73. Cosa ho appreso dall’essere potata

di Stacy, Corea del Sud

Nell’agosto del 2022, ero supervisore del lavoro di irrigazione nella chiesa. Un giorno, una leader mi ha riferito che alcuni fratelli e sorelle avevano segnalato che non approfondivo gli stati o le difficoltà dei nuovi arrivati prima delle riunioni e che la condivisione nelle riunioni non riusciva a risolvere i problemi reali. Avevano anche segnalato che alcuni nuovi arrivati non venivano alle riunioni e che io non mi ero informata né avevo approfondito per tempo quanto stava accadendo. Non ho risposto, ma in cuor mio ho ribattuto: “Certo che mi sono informata e ho approfondito in anticipo alcuni stati dei nuovi arrivati, ma non hanno risposto ai miei messaggi, pertanto non ero al corrente di ciò che accadeva loro. Inoltre, anche se a volte non ero consapevole del fatto che alcuni nuovi arrivati non venissero alle riunioni, è capitato che in seguito sono tornati a frequentarle regolarmente, quindi qual è il problema?” Non ho potuto fare a meno di provare una certa insoddisfazione verso i fratelli e le sorelle che avevano segnalato quei problemi. Mi dicevo: “Prima di farlo, avreste potuto parlarne con me e informarvi sulla situazione e sul contesto. Se non lo avessi accettato, allora avreste potuto segnalarlo alla leader. Ora che avete parlato direttamente con lei senza dirmi nulla, come mi vedrà la leader? Non penserà che non ho accettato i suggerimenti o la verità?” Questi pensieri mi colmavano di frustrazione. Anche se sapevo che i consigli dei fratelli e delle sorelle erano utili per i miei doveri e che avrei dovuto per prima cosa accettarli, riflettere su me stessa e conoscermi, senza ribattere né cercare di giustificarmi, quando ho pensato a come il mio orgoglio e il mio prestigio sarebbero stati danneggiati, mi sono sentita riluttante ad affrontare la situazione.

In seguito, mi sono calmata e ho riflettuto sui problemi segnalati dai fratelli e dalle sorelle e ho capito che era effettivamente necessario apportare cambiamenti. Perciò ho inviato un messaggio nel gruppo chiedendo a tutti di indicare qualunque problema avessero notato in me. Di lì a poco, fratello Jayden mi ha fatto notare alcune questioni che aveva riscontrato e mi ha fornito anche dei consigli. Quando ho constatato che i suoi commenti erano simili a quelli che aveva fatto la leader, mi sono insospettita e ho pensato: “Deve essere stato lui a segnalarmi alla leader. Altrimenti perché avrebbe detto cose così simili?” Alla luce di ciò, ho avuto difficoltà a trattare correttamente le questioni e i suggerimenti da lui avanzati e ho ribattuto punto per punto. Allora, lui ha inviato un messaggio nel gruppo: “Avevi detto che avremmo potuto dare consigli e comunicare su qualsiasi problematica quindi ora che l’abbiamo fatto perché tiri fuori solo scuse e non mostri alcuna volontà di cercare o accettare?” Quando mi ha smascherata di fronte a tanti fratelli e sorelle, mi sono sentita completamente umiliata. Ho iniziato a sviluppare un pregiudizio nei suoi confronti e pensavo: “Non mi permetti affatto di salvare la faccia! Non solo hai segnalato i miei problemi alla leader in privato, ma mi hai anche dato dei suggerimenti e mi hai smascherata di fronte a tutte queste persone. Come potrò mai mostrarmi di nuovo in pubblico? Come faccio a guardare in faccia i fratelli e le sorelle dopo tutto questo? Non potevi dirmi in privato se avevo qualche problema? Perché mi hai dovuta incalzare di fronte a così tante persone? Ti stai dando un gran da fare per mettermi in imbarazzo e umiliarmi davanti a tutti? Stai solo cercando di rendermi la vita difficile, è chiaro. Ora ti faccio vedere chi è che comanda, altrimenti penserai di potermi vessare come meglio credi”. Nel mio cuore c’era anche un pensiero maligno: “Sono responsabile del lavoro di irrigazione. Se continui così senza permettermi di