74. Una scelta di cui non mi pentirei mai
Sono nata in una famiglia di agricoltori che si guadagnava da vivere lavorando la terra. Fin da piccola mio padre e mio nonno mi hanno insegnato che dovevo darmi da fare con lo studio e che solo entrando in un’università prestigiosa avrei potuto trovare un buon lavoro, distinguendomi dagli altri e recando onore alla famiglia. Sotto la loro guida, sia con le parole che con l’esempio, ho studiato diligentemente e i miei voti sono sempre stati eccellenti. Mio padre mi diceva spesso: “Tua cugina ha conseguito il dottorato ed è diventata docente. Guadagna bene e gode di grande prestigio. L’altra tua cugina si è laureata in un’università famosa e ora si occupa di ricerca scientifica e ha un ottimo stipendio…” Pensavo di dover studiare tanto, entrare in un’università prestigiosa e trovare un buon lavoro: in questo modo avrei portato onore sia a me che ai miei genitori. A quel tempo credevo già in Dio, ma per accedere in un’università di livello e poi trovare un buon lavoro e così avere l’ammirazione di tutti, mi ero concentrata corpo e anima sullo studio e non frequentavo regolarmente le riunioni. Qualche tempo dopo, a causa della forte pressione degli studi e della feroce competizione, avevo iniziato a soffrire di problemi di salute. Uno dopo l’altro, si sono presentati disturbi come ingrossamento della tiroide, problemi di stomaco e gastroenterite acuta. Sono andata in ospedale per curarmi, ma il dolore non si era attenuato molto e ho anche avuto una forte perdita di capelli, che si assottigliavano a vista d’occhio. Anche la gastroenterite si acutizzava spesso, manifestandosi con frequenti diaree. Questi disturbi mi tormentavano e mi causavano un dolore intollerabile. Al vedere il mio aspetto emaciato allo specchio, mi sentivo svuotata fisicamente e mentalmente, e ne soffrivo molto. Mi mancavano i giorni in cui mi riunivo con i fratelli e le sorelle, leggendo le parole di Dio e cantando le Sue lodi, cosa particolarmente rilassante e liberatoria. Anelavo a una pausa, ma il pesante carico di studio mi lasciava senza energie né fisiche né mentali. Provavo spesso dolore e senso di vuoto, e pensavo che vivere in quelle condizioni fosse troppo estenuante. A volte ho addirittura pensato che sarebbe stato bello tuffarmi dall’alto e cadere in un sonno profondo e senza fine. Mi rendevo conto che questi pensieri venivano da Satana e che non potevo seguirli. Tempo dopo ho pensato: “Lavoro sodo da tanti anni al mio sogno di emergere sugli altri. C’è solo quest’ultimo anno da superare. Una volta entrata all’università, le cose saranno più facili. Lì la pressione non sarà la stessa delle scuole superiori e potrò partecipare normalmente alle riunioni”.
Nel 2019 sono stata accettata in un buon politecnico. I parenti sono venuti a congratularsi con me e hanno persino detto ai loro figli di prendermi ad esempio. In un attimo ero diventata la celebrità della famiglia. Anche gli amici mi inviavano messaggi di congratulazioni dopo aver appreso la notizia. A sentire gli elogi di parenti e amici, mi sentivo molto felice. Pensavo che all’università la pressione degli studi sarebbe stata più leggera rispetto al liceo e che avrei avuto parecchio tempo libero, il che mi avrebbe permesso di partecipare normalmente alle riunioni. Invece, le cose non sono andate come avevo immaginato. Oltre a frequentare le lezioni, dovevo conseguire diverse certificazioni e anche frequentare i corsi per prepararle. Dovevo inoltre partecipare a varie attività organizzate dall’università per guadagnare crediti, e così la mia agenda era molto fitta. Oltretutto nelle università cinesi non è permesso credere in Dio, quindi dovevo partecipare alle riunioni di nascosto. Mi sentivo un po’ vincolata e avevo sempre paura di essere scoperta. In seguito, sorella Chen Xin mi ha detto che nella chiesa c’erano tanti nuovi arrivati che avevano urgente bisogno di essere irrigati e voleva che mi addestrassi a farlo. Ho pensato: “Sono impegnata con gli studi e devo sostenere gli esami di certificazione. Se mi metto anche a svolgere un dovere, non andrò molto avanti negli studi. E se non otterrò abbastanza crediti per laurearmi, come farò a trovare un buon lavoro?” Pensando a questo ho rifiutato e mi sono completamente dedicata al conseguimento dei crediti. Anche se continuavo a partecipare alle riunioni, non riuscivo a placare il mio cuore. Pregavo e leggevo le parole di Dio con minore frequenza. Il mio programma giornaliero prevedeva di frequentare le lezioni e guadagnare crediti, ma col tempo cominciava a sorgere in me un inspiegabile senso di vuoto, che mi faceva sembrare questo modo di vivere privo di significato. La mia compagna di stanza mi trascinava fuori con lei a divertirci e mangiare cose deliziose, eppure il mio profondo senso di vuoto non diminuiva affatto.
