71. Fare il minimo indispensabile danneggia i doveri

di Lu Jing, Cina

Nell’agosto del 2023, ho iniziato a collaborare con Lin Mu ai nostri doveri basati sui testi. Lin Mu svolgeva questo incarico da molto tempo, aveva una buona levatura e conosceva bene i principi. Poiché ero nuova a questo ruolo e non avevo familiarità con i principi e le competenze professionali, pensavo di dover imparare di più da Lin Mu per cogliere in fretta i principi e assumermi la mia parte di responsabilità. All’inizio mi sono impegnata nell’apprendimento delle competenze professionali e dei principi. Quando i materiali che organizzavo erano carenti, chiedevo a Lin Mu di aiutarmi a migliorarli e lei completava e integrava rapidamente gli aspetti che mi sembravano un po’ complessi. Ero leggermente invidiosa, ma anche alquanto sollevata, perché pensavo che se in futuro avessi incontrato delle difficoltà, lei avrebbe potuto aiutarmi a risolverle. In questo modo, non avrei dovuto perdere tempo a cercare i materiali o i principi, risparmiando tempo e fatica e rendendomi le cose più facili. Poco alla volta, quando affrontavo questioni difficili che richiedevano più tempo e un’attenta riflessione, mi rivolgevo a Lin Mu per risolverle. Questo è diventato il mio modo di risolvere i problemi. Lin Mu me lo ha fatto notare più volte, mi ha detto che la revisione dei materiali che avevo organizzato le richiedeva ogni volta molto tempo, poiché alcuni aspetti non erano chiaramente esposti: avrei dovuto riflettere di più sulla mia scrittura. Mi sono sentita un po’ in colpa, ma poi ho pensato: “Lin Mu ha una levatura migliore della mia e comprende meglio i principi. Può risolvere in fretta questi problemi. Lasciamo che le persone capaci facciano più lavoro”. Quindi non ho riflettuto su me stessa.

Un giorno, Lin Mu era occupata e non aveva il tempo di rivedere la lettera di comunicazione sul lavoro che avevo scritto; mi ha chiesto di controllarla io stessa, con attenzione. Ho notato che in due parti non avevo spiegato chiaramente le cose. Ricordavo di essermene resa conto mentre scrivevo, ma dopo averci riflettuto per un po’ non avevo trovato idee migliori, quindi l’avevo lasciata così perché Lin Mu la modificasse e migliorasse più tardi. Ora, ripensandoci, cosa sarebbe successo se Lin Mu non avesse avuto il tempo di rivederla e avesse inviato direttamente una lettera con aspetti problematici? Non sarebbe stato forse poco edificante per i fratelli e le sorelle? Nei casi più gravi, avrebbe potuto addirittura causare intralcio e disturbo. Mi sono spaventata un po’ e mi sono detta: “Se in futuro dovessi incontrare qualcosa che non riesco a vedere con chiarezza, dovrò discuterne con Lin Mu e procedere dopo aver capito. Non posso prendere la strada più facile e lasciare i problemi ad altri”. In seguito, ho iniziato a riflettere sul perché volessi sempre scaricare i problemi sugli altri. Poi ho letto un passo delle parole di Dio che si rivolgeva proprio al mio stato. Dio Onnipotente dice: “Quando svolgono un dovere, le persone scelgono sempre i lavori leggeri, non stancanti e che non implichino sfidare gli elementi all’aperto. Questo è scegliere gli incarichi facili ed evitare quelli difficili, ed è una manifestazione di brama per le comodità della carne. Altro? (Lamentarsi di continuo quando il loro dovere è un po’ impegnativo, un po’ faticoso, quando comporta pagare un prezzo.) (Preoccuparsi del cibo e dei vestiti e dei piaceri della carne.) Queste sono tutte manifestazioni di brama per le comodità della carne. Quando una persona di questo tipo vede che un compito è troppo faticoso o rischioso, lo scarica su qualcun altro; dal canto suo, si limita a svolgere il lavoro piacevole e accampa scuse, dicendo di possedere scarsa levatura, di non avere le capacità lavorative e di non potersi assumere il compito, mentre in realtà la ragione è che brama le comodità della carne. Non vuole soffrire, indipendentemente dal lavoro che svolge o dal dovere che assolve. […] Per quanto impegno sia richiesto nel lavoro della chiesa o nei loro doveri, non permettono mai che la routine e la condizione normale della loro vita vengano intralciate. Non trascurano mai i piccoli dettagli della vita della carne e li controllano perfettamente, con severità e serietà estreme. Quando invece si occupano del lavoro della casa di Dio, per quanto importante sia la questione e anche se potrebbe coinvolgere