30. Ora ho il coraggio di affrontare i miei problemi
Un giorno di settembre del 2023, ho ricevuto una lettera in cui i leader superiori affermavano che i risultati di vari aspetti del lavoro della nostra chiesa erano stati scarsi e ci chiedevano in che modo avessimo approfondito il lavoro e quali problemi fossero stati individuati in ambiti quali il lavoro del Vangelo, quello di purificazione e quello basato sui testi. Ci hanno anche chiesto come avessimo affrontato tali questioni e in base a quali piani intendevamo procedere. Leggendo le domande nella lettera, ho pensato: “Io sono responsabile soprattutto di approfondire alcuni dei lavori sui quali i leader stanno facendo domande, ma lo stato in cui sto vivendo indulge nella comodità. Ogni volta che penso di svolgere un lavoro dettagliato o di risolvere problemi reali, e che ciò mi richiederebbe di ricercare la verità, sforzarmi e riflettere, e considero tutta la capacità mentale che ci vorrebbe, mi sento riluttante a sprecare sforzi ed energie per risolvere queste cose. Mi accontento semplicemente di approfondire e incentivare i progressi dei vari aspetti del lavoro e raramente esamino compiti dettagliati. Tuttavia, se lo dicessi nel mio feedback ai leader e loro capissero che non ho compreso questo o quel lavoro che sto supervisionando, oppure che non ho applicato questo o quell’altro compito, cosa penserebbero di me? Penserebbero sicuramente che non ho il senso del fardello nei miei doveri e che non sto facendo un lavoro effettivo e potrebbero anche destituirmi. Se i fratelli e le sorelle lo scoprissero, sarei umiliata! No, parlerò di più del lavoro che conosco, così i leader vedranno che, nonostante i risultati del nostro lavoro siano scarsi, abbiamo fatto qualcosa. Così non dovrei temere di essere destituita”. Ma poi ho pensato: “Quello che è successo è che alcuni compiti sono rimasti incompiuti. Se parlo sempre e solo del bene e mai del male, non sono forse propensa all’inganno? No, non posso farlo”. Mi sentivo molto in conflitto, come se fossi schiacciata da un grosso peso. Mi sono chiesta: “Come dovrei rispondere a questa lettera?” Così ho pregato Dio: “Dio, i leader mi hanno scritto per chiedere come procede il mio lavoro. Non ho svolto alcun lavoro effettivo e ho paura che, se lo scoprissero, i leader mi destituirebbero. Sono preoccupata per il mio orgoglio e il mio prestigio, e questo mi rende titubante nel dire la verità. Non so come dovrei praticare. Ti prego di illuminarmi e guidarmi”.
La mattina successiva mi sono ricordata di un passaggio della condivisione di Dio sui leader che supervisionano e approfondiscono il lavoro, così l’ho cercato e l’ho letto. Dio Onnipotente dice: “È meraviglioso se riesci ad accettare che la casa di Dio ti supervisioni, ti osservi e cerchi di comprenderti. Ti aiuta a compiere bene il tuo dovere, a essere capace di svolgerlo all’altezza degli standard e in modo che soddisfi le intenzioni di Dio. Ti arreca dei vantaggi e ti aiuta, senza alcun aspetto negativo. Una volta compreso questo principio, non dovresti forse smettere di nutrire sentimenti di resistenza o circospezione nei confronti della supervisione dei leader, dei lavoratori e del popolo eletto di Dio? Anche se a volte qualcuno cerca di comprenderti, ti osserva e supervisiona il tuo lavoro, non è una cosa da prendere sul personale. Perché dico questo? Perché i compiti che ora sono tuoi, il dovere che svolgi e qualsiasi lavoro tu svolga non sono affari privati o lavoro personale di un solo individuo: riguardano il lavoro della casa di Dio e si riferiscono a una parte della Sua opera. Pertanto, quando qualcuno ti supervisiona o ti osserva per un po’ di tempo, oppure arriva a capirti a un livello profondo, cercando di comunicare a cuore aperto con te e di scoprire quale sia stata la tua condizione durante questo periodo, e persino quando, certe volte, il suo atteggiamento è un tantino più duro e questa persona ti pota, ti disciplina e ti