62. Coltivare gli altri mi ha rivelato

di Logan, Corea del Sud

Lavoro alla produzione video nella chiesa. Con l’aumentare del carico di lavoro, alcuni nuovi fratelli e sorelle si sono uniti al nostro gruppo. Il supervisore mi ha chiesto di coltivarli nello studio delle competenze specialistiche e di coordinare e disporre il loro lavoro in modo adeguato. Di fronte a questa disposizione, ho provato un senso di opposizione e ho pensato: “Già la sola gestione dei miei compiti richiede molto tempo e fatica, e ora devo coltivare gli altri? Non mi porterà via ancora più tempo ed energia? Se questo ritarda il mio di lavoro e non riesco a completare i miei compiti da programma, cosa penserà di me il supervisore? Dirà che sto battendo la fiacca nei miei doveri e che nel lavoro sono meno efficiente di chi è appena arrivato? Sarebbe davvero umiliante! Con il tempo, il supervisore potrebbe pensare di destituirmi a causa dei risultati costantemente scarsi nel mio lavoro? Non può vedere quanto lavoro svolgo dietro le quinte. Il risultato visibile del mio lavoro è il numero di video che riesco a realizzare ogni mese; ma, se dedico troppo tempo ed energia a coltivare gli altri e ritardo nelle mie mansioni, semplicemente non ne varrà la pena”. Per quanto ci riflettessi, sentivo comunque che alla fine mi sarei trovato in una posizione di svantaggio. Poi, però, mi sono detto che praticavo in quel dovere da più tempo e capivo più principi e che, se mi fossi rifiutato di sobbarcarmi quel lavoro, sarei stato davvero privo di coscienza. Così, con riluttanza, ho accettato.

In seguito, quando i fratelli e le sorelle avevano problemi con il loro lavoro e venivano da me per parlare e trovare soluzioni, facevo del mio meglio per aiutarli. Dopo qualche tempo, una sorella è stata riassegnata a un altro dovere. Nel corso delle verifiche finali, sono stati identificati dei problemi in un video che lei aveva realizzato, così ho dovuto dare una mano a risolverli. All’inizio è andato tutto bene, ma poiché il video presentava numerose criticità, ho dovuto dedicare tanto tempo a risolverle. Ho notato che in quel periodo altri fratelli e sorelle avevano già terminato di realizzare diversi video, mentre io non ne avevo completato nemmeno uno. La cosa mi rendeva ansioso. Pensavo: “Loro hanno appena iniziato la formazione. Coltivarli mi ha già portato via parecchio tempo. Ora devo occuparmi dei problemi lasciati irrisolti da qualcun altro. Di questo passo, sicuramente non riuscirò a completare la mia quota mensile. Allora come mi guarderanno gli altri? Devo concentrarmi di più sui miei video”. Perciò non mi sono impegnato tanto nella revisione del video realizzato