salvare la faccia, mi inventerò un motivo per impedirti di irrigare i nuovi arrivati perché, se non lo faccio, rovinerai l’immagine che tutti hanno di me”. Quando questo pensiero mi ha attraversato la mente, ho avuto un sussulto e mi sono chiesta: “Come ho potuto pensare una cosa così maligna? Non sarebbe come attaccare gli altri e cercare vendetta?” Ero un po’ spaventata, così ho pregato Dio in silenzio: “Dio, Ti prego di vegliare sul mio cuore affinché si calmi e io non segua la mia indole corrotta nelle mie azioni. Ti prego, guidami in questa situazione”. Dopo aver pregato, ho visto che diversi fratelli e sorelle inviavano messaggi nel gruppo concordando con i suggerimenti di Jayden. Ho infine compreso che, in quella situazione che mi era capitata, c’era l’intenzione di Dio. Dovevo prima accettare e sottomettermi, cercare la verità, riflettere su me stessa e imparare una lezione.

Un giorno, durante le mie devozioni spirituali, ho letto due passi delle parole di Dio: “Nelle circostanze che provocano la potatura, qual è l’atteggiamento cruciale da assumere verso questa situazione? In primo luogo bisogna accettarla. Chiunque ti stia potando, per qualunque ragione, per quanto ciò risulti severo, quali che siano il tono e l’espressione, dovresti accettarlo. E poi dovresti riconoscere ciò che hai fatto di sbagliato, che genere di indole corrotta hai rivelato, e se tu abbia agito o meno in base alle verità principi. È prima di tutto questo l’atteggiamento che dovresti avere. E gli anticristi possiedono questo atteggiamento? No; per tutto il tempo, l’atteggiamento che assumono è di opposizione e repulsione. Con un atteggiamento del genere, possono forse acquietarsi dinanzi a Dio e accettare con modestia di essere potati? No. Che cosa faranno, allora? Prima di tutto, argomenteranno con forza e forniranno giustificazioni, difendendosi e discolpandosi contro i torti che hanno commesso e l’indole corrotta che hanno rivelato, nella speranza di conquistare la comprensione e il perdono degli altri, in modo da non doversi assumere alcuna responsabilità né accettare alcuna parola di potatura. Qual è l’atteggiamento che manifestano di fronte alla potatura subita? ‘Non ho peccato. Non ho fatto nulla di male. Se ho commesso un errore, c’era una ragione; se ho commesso un errore, non l’ho fatto di proposito, non devo assumermene la responsabilità. Chi non commette qualche errore?’ Si aggrappano a queste affermazioni e frasi, ma non ricercano la verità, né riconoscono gli errori che hanno commesso o l’indole corrotta che hanno rivelato, e certamente non ammettono quali fossero il loro intento e il loro scopo nel compiere il male. A prescindere da quanto gli errori che hanno commesso siano evidenti e da quanto gravi siano le perdite da loro causate, chiudono un occhio su queste cose. Non provano alcuna tristezza né sensi di colpa, e la coscienza non rimorde loro minimamente. Al contrario, si giustificano con tutte le forze e ingaggiano una guerra retorica, pensando: ‘Ognuno ha un punto di vista giustificabile. Ognuno ha le sue ragioni; alla fine, si tratta di chi parla meglio. Se riesco a far passare la mia giustificazione e la mia spiegazione con un voto di maggioranza allora vinco io, e le verità di cui parli tu non sono verità, e i tuoi fatti non sono validi. Vuoi condannarmi? Neanche per sogno!’ Quando un anticristo viene potato, nel profondo del suo cuore e della sua anima nutre assolutamente e risolutamente opposizione e repulsione, e lo rifiuta. Il suo atteggiamento è: ‘Qualunque cosa tu abbia da dire, per quanto tu possa avere ragione, non la accetterò e non la ammetterò. Non ho colpe’. Per quanto i fatti portino alla luce la loro indole corrotta, gli anticristi non la riconoscono né l’accettano, e portano invece avanti la loro sfida e opposizione. Qualsiasi cosa gli altri dicano, non la accettano e non la ammettono, pensando invece: ‘Vediamo chi è il più bravo a parlare, vediamo chi è il più abile oratore’. Questo è un tipo di atteggiamento con cui gli anticristi trattano la potatura subita(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte ottava”). “L’atteggiamento e le diverse manifestazioni di un anticristo verso la potatura, come pure i suoi pensieri, prospettive, idee e cose analoghe quando la affronta, sono tutti diversi da quelli di una persona comune. Quando un anticristo viene potato, la prima cosa che fa è opporsi e rifiutarlo dal profondo del cuore. Lo combatte. E perché? Perché gli anticristi, per loro natura essenza, provano avversione nei confronti della verità e la odiano e non la accettano minimamente(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 12: Vogliono abbandonare quando non hanno prestigio né alcuna speranza di ottenere benedizioni”). È stato riflettendo sulle parole di Dio che ho finalmente capito: quando una persona che persegue la verità viene potata, indipendentemente dall’atteggiamento o dal tono di chi la pota o dalla situazione o dal contesto in cui avviene la potatura, quella persona può innanzitutto accettarlo, riflettere su dove abbia violato i principi e su quale indole corrotta abbia rivelato e cercare la verità per eliminarla. Tuttavia, gli anticristi provano avversione per la verità e la odiano nella sua essenza e, quando vengono potati e guidati dagli altri, sentono l’impulso di opporsi a quelle cose e di rifiutarle. Anche se i loro problemi sono già evidenti e hanno causato perdite nel lavoro, comunque non ammettono di avere colpe e cercano ogni sorta di ragioni e scuse per difendersi e scagionarsi. Riflettendo sul mio atteggiamento e sul mio comportamento quando ero stata potata, mi sono resa conto di aver rivelato un’indole che era in realtà la stessa di un anticristo. Quando i fratelli e le sorelle mi avevano offerto suggerimenti, non li avevo accettati rapidamente, non avevo riflettuto sui miei problemi e sulle mie deviazioni e non li avevo riesaminati; al contrario, avevo opposto resistenza e mi ero sentita contrariata e avevo cercato ogni sorta di ragioni e scuse per controbattere e giustificarmi. Così facendo, semplicemente non accettavo la verità e anzi provavo avversione verso di essa. In realtà, dopo aver considerato e riflettuto attentamente, ho compreso che i problemi sollevati dai miei fratelli e dalle mie sorelle erano tutti reali e che, a prescindere dalle ragioni, se i nuovi arrivati non erano stati irrigati bene, significava che ero stata irresponsabile nel mio dovere. Inoltre, quando i fratelli e le sorelle avevano segnalato che non mi ero informata né avevo approfondito in modo tempestivo il motivo per cui i nuovi arrivati non erano venuti alle riunioni, avevo persino trovato delle scuse, pensando che i nuovi arrivati fossero mancati solo occasionalmente alle riunioni e che in seguito avrebbero ripreso a partecipare con regolarità e quindi non si trattava di un grosso problema. In realtà, ero un’irrigatrice eppure non sapevo che i nuovi arrivati non stavano venendo alle riunioni e non li avevo seguiti né avevo approfondito per tempo. Questa era già di per sé una negligenza e dimostrava la mia superficialità. Ciò nonostante, con varie scuse, avevo negato e respinto le questioni e i suggerimenti presentati dai fratelli e dalle sorelle e anche se all’apparenza questo poteva non sembrare un problema rilevante, riguardava il mio atteggiamento verso i miei doveri e rivelava anche quello che avevo nei confronti della verità e di Dio. Solo quando ci ho riflettuto, ho capito quanto fosse grave la natura di questo problema. Se non mi fosse capitata quella situazione, non avrei mai riflettuto su me stessa né avrei riconosciuto la mia indole satanica di avversione alla verità; se avessi continuato così, alla fine sarei stata sdegnata ed eliminata da Dio.

