Su cosa, esattamente, le persone fanno affidamento per vivere?

Di quale aspetto della verità volete sentir parlare di più oggi? Vi offrirò alcuni argomenti tra cui scegliere e potremo condividere su quello che preferite. Ecco la prima domanda: in che modo conosci te stesso? Qual è il modo per conoscere te stesso? Perché dovresti conoscere te stesso? La seconda domanda è: in base a cosa hanno vissuto le persone in tutti i loro anni di fede in Dio? Hai vissuto in base alla parola di Dio e alla verità, oppure in base a un’indole e a filosofie sataniche? Quale comportamento dimostra che vivi in base alla parola di Dio e alla verità? Se vivi in base a un’indole e a filosofie sataniche, in che modo la tua corruzione si manifesterà e si rivelerà? La terza domanda è: che cos’è un’indole corrotta? Abbiamo già discusso in passato di sei aspetti dell’indole corrotta, quindi parlerò di quali stati costituiscono le manifestazioni specifiche di questi diversi tipi di indole corrotta. Ora sta a voi scegliere. Quale questione comprendete meno, ma volete capire di più e trovate più difficile da afferrare? (Scegliamo la seconda.) Allora condivideremo su questo argomento. Riflettete un momento. In base a cosa hanno vissuto le persone in tutti i loro anni di fede in Dio e che cosa rientra in questo argomento? Il punto principale di questa frase è la parola “cosa”. Che cosa è compreso nell’ambito di questo “cosa”? Che cosa riuscite a capirne? Le cose che ritenete più fondamentali, che dovrebbero essere praticate quando si crede in Dio, le cose che gli esseri umani dovrebbero possedere rientrano nell’ambito di questo “cosa”. Tutte le cose con cui venite a contatto nella vostra vita quotidiana, tutte le cose che la vostra levatura e la vostra abilità di comprensione vi permettono di cogliere, che ritenete positive, che reputate vicine e conformi alla verità, che pensate siano la realtà delle cose positive e che ritenete in linea con le intenzioni di Dio, sono le cose secondo cui avete vissuto seguendo Dio e svolgendo il vostro dovere in questi anni, quindi possiamo enumerarle e condividere su di esse. Quali vi vengono in mente? (Penso che, nel mio credere in Dio, devo semplicemente soffrire, pagare un prezzo e ottenere risultati nel mio dovere al fine di ottenere la salvezza da parte di Dio.) Questa visione è per te qualcosa di positivo. Allora qual è la differenza tra questa visione e quella di Paolo? L’essenza non è forse la stessa? (Sì.) L’essenza è la stessa. L’essenza di questa visione non è solo una fantasia? (Sì.) Nel corso degli anni, hai vissuto in base a questa fantasia e a ciò che consideri giusto. Ti sei inoltre basato su di essa per credere in Dio, per svolgere il tuo dovere e per vivere la vita della chiesa. Questa è una delle situazioni. Per prima cosa, devi verificare se i tuoi pensieri e i tuoi punti di vista sono corretti e se trovano un fondamento nella parola di Dio. Se pensi che siano corretti, che abbiano un fondamento e che quello che fai sia una pratica della verità, ma in realtà ti sbagli, ecco, è di questo che parleremo oggi nella nostra condivisione.

Il modo più semplice per condividere sull’aspetto della verità di su cosa, esattamente, le persone fanno affidamento per vivere è iniziare con un argomento che tutti sono in grado di capire, il caso di Paolo, e poi metterlo in relazione al vostro stato. Perché parlare di Paolo? Quasi tutti conoscono la storia di Paolo. Quali storie o argomenti riguardanti Paolo sono riportati nella Bibbia? Per esempio, quali sono i famosi detti pronunciati da Paolo, o quali sono le sue caratteristiche, la sua personalità e i suoi talenti? DiteMi. (Paolo è stato istruito dal dottore della legge Gamaliele, cosa che costituiva per lui un ottimo requisito, equivalente a una laurea in una prestigiosa università.) In termini moderni, Paolo era uno studente di teologia laureato presso una prestigiosa scuola di teologia. Questo è il primo argomento relativamente rappresentativo di Paolo, per quanto riguarda il suo retroterra, il suo livello di istruzione e il suo prestigio sociale. Quanto al secondo argomento, qual è la frase più celebre di Paolo? (“Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia”, 2 Timoteo 4:7-8.) Era questa la motivazione del suo darsi da fare. In termini moderni, Paolo ha sofferto e pagato un prezzo, ha lavorato e ha predicato il Vangelo, ma la sua motivazione era quella di ottenere una corona. Questo è il secondo argomento. Proseguite pure. (Paolo ha detto: “Per me il vivere è cristo e il morire guadagno”, Filippesi 1:21.) Anche questa è una delle classiche frasi pronunciate da Paolo. Questo è il terzo argomento. Abbiamo appena accennato a tre argomenti. Il primo è che Paolo ha studiato con il dottore della legge Gamaliele, l’equivalente di una laurea in un moderno seminario. Era certamente più preparato in merito alla Bibbia rispetto alla gente comune. Avendo studiato in una scuola del genere, Paolo conosceva l’Antico Testamento. Questa era la sua formazione. In che modo ciò ha influenzato la sua futura predicazione e la sua fornitura alle chiese? Può anche aver costituito un vantaggio, ma ha causato dei danni? (Sì.) La conoscenza teologica è in linea con la verità? (No.) La conoscenza teologica non è nient’altro che roba pretestuosa, teoria vuota. Non è concreta. Qual era il secondo argomento? (Paolo ha detto: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia”.) Paolo ha vissuto secondo queste parole, ha perseguito in base a esse. Potremmo quindi dire che queste parole erano l’intento e lo scopo che Paolo nutriva nel soffrire, nel prezzo che ha pagato? (Sì.) Il suo intento, detto senza mezzi termini, era quello di essere ricompensato, il che significa che ha fatto la sua corsa, ha pagato il suo prezzo e ha combattuto il suo buon combattimento per scambiare queste cose con una corona di giustizia. Questo dimostra che gli anni di perseguimento di Paolo erano finalizzati all’essere ricompensato e all’ottenere una corona di giustizia. Se non fossero stati questi il suo intento e il suo scopo, sarebbe stato in grado di sottoporsi a tali sofferenze e di pagare un tale prezzo? Sarebbe stato in grado di svolgere il lavoro che ha svolto e di pagare il prezzo che ha pagato in virtù delle sue qualità morali, della sua ambizione e dei suoi desideri? (No.) Poniamo il caso in cui il Signore Gesù gli avesse detto in anticipo: “Mentre operavo sulla terra, tu Mi hai perseguitato. Le persone come te vengono punite e maledette. Per quanto tu faccia, non puoi rimediare a questi errori; per quanto tu ti penta, non ti salverò”. Che tipo di atteggiamento avrebbe avuto Paolo? (Avrebbe abbandonato Dio e avrebbe smesso di credere.) Non solo non avrebbe creduto in Dio, ma Lo avrebbe negato, avrebbe negato il fatto che il Signore Gesù era Cristo e anche l’esistenza del Dio in Cielo. Quindi, in base a cosa viveva Paolo? Non amava Dio con sincerità e non era una persona che Gli si sottometteva, quindi perché è riuscito a persistere attraverso così tante tribolazioni nella sua predicazione del Vangelo? È legittimo affermare che il suo sostegno principale era il desiderio di benedizioni; era questo che gli dava la forza. Inoltre, quando in precedenza aveva visto la grande luce di Dio sulla via di Damasco, era stato accecato. Era caduto a terra prostrato e tremante. Aveva percepito la grandezza e la possenza di Dio e temeva che Dio lo colpisse; è per questo che non ha osato rifiutare l’incarico che Dio gli ha assegnato. Doveva continuare a predicare il Vangelo, per quanto grandi fossero le avversità. Non si sarebbe arrischiato a battere la fiacca. Questa è una parte della questione. La parte più importante, però, era il suo smodato desiderio di essere benedetto. Avrebbe fatto ciò che ha fatto in assenza del desiderio di essere benedetto, di quel barlume di speranza? Certamente no. Il terzo argomento è che Paolo ha testimoniato che per lui il vivere era cristo. Prendiamo innanzitutto in esame il lavoro svolto da Paolo. Egli possedeva una vasta conoscenza religiosa; aveva un certo grado di notorietà e un’istruzione alquanto elevata. Si può affermare che era più colto della gente comune. Quindi, su cosa si basava per svolgere il suo lavoro? (Sui suoi doni e talenti e sulla sua conoscenza della Bibbia.) In apparenza, sapeva diffondere il Vangelo e testimoniare il Signore Gesù, ma testimoniava solo il nome del Signore Gesù; non testimoniava veramente che il Signore Gesù era Dio manifesto e all’opera, che il Signore Gesù era Dio Stesso. E dunque, chi è che Paolo testimoniava, in realtà? (Testimoniava sé stesso. Paolo ha detto: “Per me il vivere è cristo e il morire guadagno”.) Cosa implicano queste sue parole? Il Signore Gesù non era Cristo, il Signore, Dio, ma lui, Paolo, lo era. Paolo era capace di andare in giro a predicare in questo modo per via delle sue intenzioni e delle sue ambizioni. Qual era la sua ambizione? Convincere tutti, coloro a cui predicava o che sentivano parlare di lui, che egli viveva come cristo e come dio. Questo è un aspetto: egli viveva secondo i suoi desideri. Inoltre, il lavoro di Paolo si basava sulla sua conoscenza biblica. Tutto quanto predicava e diceva dimostrava la sua conoscenza della Bibbia. Egli non parlava dell’opera e dell’illuminazione dello Spirito Santo né delle verità realtà. Questi argomenti non si trovano da nessuna parte nelle sue lettere e certamente egli non possedeva questo tipo di esperienza. Mai, nel suo lavoro, Paolo ha testimoniato le parole pronunciate dal Signore Gesù. Prendiamo per esempio l’insegnamento del Signore Gesù su come le persone dovrebbero praticare la confessione e il pentimento, o le molte parole di insegnamento che il Signore Gesù ha rivolto alle persone: Paolo non le ha mai predicate. Il lavoro svolto da Paolo non ha mai avuto nulla a che fare con le parole del Signore Gesù, e tutto ciò egli che predicava era frutto delle teorie e delle conoscenze teologiche che aveva appreso. In che cosa consistono queste teorie e queste conoscenze teologiche? In nozioni, fantasie, filosofie e deduzioni umane, nonché in esperienze e lezioni che la gente sintetizzava e così via. In breve, tutto ciò deriva dal pensiero umano e riflette i pensieri e i punti di vista umani; niente di tutto ciò è la verità, e tanto meno è in linea con la verità. È interamente in contrasto con la verità.

Dopo aver ascoltato l’esempio di Paolo, paragonatevi a lui. Riguardo all’argomento di cui stiamo parlando oggi, “In base a cosa hanno vissuto le persone in tutti i loro anni di fede in Dio”, vi ricorda forse di alcuni dei vostri stati e comportamenti? (Mi fa venire in mente il fatto che credo che se non avrò mai una famiglia, non tradirò mai l’incarico ricevuto da Dio e non esprimerò rimostranze nei confronti di Dio quando dovrò affrontare grandi prove, alla fine Dio non mi lascerà morire.) Questo è vivere di illusioni, cosa che si avvicina in qualche modo al tema della condivisione di oggi e riguarda uno stato reale. È un’opinione sul perseguimento concreto nella vita reale. Altro? (Questa è la mia opinione: sento che, se nella mia fede seguo Dio fino alla fine, sono destinato a essere benedetto e a ottenere un esito e una destinazione meravigliosa.) Molte persone la pensano così, non è vero? È un punto di vista su cui tutti possono in qualche modo essere d’accordo. Qualcuno ha un’opinione diversa? Sentiamola. Vi faccio notare una cosa: alcuni credono in Dio da molti anni e, basandosi sulle loro esperienze personali, sulle loro fantasie, oppure su qualche tipo di esperienza e su alcuni esempi che hanno ricavato dalla lettura di libri spirituali, condensano alcuni approcci relativi alla pratica, come per esempio il modo in cui i credenti in Dio dovrebbero agire per diventare spirituali, il modo in cui dovrebbero agire per praticare la verità, e così via. Pensano che ciò che fanno sia praticare la verità e, così facendo, ritengono di soddisfare le intenzioni di Dio. Per esempio, quando qualcuno è malato la questione richiede la ricerca delle intenzioni di Dio e della verità. Questa è una delle cose più basilari che i credenti in Dio dovrebbero sapere. Ma in che modo praticano? Dicono: “Questa malattia è stata orchestrata da Dio e io devo vivere in base alla fede, quindi non assumerò farmaci, non farò iniezioni e non andrò in ospedale. Cosa te ne pare della mia fede? È forte, non è vero?” Una persona di questo tipo ha fede? (Sì.) Concordate con questa visione delle cose, e questo è il modo in cui praticate anche voi. Pensate che, quando siete malati, non fare iniezioni, non assumere farmaci o non andare dal medico equivalga a praticare la verità al fine di soddisfare le intenzioni di Dio. Ebbene, su quali basi affermate che questo è praticare la verità? È corretto praticare in questo modo? In base a cosa lo fate? Ne avete ottenuta conferma? Non ne siete certi. Dal momento che non sapete se tale pratica è in linea con la verità oppure no, perché insistete a praticare in questo modo? Se sei malato, tu continui semplicemente a pregare Dio, non fai iniezioni, non assumi farmaci, non vai dal medico, e ti limiti ad affidarti a Dio e a pregarLo interiormente, chiedendoGli di liberarti dalla malattia oppure mettendoti alla Sua mercé: è corretto praticare in questo modo? (No.) Solo ora lo ritenete sbagliato, oppure ve ne eravate già resi conto? (In passato, quando mi ammalavo, avevo l’impressione che andare dal medico o assumere farmaci fossero metodi esteriori e che denotassero mancanza di fede, quindi mi affidavo alla preghiera o ad altri metodi per gestire la questione.) Questo implica che, se Dio ti fa ammalare e tu ti curi, allora stai tradendo Dio e non ti stai sottomettendo alle Sue disposizioni nei tuoi confronti? (Era così che la vedevo.) Allora, pensi che questa visione delle cose sia giusta o sbagliata? Oppure sei ancora confuso e non sai se sia giusta o sbagliata, e pensi che, dopo tutto, è così che hai sempre agito, e nessun altro ha detto che è sbagliato, e non ti senti in colpa per questo, quindi continui a praticare in questo modo? (Ho sempre praticato in questo modo e non ho provato nulla di particolare.) Allora nutrite un po’ di confusione riguardo a questo modo di agire? Lasciando da parte il fatto che abbiate ragione o torto, possiamo comunque essere certi almeno di una cosa: praticare in questo modo non è in linea con la verità. Perché, se fosse stato in linea con la verità, avreste almeno saputo quale verità principio stavate seguendo e in quale ambito tale pratica rientrava. Invece, considerando la questione ora, vediamo che le persone agiscono in questo modo in base alle loro fantasie. È un vincolo che pongono a sé stesse. Inoltre, richiedono a sé stesse di soddisfare questo standard in base alle loro fantasie, pensando di doversi comportare così quando sono malate, senza sapere esattamente cosa Dio richieda o intenda. Si limitano ad agire secondo un metodo che sono loro stessi a immaginare e a determinare, senza sapere quale risultato otterranno agendo in questo modo. In base a cosa vivono le persone quando si trovano in questo stato? (Alle loro fantasie.) Queste fantasie contengono una nozione? Qual è la nozione che costoro nutrono? (Che praticando in questo modo possono guadagnarsi l’approvazione di Dio.) Questa è una nozione. È questa la corretta comprensione della questione? (No.) Qui vi sono una definizione e un risultato: quando vivete in base a queste nozioni e a queste fantasie, non state praticando la verità.

