di indole”). Dalle parole di Dio ho capito che per evitare di vantarsi e di testimoniare sé stessa, una persona deve aprirsi di più, rivelare a tutti il proprio vero io e condividere onestamente sulla corruzione e sulle debolezze che lei mette a nudo, sulla comprensione di sé stessa e, infine, sul modo in cui pratica la verità per risolvere i problemi. Deve condividere su tutte queste cose apertamente, e non deve assolutamente nascondere nulla. Capito questo, mi sono aperta ai fratelli e alle sorelle, dicendo: “Quando svolgevamo i nostri doveri insieme, mi vantavo sempre e mi mettevo in mostra, parlando di quante persone avevo guadagnato predicando il Vangelo e di quali contributi avevo dato al lavoro evangelico, nella speranza che tutti voi mi adoraste e ammiraste. Ora capisco che non stavo affatto facendo il mio dovere, ma stavo compiendo il male! La verità è espressa da Dio. Stavo solo condividendo un po’ della mia comprensione e della mia interpretazione, quindi cosa avevo da vantarmi? Eppure facevo in modo che la gente mi rispettasse e mi ammirasse. Ero ossessionata dal prestigio e decisamente arrogante!” Sentendo questo, una sorella ha detto: “Sì, noi ti ammiravamo davvero”. Anche un fratello che aveva lavorato con me in passato ha detto: “In quel periodo molte persone ti ammiravano e io mi sentivo una nullità”. Mi sono sentita un po’ turbata e ho detto: “Sono stata proprio un’ipocrita, mostrando solo il mio lato buono, e in verità, quando il lavoro non dava risultati, diventavo piuttosto negativa, ma non osavo dire nulla perché temevo che mi avreste guardata tutti dall’alto in basso”. Abbiamo parlato a lungo e, successivamente, ho sentito un senso di liberazione nel mio cuore. Da allora, ogni volta che ho interagito con i fratelli e le sorelle, ho iniziato concentrandomi sull’esame delle mie intenzioni e delle mie rivelazioni, e ogni volta che mi veniva voglia di pavoneggiarmi, mi sono subito ribellata a questa cosa e mi sono corretta, con l’intenzione di esaltare Dio e renderGli testimonianza. Quando ho condiviso durante le riunioni, non ho più nascosto le cose e ho rivelato a tutti il mio vero io. Quando i fratelli e le sorelle hanno incontrato problemi, mi sono concentrata sulla ricerca delle parole di Dio per la condivisione, incoraggiandoli a pregare di più Dio e affidarsi a Lui. Praticando in questo modo, i fratelli e le sorelle ne hanno tratto beneficio e ne sono stati edificati, e io ho sentito pace e sicurezza nel mio cuore.

A ripensarci adesso, se non avessi letto il materiale sull’espulsione degli anticristi, non avrei saputo riflettere e conoscere me stessa. Sono state queste circostanze predisposte da Dio a fermare in tempo i miei passi verso il male. In futuro, praticherò esaltando Dio e rendendoGli testimonianza in ogni cosa, mi concentrerò sul perseguimento della verità e sulla riflessione su me stessa, e mi ergerò in piena coscienza nella posizione di essere creato, svolgendo bene il mio dovere.

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