65. Una piccola minima consapevolezza di egoismo e viltà meschinità

di Nana, Cina

Nel 2020 stavo collaborando con due sorelle, Li Na e Yang Yang, per fare dei doveri basati sui testi. Dopo qualche tempo, sono stata scelta come capogruppo. Ho pensato tra me e me: “Ho lavorato a lungo con i testi e ora sono la capogruppo, devo collaborare con loro per svolgere bene i nostri doveri”. Erano giovani, quindi nelle cose quotidiane ero spesso più tollerante nei loro confronti, e quando vedevo che nel lavoro incontravano problemi o che non avevano chiari alcuni principi, cercavo con loro la verità per trovare una soluzione. Li Na e Yang Yang dicevano entrambe che nei miei doveri ero alla mano, paziente e responsabile. Anch’io pensavo di essere brava a considerare il lavoro nel suo insieme e di essere paziente, amorevole e di buona umanità. In quel periodo, tutti erano molto costruttivi nei loro doveri e il lavoro dava dei risultati. Anche il supervisore mi apprezzava; mi sentivo soddisfatta e pensavo che avrei dovuto fare ancora meglio in futuro.

In seguito, a causa del maggiore carico di lavoro e dei sermoni arretrati, il supervisore ha disposto che nei nostri doveri si unisse a noi la sorella Wang Nan. Ho notato che Wang Nan era molto veloce sia nel controllo che nella scrittura dei sermoni, e che i miei progressi erano più lenti dei suoi. Pensavo tra me e me: “Se il supervisore vede che i progressi nella selezione dei sermoni si sono palesemente sveltiti con l’arrivo di Wang Nan, non penserà che le mie capacità lavorative sono carenti, che non sono brava come Wang Nan, o che non sto facendo un lavoro effettivo, e che questo è il motivo dei sermoni arretrati? Questo non va bene, devo affrettarmi a selezionare i sermoni per non restare indietro a Wang Nan”. In quel periodo, Yang Yang stava incontrando dei problemi nella selezione dei sermoni, e sapevo di dover condividere e aiutarla, ma ho pensato: “Per risolvere i problemi di Yang Yang sarebbe necessario aiutarla ad analizzare i sermoni e a trovare i principi pertinenti, e questo rallenterebbe i miei progressi nella selezione dei sermoni. Allora il supervisore direbbe che non ho fatto bene come la nuova sorella, anche se ho svolto i miei doveri per così tanto tempo. Lasciamo perdere, per ora non ho voglia di preoccuparmene”. Cosicché non ho indagato sulle difficoltà di Yang Yang. Qualche giorno dopo, ho notato che i progressi di Yang Yang nel vaglio dei sermoni erano lenti, e benché volessi condividere per aiutarla, al pensiero del tempo e delle energie che questo avrebbe comportato, sono rimasta in silenzio. Un giorno il supervisore ha detto che Yang Yang avrebbe dovuto passare del lavoro a Li Na, e ho notato che Yang Yang non aveva spiegato le cose chiaramente, perciò volevo discutere con loro i dettagli; tuttavia ho pensato che ciò avrebbe ritardato la mia revisione dei sermoni, e comunque, visto che il supervisore non mi aveva assegnato specificamente quel compito, ho ritenuto che fosse meglio non fare domande e concentrarmi sul mio lavoro. Tempo dopo, Yang Yang e Li Na, il cui lavoro non stava dando buoni risultati, mi hanno proposto di condividere insieme sulle soluzioni, ma non ho voluto partecipare a questa cosa perché ritenevo che avrebbe causato dei ritardi, così ho scambiato brevemente alcune riflessioni e subito dopo mi sono di nuovo concentrata sul mio lavoro.