Mentre riflettevo, ho letto altre parole di Dio: “Quando si tratta di essere potati, gli anticristi non sono capaci di accettarlo. E ci sono delle ragioni per questo, tra cui la principale è che quando vengono potati sentono di aver perso la faccia, di aver perso la loro reputazione, il loro prestigio e la loro dignità, di essere stati messi in condizione di non poter più alzare la testa di fronte a tutti. Queste cose hanno un effetto nei loro cuori e dunque essi hanno difficoltà ad accettare d’essere potati, e sentono che chiunque li poti ce l’abbia con loro e sia un loro nemico. Questa è la mentalità degli anticristi quando vengono potati. Di questo puoi essere certo(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte ottava”). “Gli anticristi tengono molto alla reputazione e al prestigio. La reputazione e il prestigio sono la loro linfa vitale; essi sentono che la vita non ha senso senza reputazione e prestigio, e mancano di energia per fare qualsiasi cosa non comporti reputazione e prestigio. Per gli anticristi, sia la reputazione che il prestigio sono profondamente legati ai loro interessi personali; sono il loro tallone d’Achille. Ecco perché tutto ciò che gli anticristi fanno ruota intorno al prestigio e alla reputazione. Se non fosse per queste cose, potrebbero anche non svolgere alcun tipo di lavoro. Non importa se gli anticristi abbiano o meno prestigio; l’obiettivo per cui lottano e la direzione verso cui tendono sono finalizzati a queste due cose: reputazione e prestigio. […] Quando pagano un prezzo, fate caso al perché lo facciano. Quando discutono di qualcosa con ardore, fate caso al perché lo facciano. Quando criticano o condannano una persona, fate caso all’intento e all’obiettivo con cui lo fanno. Quando sono turbati o arrabbiati per qualcosa, fate caso all’indole che rivelano. La gente non può vedere nel cuore delle persone, ma Dio sì. Quando Dio guarda nel cuore delle persone, cosa usa per misurare l’essenza di ciò che dicono e fanno? Usa la verità per misurarla. Agli occhi dell’uomo, proteggere la propria reputazione e il proprio prestigio è giusto. Perché dunque agli occhi di Dio questo viene classificato come la rivelazione e l’espressione degli anticristi e come la loro essenza? Questo si fonda sul punto di partenza e sulla motivazione alla base di tutto ciò che gli anticristi fanno. Dio sottopone a scrutinio il punto di partenza e la motivazione secondo cui agiscono e alla fine stabilisce che fanno tutto ciò che fanno per la propria reputazione e per il proprio prestigio anziché per svolgere il loro dovere, e tantomeno per praticare la verità e sottomettersi a Dio(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte seconda”). Dalle parole di Dio, ho capito il motivo per cui gli anticristi non sanno accettare di essere potati. Oltre alla loro essenza di odio e avversione per la verità, c’è un’altra motivazione principale: il fatto che nei loro cuori la reputazione e il prestigio sono più importanti di qualsiasi altra cosa. Gli anticristi ritengono che chiunque segnali i loro problemi o li poti stia cercando di rendergli la vita difficile, di fargli perdere la faccia e di danneggiare il loro orgoglio e il loro prestigio. Per preservare la reputazione e il prestigio, gli anticristi sono incessantemente resistenti e oppositivi e addirittura trattano come nemici coloro che li potano. Riflettendo, ho constatato che anch’io avevo questo punto di vista. All’inizio, quando avevo saputo che i fratelli e le sorelle avevano