19. Come approcciare il matrimonio

Parole della Bibbia

“Poi Jahvè Dio disse: ‘Non è bene che l’uomo sia solo; Io gli farò un aiuto che gli sia convenevole’” (Genesi 2:18).

“Allora Jahvè Dio fece cadere un profondo sonno sull’uomo, che s’addormentò; e prese una delle costole di lui, e richiuse la carne al posto d’essa. E Jahvè Dio, con la costola che aveva tolta all’uomo, formò una donna e la menò all’uomo. E l’uomo disse: ‘Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall’uomo’. Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e saranno una stessa carne” (Genesi 2:21-24).

“Alla donna disse: ‘Io moltiplicherò grandemente le tue pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore partorirai figli; i tuoi desideri si volgeranno verso tuo marito ed egli dominerà su di te’. Ad Adamo disse: ‘Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato del frutto dall’albero circa il quale io ti avevo ordinato di non mangiarne, il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e rovi, e tu mangerai l’erba dei campi; mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai’” (Genesi 3:16-19).

Parole di Dio Onnipotente degli ultimi giorni

Il matrimonio origina e deriva dalla creazione compiuta di Dio. Egli ha creato il primo uomo, che aveva bisogno di una compagna che lo aiutasse e gli stesse accanto, che vivesse con lui, e così Dio gliel’ha creata, e da lì è nato il matrimonio umano. Tuto qui. È molto semplice. Questa è la comprensione basilare del matrimonio che dovreste possedere. Il matrimonio proviene da Dio, è disposto e decretato da Lui. Come minimo, si può affermare che non è una cosa negativa, anzi, che è una cosa positiva. Si può anche dire con precisione che il matrimonio è qualcosa di appropriato, che è un passo appropriato nel corso della vita umana e nel processo di esistenza delle persone. Non è qualcosa di malvagio, né uno strumento o un mezzo volto a corrompere l’umanità; è appropriato e positivo, poiché è stato creato, decretato e, naturalmente, disposto da Dio. Il matrimonio umano trova la sua origine nella creazione compiuta da Dio, ed è qualcosa che Egli ha disposto e decretato personalmente; quindi, considerandolo da questa prospettiva, l’unico punto di vista che si dovrebbe nutrire riguardo al matrimonio è che proviene da Dio, che è una cosa appropriata e positiva, e non un qualcosa di negativo, malvagio, egoistico o oscuro. Non deriva dall’uomo, né da Satana, e tanto meno si è sviluppato organicamente all’interno della natura; è stato invece Dio a crearlo, disporlo e decretarlo per Sua mano. Questo è assolutamente fuor di dubbio. Ecco quali sono la definizione e il concetto più originari e precisi di matrimonio.

La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (9)”

Il vero significato del matrimonio non è solo la riproduzione della razza umana ma, cosa ancora più importante, è che dispone un partner per ogni uomo e ogni donna, che resti loro accanto in ogni momento della vita, sia esso difficile e doloroso, oppure facile, gioioso e felice: in ogni cosa che accade hanno qualcuno con cui confidarsi, che è un tutt’uno con loro nel cuore e nella mente, e che condivide le loro sofferenze, i loro dolori, la loro felicità e la loro gioia. Questo è il significato del fatto che Dio ha disposto il matrimonio per le persone, ed è il bisogno soggettivo di ogni singolo individuo. Quando Dio ha creato gli esseri umani, non voleva che si sentissero soli, così ha disposto per loro il matrimonio. All’interno del matrimonio, l’uomo e la donna assumono ruoli diversi e la cosa più importante è che si accompagnano e si sostengono a vicenda, vivendo bene ogni giorno e avanzando bene lungo la strada della vita. Per dirne una, possono restarsi accanto e, per dirne un’altra, possono sostenersi a vicenda: questo è il significato del matrimonio, questa la necessità della sua esistenza. Naturalmente, questi sono anche la comprensione e l’atteggiamento che le persone dovrebbero avere nei confronti del matrimonio, nonché la responsabilità e l’obbligo che dovrebbero adempiere verso di esso.