A questo punto, avrete riflettuto un bel po’ sull’argomento “Su cosa, esattamente, le persone fanno affidamento per vivere” e saprete più o meno su cosa condivideremo al riguardo. Parliamo quindi di alcuni tipi di stati. Ascoltate attentamente e, mentre lo fate, riflettete. Qual è lo scopo di questa riflessione? Confrontare gli stati di cui parlo con i vostri, capirli e sapere che avete questo tipo di stati e di problemi, e poi ricercare la verità per risolverli, sforzandovi di vivere in base alla verità invece che a diverse cose completamente scollegate da essa. “Su cosa, esattamente, le persone fanno affidamento per vivere” è un argomento che coinvolge molti aspetti, quindi cominciamo con i doni. Alcuni sanno parlare in modo chiaro ed eloquente. Parlano e interagiscono con gli altri con facondia e linguaggio forbito e sono particolarmente rapidi nel pensare. Sanno esattamente cosa dire in ogni situazione. Anche nella casa di Dio svolgono i loro doveri servendosi del loro linguaggio forbito e del loro ingegno acuto. Le loro parole false e dolci trasformano i problemi ordinari in situazioni non problematiche. Costoro sono apparentemente capaci di risolvere molti problemi. Con le loro menti brillanti, unite alla loro esperienza nella società e alla loro conoscenza, riescono a capire cosa succede in qualsiasi cosa ordinaria accada loro; bastano loro poche parole per risolvere il problema. Gli altri li ammirano, pensando: “Loro riescono ad affrontare le cose con tale facilità. Perché io no?” Costoro si sentono inoltre molto soddisfatti di sé stessi e pensano: “Guarda, Dio mi ha donato quest’eloquenza e questa facondia, quest’intelligenza, questa conoscenza e questa capacità di reagire rapidamente, quindi non c’è nulla che io non possa gestire!” Ed è qui che sorge il problema. Una persona eloquente e arguta può anche utilizzare i suoi talenti e le sue capacità per svolgere alcuni doveri e, svolgendoli, risolvere alcuni problemi o fare alcune cose per la casa di Dio; tuttavia, se si esamina in dettaglio tutto ciò che fa, non si può che rimanere con degli interrogativi sul fatto che tutto ciò che fa sia o meno in linea con la verità, che sia in linea con le verità principi e che soddisfi le intenzioni di Dio. Spesso costoro non comprendono la verità né come agire in linea con essa, eppure svolgono lo stesso i loro doveri. Ma, a prescindere da quanto bene li svolgano, su cosa fanno affidamento? Qual è il punto di origine del loro svolgimento dei doveri? Il loro pensiero, la loro conoscenza e la loro eloquenza. C’è qualcuno tra di voi che è fatto così? (Sì.) Chi vive in base alla sua mente, al suo elevato quoziente intellettivo o alla sua eloquenza, sa se ciò che fa è in linea con le verità principi? (No.) Avete dei principi quando agite? O, per dirla in un altro modo, agite in base a filosofie sataniche, al vostro intelletto, alla vostra intelligenza e alla vostra saggezza, oppure lo fate in base alle parole di Dio e alle verità principi? Se agite sempre in base a filosofie sataniche, alle vostre preferenze e alle vostre idee, allora non vi sono principi nelle vostre azioni. Se invece siete in grado di ricercare la verità e di agire in base alle parole di Dio, alle verità principi, questo è agire con dei principi. C’è qualcosa nel vostro attuale modo di parlare e di agire che va contro la verità? Andate contro i principi? Quando lo fate, ve ne rendete conto? (A volte.) Cosa fate in quelle occasioni? (Preghiamo Dio, rafforziamo la nostra determinazione a pentirci e giuriamo a Dio che non ci comporteremo mai più in quel modo.) E la volta successiva che vi succede qualcosa di simile, vi comportate di nuovo in quel modo e di nuovo rafforzate la vostra determinazione? (Sì.) Ogni volta che vi succede qualcosa, tornate sempre a rafforzare la vostra volontà; ebbene, una volta che avete rafforzato la vostra volontà, mettete realmente in pratica la verità? Agite realmente secondo i principi? Avete chiarezza in merito a ciò? Molte persone non ricercano la verità quando accade loro qualcosa, e vivono invece secondo i loro meschini espedienti, secondo i loro doni. Essere intelligenti e saper parlare bene costituiscono l’unico tipo di dono che esiste? In che altro modo si manifesta il vivere in base ai doni? Per esempio, alcuni amano molto il canto e riescono a ricantare un’intera canzone dopo averla ascoltata due o tre volte. Svolgono di conseguenza un dovere in questo ambito e pensano che tale dovere sia stato affidato loro da Dio. Questa impressione è corretta e accurata. Nel corso degli anni imparano molti inni, e più cantano, più migliorano. Tuttavia, c’è un problema di cui non sono consapevoli. Quale? Diventano dei cantanti via via migliori e considerano questo dono come la loro vita. Ciò non è forse sbagliato? Vivono ogni giorno in base al loro dono e, cantando inni ogni giorno, credono di aver guadagnato la vita, ma questa non è solo un’illusione? Anche se il canto ti emoziona e gli altri ne godono e ne beneficiano, questo può forse dimostrare che hai guadagnato la vita? È difficile dirlo. Dipende da quanto comprendi la verità, dal fatto che tu sia in grado di praticarla oppure no, che tu agisca e svolga i tuoi doveri con dei principi oppure no e che possieda o meno una vera testimonianza esperienziale. Solo da questi aspetti si può giudicare se le persone possiedono le verità realtà. Se possiedono le verità realtà, allora sono persone che possiedono la vita, soprattutto coloro che sanno temere Dio ed evitare il male, nonché coloro che sono davvero capaci di amare Dio e di sottomettersi a Lui. Una persona che possiede doni e talenti e ottiene anche buoni risultati nel suo dovere, ma che non persegue la verità e vive solo in base ai suoi doni, mette in mostra le sue qualità e non si obbedisce mai a nessuno, può forse possedere la vita? La chiave per stabilire se qualcuno possiede la vita o meno è il fatto che possieda le verità realtà oppure no. Come può una persona in possesso di talenti e doni acquisire la verità? Come può vivere senza fare affidamento sui suoi doni? Come può evitare di vivere in questo modo? Dovrebbe ricercare la verità. In primo luogo, dovrebbe conoscere chiaramente la differenza tra ciò che sono i doni e ciò che è la vita. Quando qualcuno ha un dono o un talento, significa che è intrinsecamente più bravo in qualcosa o che eccelle in qualche modo rispetto agli altri. Per esempio, potresti reagire un po’ più rapidamente degli altri, capire le cose un po’ prima di loro, padroneggiare certe abilità professionali o essere un oratore eloquente, e così via. Questi sono doni e talenti che una persona può possedere. Se hai determinati talenti e punti di forza, il modo in cui li comprendi e li gestisci è molto importante. Se pensi di essere insostituibile perché nessun altro ha i tuoi talenti e i tuoi doni, e di star praticando la verità se usi i tuoi doni e i tuoi talenti per svolgere il tuo dovere, questa visione è giusta o sbagliata? (È sbagliata.) Perché dici che è sbagliata? Cosa sono esattamente i doni e i talenti? In che modo dovresti comprenderli, usarli e trattarli? Di fatto, qualunque dono o talento tu abbia, esso non significa che possiedi la verità e la vita. Se le persone hanno determinati doni e talenti, è appropriato che svolgano un dovere in cui farne uso, ma ciò non significa necessariamente che stiano praticando la verità, né che stiano agendo secondo i principi. Per esempio, se sei nato con il dono del canto, la tua capacità di cantare rappresenta forse la pratica della verità? Significa forse che canti secondo i principi? Non è così. Supponiamo, per esempio, che tu abbia un talento naturale per le parole e sia bravo a scrivere. Se non comprendi la verità, la tua scrittura può forse essere in linea con la verità? Significa necessariamente che possiedi una testimonianza esperienziale? (No.) Quindi, i doni e i talenti sono una cosa diversa dalla verità e non possono essere paragonati a essa. Qualsiasi dono tu possieda, se non persegui la verità non svolgerai bene il tuo dovere. Alcune persone ostentano spesso i loro doni e in genere si sentono migliori degli altri, quindi guardano gli altri dall’alto in basso e nello svolgimento dei propri doveri non sono disposte a collaborare con gli altri. Vogliono sempre essere al comando, con il risultato che nello svolgimento dei loro doveri violano spesso i principi, e inoltre la loro produttività lavorativa è molto scarsa. I doni che possiedono le hanno rese arroganti e presuntuose, le hanno portate a guardare gli altri dall’alto in basso, a sentirsi sempre migliori degli altri e a pensare che nessuno sia bravo quanto loro, cosa che le induce a compiacersi di sé stesse. Queste persone non sono forse state rovinate dai loro doni? Certo. Le persone che possiedono doni e talenti tendono moltissimo all’arroganza e alla presunzione. Se non perseguono la verità e vivono sempre in base ai loro doni, corrono un grave pericolo. Qualunque dovere svolgano nella casa di Dio, qualunque tipo di talento possiedano, se non perseguono la verità non riusciranno certamente a compiere bene il loro dovere. Quali che siano i loro doni e i loro talenti, dovrebbero svolgere bene quel tipo di dovere. Se sono anche in grado di comprendere la verità e di agire secondo i principi, i loro doni e i loro talenti verranno messi a frutto nello svolgimento di quel dovere. Coloro che non accettano la verità, non ricercano le verità principi e si limitano ad agire facendo affidamento sui loro doni, non otterranno alcun risultato nell’assolvimento dei loro doveri e rischieranno di essere eliminati. Ecco un esempio: alcuni hanno talento nella scrittura ma non comprendono la verità, e non vi è un briciolo di verità realtà nelle cose che scrivono. Come può questo essere edificante per gli altri? L’effetto è minore rispetto a quello di una persona non istruita, ma dotata di comprensione della verità, che parla della sua testimonianza. Molti vivono dei loro doni e si ritengono figure utili all’interno della casa di Dio. Ma diteMi: se non riescono mai a perseguire la verità, sono lo stesso di un qualche valore? Se qualcuno possiede doni e talenti ma è sprovvisto delle verità principi, può svolgere bene un dovere? Chi capisce fino in fondo tale questione e ne coglie il senso, saprà come vanno trattati i doni e i talenti. Che cosa dovresti fare se il tuo è uno stato in cui ti vanti sempre dei tuoi doni, credi di possedere la verità realtà e di essere migliore degli altri mentre in cuor tuo li guardi dall’alto in basso? Devi ricercare la verità; devi capire a fondo l’essenza del vantarsi dei propri doni. Vantarsi dei propri doni non è forse il massimo della stoltezza e dell’ignoranza? Se qualcuno è dotato di eloquenza, significa che possiede la verità realtà? Possedere dei doni significa forse possedere la verità e la vita? Chi fa sfoggio dei suoi doni, pur non possedendo alcuna realtà, non è forse spudorato? Se capisse a fondo queste cose, non si vanterebbe. Ecco un’altra domanda: qual è la più grande sfida che queste persone ricche di doni e talenti affrontano? Avete esperienza di questo o vi avete assistito personalmente? (La loro sfida più grande è che pensano sempre di essere migliori degli altri, di essere brave in tutto. Sono così arroganti e presuntuose; guardano tutti dall’alto in basso. Per persone come loro non è facile accettare e mettere in pratica la verità.) Questo è un aspetto. Cos’altro? (Trovano difficile abbandonare i loro doni e i loro talenti. Pensano sempre di poterli utilizzare per risolvere molti problemi. Semplicemente non sanno valutare le cose in base alla verità.) (Coloro che posseggono dei doni pensano sempre di poter gestire le cose da soli; perciò, quando accade loro qualcosa, hanno difficoltà a fare affidamento su Dio e non sono disposti a ricercare la verità.) Quelli che state menzionando sono dati di fatto, nient’altro che dati di fatto. Coloro che posseggono doni e talenti pensano di essere molto intelligenti, di comprendere ogni cosa, ma non sanno che doni e talenti non rappresentano la verità, che tali cose non hanno alcuna correlazione con la verità. Quando le persone agiscono facendo affidamento sui loro doni e sulle loro fantasie, i loro pensieri e le loro opinioni vanno spesso contro la verità, ma loro non se ne rendono conto e pensano comunque: “Visto come sono intelligente? Ho fatto scelte così intelligenti, ho preso decisioni così sagge! Nessuno di voi può eguagliarmi”. Vivono costantemente in uno stato di narcisismo e apprezzamento di sé. Per loro è difficile placare il proprio cuore e riflettere su ciò che Dio chiede loro, su cosa sia la verità e cosa siano le verità principi. Per loro è difficile capire la verità, e anche se assolvono dei doveri non sono in grado di praticare la verità, quindi è anche molto difficile per loro entrare nella verità realtà. In breve: se una persona non è in grado di perseguire e di accettare la verità, allora, a prescindere dai doni o dai talenti che possiede, non sarà in grado di svolgere bene il proprio dovere: questo è fuori da ogni dubbio.

I doni e i talenti possono essere considerati alla stessa stregua. Quali talenti esistono? Alcune persone sono particolarmente abili in un certo tipo di tecnologia. Per esempio ad alcuni uomini piace armeggiare con i dispositivi, e ci sono persone piuttosto esperte di elettronica che si trovano nel loro elemento quando si tratta di usare i codici interni del computer o dei programmi di software: riescono a padroneggiare queste cose e a memorizzarle molto velocemente, ovvero la loro capacità di comprendere e mandare a memoria queste cose è straordinaria. Questo è un talento. Alcune persone sono brave nell’apprendimento delle lingue. Indipendentemente dalla lingua che imparano, apprendono molto velocemente e la loro memoria supera quella delle persone comuni. Alcuni sono bravi nel canto, nella danza o nell’arte, alcuni nel trucco e nella recitazione, altri possono fare i registi, e così via. Indipendentemente dal tipo di talento, purché qualcuno si impegni in un tipo di lavoro, ciò riguarda l’argomento “Su cosa, esattamente, le persone fanno affidamento per vivere”. Perché dobbiamo analizzare i doni e i talenti umani? Perché le persone godono del vivere dei loro doni e talenti e li considerano come capitale, come fonte del loro sostentamento, come vita e come valore, obiettivo da perseguire e significato delle loro vite. Le persone trovano naturale affidarsi a queste cose per vivere e le considerano come una parte indispensabile della vita umana. Oggi quasi tutti vivono dei loro doni e talenti. Di quali doni vive ciascuno di voi? (Penso di avere il dono dell’oratoria, quindi diffondo il Vangelo grazie a esso: quando parlo con qualcuno che sta indagando la vera via, riesco ad avvicinarlo e lui vuole sentire ciò che dico.) Dunque, è un bene o un male che tu abbia questo dono? (Ora che ho ascoltato la condivisione di Dio, penso che questo dono sarebbe d’ostacolo nella mia ricerca delle verità principi.) Stai dicendo che non è bene avere il dono dell’oratoria e che non vorrai più usarlo, è così? (No.) Cosa stai dicendo, allora? Ora dovete capire qual è il fulcro della discussione di oggi, quale dei vostri problemi essa risolverà, cosa c’è di sbagliato nel vivere di questi doni e cosa c’è di giusto. Dovete avere chiare queste cose. Se non le capite e alla fine, dopo tanto parlare, vi pare che le cose giuste siano sbagliate, che le cose sbagliate siano anch’esse sbagliate e che tutto ciò che fate sia sbagliato, potete risolvere il problema di vivere dei vostri doni? (No. Affidandomi, nel diffondere il Vangelo, al mio dono dell’oratoria, penso che la mia intenzione non sia di svolgere bene il mio dovere per soddisfare Dio ma invece di mettermi in mostra, ammirarmi e sentirmi bene con me stesso.) Hai appena espresso il motivo per cui vivere dei tuoi doni è sbagliato. Pensi che questo dono sia il tuo capitale, una realizzazione del tuo valore personale, e che questi pensieri e questo punto di partenza sono sbagliati. Come puoi risolvere questo problema? (Devo rendermi conto che il mio dono è solo uno strumento per svolgere il mio dovere. Lo scopo di usare il mio dono è quello di svolgere bene il mio dovere e portare a termine l’incarico avuto da Dio.) Dopo aver iniziato a pensare in questo modo, sarai improvvisamente in grado di praticare la verità? (No.) Allora come puoi arrivare a praticare la verità e a non vivere di questi doni? Se, mentre stai svolgendo il tuo dovere, usi i tuoi doni per mettere in mostra le tue abilità e capacità personali, allora stai vivendo dei tuoi doni. Se invece usi i tuoi doni e le tue conoscenze per svolgere bene il tuo dovere e mostrare la tua lealtà e poi sei in grado di soddisfare le intenzioni di Dio e raggiungere i risultati che Egli richiede, e se rifletti su come parlare e su cosa dire in modo da poter testimoniare meglio Dio e ottieni migliori risultati nell’aiutare le persone a comprendere e avere chiara quale opera Dio sta compiendo e infine le aiuti ad accettare l’opera di Dio, allora stai praticando la verità. C’è una differenza qui? (Sì.) Vi siete mai lasciati trasportare mentre ostentavate i vostri doni, talenti o abilità, dimenticando che stavate svolgendo il vostro dovere, e invece vi siete vantati davanti agli altri, proprio come dei non credenti? Vi è mai capitato? (Sì.) Quindi, in queste situazioni, qual è lo stato interiore di un individuo? È uno stato di autoindulgenza in cui egli è privo di un cuore che teme Dio, di porsi dei freni o di senso di colpa, in cui non ha obiettivi né principi nella sua mente quando fa le cose e in cui ha già perso la dignità e la decenza di base che un cristiano dovrebbe avere. In cosa si trasforma questo? Nel fatto che costui mette in mostra le sue abilità e vende la sua personalità. Nel corso dello svolgimento del tuo dovere, ti trovi spesso in stati in cui ti preoccupi solo di sfoggiare i tuoi talenti e doni e in cui non ricerchi la verità? Quando sei in uno stato del genere, riesci a rendertene conto da solo? Riesci a invertire la rotta? Se riesci a rendertene conto e a invertire la rotta, allora sarai in grado di praticare la verità. Se invece sei sempre così e ti trovi ripetutamente in questo stato, per un lungo periodo di tempo, allora sei qualcuno che vive interamente dei suoi doni e che non pratica affatto la verità. Da dove pensate che provenga il vostro porvi dei freni? Da cosa è determinato il suo potere? È determinato da quanto tu ami la verità e da quanto odi il male o le cose negative. Quando avrai compreso la verità non vorrai compiere il male, e non vorrai compierlo nemmeno quando odi le cose negative; è così che nasce un senso del porsi dei freni. È impossibile che le persone che non amano la verità odino le cose cattive. Ecco perché non hanno senso del porsi dei freni e, senza quello, sono inclini a cedere alla dissolutezza senza porsi alcun freno. Sono arbitrarie e sconsiderate e non si preoccupano minimamente di quanto male facciano.

C’è un altro stato sperimentato da coloro che vivono facendo affidamento sui loro doni. Qualsiasi talento, dono o abilità le persone possiedano, se si limitano a fare le cose adoperandosi, se non hanno mai ricercato la verità né tentato di comprendere le intenzioni di Dio, come se nelle loro menti il concetto di praticare la verità non esistesse e se la loro unica spinta fosse quella a portare a termine il lavoro e a eseguire l’incarico, questo non è forse vivere completamente in base ai loro doni e talenti e alle loro capacità e abilità? Nella loro fede in Dio, vogliono soltanto adoperarsi al fine di poter ottenere benedizioni e dare i propri doni e le proprie abilità in cambio delle benedizioni di Dio. Questo è lo stato in cui si trova la maggior parte delle persone. Quasi tutti nutrono questa prospettiva, specialmente quando la casa di Dio assegna loro qualche tipo di lavoro di routine; si limitano ad adoperarsi. In altre parole, vogliono fare affidamento sull’adoperarsi per raggiungere i loro obiettivi. A volte lo fanno parlando o dando un’occhiata a qualcosa, altre volte svolgendo del lavoro manuale o correndo di qua e di là. Sono convinte, così facendo, di aver fornito un grande contributo. Ecco cosa significa vivere facendo affidamento sui propri doni. Perché diciamo che vivere in base ai tuoi doni e ai tuoi talenti significa adoperarsi piuttosto che svolgere il tuo dovere, e tanto meno mettere in pratica la verità? C’è una differenza. Per esempio, supponiamo che la casa di Dio ti assegni un compito e che tu, dopo averlo assunto, pensi a come portarlo a termine il più presto possibile, in modo da poterlo riferire al tuo leader e riceverne la lode. Potresti addirittura avere un atteggiamento piuttosto coscienzioso e stabilire un progetto fase per fase, ma ti concentri solo sul portare a termine il compito e sull’eseguirlo perché gli altri possano vederlo. Oppure potresti svolgere il compito dandoti uno standard, pensando a come eseguirlo in un modo che ti accontenti e ti renda felice e che soddisfi lo standard di perfezione che cerchi. A prescindere da come tu stabilisca gli standard, se ciò che fai non ha alcuna correlazione con la verità, se non lo fai dopo averla ricercata e dopo essere giunto a comprendere e a confermare i requisiti posti da Dio e lo fai invece alla cieca e con la mente confusa, questo significa adoperarsi. Questo è fare le cose affidandoti alla tua mente, ai tuoi doni, alle tue abilità e alle tue capacità, nutrendo intanto una mentalità di pie illusioni. A quale risultato conduce fare le cose in questo modo? Magari porti a termine il compito e nessuno evidenzia alcun problema. Sei alquanto soddisfatto ma, svolgendo questo compito, tanto per cominciare, non hai compreso le intenzioni di Dio. In secondo luogo non l’hai svolto con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza; il tuo cuore non ha ricercato la verità. Se avessi ricercato le verità principi e l’intenzione di Dio, allora avresti eseguito il compito all’altezza degli standard. Saresti inoltre stato in grado di entrare nelle verità realtà e di comprendere accuratamente che ciò che avevi fatto era in linea con le intenzioni di Dio. Se invece non ci metti il cuore e svolgi il compito in modo confuso, anche se il lavoro viene portato a termine e il compito eseguito, in cuor tuo non saprai quanto bene l’hai svolto, non avrai alcuno standard e non saprai se hai svolto il compito in linea con le intenzioni di Dio o con la verità. In tal caso, non stai svolgendo il tuo dovere: stai offrendo manodopera.

