59. Andare tutti d’accordo vuol dire davvero lavorare in armonia?

di Cecily, Giappone

All’inizio del 2022, ero responsabile del lavoro di diverse chiese. Un giorno, alcuni di noi stavano discutendo tra loro di lavoro, quando il fratello Michael ha menzionato che una chiesa aveva eletto leader la sorella Clara. Appena ho sentito quel nome, il mio cuore ha avuto un sussulto e ho pensato: “Quando in passato era una leader, non riusciva a collaborare serenamente con fratelli e sorelle e si è sempre battuta per ottenere fama e vantaggi, arrivando addirittura a escludere chi aveva opinioni diverse; in tal modo ha causato danni ai fratelli e alle sorelle e alla fine è stata destituita per aver percorso il cammino dell’anticristo. Si sarà resa conto delle sue vecchie trasgressioni? Se non si è pentita, sarebbe meglio che non venga rieletta leader”. Ma poi ho pensato: “Questa chiesa è soprattutto responsabilità di Michael. Se sollevo i miei timori, non penserà che sto cercando di rendergli le cose difficili? Questo renderebbe complicata la collaborazione in futuro. Non importa, non conosco Clara tanto bene e Michael saprà meglio di me se lei conosce davvero sé stessa. Meglio non accennare alla cosa”. Per paura di andare contro gli altri, ho scelto di rimanere in silenzio. Anche altri fratelli e sorelle del nostro gruppo hanno detto: “Anche se le persone non hanno una grande opinione di Clara, possiamo lasciare che si formi per un po’ e vedere come vanno le cose, e se non è adatta, possiamo rimuoverla”. Vedevo che tutti pensavano che Clara fosse adatta e che io ero l’unica con un’opinione diversa, quindi non ho voluto dire nulla, pensando: “Non conosco la situazione attuale di Clara. Se si è sinceramente pentita, non penseranno di me che sono troppo facile a giudicare e che ho una scarsa umanità? Lasciamo perdere, è meglio non dire nulla”.

Una sera, una sorella mi ha chiesto: “Clara ha riconosciuto le sue trasgressioni? Soddisfa le condizioni per fare la leader? Non so tu con quali principi la giudichi”. La serie di domande mi aveva colto di sorpresa, ma capivo che c’era di sicuro l’intenzione di Dio. La sorella ha continuato: “Quando in passato è stata una leader, Clara faceva a gara per ottenere fama e vantaggi, disturbando e intralciando gravemente il lavoro della chiesa; inoltre, durante le riunioni, la sua condivisione non mostrava nessuna riflessione su sé stessa. Temo che ora che è stata rieletta leader, possa ricadere nelle vecchie abitudini, danneggiando il lavoro della chiesa. Non dovremmo osservare più da vicino il suo comportamento?” Ascoltare le preoccupazioni della sorella mi ha fatto sentire a disagio. La verità è che anch’io avevo le stesse preoccupazioni, ma temevo che Michael pensasse che gli volevo rendere le cose difficili, e dato che gli altri fratelli e sorelle erano tutti d’accordo, li ho assecondati per non ferire nessuno. Che modo superficiale e irresponsabile di comportarsi su una questione così importante come la scelta di un leader! Questo pensiero mi ha fatto sentire profondamente in colpa. Quella notte mi sono girata e rigirata nel letto e non sono riuscita a dormire. Il mattino seguente ho parlato della questione con alcuni fratelli e sorelle del nostro gruppo. Dopo averlo saputo, Michael ha approfondito la cosa cercando altri che ne fossero a conoscenza. Alla fine, tutti avevano concordato sul fatto che Clara non aveva riconosciuto le sue trasgressioni, e siccome non aveva accettato la verità, non era adatta a essere una leader; e così Clara è stata destituita. Dopo di che mi sono sentita ancora più in debito e in colpa, pensando: “Su questo fatto di Clara leader avevo un’opinione nettamente contraria, ma non l’ho espressa e mi sono limitata ad adeguarmi a tutti gli altri. Sono stata davvero irresponsabile!” Ho letto alcune parole di Dio: “Esistono persone che sono compiacenti, che non denunciano e non smascherano gli altri quando li vedono fare cose cattive. Sono accomodanti e facilmente influenzabili. Obbediscono ai falsi leader e agli anticristi che disturbano il lavoro della chiesa, non offendono nessuno e scendono sempre a compromessi, senza prendere mai posizione. In superficie sembrano avere umanità (non si spingono troppo oltre e hanno un po’ di coscienza e ragione) ma il più delle volte tacciono senza esprimere ciò che pensano. Cosa pensate di queste