Quando sono tornata a casa per le vacanze, ho incontrato a una riunione la mia compagna di classe delle medie, He Xin. He Xin mi ha detto che due anni prima sua sorella minore aveva avuto un esaurimento nervoso, perché per due volte non era riuscita a entrare alle superiori. Mi sono detta, stupita: “Sua sorella era così allegra e ottimista e ora è malata di mente!” Questo incidente ha avuto un certo impatto su di me. In quei giorni ho pensato spesso: “La sorella di He Xin aveva studiato tanto per emergere sugli altri. Non mi aspettavo che finisse in questo modo. Ho sgobbato negli studi per entrare all’università, e anche se sono stata ammessa in quella che volevo e sono ammirata da parenti e amici, non riesco a provare alcuna gioia e sono proprio sfinita. Vale davvero la pena perseguire tutto ciò?” Pochi giorni dopo, è scoppiato il covid in tutto il Paese, con villaggi e strade sigillati e restrizioni agli spostamenti. Le università hanno sospeso le lezioni, le fabbriche hanno chiuso in massa e io non sono più potuta andare a lezione. Così, ho frequentato normalmente le riunioni in chiesa e ho iniziato a svolgere i miei doveri. Leggendo altre parole di Dio, a poco a poco ho compreso certe verità. Un giorno ho letto queste parole di Dio: “Nello svolgimento del proprio dovere esistono due principali tipologie di persone. Una è quella che si spende sinceramente per Dio, l’altra è quella che si lascia sempre una via d’uscita. Secondo voi, qual è quella che Dio approverà e salverà? (Quella che si spende sinceramente per Dio.) Dio vuole ottenere coloro che si spendono sinceramente per Lui. […] In questo momento, potete utilizzare i vostri hobby e le vostre capacità mentre fate il vostro dovere. Inoltre, durante questo periodo, svolgete il dovere di un essere creato, riuscite a comprendere la verità e a imboccare il giusto percorso di vita. Che evento felice, che grande fortuna! Da qualunque angolazione la si veda, non è una perdita. Seguendo Dio, allontanandovi dai luoghi di peccato e dai gruppi di persone malvagie, il minimo che possa accadere è che i vostri pensieri e il vostro cuore non continueranno a essere corrotti e calpestati da Satana. Siete giunti in una terra pura, siete giunti al cospetto di Dio. Non è forse un’enorme fortuna? Gli uomini si reincarnano generazione dopo generazione, fino ad oggi, e quante possibilità come questa hanno a disposizione? Non sono forse solo i nati negli ultimi giorni ad avere questa opportunità? È una cosa davvero eccezionale! Non si tratta di una perdita, ma della migliore delle fortune. Dovresti essere felicissimo! In quanto esseri creati, in tutto il creato, tra gli svariati miliardi di persone che vivono sulla terra, quanti hanno l’opportunità di testimoniare gli atti del Creatore nella loro identità di esseri creati, di assolvere al loro dovere e alla loro responsabilità nell’opera di Dio? Chi ha questa opportunità? Sono in tanti? Sono troppo pochi! Qual è la proporzione? Uno su diecimila? No, ancora meno! Soprattutto voi che potete usare le capacità e le conoscenze acquisite studiando per svolgere il vostro dovere, non siete estremamente benedetti? Non testimoni di un uomo, e ciò che fai non è una carriera: Colui che servi è il Creatore. È questa la cosa più bella e preziosa! Non dovreste sentirvi orgogliosi? (Sì.) Svolgendo il vostro dovere ottenete l’irrigazione e la provvista di Dio. Con un ambiente e un’opportunità così favorevoli, se non otterrete nulla di sostanziale, se non otterrete la verità, non lo rimpiangerete per il resto della vostra vita? Pertanto, dovete cogliere al volo l’opportunità di fare il vostro dovere, senza lasciarvela sfuggire; perseguite seriamente la verità mentre svolgete il vostro dovere, e ottenetela. È la cosa più preziosa che possiate fare, la vita più ricca di significato!” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Dando il proprio cuore a Dio si può ottenere la verità”). Dalle parole di Dio, ho capito che solo chi si spende sinceramente per Dio può essere approvato da Lui. Come esseri creati, fare il proprio dovere e sforzarsi di guadagnare la verità è la cosa più benedetta e valida da fare. Ho pensato al fatto di essere solo un piccolo essere creato e, tra miliardi di persone nel mondo, ho avuto il privilegio di accettare l’opera di Dio degli ultimi giorni, di ricevere la fornitura delle Sue parole e di esserne irrigata, di svolgere i miei doveri nella Sua casa e di contribuire con i miei sforzi al lavoro di diffusione del Vangelo di Dio: è stato davvero l’innalzamento di Dio! Prima, ero concentrata unicamente sul distinguermi dagli altri ed essere ammirata, riversando tutto il tempo e le energie negli studi e non prendendo sul serio la mia fede. Quando sorella Chen Xin mi aveva chiesto di formarmi ad irrigare i nuovi arrivati, avevo rifiutato. Ma Dio non me ne ha mai fatto una colpa e mi ha dato un’altra opportunità di svolgere i miei doveri. Dovevo sfruttarla bene. Cosicché ho preso sul serio i miei doveri e ho pensato a come farli bene. Svolgendoli ho rivelato una certa corruzione. Con la guida e l’aiuto delle sorelle, ho compreso i vari tipi di indole corrotta presenti dentro di me. Ho provato un senso di stabilità, pace, sollievo e libertà che non avevo mai sperimentato prima. Ogni giorno era appagante e speravo di svolgere per sempre i miei doveri nella casa di Dio.
Tuttavia, i bei tempi non sono durati. Il tutor studentesco ci aveva comunicato che le lezioni sarebbero iniziate a settembre e che, a causa della pandemia, dopo la riapertura i corsi avrebbero attuato un sistema di gestione a porte chiuse, con il divieto per tutti di lasciare il campus. Quando ho ricevuto la notizia, sono stata improvvisamente assalita dal dolore. “Ora che i corsi verranno gestiti a sistema chiuso, non potrò lasciare il campus dopo la riapertura, quindi non potrò partecipare alle riunioni né svolgere i miei doveri. Verrò anche indottrinata con idee atee. Il fondamento della mia fede è ancora superficiale e la mia statura è piccola. Sarò in grado di rimanere salda in questo tipo di ambiente?” Quindi non volevo tornare all’università. Ma poi ho pensato: “Se non ci vado, mio padre e mio nonno resteranno di sicuro molto delusi da me. Parenti e amici non avranno più un’alta considerazione di me e magari mi prenderanno pure in giro. Tuttavia, se ci torno, non potrò partecipare alle riunioni né svolgere i miei doveri. Ora che la pandemia si sta diffondendo ovunque e i disastri si stanno intensificando, l’opera di Dio si sta avvicinando alla conclusione. Se l’opera di Dio termina e io non ho ancora acquisito la verità, non cadrò forse nella catastrofe? Ma se rinuncio ai miei studi, tutti questi anni di sforzi non saranno stati vani?” Pensando a questo, ero profondamente turbata e non sapevo che scelta fare. In quel momento, il leader mi contatta e mi ha detto: “Ora che il Vangelo si sta diffondendo notevolmente e sempre