Ogni credente in Dio dovrebbe comprenderNe le intenzioni. Solo coloro che svolgono bene i loro doveri sono in grado di soddisfare Dio, e solo portando a termine l’incarico ricevuto da Dio l’assolvimento del proprio dovere può essere soddisfacente. C’è uno standard per l’adempimento dell’incarico ricevuto da Dio. Il Signore Gesù ha detto: “Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua e con tutta la forza tua”. “Amare Dio” è uno degli aspetti di ciò che Dio richiede alle persone. In cosa dovrebbe manifestarsi questo requisito? Nel fatto che devi portare a termine l’incarico ricevuto da Dio. In termini concreti, significa svolgere bene il tuo dovere in quanto essere umano. Quindi, qual è lo standard per svolgere bene il tuo dovere? È il requisito posto da Dio che tu svolga bene il tuo dovere di essere creato con tutto il tuo cuore, tutta la tua anima, tutta la tua mente e tutta la tua forza. Questo dovrebbe essere facile da capire. Al fine di soddisfare questo requisito posto da Dio, principalmente devi mettere il cuore nel tuo dovere. Se riesci a metterci il cuore, allora ti risulterà facile agire con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Se svolgi il tuo dovere affidandoti semplicemente alle fantasie della tua mente e ai tuoi doni, puoi forse soddisfare i requisiti posti da Dio? Assolutamente no. Quindi, qual è lo standard da soddisfare per adempiere l’incarico ricevuto da Dio e svolgere lealmente e bene il tuo dovere? È svolgerlo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Se tenti di svolgere bene il tuo dovere senza un cuore che ama Dio, non funzionerà. Se il tuo cuore che ama Dio diventa sempre più forte e autentico, allora sarai naturalmente in grado di svolgere bene il tuo dovere con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente e con tutta la forza. “Tutto il tuo cuore, tutta la tua anima, tutta la tua mente, tutta la tua forza”: l’ultima cosa menzionata è “tutta la tua forza”; “tutto il tuo cuore” è la prima. Se non stai svolgendo il tuo dovere con tutto il cuore, come potresti farlo con tutta la forza? Ecco perché limitandoti a tentare di svolgere il tuo dovere con tutta la tua forza non puoi ottenere alcun risultato, e nemmeno essere all’altezza dei principi. Qual è la cosa più importante che Dio chiede? (Con tutto il cuore.) Qualunque dovere o incarico Dio ti affidi, se ti limiti ad adoperarti, a correre di qua e di là e a darti da fare, puoi essere conforme alle verità principi? Puoi agire in accordo con le intenzioni di Dio? (No.) Allora in che modo potete essere conformi alle intenzioni di Dio? (Con tutto il nostro cuore.) Le parole “con tutto il nostro cuore” sono facili da pronunciare e le persone le dicono spesso, quindi in che modo puoi svolgere il tuo dovere con tutto il tuo cuore? Alcuni dicono: “È quando fai le cose con un po’ più di impegno e sincerità, pensi di più, non permetti a nient’altro di occuparti la mente e ti concentri solo su come eseguire il compito che ti è stato assegnato, non è così?” È così semplice? (No.) Parliamo dunque di alcuni principi fondamentali di pratica. In base ai principi che di solito praticate o osservate, cosa dovreste fare innanzitutto per agire con tutto il vostro cuore? Dovete usare tutta la vostra mente, utilizzare la vostra energia e mettere il cuore nel fare le cose, e non essere superficiali. Se qualcuno non è in grado di fare le cose con tutto il cuore allora lo ha perso, il che è come perdere l’anima. Mentre parla vagherà con il pensiero, non metterà mai il cuore nel fare le cose e sarà distratto in qualsiasi cosa faccia. Di conseguenza, non sarà in grado di gestire bene le cose. Se non svolgi il tuo dovere con tutto il cuore e non ci metti tutto il cuore, lo svolgerai male. Se anche svolgi il tuo dovere per diversi anni, non sarai in grado di farlo in maniera adeguata. Non puoi fare nulla bene se non ci metti il cuore. Alcuni non sono lavoratori diligenti, sono sempre instabili e umorali, puntano troppo in alto e non sanno dove hanno lasciato il cuore. Tali persone hanno forse un cuore? In che modo potete stabilire se una persona ha un cuore o meno? Se un credente in Dio non legge quasi mai le Sue parole, ha forse un cuore? Se, qualunque cosa accada, non prega mai Dio, ha un cuore? Se, qualunque difficoltà affronti, non ricerca mai la verità, ha un cuore? Alcune persone svolgono i loro doveri per molti anni senza ottenere risultati evidenti: hanno un cuore? (No.) Coloro che non hanno un cuore possono forse svolgere bene i loro doveri? In che modo le persone possono svolgere i loro doveri con tutto il cuore? Prima di tutto, dovreste pensare alla responsabilità. “Questa è una mia responsabilità, devo assumermela. Non posso scappare ora che c’è più bisogno di me. Devo svolgere bene il mio dovere e renderne conto a Dio”. Questo significa che possiedi una base teorica. Ma possedere semplicemente la base teorica significa forse che stai svolgendo il tuo dovere con tutto il cuore? (No.) Sei ancora lontano dal soddisfare il requisito posto da Dio di entrare nella verità realtà e di svolgere il tuo dovere con tutto il cuore. Quindi, cosa significa svolgere il tuo dovere con tutto il cuore? In che modo le persone possono giungere a svolgere i loro doveri con tutto il cuore? Prima di tutto, devi pensare: “Per chi sto svolgendo questo dovere? Lo sto facendo per Dio, per la chiesa o per qualche persona?” Questo va appurato con chiarezza. Inoltre: “Chi mi ha affidato questo dovere? È stato Dio, qualche leader o una chiesa?” Anche questo va chiarito. Può sembrare un nonnulla, ma per risolvere la questione occorre comunque ricercare la verità. DiteMi, è stato qualche leader o lavoratore o qualche chiesa, ad affidarvi il vostro dovere? (No.) Bene, purché nei vostri cuori ne siate sicuri. Devi confermare che è stato Dio ad affidarti il tuo dovere. Potrebbe sembrare che ti sia stato assegnato da un leader della chiesa, ma in realtà è stato interamente disposto da Dio. Delle volte potrebbe chiaramente provenire dalla volontà umana, ma anche in quel caso devi innanzitutto accettarlo da Dio. Questo è il modo giusto di farne esperienza. Se lo accetti da Dio, ti sottometti volontariamente a quanto da Lui disposto e ti fai avanti per accettare l’incarico che Egli ti affida, se lo sperimenti in questo modo, otterrai la guida e l’opera di Dio. Se credi costantemente che tutto sia fatto dall’uomo e provenga dall’uomo, se fai esperienza delle cose in questo modo, allora non otterrai la benedizione né l’opera di Dio perché sei troppo infido per ottenerle, troppo privo di comprensione spirituale. Non hai la giusta mentalità. Se consideri tutte le questioni secondo nozioni e fantasie umane non avrai l’opera dello Spirito Santo, perché è Dio che governa tutte le questioni. Qualunque tipo di compito la casa di Dio assegni a chiunque, esso proviene dalla sovranità e dalle disposizioni di Dio e vi si trova la Sua buona volontà. Questa è la prima cosa che devi sapere. È molto importante capirla chiaramente; limitarti a comprendere la dottrina non basta. In cuor tuo devi confermare: “Questo dovere mi è stato affidato da Dio. Sto svolgendo il mio dovere per Lui, non per me stesso né per nessun altro. Questo è il mio dovere di essere creato, e mi è stato affidato da Dio”. Dato che questo dovere ti è stato affidato da Dio, in che termini Egli te lo ha affidato? Implica fare le cose con tutto il tuo cuore? È necessario da parte tua ricercare la verità? Devi ricercare la verità, i requisiti, gli standard e i principi del dovere che Dio ti ha affidato, nonché quello che dice la parola di Dio. Se le Sue parole sono espresse in tutta chiarezza, allora è il momento per te di riflettere su come metterle in pratica e trasformarle in realtà. Dovresti inoltre condividere con persone che comprendono la verità e poi agire in base ai requisiti di Dio. Questo è ciò che significa svolgere il tuo dovere con tutto il tuo cuore. Inoltre, supponiamo che prima di svolgere il tuo dovere tu ricerchi l’intenzione di Dio, arrivi a comprendere la verità e sappia cosa fare ma, quando arriva il momento di agire, ci siano discrepanze e contrasti tra i tuoi pensieri e le verità principi. Quando questo accade, cosa dovresti fare? Devi attenerti al principio di svolgere il tuo dovere con tutto il cuore e mettere tutto il cuore nel sottometterti a Dio e nel soddisfarLo, senza alcuna adulterazione personale e certamente senza agire in base alla tua volontà. Alcuni dicono: “A me queste cose non interessano. Dopotutto, questo dovere è stato affidato a me, quindi dovrei avere io l’ultima parola. Ho il diritto di agire di mia iniziativa, farò ciò che penso vada fatto. Sto comunque svolgendo il mio dovere con tutto il cuore, quindi quali difetti avresti da criticare?” E poi mettono un po’ di impegno nel capire cosa fare. Anche se il lavoro alla fine viene eseguito, questo metodo di pratica e questo stato sono forse corretti? Questo, da parte di costoro, è svolgere i loro doveri con tutto il cuore? (No.) Qual è il problema qui? Questa è arroganza, è fare a modo proprio ed essere arbitrari e sconsiderati. Costoro stanno forse svolgendo i loro doveri? (No.) Questo è intraprendere un’impresa personale, non svolgere i propri doveri. Questo è limitarsi a fare in base alla loro volontà ciò che li soddisfa e ciò che piace loro, non è svolgere i loro doveri con tutto il cuore.

Ho appena parlato principalmente di talenti e doni. Questi talenti e questi doni includono la conoscenza? C’è qualche differenza tra conoscenza e talenti? Un talento si riferisce a un’abilità. Potrebbe trattarsi di un ambito in cui qualcuno si distingue più degli altri, di un aspetto di spicco della sua levatura, di ciò in cui è il migliore o di un’abilità in cui è relativamente competente ed esperto. Tutte queste cose vengono definite talenti e doni. Che cos’è la conoscenza? A cosa si riferisce esattamente la conoscenza? Se un intellettuale ha studiato per molti anni, ha letto molti classici, ha studiato molto a fondo una certa professione o un certo ambito di conoscenza, ha ottenuto dei risultati e possiede una padronanza specifica e approfondita, questo ha a che fare con talenti e doni? La conoscenza può essere annoverata nella categoria dei talenti? (No.) Se una persona usa i talenti per eseguire il suo lavoro è possibile che sia una persona rozza e campagnola, che non possieda un’istruzione avanzata, che non abbia letto libri famosi o non riesca nemmeno a capire la Bibbia, ma potrebbe comunque possedere un po’ di levatura ed essere in grado di esprimersi con eloquenza. Questo è un talento? (Sì.) Costui ha questo talento. Significa che possiede conoscenza? (No.) Allora cosa significa conoscenza? Qual è la sua definizione? Mettiamola così: se un individuo ha studiato pedagogia, per esempio, ha conoscenza di questa professione? Di cose come il modo di istruire le persone, il modo di trasmettere le conoscenze agli altri, quali conoscenze trasmettere e così via? Possiede conoscenze in questo ambito, quindi è un intellettuale in questo ambito? Lo si può definire un individuo di talento che possiede conoscenza in quest’ambito? (Sì.) Usiamo questo esempio: se qualcuno è un intellettuale impegnato nell’istruzione, come si comporta di solito un individuo di questo tipo quando lavora o guida la chiesa? Quali sono le sue pratiche abituali? Parla a tutti come un insegnante parla a uno studente? Non importa che tono di voce usa; ciò che importa è quello che inculca e insegna agli altri. Ha vissuto secondo questa conoscenza per molti anni e questa conoscenza è essenzialmente diventata una parte della sua vita, al punto che in ogni aspetto del suo comportamento o della sua vita si può vedere che possiede questa conoscenza e vive la conoscenza che ha acquisito. È piuttosto normale vedere qualcosa di simile. Quindi, su cosa si basano di solito tali individui per svolgere il loro lavoro? Sulla conoscenza che hanno acquisito. Supponiamo, per esempio, che sentano qualcuno dire: “Non so come leggere le parole di Dio. Le tengo lì, ma non so proprio come leggerle. Come saprò cos’è la verità se non so come leggere le parole di Dio? Come capirò le Sue intenzioni se non so come leggere le Sue parole?” Costoro gli rispondono: “Lo so io, io possiedo conoscenza, quindi posso aiutarti. Questo capitolo è diviso in quattro paragrafi. Di solito, se l’articolo è di tipo narrativo, contiene sei elementi: tempo, luogo, personaggi, la causa dell’evento, il suo sviluppo e la sua conclusione. La data in cui questo capitolo della parola di Dio è stato pubblicato si trova alla fine: ottobre 2011. Questo è il primo elemento. Per quanto riguarda i personaggi, questo capitolo della parola di Dio dice ‘Io’, quindi la prima persona è Dio, e poi Dio dice ‘voi’, pronome che si riferisce a noi. Dopodiché il testo analizza gli stati di alcune persone; alcuni stati sono ribelli e arroganti, il che si riferisce a coloro che sono arroganti e ribelli, a coloro che non svolgono un lavoro reale, a coloro che compiono cattive azioni, alle persone cattive e malevole. Il corso delle cose è che le persone compiono cattive azioni. Ci sono anche alcune altre cose che riguardano diversi aspetti”. Cosa pensi di questo metodo di lavoro? È una buona cosa che costoro aiutino le persone con tanto amore, ma qual è la base delle loro azioni? (La conoscenza.) Perché cito questo esempio? Per aiutare le persone a capire più chiaramente cos’è la conoscenza. C’è chi non sa come leggere la parola di Dio ma ha ricevuto un’istruzione e magari a scuola avevano buoni voti nelle materie umanistiche, quindi potrebbe aprire una pagina della parola di Dio, leggerla e dire: “Questo capitolo della parola di Dio è espresso così bene! Nella prima sezione Dio parla in modo diretto; poi, nella seconda, il tono mostra un po’ di maestà e ira. Nella terza, tutto viene esposto in maniera specifica e chiara. È così che dovrebbe essere la parola di Dio. La quarta sezione, il riepilogo generale, fornisce alle persone il percorso di pratica. La parola di Dio è perfetta!” La loro conclusione e il loro riepilogo della parola di Dio derivano dalla conoscenza? (Sì.) Anche se questo esempio potrebbe non essere il più adeguato, nel farvelo, cosa voglio che capiate? Voglio che vediate chiaramente quanto è spregevole utilizzare la conoscenza per approcciarsi alla parola di Dio. È disgustoso. Tali persone fanno affidamento sulla conoscenza per leggere la parola di Dio, quindi possono forse fare affidamento sulla verità per agire? (No.) Assolutamente no.

Quali sono le caratteristiche del modo in cui agiscono coloro che vivono in base alla conoscenza? Innanzitutto, quali vantaggi pensano di possedere? La loro conoscenza e la loro erudizione, il fatto che sono degli intellettuali e il fatto che hanno lavorato in settori basati sulla conoscenza. Gli intellettuali agiscono secondo lo stile, le caratteristiche e i modelli degli intellettuali, quindi non possono fare a meno di assumere una sorta di aria intellettuale nell’agire, cosa che induce gli altri ad ammirarli. È così che agiscono gli intellettuali; si concentrano sempre su quell’aria intellettuale. A prescindere da quanto appaiano deboli e gentili esteriormente, hanno dentro di sé cose che non sono certamente né deboli né gentili, e hanno sempre delle opinioni su tutto. Vogliono sempre mettersi in mostra in ogni cosa, usare i loro espedienti meschini e analizzare e gestire le cose in base ai punti di vista, agli atteggiamenti e ai modelli di pensiero della conoscenza. La verità è per loro qualcosa di estraneo e di molto difficile da accettare. Quindi, il primo atteggiamento di un individuo di questo tipo nei confronti della verità è analizzarla. Su cosa si basano per analizzarla? Sulla conoscenza. Vi faccio un esempio. Coloro che hanno studiato regia possiedono conoscenza della regia? Che tu abbia studiato sistematicamente regia nei libri o che l’abbia studiata in maniera pratica e l’abbia fatto come lavoro, in breve, padroneggerai le conoscenze in quest’ambito. Che tu abbia studiato regia approfonditamente o solo superficialmente, se ti trovassi a svolgere il lavoro di regista nel mondo dei non credenti, la conoscenza che hai acquisito in questo campo o la tua esperienza da regista sarebbero molto utili e preziose. Ma possedere questo tipo di conoscenza significa forse che sarai senza dubbio in grado di svolgere bene il lavoro relativo ai film della casa di Dio? La conoscenza che hai acquisito può davvero aiutarti a testimoniare Dio attraverso i film? Non necessariamente. Se continui a mettere l’accento su ciò che hai appreso dai libri di testo e sulle regole e sui requisiti della conoscenza del settore, puoi forse svolgere bene il tuo dovere? (No.) Qui non vi è forse un punto di contrasto o di conflitto? Quando le verità principi si scontrano con questo aspetto della conoscenza, come risolvi la questione? Accetti come guida la tua conoscenza oppure le verità principi? Potete forse garantire che ogni inquadratura, ogni scena e ogni sequenza che girerete non saranno adulterate o che conterranno molto poco dell’adulterazione apportata dalla vostra conoscenza e che siano completamente in conformità agli standard e ai principi richiesti dalla casa di Dio? Se questo non è possibile, allora nessuna delle conoscenze che hai acquisito è di una qualche utilità nella casa di Dio. Pensaci: a cosa serve la conoscenza? Quale tipo di conoscenza è utile? Quale tipo di conoscenza contraddice la verità? Che cosa ottengono le persone dalla conoscenza? Quando le persone acquisiscono più conoscenza, diventano più pie e più in possesso di un cuore che teme Dio oppure diventano più arroganti e presuntuose? Dopo aver acquisito molta conoscenza le persone diventano complicate, dogmatiche e arroganti. C’è qualcos’altro di fatale di cui potrebbero non essersi rese conto: quando padroneggiano molta conoscenza diventano interiormente caotiche e prive di principi e più conoscenza padroneggiano, più questo caos aumenta. Nella conoscenza si possono forse trovare risposte a domande come perché le persone vivano e sul valore e sul significato dell’esistenza umana? Si possono trovare conclusioni in merito al luogo da cui le persone provengono e a quello in cui andranno? La conoscenza è forse in grado di dirti che provieni da Dio e che sei stato creato da Dio? (No.) Allora, cos’è esattamente ciò che è trattato negli studi sulla conoscenza o inculcato nelle persone dalla conoscenza? Cose materiali, cose atee, cose che le persone possono vedere e cose della mente che possono riconoscere, molte delle quali derivano dalle loro fantasie e semplicemente non sono concrete. La conoscenza inculca inoltre in loro filosofie, ideologie, teorie, leggi naturali e così via, eppure ci sono molte cose che non è capace di spiegare chiaramente. Come si formano il tuono e il fulmine, per esempio, o perché le stagioni cambiano. La conoscenza può forse fornirti le vere risposte a queste domande? Perché in questo periodo il clima sta cambiando e sta diventando anormale? La conoscenza può forse spiegarlo chiaramente? Può risolvere questo problema? (No.) Essa non sa spiegarti le questioni relative alla fonte di tutte le cose, quindi non può risolvere questi problemi. Ci sono anche quelli che chiedono: “Perché alcune persone tornano in vita dopo essere morte?” La conoscenza ti ha per caso fornito la risposta a questa domanda? (No.) Che cosa ti dice allora la conoscenza? Parla alle persone di molte usanze e regole. Per esempio, l’idea che le persone debbano allevare figli e mostrare pietà filiale nei confronti dei loro genitori è un tipo di conoscenza sulla vita umana. Da dove proviene questa conoscenza? Viene insegnata dalla cultura tradizionale. Ebbene, cosa ottengono le persone da tutta questa conoscenza? Qual è l’essenza della conoscenza? In questo mondo ci sono molte persone che hanno letto i classici, che hanno ricevuto un alto livello di istruzione, che sono colte o che padroneggiano un ambito specialistico della conoscenza. Quindi, sul cammino della vita, tali persone hanno la direzione e gli obiettivi giusti? Hanno una linea di base e dei principi di comportamento? Inoltre, sanno adorare Dio? (No.) Facendo ancora un ulteriore passo avanti, comprendono forse un qualsiasi elemento della verità? (No.) Quindi, che cos’è la conoscenza? Cosa ottengono le persone dalla conoscenza? Le persone probabilmente hanno un po’ di esperienza in merito. In passato, quando non possedevano conoscenza, i rapporti tra loro erano semplici; lo sono ancora, adesso che le persone hanno acquisito conoscenza? La conoscenza rende le persone più complicate e non più pure. La conoscenza priva maggiormente le persone della normale umanità e di obiettivi di vita. Più conoscenza le persone acquisiscono, più si allontanano da Dio. Più acquisiscono conoscenza, più rinnegano la verità e la parola di Dio. Più conoscenza possiedono, più diventano estreme, ostinate e irragionevoli. E qual è il risultato? Il mondo diventa via via più oscuro e sempre più malvagio.