da quella sorella. Più tardi, il supervisore ha controllato il video e ha scoperto diverse problematiche, perciò mi ha chiesto di rivederlo di nuovo. Ero davvero seccato e lo trovavo ingiusto. Mi sono detto: “Questo non l’ho realizzato io. Perché mi chiedi di dedicare tanto tempo alla sua revisione? Così non solo mi costringi a uno sforzo ulteriore, ma ritardi anche il lavoro sui miei video!” Con questo atteggiamento di opposizione, ho rivisto il video diverse volte senza ottenere l’effetto desiderato. Alla fine, il supervisore mi ha detto di smettere di lavorarci. In quel momento, anche se mi sentivo un po’ turbato, non me la sono presa a cuore. Anzi, mi sono detto: “È bene che io non debba rivederlo. In questo modo, non mi occuperà troppo tempo e potrò concentrarmi sulle mie mansioni”. Dopo di che, mi sono immerso nel mio lavoro. Quando i fratelli e le sorelle venivano a discutere con me dei loro problemi, rispondevo solo in modo breve e semplice, senza considerare se avessero capito o se avessero chiaro il cammino da percorrere. In quel periodo, svolgevo i miei doveri in modo passivo, non avevo alcun fardello e i video che realizzavo erano sempre problematici. Mi sentivo molto frustrato, ma non riflettevo su me stesso. Un giorno, una sorella mi ha fatto notare una cosa: “Ho osservato che ultimamente nel lavoro non ci stai affatto mettendo il cuore e non hai coordinato né disposto correttamente il lavoro per i fratelli e le sorelle appena arrivati”. Alle sue parole, non ho potuto fare a meno di ribattere: “Anch’io ho molto da fare. Come faccio a occuparmi di ogni aspetto del lavoro?” Vedendo la mia opposizione, la sorella mi ha richiamato, dicendomi: “Non puoi pensare solo ai tuoi interessi e ritardare il lavoro complessivo”. Volevo continuare a discutere e a lamentarmi. Ma all’improvviso ho capito che quel richiamo veniva da Dio e che dovevo accettarlo e riflettere su me stesso. Perciò non ho detto altro. Dopo, più ci pensavo e più mi rendevo conto che aveva ragione. Dal momento che avevo accettato quel lavoro, dovevo adempiere le mie responsabilità e non concentrarmi solo sui miei interessi. Mi sono anche chiesto se il motivo per cui non sentivo Dio che mi guidava e mi conduceva e per cui stavano sorgendo sempre più problemi nel mio lavoro fosse perché il mio atteggiamento nei confronti dei miei doveri aveva provocato il disprezzo di Dio. Ho sentito che continuare in quel modo era pericoloso, così ho pregato Dio: “O Dio, oggi le Tue buone intenzioni erano nel richiamo della sorella. Sono disposto a fare ammenda e a riflettere correttamente su me stesso. Ti prego, illuminami affinché io possa conoscere me stesso”.