rimprovera un po’, questo è perché ha un atteggiamento coscienzioso e responsabile verso il lavoro della casa di Dio. Non dovresti avere pensieri o emozioni negativi verso questo fatto” (La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (7)”). Dalle parole di Dio ho capito che, anche se svolgiamo i doveri, la nostra indole corrotta non è cambiata. Spesso affrontiamo i doveri in modo superficiale e facciamo le cose secondo la nostra volontà. È responsabilità dei leader supervisionare e approfondire il lavoro, nonché scoprire e risolvere in modo tempestivo i problemi, e questo avviene esclusivamente per proteggere il lavoro della chiesa. Ero stata superficiale e distratta nei miei doveri. I leader avevano supervisionato e approfondito il nostro lavoro e ci avevano chiesto di riassumere le nostre deviazioni e di svolgere i nostri doveri secondo le verità principi, il che era vantaggioso per i nostri doveri. Tuttavia, non ero riuscita a trattare la situazione correttamente ed ero rimasta sulla difensiva. Pensavo che, indagando sul mio lavoro, i leader volessero individuare i miei problemi e destituirmi. Per proteggere il mio orgoglio e il mio prestigio ho fatto ricorso all’astuzia e volevo menzionare solamente il lavoro che avevo svolto e scrivere meno riguardo a quello non svolto, nel tentativo di nascondere il fatto che non avessi svolto alcun lavoro effettivo. Ero davvero propensa all’inganno! Non potevo farlo. Dovevo chiarire quali aspetti delle mie responsabilità avevo attualmente sotto controllo e quali non avevo ancora afferrato né approfondito. Avevo bisogno di fornire un feedback ai leader in base alla situazione reale, affinché loro potessero fornire condivisione e guida in merito alle nostre deviazioni. Questo mi avrebbe aiutata nei miei doveri. Quindi ho riferito onestamente la situazione del nostro lavoro di approfondimento e ho anche spiegato i piani relativi al lavoro che non avevamo approfondito. Poi mi sono concentrata sull’analisi e sull’approfondimento dei dettagli del lavoro non esaminato in precedenza. Attraverso la comunicazione, alcuni fratelli e sorelle hanno anche riflettuto sulle loro deviazioni e sulle manchevolezze nei loro doveri e sono stati disposti a cambiare e a impegnarsi per ottenere l’accesso. Grazie all’approfondimento e all’analisi del lavoro da parte dei leader, ho scoperto alcuni dei miei problemi. Ho trovato una direzione e degli obiettivi per i miei doveri e la mia efficienza nel loro svolgimento è migliorata.
In seguito, ho letto le parole di Dio e ho acquisito una certa comprensione circa il mio timore che i leader supervisionassero il mio lavoro. Dio Onnipotente dice: “Se siete leader o lavoratori, temete che la casa di Dio chieda informazioni sul vostro lavoro e lo supervisioni? Avete paura che la casa di Dio scopra mancanze ed errori nel vostro lavoro e vi poti? Avete paura che, dopo aver conosciuto la vostra reale levatura e statura, il Supremo vi veda sotto una luce diversa e non vi consideri per una promozione? Se hai questi timori, ciò dimostra che le tue motivazioni non sono nell’interesse del lavoro della chiesa, che stai lavorando per la reputazione e il prestigio, e ciò dimostra che hai l’indole di un anticristo. Se hai l’indole di un anticristo, rischi di percorrere il cammino degli anticristi e di commettere tutto il male operato dagli anticristi. Se, nel tuo cuore, non hai alcun timore che la casa di Dio supervisioni il tuo lavoro e sei in grado di fornire risposte reali a ciò che il Supremo chiede e domanda, senza nascondere nulla, e dici tutto quel che sai, allora, indipendentemente dal fatto che quanto affermi sia giusto o sbagliato e a prescindere dalla corruzione che hai rivelato, persino se hai rivelato l’indole di un anticristo, non sarai assolutamente definito un anticristo. La chiave è se sei in grado di conoscere la tua indole di anticristo e di ricercare la verità al fine di risolvere tale problema. Se sei una persona