Abbiamo appena parlato di come risolvere i conflitti o i contrasti tra l’applicazione della conoscenza e le verità principi quando questi si presentano. Cosa fate quando vi trovate in una situazione del genere? Alcuni di voi offrirebbero della dottrina: “Cosa c’è di difficile nel praticare in base alle verità principi? Cosa non può essere abbandonato?” Ma quando vi succede qualcosa continuate come prima, seguendo la vostra volontà e le vostre nozioni e fantasie, e anche se magari a volte vorreste praticare la verità e agire in base ai principi, non riuscite proprio a farlo, a prescindere. Tutti sanno che è giusto, per una questione di dottrina, agire in base alle verità principi; sanno che la conoscenza non è certo in linea con le verità principi e che, in casi di conflitto o contrasto tra le due cose, devono iniziare a praticare secondo le verità principi e abbandonare la conoscenza. Ma è così semplice, in termini fattuali? (No.) No, non è così semplice. Allora, quali sono le difficoltà che si incontrano nella pratica? In che modo si dovrebbe praticare per agire in base alle verità principi? Questi sono problemi concreti, non è così? Come andrebbero risolti? Prima di tutto, ci si dovrebbe sottomettere. Ma le persone hanno un’indole corrotta e a volte non riescono a farlo. Dicono: “‘Puoi condurre un cavallo all’acqua, ma non puoi obbligarlo a bere’; tentare di farmi sottomettere non è molto diverso, giusto? Cosa c’è di male se agisco in virtù della mia conoscenza? Se insistete perché io agisca in base alle verità principi, non mi sottometterò”. Che cosa fai in questi momenti, quando un’indole ribelle è volta a causare problemi? (Prego.) A volte la preghiera non può risolvere il problema. Dopo aver pregato, potresti avere un atteggiamento e una mentalità leggermente migliori e magari cambiare in parte il tuo stato ma, se non comprendi o non hai chiare le verità principi pertinenti, la tua sottomissione potrebbe infine rivelarsi niente più che una mera formalità. In queste occasioni, devi comprendere la verità, ricercare le verità pertinenti e sforzarti di riuscire a capire in che modo ciò che stai facendo giova al lavoro della casa di Dio, al testimoniarLo e alla diffusione delle Sue parole. Devi avere le idee chiare su queste cose. Qualunque sia il tuo dovere, qualunque cosa tu stia facendo, devi iniziare col pensare al lavoro e agli interessi della casa di Dio, alla diffusione delle parole di Dio, o a ciò che lo svolgimento del tuo dovere è volto a raggiungere. Questo viene prima di tutto. Non c’è mai spazio per l’ambiguità né per il compromesso su questo punto. Se in momenti come questi scendi a compromessi, non stai svolgendo il tuo dovere con sincerità e non stai praticando la verità; e ancora peggio, è legittimo dirlo, ti stai occupando delle tue faccende personali. Stai facendo le cose per te stesso invece di svolgere il dovere di un essere creato. Se qualcuno vuole portare a termine l’incarico ricevuto da Dio e svolgere bene il dovere dell’uomo, la verità che dovrebbe capire e praticare per prima è che deve soddisfare le intenzioni di Dio. Devi avere questa visione. Svolgere un dovere non consiste nel fare cose per te stesso o occuparti delle tue faccende personali, e tanto meno nel testimoniare e promuovere te stesso, né riguarda la tua fama, il tuo guadagno e il tuo prestigio. Non è questo il tuo obiettivo. Si tratta invece di svolgere bene il tuo dovere e di testimoniare Dio; si tratta di assumerti le tue responsabilità e di soddisfare Dio; si tratta di vivere secondo la coscienza e la ragione dell’umanità normale, di vivere la sembianza di un essere umano, di vivere davanti a Dio. Con questo tipo di mentalità corretta, si può facilmente scavalcare l’ostacolo di vivere secondo la propria conoscenza. Alcune sfide permarranno, ma durante questo processo passeranno gradualmente e le circostanze cambieranno in meglio. Allora, come procede la vostra esperienza attuale? Sta migliorando o è ferma lì? Se agite sempre in base alla conoscenza e all’intelligenza e non ricercate mai le verità principi, riuscirete a crescere nella vita? Siete giunti a una conclusione in merito? A quanto pare siete ancora tutti piuttosto confusi sulla questione dell’ingresso nella vita e non ne possedete i principi specifici, il che significa che siete sprovvisti di un’esperienza più profonda o più autentica dei principi e del cammino di pratica della verità. Alcuni, qualunque cosa accada loro, agiscono sempre secondo la loro conoscenza. Si limitano a sostenere in modo generale alcune verità principi in questioni semplici, lasciandosi sempre guidare dalla loro conoscenza e relegando le verità principi subordinate. Praticano secondo questa sorta di mediazione e compromesso; non esigono rigorosamente da sé stessi la piena sottomissione o un modo di agire che sia in assoluta conformità con le verità principi. È giusto comportarsi così o no? Qual è il pericolo di questo tipo di pratica? Non rende forse inclini a smarrirsi? A opporsi a Dio e a offendere la Sua indole? È soprattutto questo che le persone dovrebbero capire. Vi è chiara ora la differenza tra svolgere un dovere nella casa di Dio e trovare un lavoro e tirare a campare nella vita del mondo? Ne avete una chiara consapevolezza nel cuore? Dovreste riflettere e ponderare spesso al riguardo. Qual è la differenza più grande tra le due cose? Lo sapete? (Svolgere un dovere nella casa di Dio ha a che fare con l’acquisizione della verità e il cambiamento della nostra indole corrotta; trovare un lavoro nel mondo riguarda la vita della carne.) Ci sei molto vicino, ma c’è una cosa che non hai menzionato: svolgere un dovere nella casa di Dio significa vivere in base alla verità. Qual è il significato di vivere in base alla verità? Per le persone, è che la loro indole può cambiare e che alla fine possono essere salvate; per Dio, è che può guadagnare te, un essere creato, e riconoscere che sei una Sua creatura. In base a che cosa vivono dunque le persone quando trovano un lavoro nel mondo? (Alle filosofie di Satana.) Alle filosofie di Satana, le quali, prese complessivamente, equivalgono a vivere in base all’indole corrotta di Satana. È la stessa cosa, sia che insegui la fama, il guadagno e il prestigio, sia che punti alla ricchezza, sia che miri a cavartela e a sopravvivere: stai vivendo in base a un’indole corrotta. Quando trovi un lavoro nel mondo, ti devi arrovellare il cervello per guadagnare soldi. Per ascendere la scala della fama, del guadagno e del prestigio, devi fare interamente affidamento su cose come la competizione, la contesa, la lotta, la spietatezza, la malignità e l’omicidio; è questo l’unico modo per farcela. Per svolgere un dovere nella casa di Dio, devi vivere secondo le parole di Dio e comprendere la verità. Le cose negative di Satana non solo sono inutili, ma ci si deve anche liberare di esse. Nessuna cosa satanica è sostenibile. Se qualcuno vive secondo cose sataniche, deve essere giudicato e castigato; se qualcuno vive di cose sataniche ed è fermamente restio a pentirsi, va eliminato e abbandonato. Questa è la differenza più grande tra svolgere un dovere nella casa di Dio e trovare un lavoro nel mondo.

Quando le persone vivono in base alla loro conoscenza, in che tipo di stato stanno vivendo? Che cosa sperimentano più profondamente? Non appena impari qualcosa in un certo ambito, ti senti competente, eccezionale, e di conseguenza vieni poi vincolato dalla conoscenza che possiedi. Hai assunto la conoscenza come tua vita, e quando ti succede qualcosa è questa tua conoscenza a emergere per ordinarti di fare questo o quello. Vorresti liberartene, ma non ci riesci, poiché si è impressa nel tuo cuore e nient’altro può sostituirla. Questo è il significato di “la prima impressione è quella che resta”, per così dire. Ci sono alcuni ambiti di conoscenza che sarebbe meglio non aver studiato affatto. Averli appresi è un peso e una seccatura. La conoscenza abbraccia molti campi: l’istruzione, la legge, la letteratura, la matematica, la medicina, la biologia e così via, tutti derivati dall’esperienza diretta delle persone. Si tratta di forme di conoscenza concreta; gli individui non possono vivere senza di esse e sono tenuti a studiarle. Ma ci sono alcune forme di conoscenza che sono velenose per l’umanità; sono veleni satanici, provengono da Satana. Prendiamo per esempio le scienze sociali, i cui insegnamenti includono cose come l’ateismo, il materialismo e l’evoluzionismo, nonché il confucianesimo, il comunismo e le superstizioni feudali: queste sono tutte forme negative di conoscenza che provengono da Satana e il cui scopo principale è quello di contaminare, corrodere e distorcere il pensiero umano, vincolando e controllando i pensieri delle persone con il fine ultimo di corromperle, danneggiarle e distruggerle. La perpetuazione del cognome della famiglia, per esempio, e la pietà filiale, e la glorificazione della propria famiglia, e la formula che recita: “Coltivare sé stessi, mettere in ordine la propria famiglia, governare la nazione e portare la pace a tutti”: sono tutti insegnamenti della cultura tradizionale. E oltre a questi ci sono le varie teorie teologiche, tuttora vigenti nella società, del buddismo, del taoismo e della religione moderna. Anche queste rientrano nell’ambito della conoscenza. Alcuni, per esempio, hanno prestato servizio come pastori o predicatori oppure hanno studiato teologia. Che cosa deriva dall’aver acquisito tali conoscenze? È una benedizione o una maledizione? (Una maledizione.) In che modo diventa una maledizione? Se queste persone non parlano, allora va bene, ma quando aprono la bocca ne esce fuori la dottrina religiosa. Non fanno che tentare di predicare dottrine spirituali; inculcano negli individui i modi ipocriti dei farisei anziché far loro capire la verità. La conoscenza teologica riguarda principalmente la teoria teologica. Qual è la caratteristica più prominente della teoria teologica? Essa instilla nelle persone cose che loro ritengono spirituali e, una volta che hanno assorbito queste cose pseudo-spirituali, esse costituiscono la loro prima e ultima impressione. Anche se hai ascoltato le parole che Dio esprime, in quel momento non sarai in grado di capirle, e verrai vincolato dalla conoscenza e dalle teorie dei farisei. Questa è una cosa molto pericolosa. Una persona del genere non avrà forse difficoltà ad accettare la verità? Riassumendo, se vivi secondo la dottrina e la conoscenza, se svolgi il tuo dovere e agisci in base ai tuoi doni, potresti anche essere capace di compiere alcune buone azioni, tali agli occhi degli altri. Ma quando vivi in uno stato del genere ne hai consapevolezza? Riesci a riconoscere che stai vivendo in base alla tua conoscenza? Riesci a percepire quali conseguenze può causare vivere in base alla conoscenza? Non ti ritrovi forse con una sensazione di vuoto nel cuore, con un senso di quanto una simile vita sia priva di significato? E perché ciò accade, esattamente? Le risposte a queste domande andrebbero chiarite. Ecco a che punto siamo in merito alla questione della conoscenza.

Abbiamo appena discusso i temi della conoscenza e dei doni. C’è un’altra questione: molte persone sono arrivate dalla loro fede iniziale in Dio fino al presente senza aver mai saputo cos’è la verità, né come dovrebbero praticarla e perseguirla. Hanno vissuto tutto questo tempo in base a una credenza, o a nozioni e fantasie umane. In parole povere, costoro vivono in base alle cose che ritengono giuste. Vanno in giro a sostenerle ossessivamente e le considerano addirittura come la verità. Pensano che, fintanto che persevereranno nella loro pratica fino alla fine, saranno vincitori e sopravviveranno. Credono in Dio in virtù di tale nozione. Sono capaci di soffrire, di rinunciare alla famiglia e alla carriera, di abbandonare le cose che amano, e poi riassumono le cose in poche regole, che mettono in pratica come se fossero la verità. Per esempio, quando vedono che qualcuno sta passando un momento difficile, o che la famiglia di qualcuno sta attraversando un brutto periodo, si fanno carico di contattarlo e aiutarlo. Chiedono di lui, si prendono cura di lui e si occupano di lui. Se c’è un lavoro sporco o impegnativo da svolgere, lo fanno in modo proattivo. Ciò che è sporco o impegnativo non li disturba. Non sono esigenti. Non discutono con gli altri nell’interagire con loro e fanno del loro meglio per raggiungere un accordo amichevole con tutti. Non bisticciano con gli altri e imparano a essere benevoli e tolleranti con tutti, tanto che chiunque passi del tempo con loro dirà che sono delle brave persone e dei veri credenti. Quando si tratta di Dio, fanno qualunque cosa Egli chieda loro di fare e vanno ovunque Lui li mandi. Non oppongono resistenza. In base a cosa stanno vivendo? (Allo zelo.) Non si tratta di una semplice forma di zelo: stanno vivendo secondo una credenza che ritengono giusta. Costoro non capiranno la verità nemmeno dopo anni di fede in Dio, né sapranno cosa significa praticare la verità, o sottomettersi a Dio, o soddisfarLo, o ricercare la verità, né cosa sono le verità principi. Non sapranno queste cose. Non sapranno nemmeno cos’è una persona onesta o come esserlo. La loro convinzione è: “Non devo far altro che vivere in questo modo e continuare a seguire. Qualunque sermone la casa di Dio predichi, io manterrò il mio modo di fare le cose; comunque Dio mi tratti, non rinuncerò a credere in Lui e non Lo abbandonerò. Posso svolgere qualsiasi dovere mi venga richiesto”. Hanno l’impressione di poter essere salvati praticando in questo modo. Purtroppo però, pur non manifestando gravi problemi nel loro atteggiamento, non comprendono alcuna verità, neanche dopo aver ascoltato sermoni per così tanti anni. Non comprendono la verità della sottomissione e non sanno come praticarla, non comprendono la verità dell’essere una persona onesta, né la verità dello svolgere lealmente il proprio dovere, né cosa significa essere superficiali. Non sanno se mentono o se sono delle persone propense all’inganno. Costoro non sono forse da compatire? (Sì.) In base a cosa vivono? Si potrebbe dire che vivono del loro cuore puro come quello di un bambino? Perché si potrebbe dire questo? Perché, come loro credono, “quello che ho nel cuore è alla luce del sole perché l’universo possa vederlo. Non è chiaro alle persone, loro non riescono a vederlo, ma il Cielo lo sa”. Ecco quanto è “sincero” il loro cuore: nessuno può capirlo ed è fuori dalla portata di tutti. Perché definirlo un cuore puro come quello di un bambino? Perché hanno una sorta di stato d’animo, un sentimento, e usano questo loro sentimento personale o questa loro illusione per interpretare ciò che un credente in Dio dovrebbe fare e cosa sia un dovere. Usano inoltre questo sentimento per codificare i requisiti posti da Dio. La loro convinzione è: “Dio non richiede realmente alle persone di fare alcunché, né di possedere grandi capacità o di comprendere molta verità. È sufficiente che una persona abbia un cuore puro come quello di un bambino. È così semplice credere in Dio: ti basta continuare ad agire in virtù della forza di un cuore puro come quello di un bambino”. Eppure non smettono di mentire, né di opporre resistenza, di ribellarsi, di nutrire nozioni o di tradire. Qualunque cosa facciano, non la ritengono importante, e pensano invece: “Ho un cuore di amore per Dio. Nessuno può incrinare il mio rapporto con Dio, nessuno può smorzare il mio amore per Lui e nessuno può intaccare la mia lealtà nei Suoi confronti”. Che tipo di mentalità è questa? Una mentalità assurda, non è così? È assurda e va compatita. Lo spirito di una persona del genere si trova in uno stato inaridito, carente e miserevole. Perché “inaridito”? Perché quando costui si trova di fronte a una cosa semplice, per esempio quando ha detto una bugia, non lo sa e non se ne rende conto. Non prova alcuna riprovazione, né alcun tipo di sentimento. Ha seguito Dio fino a oggi senza criteri rigorosi di valutazione in nulla di quello che fa. Non sa che tipo di persona è, né se è una persona propensa all’inganno, e neppure se è stato davvero capace di essere onesto o se è in grado di sottomettersi ai requisiti posti da Dio. Non sa nulla di tutto ciò. Ecco quanto è miserevole e inaridito nello spirito. Perché dire che è inaridito nello spirito? Perché non sa cosa gli viene richiesto da Dio, né perché crede in Dio, e nemmeno che tipo di persona dovrebbe perseguire di essere. Non sa quali azioni sono irragionevoli o quali violano le verità principi. Non sa quale atteggiamento adottare con le persone malevole e quale con le persone buone; non sa con chi dovrebbe interagire o a chi avvicinarsi. Quando diventa negativo, non sa nemmeno in quali stati è precipitato. Ecco cosa significa essere inariditi nello spirito. Voi siete così? (Sì.) Non Mi piace sentirvelo dire, ma è questo il tipo di stato in cui vi trovate. Siete costantemente emotivi e nessuno sa quando questo cambierà.

Cosa significa essere emotivi? Facciamo un esempio. Alcuni sentono di amare molto Dio. In particolare, si sentono molto onorati e doppiamente benedetti per essere nati negli ultimi giorni, per aver accettato questa fase dell’opera di Dio e per aver potuto ascoltare le Sue parole con le proprie orecchie e sperimentare la Sua opera di persona. Di conseguenza, pensano di dover trovare un modo per esprimere il loro cuore puro come quello di un bambino. E come lo fanno? Le loro emozioni emergono in superficie, il loro ardore è pronto a scoppiare, diventano un po’ irragionevoli e le loro emozioni si fanno anormali. E da questo emerge la spregevolezza. Nella Cina continentale, i credenti si trovavano in un ambiente ostile per via della loro fede in Dio e vivevano nell’oppressione. Allora possedevano ardore e desideravano gridare: “Dio Onnipotente, provo amore per Te!” Ma non c’era un posto in cui farlo; non potevano, per paura di essere arrestati. Ora vivono all’estero e sono liberi di credere; hanno finalmente un posto in cui dare sfogo al loro cuore puro come quello di un bambino. Hanno bisogno di esprimere quanto amano Dio. E così escono in strada e trovano un luogo senza molta gente intorno dove poter gridare quanto vogliono. Prima di riuscirci, però, si sentono privi della sicurezza necessaria per farlo. Si guardano intorno e il loro grido non vuole venir fuori. Cosa passa loro per la testa? “Non ci siamo. Non basta avere un cuore puro come quello di un bambino. Non ho ancora un cuore di amore per Dio. Non c’è da stupirsi se non ho nulla da gridare”. E così, rattristati e addolorati, tornano a casa e pregano Dio in lacrime: “Oh, Dio, non avevo il coraggio di gridare ‘Provo amore per Te’ quando mi trovavo in un ambiente che non lo permetteva. Ora sono in un ambiente che lo permetterebbe, eppure ancora non mi sento sicuro abbastanza. Il mio grido non vuole venir fuori. A quanto pare la mia statura e la mia fiducia sono troppo scarse. Non possiedo la vita”. Da quel momento in poi, pregano riguardo a tale questione, si preparano e vi si applicano. Spesso leggono le parole di Dio e ne sono commossi fino alle lacrime, e queste emozioni e questo entusiasmo crescono e si accumulano nel loro cuore. La cosa va avanti fino a quando un giorno si sentono abbastanza pieni di emozione da poter recarsi in una pubblica piazza capace di contenere diverse migliaia di persone e gridare “Dio Onnipotente, provo amore per Te” davanti alla folla; tuttavia, quando raggiungono la piazza e vedono tutte le persone presenti, il loro grido non viene fuori. Forse non l’hanno ancora gridato, nemmeno adesso. Ma, che lo abbiano fatto o meno, cosa significherebbe? Gridare in quel modo equivale forse a praticare la verità? Equivale a testimoniare Dio? (No.) Allora perché si ostinano a volerlo gridare? Sono convinti che quel loro grido sarebbe più forte ed efficace di qualsiasi altro metodo per diffondere le parole di Dio e testimoniarLo. Ecco cosa significa essere una persona con un cuore puro come quello di un bambino. È una cosa positiva o negativa avere tali emozioni? È normale o anormale? Può essere classificato all’interno dell’ambito della normale umanità? (No.) Perché no? Qual è l’obiettivo di Dio nel far svolgere dei doveri alle persone e nel far loro comprendere e praticare la verità? Si tratta di accrescere l’emozione dell’amore che nutrono per Lui o l’emozione dello svolgimento del loro dovere? (No.) Provate queste emozioni a volte, o magari spesso? (Sì.) Quando le provate, avete la sensazione che si manifestino in modo improvviso e anomalo, o che siano difficili da reprimere? Dovete tenerle a freno, per quanto difficili siano da reprimere. Al di là di tutto, sono semplicemente delle emozioni, non i risultati che si conseguono dopo aver compreso e praticato la verità o dopo aver seguito la via di Dio. Costituiscono uno stato anormale. Questo stato anormale può quindi essere classificato come ostinazione radicale? Ciò varia a seconda dei casi. Ci sono diversi gradi; alcuni possono essere classificati come ostinazione radicale, altri si spingono al livello dell’assurdità. È normale che occasionalmente una persona manifesti in minima parte questo stato d’animo. Quali sono dunque le manifestazioni anormali che lo caratterizzano? Fare qualcosa sotto la spinta di un’emozione irreprimibile. Quando un individuo vive ogni giorno e si affanna per questa cosa, anche leggendo le parole di Dio, diffondendo il Vangelo e svolgendo qualsiasi dovere in virtù di essa, quando tutto ruota intorno a questa cosa, la quale diventa il valore e il significato dell’esistenza e della vita di costui, allora è un problema. L’obiettivo e la direzione di questa persona vengono deviati. C’è una spregevolezza in coloro che vivono secondo il loro cuore puro come quello di un bambino. C’è qualcosa di ostinato in loro, e nutrono emozioni anormali. Se un individuo vive secondo queste cose e si trova spesso in questo stato, può capire la verità? (No.) Se non può capire la verità, in che assetto mentale si trova quando ascolta i sermoni? Che intenzione nutre mentre legge le parole di Dio? Chi crede sempre in Dio con un cuore puro come quello di un bambino e con cerimonie religiose può comprendere e acquisire la verità? (No.) Perché no? Tutto ciò che fa si basa non sulla verità, ma sulla teoria religiosa e su nozioni e fantasie. Non ha nemmeno a che fare con il perseguimento e con la pratica della verità. Un individuo di questo tipo non ha affatto interesse per cosa sia realmente la verità o per cosa dicano le parole di Dio. Non si interessa di questo, come se per credere in Dio bastasse un cuore puro come quello di un bambino, come se bastasse gestire le cose e adoperarsi per la chiesa. Per costui è così semplice. Non capisce cosa significhi comprendere e praticare la verità, né cosa si debba perseguire per essere salvati. A volte magari pensa a queste cose, ma non riesce a capirle. Per tutto il tempo non fa che pensare: “Fintanto che avrò zelo, raggiungerò un livello elevato di emozioni e riuscirò a perseverare fino alla fine, potrò essere salvato”, e di conseguenza, trascinato dalle sue emozioni elevate, non compie altro che azioni sciocche, che vanno contro le verità principi. Alla fine, viene rivelato ed eliminato. A quanto pare, dopo tutto le emozioni forti non sono questa gran cosa.