segnalato i miei problemi alla leader, ero convinta che stessero intenzionalmente cercando di smascherarmi con lei, facendomi perdere la faccia e mettendomi in una posizione scomoda; pensavo poi che avrebbero dovuto parlare prima con me dei problemi che avevano notato o segnalarmeli in privato e che, qualora non lo avessi accettato, allora sarebbe stato appropriato rivolgersi alla leader. In realtà, se fossi stata davvero una persona che accettava i consigli e la verità, non mi sarei curata del contesto o del modo in cui erano stati evidenziati i problemi e invece mi sarei preoccupata di quali questioni fossero state segnalate e di come avrei dovuto cambiare e migliorare. Il motivo per cui avevo quei pensieri era che volevo proteggere la mia reputazione e il mio prestigio e continuare a fare buona impressione sulla leader. Quando Jayden mi aveva dato dei consigli e mi aveva smascherata di fronte ai fratelli e alle sorelle, mi ero sentita ancora più incapace di accettare. Pensavo che lo facesse per cercare di mettermi in imbarazzo e umiliarmi davanti a tutti e che questo avrebbe danneggiato seriamente la buona immagine che le persone avevano di me. Spinta dal desiderio di reputazione e prestigio, avevo indirettamente controbattuto le sue osservazioni per salvare la mia reputazione e avevo persino nutrito pensieri maligni, volevo usare il mio potere e la mia posizione per reprimerlo e impedirgli di partecipare al lavoro di irrigazione. Mi sono resa conto che ero davvero troppo preoccupata per la reputazione e il prestigio, che ogni mia parola e ogni mia azione erano mosse dal desiderio di proteggere orgoglio e prestigio e che volevo persino reprimere le persone. Ho capito che perseguire la reputazione e il prestigio non era davvero il cammino giusto e che mi avrebbe solo portata a opporre resistenza a Dio.

In seguito, ho riflettuto sull’indole che avevo rivelato attraverso i miei pensieri maligni e ho letto un passo delle parole di Dio che mi ha profondamente commossa. Dio Onnipotente dice: “L’attacco e la ripicca sono azioni e rivelazioni derivanti da una natura satanica maligna, nonché un tipo di indole corrotta. Le persone pensano così: ‘Se tu sei scortese con me, io farò del male a te! Se tu non mi tratti con dignità, perché io dovrei trattarti con dignità?’ Che modo di pensare è questo? Non è forse una ripicca? Dal punto di vista di una persona comune, questo modo di vedere non è forse una prospettiva valida? Non è forse praticabile? ‘Non attaccherò se non sarò attaccato; ma, se mi attaccheranno, di certo risponderò’ ed ‘Ecco un assaggio della tua stessa medicina’: i non credenti dicono spesso cose di questo tipo; per loro sono fondamenti logici validi e del tutto conformi alle nozioni umane. Invece, che opinione dovrebbero avere di queste parole coloro che credono in Dio e perseguono la verità? Simili idee sono forse corrette? (No.) Perché non lo sono? In che modo bisognerebbe discernerle? Da dove hanno origine queste cose? (Da Satana.) Provengono da Satana, senza alcun dubbio. Da quale indole di Satana provengono? Provengono dalla natura maligna di Satana; contengono veleno e racchiudono il vero volto di Satana in tutta la sua malignità e bruttezza. Racchiudono questo tipo di natura essenza. Che carattere hanno i punti di vista, i pensieri, le rivelazioni, le parole e perfino le azioni che racchiudono questo tipo di natura essenza? Senza dubbio, si tratta dell’indole corrotta dell’uomo, dell’indole di Satana. Questi aspetti satanici sono forse in linea con le parole di Dio? Sono forse in linea con la verità? Si basano sulle parole di Dio? (No.) Sono forse le azioni che dovrebbero compiere i seguaci di Dio, e i pensieri e i punti di vista che dovrebbero possedere? Questi pensieri e queste linee di condotta sono in accordo con la verità? (No.)” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo l’eliminazione della propria indole corrotta può produrre una vera trasformazione”). Dalle parole di Dio, ho capito che i miei pensieri di attacco e vendetta erano guidati da veleni satanici come “Non attaccherò se non sono attaccato; se sono attaccato, contrattaccherò” e “Ecco un assaggio della tua stessa medicina”. Pensavo che, smascherando i miei problemi di fronte ai fratelli e alle sorelle, Jayden non mi stesse permettendo di salvare la faccia e che si stesse comportando in modo scortese con me e, di conseguenza, avrei potuto fargli del male. Avevo anche l’impressione che, se non gli avessi fatto vedere chi comandava, avrebbe creduto di potermi vessare, così avevo pensato che in futuro non gli avrei permesso di partecipare al lavoro di irrigazione. E così non avrebbe più avuto la possibilità di potarmi. Riflettendo sui pensieri e sulle intenzioni di quel momento, mi sono accorta di essere effettivamente maligna e spaventosa. Il fatto che Jayden avesse segnalato i miei problemi alla leader dimostrava che aveva un senso di responsabilità nei confronti del lavoro e stava proteggendo il lavoro della chiesa. Inoltre, quando avevo inviato un messaggio nel gruppo chiedendo consigli a tutti, lui aveva condiviso attivamente i suoi pensieri e le sue opinioni, dimostrando di avere un senso del fardello, mentre io avevo avuto la percezione che mi stesse rendendo la vita difficile di proposito e avevo persino cercato di controbattere e di giustificarmi. Lo smascheramento dei miei problemi da parte sua era fattuale e del tutto appropriato e averli fatti emergere direttamente era stato utile per me nei miei doveri e non era affatto inteso a mettermi in imbarazzo. Inoltre, i suggerimenti reciproci e la potatura vicendevole tra fratelli e sorelle non hanno nulla a che fare con la gentilezza o la scortesia e nella mia comprensione di questo avevo le stesse opinioni dei miscredenti. In passato, ero stata convinta di avere una buona umanità e che non avrei fatto cose tipo reprimere o tormentare gli altri come un anticristo, però i fatti mi avevano rivelato che la mia natura era davvero malvagia. Non avevo mai compiuto simili azioni prima perché non si era creata la situazione giusta, ma in determinati contesti ero stata capace di rivelare certi pensieri malvagi in modo naturale. Questa è una rivelazione della mia natura. In quel momento, ho finalmente capito che essere potati è davvero grandioso perché altrimenti non avrei mai riconosciuto le opinioni fallaci e l’indole satanica che avevo dentro di me né avrei avuto modo di rimediare o di cambiare. Ero così grata a Dio e mi sono presentata davanti a Lui per pregare: “Dio, vedo che non solo provo avversione per la verità, ma che la mia natura è anche maligna. Per proteggere reputazione e prestigio, volevo persino attaccare i fratelli e le sorelle che mi avevano dato dei suggerimenti e vendicarmi. Mi rendo conto che manco di umanità e che non sono degna di essere chiamata credente. Dio, desidero pentirmi e cambiare. Ti prego, guidami a trovare un cammino di pratica e di ingresso, così che possa imparare ad accettare i consigli dei miei fratelli e delle mie sorelle”.