che accetta la verità, la tua indole di anticristo può essere eliminata. Se sai bene di avere l’indole di un anticristo eppure non ricerchi la verità per eliminarla, se tenti addirittura di nascondere o di mentire riguardo a problemi che si verificano e ti sottrai alla responsabilità, e se non accetti la verità quando vieni sottoposto a potatura, allora questo è un problema grave, e tu non sei affatto diverso da un anticristo. Sapendo che hai l’indole di un anticristo, perché non osi affrontare la questione? Perché non la tratti con franchezza e dici: ‘Se il Supremo si informa sul mio lavoro, dirò tutto quello che so, e anche se le cose cattive che ho fatto vengono alla luce, e il Supremo non si serve più di me una volta che ne sia a conoscenza e io perdo il mio prestigio, dirò comunque chiaramente quello che ho da dire’? Il tuo timore della supervisione e delle verifiche sul tuo lavoro da parte della casa di Dio dimostra che hai a cuore il tuo prestigio più della verità. Questa non è forse l’indole di un anticristo? Tenere al prestigio più di ogni altra cosa è l’indole di un anticristo” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte seconda)”). Dio sostiene che le persone hanno paura di esporre le proprie manchevolezze e i problemi, quindi si rifiutano di accettare la supervisione del Supremo e, per il bene della loro reputazione e del loro prestigio, nascondono perfino i problemi, coprono le loro manchevolezze e cercano di imbrogliare la casa di Dio. Ciò rivela l’indole di un anticristo. Dalle parole di Dio ho capito che la cautela che avevo nei confronti della supervisione e dell’approfondimento del lavoro da parte dei leader era causata dalla mia eccessiva preoccupazione per la reputazione e il prestigio. Temevo che, se avessero saputo che non avevo svolto un lavoro effettivo e che non possedevo un senso del fardello nei miei doveri, i leader mi avrebbero destituita ed ero preoccupata di cosa avrebbero pensato di me i miei fratelli e le mie sorelle. Per proteggere la reputazione e il prestigio, ho fatto del mio meglio per nascondere che non avevo svolto un lavoro effettivo e ho persino preso in considerazione l’idea di usare bugie e inganni per mascherarlo, tutto per proteggere la mia immagine agli occhi dei leader. Ho pensato a quanto le persone oneste possano essere semplici e aperte e a come siano state in grado di esprimere con sincerità qualsiasi deviazione o manchevolezza nei loro doveri e di accettare la supervisione dei leader; anche se i leader avessero scoperto i loro problemi e le avessero potate, fintanto che il lavoro della chiesa fosse progredito senza intoppi, non ci sarebbe stato alcun problema. Tuttavia, io non pensavo al lavoro della chiesa. Ero preoccupata solamente della mia reputazione e del mio prestigio. Ero stata davvero egoista e spregevole! Non avevo riferito onestamente il mio lavoro né avevo detto la verità ai leader; anche se in quel momento non mi avessero destituita e fossi riuscita a imbrogliarli, Dio sottopone a scrutinio il profondo del cuore delle persone e nessuno può ingannarLo. Le cose che le persone fanno in segreto prima o poi vengono inevitabilmente rivelate. Proprio come quegli anticristi che, per proteggere la loro reputazione e il loro prestigio, riferiscono solo le buone notizie e mai quelle cattive, senza mai menzionare le deviazioni e i problemi nei loro doveri, persino mentendo e ricorrendo all’inganno e arrecando gravi danni al lavoro. Alla fine questi vengono rivelati ed eliminati. Lo stato in cui vivevo io indulgeva nella comodità, ero restia a soffrire o a pagare un prezzo nei miei doveri e facevo le cose solo per le apparenze, il che ritardava il lavoro. Avrei dovuto riferire ai leader la situazione effettiva dei miei doveri ma, per proteggere il mio prestigio, ho voluto mentire e imbrogliare. Ero stata davvero propensa all’inganno! Se non mi fossi pentita e non fossi cambiata, alla fine sarei stata rivelata ed eliminata.