più persone accettano l’opera di Dio, la chiesa ha urgente bisogno di irrigatori e vogliamo che tu lo sia per i nuovi arrivati. Sei disposta a farlo?” In quel momento mi sono sentita molto spaesata. Poi ho visto lo spettacolo teatrale “Addio, mio campus innocente” e ho visto un passaggio delle parole di Dio citate nel video: “Satana usa la fama e il guadagno per controllare i pensieri dell’uomo, finché le persone non riescono a pensare ad altro che non sia fama e profitto. Si affannano per fama e profitto, patiscono disagi per fama e profitto, sopportano umiliazioni per fama e profitto, sacrificano tutto ciò che hanno per fama e profitto, ed esprimeranno giudizi o prenderanno decisioni per fama e profitto. In tal modo, Satana lega le persone con catene invisibili ed esse non hanno la forza né il coraggio di liberarsene. Portano inconsapevolmente il peso di queste catene e continuano ad arrancare con grande difficoltà. Per amore di tale fama e profitto, l’umanità evita Dio e Lo tradisce e diventa sempre più malvagia. In questo modo, quindi, una generazione dopo l’altra viene distrutta nella fama e nel profitto di Satana” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico VI”). Dalle parole di Dio, ho capito che Satana usa la fama e il guadagno per irretire le persone allontanandole da Dio e portandole a tradirLo. Mi sono ricordata che durante l’infanzia mio padre e mio nonno mi avevano insegnato “Sii al di sopra degli altri e rendi gloria ai tuoi antenati” e “Nessun dolore, nessun guadagno”. Avevo scelto il perseguimento di fama, guadagno e prestigio come obiettivo di vita, credendo che solo il raggiungimento di fama e guadagno e l’ammirazione degli altri dessero senso e valore alla vita. Non mi ero fatta scrupoli a danneggiare la mia salute per entrare in una buona università. Avevo studiato incessantemente come un robot, cosa che mi aveva arrecato varie malattie. Il dolore fisico e il tormento interiore mi facevano sentire particolarmente angosciata ed esausta. Avevo perso la motivazione a vivere e avrei voluto addormentarmi per sempre. Tuttavia, per ottenere la laurea, la fama e il guadagno, avevo stretto i denti e perseverato. Dopo l’ammissione all’università che desideravo, per ottenere un master e trovare un buon lavoro mi ero data completamente a guadagnare crediti, allontanandomi sempre di più da Dio. Mi ero limitata a frequentare le riunioni e le mie preghiere e la lettura delle parole di Dio erano diminuite. La fama e il guadagno erano come una catena invisibile che Satana mi aveva stretto intorno, che mi legava e mi feriva contro la mia volontà. Alla ricerca di fama e guadagno, nel corso degli anni avevo investito tutto il mio tempo e le mie energie negli studi, trascurando la mia fede in Dio, e la mia vita spirituale ne aveva sofferto molto. Continuando su questa strada avrei potuto ottenere una laurea, un buon lavoro e l’ammirazione della gente, ma a cosa sarebbe servito se avessi perso l’opportunità di essere salvata? Ora che la pandemia si stava diffondendo ovunque, il numero di persone contagiate aumentava di giorno in giorno e molte erano morte. Anche alcuni funzionari erano stati contagiati. Non importava quanto una persona fosse ricca o famosa, se contraeva il virus era destinata a morire lo stesso. Mi ero resa conto che perseguire la fama, il guadagno e il prestigio non avevano né valore né significato reale. Solo perseguire la verità offre una speranza di salvezza.