Più tardi, ho letto un passo della parola di Dio: “La coscienza e la ragione dovrebbero essere le componenti dell’umanità di una persona. Sono entrambe le cose più fondamentali e della massima importanza. Che razza di persona è un individuo che manca di coscienza e che non ha la ragione dell’umanità normale? In generale, è una persona che manca di umanità, che possiede un’umanità estremamente scarsa. In dettaglio, quali manifestazioni di umanità carente mostra questa persona? Proviamo ad analizzare quali caratteristiche possiedono persone del genere e quali manifestazioni specifiche presentano. (Sono egoiste e spregevoli.) Le persone egoiste e spregevoli sono superficiali nelle loro azioni, e non si lasciano coinvolgere da nulla che non le interessi personalmente. Non tengono conto degli interessi della casa di Dio, né mostrano considerazione per le Sue intenzioni. Non si assumono mai il fardello di assolvere il loro dovere o testimoniare per Dio, e non hanno alcun senso di responsabilità. A che cosa pensano quando fanno qualcosa? La loro prima riflessione è: ‘Se io faccio questa cosa, Dio lo saprà? Risulta visibile agli altri? Se gli altri non vedono che io ci metto tutto questo impegno e mi adopero con dedizione e, se nemmeno Dio lo vede, non serve a niente che io ci metta tale impegno e che ne soffra’. Questo non è forse estremamente egoista? Ed è anche un’intenzione assai meschina. Quando tali persone pensano e agiscono in questo modo, la loro coscienza svolge forse qualche ruolo? Forse la coscienza rimorde loro in questo? No, la loro coscienza non svolge alcun ruolo e non ha nessun rimorso(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Dando il proprio cuore a Dio si può ottenere la verità”). Dalle parole di Dio, ho capito che alcune persone, quando capita qualcosa, guardano solo ai propri interessi, si preoccupano di distinguersi, di farsi un nome o di trarne vantaggio e sono disposti ad agire soltanto se ne traggono beneficio; in caso contrario, non lo considerano un loro problema, non si immischiano e agiscono in modo superficiale. Non hanno alcun senso di fardello o responsabilità nei loro doveri e non considerano minimamente il lavoro della chiesa. Tali persone sono egoiste e spregevoli, prive di coscienza e di ragione. Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono sentito molto turbato. Ero esattamente il tipo di persona che Dio espone: estremamente egoista. In ogni cosa che facevo, pensavo solo a me stesso e non consideravo affatto le intenzioni di Dio. I fratelli e le sorelle avevano appena iniziato la formazione nella produzione video, non avevano ancora padronanza dei principi e delle abilità e ci mettevano più tempo a prendere la mano. Se si fossero affidati alla propria capacità di esplorazione, avrebbero rischiato di deviare e di usare mezzi inadeguati e, dato che io svolgevo quel dovere da più tempo e comprendevo alcuni principi, aiutarli a familiarizzare con il lavoro e ad afferrare i principi il prima possibile era mia responsabilità e dovere. Invece a me interessavano solo i miei profitti e le mie perdite e temevo che dedicare tempo ed energie a coltivare gli altri avrebbe ritardato il lavoro sui miei video. Se gli altri ne avessero prodotti più me, non solo il mio orgoglio ne sarebbe stato danneggiato, ma probabilmente sarei stato anche potato. Quindi, dopo averci riflettuto, avevo ritenuto quel compito arduo e ingrato e nel profondo non volevo farlo. Quando avevo capito che la revisione di un video altrui mi avrebbe portato via molto tempo, mi ero opposto, ero seccato e sentivo che era qualcosa che esulava dal mio lavoro. Anche se l’avessi fatto bene, non avrebbe influito sui risultati del mio lavoro, così mi ero concentrato sui miei compiti e sulla realizzazione di più video di alta qualità per assicurare la mia posizione all’interno del gruppo perché ciò mi sembrava più realistico. Pertanto, avevo apportato le correzioni in modo superficiale e frettoloso; di conseguenza, i problemi del video erano stati ignorati e alla fine il supervisore mi aveva detto di smettere di fare le revisioni. In quel momento, non mi ero sentito in colpa né turbato. Anzi, mi era sembrato di essermi liberato di un fardello e avevo pensato di non dovermi più preoccupare di ritardare il lavoro sui miei video. Riflettendo su ciò che avevo rivelato, mi sono reso conto di quanto fossi egoista, senza alcuna coscienza o ragione!