Più tardi, il supervisore è venuto a controllare il lavoro, e ha visto che Li Na e Yang Yang erano in difficoltà e che i risultati dei loro doveri erano diminuiti. Quando in seguito ha saputo che non avevo guidato né seguito il lavoro delle sorelle, mi ha potata, dicendo: “Tu fai solo il lavoro di cui sei responsabile e non ti interessa affatto come procede il lavoro delle sorelle con cui collabori: non hai adempiuto per niente alle tue responsabilità di capogruppo!” Essere potata così all’improvviso è stato difficile per me da accettare e ho pensato: “Non è tutta colpa mia se i loro doveri non hanno dato risultati, il lavoro ce l’eravamo distribuito!” Mi sono sentita un po’ offesa. Il supervisore mi ha letto un passo delle parole di Dio, e allora ho cominciato a rendermi conto dei miei problemi. Dio dice: “Gli anticristi sono privi di coscienza, di ragionevolezza e di umanità. Non solo sono incuranti della vergogna, ma hanno anche un altro segno distintivo: sono estremamente egoisti e vili. Non è difficile comprendere il senso letterale del loro ‘egoismo’ e della loro ‘viltà’: sono ciechi a tutto tranne che ai loro interessi personali. Tutto ciò che riguarda i loro interessi personali è al pieno centro della loro attenzione, e per esso sono disposti a soffrire, a pagare un prezzo, a impegnarsi e a dedicarsi. Invece, trascurano e chiudono un occhio su tutto ciò che non riguarda i loro interessi personali; gli altri possono fare quello che vogliono, agli anticristi non importa che qualcuno sia causa di intralcio o di disturbo e, ai loro occhi, questo non li riguarda minimamente. Detto con tatto, si occupano dei loro affari. Ma è più preciso affermare che simili individui sono vili, ignobili e sordidi; li definiamo ‘egoisti e vili’. In che modo si manifestano l’egoismo e la viltà degli anticristi? In ogni situazione vantaggiosa per il loro prestigio o per la loro reputazione, si sforzano di fare o dire qualsiasi cosa sia necessaria, e sopportano volentieri qualunque sofferenza. Quando invece si tratta di un lavoro ordinato dalla casa di Dio o che giova alla crescita nella vita del popolo eletto di Dio, lo ignorano completamente. Anche quando persone malevole intralciano, disturbano e commettono ogni tipo di male, e di conseguenza influenzano gravemente il lavoro della chiesa, essi rimangono impassibili e non se ne preoccupano, come se questo non avesse nulla a che fare con loro. E se qualcuno scopre e riferisce le malvagità compiute da una persona malevola, affermano di non aver visto nulla e fingono ignoranza. Ma se qualcuno li denuncia e smaschera il fatto che non svolgono un lavoro reale e che perseguono solo la fama, il guadagno e il prestigio, costoro vedono rosso. Convocano in fretta riunioni per discutere su come rispondere, intraprendono indagini per scoprire chi ha agito alle loro spalle, chi dirigeva le operazioni, e chi era coinvolto. Non mangiano né dormono finché non sono andati a fondo della questione e non la risolvono completamente; addirittura, saranno contenti solo dopo aver eliminato tutti coloro che li hanno segnalati. Questa è la manifestazione dell’egoismo e della viltà, non è così? Stanno forse svolgendo il lavoro della chiesa? Stanno agendo per il proprio potere e prestigio, puro e semplice. Stanno conducendo un’operazione personale. Indipendentemente dal lavoro che intraprendono, gli anticristi non tengono mai in minima considerazione gli interessi della casa di Dio. Si preoccupano soltanto se i loro interessi saranno colpiti, pensano solo a quel poco di lavoro che devono svolgere e che va a loro vantaggio. Per loro, il lavoro principale della chiesa è solo qualcosa di cui occuparsi nel tempo libero. Non lo prendono affatto sul serio. Si mobilitano solo quando vengono spinti all’azione, si limitano a ciò che piace loro fare, e lavorano solamente allo scopo di mantenere il proprio prestigio e il proprio potere. Ai loro occhi, qualsiasi lavoro organizzato dalla casa di Dio, l’opera di diffusione del Vangelo e l’ingresso nella vita dei prescelti di Dio non hanno importanza. A prescindere da quali difficoltà abbiano gli altri nel loro lavoro, quali problemi abbiano riscontrato e riferito loro, quanto siano sincere le parole degli altri, gli anticristi non vi prestano alcuna attenzione, non si lasciano coinvolgere, è come se questo non avesse nulla a che fare con loro. Indipendentemente da quanto seri siano i problemi che emergono dal lavoro della chiesa, essi sono del tutto indifferenti. Anche quando un problema è proprio sotto i loro occhi, si limitano ad affrontarlo in modo superficiale. Solo quando sono potati direttamente dal Supremo e viene loro ordinato di risolvere un problema, svolgono a malincuore un po’ di lavoro reale e danno al Supremo qualcosa da vedere; subito dopo, ritornano ai loro affari. Per quanto riguarda il lavoro della chiesa, le cose rilevanti nel contesto generale, sono