64. Le conseguenze del fingere di comprendere

di Su Yu, Cina

Lavoro alla produzione video nella chiesa. Agli inizi del mio percorso di formazione, quando non capivo qualcosa, chiedevo aiuto agli altri. Poi, ho pian piano acquisito alcuni principi e ho persino realizzato qualche video in modo autonomo. Tutti mi hanno detto che stavo facendo progressi rapidi e il supervisore ha anche affermato che i miei video erano innovativi e ragionati. Sentire quelle parole mi ha riempita di soddisfazione e ho pensato di avere delle doti e dei punti di forza nella produzione video. Da quel momento, raramente ho chiesto aiuto ad altri per la realizzazione dei video e, quasi sempre, cercavo di riflettere e risolvere i problemi da sola. Una volta stavo realizzando un video un po’ impegnativo e mi sentivo un po’ persa, così ho pensato di chiedere alla capogruppo di darmene uno più semplice. Ma poi mi sono detta: “Visto che ho scelto io questo video, se vado a dire alla capogruppo che non sono in grado di farlo, mi guarderà dall’alto in basso? Non importa, questo video sarà anche complicato, ma se mi impegno a fondo, magari riesco a portarlo a termine”. Quindi non ho detto nulla e ho abbassato la testa, continuando a fare ricerche e a raccogliere idee per conto mio. Tuttavia, dopo averci pensato a lungo, non avevo ancora trovato il modo per farlo e ho pensato di chiedere a qualcun altro di dare un’occhiata e aiutarmi, però poi mi sono detta: “È da un po’ che faccio formazione. Se continuo a chiedere aiuto agli altri, penseranno che mi manca la levatura? No, continuerò a cercare di capirci qualcosa da sola”. In quel momento, la capogruppo mi ha chiesto: “Come sta venendo il video? Se hai problemi, puoi passare a uno più facile”. Mi sono detta: “Non posso cambiare ora. Se lo facessi, non sembrerei un’incompetente?” Così ho assunto un’espressione calma e ho risposto: “Sto cercando di capire come gestirlo. Non ho bisogno di cambiare”. Dopo aver pronunciato queste parole, ho sentito un’inquietudine dentro di me. Avevo riflettuto a lungo su quel video e non avevo ancora idea di come approcciarlo. Quello era il massimo delle mie capacità e mi sono resa conto che continuare a insistere nel tentativo di risolvere il problema non era una soluzione, però non l’ho detto alla capogruppo. Dopo due o tre giorni, non avevo ancora fatto alcun progresso con il video, quindi non ho potuto esimermi dal chiedere aiuto a qualcun altro. Non molto tempo dopo, ho iniziato a lavorare a un video in un formato nuovo. Nonostante avessi già discusso l’approccio con tutti, ho comunque riscontrato difficoltà durante il processo di produzione e ho pensato di parlarne nuovamente con la capogruppo. Ma poi ho pensato: “Ne abbiamo già discusso. Se lo chiedo di nuovo, la capogruppo penserà che manco di levatura e che mi si debba ripetere più volte le cose solo per fare un video?” Per evitare di mostrare a tutti che, nel processo di produzione, c’erano cose che non comprendevo o non riuscivo a fare, ho finto di sapere cosa stessi facendo e ho semplicemente continuato a lavorare al computer. Tuttavia, dopo averci dedicato diversi giorni, ancora non ero riuscita a terminare il video e, alla fine, ho dovuto chiedere aiuto alla capogruppo. Questi due fallimenti mi hanno fatta sentire in profondo imbarazzo, ma non ho riflettuto su me stessa, ho continuato a fare finta di niente e, di conseguenza, il mio dovere non ha prodotto alcun risultato. Sono diventata negativa e mi sono giudicata di scarsa levatura e inadatta alla produzione video. Mi sentivo davvero oppressa e addolorata. A volte volevo parlare con qualcuno del mio stato, ma avevo paura che, vedendo le mie debolezze e manchevolezze, gli altri mi avrebbero guardata dall’alto in basso, quindi non volevo aprirmi.