Poi ho letto un altro brano delle parole di Dio: “Alcuni non credono che la casa di Dio tratti le persone in modo equo. Non credono che Dio regni nella Sua casa e che vi regni la verità. Ritengono che, se dovesse sorgere un problema in un qualsiasi dovere una persona svolga, la casa di Dio si occuperà immediatamente di quella persona, privandola del suo diritto ad assolvere quel dovere, mandandola via o addirittura allontanandola dalla chiesa. È davvero così che funzionano le cose? Certamente no. La casa di Dio tratta ogni persona secondo le verità principi. Dio è giusto nel Suo modo di trattare ogni persona. Non guarda solo come una persona si comporta in un’unica circostanza; Egli osserva la natura essenza di una persona, le sue intenzioni, il suo atteggiamento, e guarda in particolare se una persona sa riflettere su di sé quando commette un errore, se prova rimorso, e se riesce a capire a fondo l’essenza del problema in base alle Sue parole, arriva a capire la verità, detestare sé stessa e pentirsi veramente. Se qualcuno non ha questo giusto atteggiamento, ed è totalmente corrotto dalle intenzioni personali, se è pieno di schemi scaltri e di rivelazioni di indole corrotta, e quando sorgono problemi ricorre alla finzione, ai sofismi e all’autogiustificazione, e si rifiuta ostinatamente di riconoscere le proprie azioni, allora costui non può essere salvato. Non accetta per niente la verità ed è stato completamente rivelato. Coloro che non sono nel giusto e che non riescono minimamente ad accettare la verità, sono essenzialmente miscredenti e possono solo essere eliminati. […] DiteMi: se qualcuno che ha commesso un errore ma è capace di autentica comprensione e intenzionato a pentirsi, la casa di Dio non gli darebbe forse una possibilità? Mentre il piano di gestione di Dio di seimila anni volge al termine, ci sono tanti doveri da assolvere. Ma se tu non hai coscienza né ragione e non ti occupi del tuo giusto lavoro, se hai ricevuto l’opportunità di assolvere un dovere ma non sai farne tesoro e non persegui minimamente la verità, mancando così di cogliere l’attimo, allora sarai rivelato. Se sei costantemente superficiale nello svolgere il tuo dovere e non mostri alcuna sottomissione di fronte alla potatura, la casa di Dio ti affiderà ancora un dovere? Nella casa di Dio è la verità a regnare, non Satana. Dio ha l’ultima parola su tutto. È Lui che sta compiendo l’opera di salvezza dell’uomo, è Lui che regna sovrano su ogni cosa. Non c’è alcun bisogno che tu analizzi cosa sia giusto e cosa sbagliato; a te spetta solo ascoltare e sottometterti. Di fronte alla potatura, devi accettare la verità ed essere in grado di correggere i tuoi errori. Se lo fai, la casa di Dio non ti priverà del diritto di svolgere un dovere. Se vivi nel timore costante di essere eliminato, accampando sempre scuse, giustificandoti di continuo, questo è un problema. Se lasci che gli altri vedano che non accetti minimamente la verità e che sei sordo a ogni ragione, allora sei nei guai. La chiesa sarà obbligata a occuparsi di te. Se non accetti minimamente la verità nell’assolvere il tuo dovere e hai sempre paura di essere rivelato ed eliminato, allora questo tuo timore è contaminato da intenzioni umane e da un’indole satanica corrotta, nonché da sospetto, diffidenza e incomprensioni. Una persona non dovrebbe avere nessuno di questi atteggiamenti” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dalle parole di Dio ho capito perché avessi paura di essere destituita: non avevo compreso la Sua indole giusta. La casa di Dio è governata dalla verità. Lui non giudica le persone basandosi esclusivamente sulle loro prestazioni in una faccenda, ma piuttosto considera il loro atteggiamento coerente verso la verità e il cammino che percorrono, e se provano un vero pentimento quando commettono errori. Se una persona è in grado di odiare sé stessa ed è disposta al pentimento, allora la casa di Dio dà ancora l’opportunità di pentirsi. Io non avevo svolto lavoro effettivo e volevo essere astuta per coprire le mie manchevolezze, ma quando sono riuscita a riflettere su me stessa e a conoscermi, e sono stata disposta a cambiare, la casa di Dio mi ha dato comunque la possibilità di pentirmi e i leader non hanno detto che mi avrebbero destituita. Al contrario, se una persona non persegue affatto la verità e causa intralcio e disturbo senza pentirsi, perderà l’opportunità di svolgere i propri doveri. Proprio come è successo a un fratello che conosco e che svolgeva i doveri in maniera superficiale, era negligente e tendeva a fare i propri doveri secondo la sua volontà. I leader e i lavoratori avevano condiviso e lo avevano aiutato molte volte e, sebbene avesse promesso di agire bene e avesse detto che era disposto a pentirsi, aveva continuato a svolgere i suoi doveri allo stesso modo e alla fine era stato destituito. Anche alcuni fratelli e sorelle potrebbero avere delle deviazioni nello svolgimento dei loro doveri ma, quando i leader fanno notare le questioni, loro possono accettarle, cercare la verità, fare ammenda e risolvere consapevolmente tali problemi. Queste persone non vengono destituite. Ho capito che commettere errori non fa paura, ma ciò che è veramente spaventoso è vivere con un’indole corrotta e non pentirsi. Ho pensato a quanto le persone oneste siano semplici e aperte e accettino la verità, e a come riescano a sottomettersi e a imparare le lezioni nelle situazioni predisposte da Dio e quindi a guadagnarne e crescere. Poi ho guardato me stessa e ho capito che quando mi trovavo di fronte ai problemi non avevo un cuore semplice e sottomesso, ma piuttosto ero piena di sospetti e dubbi e avevo i miei metodi astuti. Questo ha reso molto difficile per me ottenere la verità.