la sicurezza dei fratelli e delle sorelle, la gestiscono con negligenza. Non si preoccupano nemmeno delle cose che riguardano l’incarico ricevuto da Dio o il dovere che devono svolgere. Non si assumono alcuna responsabilità. Questo è indulgere nelle comodità della carne, non è vero? Le persone che indulgono nelle comodità della carne sono adatte a svolgere un dovere? Non appena qualcuno menziona l’assolvimento del dovere o parla di pagare un prezzo e di sopportare le avversità, costoro non fanno che scuotere la testa. Manifestano infiniti problemi, sono pieni di lamentele e colmi di negatività. Queste persone sono inutili, non hanno i requisiti per assolvere il loro dovere e dovrebbero essere eliminate(La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (2)”). Le parole di Dio smascheravano esattamente il mio stato. Quando svolgevo i doveri, preferivo svolgere le mansioni più facili e comode e lasciavo sempre ad altri i problemi più impegnativi. Questa era una manifestazione di bramosia per le comodità della carne. Nello scrivere la lettera, avevo preferito scegliere le questioni più semplici da trattare, e se un problema era più complesso, lo consideravo troppo difficoltoso e non volevo replicare. Anche quando rispondevo a un problema del genere, non mi sforzavo di pensare a come condividere su di esso in modo chiaro e lasciavo sempre a Lin Mu le questioni più difficili, adducendo la scusa che non riuscivo a comunicare queste cose in modo chiaro quando, in realtà, non volevo impegnarmi più di tanto né affrontare doveri difficili. Bramavo le comodità della carne. Dopo aver acquisito una certa conoscenza del mio stato, ho pregato Dio, ho espresso la mia volontà di ribellarmi a me stessa e di pentirmi davanti a Lui.

In seguito, mi sono imbattuta in un passo delle parole di Dio che ha trafitto profondamente il mio cuore. Dio Onnipotente dice: “Qualunque sia il lavoro o il dovere che svolgono, alcuni non ne possiedono le competenze, non possono sostenerlo, non sono in grado di adempiere a nessuno degli obblighi o delle responsabilità che spettano a una persona. Non sono forse spazzatura? Sono ancora degni di essere definiti esseri umani? A eccezione dei sempliciotti, di coloro che sono mentalmente incompetenti e di coloro che soffrono di menomazioni fisiche, esiste forse qualcuno che non debba svolgere i propri doveri e adempiere alle proprie responsabilità? Invece, simili persone non fanno che comportarsi in modo viscido e scansafatiche, non vogliono adempiere alle proprie responsabilità; l’implicazione è che non vogliono essere degli esseri umani come si deve. Dio ha dato loro l’opportunità di essere umani, la levatura e i doni, eppure non sono in grado di farne uso nell’assolvimento del loro dovere. Non fanno nulla, ma vogliono godersela a ogni passo. Una persona del genere è forse degna di essere definita umana? Indipendentemente dal lavoro che le viene affidato, che sia importante o comune, difficile o semplice, è sempre superficiale e sfuggente e batte la fiacca. Quando emergono dei problemi, le persone di questo tipo cercano di scaricare la responsabilità su qualcun altro, senza assumersi alcuna responsabilità, e vogliono solo continuare a vivere le loro vite da parassiti. Non sono forse spazzatura inutile? Nella società, chi non deve fare affidamento su sé stesso per vivere? Una volta adulta, una persona deve provvedere a sé stessa. I suoi genitori hanno adempiuto alla loro responsabilità. Anche se i genitori fossero disposti a mantenerla, questa persona non si sentirebbe a proprio agio. Dovrebbe essere in grado di rendersi conto che i suoi genitori hanno terminato la loro missione di crescerla e che è un adulto in buona salute e dovrebbe essere in grado di vivere in modo indipendente. Non è questo il minimo di ragione che un adulto dovrebbe possedere? Se una persona fosse davvero dotata di ragione, non potrebbe mai continuare a scroccare ai genitori: avrebbe paura di essere derisa dagli altri, di perdere la faccia. Quindi, una persona che ama la vita facile e odia il lavoro ha forse una ragione? (No.) Pretendono sempre qualcosa senza offrire nulla in cambio, non vogliono mai assolvere alcuna responsabilità, desiderando che cada loro la manna dal cielo; vogliono ottenere tre pasti completi al giorno, per avere qualcuno che li serva e godere di buon cibo e buone bevande, e tutto questo senza svolgere il più piccolo