Una volta, la capogruppo mi ha dato un consiglio, e mi ha detto: “Durante le riunioni, non condividi sulla tua comprensione esperienziale delle parole di Dio, né parli della tua corruzione o delle tue manchevolezze oppure delle difficoltà che hai incontrato nel tuo dovere. Sembra che tu pronunci soltanto parole e dottrine per metterti in mostra”. Ho compreso che la capogruppo mi capiva proprio a fondo e ho provato molto imbarazzo. Avevo il volto in fiamme e ho abbassato la testa senza dire nulla. Più tardi, la capogruppo mi ha inviato un passo delle parole di Dio per aiutarmi. Dio dice: “Le persone stesse sono esseri creati. Gli esseri creati possono raggiungere l’onnipotenza? Possono conseguire la perfezione e l’impeccabilità? Possono conseguire la competenza in ogni cosa, arrivare a comprendere, a capire a fondo ogni cosa e a essere capaci di ogni cosa? No. Negli esseri umani, tuttavia, esistono diversi tipi di indole corrotta e una debolezza fatale: non appena acquisiscono una capacità o imparano una professione, pensano di essere abili, di essere persone di prestigio e valore, di essere professionisti di qualche tipo. Non importa quanto mediocri siano, desiderano tutti spacciarsi per qualcuno di famoso o di eccezionale, di trasformarsi in una qualche celebrità minore, di far sì che la gente li consideri perfetti e impeccabili, senza neppure un difetto; desiderano diventare, agli occhi degli altri, famosi, influenti, o figure importanti, potenti, capaci di fare qualunque cosa, persone cui nulla è impossibile. Ritengono che, se ricercano l’aiuto degli altri, appariranno incapaci, deboli e inferiori, e che gli altri li guarderanno dall’alto in basso. Per questo motivo vogliono sempre mantenere le apparenze. Alcuni, quando viene chiesto loro di fare qualcosa, dicono di saperlo fare, ma in realtà non è così. Poi, in segreto, si informano e cercano di imparare a farlo, ma dopo averlo studiato per giorni ancora non capiscono come si fa. Alla domanda su come se la stiano cavando, rispondono: ‘Manca poco, ci sono quasi!’ Ma nei loro cuori pensano: ‘Non ci sono ancora, non ne ho idea, non so cosa fare. Non devo farmi scoprire, devo continuare a fingere, non posso lasciare che gli altri vedano le mie mancanze e la mia ignoranza, non posso permettere loro di guardarmi dall’alto in basso!’ Che problema è questo? Cercare di salvare la faccia a ogni costo è un inferno in vita. Di che genere di indole si tratta? L’arroganza di simili persone non ha confini, hanno perduto ogni ragionevolezza! Non vogliono essere come tutti gli altri, non vogliono essere persone ordinarie, normali, ma individui sovrumani, eccezionali, fenomenali. È un problema davvero enorme! Per quanto riguarda la debolezza, i difetti, l’ignoranza, la stupidità e la mancanza di comprensione che fanno parte della normale umanità, costoro camufferanno tutto e non lasceranno che gli altri lo vedano, e poi continueranno a fingere(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Le cinque condizioni da soddisfare per intraprendere la retta via della fede in Dio”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che gli umani sono esseri creati e hanno tutti molte manchevolezze e carenze. Per quanto una persona possa essere capace, è impossibile saper gestire e fare tutto. Non essere in grado di trattare correttamente le proprie manchevolezze e carenze e indossare costantemente una maschera è assolutamente un comportamento sciocco, ignorante, arrogante e irragionevole. Ho ripensato a quando avevo appena iniziato la mia formazione nella produzione video e non avevo ancora afferrato bene i principi, e a come fosse normale non riuscire a realizzare video complessi. Tuttavia, non riconoscevo di avere capacità limitate e, dopo aver realizzato qualche video, quando i fratelli e le sorelle mi avevano un po’ elogiata e incoraggiata, avevo iniziato a pensare di avere buona levatura, di essere capace e di avere competenze professionali. Quando avevo incontrato cose che non riuscivo a fare o a