C’è un altro stato alquanto grave che si manifesta nel vivere con un cuore puro come quello di un bambino: alcuni credono in Dio facendo continuamente affidamento sull’entusiasmo. Il fuoco nei loro cuori non si spegne mai; sono convinti che tutto ciò di cui hanno bisogno per credere in Dio sia un cuore puro come quello di un bambino. Pensano: “Non ho bisogno di comprendere la verità, non ho bisogno di esaminare me stesso, non ho bisogno di presentarmi davanti a Dio per confessare i miei peccati e pentirmi, e di certo non ho bisogno di accettare alcun giudizio, castigo o potatura, né censure e critiche da parte di nessuno. Non ho bisogno di queste cose. Tutto ciò di cui ho bisogno è un cuore puro come quello di un bambino”. Questo è il principio della loro fede in Dio. Pensano: “Non devo accettare il giudizio e il castigo. Mi basta sentirmi a posto con me stesso. Non ho dubbi che Dio sia contento di questo mio comportamento. Se io sono felice, Dio è felice; tutto qui. Se credo in Dio in questo modo, sarò salvato”. Non è un modo di pensare terribilmente ingenuo? Una volta vi trovavate in uno stato del genere, non è vero? (Sì.) Se vivete fino alla fine in uno stato del genere, incapaci di qualsiasi cambiamento, allora è lecito affermare che non comprendete neanche un briciolo di verità. La verità non ha alcuna rilevanza per voi. Non conoscete l’obiettivo né il significato della salvezza dell’uomo da parte di Dio e non capite cosa la fede in Dio comporti. Qual è la differenza tra avere fede in Dio e credere nella religione? Tutti concepiscono il credere nella religione come qualcosa dovuto al fatto che la persona è priva di sostentamento o può avere difficoltà in famiglia. Oppure significa voler trovare qualcosa su cui fare affidamento, procurarsi un sostegno spirituale. Credere nella religione spesso non consiste in nient’altro che nell’indurre le persone a essere buone e benevole, ad aiutare gli altri, a essere gentili, a svolgere più buone azioni per accumulare virtù, a non commettere omicidi né incendi dolosi, a non infrangere la legge né commettere crimini, a non fare cose brutte, a non picchiare gli altri né inveire contro di loro, a non rubare né rapinare, a non ingannare né imbrogliare. Questo è il concetto del “credere nella religione” che tutti hanno in testa. Nel vostro cuore, oggi, quanto è presente del concetto di credere nella religione? Le cose che vengono associate al credere nella religione sono in linea con la verità? Da dove provengono esattamente? Lo sapete? Se avete fede in Dio con un cuore che crede nella religione, quale sarà il risultato? È questo il modo giusto di avere fede in Dio? Vi è una differenza tra lo stato del credere nella religione e lo stato dell’avere fede in Dio? Qual è la differenza tra credere nella religione e avere fede in Dio? Quando hai cominciato ad avere fede in Dio, forse ritenevi che credere nella religione e avere fede in Dio fossero la stessa cosa. Ma oggi, dopo aver avuto fede in Dio per diversi anni, che cosa ritieni significhi realmente credere? Esiste qualche differenza rispetto al credere nella religione? Credere nella religione significa seguire certi riti religiosi per apportare felicità e conforto al proprio spirito. Non è legato a questioni riguardanti il cammino che si percorre o il modo in cui si vive la propria vita. Non vi è alcun cambiamento nel tuo mondo interiore; tu sei sempre tu, e la tua natura essenza rimane la stessa. Non hai accettato le verità che provengono da Dio e non ne hai fatto la tua vita; hai soltanto compiuto alcune buone azioni o seguito cerimonie e regole. Ti sei soltanto dedicato ad alcune attività legate al credere nella religione, tutto qui. Allora, che cosa indica la fede in Dio? Indica un cambiamento del modo in cui vivi, significa che vi è già stato un mutamento di valore della tua esistenza e dei tuoi scopi nella vita. In origine vivevi per cose come onorare gli antenati, distinguerti dalla massa, avere una bella vita, impegnarsi per ottenere fama e fortuna. Oggi hai abbandonato queste cose. Non segui più Satana, anzi desideri rinunciarvi, abbandonare questa tendenza malvagia. Stai seguendo Dio, ciò che accetti è la verità, e il cammino che percorri è quello del perseguimento della verità. L’orientamento della tua vita è cambiato completamente. Dopo aver iniziato a credere in Dio, affronti la vita in modo diverso, hai un modo di vivere differente, segui il Creatore, Ne accetti la sovranità e le disposizioni e ti sottometti a esse, accetti la salvezza da parte Sua e, in definitiva, diventi un vero essere creato. Tutto questo non significa forse cambiare il tuo modo di vivere? È tutto il contrario del tuo perseguimento e del tuo modo di vivere precedenti e delle motivazioni e del significato che erano alla base di tutto ciò che facevi: sono del tutto in contrasto, sono su livelli completamente diversi. Concludiamo qui in merito alla differenza tra avere fede in Dio e credere nella religione. Riuscite a vedere in voi stessi lo stato di possedere un “cuore puro come quello di un bambino” di cui abbiamo parlato? (Sì.) Allora, state vivendo con un cuore puro come quello di un bambino per la maggior parte del tempo oppure vi trovate in questo stato solo occasionalmente? Se avviene occasionalmente, ciò dimostra che ti sei già liberato di questo stato e hai iniziato a perseguire la verità, che hai cominciato a emergere da questo stato di cose; se per la maggior parte del tempo stai ancora vivendo con un cuore puro come quello di un bambino e non sai come vivere secondo le parole di Dio, secondo la verità, né come liberarti dai vincoli di un cuore puro come quello di un bambino ed emergere da questo stato, ciò dimostra che non stai vivendo davanti a Dio, che ancora non sai cosa sia la verità né come ricercarla. È una differenza rilevante? (Sì.) Se continui a vivere in questo modo, senza capire minimamente la verità, sei in pericolo: prima o poi dovrai essere eliminato. Per quanto riguarda il modo in cui nasce questo cuore puro come quello di un bambino, dovrai ricercare la verità, analizzare questo stato e cambiarlo. Perché mai qualcuno possiederebbe questo cuore puro come quello di un bambino, quali sono le conseguenze del credere in Dio facendo affidamento sul fervore, se puoi o meno acquisire la verità credendo in Dio in questo modo, se ciò rafforzerà la tua fede in Dio oppure no: devi avere chiarezza nel cuore riguardo a tali domande. Questo ti richiede di operare confronti con te stesso, di riflettere e di ricercare la soluzione.

C’è una categoria di individui che nel cuore nutrono entusiasmo per la loro fede in Dio. Qualsiasi dovere è per loro accettabile, così come un po’ di avversità, ma hanno un temperamento instabile: sono emotivi, volubili e imprevedibili. Agiscono solo in base al loro umore. Quando sono felici, svolgono bene il lavoro che è stato affidato loro e vanno d’accordo con ogni collaboratore e con chiunque si trovi insieme a loro. Inoltre, sono disposti ad assumersi ulteriore carico di lavoro: qualsiasi dovere stiano svolgendo, provano un senso di responsabilità nei suoi confronti. È così che si comportano quando si trovano in uno stato positivo. Potrebbe esserci un motivo per cui questi individui si trovano in uno stato positivo: magari sono stati elogiati per aver fatto un buon lavoro nel loro dovere e si sono guadagnati la stima e l’approvazione da parte del gruppo. O magari il lavoro che hanno svolto è apprezzato da molte persone, quindi si gonfiano come un palloncino che si riempie a ogni lode. E così, continuano a svolgere lo stesso dovere ogni giorno, ma al tempo stesso non afferrano mai le intenzioni di Dio né ricercano le verità principi. Agiscono sempre in virtù della loro esperienza. L’esperienza è forse la verità? È affidabile agire in base all’esperienza? È in accordo con le verità principi? Agire in base all’esperienza non è in accordo con i principi; vi saranno inevitabilmente momenti in cui la cosa non funzionerà. Arriva quindi un giorno in cui costoro non svolgono bene il loro dovere. Molte cose vanno storte ed essi vengono potati. Il gruppo non è soddisfatto di loro. E allora diventano negativi: “Non voglio più svolgere questo dovere. Lo faccio male. Voi siete tutti più bravi di me. Sono io che non sono bravo. Chiunque sia disposto a svolgerlo, faccia pure!” Qualcuno condivide con loro sulla verità ma non riesce a far breccia, e loro, non capendo, dicono: “Cosa c’è da condividere al riguardo? Non mi interessa se è la verità o meno: svolgerò il mio dovere quando sono felice e non lo svolgerò quando non lo sono. Perché farla tanto complicata? Non ho intenzione di svolgerlo ora; aspetterò un giorno in cui sarò felice”. Questo è il loro modo di essere, sempre. Che sia nello svolgere il loro dovere, nel leggere le parole di Dio, nell’ascoltare i sermoni e nel partecipare alle riunioni o nell’interagire con gli altri, in tutto ciò che riguarda qualsiasi aspetto della loro vita, rivelano buonumore un momento e malumore il momento dopo, entusiasmo un momento e depressione il momento dopo, freddo un momento e calore il momento dopo, negatività un momento e positività il momento dopo. In breve, il loro stato, buono o cattivo che sia, è sempre alquanto marcato. Si può vederlo a colpo d’occhio. Sono imprevedibili in tutto ciò che fanno, semplicemente in balia del loro temperamento. Quando sono felici svolgono un lavoro migliore; quando non lo sono, il loro lavoro è scadente, e potrebbero persino smettere di svolgerlo e lasciar stare. Qualsiasi cosa stiano facendo, devono farla in base al loro stato d’animo, all’ambiente, alle loro esigenze. Non hanno alcuna volontà di affrontare delle avversità; sono viziati, isterici, refrattari alla ragione, e non fanno nulla per arginare questo stato di cose. A nessuno è permesso offenderli; chiunque lo faccia diventa bersaglio della loro ira, che si scatena come una tempesta, e appena gli è passata sono negativi ed emotivamente abbattuti. Inoltre, fanno tutto in base alle loro preferenze. “Se questo lavoro mi piace, lo faccio; se non mi piace, non lo faccio e non lo farò mai. Se qualcuno di voi è disposto a farlo, lo faccia pure. La cosa non mi riguarda”. Che tipo di individui sono questi? Quando sono felici e in uno stato positivo, hanno il cuore colmo di emozione e dicono di voler amare Dio. Sono così emozionati che piangono, con lacrime calde a scendergli sul viso e singhiozzando rumorosamente. Il loro è un cuore che ama veramente Dio? Avere nel cuore uno stato di amore per Dio è normale, ma a giudicare dalla loro indole, dai loro comportamenti e dalle loro rivelazioni, si direbbe che sono dei bambini sui dieci anni. Questa loro indole, questo loro modo di vivere, sono volubili. Costoro sono imprevedibili, sleali, irresponsabili e incostanti in tutto ciò che fanno. Evitano sempre le avversità e non sono disposti ad assumersi responsabilità. Quando sono felici, va bene loro fare qualsiasi cosa; un po’ di avversità non è un problema, e va bene anche se vengono toccati i loro interessi. Se invece sono infelici, non fanno nulla. Che tipo di persone sono? Uno stato del genere è forse normale? (No.) Questo problema è qualcosa di più di uno stato anormale: è una manifestazione di estrema volubilità, di estrema stoltezza e ignoranza, di estrema infantilità. Qual è il problema della volubilità? Qualcuno potrebbe dire: “È un’instabilità di temperamento. Sono troppo giovani, hanno sperimentato troppo poche avversità e la loro personalità non è ancora definita, quindi spesso si comportano in modo volubile”. Il fatto è che la volubilità non c’entra con l’età: anche i quarantenni e i settantenni sono volubili a volte. Come si spiega questo? La volubilità in realtà è un problema di indole, e per di più molto grave! Se costoro stanno svolgendo un dovere importante, la loro volubilità potrebbe ritardare sia il dovere che il progresso del lavoro, causando perdite agli interessi della casa di Dio; e anche nei doveri ordinari, a volte, influisce sul loro svolgimento ed è d’ostacolo. Non c’è nulla della volubilità di costoro che giovi agli altri, a loro stessi o al lavoro della chiesa. Nonostante il minimo di compiti che svolgono e di prezzo che pagano, vi è comunque una perdita netta. Le persone particolarmente volubili non sono adatte a svolgere doveri nella casa di Dio, e ce ne sono molte di questo tipo. La volubilità è la manifestazione più comune tra i vari tipi di indole corrotta. Praticamente ogni persona possiede quest’indole. E di che indole si tratta? Naturalmente, ogni indole corrotta rientra tra i vari tipi di indole di Satana, e la volubilità è un’indole corrotta. In termini lievi, significa non amare o non accettare la verità; in termini più pesanti, significa provare avversione per la verità e odiarla. Gli individui volubili sono forse in grado di sottomettersi a Dio? Certamente no. Possono riuscirci momentaneamente, quando sono felici e ne traggono profitto, ma quando sono infelici e non ne traggono profitto vanno su tutte le furie e osano opporsi a Dio e tradirLo. Dicono a sé stessi: “Non mi interessa se è la verità o no: l’importante è che io sia felice, che sia contento. Se sono infelice, niente di ciò che dicono gli altri mi aiuterà! Cosa conta la verità? Cosa conta dio? Sono io il capo!” Che sorta di indole corrotta è questa? (Odio verso la verità.) È un’indole di odio e di avversione nei confronti della verità. Contiene un elemento di arroganza e di presunzione? Un elemento di intransigenza? (Sì.) Qui c’è un altro stato grave. Quando sono di buon umore, costoro sono gentili con tutti e responsabili nello svolgere il loro dovere; gli altri li ritengono persone buone, sottomesse, disposte a pagare un prezzo e che amano realmente la verità. Però, non appena si sentono negativi, gettano la spugna, si lamentano e sono persino refrattari alla ragione. Ecco che emerge il loro lato feroce. A nessuno è concesso rimproverarli. Addirittura dicono: “Capisco tutte le verità, solo che non le metto in pratica. Mi basta essere a posto con me stesso!” Di che indole si tratta? (Di ferocia.) Questi individui malevoli non solo sono pronti a reagire contro chiunque possa potarli, ma addirittura a ferirlo e a fargli del male, come farebbe un demone malvagio. Nessuno oserebbe mettersi contro di loro. Questo loro comportamento non è forse volubile e feroce? È un problema correlato alla giovane età? Costoro non sarebbero volubili se avessero qualche anno in più? Sarebbero forse più riflessivi e ragionevoli? No. Non è una questione di personalità o di età. Si cela in loro un’indole corrotta profondamente radicata. Sono governati da un’indole corrotta ed è in base a quest’indole che vivono. Vi è forse sottomissione in coloro che vivono secondo un’indole corrotta? Sanno ricercare la verità? C’è una parte di loro che ama la verità? (No.) No, non c’è nulla di tutto questo. Tutti voi vi siete trovati in uno stato di volubilità? (Sì.) Lo riterreste un problema se non condividessimo al riguardo? (No.) Ora, dopo avere condiviso su di esso, vi sembra si tratti di un problema piuttosto grave? (Sì.) Una volubilità occasionale deriva da cause oggettive. Non è un problema di indole. Tutti i problemi di indole e tutte le rivelazioni di un’indole corrotta nelle proprie azioni portano a conseguenze negative. Ecco un esempio di causa oggettiva: supponiamo che oggi qualcuno abbia un terribile mal di stomaco. Prova un dolore tale che a malapena ha la forza di parlare. Vuole solo sdraiarsi un po’. Proprio in quel momento, arriva qualcuno che gli rivolge qualche parola, e lui risponde in tono un po’ duro. Si tratta forse di un problema di indole? No. Si comporta così solo perché sta male e ha dolore. Se fosse una persona di questo genere e parlasse in questo modo in condizioni normali, allora si tratterebbe di un problema di indole. In questo caso, ha usato un tono sgarbato perché il dolore che prova ha superato una certa soglia. È una cosa normale. Se c’è una causa oggettiva e tutti riconoscono che parlare o agire in questo modo è perdonabile e ragionevole, date le circostanze, e che si tratta semplicemente di natura umana, allora questo comportamento e questa rivelazione appartengono alla normale umanità. Facciamo l’esempio di qualcuno che ha perso un parente e inizia a piangere per il dolore. È del tutto normale. Eppure ci sono persone che lo giudicano e dicono: “Costui è un sentimentale. Crede in Dio da tutti questi anni eppure non riesce a liberarsi dell’affetto per la sua famiglia. Addirittura piange quando gli muore un parente. Che sciocco!” Poi succede che, quando a chi ha espresso questo commento muore la madre, egli piange più di tutti. Come si dovrebbe valutare la cosa? Non si possono applicare ciecamente delle regole o fare delle generalizzazioni in merito: alcune cose hanno delle cause oggettive e sono comportamenti e rivelazioni della normale umanità. Quali siano i comportamenti e le rivelazioni della normale umanità e quali no, questo varia a seconda delle circostanze. Qualunque cosa si dica in merito a ciò in base a cui una persona vive, quel che si dice riguarda da un lato i suoi problemi di indole e dall’altro i problemi dei suoi punti di vista, dei suoi modi di perseguire e dei suoi cammini di perseguimento. Non si tratta affatto di una questione di temperamento o di personalità, né dei suoi modi di fare esteriori.

C’è un altro tipo di stato, che consiste nel vivere secondo filosofie per i rapporti mondani. Alla maggior parte degli individui piace perseguire fama, guadagno e prestigio nella loro fede in Dio, senza concentrarsi sul perseguimento della verità. Fintanto che qualcuno ha un minimo di levatura e qualche idea, allora possiede un insieme di filosofie e regole di vita sataniche. Ognuno di questi individui ha i suoi “assi nella manica” in merito a come vivere felicemente, a come vivere in modo da distinguersi e portare onore al nome della sua famiglia, e ottiene il plauso di tutti. Di quali assi nella manica si tratta? Sono filosofie “supreme” per i rapporti mondani. Qualcuno potrebbe trovarlo divertente da sentire: “supreme” e “filosofie per i rapporti mondani” sono espressioni che non stanno bene insieme. Formano uno strano binomio. Allora perché qui si usa la parola “supreme”? In generale, chi ha una filosofia per i rapporti mondani crede che, per vivere, debba essere munito di alcune regole per l’esistenza, ossia di alcuni segreti per la sopravvivenza. Pensa che questo sia l’unico modo per raggiungere i suoi obiettivi nella vita. Costoro considerano queste regole per l’esistenza, che sono filosofie per i rapporti mondani, come i loro dogmi più elevati, proprio come i motti che spesso le persone ripetono. Sostengono la loro filosofia per i rapporti mondani e vi si attengono come se fosse la verità, senza escludere da questo trattamento nemmeno il popolo eletto di Dio. Pensano: “Nessun umano può divorziare dai rapporti mondani. Voi credete in Dio, non è così? Seguite i principi, non è vero? Comprendete la verità, giusto? Bene, allora: io ho una filosofia per i rapporti mondani con cui gestirvi. Siete meticolosi, vero? Vi attenete alle verità principi, giusto? Beh, io non comprendo le verità principi e posso comunque rendervi ben disposti nei miei confronti e farvi ruotare attorno a me. Vi terrò tutti nella mia orbita; mi riterrete una brava persona e non parlerete mai male di me alle mie spalle. Addirittura vi giudicherò in vostra assenza, compirò cattive azioni contro di voi e vi tradirò, e voi non ve ne accorgerete affatto”. Questa è una persona che vive seguendo filosofie per i rapporti mondani. Cosa contengono tali filosofie? Sotterfugi, inganni e tattiche, nonché approcci e metodi. Per esempio, quando costoro vedono qualcuno in possesso di prestigio, qualcuno che potrebbero sfruttare, sono molto educati, fanno inchini e ossequi e ne tessono le lodi. Con persone che ritengono abbiano poco da offrire e non siano valide quanto loro, parlano sempre in tono condiscendente e le guardano dall’alto in basso, inducendole a ritenerli individui superiori e da ammirare sempre. Nel loro mondo interiore, hanno un sistema per manovrare e manipolare le persone e un modo per trattare ogni tipo di persona. Quando incontrano qualcuno, capiscono subito che tipo di persona è e come dovrebbero trattarlo e relazionarsi con lui. Nella loro mente trovano subito la formula. Sono navigati ed esperti in questo. Non hanno bisogno di pensare a come attuare queste filosofie per i rapporti mondani, non hanno bisogno di abbozzi preliminari o di istruzioni da parte di alcuno. Hanno i loro metodi. Alcuni li hanno ideati da soli; alcuni li hanno appresi da altri, o osservati in altri, oppure acquisiti attraverso l’influenza di altri. Può darsi che nessuno abbia parlato loro di questi metodi, ma loro sono in grado di evincerne i dettagli, e così imparano le loro filosofie per i rapporti mondani, le tecniche, gli approcci e i metodi, le trame e i calcoli. Coloro che vivono secondo queste cose possiedono la verità? Sono capaci di vivere secondo la verità? (No.) Non ne sono capaci. Allora, che impatto hanno sugli altri? Gli altri ne vengono spesso ingannati e raggirati, usati e manovrati, e così via. Queste filosofie per i rapporti mondani non sono necessariamente appannaggio esclusivo degli intellettuali o di qualche gruppo di persone: il fatto è che sono presenti in tutti.