persone? Non sono scaltre e propense all’inganno? Essere propensi all’inganno significa proprio questo. Quando succede qualcosa, forse non si pronunciano o non esprimono una qualsiasi opinione alla leggera, ma rimangono sempre in silenzio. Non vuol dire che siano ragionevoli, tutt’altro: è segno che sono molto bravi a dissimulare, che hanno cose che tengono nascoste, che la loro scaltrezza è radicata(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Dando il proprio cuore a Dio si può ottenere la verità”). “È necessario un criterio per avere una buona umanità. Non è questione di intraprendere la via della moderazione, non aderire ai principi, sforzarti di non offendere nessuno, cercare di ingraziarti tutti, essere mellifluo e untuoso con chiunque incontri e fare in modo che tutti parlino bene di te. Non è questo il criterio. Allora qual è il criterio? È essere in grado di sottomettersi a Dio e alla verità. È trattare il proprio dovere e ogni genere di persone, eventi e cose secondo i principi e con un senso di responsabilità. Questo è ben visibile a tutti; ognuno lo ha chiaro nel proprio cuore. Inoltre Dio sottopone a scrutinio il cuore degli esseri umani e ne conosce la situazione, uno per uno; chiunque sia, nessuno può imbrogliare Dio. Alcuni si vantano continuamente di possedere una buona umanità, di non parlare mai male degli altri, di non danneggiare mai gli interessi degli altri e affermano di non aver mai bramato la proprietà altrui. Quando c’è una disputa di interessi, addirittura preferiscono subire una perdita piuttosto che approfittare degli altri, e tutti li reputano delle brave persone. Però, nello svolgere il loro dovere nella casa di Dio sono scaltri e viscidi e tramano sempre per il proprio tornaconto. Non pensano mai agli interessi della casa di Dio, non considerano mai urgenti le cose che Dio considera urgenti né pensano come pensa Dio, e non sono mai capaci di accantonare i propri interessi per compiere il proprio dovere. Non rinunciano mai ai propri interessi. Anche quando vedono persone malevole commettere il male, non le smascherano; non hanno principi di alcun genere. Che tipo di umanità è questa? Non una buona umanità(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Dando il proprio cuore a Dio si può ottenere la verità”). Mi sono molto vergognata, rivendomi alla luce delle parole di Dio. Dio dice che il criterio della buona umanità è avere un cuore sincero verso Dio e gli altri, essere responsabili nel fare le cose e, quando si vede che il lavoro della chiesa viene danneggiato, avere il coraggio di alzarsi in piedi e parlare apertamente per impedirlo. Questa è vera umanità e un comportamento onesto. Se uno vede un problema ma non esprime un’opinione, rimane in silenzio e non contraddice nessuno, potrà sembrare ragionevole, ma in realtà si tratta di un intrallazzatore viscido e propenso all’inganno. Riflettendo su me stessa riguardo alla questione di Clara, nutrivo chiaramente dei timori nel mio cuore al pensiero che non avesse riconosciuto né riflettuto sulle sue trasgressioni passate e che ora che era stata eletta di nuovo, sarebbe probabilmente ricaduta nelle sue vecchie abitudini; questa cosa sarebbe stata dannosa per il lavoro della chiesa e per l’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle, ma avevo avuto paura di ferire le persone e di essere fraintesa dai miei collaboratori. Ero anche preoccupata che, se la mia opinione fosse stata sbagliata, tutti avrebbero detto che ero troppo veloce nel giudicare e che avevo una scarsa umanità, quindi non mi ero pronunciata. Per stabilire una buona immagine di me nel cuore delle persone e per mantenere relazioni armoniose con i miei collaboratori, avevo scelto di rimanere in silenzio e di essere compiacente, senza curarmi del fatto che il lavoro della chiesa ne avrebbe risentito. Quant’era ingannevole e meschina la mia umanità! Avevo messo in piedi una tale facciata da non far capire ai fratelli e alle sorelle i miei veri pensieri, da far loro pensare, addirittura, che andassi d’accordo con tutti senza mai conflitti e che avessi una buona umanità. Ma Dio sottopone a scrutinio tutto quello che ho nel cuore. Non stavo tutelando il lavoro della chiesa, preferendo sempre mantenere buoni rapporti con gli altri. In che modo stavo praticando la verità o facendo il mio dovere? Quant’ero detestabile agli occhi di Dio!