comprendere, avevo smesso di cercare aiuto e avevo dissimulato e indossato una maschera; temevo che, se gli altri avessero visto le mie manchevolezze, la buona impressione che avevano di me sarebbe cambiata. La capogruppo aveva notato le mie difficoltà e si era offerta attivamente di aiutarmi, ma io avevo continuato a fare finta di niente e avevo rifiutato il suo aiuto, preferendo fare ricerca segretamente per conto mio e perdere tempo, piuttosto che parlare apertamente delle mie difficoltà. Di conseguenza, avevo ritardato l’avanzamento del video. Avevo fatto la stessa cosa con un video in un formato nuovo. Sebbene non avessi chiaramente idea di cosa fare, avevo deliberatamente fatto finta di lavorarci per ingannare gli altri. Avevo perso parecchio tempo ma il video non era ancora stato realizzato. Per mantenere la mia buona immagine agli occhi degli altri, avevo tenuto nascoste le mie difficoltà e le mie manchevolezze, non mostrandole a nessuno. Anche quando mi ero sentita negativa, non lo avevo lasciato intendere a nessuno. Continuavo a volermi mascherare da persona che sapeva fare tutto ed era superiore a chiunque in qualsiasi cosa. Ero così arrogante e completamente priva di autoconsapevolezza! Tuttavia, non riuscivo a capire a fondo la questione e continuavo a dissimulare e basta. Quando avevo incontrato problemi o difficoltà, non mi ero aperta per cercare aiuto, con il risultato che i problemi erano rimasti irrisolti e questo non solo aveva influito sul mio stato, ma aveva anche ritardato la produzione video. Quando ci ho pensato, mi sono resa conto di quanto fossi sciocca! Allora ho ricordato le parole di Dio: “Se hai molte confidenze che sei restio a condividere, se non sei affatto disposto a svelare i tuoi segreti – vale a dire le tue difficoltà – davanti agli altri per ricercare la via della luce, allora dico che sei uno che non otterrà facilmente la salvezza e che non emergerà facilmente dalle tenebre(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Tre ammonimenti”). Dalle parole di Dio, ho capito che essere semplici, aperti e onesti, non indossare maschere, mettere in luce la propria corruzione, le difficoltà e carenze nella condivisione per cercare la verità sono segni di intelligenza; solo queste persone possono comprendere la verità e raggiungere la liberazione. Io, invece, ero chiaramente carente in molte aree e avevo tante difficoltà soprattutto quando si trattava di fare video in formati nuovi, ma non avevo nemmeno il coraggio di dire una cosa semplice come “Non sono capace di farlo” o “Non capisco”. Al contrario, avevo fatto di tutto per dissimulare e indossare una maschera, temendo che se tutti mi avessero vista com’ero realmente, mi avrebbero guardata dall’alto in basso e questo mi aveva reso la vita estenuante e difficile. Più volte avevo indossato una maschera, pensando di essere intelligente e di poter ingannare gli altri, mentre in realtà tutti avevano già visto le mie vere capacità e non solo non ero riuscita a salvare la faccia, ma mi ero resa ancora più ridicola. Dissimulando e mascherandomi in quel modo, e non osando aprire il mio cuore e cercare la condivisione, non avevo potuto ricevere la rivelazione o l’illuminazione dello Spirito Santo; pertanto non era stato possibile risolvere le difficoltà nel mio lavoro e questo non aveva fatto altro che ostacolare il lavoro della chiesa, causando delle perdite. Dopo aver capito queste cose, mi sono aperta nella condivisione con i fratelli e le sorelle e ho rivelato la mia corruzione e le mie carenze. Tutti, invece di guardarmi dall’alto in basso, hanno condiviso con me e mi hanno aiutata. Ho provato molto imbarazzo e mi sono vergognata. In seguito, quando mi sono imbattuta in compiti di produzione video che non riuscivo a gestire, ho cercato attivamente l’aiuto dei miei fratelli e delle mie sorelle. Dopo aver praticato in questo modo per un po’ di tempo, ho fatto dei progressi nelle mie capacità tecniche e sono diventata più efficiente nei miei doveri. Ero così grata a Dio!