In quali altri modi si manifestano le filosofie sataniche? Alcuni sono degli abilissimi oratori. Suscitano felicità e soddisfazione negli altri, che dopo averli sentiti parlare ne escono sollevati; tuttavia, costoro non svolgono alcun lavoro effettivo. Che tipo di persone sono? Individui che manipolano gli altri con delle belle parole. Alcuni leader e lavoratori svolgono del lavoro per un po’, poi pensano tra sé e sé: “Il Supremo mi capisce? Dio mi conosce? Devo segnalare alcuni problemi in modo che il Supremo sappia che sto lavorando. Se il Supremo vede che i problemi che segnalo sono reali e fondamentali, che sono questioni chiave, magari avrà un’alta considerazione di me, vedendo che sono capace di svolgere un lavoro effettivo”. E così trovano un’occasione per menzionare dei problemi. È giustificato che menzionino i problemi, si tratta di buon senso e il lavoro lo richiede. Ma questo non dovrebbe essere contaminato dai loro intenti personali. Riuscite a vedere l’intento di tale individuo nel segnalare questi problemi? Qual è il vero problema di questo intento? Questa domanda richiede riflessione e discernimento. Se costui stesse menzionando la questione per svolgere bene il suo dovere e soddisfare Dio, ciò sarebbe giustificato; significherebbe che è una persona responsabile, che svolge un lavoro effettivo. Tuttavia, ci sono attualmente alcuni leader e alcuni lavoratori che non svolgono un lavoro effettivo, e sono invece opportunisti e prendono delle scorciatoie, mentono ai loro superiori e nascondono le cose ai loro sottoposti. Eppure vorrebbero essere scaltri e furbi e soddisfare tutti. Praticando in questo modo, non stanno forse vivendo secondo filosofie sataniche? Se la risposta è sì, come andrebbe risolto il problema? Quali sono le verità da ricercare, come vanno acquisiti comprensione e discernimento della questione: queste cose devono essere chiarite prima di risolvere il problema dell’intento corrotto che costoro nutrono. Ecco un altro esempio. Due individui collaborano allo svolgimento di un dovere. Devono recarsi in una chiesa di un’altra zona per gestire un problema. Le condizioni di vita lì sono relativamente misere, la sicurezza pubblica non è granché e si tratta di un luogo un po’ pericoloso. Uno dei due dice all’altro: “Ai membri di quella chiesa non piaccio. Anche se ci andassi, non c’è garanzia che potrei risolvere il loro problema. Tu invece piaci a tutti. Sarebbe produttivo se andassi tu a risolvere il problema”. L’altro si trova d’accordo e allora va lui. Al di là di tutto, il primo dei due, quello che ha accampato ragioni e scuse per non andare, non manifesta forse un problema? Che le sue scuse e le sue ragioni siano valide o meno, così facendo sta praticando la verità? Sta pensando ai suoi fratelli e sorelle? No; sta mentendo. Sta usando delle belle parole per realizzare i suoi fini personali. Questa non è forse una tecnica? Se pensi e agisci in questo modo, non ti sei ribellato alla carne. Stai ancora vivendo secondo filosofie sataniche. Cosa succederebbe invece se ti ribellassi a te stesso e non vivessi secondo filosofie sataniche? All’inizio non vorresti recarti in quella chiesa per gestirne i problemi, ma ci rifletteresti su: “Non è giusto. Il fatto che io pensi in questo modo significa che sono una cattiva persona, che sono immorale. Devo rimangiarmi quello che ho detto il prima possibile. Devo scusarmi con lui e aprirmi in merito alla corruzione che ho rivelato. Devo recarmi in quel luogo oggi stesso, anche se per me comportasse la morte”. In realtà non è sicuro che morirai lì. Da quando è così facile morire? La vita e la morte sono prestabilite da Dio. In definitiva, in un caso di questo genere, devi avere la determinazione e la capacità di ribellarti a te stesso. Solo allora sarai in grado di vivere secondo la verità. Vi faccio un altro esempio. Due individui vengono affiancati nello svolgimento di un dovere. Entrambi hanno paura di assumersene la responsabilità, quindi la loro diventa una battaglia d’astuzia. Uno dei due dice: “Vai tu a occuparti di questa cosa”. L’altro risponde: “Sarebbe meglio che lo facessi tu. La mia levatura è più scarsa della tua”. Quello che stanno pensando in realtà è: “Non otterrò alcuna ricompensa per aver fatto bene questa cosa, e se invece la farò male verrò potato. Non ci vado: non sono così stupido! So cosa hai in mente. Smettila di tentare di convincermi ad andare”. Alla fine del loro tira e molla, qual è il risultato? Nessuno dei due ci va e di conseguenza il lavoro subisce un ritardo. Non è immorale? (Sì.) Ritardare il lavoro non è una conseguenza grave? È un risultato negativo. Dunque, in base a cosa vivono questi due individui? Entrambi vivono secondo filosofie sataniche; sono limitati e vincolati da filosofie sataniche e dai loro stessi inganni. Non hanno saputo mettere in pratica la verità e, di conseguenza, non hanno svolto il loro dovere all’altezza dei requisiti, bensì in modo superficiale e privo della benché minima testimonianza. Supponiamo che due individui vengano affiancati nello svolgimento di un dovere. Uno di loro cerca di assumere una posizione dominante in ogni cosa e vuole sempre avere l’ultima parola; l’altro potrebbe pensare: “È lui quello duro, gli piace assumere il comando. Ebbene, può prendere lui le decisioni in tutto, così quando qualcosa andrà storto sarà lui a essere potato. ‘L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito’! Allora non sarò io a espormi. Si dà il caso che io possieda scarsa levatura e che non mi piaccia essere disturbato. A lui piace prendere il comando, giusto? Beh, se c’è qualcosa da fare, lascerò che sia lui a occuparsene!” Un individuo che dice queste cose ama essere compiacente, un seguace. Cosa ne pensate del suo modo di svolgere i doveri? In base a cosa vive costui? (A filosofie per i rapporti mondani.) Pensa anche qualcos’altro: “Non si arrabbierà con me se gli rubo la scena? Non si creerà discordia tra noi due andando avanti? Se questa questione dovesse influire sul nostro rapporto, avremmo difficoltà ad andare d’accordo. Sarà meglio che lo lasci fare a modo suo”. Questa non è forse una filosofia per i rapporti mondani? Questo modo di vivere tiene costui lontano dai problemi. Gli permette di evitare di assumersi le sue responsabilità. Egli asseconderà qualsiasi cosa venga incaricato di fare, senza dover prendere decisioni o esporsi e senza dover preoccuparsi di alcun problema. C’è qualcun altro che si occupa di tutto, così lui non si affaticherà. Il fatto che sia ben disposto a essere un seguace dimostra che è privo del minimo senso di responsabilità. Vive in base a filosofie per i rapporti mondani. Non accetta la verità e non si attiene ai principi. Questa non è cooperazione armoniosa; questo è essere un seguace, un individuo compiacente. Perché non è cooperazione? Perché costui non si assume le sue responsabilità in nulla. Non agisce con tutto il suo cuore né con tutta la sua mente, e forse non agisce nemmeno con tutte le sue forze. Per questo dico che vive secondo filosofie per i rapporti mondani anziché secondo la verità. Ecco un altro esempio: mentre svolge il suo dovere, qualcuno compie una cattiva azione, qualcosa che causa una perdita agli interessi della casa di Dio. Tu lo vedi, ma pensi tra te e te: “Non sono affari miei. Non ha danneggiato i miei interessi. E poi non è una mia responsabilità. Cosa dovrei fare, ficcare il naso negli affari degli altri? Se ne può occupare qualcun altro, chiunque sia disposto a farlo. Io non devo pensare ad altro che a occuparmi del mio lavoro. Non mi riguarda minimamente se gli altri compiono delle cattive azioni. Non mi interessa se li vedo, né se si sono smarriti; e se il lavoro della chiesa subisce delle perdite non è assolutamente un mio problema”. Questa non è forse una filosofia per i rapporti mondani? (Sì.) Le intenzioni di questo individuo sono buone? (No.) Sta vivendo secondo filosofie sataniche. Alcuni lo fanno occasionalmente in certe situazioni; altri lo fanno spesso, senza mai ricercare la verità o riflettere su sé stessi, e senza eliminare la loro indole corrotta. Questi due tipi di persone si trovano in situazioni diverse ma, a prescindere dal fatto che lo facciano in episodi isolati o in tutte le questioni, ciò riguarda il problema di un’indole corrotta. Non si tratta di un semplice problema di metodi, ma di vivere la propria vita secondo filosofie sataniche. Quali sono altre filosofie per i rapporti mondani che le persone incontrano e con cui entrano in contatto comunemente? (Corrompere gli altri con piccoli favori, assecondare le preferenze altrui, lodare le persone e compiacerle.) Assecondare le preferenze altrui è una delle tecniche, una delle filosofie per i rapporti mondani. Cos’altro? (Non parlare direttamente dopo aver visto qualcuno commettere una violazione dei principi per paura di ferirne i sentimenti.) Essere indiretti nel parlare, girarci sempre intorno, scegliere sempre parole gradevoli che non coinvolgono i principi né il problema essenziale: questo è un altro tipo di filosofia per i rapporti mondani. Altre? (Adulare e ingraziarsi chiunque goda di prestigio.) Tentare di ingraziarsi qualcuno: anche questa è una sorta di filosofia di quel genere. Ci sono persone che, per loro natura, non fanno che tentare di manipolare gli altri e di approfittare di loro. Sono particolarmente infide. Ci sono individui che ovunque vadano si comportano in modo scaltro e furbo. Quello che dicono varia in base all’interlocutore. Possiedono rapidità di reazione mentale: sanno come gestire una persona fin dal primo sguardo. Costoro sono estremamente astuti; non sanno vivere secondo la verità. In quali altri modi si manifestano le filosofie per i rapporti mondani? (Non avere il coraggio di parlare dopo aver rilevato un problema per paura di doversene assumere la colpa nel caso si rivelasse un errore, osservare ciò che gli altri dicono e fanno e non condividere alcuna opinione finché la maggioranza non si è già espressa.) Le persone tendono a seguire la corrente, convinte che non si possa applicare la legge se nessuno la rispetta. Che tipo di problema è questo? Di che tipo di indole si tratta? Non si tratta forse di un’indole propensa all’inganno? Non avere il coraggio di sostenere le verità principi perché si vuole sempre essere compiacenti e si teme non solo di arrecare offesa, ma anche di essere esposti ed eliminati per non aver praticato la verità: è un bel dilemma! Questa è la miserevole situazione delle persone compiacenti. Quando gli individui non praticano la verità, queste sono le spregevoli condizioni in cui vivono: hanno tutti le sembianze demoniache di Satana. Alcuni di loro sono subdoli, altri infidi, altri spregevoli, altri vili, altri infimi e altri ancora miserevoli. Voi state vivendo secondo filosofie sataniche? Adulare chiunque sia un leader e intanto ignorare i leader che sono stati sostituiti ed eliminati; ingraziarsi chiunque sia stato eletto leader, indipendentemente da chi sia; dire ogni genere di cose nauseanti: “Santo cielo, sei attraente e di corporatura armonica, l’immagine stessa della bellezza. Parli come un annunciatore del telegiornale e canti come un’allodola”, cercando dei modi per accattivarsi il favore di qualcuno, adulandolo ogni volta che se ne ha la possibilità, corrompendolo con piccoli favori, osservando in generale ciò che fa e dice ed escogitando dei modi per soddisfarlo quando si nota che gli piace qualcosa. Sono queste le tattiche che usate? (Sì. A volte vedo che un leader o un lavoratore manifestano dei problemi o delle manchevolezze, ma non oso dire nulla, per paura che mi addossino la colpa e siano mal disposti nei miei confronti.) Questa è mancanza di principi. Sai dunque se hai identificato correttamente questi problemi e se gioverebbe al lavoro della chiesa sollevarli? (Un po’.) Un po’ lo sai: quindi cosa devi fare per essere in linea con le verità principi? Se sei sicuro di aver riscontrato un problema e in cuor tuo capisci che questo problema va risolto, altrimenti ritarderà il lavoro, ma non sei in grado di attenerti ai principi e hai paura di offendere gli altri, qual è il problema qui? Perché dovresti avere paura di attenerti ai principi? Si tratta di una questione di natura grave, che riguarda il tuo avere o meno amore per la verità e senso di giustizia. Dovresti dare voce alla tua opinione, anche se non sai se è corretta. Se hai un’opinione o un’idea, dovresti esprimerle e lasciare che gli altri le valutino. Questo ti porterà dei vantaggi e contribuirà a risolvere il problema. Se invece pensi: “Non mi lascerò coinvolgere. Se quello che dico è giusto, non ne avrò il merito; se è sbagliato, verrò potato. Non ne vale la pena”, questo non è forse egoista e spregevole da parte tua? Le persone pensano sempre ai loro interessi personali e non sono in grado di praticare la verità. Questo è il loro aspetto più problematico. Non avete forse tutti, dentro di voi, moltissime filosofie per i rapporti mondani e trame di questo tipo? Si riscontrano in ciascuno parecchi elementi delle filosofie di Satana, e tutti ne sono da molto tempo sopraffatti. Non c’è da meravigliarsi, quindi, se le persone ascoltano sermoni per anni senza capire la verità, e se il loro ingresso nella verità realtà è lento e la loro statura rimane sempre così scarsa. Il motivo è che queste cose corrotte le ostacolano e le disturbano. Secondo cosa vivono le persone quando devono praticare la verità? Vivono di questi tipi di indole corrotta, di nozioni, fantasie e filosofie per i rapporti mondani, oltre che di doni. Poiché vivono di queste cose, risulta loro molto difficile presentarsi davanti a Dio. Perché? Il loro carico è troppo elevato e il loro giogo troppo pesante. Vivere in base a queste cose è molto distante dalla verità. Esse ti impediscono di comprendere la verità e di praticarla. Se non comprendi la verità, la tua fede in Dio aumenterà? (No.) Di sicuro la tua fede in Dio non aumenterà, e tanto meno lo farà la tua conoscenza di Lui. Questa è una cosa molto deplorevole e spaventosa.

Il modo in cui le persone vivono è correlato ai loro punti di vista sulle cose, nonché alla loro indole. Alcune di loro si impegnano sempre in direzione dei loro sogni e desideri. Queste sono persone che hanno dei sogni. Alcune vivono sempre in base ai loro desideri. Cosa includono i loro desideri? C’è il desiderio di lavorare e di farsi conoscere, e c’è il desiderio di mettersi in mostra. Per esempio, alcuni amano il prestigio. Senza prestigio, non credono in Dio; senza prestigio, non hanno voglia di fare nulla, e anche credere in Dio li annoia. Vivono in base al desiderio di perseguire il prestigio e si trascinano, un giorno dopo l’altro, dominati da questo desiderio. Qualunque grado di prestigio possiedano, per loro è molto prezioso. Non fanno nulla che non sia in funzione del prestigio: mantenere il loro prestigio, rafforzare il loro prestigio, espandere la loro area di influenza; tutto ciò che fanno, in ogni modo, riguarda questo loro desiderio. Vivono in base a esso. Ci sono altri che conducono una vita miserevole nel mondo. Sono gli ingenui che subiscono sempre prepotenze, che provengono da cattive famiglie, da un ambiente sociale povero, che non hanno nessuno su cui fare affidamento. Sono soli e abbandonati finché non iniziano a credere in Dio, momento in cui sentono di aver finalmente trovato un pilastro di sostegno. Hanno un’aspirazione e ne sono motivati nella loro fede in Dio. La loro aspirazione non è mai cambiata, nemmeno oggi. Pensano: “Credendo in Dio, vivo con dignità e forza di carattere; credendo in Dio, posso elevarmi di una spanna al di sopra degli altri e vivere una vita superiore alla loro. Quando sarò andato in cielo, tutti voi dovrete nutrire stima per me. Nessuno mi guarderà più dall’alto in basso”. Questo loro desiderio, questa loro speranza, sono alquanto vuoti e vaghi. Sentono di aver vissuto una vita davvero miserabile nel mondo, a causa delle loro condizioni familiari o per qualche altro motivo. Vivendo nella casa di Dio, hanno qualcosa su cui fare affidamento. I fratelli e le sorelle non li maltrattano. Non sono più dei miserabili; hanno un pilastro di sostegno. Inoltre, la loro più grande speranza è quella di poter ottenere una destinazione meravigliosa dopo la morte o in questa vita, dove potranno camminare a testa alta. È questo il loro obiettivo. Vivono secondo questa aspirazione e, ovunque e in ogni cosa, trovano motivazione in questo pensiero, in questo desiderio. È molto difficile per loro vivere secondo la verità. Queste persone vivono in modo miserevole. Ci sono altri che nutrono il desiderio di mettersi in mostra o di farsi conoscere. Per questo motivo, amano molto vivere all’interno di un gruppo, facendo di tutto per indurre gli altri membri del gruppo a stimarli molto, cosa che soddisfa la loro vanità. La loro convinzione è: “D’accordo, non sono un leader, ma fintanto che posso mettere in mostra i miei talenti davanti agli altri del gruppo e sembro brillare per il fascino che esercito, ricoperto da un’aura, vale la pena per me di credere in Dio. È per questo che vivo; non è peggio che stare nel mondo secolare”. Dunque, da quel momento in poi è per questo che vivono. Vivono tutti i loro giorni e i loro anni in questo modo, senza cambiare minimamente la loro intenzione originaria. Questo è forse vivere secondo la verità? Certamente no. Stanno vivendo in base a sogni e desideri, come i non credenti. Questo è un problema correlato ai punti di vista sulle cose e all’indole corrotta degli individui. Se questo problema rimane irrisolto, essi non hanno modo di comprendere né di praticare la verità, e a quel punto è molto difficile vivere secondo la verità.