Ho letto in seguito un altro passo delle parole di Dio: “Se non hai un rapporto normale con Dio, allora a prescindere da ciò che farai per mantenere i tuoi rapporti con gli altri, da quanto lavorerai duramente o da quanta energia ci metterai, tutto ciò apparterrà a una filosofia umana per le interazioni mondane. Starai difendendo la tua posizione tra le persone e ottenendo la loro lode secondo le prospettive e le filosofie umane, e non stabilendo normali rapporti interpersonali secondo la parola di Dio. Se non ti concentri sui rapporti con le persone e mantieni invece un rapporto normale con Dio, se sei disposto a dare a Dio il tuo cuore e a imparare a sottometterti a Lui, i tuoi rapporti interpersonali diverranno naturalmente normali. Tali rapporti allora non si baseranno sulla carne, ma sul fondamento dell’amore di Dio. Non avrai pressoché alcuna interazione con altre persone basata sulla carne, ma si baserà su un livello spirituale, ci saranno comunione e amore e conforto reciproci, nonché nutrimento reciproco. Tutto ciò si compie a partire da un desiderio di soddisfare Dio – questi rapporti non si mantengono attraverso filosofie umane per le interazioni mondane, si formano naturalmente quando si porta un fardello per Dio. Non ti richiedono alcuno sforzo umano innaturale, devi solo praticare secondo i principi delle parole di Dio(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “È molto importante stabilire un rapporto normale con Dio”). Dalle parole di Dio ho capito che, per avere rapporti normali con le persone, si deve prima stabilire un rapporto normale con Dio. Bisogna dare il proprio cuore a Dio, non si devono mantenere relazioni della carne con gli altri basate sulle filosofie di Satana per i rapporti mondani, non bisogna dare importanza al proprio prestigio o alla propria immagine nel cuore degli altri, si deve fare il proprio dovere con cuore onesto e agire per ogni cosa secondo le verità principi. In questo modo, i rapporti con i fratelli e le sorelle diventeranno per loro natura normali. Le relazioni mantenute affidandosi alle filosofie per i rapporti mondani non sono relazioni normali e Dio le detesta. Tali relazioni non durano a lungo. Riflettendo sulla questione di Clara, ho seguito irresponsabilmente il gruppo, vivendo secondo le filosofie sataniche “Tacere sui difetti dei buoni amici consente una lunga e grande amicizia” e “Ottieni il favore con parole accondiscendenti, e l’inimicizia con parole risolute”. Credevo che, interagendo con le persone in questo modo, avrei potuto evitare i conflitti e mantenere le relazioni. Pensavo che questo potesse portare a una cooperazione armoniosa. Ma in realtà era vero l’esatto contrario. Vivendo secondo queste filosofie per i rapporti mondani, ero diventata sempre più viscida e propensa all’inganno. Quando succedeva qualcosa, la mia priorità era proteggere la reputazione e il prestigio, e mantenere le relazioni con gli altri. Anche se questo può mantenere l’armonia per un certo tempo, questo tipo di collaborazione manca di sincerità e non riesce ad essere né il sostegno né il freno l’uno dell’altro. La chiesa aveva disposto che tutti collaborassimo nei nostri doveri, nella speranza che ci saremmo supervisionati e controllati a vicenda nelle questioni importanti. Ma io ero stata irresponsabile, agendo in modo compiacente, vedendo i problemi senza parlarne e causando così danni al lavoro della chiesa. Ero stata così irresponsabile!