Nel video ho visto un altro passo delle parole di Dio: “Il Cristo degli ultimi giorni porta la vita e porta la via duratura e perpetua della verità. Questa verità è il cammino attraverso cui l’uomo guadagna la vita, ed è l’unico cammino con cui egli conoscerà Dio e sarà da Lui approvato. Se non cerchi la via della vita, fornita dal Cristo degli ultimi giorni, non otterrai mai l’approvazione di Gesù e non avrai mai i requisiti per varcare la porta del Regno dei Cieli, poiché sei un fantoccio e un prigioniero della storia” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solo il Cristo degli ultimi giorni può offrire all’uomo la via della vita eterna”). Il protagonista ha condiviso che “L’unica via per entrare nel Regno di Dio è accettare il Cristo degli ultimi giorni. … Comprendere la verità ed essere salvati nella nostra fede non sono cose semplici. Non è che siamo salvati nel momento in cui crediamo. … I disastri aumentano eppure noi andiamo a scuola. Non saremo in grado di condividere il Vangelo e di portare testimonianza finché non ci saremo laureati. Dunque questo è forse seguire Dio?” Dopo aver sentito questo, mi sono fortemente emozionata. “Solo accettando l’opera di Dio degli ultimi giorni e perseguendo di guadagnare la verità si può essere salvati e sopravvivere. Se studio e credo in Dio, ma non faccio i miei doveri, posso essere considerata una vera seguace di Dio? Continuando così non finirei per non avere nulla?” Poi ho letto queste parole di Dio: “L’opera degli ultimi giorni è quella di dividere tutti in base alla loro specie e di concludere il piano di gestione di Dio, poiché il tempo è vicino e il giorno di Dio è arrivato. Egli conduce tutti coloro che sono entrati nel Suo Regno, vale a dire tutti coloro che sono stati leali con Lui fino alla fine, nell’età di Dio Stesso. Tuttavia, prima della venuta dell’età di Dio Stesso, l’opera che Egli desidera compiere non è quella di osservare le imprese dell’uomo o quella di informarsi sulla sua vita, ma di giudicare la sua ribellione, dato che Dio deve purificare tutti coloro che si presentano dinanzi al Suo trono. Tutti coloro che hanno seguito le orme di Dio fino a oggi sono quelli che sono venuti dinanzi al trono di Dio e, stando così le cose, ogni singola persona che accetta l’ultima parte dell’opera di Dio è oggetto della Sua purificazione. In altre parole, ogni persona che accetta la fase finale dell’opera di Dio è oggetto del Suo giudizio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Cristo compie l’opera di giudizio attraverso la verità”). Ho compreso che negli ultimi giorni, Dio è venuto a compiere l’opera di giudizio per classificare le persone in base alla tipologia e infine terminare la Sua opera di salvezza dell’umanità. Egli porterà coloro che ascoltano le Sue parole, si sottomettono a Lui e Gli sono fedeli nella prossima Età meravigliosa, mentre coloro che non fanno i loro doveri e non hanno una verità realtà cadranno tutti nelle catastrofi e saranno distrutti da Dio. Credere in Dio, fare i propri doveri e perseguire la verità per entrare nella verità realtà sono la cosa più importante e significativa. Avevo avuto la fortuna di sentire la voce di Dio e di accettare il Vangelo del Regno, di avere l’opportunità di perseguire la verità e di ottenere la salvezza. Questa è una grande grazia di Dio. Eppure non l’avevo apprezzata, dedicando tutto il tempo e le energie a perseguire fama e guadagno. Quant’ero stata cieca e ignorante! Prima ero concentrata solo su fama e guadagno e non prendevo sul serio il perseguimento della verità. Di conseguenza, nonostante credessi in Dio da anni, non comprendevo la verità e avevo poca conoscenza della mia indole corrotta. A causa della pandemia, avevo trascorso gli ultimi mesi leggendo le parole di Dio e facendo il mio dovere in casa. Avevo compreso alcune verità e preso coscienza dei vari tipi di indole corrotta dentro di me. I guadagni ottenuti in quel periodo mi hanno fatta sentire molto appagata, e ho deciso di abbandonare gli studi per fare i miei doveri. Ho detto a mia nonna e a mia madre della mia volontà di lasciare l’università. Mia nonna mi ha molto sostenuta. Ma quando mia madre l’ha sentito non smetteva di piangere e mi ha detto: “Non è stato facile per noi sostenere la tua istruzione. Se smetti adesso, cosa diranno tuo padre e tuo nonno? Cosa penseranno i nostri parenti e amici dopo averlo scoperto?” Anche mia sorella ha cercato di dissuadermi dopo averlo saputo, dicendo: “Dopo più di dieci anni di studio durissimo, sei sicura che non ti pentirai di aver abbandonato così?” Sentendo le loro parole, mi sono sentita un po’ scossa. Avevo fatto tanti sacrifici per entrare all’università. Se avessi mollato ora, non sarebbero andati sprecati i miei quattordici anni di intenso studio e gli sforzi dei miei genitori? Inoltre, per loro non era stato facile mantenermi agli studi. Speravano che entrassi in un’università prestigiosa, che trovassi un buon lavoro, che garantissi loro una vita migliore, portando loro orgoglio. Se avessi abbandonato gli studi per fare i miei doveri, avrebbero certo avuto il cuore spezzato e deluso. Che ingratitudine sarebbe stata! Non volevo rattristare i miei genitori, ma non era quella la vita che volevo. Mi sentivo profondamente combattuta e addolorata, così continuavo a pregare Dio: “Oh Dio, sono molto angosciata in questo momento. Ti prego, guidami a comprendere la Tua intenzione e a fare la scelta giusta”.