Durante le mie devozioni spirituali, ho cercato le parole di Dio riguardanti i miei problemi, così da poterle leggere, e ho trovato un cammino di pratica. Dio dice: “Se quando non capisci la verità qualcuno ti dà un suggerimento e ti dice come agire in linea con la verità, dovresti innanzitutto accettarlo e permettere a tutti di condividere al riguardo, e vedere se quel percorso è corretto o meno e se è conforme alle verità principi oppure no. Se confermi che è in linea con la verità, allora pratica in quel modo; se invece determini che non è in linea con la verità, non farlo. È così semplice. Quando ricerchi la verità, dovresti chiedere a molte persone. Se qualcuno ha qualcosa da dire, dovresti ascoltarlo e prendere sul serio tutte le sue parole. Non ignorarlo e non snobbarlo, poiché si tratta di questioni che rientrano nell’ambito del tuo dovere e che devi trattare con serietà. Questi sono l’atteggiamento e lo stato giusti. Quando sei nello stato giusto e non riveli un’indole che prova avversione e odio nei confronti della verità, praticare in questo modo soppianterà la tua indole corrotta. Questo è mettere in pratica la verità. Praticare la verità in questa maniera quali frutti porterà? (Riceveremo la guida dello Spirito Santo.) Ricevere la guida dello Spirito Santo è un aspetto. A volte la questione è molto semplice e puoi risolverla riflettendoci da te; dopo che gli altri avranno finito di darti i loro suggerimenti e tu avrai capito, saprai correggere le cose e agire in linea con i principi. La gente potrà anche pensare che questa sia una questione di poco conto, ma per Dio è di grande rilevanza. Perché dico questo? Perché, quando pratichi in questo modo, agli occhi di Dio sei una persona capace di mettere in pratica la verità, una persona che ama la verità e che non prova avversione per la verità: quando Dio scruta nel tuo cuore, vede anche la tua indole, e questo è di estrema importanza. In altre parole, quando svolgi il tuo dovere e agisci alla presenza di Dio, quelle che vivi e riveli sono tutte verità realtà che le persone dovrebbero possedere. Gli atteggiamenti, i pensieri e gli stati che possiedi in tutto ciò che fai sono le cose più importanti agli occhi di Dio, e sono ciò che Egli scruta(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo vivendo spesso dinanzi a Dio si può avere una normale relazione con Lui”). Le parole di Dio mi hanno mostrato un percorso di pratica, che consiste nel prendere sul serio i suggerimenti altrui e, a prescindere da chi sia a proporli, indipendentemente dal fatto che lì per lì io sappia capirli o che siano in linea con la mia volontà, non devo ignorarli, né tanto meno scartarli o sminuirli. Devo innanzitutto accettare quei consigli e cercare la condivisione con tutti, accettare e mettere in pratica ciò che è in linea con le verità principi e rifiutarmi di adottare ciò che non lo è. La cosa più importante in questo processo è non vivere secondo un’indole corrotta di avversione alla verità, intransigenza e arroganza, ma trattare invece i suggerimenti altrui con un atteggiamento di ricerca. In seguito, ho discusso con i miei collaboratori alcuni dei problemi e dei suggerimenti proposti dai fratelli e dalle sorelle per risolverli uno per uno. Dopo aver praticato in questo modo, i risultati del lavoro di irrigazione sono stati molto migliori di prima e ho scoperto che il pregiudizio che avevo nei confronti di Jayden era scomparso. Ero profondamente grata a Dio.