disinteressati e non si curano di queste cose. Ignorano persino i problemi che scoprono, forniscono risposte superficiali o tergiversano quando qualcuno pone loro domande in merito ai problemi, e li affrontano soltanto con grande riluttanza. Questa è la manifestazione dell’egoismo e della viltà, non è così? Per di più, non importa quale dovere stiano svolgendo, tutto ciò a cui gli anticristi pensano è se questo consentirà loro di conquistare la scena; se si tratta di qualcosa che accrescerà la loro reputazione, si scervellano per trovare un modo per imparare a farlo, per portarlo a termine; tutto ciò di cui si preoccupano è se li distinguerà. In qualunque cosa facciano o pensino, si interessano solo della propria fama, del proprio guadagno e del proprio prestigio. A prescindere da quale compito stiano svolgendo, non fanno che competere su chi sia migliore e chi peggiore, chi vinca e chi perda, chi abbia la reputazione più alta. Si preoccupano solo di quante persone li adorano e li ammirano, di quante obbediscano loro e di quanti seguaci abbiano. Non tengono mai condivisioni sulla verità né risolvono i problemi reali. Non pensano mai a come fare le cose secondo principio quando svolgono il proprio dovere, né riflettono se siano stati leali, se abbiano adempiuto alle loro responsabilità, se nel loro lavoro ci siano state deviazioni o sviste, o se ci sia qualche problema, e tanto meno pensano a ciò che richiede Dio e a quali sono le Sue intenzioni. Non prestano la minima attenzione ad alcuna di queste cose. Si impegnano duramente e fanno le cose solo per fama, guadagno e prestigio, per soddisfare le proprie ambizioni e i propri desideri personali. Questa è la manifestazione dell’egoismo e della viltà, non è vero?(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Quarto excursus: Riepilogo sul carattere degli anticristi e sulla loro indole essenza (Parte prima)”). Quando ho sentito le parole “egoista”, “vile” e “sordido”, ho provato una fitta al cuore; solo allora ho capito che il mio comportamento era esattamente quello di un anticristo. Gli anticristi sono disposti a fare grandi sforzi, a soffrire e a pagare un prezzo per le cose legate alla loro reputazione e al loro prestigio, ma quando si tratta di cose non legate ai loro interessi, anche se a scapito del lavoro della chiesa, le ignorano e si girano dall’altra parte. Sono veramente egoisti e vili. Mi sono ricordata che all’inizio sapevo collaborare in perfetta armonia con Li Na e Yang Yang, e ogni volta che avevano problemi o difficoltà, facevo del mio meglio per aiutarle a risolverli. Ma quando il supervisore ha coinvolto Wang Nan, ho temuto che, se fossi rimasta indietro rispetto a Wang Nan, il supervisore avrebbe detto che non ero altrettanto capace o che non stavo facendo il lavoro effettivo. Così avevo smesso di occuparmi delle sorelle con cui collaboravo. Quando ho visto Yang Yang in difficoltà sul lavoro, non mi sono preoccupata di aiutarla, pensando che avrei sprecato il mio tempo, così mi sono concentrata solo sul mio lavoro. Il supervisore ha chiesto a Yang Yang di passare del lavoro a Li Na e, pur vedendo che non avevano comunicato correttamente e sapendo che questo avrebbe ritardato il lavoro, temevo che condividere con loro sui dettagli di quella situazione mi avrebbe fatto perdere tempo, così ho scelto di girare le spalle e di non farmi coinvolgere. Ho persino trovato delle scuse per proteggere i miei interessi personali, pensando che, siccome il supervisore non aveva assegnato il lavoro a me, non era una mia responsabilità. In seguito il lavoro di Li Na era diventato inefficace e lei stava vivendo delle difficoltà, ma ho deliberatamente evitato di condividere con lei e di aiutarla. A causa del mio egoismo, non ho aiutato le mie sorelle collaboratrici e non ho considerato il lavoro complessivo, e questo ha fatto sì che non ci fossero grandi progressi. Anche se mi sembrava di dedicare tempo ed energia al lavoro, in realtà non facevo altro che evitare che il mio orgoglio e il mio prestigio subissero danni. In qualità di capogruppo, avrei dovuto supervisionare e seguire i progressi nel lavoro di ciascun membro del gruppo, e se qualcuno avesse avuto difficoltà o problemi nelle sue mansioni, avrei dovuto parlarne tempestivamente e cercare con lui soluzioni basate sulle verità principi. Invece, ho tenuto conto solo del mio lavoro e mi sono preoccupata degli eventuali danni alla mia reputazione e al mio prestigio. Non ho considerato affatto il lavoro complessivo, e non ho adempiuto alle responsabilità di una capogruppo. Mi sono resa conto di essere veramente vile e sordida, e che stavo rivelando la stessa indole di un anticristo! Rendendomene conto, ho capito che il supervisore che mi aveva potata aveva ragione, e che non avevo motivo di sentirmi offesa. E così ho cominciato a pensare a come rimediare al danno che avevo causato al lavoro.