lavoro. Questa non è forse la mentalità di un parassita? E coloro che sono dei parassiti possiedono forse coscienza e ragione? Hanno integrità e dignità? Assolutamente no. Sono tutti scrocconi buoni a nulla, bestie senza coscienza né ragione. Nessuno di loro è degno di rimanere nella casa di Dio(La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (8)”). Dio smaschera il fatto che coloro che sono irresponsabili, viscidi e indolenti nei loro doveri non hanno né integrità né dignità; sono parassiti e uno spreco di spazio nella casa di Dio. Non contribuiscono a nulla e sono il tipo di persona che Dio elimina. Riflettendo sulle parole di Dio, mi sono sentita un po’ turbata. Quando incontravo delle difficoltà, non volevo sforzarmi di riflettere e mi affidavo sempre a Lin Mu e nel rispondere ai problemi, non mi prendevo il tempo di pensarci su anche se sapevo che alcune mie spiegazioni non erano chiare, lasciando invece a Lin Mu il compito di migliorarle. Perfino quando lei mi ha fatto notare questi problemi, non ci ho riflettuto. Invece, ho continuato a fare affidamento su di lei, giustificandomi al pensiero che avesse una levatura migliore e che le persone più capaci dovrebbero fare più lavoro. Mi sono resa conto di essere stata viscida e negligente nei miei doveri, di volere sempre qualcosa dando nulla in cambio. Mi ero affidata ad altre persone per completare il mio lavoro e non mi ero assunta nessuna responsabilità. Dopo aver goduto per tanti anni dell’irrigazione e della fornitura delle parole di Dio, continuavo a essere superficiale e a battere la fiacca nei miei doveri, incapace di assumermi le responsabilità che avrei dovuto ricoprire. Non ero forse del tutto inutile e priva di ogni integrità e dignità? È come quei genitori che si impegnano a fondo per crescere un figlio fino all’età adulta, ma quando il figlio dovrebbe essere indipendente, adduce varie difficoltà come scusa, non ha voglia di lavorare per mantenersi e continua a fare affidamento sui genitori. Come si sentono i genitori allora? Avendo ricevuto un incarico basato sui testi, avrei dovuto sfruttare questa opportunità e impegnarmi di più per apprendere le competenze professionali e i principi, chiedendo consiglio a Lin Mu sulle cose che non capivo in modo da poter afferrare i principi prima e assumermi la mia parte di responsabilità. Ma ho sempre rifiutato di impegnarmi mentalmente, scegliendo invece di affidarmi agli altri. Questo atteggiamento nei confronti dei miei doveri era disgustoso e detestabile per Dio e, se non lo avessi cambiato, avrei finito per essere completamente inutile.

In seguito ho letto un passo delle parole di Dio: “Ci sono persone che non sono affatto disposte a soffrire nei loro doveri, che non fanno che lamentarsi ogni volta che affrontano un problema e si rifiutano di pagare un prezzo. Che tipo di atteggiamento è questo? Un atteggiamento superficiale. Se svolgi il tuo dovere in modo superficiale, e lo approcci con un atteggiamento irriverente, quale sarà il risultato? Svolgerai il tuo dovere in maniera scadente, anche se saresti in grado di svolgerlo bene – non avrai fatto le cose come si deve, e Dio sarà molto insoddisfatto dell’atteggiamento che hai nei confronti del dovere. Se avessi saputo pregare Dio, ricercare la verità e metterci tutto il tuo cuore e la tua mente, se fossi stato capace di collaborare in questo modo, allora Dio avrebbe preparato per te tutto in anticipo, così che, quando ti fossi occupato delle faccende, ogni cosa sarebbe andata al suo posto, e avresti ottenuto dei buoni risultati. Non ti sarebbe servito impiegare una gran quantità di energia; quando ti fossi impegnato al massimo nel collaborare, Dio avrebbe già disposto tutto per te. Se sei viscido e batti la fiacca, se non ti occupi del tuo dovere in modo appropriato, e vai sempre fuori strada, allora Dio non compirà la Sua opera su di te; perderai l’occasione, e Dio dirà: ‘Non vai bene; non posso servirMi di te. Fatti da parte. Ti piace essere scaltro e battere la fiacca, vero? Ti piace essere pigro, prendertela comoda, non è così? Bene, allora prenditela comoda per l’eternità!’ Dio offrirà questa grazia e questa occasione a qualcun altro. Che dite: è una perdita o un guadagno? (Una perdita.) È una perdita enorme!