La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (9)”

Il matrimonio è un evento chiave nella vita di qualunque persona; è il momento in cui si comincia davvero ad assumersi vari tipi di responsabilità e a portare gradualmente a termine diversi generi di missione. Gli individui nutrono molte illusioni sul matrimonio prima di sperimentarlo personalmente, ed esse sono tutte piuttosto belle. Le donne immaginano che la loro dolce metà sarà il Principe Azzurro, e gli uomini immaginano di sposare Biancaneve. Queste fantasie servono a dimostrare che ciascuno ha determinate aspettative sul matrimonio, la propria serie di esigenze e di parametri. Benché in questa epoca malvagia le persone siano costantemente bombardate da messaggi distorti sul matrimonio, che creano aspettative ancora maggiori e conferiscono alle persone ogni genere di preconcetto e di atteggiamento bizzarro, chiunque abbia sperimentato l’unione matrimoniale sa che, comunque la si intenda e qualunque atteggiamento si abbia nei suoi confronti, essa non è una questione di scelta individuale.

Si incontrano molte persone nella vita, ma nessuno sa chi diventerà il suo coniuge. Benché tutti abbiano le proprie idee e posizioni personali sull’argomento del matrimonio, nessuno può prevedere chi alla fine diventerà veramente la sua anima gemella, e le idee personali al riguardo contano poco. Dopo aver incontrato qualcuno che ti piace, puoi corteggiarlo; ma non spetta a te decidere se sia interessato a te o se sia in grado di diventare il tuo partner. L’oggetto del tuo amore non è necessariamente la persona con cui potrai condividere la vita; nel frattempo qualcuno che non ti saresti mai aspettato potrebbe silenziosamente entrare nella tua esistenza e diventare il tuo partner, l’elemento più importante del tuo destino, la tua dolce metà, cui la tua sorte è legata indissolubilmente. Così, sebbene ci siano milioni di matrimoni nel mondo, ognuno è diverso: quanti sono insoddisfacenti, quanti felici; quanti si distribuiscono da est a ovest, quanti da nord a sud; quanti sono unioni perfette, quanti vengono celebrati tra persone dello stesso ceto sociale; quanti sono felici e armoniosi, quanti penosi e dolorosi; quanti suscitano l’invidia degli altri, quanti sono incompresi e visti di cattivo occhio; quanti sono pieni di gioia, quanti sono inondati di lacrime e provocano disperazione… In questa miriade di categorie, gli esseri umani rivelano lealtà e impegno permanente verso il matrimonio; mostrano amore, attaccamento e inseparabilità, o rassegnazione e incomprensione. Alcuni tradiscono il proprio matrimonio o arrivano persino a odiarlo. A prescindere dal fatto che il matrimonio in sé porti felicità o dolore, la missione di tutti al suo interno è prestabilita dal Creatore e non cambierà; tutti devono realizzarla. Il destino di ogni singola persona celato dietro ogni matrimonio è immutabile; è stato determinato con largo anticipo dal Creatore.

La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico III”

Il matrimonio è un momento importante nella vita di una persona. È il prodotto del suo destino e un legame cruciale nella sua sorte; non si fonda sulla sua volontà o sulle sue preferenze individuali e non è influenzato da alcun fattore esterno, bensì è completamente determinato dai destini delle due parti in causa, dalle disposizioni e dalle predeterminazioni del Creatore riguardo alla sorte di ambedue i membri della coppia. In apparenza, lo scopo del matrimonio è perpetuare la razza umana, ma in realtà esso non è altro che un rituale cui ci si sottopone durante il compimento della propria missione. Il ruolo che le persone svolgono nel matrimonio non è soltanto quello di educare la generazione successiva; esse si assumono tutti i diversi ruoli inerenti il mandare avanti un matrimonio e le missioni che tali ruoli richiedono loro di portare a termine. Poiché la nascita influenza il cambiamento delle persone, degli eventi e delle cose circostanti, anche il matrimonio influenzerà inevitabilmente questi eventi, persone e cose e, inoltre, li trasformerà tutti in modi diversi.