In seguito, la chiesa mi ha assegnato la responsabilità di irrigare i nuovi arrivati. Dopo un periodo di formazione, avevo afferrato alcuni principi ed ero in grado di risolvere i problemi e le difficoltà dei nuovi arrivati. I fratelli e le sorelle hanno affermato che ero diligente, responsabile e capace di sopportare le avversità nei miei doveri. Sentire gli elogi di tutti mi ha resa davvero felice e ho pensato che stavo facendo bene; senza nemmeno rendermene conto, ho iniziato a indossare di nuovo una maschera. Una sera, non riuscivo a capire certe questioni poste da alcuni nuovi arrivati e, dopo averci rimuginato a lungo e non sapendo ancora come risolverle, volevo andare a letto. Proprio in quel momento, sorella Zhang Jing, che collaborava con me, mi ha chiesto: “Sei ancora in piedi a quest’ora? Hai bisogno di aiuto?” Considerando che Zhang Jing si occupava da tanto tempo dell’irrigazione dei nuovi arrivati e aveva una certa esperienza nel lavoro, avrei voluto parlarle. Ma poi mi sono detta: “Se continuo a farle domande su tutto, penserà che sono così incapace da non riuscire nemmeno a risolvere questo problema? Mi guarderà dall’alto in basso? Non se ne parla, me la caverò da sola. In questo modo, avrà comunque una buona impressione di me come di una persona disposta a stare alzata fino a tardi, a sopportare le avversità e a pagare un prezzo”. Così ho radunato le energie e le ho detto che ero in grado di gestire la situazione e che doveva andare a dormire. Quella notte, sono rimasta sveglia fino alle 2 e ancora non avevo capito come risolvere alcuni dei problemi. Non solo avevo perso tempo, ma avevo anche ritardato il lavoro e sentivo dentro di me un indescrivibile senso di repressione e di disagio. Ero anche piuttosto arrabbiata con me stessa e mi chiedevo: “Perché non riesco a essere onesta e a dire che ho bisogno di aiuto e basta? Perché preoccuparsi di fare la dura e fingere di saper fare tutto?” Ma non riflettevo ancora su me stessa. In seguito, le mie responsabilità si sono ampliate e i problemi e le difficoltà che incontravo nel mio lavoro continuavano a crescere di pari passo, però la mia comprensione della verità era superficiale e facevo fatica a vedere le problematiche con chiarezza e a risolverle. A volte gli irrigatori erano in cattivo stato, i loro doveri non davano alcun risultato e io non sapevo come risolvere i loro problemi. Per evitare che gli altri vedessero le mie carenze e le mie manchevolezze mi limitavo a rimuginare da sola e quando c’era un problema che non riuscivo proprio a risolvere, diventavo così negativa che mi mettevo a piangere di nascosto. Tuttavia, continuavo comunque a darmi da fare. Durante una revisione del lavoro, ho visto che i risultati dell’attività di cui ero responsabile erano parecchio scarsi, che molti vecchi problemi non erano stati risolti e ne erano emersi di nuovi. In quel momento, non sono più riuscita a resistere e sono scoppiata a piangere. Con il cuore in gola, ho raccontato a Zhang Jing tutta la verità sul mio stato. Con mia sorpresa, ha risposto: “Ho sempre pensato che te la stessi cavando bene; se oggi tu non avessi parlato apertamente, non avrei saputo delle tue tante difficoltà”. Mi sono vergognata parecchio, perché questa era la facciata che avevo creato mettendo una maschera e ingannando gli altri. Nei giorni successivi, mi sono chiesta spesso: “Perché ogni volta che incontro delle difficoltà, non sono disposta ad aprirmi e a condividere con gli altri? Perché sono sempre così desiderosa di dissimulare e indossare una maschera?”