In seguito ho continuato a cercare, chiedendomi: “Che cos’è esattamente la vera collaborazione armoniosa?” Una sorella mi ha inviato un paio di passaggi delle parole di Dio: “Se vuoi adempiere bene ai tuoi doveri e soddisfare le intenzioni di Dio, devi prima imparare a lavorare in armonia con gli altri. Quando collabori con i tuoi fratelli e sorelle, dovresti considerare quanto segue: ‘Che cos’è l’armonia? Il mio discorso è in armonia con loro? I miei pensieri sono in armonia con loro? Il modo in cui faccio le cose è in armonia con loro?’ Pensa a come collaborare in armonia. A volte, armonia significa sopportazione e tolleranza, ma significa anche rimanere saldi nella propria posizione e sostenere i principi. Armonia non vuol dire scendere a compromessi sui principi per appianare le cose, né cercare di essere una persona ‘compiacente’ o seguire sempre la via della moderazione, e certamente non significa ingraziarsi qualcuno. Questi sono i principi. Quando avrai compreso tali principi, senza nemmeno rendertene conto parlerai e agirai secondo le intenzioni di Dio, e vivrai la realtà della verità, così sarà facile conseguire l’unità(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Sulla collaborazione armoniosa”). “Alcuni diranno: ‘Tu sostieni che non sono capace di collaborare con nessuno: beh, io ce l’ho, un collaboratore! Collabora bene con me: va dove vado io, fa quello che faccio io; va ovunque gli dica di andare, fa tutto quello che gli dico di fare, in qualunque modo gli dica di farlo’. Questo significa collaborare? No. Questo si chiama fare il tirapiedi. Un tirapiedi esegue i tuoi ordini: questa è forse collaborazione? È palesemente un lacchè, senza idee o punti di vista, né tanto meno opinioni proprie. E oltre a ciò, il suo pensiero è quello di compiacere gli altri. Non è meticoloso in nessuna delle cose che fa, ma agisce in modo meccanico e superficiale, e non sostiene gli interessi della casa di Dio. A cosa può servire una collaborazione del genere? Con chiunque collabori, esegue semplicemente i suoi ordini, è sempre un lacchè. Ascolta qualunque cosa gli altri dicano e fa qualunque cosa gli altri gli dicano di fare. Questa non è collaborazione. Cos’è la collaborazione? Dovete essere in grado di discutere le cose tra di voi ed esprimere i vostri punti di vista e le vostre opinioni; dovete completarvi e supervisionarvi a vicenda, cercare l’uno l’aiuto dell’altro, chiedervi informazioni e stimolarvi a vicenda. Questo è collaborare in armonia. Supponiamo, per esempio, che tu abbia gestito qualcosa secondo la tua volontà e qualcuno abbia detto: ‘Lo hai fatto nel modo sbagliato, completamente contrario ai principi. Perché hai gestito la cosa come volevi, senza cercare la verità?’ Al che, tu rispondi dicendo: ‘È vero, sono felice che tu mi abbia avvertito! Se non lo avessi fatto, sarebbe stato un disastro!’ Questo è ciò che significa stimolarsi a vicenda. Che cosa vuol dire, allora, supervisionarsi l’un l’altro? Tutti hanno un’indole corrotta e potrebbero essere superficiali nello svolgere il proprio dovere, salvaguardando solo il proprio prestigio e il proprio orgoglio, non gli interessi della casa di Dio. Tali stati sono presenti in ogni persona. Se vieni a sapere che qualcuno ha un problema, dovresti prendere l’iniziativa di condividere con lui, ricordandogli di svolgere il proprio dovere secondo i principi, lasciando allo stesso tempo che ciò costituisca un avvertimento per te stesso. Questa è supervisione reciproca. A cosa serve? Ha lo scopo di salvaguardare gli interessi della casa di Dio e anche di impedire alle persone di prendere la strada sbagliata. La collaborazione ha un’altra funzione, oltre a quella di stimolarsi e supervisionarsi a vicenda: chiedere informazioni l’uno all’altro(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). Le parole di Dio hanno messo a nudo la mia vera situazione. Spesso, collaborando con i fratelli e le sorelle, ero come una marionetta, non esprimevo le mie opinioni e non ricoprivo alcun ruolo di supervisione. La vera collaborazione implica solleciti e supervisioni reciproche. Dal momento che tutti noi abbiamo molti aspetti corrotti nella nostra indole, siamo inclini, nei nostri doveri, a seguire la nostra volontà e ad agire in