Più tardi, ho letto un passo delle parole di Dio: “Dio ha creato questo mondo e vi ha introdotto l’uomo, un essere vivente cui ha concesso la vita. Poi l’uomo è arrivato ad avere genitori e parenti, e non è più stato solo. Fin da quando ha posato gli occhi sul mondo materiale, è stato destinato a esistere all’interno dell’ordinamento di Dio. Il Suo alito di vita sostiene ogni singolo essere vivente per tutta la crescita, fino all’età adulta. Durante questo processo, nessuno si accorge che l’uomo cresce sotto la cura di Dio; anzi, si crede che cresca sotto la cura amorevole dei suoi genitori e che sia l’istinto vitale a dettarne la crescita. Questo, perché l’uomo non sa chi gli abbia concesso la vita o da dove essa sia venuta, né tantomeno come l’istinto della vita crei miracoli. Sa soltanto che il cibo è la base su cui la vita continua, che la perseveranza è la sorgente della sua esistenza e che le convinzioni nella sua mente sono il capitale da cui dipende la sua sopravvivenza. Della grazia e della provvista di Dio, l’uomo è totalmente ignaro, perciò spreca la vita da Lui concessagli… Nemmeno uno di questi esseri umani di cui Dio Si prende cura giorno e notte si fa carico di adorarLo. Come da Lui pianificato, Dio continua soltanto a operare sull’uomo, verso il quale non ha alcuna aspettativa. Lo fa nella speranza che, un giorno, l’uomo si svegli dal suo sogno e improvvisamente comprenda il valore e il significato della vita, il prezzo che Dio ha pagato per tutto ciò che gli ha dato, e l’impaziente sollecitudine con cui attende che l’essere umano torni da Lui” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio è la sorgente della vita dell’uomo”). Dalle parole di Dio ho compreso che tutti esistiamo sotto la sovranità e la predestinazione di Dio. In superficie sembra che mi abbiano cresciuto i miei genitori, ma in realtà la mia vita proviene da Dio. È Dio che provvede a me, predisponendo la famiglia in cui sono nata e i miei genitori, soddisfacendo tutti i miei bisogni per la sopravvivenza e guidandomi passo dopo passo fino a dove sono oggi. Crescendo i figli, i genitori non fanno altro che adempiere le loro responsabilità e i loro obblighi: non c’è alcun debito tra loro. Avevo sempre voluto andare all’università e trovare un buon lavoro, in modo che io e i miei genitori potessimo avere una vita migliore e ottenere l’ammirazione della gente. Per questo obiettivo ho lavorato duramente per oltre dieci anni. Tuttavia, quando avevo inseguito fama e guadagno ed ero stata danneggiata e tormentata da Satana, a starmi vicino in quei momenti dolorosi non erano stati i miei genitori, ma Dio. Egli aveva vegliato su di me e mi aveva protetta, confortandomi e guidandomi con le Sue parole. Ha aspettato che invertissi la rotta. Persistendo in quel modo sbagliato, sarei stata troppo in debito con Dio. Egli mi ha continuamente irrigata e ha provveduto a me, conducendomi passo dopo passo al punto in cui mi trovo oggi. Ora, essendoci nella casa di Dio vari compiti che richiedevano la collaborazione tra le persone, dovevo assumermi le mie responsabilità di essere creato e adempiere i miei doveri. Dopo aver compreso queste cose, ho detto a mia madre e a mia sorella: “Ho la mia missione e, che siate d’accordo o no, lascerò gli studi”. Vedendo la mia determinazione, non hanno aggiunto altro.