Successivamente, ho letto le parole di Dio: “Indipendentemente dal contesto, qualunque dovere svolga, un anticristo cerca di dare l’impressione di non essere debole, di essere sempre forte, ricco di fede, mai negativo, affinché la gente non veda mai la sua statura reale o il suo vero atteggiamento verso Dio. Anzi, nel profondo del suo cuore, crede davvero che non esista nulla che non possa fare? Crede veramente di essere privo di debolezza, di negatività o di rivelazioni di corruzione? Assolutamente no. Gli anticristi sono bravi a fingere, a dissimulare. Amano mostrare alla gente il loro lato forte ed eccezionale; non vogliono che si veda quello debole e reale. Il loro scopo è palese: è, molto semplicemente, mantenere vanità e orgoglio, per proteggere il posto che hanno nei cuori degli altri. Sono convinti che se si aprissero con gli altri sulla propria negatività e debolezza, se rivelassero il proprio lato ribelle e corrotto, questo apporterebbe un grave danno al loro prestigio e alla loro reputazione, e sarebbe un problema maggiore di quanto valga la pena. Pertanto preferirebbero morire piuttosto che ammettere di avere momenti in cui siano deboli, ribelli e negativi. E se arrivasse un giorno in cui tutti vedessero il loro lato debole e ribelle, quando vedranno che sono corrotti e che non sono cambiati per niente, continuerebbero comunque a fingere. Pensano che se ammettessero di avere un’indole corrotta, di essere persone normali e insignificanti, allora perderebbero il loro posto nel cuore della gente, perderebbero l’adorazione e la venerazione di tutti, e quindi il loro fallimento sarebbe totale. E così, qualunque cosa accada, non si apriranno con gli altri; qualunque cosa accada, non cederanno il loro potere e il loro prestigio a qualcun altro; al contrario, fanno di tutto per competere, e non si arrenderanno mai. […] Chiunque si ritenga impeccabile e santo è un impostore. Perché affermo che costoro sono tutti impostori? DiteMi: esiste un membro dell’umanità corrotta che sia impeccabile? Esiste qualcuno che sia veramente santo? (No.) Decisamente no. Come può l’uomo diventare impeccabile quando è così profondamente corrotto da Satana e, inoltre, non possiede in modo innato la verità? Soltanto Dio è santo; tutta l’umanità corrotta è contaminata. Se qualcuno si spacciasse per una persona santa, sostenendo di essere impeccabile, cosa sarebbe? Sarebbe un diavolo, un Satana, un arcangelo: sarebbe un vero e proprio anticristo. Solo un anticristo potrebbe affermare di essere una persona impeccabile e santa(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte decima”). Le parole di Dio espongono che, per mantenere il prestigio e la propria immagine nel cuore della gente, gli anticristi spesso indossano una maschera per coprire le proprie carenze e manchevolezze e fingono di essere persone prive di corruzione o difetti, abili in tutto, facendo sì che gli altri le ammirino e le idolatrino. Ho riflettuto sul mio comportamento. Quando avevo ottenuto qualche risultato nei miei doveri, avevo sentito di essere migliore degli altri; per mantenere la buona immagine che avevo nel loro cuore, far credere che avessi buona levatura e capacità lavorative, e avere la loro ammirazione, non avevo cercato aiuto, anzi mi ero sforzata di dissimulare e mascherare le cose ogni volta che incontravo problemi e difficoltà nel lavoro e quando era chiaro che non avessi esperienza né riuscissi a capire a fondo o a risolvere le cose. Quando gli altri si erano offerti attivamente di aiutarmi, per paura che le mie debolezze e le mie manchevolezze venissero smascherate, piuttosto che accettare l’aiuto altrui, avevo scelto di rimanere sveglia fino a tardi da sola anche dando l’impressione di essere disposta a sopportare le avversità senza lamentarmi, per far credere alla gente che ero leale nei miei doveri e capace di tollerare le avversità e di pagare un prezzo. Ma alla fine non avevo fatto altro che tormentarmi fino a sentirmi oppressa e affranta, piangere in segreto e non avere il coraggio di parlare, temendo che i fratelli e le sorelle vedessero la mia vera statura e non mi ammirassero più. Ero davvero un’ipocrita e una falsa. Ripensandoci, la chiesa non mi aveva mai richiesto di essere in grado di capire a fondo ogni cosa o di risolvere qualsiasi difficoltà nei miei doveri. Ero solo un’ipocrita che fingeva sempre di essere forte, mi ero data delle arie a mio stesso discapito e avevo finto di capire le cose quando non era così. Mi stavo solo mettendo sulla graticola da sola e, di conseguenza, avevo ritardato il lavoro della chiesa e mi ero procurata molta sofferenza. Poiché indossavo sempre la maschera di una persona attiva e positiva di fronte agli altri, alcuni fratelli e sorelle erano stati ingannati dalla mia messinscena e avevano pensato che fossi in grado di sopportare le avversità e avessi capacità lavorative, quindi mi stimavano molto. Una sorella mi aveva detto: “Deve essere difficile portare un fardello così pesante da sola: voglio imparare da te”. Quella sorella mi stimava così tanto solo perché avevo sempre indossato una maschera e non avevo mai esposto le mie debolezze e le mie difficoltà. Ero stata troppo brava a fuorviare e ingannare gli altri e questo era stato dannoso non solo per loro, ma anche per me stessa! Ho provato disgusto per le mie azioni e la mia condotta dal profondo del cuore e non volevo più indossare una maschera o continuare su quel cammino sbagliato, così, pentita, ho pregato Dio e ho cercato un cammino di pratica.