modo arbitrario. Se nella collaborazione riusciamo a fornirci reciprocamente una guida, un aiuto o una potatura, eviteremmo di danneggiare il lavoro e di seguire la strada sbagliata. Inoltre, visto che non comprendiamo appieno la verità e abbiamo numerose lacune e carenze, non siamo in grado di considerare nel loro complesso gran parte delle questioni; a volte i moniti dei collaboratori possono correggere per tempo le deviazioni e ridurre gli errori nel lavoro. La supervisione reciproca e i consigli effettivamente sono importantissimi; tuttavia avevo sempre pensato che la cooperazione armoniosa significasse andare d’accordo pacificamente e che sottolineare i difetti degli altri e dare suggerimenti avrebbe offeso le persone. Che visione distorta che avevo! Infatti, la collaborazione armoniosa non consiste nell’andare tutti d’accordo e non ferire nessuno, né si tratta di sorvolare sulle cose e di compiacere le persone. Si tratta di attenersi ai principi, di essere fermi e di avere senso di giustizia. Quando vediamo che i nostri fratelli e sorelle collaboratori violano i principi, dobbiamo ricordarglielo, aiutarli o potarli. Non si tratta di rendere le cose difficili agli altri o di dare sfogo alle proprie lamentele, ma di fare il nostro dovere secondo i principi ed è un atto di giustizia volto a sostenere il lavoro della chiesa. A causa delle mie opinioni fallaci, vedevo i problemi ma non li facevo emergere, chiudendo un occhio. Era questa la collaborazione armoniosa con i miei fratelli e sorelle? Non era altro che vivere di filosofie per i rapporti mondani ed essere irresponsabile nei miei doveri. In questa collaborazione mancava la funzione della supervisione. Pensando a questo, ho cominciato a provare disgusto per me stessa.

In seguito ho letto un altro passo delle parole di Dio e ho compreso meglio le Sue richieste. Dio Onnipotente dice: “Quando il tuo percorso di pratica sarà corretto e ti muoverai nella giusta direzione, il tuo futuro sarà bello e luminoso. In questo modo, vivrai con il cuore in pace, il tuo spirito sarà nutrito e ti sentirai appagato e gratificato. Se non riesci a liberarti dai vincoli della carne, se sei costantemente limitato dai sentimenti, dagli interessi personali e dalle filosofie sataniche, se parli e agisci in modo furtivo e ti nascondi sempre nell’ombra, allora sei una persona che vive sotto il dominio di Satana. Se invece comprendi la verità, ti liberi dai vincoli della carne e pratichi la verità, arriverai gradualmente ad avere una sembianza umana. Parlerai e agirai in modo franco e diretto e sarai in grado di rivelare le tue opinioni, le tue idee e gli errori che hai commesso, permettendo a tutti di vederli con chiarezza. Alla fine, sarai considerato una persona trasparente. Cos’è una persona trasparente? È una persona che parla con straordinaria sincerità, pronunciando parole che tutti ritengono veritiere. Se anche mente o dice qualcosa di sbagliato senza volerlo, le persone sono in grado di perdonarla, sapendo che lo ha fatto inconsapevolmente. Non appena se ne accorge, chiede scusa e si corregge. Questa è una persona trasparente. Una persona del genere gode della stima e della fiducia di tutti. Per ottenere la fiducia di Dio e degli altri, devi raggiungere questo livello. Questo non è un compito semplice: è il livello di dignità più elevato che si possa avere. Una persona così ha rispetto di sé(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo una persona onesta può vivere una vera sembianza umana”). Dio vuole che parliamo e agiamo con giustizia e dignità, che condividiamo apertamente i nostri pensieri e le nostre idee con gli altri, che discutiamo insieme sulle cose, e che siamo persone oneste. Persone così sono amate da Dio e vivono con dignità. Quando, in una discussione successiva, ho voluto esporre i miei pensieri e le mie opinioni su cui condividere apertamente con fratelli e sorelle collaboratori. Non ho più nascosto o dissimulato le cose, né ho cercato di essere una persona compiacente. Anche se i miei pensieri non erano del tutto formati, li esponevo comunque. Se le mie opinioni erano sbagliate, mettevo da parte il mio orgoglio e accettavo le opinioni degli altri. Praticare in questo modo portava pace e sicurezza nel mio cuore.