In seguito, ho cercato di riflettere sui problemi che avevo incontrato nei miei doveri durante quel periodo e ho letto un brano delle parole di Dio: “Bisogna imparare a mettere il cuore nello svolgimento del proprio dovere, e chi ha una coscienza è in grado di riuscirci. Non mettere mai il cuore nello svolgimento del proprio dovere significa non avere una coscienza, e le persone senza coscienza non possono acquisire la verità. Perché dico che non possono acquisire la verità? Non sanno come pregare Dio e cercare l’illuminazione dello Spirito Santo, come mostrare considerazione per le intenzioni di Dio, come mettere il cuore nel riflettere sulle parole di Dio, né sanno come cercare la verità, come cercare di capire le richieste di Dio e i Suoi desideri. Ciò significa non saper cercare la verità. Vi capita di sperimentare stati in cui, qualunque cosa accada o qualunque tipo di dovere svolgiate, siete capaci di acquietarvi spesso davanti a Dio e di mettere il cuore nel riflettere sulle Sue parole, nel cercare la verità e nel pensare a come dovete svolgere quel dovere in accordo con le intenzioni di Dio e a quali verità dovreste possedere per svolgere quel dovere in modo soddisfacente? Vi capita molte volte di cercare la verità in questo modo? (No.) Mettere il cuore nel proprio dovere ed essere in grado di assumersi delle responsabilità vi richiede sofferenze e il pagamento di un prezzo; non basta semplicemente parlare di queste cose. Se non si mette il cuore nel proprio dovere, volendo invece sempre adoperarsi, allora il proprio dovere non sarà certamente ben eseguito. Si agirà semplicemente in maniera meccanica e sbrigativa e nulla più, e non si avrà modo di sapere se il proprio dovere sia stato svolto bene o no. Se ci metti il cuore, giungerai gradualmente alla comprensione della verità; se non lo fai, allora ciò non accadrà. Quando metti il cuore nello svolgimento del tuo dovere e nel perseguimento della verità, arriverai gradualmente a comprendere le intenzioni di Dio, a scoprire la tua corruzione e le tue mancanze, e a padroneggiare tutti i tuoi vari stati. Quando il tuo unico obiettivo è compiere uno sforzo e non metti il cuore nel riflettere su te stesso, sarai incapace di scoprire i veri stati nel tuo cuore e le innumerevoli reazioni e le rivelazioni di corruzione che manifesti in ambienti diversi. Se non sai quali saranno le conseguenze quando i problemi rimangono irrisolti, allora sei in un grosso guaio. Ecco perché non è un bene credere in Dio in maniera confusa. Devi vivere davanti a Dio in ogni momento, in ogni luogo; qualunque cosa ti accada, devi sempre cercare la verità, e mentre lo fai devi anche riflettere su te stesso e conoscere i problemi legati al tuo stato, cercando immediatamente la verità per risolverli. Soltanto così puoi svolgere bene il tuo dovere ed evitare di ritardare il lavoro. Non solo sarai in grado di svolgere bene il tuo dovere ma, cosa più importante, avrai anche accesso alla vita e saprai eliminare la tua indole corrotta. Soltanto così puoi accedere alla verità realtà” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo una persona onesta può vivere una vera sembianza umana”). Dalle parole di Dio ho capito che le persone responsabili sanno mettere il cuore nei loro doveri e avere un atteggiamento diligente e responsabile verso ogni compito, mentre una persona senza senso di responsabilità svolge i propri doveri senza entusiasmo, limitandosi ad agire in modo meccanico. Non sono disposte a soffrire né a pagare un prezzo nei loro doveri e, alla fine, non solo non riescono ad accedere alla vita, ma ritardano anche il lavoro della chiesa. Il mio atteggiamento verso i miei doveri era stato esattamente come Dio aveva smascherato. Pensavo che risolvere i problemi dei miei fratelli e delle mie sorelle avrebbe richiesto una profonda considerazione e una ricerca della verità per trovare una soluzione, il che sembrava troppo complicato e impegnativo, quindi non volevo pagare il prezzo; mi sono accontentata di approfondire superficialmente i progressi e di svolgere qualche lavoro semplice e, quando ho incontrato dei