Poi ho letto altre parole di Dio: “Devi cercare la verità per risolvere qualsiasi problema che si presenti, qualunque esso sia, e non camuffarti in nessun modo e non indossare una maschera con gli altri. Le tue mancanze, le tue carenze, i tuoi difetti, la tua indole corrotta: sii completamente aperto su tutto questo e condividilo con gli altri. Non tenertelo dentro. Imparare ad aprirti è il primo passo per avere accesso alla vita, ed è il primo ostacolo, il più difficile da superare. Una volta che l’avrai superato, entrare nella verità sarà facile. Cosa significa compiere questo passo? Significa che stai aprendo il tuo cuore e mostrando tutto ciò che hai, che sia buono o cattivo, positivo o negativo; che ti stai mettendo a nudo per gli altri e perché Dio lo veda; che non stai nascondendo nulla a Dio, che non Gli celi nulla, che non metti su alcuna maschera, senza propensione all’inganno né trucchi, e sei parimenti aperto e onesto con le altre persone. In questo modo vivi nella luce, e non solo Dio ti sottoporrà a scrutinio, ma gli altri potranno vedere che agisci secondo principio e con una certa trasparenza. Non hai bisogno di proteggere con ogni mezzo la tua reputazione, la tua immagine e il tuo prestigio, né hai bisogno di coprire o camuffare i tuoi errori. Non serve che ti impegni in questi sforzi inutili. Se riesci ad abbandonare queste cose, sarai molto rilassato e vivrai senza vincoli né dolore, interamente nella luce(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). “E così, qualunque sia il tuo stato, che tu sia negativo o in difficoltà, indipendentemente dalle tue motivazioni e dai tuoi progetti personali, qualunque cosa tu sia giunto a capire o conoscere mediante l’analisi, devi imparare ad aprirti e a tenere condivisioni; quando tieni condivisioni, lo Spirito Santo è all’opera. E come opera lo Spirito Santo? Ti illumina e ti consente di capire la gravità del problema, ti rende consapevole della radice e dell’essenza del problema, poi ti fa capire la verità e le Sue intenzioni a poco a poco, e lascia che tu veda il percorso di pratica ed entri nella verità realtà. Quando una persona sa condividere apertamente, questo significa che ha un atteggiamento sincero nei confronti della verità. Se una persona sia sincera o meno, lo si valuta in base al suo atteggiamento verso la verità(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Le parole di Dio indicavano un cammino di pratica che prevedeva di mettere da parte l’orgoglio, di essere una persona onesta, di imparare ad aprirsi attivamente sulle proprie difficoltà e manchevolezze, di essere in grado di mostrare a Dio e agli altri il proprio vero io, di non praticare l’inganno o la dissimulazione e di essere reali e sinceri. Una persona onesta è in grado di aprire il proprio cuore a Dio e vuole sinceramente cercare la verità per risolvere i suoi problemi e le difficoltà, così è più facile ricevere la rivelazione e l’illuminazione dello Spirito Santo, comprendere la verità ed entrare nella realtà. Avendo capito questo, ho pregato Dio nel mio cuore, decisa che in futuro avrei dovuto praticare secondo le parole di Dio, rinunciare al mio orgoglio, essere aperta e mettermi a nudo ed essere una persona semplice e onesta.