Successivamente, ho letto un passo della parola di Dio e ho avuto una certa comprensione di me stesso. Dio Onnipotente dice: “Ci sono individui che perseguono costantemente fama, guadagni e vantaggi personali. Qualunque sia il lavoro che la chiesa organizza per loro, costoro si chiedono sempre: ‘Ne trarrò dei vantaggi? Se sì, lo farò; altrimenti, no’. Una persona del genere non pratica la verità: può quindi compiere bene il proprio dovere? Sicuramente no. Anche se non hai fatto il male, non sei comunque una persona che pratica la verità. Se non persegui la verità, se non ami ciò che c’è di positivo e, qualunque cosa ti accada, ti preoccupi solo della tua reputazione, del tuo prestigio, del tuo interesse personale e di ciò che ti conviene, allora sei una persona guidata unicamente dall’interesse personale e che è egoista e meschina. Una persona simile crede in Dio al fine di ottenere un beneficio o un vantaggio per sé stessa, non per ottenere la verità o la salvezza di Dio. Di conseguenza, le persone di questo genere sono miscredenti. Le persone che credono veramente in Dio sono quelle in grado di cercare e praticare la verità, poiché riconoscono nei loro cuori che Cristo è verità e che è necessario ascoltare la parola di Dio e credere in Dio così come Egli esige. Se desideri praticare la verità quando ti accade qualcosa ma ti preoccupi della tua reputazione e del tuo prestigio e ti preoccupi della tua immagine, allora ti risulterà difficile. In una situazione simile, attraverso la preghiera, la ricerca, la riflessione su se stessi e la consapevolezza di sé, coloro che amano la verità sapranno rinunciare al proprio interesse personale o al proprio tornaconto, praticare la verità e sottomettersi a Dio. Queste sono le persone che davvero credono in Dio e che amano la verità. E qual è la conseguenza quando le persone pensano sempre ai loro interessi, quando cercano sempre di proteggere il loro orgoglio e la loro vanità, quando rivelano un’indole corrotta eppure non cercano la verità per eliminarla? È che non hanno accesso alla vita, che mancano di autentiche testimonianze esperienziali. E questo è pericoloso, non è vero? Se non pratichi mai la verità, se non hai testimonianze esperienziali, a tempo debito verrai rivelato ed eliminato. Che utilità hanno nella casa di Dio le persone prive di testimonianze esperienziali? Sono destinate a svolgere male qualsiasi dovere e non saranno in grado di fare nulla in modo adeguato. Non sono semplicemente spazzatura?(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Mi trovavo esattamente in quello stato: nello svolgere i miei doveri, consideravo solo i miei interessi. Quando avevo constatato che coltivare gli altri e aiutarli a risolvere i problemi nel loro lavoro richiedeva una riflessione accurata e molto tempo, avevo pensato che avrebbe ritardato l’avanzamento del mio lavoro e danneggiato il mio orgoglio e il mio prestigio. Non ero più disposto a pagare un prezzo per aiutare gli altri. Quando i fratelli e le sorelle trovavano problemi nel loro lavoro e venivano a chiedermi aiuto, non volevo occuparmi di loro e mi limitavo a dare una risposta superficiale per scrollarmeli di dosso. Quando c’erano stati continui problemi con il video di qualcun altro che avevo revisionato, non avevo cercato i principi per trovare soluzioni, ma volevo solo far uscire quel video il più velocemente possibile. Ciò che avevo rivelato e il mio comportamento non erano diversi da quelli dei non credenti. I non credenti considerano solo i propri interessi e non muovono un dito se non c’è qualcosa di vantaggioso per loro. Si aggrappano a tutto ciò che reca loro beneficio, applicano approcci estremi per trarne profitto, anche se questo significa danneggiare gli interessi degli altri. Ma se qualcosa non li avvantaggia, non vi si interessano e la allontanano se possono. Non cercano altro che il profitto. Anche se credevo in Dio, leggevo le Sue parole ogni giorno e facevo i miei doveri, non avevo un posto per Lui nel mio cuore. Quando mi succedeva qualcosa, non cercavo la verità e non la praticavo; l’unica cosa che consideravo era un eventuale danno al mio orgoglio e la possibilità di proteggere i miei interessi personali. I miei pensieri e le mie azioni erano tutti incentrati sulla massimizzazione dei miei benefici, come se le possibili perdite subite dal lavoro della chiesa non mi riguardassero. Non ero nemmeno degno di essere chiamato membro della casa di Dio. Con un tale atteggiamento nei confronti dei miei doveri, anche se portassi a termine i miei compiti in tempo ogni mese, sarebbe impossibile ricevere l’approvazione di Dio. Non farei altro che provocare il Suo disprezzo e il Suo odio. Questa riflessione mi ha terrorizzato: mi sono reso conto che continuare in quel modo sarebbe stato davvero pericoloso per me.