(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Meditando sulle parole di Dio ho capito che quando incontriamo delle difficoltà nei nostri doveri, se dedichiamo a essi tutto il nostro cuore e la nostra mente, siamo disposti a pagare il prezzo e cerchiamo la verità, Dio ci illuminerà e ci guiderà. Più applichiamo questo approccio, più il cammino da seguire diventa chiaro e i nostri pensieri si fanno più limpidi. Tuttavia, se ci imbattiamo in difficoltà ma non ci sforziamo di ricercare le verità principi, e invece ci tiriamo sempre indietro, alla fine non guadagneremo nulla e non saremo in grado di svolgere bene nessun dovere, e prima o poi saremo rivelati ed eliminati per il nostro ozio, perdendo l’opportunità di svolgere i nostri doveri. Ripensandoci, quando ho iniziato a svolgere questo dovere ho riflettuto molto e mi sono impegnata a fondo, ma in seguito, vedendo che Lin Mu aveva imparato alcuni principi e che il suo lavoro era più efficiente, ho iniziato a lasciare a lei i compiti più difficili, in modo da potermela prendere comoda. In realtà, anche se la scelta della soluzione più semplice mi aveva risparmiato sofferenze e stanchezza, non avevo fatto alcun progresso nella comprensione delle competenze professionali e dei principi, ed ero persino diventata un fardello per gli altri. Se avessi continuato in quel modo, avrei finito per essere detestata ed eliminata da Dio. Questo mi ha ricordato le parole del Signore Gesù: “A chiunque ha, sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chiunque non ha, sarà tolto anche quello che ha(Matteo 13:12). Dio è giusto. Finché una persona è disposta a impegnarsi, a cercare la verità e a pagare il prezzo nei suoi doveri, riceverà l’illuminazione e la guida di Dio; più si comporterà in questo modo, più chiaro diventerà il suo cammino e più lucida sarà la sua mente. Ma io ero viscida e negligente nei miei doveri, non ero disposta a pagare il prezzo e ho sempre scaricato il lavoro sugli altri, nella convinzione che affidarsi a loro facesse risparmiare tempo e fatica, permettendomi di portare a termine i compiti senza grandi sforzi. Pensavo di essere stata intelligente, ma alla fine non ho ottenuto alcuna verità e non sono riuscita a risolvere alcun problema. Mi sono ingannata da sola e ho finito per subire gravi perdite per questo motivo. Quanto sono stata stupida! Realizzare tutto questo mi ha spaventata e sono stata disposta a pentirmi davanti a Dio e a fare il mio dovere diligentemente con cuore sincero.

Poi ho letto queste parole di Dio: “Supponiamo che la chiesa disponga per te un lavoro e tu dica: ‘Che si tratti di un lavoro che mi permetta di ottenere attenzione o no, siccome è stato affidato a me, lo svolgerò bene e mi prenderò questa responsabilità. Se vengo disposto per l’ospitalità, darò tutto me stesso per svolgerlo bene; mi occuperò bene dei fratelli e delle sorelle e farò del mio meglio per assicurare la sicurezza di tutti. Se vengo disposto per predicare il Vangelo, mi doterò della verità e predicherò bene e con amore il Vangelo e adempierò bene il mio dovere. Se vengo disposto per imparare una lingua straniera, studierò con tutto il cuore e mi impegnerò molto per padroneggiarla il più velocemente possibile, entro un anno o due, così da poter testimoniare Dio agli stranieri. Se mi viene chiesto di scrivere articoli di testimonianza, mi formerò scrupolosamente per farlo, valuterò le cose in conformità alle verità principi e conoscerò la lingua. Anche se potrei non essere in grado di scrivere articoli con una bella prosa, sarò almeno in grado di comunicare con chiarezza la mia testimonianza esperienziale, di condividere in maniera comprensibile sulla verità e di rendere autentica testimonianza a Dio, in modo che le persone siano edificate e traggano beneficio leggendo i miei articoli. Qualsiasi lavoro mi assegni la chiesa, lo assumerò con tutto il mio cuore e la mia forza. Se ci sarà qualcosa che non capisco o un problema, pregherò Dio, cercherò la verità, risolverò i problemi conformemente alle verità principi e svolgerò l’incarico per bene. Qualsiasi sia il mio dovere, userò tutto quello che ho per svolgerlo bene e soddisfare Dio. Per tutto quello che posso raggiungere, farò del mio meglio per assumermi tutta la responsabilità in ciò che devo sopportare, e quantomeno non andrò contro la mia coscienza e ragione, non sarò superficiale, non sarò sfuggente e non batterò la fiacca, né indulgerò nei frutti della fatica altrui. Niente di quello che farò sarà al di sotto degli standard della coscienza’. Questo è lo standard