Più tardi, ho letto un altro passo delle parole di Dio: “Alcuni si vantano continuamente di possedere una buona umanità, di non parlare mai male degli altri, di non danneggiare mai gli interessi degli altri e affermano di non aver mai bramato la proprietà altrui. Quando c’è una disputa di interessi, addirittura preferiscono subire una perdita piuttosto che approfittare degli altri, e tutti li reputano delle brave persone. Però, nello svolgere il loro dovere nella casa di Dio sono scaltri e viscidi e tramano sempre per il proprio tornaconto. Non pensano mai agli interessi della casa di Dio, non considerano mai urgenti le cose che Dio considera urgenti né pensano come pensa Dio, e non sono mai capaci di accantonare i propri interessi per compiere il proprio dovere. Non rinunciano mai ai propri interessi. Anche quando vedono persone malevole commettere il male, non le smascherano; non hanno principi di alcun genere. Che tipo di umanità è questa? Non una buona umanità. Non prestare attenzione a ciò che dicono tali persone; devi vedere che cosa vivono, cosa rivelano e qual è il loro atteggiamento quando svolgono il loro dovere, nonché qual è lo stato in cui si trovano e cosa amano. Se il loro amore per la fama e il guadagno supera la lealtà verso Dio, supera gli interessi della casa di Dio o supera la considerazione che tali persone dimostrano nei confronti di Dio, allora persone simili sono forse dotate di umanità? No, non sono persone dotate di umanità. Il loro comportamento può essere visto dagli altri e da Dio. È molto difficile che persone del genere acquisiscano la verità(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Dando il proprio cuore a Dio si può ottenere la verità”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho provato vergogna. In passato, avevo sempre pensato di avere una buona umanità, di essere in grado di lavorare in armonia con i miei fratelli e sorelle e di tenere in considerazione il lavoro generale, nonché di essere in grado di aiutare i miei fratelli e sorelle. Tuttavia, alla luce dei fatti, ho capito di non essere una persona con una buona umanità. Avevo sentito che l’arrivo di Wang Nan minacciava la mia reputazione e il mio prestigio, così, per evitare che il supervisore dicesse che non ero brava come Wang Nan, ho concentrato tutta la mia attenzione nel fare bene soltanto il mio lavoro. Quando ho visto che Yang Yang e Li Na avevano difficoltà nel loro lavoro e necessitavano di aiuto, le ho trascurate. Ho pensato che aiutarle avrebbe interferito con i miei progressi lavorativi, quindi le ho ignorate e me ne sono tenuta fuori. Di conseguenza, il lavoro ha subito delle perdite. Solo allora mi sono resa conto che il motivo per cui all’inizio ero riuscita ad aiutare le mie sorelle e a considerare il lavoro nel suo complesso, era perché non erano coinvolti la mia reputazione e il mio prestigio. Ma ora che erano in gioco il mio orgoglio e il mio prestigio, il mio vero volto era stato esposto. Per proteggere la mia reputazione e il mio prestigio, ho trascurato gli interessi della chiesa. Bel modo di mostrare la mia buona umanità! Una persona con una umanità veramente buona è fedele al proprio dovere, e quando gli interessi della casa di Dio sono in conflitto con i suoi interessi personali, sa tenere in considerazione le intenzioni di Dio e mette al primo posto gli interessi della Sua casa. Ma per quanto riguardava me, vedendo che il lavoro della chiesa subiva delle perdite, sono stata restia a mettere da parte gli interessi personali per aiutare le mie sorelle. Bel modo di mostrare una qualsivoglia umanità! Rendendomene conto, mi sono sentita davvero in colpa e ho pregato Dio: “Dio, riconosco di essere proprio egoista, perciò sono disposta a cambiare e a collaborare armoniosamente con le mie sorelle. Chiunque sia ad incontrare problemi nei suoi doveri, ho intenzione di cercare la verità insieme a lei per risolverli”. Andando avanti, ho chiesto attivamente a Li Na e a Yang Yang quali problemi avessero nel loro lavoro e se sollevavano qualche questione, condividevamo e cercavamo insieme le soluzioni. In seguito a questo, a prescindere da quanto fosse impegnativo il lavoro, ho sempre trovato il tempo per discutere con le mie sorelle dei problemi di lavoro e, insieme, abbiamo condiviso sui cammini da percorrere per risolverli. Ho notato che il lavoro nel suo complesso si è mosso gradualmente in una direzione positiva e ci siamo sentite tutte molto felici.