Ci sono anche donne che vivono in base al loro aspetto, che si credono sempre belle e sono convinte che, ovunque vadano, tutti le trovino attraenti, le tengano in alta considerazione e le approvino. Ovunque vadano, sentono gli altri rivolgere loro complimenti e li vedono sorridere loro. Vivere in questo modo le rende alquanto soddisfatte di sé stesse e sicure di sé. Quindi credono che vivere in questo modo fornisca loro un capitale, che ci sia molto valore nel loro stile di vita, o quanto meno che molte persone le apprezzino. Non ci sono anche uomini che vivono in base al loro aspetto? Supponiamo che tu sia attraente e che quando parli con le tue sorelle della chiesa sia spiritoso, elegante e romantico. Sei piuttosto soddisfatto di te stesso e tutti pensano bene di te e ti orbitano attorno. “Non è che io stia cercando qualcuno con cui uscire. Sto semplicemente vivendo in questo modo, ed è fantastico! Praticare la verità: che barba!” Ci sono altri che vivono in virtù di una sorta di capitale, e per avere un capitale devono ovviamente possedere un qualche cosa di reale. Quali potrebbero essere queste cose reali? Alcuni, per esempio, ritengono di essere usciti dal grembo materno già in possesso della fede in Dio. Credono in Dio da cinquant’anni o più, e questo è il loro capitale. Quando incontrano un fratello o una sorella, chiedono loro: “Da quanti anni credi in Dio?” “Da cinque anni”, risponde l’altro. Loro credono in Dio da un tempo dieci volte più lungo dell’altro e alla luce di questo pensano tra sé e sé: “Credi in Dio da un numero di anni che anche solo si avvicini al mio? Sei così giovane. Faresti meglio a comportarti bene: hai ancora molta strada da fare!” Ecco come vivono in virtù del loro capitale. Quali altri tipi di capitale esistono? Alcuni hanno lavorato come leader e lavoratori a tutti i livelli. Sono attivi da molto tempo, lavorando, correndo di qua e di là e recandosi nelle chiese, e possiedono molta esperienza. Hanno una certa familiarità con le disposizioni lavorative del Supremo, così come con i vari tipi di persone e di ambiti lavorativi all’interno della chiesa. Quindi, ciò che credono è: “Sono un leader esperto con un capitale da esperto. Lavoro da molto tempo e ho esperienza. Tutti voi cosa sapete? Siete dei bambini. Quanti giorni avete lavorato? Siete così inesperti. Non sapete nulla. Sì, datemi retta, esatto!” E quindi non fanno che predicare tutto il giorno, senza nulla di concreto: non si tratta di altro che di parole e dottrine. Tuttavia accampano delle scuse: “Oggi sono di cattivo umore. C’è un anticristo che crea intralcio e disturbo e mi ha turbato. La prossima volta predicherò come si deve”. Questo mostra la loro vera natura, non è così? Stanno vivendo in virtù del loro capitale di esperti, e per di più sono immensamente soddisfatti di sé. È davvero disgustoso, è nauseante! Questo è un tipo di capitale. Ci sono altri che sono stati in prigione perché credevano in Dio, o che hanno avuto qualche altra esperienza eccezionale oppure svolto doveri eccezionali. Hanno sofferto, e anche questo funge per loro come una sorta di capitale. Perché le persone vivono sempre in virtù del loro capitale? C’è un problema qui: costoro credono che questo capitale sia la loro vita. Fintanto che vivono in virtù del loro capitale, sono in grado di provare ammirazione e compiacimento per sé stessi e di usare questo capitale per indirizzare e influenzare gli altri, cosa che torna loro utile per ottenerne l’approvazione. Sono convinti che con il loro capitale come base, fintanto che perseguono un minimo di verità o svolgono bene il loro dovere e hanno accumulato qualche buona azione, allora, come nel caso di Paolo, magari ci possa essere una corona di giustizia in serbo per loro. Certamente sopravviveranno; certamente giungeranno a una buona destinazione. Vivendo in virtù del loro capitale, si trovano spesso in uno stato di autocompiacimento, di immensa soddisfazione di sé stessi, beatamente appagati. Pensano che Dio sia contento del loro capitale, che Si compiaccia di loro e che permetterà loro di rimanere fino alla fine. Questo non è forse vivere in virtù del loro capitale? Costoro rivelano questa mentalità in ogni occasione. Nelle cose che rivelano, in quelle su cui si basano per vivere e in quelle che predicano agli altri ogni volta che ne hanno l’occasione, ciò che hanno in mente è perfettamente evidente. Ci sono altri che hanno ricevuto una grazia o una cura speciale da parte di Dio, qualcosa che nessun altro ha ottenuto, solamente loro. Quindi si ritengono speciali, diversi da tutti gli altri. Costoro dicono: “La vostra fede in Dio è diversa dalla mia. Dio inizia con il concedervi grazia abbondante e il guidarvi. Poi, una volta che siete lentamente arrivati a capire alcune verità, Egli vi pota, vi giudica e vi castiga. È così per tutti voi. Per me è diverso: Dio mi concede una grazia speciale. Mi tratta con un favore speciale, e questo favore speciale è il mio capitale, il mio lasciapassare e il mio biglietto per accedere al Regno”. Che sensazione provate quando li sentite dire queste cose? Possiedono conoscenza dell’opera di Dio? Possiedono conoscenza di sé stessi? Assolutamente no. È legittimo dire che non comprendono la verità e che credono di poter essere salvati senza dover perseguire o ricercare la verità né accettare il giudizio e il castigo. Chi sono costoro, che vivono in simili stati? Sono quei pochi che hanno assistito a delle visioni, che hanno ricevuto una protezione speciale e sono sfuggiti a una qualche calamità. Oppure sono morti e tornati in vita e possiedono una testimonianza o un’esperienza speciali. Assumono queste cose come loro vita, come base della loro vita, e le usano come rimpiazzo per la pratica della verità. Inoltre, considerano queste cose come segni e criteri di salvezza. Questo è il loro capitale. Voi avete queste cose? Magari non possedete questo tipo di esperienza speciale, ma se avete svolto un particolare dovere per molto tempo e avete ottenuto dei risultati, darete per scontato di possedere un capitale. Supponiamo che tu abbia svolto a lungo il dovere di regista e che abbia realizzato diversi lavori validi. Questo si configura ai tuoi occhi come un capitale. Potresti non possedere ancora alcun capitale perché non hai realizzato alcun lavoro. O magari hai girato due film che non ti sembrano male ma non osi ancora considerarli come tuo capitale. Non sei abbastanza sicuro di questi film; senti di non possedere ancora esperienza o capitale a sufficienza, per cui ti comporti in modo cauto, contenuto e sommesso. Non osi pestare i piedi a nessuno e tanto meno essere presuntuoso e pavoneggiarti. Nonostante ciò, nutri sempre per te stesso una soddisfazione e un’ammirazione smisurate, e queste sono le cose in base a cui vivi. Non è forse questa la miserevole condizione in cui versa l’umanità corrotta?

Alcuni hanno un aspetto alquanto ostile. Sono grossi, corpulenti e dotati di forza fisica e cercano sempre un modo per maltrattare gli altri. Nel parlare sono piuttosto dispotici e autoritari; non cedono a nessuno, di chiunque si tratti. Per questo motivo, le persone si spaventano un po’ quando li vedono e li trattano con deferenza, nel tentativo di ingraziarseli. Questo li riempie di orgoglio. Sentono che la vita è un gioco da ragazzi e credono che tutto questo sia un loro talento: pensano che, per via del modo in cui vivono, nessuno oserebbe maltrattarli. Se vuoi rimanere saldo in mezzo alla massa, devi fare affidamento solo su te stesso ed essere autosufficiente, forte e duro: questo è il loro dettame di vita. Al fine di rimanere saldi in mezzo agli altri, così che nessuno osi maltrattarli né manipolarli, e nemmeno ingannarli e approfittare di loro, riducono le cose a un dettame del tipo: “Se voglio vivere bene, devo essere forte e duro: più sono feroce, meglio è. In questo modo, a nessuno verrà neppure in mente di maltrattarmi”. Quindi vivono così per alcuni anni e, in effetti, a quanto pare nessuno osa maltrattarli. Finalmente hanno raggiunto il loro obiettivo. In qualsiasi gruppo si trovino, assumono un’espressione seria, che non lascia trasparire emozioni, enfatizzando la loro solennità e lanciando occhiate di freddo disprezzo. Nessuno osa parlare in loro presenza; i bambini piangono al solo vederli. Demoni, rinati: ecco cosa sono! Vivere in virtù dei pugni: di che indole si tratta? Di un’indole feroce. Ovunque vadano, la prima cosa che fanno è imparare a manovrare e sfruttare le persone. Vogliono inoltre controllarle e sottometterle. Pensano a come dare addosso a chiunque manchi loro di rispetto e cercano occasioni per punire con parole pungenti chiunque si rivolga loro in modo scortese. Non è forse feroce vivere in virtù di queste cose? Gestire le situazioni con i pugni, come fanno costoro, produce un certo effetto: molte persone li temono e questo rende loro le cose facili. Ma costoro, vivendo in virtù dell’irruenza e di un’indole maligna, sono capaci di accettare la verità? Sanno veramente pentirsi? Sarebbe impossibile, poiché sostengono le filosofie sataniche e l’uso della forza. Vivono solo in virtù di filosofie sataniche e dell’uso della forza; inducono tutti a obbedire loro e a temerli, in modo da potersi scatenare e fare tutto ciò che vogliono. Ciò che li preoccupa non è godere di una cattiva reputazione, ma di non godere di una reputazione da malvagi. È questo il loro principio. Una volta raggiunto il loro obiettivo in questo modo, pensano: “Sono riuscito a rimanere saldo all’interno della casa di dio e in questi gruppi. Tutti mi temono; nessuno osa mettersi contro di me. Tutti si mostrano deferenti nei miei confronti”. Sono convinti di aver vinto. È vero che nessuno oserebbe mettersi contro di loro? Non osare mettersi contro di loro è un fatto esteriore. Che opinione hanno tutti quanti, nel profondo del cuore, di simili individui? Non c’è dubbio: provano per loro disprezzo, disgusto, odio, vogliono starne lontani ed evitarli. Sareste disposti ad avere rapporti con una persona del genere? (No.) Perché no? Non farebbe che pensare a come tormentarti. Saresti in grado di sopportarlo? A volte, invece di minacciarti con la forza, utilizzerebbe alcune tecniche per confonderti e poi minacciarti. Alcuni non riescono a opporsi alla minaccia, quindi implorano misericordia e si arrendono a Satana. Le persone malevole parlano e agiscono facendo ricorso a ogni mezzo necessario. I pavidi e i timorosi si arrendono a costoro e li seguono nelle parole e nelle azioni. Non si comportano forse da complici di questi individui malevoli? Cosa farete quando incontrerete degli individui malevoli? Innanzitutto, non avere paura. Devi trovare un modo per gestirli e smascherarli. Puoi anche unirti a dei fratelli e sorelle che credono veramente in Dio per segnalarli. La paura è inutile: più li temi, più ti maltratteranno e importuneranno. Fare squadra per segnalare questi soggetti malevoli è l’unico modo per suscitare in loro paura e vergogna. Se sei troppo pavido e privo di saggezza, ti faranno a pezzi. Quanto è scarsa la fede delle persone: che cosa miserevole! In realtà, anche se una persona malevola s’impegnasse al massimo, cosa potrebbe fare alle persone? Oserebbe menare pugni con leggerezza e picchiare qualcuno a morte? Oggi viviamo in una società regolata da leggi. Non oserebbe. Inoltre, gli individui diabolicamente feroci costituiscono una ristretta e isolata minoranza. Se qualcuno avesse l’audacia di maltrattare gli altri e di sottoporre la chiesa a soprusi, basterebbe che due o tre persone facessero squadra per segnalarlo e smascherarlo. Questo sarebbe sufficiente a sistemarlo. Non è forse così? Basta che soltanto pochi prescelti di Dio siano di una sola mente e di un solo cuore e potranno facilmente occuparsi di una persona malevola. Devi avere fede nel fatto che Dio è un Dio giusto e onnipotente, che detesta gli individui malevoli e che sosterrà il Suo popolo eletto. Fintanto che si ha fede, non si dovrebbe temere una persona malevola, e se con un po’ di saggezza e di strategia si riesce a fare squadra con altri, quella persona cederà in modo naturale. Se non hai veramente fede in Dio, ma temi le persone malevole e credi che possano afferrarti nelle loro grinfie e decidere del tuo destino, allora sei spacciato. Non possiederai alcuna testimonianza, nulla da offrire, e vivrai nella vigliaccheria e nello squallore. Cosa fare in una situazione del genere? Alcuni vivono sempre secondo la loro meschina astuzia e pensano: “Non so dove sia Dio e non sono sicuro che il Supremo sia al corrente di tale faccenda. Se segnalo questo individuo malevolo e lui lo scopre, non mi tormenterà ancora di più per questo?” Più ci riflettono su, più si spaventano e vogliono accucciarsi e nascondersi sotto il tavolo. Chi si comporta in questo modo può comunque praticare la verità e sostenere i principi? (No.) Questi sono dei miseri individui vigliacchi, non è forse vero? La maggior parte di voi è così. Tempo fa, c’era un anticristo che tormentava alcune persone, le quali erano così vigliacche da lasciarsene tormentare. Essere tormentati è una cosa positiva o negativa? Dal punto di vista dell’uomo è una cosa negativa: significa subire un torto, vedersi infliggere dolore. Tuttavia se ne possono trarre insegnamenti e benefici, e questo non è un male, ma un bene. Ci sono però delle persone prive di saggezza e di spina dorsale. Quando qualcuno le tormenta e le maltratta, non si oppongono, anche se sono nel giusto. Sanno che chi lo fa è un falso leader, un anticristo, eppure non lo segnalano, né osano contrastarlo e smascherarlo. Spazzatura vigliacca! Se in tali situazioni qualcuno si lascia vincolare, ciò dimostra che possiede una statura troppo scarsa e una fede miserevole: non sa affidarsi a Dio, né pensa a tutelare il lavoro della chiesa. Non comprende le intenzioni di Dio. Il popolo eletto di Dio ha il diritto di prendere posizione contro gli individui malevoli e gli anticristi. Fare ciò è approvato e benedetto da Dio. Non è miserevole da parte tua non dichiarare guerra a Satana e non sconfiggerlo? Tale individuo è chiaramente un malfattore, una forza negativa; è Satana, un diavolo, è uno spirito laido e malevolo, eppure tu ti stai lasciando tormentare da lui. E non solo tu: anche tanti altri. Questa non è forse vigliaccheria? Perché non sapete unirvi per combattere contro costui? Quanto siete privi di intelligenza e saggezza. Trovate alcune persone dotate di discernimento che comprendono la verità e fate loro analizzare il comportamento di questo individuo. Voi fatelo, e la maggior parte dei prescelti di Dio sarà in grado di vedere le cose come stanno e di prendere posizione. A quel punto non sarà facile risolvere il problema? Quando vi troverete di nuovo ad affrontare una cosa del genere, sarete in grado di prendere posizione e di combattere gli anticristi? (Sì.) Mi piacerebbe vedere quanti anticristi sarete in grado di gestire. Questa è la testimonianza dei vincitori. Ora affermate di esserne capaci, ma sarete in grado di sostenere i principi quando accadrà veramente? Potreste ritrovarvi di nuovo così spaventati da nascondervi sotto il tavolo. Fa male vedere la figura pietosa e deplorevole che fanno coloro che non capiscono la verità quando accade loro qualcosa! È così miserevole! Quando qualcuno li tormenta, non hanno il coraggio di dire nulla, e la paura permane in loro anche dopo. Sono spaventati a morte. Quanto è scarsa la statura di qualcuno che non sa riconoscere una persona malevola quando la vede. Un simile individuo non comprende la benché minima verità. Non è forse miserevole? Le persone malevole vivono in virtù dei pugni; vivono opprimendo gli altri, maltrattando i buoni e traendo vantaggi a spese altrui; vivono in virtù della propria natura maligna e della propria indole feroce, portando gli altri a temerle, a ingraziarsele e a ossequiarle. Trovano fantastico vivere così. Costoro non sono degli emeriti fuorilegge? Non sono forse briganti e banditi? Voi non siete persone malevole, ma vi trovate in stati di questo tipo? Non vivete anche voi in virtù di queste cose? Quando uno di voi è posto a collaborare con qualcun altro e vede che è giovane, pensa: “Tu non capisci nulla. Io posso maltrattarti e tu non puoi farci niente. Sono più forte di te e mi trovo a un gradino più alto; sono più grosso di te e i miei pugni sono più possenti, quindi posso maltrattarti”. In virtù di cosa vivono coloro che fanno questo? In virtù dei pugni; questo è vivere e agire secondo un’indole feroce. Quando costoro vedono una persona ingenua, la maltrattano, e quando vedono una persona temibile si nascondono. Opprimono i deboli e temono i forti. Alcuni individui malevoli temono di restare esclusi quando vedono che la gente li evita, quindi scelgono qualche persona ingenua e vigliacca con cui interagire e fare amicizia. In questo modo accrescono il proprio potere, per poi indurre queste persone ingenue e vigliacche a tormentare i buoni, ad attaccare coloro che perseguono la verità e a tormentare tutti coloro che manifestano malcontento o insubordinazione nei loro confronti. Da ciò risulta evidente che un individuo malevolo nutre un intento e uno scopo quando stringe amicizia con alcune persone ingenue. In sintesi, se non sei in grado di accettare la verità o di valutare se stai compiendo il male oppure il bene con i tuoi comportamenti e le tue azioni, allora, che tu sia una persona buona o cattiva e a prescindere da quanti anni sono che credi in Dio, non sarai capace di vero pentimento. Forse non sei una persona con un’indole maligna e stai solo vivendo secondo filosofie sataniche. Magari non hai fatto del male, oppure hai accumulato qualche buona azione, ma comunque non stai vivendo secondo la verità. Stai vivendo secondo cose che non hanno nulla a che fare con la verità. In sintesi, fintanto che possiedi un’indole satanica corrotta, allora, a prescindere da quanti anni sono che credi in Dio, è possibile che tu stia vivendo secondo cose che non hanno nulla a che fare con la verità. Potrebbe trattarsi di cose tangibili o intangibili; potresti avere consapevolezza di esse o non averne affatto; potrebbero provenire dall’esterno o essere cose che hanno radici profonde e solide nella tua indole: in ogni caso, nessuna di esse è la verità. Derivano tutte dall’umanità corrotta stessa o, per essere precisi, provengono da Satana. Dunque, quando le persone vivono secondo queste cose sataniche, che tipo di strada stanno percorrendo esattamente? Stanno seguendo la via di Dio? Certamente no. Se qualcuno nelle sue azioni e nei suoi comportamenti non sta mettendo in pratica la verità, allora, a rigor di termini, non sta svolgendo il dovere di un essere creato. Esteriormente potrà anche star svolgendo un dovere, ma c’è una certa distanza tra questo e lo standard per lo svolgimento di un dovere, soprattutto perché il modo in cui lo sta facendo è adulterato dalle sue intenzioni e da un approccio transazionale. Potrà anche star svolgendo un dovere, ma non è leale né possiede dei principi, e di certo questo suo modo di agire non sta producendo risultati concreti. Questo dimostra che, nello svolgimento del suo dovere, costui in realtà fa molte cose che non hanno nulla a che vedere con la verità. Nessuna di queste cose coinvolge le verità principi; le fa tutte in base alle proprie fantasie e alle proprie preferenze. Come può un simile svolgimento del dovere essere approvato da Dio?

Abbiamo condiviso in merito a questi stati in tutti i loro aspetti. Ora sapete valutare in base a cosa vivete? Che sia nello svolgimento del vostro dovere o nella vostra vita quotidiana, vivete spesso secondo la verità? (No.) Nelle nostre condivisioni vi smaschero sempre, e voi sentite di aver vissuto una vita disonorevole. Avete perso la fiducia in voi stessi, non vi sentite più tanto splendidi. E ci sono molte cose a cui vi vergognate di dar voce: non vi sentite più così giustificati nell’essere benedetti o nell’ottenere una buona destinazione in futuro. Che cosa si deve fare a questo proposito? È positivo smascherare ciò che siete stati? (Sì.) E qual è dunque lo scopo di smascherarvi del tutto? Le persone devono avere una chiara cognizione del tipo di stato in cui stano vivendo, di quali sono gli stati in cui stanno vivendo; devono avere una chiara cognizione di quale strada stanno percorrendo, del loro modo di vivere, di quali comportamenti anormali manifestano, di quali cose inappropriate fanno, del fatto che vivendo come vivono possano o meno guadagnare la verità e presentarsi davanti a Dio. Queste sono le cose più importanti. Tu potresti dire: “Ho la coscienza pulita riguardo a come sto vivendo. Non mi sono mai sentito turbato né scontento in merito e non mi sono mai sentito vuoto”. Ma cosa ne consegue? Dio ne è contrariato. Non stai seguendo la Sua strada. La strada che stai percorrendo non è la vera strada della vita umana, quella che Dio ti indica, bensì una strada che tu, in una pia illusione, hai trovato attraverso le tue fantasie. Nonostante ti sia dato da fare di buon grado e abbia corso di qua e di là, quale sarà alla fine il tuo esito? Saranno i tuoi intenti, i tuoi desideri e la strada che percorri a danneggiarti e a rovinarti: la tua fede in Dio è destinata a fallire. Cosa significa che la fede in Dio di qualcuno è destinata a fallire? (Che costui non otterrà alcun esito.) A considerare la questione ora, sarà una conseguenza del fatto che non hai guadagnato la verità. Avrai creduto in Dio per anni, ma senza concentrarti sul guadagnare la verità, e così arriverà il giorno in cui, per un motivo o per l’altro, verrai rivelato ed eliminato. E a quel punto sarà troppo tardi per i rimpianti. Tu dici: “Questo è un modo ragionevole di vivere per me! Mi sento sicuro nel vivere così e ho il cuore alquanto pieno e ricco”. Servirà a qualcosa, allora? Che il modo in cui percorri la strada della fede in Dio, il modo in cui vivi e le cose secondo cui vivi siano giusti o meno dipende dai risultati. Vale a dire, dipende dal fatto che in ultima analisi tu guadagni la verità, che possieda o meno una vera testimonianza, che la tua indole di vita sia cambiata e che tu abbia vissuto una vita di valore. Se avrai conseguito tutti questi risultati, allora riceverai l’approvazione di Dio e la lode del Suo popolo eletto, a dimostrazione del fatto che starai percorrendo la strada giusta. Se non hai ottenuto questi risultati positivi, e non possiedi né una vera testimonianza esperienziale né un vero cambiamento della tua indole di vita, ciò dimostra che non sei sulla strada giusta. È facile da capire, detto così? In breve, indipendentemente da come tu possa vivere, per quanto sia l’agio di cui godi nella vita e per quanto tu possa ottenere l’approvazione da parte degli altri, non è questo il nocciolo della questione. Tu dici: “C’è molto di cui godere nel mio modo di vivere e di praticare. Provo una grande sensazione di benessere, di essere onorato, e ne vengo corroborato”. Non ti stai prendendo in giro da solo? Supponiamo che qualcuno ti chieda: “Hai praticato l’onestà? Cosa ti ha messo in difficoltà in questa pratica? Quali circostanze ti rendono difficile essere una persona onesta? Parlamene un po’, se ne hai esperienza. Possiedi una testimonianza del fatto che ami Dio? Hai esperienza dell’amare Dio e del sottometterti a Lui? Hai esperienza di come la tua indole è cambiata dopo che hai accettato il giudizio, il castigo e la potatura? Quali cose peculiari sperimentate lungo il tuo cammino di crescita nella vita hanno portato la tua vita a trasformarsi costantemente e ad avvicinarsi sempre di più alla meta che Dio ha stabilito per te e che ti chiede di raggiungere?” Se non possiedi delle risposte chiare a queste domande, se questo è qualcosa che non sai, ciò dimostra che non sei sulla strada giusta: è chiaro come il sole.