minimo di condotta, e chi svolge il proprio dovere in tale modo può definirsi una persona dotata di coscienza e ragione. Devi almeno avere una coscienza pulita nello svolgimento del tuo dovere, e devi almeno essere degno dei tuoi tre pasti al giorno e non essere scroccone. Questo si chiama senso di responsabilità. Che la tua levatura sia elevata o scarsa, e che tu capisca o no la verità, in ogni caso devi avere questo atteggiamento: ‘Visto che questo lavoro da svolgere è stato assegnato a me, devo trattarlo seriamente, deve essere la mia preoccupazione e lo devo eseguire bene e devo usare tutto il mio cuore e la mia forza per svolgerlo bene. Per quanto riguarda svolgerlo alla perfezione, non posso pretendere di dare una garanzia, ma il mio atteggiamento è quello di fare del mio meglio per eseguirlo bene e di sicuro non sarò superficiale in questo. Se sorge un problema nel lavoro, allora me ne prenderò la responsabilità, e mi assicurerò di trarne una lezione e di svolgere bene il mio dovere’. Questo è l’atteggiamento giusto(La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (8)”). Dalle parole di Dio ho capito che non importa quali difficoltà o problemi incontriamo nei nostri doveri: dobbiamo pregare con sincerità, affidarci a Dio e cercare i principi. Dobbiamo fare tutto ciò che possiamo e dobbiamo fare, utilizzando tutte le nostre forze per portare a termine i compiti in modo efficace. Non dobbiamo essere superficiali, viscidi o svogliati. Questo atteggiamento di fronte ai nostri doveri soddisferà Dio. Riflettendo su me stessa, mi sono resa conto che quando il mio dovere mi poneva delle difficoltà o dei problemi, invece di affidarmi a Dio e cercare le verità principi mi sono spesso appoggiata a Lin Mu, godendo dei frutti del suo lavoro. Non sono riuscita a fare nemmeno quello che avrei dovuto fare, tanto meno a metterci tutto il mio cuore e le mie forze, come una scroccona nella casa di Dio. Così ho pregato Dio e mi sono pentita, esprimendo la mia volontà di ricercare maggiormente i principi, e mi sono impegnata di più a riflettere sulle difficoltà o sulle cose che non capivo; ho deciso anche che avrei chiesto aiuto a Lin Mu solo se davvero non fossi riuscita a risolverle. Nel lavoro che è seguito, ho esaminato spesso il mio atteggiamento nei confronti del dovere. Quando mi trovavo di fronte a compiti difficili e desideravo fuggire, consapevolmente mi ribellavo a me stessa, acquietavo il mio cuore, pregavo Dio e meditavo diligentemente sui compiti. Non pensavo più solo a scaricarli sugli altri. Una volta, Lin Mu e io abbiamo esaminato un documento che presentava molti problemi. Dovevamo consultare i principi pertinenti, considerare tutto a fondo e mettere in evidenza tutte le questioni. Volevo che se ne occupasse Lin Mu ma, con mia sorpresa, ha suggerito che lo facessi io. Senza pensarci ho risposto: “Vuoi che lo faccia io?” Non appena l’ho detto, mi sono resa conto che stavo di nuovo cercando di tirarmene fuori. Ho subito pregato Dio di ribellarmi a me stessa, esprimendo la mia volontà di collaborare con tutto il cuore e di adempiere le mie responsabilità, invece di scaricare questo compito su altri. Quindi ho acconsentito a farlo. Mentre lavoravo su quel compito ho pregato e mi sono affidata a Dio, e mi sono concentrata riflettendo sui principi. Anche se ci è voluto più tempo, ho trovato un cammino da seguire. Mi sono sentita a mio agio quando ho usato tutte le mie forze e ho soddisfatto le mie responsabilità nel fare il mio dovere.

Grazie a questa esperienza ho capito che era stata la benevolenza di Dio a farmi lavorare con Lin Mu. In particolare, lei aveva una levatura migliore della mia e comprendeva alcuni principi, e se mi imbattevo in una cosa a me incomprensibile, potevo chiedere a lei e imparare dalla sua esperienza, quindi poteva aiutarmi a comprendere meglio i principi andando a colmare le mie debolezze. Se avessi sempre cercato un conforto carnale e avessi semplicemente scaricato tutti i problemi su di lei, non avrei imparato nulla né fatto progressi. Ora quando affronto dei problemi, non li faccio più ricadere immediatamente su Lin Mu; al contrario, li affronto con il cuore, mi concentro sulla ricerca delle verità principi e ne discuto con lei solo quando non riesco proprio a capire nulla. Compiere il mio dovere in questo modo mi dà molta più serenità.

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