Dopo di che ho inviato un messaggio al mio tutor per informarlo della decisione di abbandonare l’università. Lui ha cercato di dissuadermi, dicendo: “Pensaci bene. Una volta conseguita la laurea di primo livello, sarà molto più facile trovare lavoro”. Il suo discorso mi ha fatto un po’ vacillare, così ho pregato Dio e ho ricordato le Sue parole: “Svegliatevi, fratelli! Svegliatevi, sorelle! Il Mio giorno non tarderà; il tempo è vita e riappropriarsi del tempo significa avere salva la vita! Il tempo non è lontano! Se non superate l’esame d’ammissione all’università potete studiare e sostenerlo nuovamente quante volte volete. Il Mio giorno, invece, non tollererà ulteriori ritardi. Ricordate! Ricordate! Vi esorto con queste buone parole. La fine del mondo si dispiega davanti ai vostri occhi e enormi disastri si stanno approssimando a gran velocità. Cosa conta di più? La vostra vita o il sonno, il cibo, le bevande e gli abiti? È giunto il momento di soppesare queste cose. Non abbiate più dubbi e non sottraetevi alla certezza!” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 30”). Mi sono risvegliata all’improvviso e mi sono resa conto che il mio livello di istruzione e il tipo di lavoro che avrei svolto erano irrilevanti: tutto sarebbe stato solo temporaneo e avrebbe soddisfatto la mia vanità giusto per un momento, senza apportare alcun beneficio alla mia vita. Ora Dio sta compiendo la fase finale della Sua opera di salvezza e purificazione dell’umanità. È un’opportunità che capita una volta nella vita. Se dovessi perderla, me ne pentirei per sempre. Dovevo cogliere questa occasione per fare il mio dovere e perseguire seriamente la verità. Altrimenti, a prescindere dal prestigio della laurea, dalla qualità del lavoro o dall’ammirazione di amici e parenti, avrei comunque finito per cadere nelle catastrofi. Così ho pregato Dio, chiedendoGli di darmi la fede per poter credere incrollabilmente in Lui e compiere i miei doveri. Dopo aver pregato, ho inviato un messaggio risoluto al mio tutor, dicendo: “Sono determinata a ritirarmi!” Vedendo la mia fermezza, non ha più cercato di dissuadermi e la procedura di interruzione degli studi si è conclusa senza problemi.
Nel momento in cui sono uscita dal cancello dell’ateneo con il mio bagaglio, mi sono sentita come se un grande peso mi fosse stato tolto dal cuore. Ho provato un senso di leggerezza e di gioia che non avevo mai sentito prima. A quel punto, sono andata in chiesa a svolgere i miei doveri e ho avuto più tempo per leggere le parole di Dio e avvicinarmi a Lui. Sperimentando i vari ambienti predisposti da Dio, ho compreso un po’ di verità, ho imparato cosa significa davvero credere in Dio, come perseguire l’ingresso nella vita, come eliminare la mia indole corrotta e così via. Avevo dentro una luce intensa. Sentivo che ogni giorno era appagante e il mio cuore era particolarmente sereno e gioioso. Sono gradualmente scomparse anche alcune mie malattie senza che me ne accorgessi. Quando sono tornata a casa per il nuovo anno, ho visto i miei ex compagni di classe impegnati ogni giorno nello studio, con le varie certificazioni e nella partecipazione a ogni tipo di attività. Perseguivano fama e guadagno come obiettivo della vita, impegnandosi indefessamente per ottenerli, eppure non sapevano nemmeno da dove venivano e dove infine sarebbero andati, o perché vivevano o altro ancora… Vivevano in modo pietoso. Se a quel tempo non avessi abbandonato gli studi, sarei stata una di loro. Sono tanto felice di aver scelto di lasciare l’università e di venire nella casa di Dio per fare i miei doveri: è stata la decisione più giusta che abbia mai preso e non me ne pentirò mai!