In seguito, mi sono chiesta: “Che tipo di atteggiamento dovrei avere nei confronti dei fratelli e delle sorelle che mi fanno notare i miei problemi?” Nella mia ricerca, ho letto le parole di Dio: “Devi avvicinarti alle persone che sanno parlarti con sincerità; avere intorno persone del genere va molto a tuo vantaggio. In particolare, avere intorno brave persone come quelle che, quando trovano un problema in te, hanno il coraggio di biasimarti e smascherarti, può evitarti di uscire dalla retta via. A loro non interessa quale sia il tuo prestigio e, non appena scoprono che hai fatto qualcosa che va contro le verità principi, se necessario ti biasimano e ti smascherano. Solo le persone così sono rette, persone col senso della giustizia e a prescindere da quanto ti smascherino e ti biasimino, sarà sempre per aiutarti e si tratterà solo di supervisionarti e spronarti. Devi stare vicino a queste persone; se hai individui così al tuo fianco ad aiutarti, sarai relativamente molto più al sicuro: ecco cosa significa avere la protezione di Dio. Avere ogni giorno al tuo fianco persone che capiscono la verità e sostengono i principi, e che ti supervisionano, ti porta beneficio nel fare bene il tuo dovere e nel lavorare bene. Non devi mai avere tra i tuoi assistenti persone viscide e propense all’inganno che ti adulano e ti incensano; avere vicino persone di questo tipo è come essere ricoperto da mosche puzzolenti, sarai esposto a innumerevoli batteri e virus! Queste persone possono disturbarti e influenzare il tuo lavoro, farti cadere in tentazione e portarti sulla cattiva strada, e possono portarti disastri e calamità. Devi stare alla larga da loro, il più lontano possibile, e se riesci a discernere la loro essenza di miscredenti e farli epurare dalla chiesa, allora tanto meglio. […] Cosa dovresti fare per tenerti alla larga dal cammino di un anticristo? Dovresti prendere l’iniziativa e avvicinarti a coloro che amano la verità, alle persone rette, accostarti a coloro che sanno mettere in evidenza i tuoi problemi, che sanno parlare con sincerità e ti rimproverano quando scoprono i tuoi problemi, e soprattutto a coloro che, quando scoprono tali problemi, sono in grado di potarti; sono queste le persone che ti portano i maggiori benefici, e dovresti averle a cuore. Se le escludi e ti liberi di persone così buone, allora perderai la protezione di Dio, e la catastrofe si abbatterà gradualmente su di te. Avvicinandoti a persone buone e a persone che comprendono la verità, troverai pace e gioia, e sarai in grado di tenere a bada la catastrofe; avvicinandoti a persone ignobili, persone senza vergogna, e persone che ti lusingano, sarai in pericolo. Non solo verrai ingannato e raggirato con facilità, ma la catastrofe potrebbe abbattersi su di te in qualsiasi momento. Devi sapere che tipo di persone possono portarti i maggiori benefici; sono coloro che sanno avvertirti quando fai qualcosa di sbagliato, o quando esalti e testimoni te stesso fuorviando gli altri, quelli che possono esserti di maggiore beneficio. Avvicinarsi a queste persone è il giusto cammino da intraprendere(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 4: Esaltano e testimoniano sé stessi”). Dalle parole di Dio ho capito che, per svolgere bene i miei doveri, devo approcciarmi attivamente a coloro che osano dire la verità e che hanno un senso della giustizia perché non tengono conto del prestigio, del potere o dei sentimenti interpersonali. Dicono tutto quello che vedono e smascherano o potano gli altri quando è necessario. Avere intorno a me persone di questo tipo non solo permette loro di supervisionarmi e richiamarmi nei miei doveri, ma pone anche un freno alla mia indole corrotta. Avevo un’indole arrogante e facevo sempre le cose a modo mio. Pensavo continuamente di essere nel giusto e non mi concentravo sulla ricerca dei principi. Intorno a me c’erano fratelli e sorelle capaci di correggermi e smascherarmi quando agivo contro i principi, motivandomi a riflettere su me stessa e a cercare la verità. Questo mi avrebbe anche aiutata a evitare di commettere errori e di percorrere il cammino sbagliato e a vedere più chiaramente la mia natura. In tal modo, avrei svolto bene i miei doveri. Proprio come Jayden, che era stato in grado di proteggere il lavoro della chiesa, di parlare direttamente di tutti i problemi che aveva visto e di segnalarli. Anche se le cose che diceva a volte mi mettevano in imbarazzo, erano utili per me nei miei doveri. Dovevo interagire maggiormente con persone di questo tipo e lasciare che mi supervisionassero e mi richiamassero di più. Ora che ci ripenso, mi rendo conto che quella situazione predisposta da Dio era davvero grandiosa. Accettando i suggerimenti e la potatura dei miei fratelli e delle mie sorelle, non solo sono riuscita a correggere alcune deviazioni nei miei doveri, ma ho anche acquisito una certa comprensione della mia indole corrotta. Sono sinceramente grata a Dio!

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