Le parole su cui abbiamo appena condiviso sono solo semplici affermazioni. Ci sono alcuni punti meno rilevanti che non richiedono un’elaborazione dettagliata. Fare le cose secondo la propria perseveranza, per esempio, o secondo la propria bontà di cuore, o secondo la propria disponibilità a soffrire oppure secondo le proprie nozioni e fantasie, e così via, nessuna di queste cose è vivere secondo la verità. Questi sono tutti esempi di persone che vivono secondo le loro illusioni, la loro indole corrotta, la loro bontà umana e le filosofie di Satana. Tutte queste cose provengono dall’intelletto dell’uomo e, volendo spingersi oltre, da Satana. Vivendo secondo queste cose non si potrà mai soddisfare Dio. Egli non le vuole, per quanto positive siano, poiché esse non sono la pratica della verità. Vivere secondo queste cose significa vivere secondo le filosofie e l’indole corrotta di Satana. È un insulto a Dio. Non è una vera testimonianza. Se tu dicessi: “So che queste azioni sono semplice amorevolezza di cuore, cosa non conforme alle verità principi; non è così che dovrei praticare”, con una vera comprensione di ciò nel tuo cuore e percependo che è sbagliato agire in questo modo, allora possiederesti conoscenza. La tua prospettiva subirebbe un cambiamento. Questo è il risultato che Dio vuole. Devi sapere dove si trovano le tue distorsioni. Cambia la tua prospettiva, abbandona le tue nozioni e arriva a comprendere la verità e le intenzioni di Dio. Una volta che l’avrai fatto, pratica per gradi in questa direzione e intraprendi il cammino corretto. Questa è per te l’unica speranza di realizzare l’obiettivo che Dio ti ha assegnato. Se non pratichi e non accedi al cammino richiesto da Dio, e invece dici: “Questo è ciò che sto facendo. Non resto mica senza far nulla: sto svolgendo il mio dovere. Sono un essere creato, ne sono certo, e ho riconosciuto il mio Creatore”, questo sarà utile? No. Ti stai opponendo a Dio: sei intransigente! È arrivato il momento di scegliere una strada nella vita. Ciò che è fondamentale è quello che devi fare per seguire la strada che Dio ti chiede di percorrere. In primo luogo, non operare sulla base di nozioni e fantasie umane; in secondo luogo, non operare sulla base di aspirazioni umane; in terzo luogo, non operare sulla base di preferenze umane; in quarto e ultimo luogo, non operare sulla base dell’emotività umana. Soprattutto, non operare sulla base di un’indole corrotta. Non devi esitare a liberarti di queste cose. Qualunque capitale tu possieda, per Dio è roba inutile, spazzatura da quattro soldi, al cento per cento, e non si avvicina minimamente alla realtà. Devi buttare via queste cose, una per una, abbandonarle tutte, e capirai sempre più che solo ciò che si guadagna facendo affidamento sulla pratica della verità ha valore ed è conforme agli standard dei requisiti posti da Dio all’uomo. Tutto ciò che proviene dall’uomo è privo di valore e in ultima analisi inutile, a prescindere da quanto tu ne apprenda. Si tratta di spazzatura da quattro soldi, di nient’altro che rifiuti; solo la verità che Dio dona all’uomo è un tesoro e la vita. Essa ha un valore eterno. Tu sostieni sempre ciò che possiedi, pensando: “Mi ci sono voluti anni di studio faticoso per acquisire le mie capacità. I miei genitori si sono impegnati così tanto per me, hanno speso così tanto denaro e pagato un tale prezzo, in sangue, sudore e lacrime: come posso analizzare e condannare tutto questo con tale leggerezza? È qualcosa di smisurato, una questione di vita o di morte! Come potrò vivere senza queste cose?” Quanto sei sciocco. Se vivi secondo queste cose, sei destinato a finire all’inferno. Devi vivere secondo le parole di Dio. Cambia il tuo modo di vivere; lascia entrare le parole di Dio e liberati delle tue vecchie cose. Devi analizzare queste ultime e acquisirne conoscenza, aprirti su di esse e mostrarle a tutti, in modo che il gruppo possa guadagnare discernimento. Senza rendertene conto, arriverai a detestarle, a detestare ciò che un tempo amavi, a detestare ciò su cui una volta facevi affidamento per sopravvivere, a detestare le cose che un tempo credevi fossero la tua vita e che più avevi a cuore. Questo è il modo per isolare queste cose e separartene completamente, questa è la via per l’autentica comprensione della verità e verso il percorso di pratica della verità. Naturalmente, si tratta di un processo complicato e difficile, nonché doloroso. Ma è un processo a cui l’uomo deve sottoporsi. Evitarlo non porterà a nulla. Sperimentare l’opera di Dio è come essere curato per una malattia: se hai un tumore, l’unico modo per guarire è sottoporti a un’operazione. Se eviti il tavolo operatorio e il bisturi che sezionerà e asporterà il tumore, non verrai curato e non guarirai.

Molti considerano coloro che sono onesti degli sciocchi, e pensano: “Seguono tutto ciò che Dio dice. Egli dice di essere persone oneste, e loro lo fanno davvero; dicono la verità, senza mai pronunciare una sola menzogna. Sono degli sciocchi, non è vero? Si può essere onesti, ma solo nella misura in cui non si subiscono perdite né danni. Non si può semplicemente dire tutto! Aprirsi su ogni singola cosa è da sciocchi, no?” Pensano che essere onesti sia da sciocchi. È così? Le persone oneste sono le più intelligenti di tutte, poiché la loro convinzione è: “Tutte le parole di Dio sono la verità, ed essere onesti è la verità, quindi per ottenere l’approvazione di Dio le persone dovrebbero essere oneste. Pertanto, qualsiasi cosa Dio dica, la farò; mi spingerò fino a dove Lui vuole che mi spinga. Dio mi chiede di sottomettermi, e io mi sottometterò e continuerò a farlo per sempre. Non mi importa se qualcuno mi ritiene uno sciocco: mi basta l’approvazione da parte di Dio”. Una persona del genere non è forse la più intelligente di tutte? Ha compreso con precisione cosa è importante e cosa no. Ci sono persone che hanno secondi fini e che pensano: “Sottomettersi in tutto sarebbe sciocco, no? Non denota forse mancanza di autonomia? Qualcuno può possedere dignità se non ha nemmeno sé stesso? Ci è di sicuro concesso di mantenere un po’ di dignità personale, o no? Non possiamo sottometterci completamente, giusto?” E così praticano la sottomissione in modo drasticamente contenuto. Ciò può mai soddisfare i criteri di pratica della verità? No, niente affatto! Se non metti in pratica la verità in base ai principi, al contrario optando sempre per vie di compromesso che non si dirigono né verso la verità né verso Satana e si mantengono invece nel mezzo, stai dunque praticando la verità? Questa è la filosofia di Satana, ciò che Dio detesta di più. Dio detesta questo atteggiamento dell’uomo nei confronti della verità; detesta che le persone nutrano sempre dubbi sulla verità e sulle Sue parole, che siano sempre diffidenti nei confronti delle Sue parole, o che adottino sempre un atteggiamento discriminatorio, sprezzante e irriverente. Non appena assumi questo atteggiamento nei confronti di Dio, dubitando e diffidando di Lui, mettendoLo in discussione, analizzandoLo e fraintendendoLo, studiandoLo e cercando di soppesarLo con la tua mente continuamente, Dio ti rimarrà nascosto. E puoi ancora acquisire la verità una volta che Dio ti resta nascosto? Tu rispondi: “Certo! Leggo le parole di Dio ogni giorno, sono sempre presente alle riunioni, ascolto i sermoni ogni settimana, e dopo averli ascoltati rifletto su di essi e prendo appunti ogni giorno. Inoltre, canto inni e prego. Penso che lo Spirito Santo operi in me”. Ciò produrrà dei risultati? Questi modi di credere in Dio vanno bene, ma non sono queste le cose cruciali; ciò che è cruciale è che tu sia il giusto tipo di persona e che abbia il cuore giusto: solo allora Dio non ti nasconderà il Suo volto. Se Dio non ti nasconde il Suo volto, e invece ti illumina e ti guida costantemente e ti porta a comprendere le Sue intenzioni e la verità in ogni cosa, così che alla fine tu acquisisca la verità, otterrai un’enorme benedizione. Se invece non hai un cuore giusto e non fai che dubitare di Dio, stare sulla difensiva nei Suoi confronti, metterLo alla prova e fraintenderLo con la tua meschina intelligenza e le tue meschine opinioni, o con le tue conoscenze e le tue filosofie sataniche, allora sei nei guai. Alcuni vanno oltre lo stare sulla difensiva nei confronti di Dio, il metterLo alla prova, il dubitare di Lui e il fraintenderLo, e arrivano a opporGli resistenza e a osteggiarLo. Costoro sono diventati Satana e sono in guai peggiori. Non comprenderai la verità limitandoti a capire il significato letterale delle sue parole e della sua semplice dottrina. Comprendere la verità non è una cosa semplice. La maggior parte delle persone si affanna in preda a questo equivoco e non inverte rotta nemmeno dopo che le è stato rimarcato più volte. Pensano: “Ogni giorno leggo le parole di Dio, ascolto i sermoni e le condivisioni, e svolgo il mio dovere anno dopo anno. Sono come un seme in un campo: anche se non lo si innaffia o non lo si concima, crescerà lentamente da sé grazie alla pioggia e in autunno darà i suoi frutti”. Non è così che funziona. Ciò che è fondamentale è il fatto che una persona cooperi, il suo modo di cooperare, il suo cuore e il suo atteggiamento verso la verità e verso Dio. Sono queste le cose di vitale importanza. Esse non riguardano anche ciò secondo cui una persona vive? (Sì.) Se vivi sempre secondo le preferenze umane e le filosofie sataniche, mettendoti continuamente sulla difensiva nei confronti di Dio e non prendendo le Sue parole come verità, allora Dio smetterà di interessarSi a te. E cosa potrai ottenere allora, quando Egli smetterà di interessarSi a te? Se il Creatore ti ignora, allora non sei più il Suo essere creato. Se ti considera come un diavolo, come Satana, potrai ancora presentarti davanti a Dio? Sarai ancora oggetto della Sua salvezza? Avrai ancora la speranza di essere salvato? Impossibile. Pertanto, non importa che tipo di vita tu conduca in casa, che tipo di levatura possieda o quanto siano eccellenti i tuoi doni, né importa quale lavoro tu esegua nella chiesa, quale dovere tu svolga o quale sia il tuo ruolo. Non importa che tipo di trasgressioni tu abbia commesso in passato, o in quale stato ti trovi attualmente, o il tuo grado di crescita nella vita, né quanto sia elevata la tua statura. Niente di tutto questo è importante. La cosa più importante è che tipo di rapporto hai con Dio, se dubiti di Lui e Lo fraintendi continuamente o se non fai che sottoporLo a esame, se il tuo cuore è nella giusta condizione. Queste cose sono fondamentali. Come possono le persone conoscere queste cose fondamentali? Per farlo, devono sempre esaminare sé stesse, senza andare in giro in preda alla confusione come fanno i non credenti, guardando video laici, giocando e perdendo tempo quando non c’è niente da fare. Come può una persona svolgere un dovere se il suo cuore non sa presentarsi al cospetto di Dio? Se non ti sforzi di presentarti davanti a Dio, Egli non ti costringerà a farlo, poiché Dio non obbliga le persone a fare le cose. Dio esprime la verità in modo che le persone possano comprenderla e accettarla. Se le persone non tornano al cospetto di Dio, come potranno accettare la verità? Se le persone sono sempre passive, se non cercano Dio o non hanno bisogno di Lui nel loro cuore, come potrà lo Spirito Santo operare in loro? Quindi, dal momento che credi in Dio, non è forse fondamentale che tu Lo ricerchi e che collabori con Lui in modo proattivo? È questo il tuo compito! Se per te credere in Dio è solo un qualcosa di secondario, un hobby opzionale, sei nei guai! Alcuni sono tuttora dei credenti e hanno ascoltato moltissimi sermoni, eppure pensano ancora che credere in Dio equivalga a credere nella religione, che sia un hobby da coltivare nel tempo libero. Con quanta frivolezza considerano la fede in Dio! Persino adesso, in questa fase, mantengono questo punto di vista. Nella loro fede in Dio, non solo non hanno saputo stabilire con Lui un rapporto normale, ma neanche un rapporto in senso assoluto. Se Dio non ti riconosce come Suo seguace, puoi ancora sperare di essere salvato? No. Ecco perché è importante stabilire un rapporto normale con Dio! Su quali basi, dunque, si stabilisce questo rapporto normale? Sulla base della cooperazione da parte delle persone. Quindi, che tipo di posizione o punto di vista devono adottare le persone? Quale dovrebbe essere il loro stato? Che tipo di volontà devono possedere? Come tratti la verità nel tuo cuore? Mettendola in dubbio? Ponendola sotto esame? Con diffidenza? Con rifiuto? Se nutri queste cose, hai forse il cuore giusto? (No.) Se intendi avere un cuore giusto, che tipo di atteggiamento devi assumere? Devi avere un cuore di sottomissione. Qualunque cosa Dio dica, qualunque cosa Egli richieda, devi essere intenzionato a sottometterti a essa, senza dubbi e senza giustificazioni. Questo è l’atteggiamento giusto. Devi avere fede, accettare e sottometterti, senza alcuna concessione. Il non fare concessioni si può ottenere immediatamente? No, ma devi cercare di entrarvi. Immagina che Dio ti dica: “Tu sei malato”, e tu risponda: “No, non lo sono”. Non sarebbe un problema; magari non ci credi. Ma poi Dio ti dice: “Sei molto malato. Prendi delle medicine”, e tu rispondi: “Non sono malato, ma tanto vale prendere delle medicine, come dici Tu. Non mi faranno male, in ogni caso, e se sono malato forse sarà meglio così. Ne prenderò un po’”. Le prendi e ti senti fisicamente diverso rispetto a prima; continui a prenderle, secondo il dosaggio prescritto, e dopo un po’ cominci a sentirti sempre meglio fisicamente. A quel punto credi nel fatto che la malattia di cui Dio parlava fosse in effetti reale. A quale risultato porta questo tipo di pratica? Vieni guarito dalla tua malattia perché hai creduto e ti sei sottomesso alle parole di Dio. Sebbene la prima volta tu non abbia preso tutte le medicine che Dio ti aveva detto di prendere, indulgendo un po’ in favore di te stesso, nutrendo un po’ di diffidenza e mostrandoti un po’ rancoroso e riluttante, alla fine hai preso le medicine come Dio ti aveva detto e ne hai avvertito i benefici. Così hai continuato a prenderle, e più ne prendevi, più la tua fede aumentava, e sei arrivato a percepire sempre più che le parole di Dio erano giuste e che tu sbagliavi, e che non avresti dovuto dubitare delle Sue parole. E alla fine, quando hai assunto tutte le medicine che Dio ti ha chiesto di prendere, la tua salute si è ristabilita. A quel punto, la tua fede in Dio non diventerebbe sempre più autentica? Sapresti che le parole di Dio sono giuste, che dovresti sottometterti a Lui senza concessioni e praticare le Sue parole senza concessioni. Qual è il succo di questo esempio? La tua ipotetica malattia corrisponde all’indole corrotta dell’uomo, mentre prendere le medicine rappresenta l’accettazione del giudizio e del castigo da parte di Dio. Il messaggio principale è che, se le persone sono capaci di accettare il giudizio e il castigo da parte di Dio, la loro corruzione può essere purificata e loro possono raggiungere la salvezza. Questo è ciò che si ottiene sperimentando l’opera di Dio. Avete paura di fallire? Tu potresti dire: “Devo puntare alla perfezione. Dio ha detto che devo sottomettermi in modo assoluto, senza concessioni. Quindi, devo ottenere una sottomissione assoluta alle Sue parole la prima volta che le pratico. Se non ci riesco questa volta, aspetterò la prossima occasione e semplicemente non praticherò la sottomissione questa volta”. Questo è un buon modo di essere? (No.) Dal punto di vista di Dio, c’è un processo per la pratica della verità da parte delle persone. Egli dà loro delle possibilità. Quando qualcuno si trova in uno stato corrotto, Dio lo smaschera e dice: “Hai fatto delle concessioni, non mostri sottomissione, sei ribelle”. Ebbene, qual è l’obiettivo di Dio nell’esporre questo stato? Portarti a fare sempre meno concessioni, a praticare sempre di più la sottomissione e a rendere la tua comprensione sempre più pura e vicina alla verità, così da riuscire a sottometterti veramente a Dio. Dio ti ha punito mentre ti stava smascherando? Quando Egli ti pota e ti sottopone a delle prove, ti sta semplicemente impartendo la Sua disciplina e castigando. Vieni leggermente smascherato e rimproverato e soffri un po’, ma Dio ti ha forse privato della vita? (No.) Non ti ha tolto la vita e non ti ha consegnato a Satana. In questo si può vedere la Sua intenzione. E qual è la Sua intenzione? Egli vuole salvarti. A volte, dopo una minima avversità, le persone diventano riluttanti e pensano: “Non piaccio a Dio. Non ho speranza”. Sei nei guai se fraintendi sempre Dio in questo modo. Ciò rallenta molto la tua crescita nella vita. Quindi, qualunque sia il momento, che tu sia debole o forte, che ti trovi in uno stato positivo o cattivo, qualunque sia il tuo grado di crescita nella vita, non hai bisogno di preoccuparti di queste cose ora. Preoccupati solo di mettere in pratica le parole che Dio ha pronunciato, anche se stai solo tentando di farlo. Anche questo va bene. Cerca seriamente di collaborare e fa’ ciò che sei in grado di fare; entra nello stato di cui parlano le parole di Dio; vedi come ti fa sentire praticare le verità che Dio ha espresso, se ne trai beneficio e se possiedi ingresso nella vita. Devi imparare a impegnarti in direzione della verità. Le persone non capiscono il processo di crescita nella vita. Sperano sempre di costruire Roma in un giorno, pensando: “Se non riesco a ottenere una sottomissione totale, allora non mi sottometterò proprio. Mi sottometterò solo quando saprò farlo completamente. Non sarò spudorato al riguardo. Questo dimostra quanta grinta ho, quanto carattere e quanta dignità possiedo!” E questa sarebbe “grinta”? Si tratta di ribellione e di intransigenza!

Riflettete bene su ciò su cui abbiamo appena condiviso. Abbiamo terminato la nostra condivisione su quattro sottoinsiemi della domanda: “In base a cosa hanno vissuto le persone in tutti i loro anni di fede in Dio?” Le persone vivono in base ai loro doni, alla loro conoscenza, al loro cuore puro come quello di un bambino e alle filosofie di Satana. Capite quello che avete sentito su questi quattro stati? Riuscite a distinguere quali aspetti di essi si manifestano in voi? Siete in grado di comprenderlo? Abbiamo condiviso su queste cose in passato? Può darsi che abbiate compreso in parte alcuni stati e che ne sappiate qualcosa, ma non in modo pertinente alla pratica della verità o all’argomento della nostra condivisione di oggi. Oggi abbiamo condiviso in merito a questi stati dal punto di vista del tema e dell’angolazione “In base a cosa hanno vissuto le persone in tutti i loro anni di fede in Dio?” Questo si avvicina un po’ di più alla pratica della verità e al vivere in base a essa. Ho un’altra domanda. Prendetene nota. È: quali sono le cose che ami di più? Qual è l’atteggiamento di Dio verso le cose che ami di più? In futuro ci dedicheremo a condividere su questo. Oggi abbiamo esposto principalmente alcuni stati negativi che derivano da ciò su cui le persone si basano per vivere; non abbiamo condiviso su come praticare la verità in riferimento specifico a questi stati negativi. Nonostante non abbiamo condiviso al riguardo, sapete in cosa questi stati sono sbagliati? Da dove derivano i problemi? In quale indole rientrano? In che modo andrebbe messa in pratica la verità? Quando si presentano queste cose, quando possiedi tali stati e tali metodi, sai in che modo dovresti utilizzare la verità per estirparli? Quali verità dovresti praticare? La cosa importante, la prima che dovresti fare ora, è iniziare a capire questi stati e ad analizzare te stesso. Quando vivi in questi stati, dovresti quanto meno sapere in cuor tuo che sono sbagliati. Rettificarli è il passo successivo all’acquisizione della consapevolezza che sono sbagliati. Se non sai se sono giusti o sbagliati, né in cosa sono sbagliati, come puoi rettificarli? Quindi, il primissimo passo da compiere è essere in grado di discernere se questi stati sono giusti o sbagliati. Solo dopo aver fatto questo potrai sapere come va praticato il passo successivo. Oggi abbiamo condiviso solamente su alcuni dei vari stati di corruzione dell’uomo, e c’è stato così tanto da dire. Quindi, per quanto riguarda i dettagli di come esattamente possiate arrivare a vivere secondo la verità, approfondite la questione da soli. Dovreste essere in grado di ottenere dei risultati.

5 settembre 2017

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