Poi ho letto altri due passi delle parole di Dio che mi hanno profondamente commosso. Dio dice: “Qual è il parametro in base al quale le azioni e il comportamento di una persona vengono giudicate buone o cattive? È il fatto che una persona, in come pensa, in ciò che rivela e in come agisce, possieda oppure no la testimonianza di aver messo in pratica la verità e di vivere la verità realtà. Se non hai questa realtà o non la vivi, sei senza dubbio un malfattore. Dio come ritiene i malfattori? Per Dio, i tuoi pensieri e i tuoi atti esteriori non Gli rendono testimonianza né umiliano e sconfiggono Satana; anzi, gettano vergogna su di Lui e sono cosparsi di segni del disonore che Gli hai recato. Non stai testimoniando Dio, non ti spendi per Lui né adempi alle tue responsabilità e ai tuoi obblighi verso Dio; invece, agisci nel tuo interesse. Cosa significa ‘nel tuo interesse’? Se vogliamo essere precisi, significa nell’interesse di Satana. Pertanto, alla fine, Dio dirà: ‘Allontanatevi da Me, malfattori!’ Agli occhi di Dio le tue non saranno considerate buone azioni, ma cattive azioni. Non solo non otterranno l’approvazione di Dio, ma verranno anche condannate. Cosa si spera di ottenere con una simile fede in Dio? In definitiva, una fede di questo tipo non risulterebbe infruttuosa?(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). “Se non compi bene il tuo dovere ma cerchi sempre di distinguerti, di competere per il prestigio, di spiccare e di eccellere, lottando per la tua reputazione e i tuoi interessi, allora, mentre vivi in questo stato, non sei solo un operaio? Puoi offrire manodopera se lo vuoi, ma è possibile che tu sia rivelato prima che la tua manodopera sia completa. Quando le persone sono rivelate, arriva per loro il giorno in cui vengono condannate ed eliminate. È possibile invertire quell’esito? Non è facile; è possibile che Dio lo abbia già determinato; in tal caso, esse sono nei guai. Le persone di solito trasgrediscono, rivelano la loro indole corrotta e commettono alcuni piccoli errori, oppure soddisfano i loro desideri egoistici, parlano con secondi fini e si impegnano a ingannare, ma finché non intralciano né disturbano il lavoro della chiesa, non combinano un gran pasticcio, non offendono l’indole di Dio né sono causa di risultati palesemente avversi, allora avranno ancora una possibilità di pentirsi. Se però commettono qualche atto di grande malvagità o provocano un grosso disastro, potranno ancora redimersi? Per una persona che crede in Dio e svolge un dovere è molto pericoloso spingersi fino a quel punto(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho acquisito una comprensione più nitida dei miei problemi. Esteriormente, stavo compiendo i miei doveri e pagando un prezzo e volevo anche realizzare rapidamente altri video. Ma le mie intenzioni e le mie motivazioni non erano quelle di praticare la verità e soddisfare Dio; erano di preservare il mio orgoglio e il mio prestigio, guadagnare l’ammirazione altrui e ottenere l’approvazione del supervisore. Perciò, nei compiti che potevano mettermi in risalto e produrre risultati visibili al supervisore, mi impegnavo molto. Tuttavia, quando si trattava di mansioni in cui non potevo distinguermi, per quanto fossero cruciali e importanti per la chiesa, ero riluttante a svolgerle e anche se lo facevo, agivo in modo superficiale. Nello svolgere i miei doveri, consideravo solo il modo in cui gli altri mi vedevano e cercavo esclusivamente di compiacere le persone e rendere conto di me stesso a loro. Non mi importava se il lavoro della chiesa veniva ritardato. Non stavo adempiendo il dovere di un essere creato, ma stavo portando avanti la mia impresa personale. Nel compiere così il mio dovere stavo in essenza compiendo il male! A quel punto, mi è apparso ancora più chiaro che il motivo per cui negli ultimi tempi avevo commesso così tanti errori nei miei doveri era che il mio atteggiamento verso il mio dovere era spregevole agli occhi di Dio e lo Spirito Santo non stava operando in me; di conseguenza, la mia mente non era lucida e non riuscivo né a capire a fondo i problemi né a comprendere a pieno i suggerimenti dei fratelli e delle sorelle. Mi ero comportato come un grande sciocco, ottuso e stupido; avevo un cuore cupo e triste, ero sostenuto solo dall’entusiasmo e dalla forza di volontà di continuare a lavorare. Poiché i video da me prodotti andavano costantemente rielaborati, i fratelli e le sorelle dovevano mettere da parte il loro lavoro e dedicare molto tempo ad aiutarmi. Non solo non avevo adempiuto il mio dovere, ma avevo anche fatto perdere loro tempo. Di conseguenza, avevo impercettibilmente ritardato l’avanzamento del lavoro. Inoltre, durante la revisione del video a cui la sorella aveva lavorato con tanto impegno, a causa della mia irresponsabilità, non solo non ero riuscito a eseguire le revisioni in modo corretto, ma avevo anche creato più problemi di prima. Il mio lavoro era controproducente! Ero solito pensare che solo gli anticristi e le persone malevole commettano atti malvagi e intralcino e disturbino il lavoro della chiesa e che non mi sarei mai comportato come loro. Tuttavia, in quel momento è stato dimostrato che si trattava solo di mie nozioni e fantasie. Quando perseguivo fama, prestigio e interessi personali nei miei doveri, non potevo fare a meno di intralciare il lavoro della chiesa e di finire per compiere il male. Solo perseguendo la verità ed eliminando la mia indole corrotta posso ottenere risultati nei miei doveri. Così ho pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi a eliminare la mia indole corrotta.