In seguito, quando nel mio lavoro ho incontrato di nuovo problemi che non riuscivo a capire o a risolvere, o quando ho avuto un certo stato che non sapevo come risolvere, ho pregato consapevolmente Dio e mi sono aperta per chiedere aiuto ai miei fratelli e alle mie sorelle. Una volta, un nuovo arrivato ha posto una domanda e, sebbene avessi alcune idee, non mi erano chiare le modalità specifiche con cui avrei dovuto condividere sulla soluzione, così ho pensato di parlarne con Zhang Jing, ma poi ho esitato e mi sono detta: “È da un po’ di tempo che mi occupo di irrigare i nuovi arrivati. Cosa penserà di me se continuo a rivolgermi a lei con questo tipo di quesiti? Lasciamo perdere. Non glielo chiedo. Cercherò di risolvere il problema da sola”. A quel punto, mi sono resa conto che ero tentata di indossare di nuovo una maschera. Ho pensato a come lo avevo fatto in passato, dissimulando più e più volte, il che non solo mi aveva fatta crogiolare nell’oppressione e nella sofferenza, ma aveva causato anche perdite al lavoro, quindi ho capito che non potevo più fingere. Dovevo essere aperta e comunicare con gli altri sulle cose che non capivo o che non mi erano chiare. Così ho pregato Dio nel silenzio del mio cuore, chiedendoGli di guidarmi per praticare l’essere una persona onesta secondo le Sue parole. Poi, ho parlato delle mie difficoltà e delle possibili soluzioni con Zhang Jing: lei mi ha fatto notare che il passo delle parole di Dio da me citato non era adatto e mi ha anche detto come condividere su quel tipo di problema e risolverlo. Seguendo il suo consiglio, ho cercato di nuovo le parole di Dio pertinenti. Dopo aver condiviso con il nuovo arrivato, la sua confusione è scomparsa e mi sono sentita davvero serena. Ho capito allora che mettere in pratica le parole di Dio porta un senso di serenità e di liberazione.

Pagina precedente: 63. Continuate a perseguire la verità anche in età avanzata

Pagina successiva: 65. Una piccola minima consapevolezza di egoismo e viltà meschinità

Sei fortunatoad accederea questo sito Web,avrai l’opportunitàdi accogliere il Signoree trovare la viaper sbarazzarti della sofferenza. Vuoi guadagnare questa benedizione di Dio?

Contenuti correlati

Impostazioni

  • Testo
  • Temi

Colori omogenei

Temi

Carattere

Dimensioni carattere

Interlinea

Interlinea

Larghezza pagina

Indice

Cerca

  • Cerca in questo testo
  • Cerca in questo libro