problemi, non ho voluto pensarci o trovare soluzioni, né ho riassunto le mie deviazioni o manchevolezze, il che ha causato ritardi nel lavoro. Vivevo secondo i veleni satanici di “La vita è breve, quindi goditela finché puoi” e “Impara a essere gentile con te stesso”. Reputavo di grande importanza il fatto di indulgere nel piacere fisico e, in ogni cosa, consideravo prima se mi avrebbe causato sofferenza fisica o stanchezza. Ho sempre affrontato i doveri in modo superficiale, senza considerare le mie responsabilità, i miei obblighi o il lavoro della chiesa; ogni giorno svolgevo i miei doveri in modo confuso e disordinato, senza riuscire a compiere neanche lo sforzo richiesto, figurarsi a offrire una sincera devozione. Dio conosceva le mie manchevolezze e si è servito della supervisione dei leader per rivelare la mia corruzione, spingendomi a cercare la verità per eliminare lo stato per il quale nei miei doveri ero superficiale e indulgevo nella comodità, in modo da poter essere coscienziosa e concentrarmi sui dettagli. In questo risiedevano le scrupolose intenzioni di Dio e questa era la Sua salvezza per me.
In seguito, leggendo le Sue parole ho compreso un po’ di più il significato del lavoro di supervisione dei leader. Dio Onnipotente dice: “Coloro che sono in grado di accettare la supervisione, l’esame e l’ispezione degli altri sono i più ragionevoli di tutti, hanno tolleranza e umanità normale. Quando scopri di star facendo qualcosa di sbagliato o rivelando un’indole corrotta, se sei in grado di aprirti e di comunicare con le persone, questo aiuterà chi ti circonda a tenerti d’occhio. È certamente necessario accettare la supervisione, ma la cosa principale è pregare Dio e affidarsi a Lui, sottoponendosi a un esame costante. Soprattutto quando hai intrapreso la strada sbagliata o hai fatto qualcosa di sbagliato, o quando stai per agire o decidere qualcosa da solo, e qualcuno intorno te lo fa notare e ti avverte, devi accettarlo e affrettarti a riflettere su te stesso, ad ammettere il tuo errore e a correggerlo. Questo può impedirti di intraprendere il cammino di un anticristo. Se c’è qualcuno che ti aiuta e ti mette in guardia in questo modo, non ti sta forse proteggendo senza che tu te ne renda conto? È così: questa è la tua protezione” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Adempiere bene il proprio dovere richiede un’armoniosa cooperazione”). Dalle parole di Dio, sono giunta a capire che una persona con un’umanità normale può accettare la supervisione e l’esame degli altri e quando scopre di aver commesso errori o di aver rivelato corruzione nei doveri, può aprire il suo cuore e condividere con tutti. In realtà, essere in grado di accettare la supervisione di chiunque è vantaggioso per i nostri doveri, poiché ci aiuta a non imboccare il cammino sbagliato e ci protegge. Prima non capivo il significato del lavoro di supervisione dei leader e vivevo sempre in uno stato di cautela e fraintendimento, ma ora sono in grado di affrontarlo correttamente. Attraverso la supervisione e l’approfondimento del lavoro da parte dei leader, ho ricevuto qualche indicazione su come apportare miglioramenti ai miei doveri e sono stata in grado di considerare il lavoro di approfondimento in modo più completo e di comprendere le difficoltà e gli stati dei miei fratelli e delle mie sorelle per condividere sulle soluzioni a problemi reali. In effetti, approfondendo il lavoro in questo modo, la mia efficienza nei doveri è migliorata e mi sono sentita molto più a mio agio. Ora non mi preoccupo più tanto dei leader che supervisionano ed esaminano il lavoro come facevo prima e sono in grado di segnalare onestamente e di trattare in modo corretto qualsiasi compito io non abbia svolto o qualsiasi deviazione interessi un certo aspetto del lavoro. Quando i leader sottolineano le mie deviazioni e le mie manchevolezze nei doveri, per prima cosa mi sottometto, le riconosco, le accetto e cerco consapevolmente di apportare cambiamenti e di adempiere le mie responsabilità. Da quando ho iniziato a praticare in questo modo, mi sento molto più a mio agio. Grazie a Dio!