In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio e ho trovato il cammino da praticare. Dio dice: “Coloro che sono in grado di mettere in pratica la verità riescono ad accettare lo scrutinio di Dio nelle cose che fanno. Quando accetterai lo scrutinio di Dio, il tuo cuore sarà sulla strada giusta. Se fai le cose sempre e solo perché gli altri le vedano, vuoi sempre guadagnare lodi e ammirazione da parte degli altri e non accetti lo scrutinio di Dio, allora hai ancora Dio nel cuore? Le persone di questo tipo non hanno un cuore che teme Dio. Non agire sempre per il tuo tornaconto e non considerare costantemente i tuoi interessi personali; non preoccuparti degli interessi degli uomini e non pensare affatto al tuo orgoglio, alla tua reputazione e al tuo prestigio. Devi prima considerare gli interessi della casa di Dio e farne la tua priorità. Devi tenere in considerazione le intenzioni di Dio e cominciare col riflettere se ci siano state o meno impurità nello svolgimento del tuo dovere, se tu sia stato fedele, se tu abbia adempiuto le tue responsabilità e abbia dato tutto te stesso e, allo stesso modo, se tu abbia o meno riflettuto con tutto il cuore sul tuo dovere e sul lavoro della chiesa. Devi considerare queste cose. Se ci pensi spesso e le comprendi, ti sarà più facile svolgere bene il tuo dovere(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). Da questo passo delle parole di Dio, ho capito che è fondamentale praticare la verità e accettare lo scrutinio di Dio quando compiamo i nostri doveri. Se ci troviamo di fronte a situazioni che coinvolgono interessi personali, dobbiamo ribellarci consapevolmente ai nostri pensieri e non considerare l’orgoglio e il prestigio. Dobbiamo invece pregare Dio e pensare a come agire in modo da soddisfare Lui e giovare al lavoro della chiesa. Poi dobbiamo cercare le verità principi, praticarle ed entrare in esse. Ricordo che quando avevo iniziato a svolgere i miei doveri, non riuscivo ad afferrare i principi, ma attraverso l’illuminazione e la guida di Dio, nonché l’aiuto pratico e la guida dei miei fratelli e sorelle, gradualmente ero arrivato a comprendere alcuni dei principi e delle abilità legate alla produzione video. Tutto questo era l’amore di Dio. Ora, alcuni fratelli e sorelle avevano appena iniziato a praticare lo svolgimento dei loro doveri e non avevano ancora afferrato i principi. Avrei dovuto considerare le intenzioni di Dio e insegnare loro tutto ciò che avevo compreso e afferrato. Questa era la responsabilità fondamentale che avrei dovuto adempiere. Inoltre, una volta che avevano compreso i principi e iniziato a ottenere risultati nei loro doveri, l’efficienza complessiva del lavoro della chiesa sarebbe migliorata e questo era molto più prezioso ed efficace che svolgere soltanto il lavoro sui miei video. Il supervisore che mi aveva assegnato il compito di coltivare i fratelli e le sorelle affinché apprendessero competenze specialistiche si basava anche su una valutazione della situazione dei miei doveri. Svolgevo quel dovere da più tempo e avevo una certa familiarità con il processo lavorativo e le relative competenze quindi, pur continuando a svolgere bene il mio lavoro, non sarebbe stato un problema per me occuparmi anche del coordinamento dei fratelli e delle sorelle e prevedere un po’ di tempo per aiutarli a risolvere i problemi del loro lavoro. Inoltre, durante la mia collaborazione, se mi fossi accorto di non riuscire a farmi carico del lavoro a causa di una capacità lavorativa o di una levatura insufficienti, con conseguenti ritardi o ripercussioni sul mio lavoro, avrei potuto farlo presente in tutta onestà al supervisore, che avrebbe potuto apportare modifiche ragionevoli in base alle esigenze del lavoro. Ma ero troppo egoista e spregevole, non ero disposto a dedicare tempo al lavoro degli altri, quindi opponevo sempre resistenza ed ero riluttante a collaborare in modo adeguato, ritardando così il lavoro. Resomi conto di tutto questo, ho corretto il mio stato mentale, ho esaminato in modo proattivo i problemi nel lavoro di tutti e abbiamo cercato insieme le soluzioni di fronte alle problematicità.