Dopo un po’ di tempo, la leader ha fatto in modo che io e la sorella Yang Zhen collaborassimo nei doveri basati sui testi. Di solito discutevamo insieme del lavoro, ma poi, a causa di certi cambiamenti nel lavoro, ci siamo divise le responsabilità. A volte Yang Zhen ha avuto bisogno di verificare i materiali con i fratelli e le sorelle. Durante quel periodo, la leader ha inviato delle lettere per informarsi sul suo lavoro, e anche i fratelli e le sorelle hanno inviato lettere per farle delle domande. Tutte queste cose hanno richiesto delle risposte tempestive. All’inizio ho potuto essere d’aiuto in alcuni di questi compiti, ma dopo un po’ ho pensato tra me e me: “Questa è una responsabilità di Yang Zhen, se continuo ad aiutarla perderò tempo e se il lavoro di cui sono responsabile non dà risultati buoni come quelli di Yang Zhen, cosa penserà di me la leader? Con che faccia mi ripresento?” Ma poi mi sono ricordata di quando ero concentrata solo sul mio lavoro e avevo ignorato quello delle mie sorelle, danneggiando il lavoro della chiesa, e ho capito che stavolta non potevo rifarlo. Ho ricordato un passo delle parole di Dio: “Non agire sempre per il tuo tornaconto e non considerare costantemente i tuoi interessi personali; non preoccuparti degli interessi degli uomini e non pensare affatto al tuo orgoglio, alla tua reputazione e al tuo prestigio. Devi prima considerare gli interessi della casa di Dio e farne la tua priorità. Devi tenere in considerazione le intenzioni di Dio e cominciare col riflettere se ci siano state o meno impurità nello svolgimento del tuo dovere, se tu sia stato fedele, se tu abbia adempiuto le tue responsabilità e abbia dato tutto te stesso e, allo stesso modo, se tu abbia o meno riflettuto con tutto il cuore sul tuo dovere e sul lavoro della chiesa. Devi considerare queste cose(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). Le parole di Dio mi hanno dato un cammino di pratica. Sia che si trattasse del lavoro di cui era responsabile Yang Zhen, sia che si trattasse del lavoro di cui ero responsabile io, era tutto lavoro della chiesa, e io non dovevo continuare a tenere conto del mio orgoglio e del mio prestigio. Se il lavoro di Yang Zhen fosse stato ritardato, gli interessi della chiesa sarebbero stati danneggiati. Io dovevo proteggere il lavoro complessivo della chiesa. Cosicché, quando Yang Zhen era troppo impegnata, l’ho aiutata con alcuni compiti, allo stesso tempo, ho assegnato ai compiti delle priorità e ho lavorato in base all’urgenza. Quando ho operato in questo modo mi sono sentita a mio agio.

In passato avevo sempre pensato di avere una buona umanità, di poter soffrire e pagare un prezzo nei miei doveri, e di poter anche collaborare armoniosamente con i miei fratelli e sorelle. Ma dopo aver vissuto tutto questo, ho capito che ero davvero egoista, e che tutti miei patimenti e sacrifici servivano a proteggere la mia reputazione e il mio prestigio. Ringrazio Dio per il giudizio e la rivelazione delle Sue parole, che mi hanno permesso di conoscere me stessa e di operare dei cambiamenti.

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