Un giorno stavamo discutendo se riammettere nella chiesa una sorella di nome Anne. Anne aveva un’indole arrogante e si era sempre rifiutata di accettare la verità. I leader avevano condiviso con lei molte volte, ma lei non aveva mai riflettuto su sé stessa né cercato di conoscersi. Anzi, aveva peggiorato le cose giudicando i leader davanti ai fratelli e alle sorelle, intralciando e disturbando la vita della chiesa. Alla fine era stata isolata per riflettere su sé stessa. Dopo di che ha continuato a svolgere i suoi doveri, e negli ultimi tempi era stata parecchio efficace nella predicazione del Vangelo. Diversi colleghi hanno accettato di riaccogliere Anne nella chiesa, ma io esitavo, pensando: “Anche se Anne ha avuto un certo successo nella predicazione del Vangelo, la sua indole è alquanto cattiva e non è una persona che accetta la verità. Non ha riconosciuto del tutto le sue precedenti malefatte, né ci sono stati segni visibili di ravvedimento. Accettarla di nuovo nella chiesa solo per il suo momentaneo successo nella predicazione del Vangelo non mi sembra opportuno”. Ma poi ho pensato: “Diversi collaboratori sono già d’accordo, e se sono l’unica a non esserlo, cosa penseranno gli altri? Penseranno forse che ho sempre opinioni contrarie e che è troppo difficile andare d’accordo con me? Visto che gli altri sono tutti d’accordo, forse è meglio non dire nulla”. Ma poi d’un tratto ho pensato alla vicenda di Clara, in cui ho seguito irresponsabilmente la massa e non ho avuto il coraggio di sostenere le verità principi, provocando ritardi nel lavoro della chiesa. Mi sono sentita un po’ spaventata, così ho subito pregato Dio, dicendo: “Dio, tutti sono d’accordo nell’accettare Anne di nuovo nella chiesa, ma la cosa mi mette ancora un po’ a disagio. Questa volta non voglio prendere una decisione affrettata senza chiarezza. Voglio agire secondo le verità principi. Ti prego, illuminami e guidami”. Dopo aver pregato, ho cercato i principi per accettare nuovamente le persone nella chiesa, e i principi affermavano: Coloro che sono sistematicamente arroganti, presuntuosi e seminano discordia non possono essere salvati. Le persone malevole saranno sempre malevole e non sanno pentirsi sinceramente. Chi torna nella chiesa non la deve assolutamente disturbare e dev’essere in grado di andare d’accordo con la maggioranza. Solo queste persone sono adatte a essere riammesse nella chiesa. Coloro che sono dannosi e non aiutano la chiesa invece non vanno riammessi. Facendo un confronto con il comportamento di Anne, ho pensato al fatto che il suo atteggiamento era molto arrogante e che si rifiutava di continuo di accettare la verità, e per quanto i fratelli e le sorelle si confrontassero con lei, non rifletteva né si pentiva. Anche se aveva avuto qualche momentaneo successo nella predicazione del Vangelo, non era una persona che accettava la verità, e se qualcosa avesse toccato i suoi interessi, rischiava di ricadere nelle sue vecchie abitudini e continuare a disturbare il lavoro della chiesa. Non era opportuno riaccogliere una persona del genere nella chiesa. Dopo questo, ho espresso il mio punto di vista e diversi colleghi sono stati d’accordo con la mia opinione, e alla fine Anne non è stata riammessa nella chiesa. Vedendo questo risultato, mi sono sentita in pace e rassicurata per aver fatto in questo modo il mio dovere.

Questa esperienza mi ha aiutato a capire quanto sia importante avere un cuore onesto nel proprio dovere. Avere un atteggiamento onesto nel proprio dovere e praticare la verità senza avere paura di andare contro gli altri protegge il lavoro della chiesa.

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