Una volta, un fratello ha incontrato delle difficoltà durante la realizzazione di un video e ha chiesto il mio aiuto. Io, però, avevo anche del lavoro da sbrigare, così ho iniziato a sentirmi combattuto e ho pensato: “Il video del fratello è urgente e so che dovrei prima aiutarlo a finirlo, ma la produzione del suo video è davvero complicata e richiederà molto tempo e impegno. Anche se il suo video dovesse risultare eccellente, nessuno saprà che l’ho aiutato io e, per di più, questo ritarderà il mio lavoro”. A quel punto, ho capito che stavo di nuovo pensando ai miei interessi. Così ho pregato Dio e mi sono ribellato a me stesso. Poiché il video del fratello era urgente, dovevo prima dargli la priorità e aiutarlo a completarlo. Con questa prospettiva, ho messo da parte il mio lavoro e ho aiutato il fratello con il suo video. Praticando in questo modo, ho sentito la pace nel mio cuore. In realtà, coltivando gli altri, ho guadagnato molto anche io. Anche se facevo quel dovere da più tempo, avevo ancora una comprensione superficiale di numerose verità principi e spesso mi attenevo alle regole senza flessibilità; inoltre, quando gli altri incontravano criticità nel loro lavoro e chiedevano il mio aiuto, spesso non riuscivo a capirli a fondo per trovare una soluzione. Pregando Dio, condividendo su quei problemi ed esplorando insieme ai fratelli e alle sorelle, inconsapevolmente ho acquisito una comprensione sempre più chiara e profonda di alcuni principi e anche le mie capacità di produzione video sono migliorate. In precedenza, ero sempre svogliato nello svolgimento dei miei doveri, senza il desiderio di fare progressi. Non prestavo sufficiente attenzione a riassumere le deviazioni nel lavoro e a cercare i principi per risolverle. Grazie alla disposizione del supervisore, che mi aveva chiesto di coltivare i fratelli e le sorelle nello sviluppo delle loro abilità, ho iniziato a cercare e a riflettere costantemente su come aiutarli a risolvere i problemi. Ho anche sviluppato un senso del fardello nello svolgere i miei doveri e mi sono allontanato dall’atteggiamento di chi si accontenta dello status quo e non si sforza di migliorare. È proprio svolgendo questo dovere che ho raggiunto queste consapevolezze e ho ottenuto dei guadagni. Dio sia lodato!

Pagina precedente: 61. Ora so come lavorare bene con gli altri

Pagina successiva: 63. Continuate a perseguire la verità anche in età avanzata

Sei fortunatoad accederea questo sito Web,avrai l’opportunitàdi accogliere il Signoree trovare la viaper sbarazzarti della sofferenza. Vuoi guadagnare questa benedizione di Dio?

Contenuti correlati

Impostazioni

  • Testo
  • Temi

Colori omogenei

Temi

Carattere

Dimensioni carattere

Interlinea

Interlinea

Larghezza pagina

Indice

Cerca

  • Cerca in questo testo
  • Cerca in questo libro