Quando un individuo diventa indipendente, comincia il suo viaggio nella vita, che lo conduce passo dopo passo verso le persone, gli eventi e le cose legate al suo matrimonio. Allo stesso tempo, l’altro partecipante a quel matrimonio si avvicinerà, passo dopo passo, alle stesse persone, agli stessi eventi e alle stesse cose. Sotto la sovranità del Creatore, due persone slegate che condividono destini intrecciati entrano lentamente in un singolo matrimonio e diventano, miracolosamente, una famiglia, come “due locuste aggrappate alla stessa corda”. Così, quando una persona si sposa, il suo viaggio nella vita influenzerà e interesserà quello del partner, e viceversa. In altre parole, i destini umani sono interconnessi e nessuno può compiere la propria missione nella vita o svolgere il proprio ruolo in modo del tutto indipendente dagli altri. La nascita influenza un’enorme catena di relazioni; anche la crescita comporta una catena complessa di relazioni; allo stesso modo, il matrimonio esiste e prosegue inevitabilmente in una rete ampia e complessa di rapporti umani, coinvolgendo ogni membro di tale rete e influenzando il destino di tutti coloro che ne fanno parte. Un matrimonio non è il prodotto delle famiglie di entrambi i membri, delle condizioni in cui sono cresciuti, del loro aspetto, della loro età, della loro levatura, dei loro talenti o di qualunque altro fattore; piuttosto, scaturisce da una missione condivisa e da un destino collegato. Questa è l’origine del matrimonio, un prodotto del destino umano orchestrato e disposto dal Creatore.

La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico III”

Non dovresti avere fantasie soggettive o irrealistiche sul matrimonio, su chi o che tipo di persona il tuo partner debba essere; dovresti avere un atteggiamento di sottomissione a Dio, sottometterti a quanto Egli dispone e decreta e confidare che Egli preparerà la persona più adatta a te. Non è forse necessario avere un atteggiamento di sottomissione? (Sì.) In secondo luogo, devi abbandonare i criteri di scelta del partner che ti sono stati inculcati dalle tendenze malvagie della società e adottarne di corretti, ovvero che il tuo partner sia quanto meno una persona che crede in Dio come te e che percorre il tuo stesso cammino; questo da una prospettiva generale. Inoltre, il tuo partner deve essere in grado di adempiere alle responsabilità che spettano a un uomo o a una donna all’interno del matrimonio; deve essere in grado di adempiere alle responsabilità di un partner. Come puoi valutare questo aspetto? Devi guardare alla qualità della sua umanità e al fatto che possieda o meno senso di responsabilità e coscienza. E in che modo puoi giudicare se qualcuno ha coscienza e umanità? Se non lo frequenti, allora non puoi sapere com’è la sua umanità, e anche se lo frequenti, se è solo per un breve periodo di tempo potresti non essere in grado di identificare come è fatto. Allora, in che modo puoi giudicare se qualcuno è dotato di umanità? Guarda se si assume la responsabilità del proprio dovere, dell’incarico ricevuto da Dio e del lavoro della casa di Dio, se è in grado di salvaguardare gli interessi della casa di Dio e se è leale al proprio dovere: questo è il modo migliore per giudicare la qualità dell’umanità di una persona. Supponiamo che costui abbia un carattere integerrimo e che, quando si tratta del lavoro che la casa di Dio gli affida, sia estremamente dedito, responsabile, serio e solerte, molto meticoloso, per nulla negligente e mai superficiale, che persegua la verità e che ascolti attentamente e coscienziosamente tutto ciò che Dio dice. Una volta che le cose gli sono chiare e le capisce, le mette subito in pratica; un individuo di questo genere potrà anche non avere una levatura elevata, ma come minimo è una persona che non è superficiale nei confronti del proprio dovere e del lavoro della chiesa, e che sa assumersi seriamente le proprie responsabilità. Se è coscienzioso e responsabile nei confronti del suo dovere, allora di sicuro vivrà con tutto il cuore la sua vita con te e si assumerà le sue responsabilità nei tuoi confronti fino alla fine: il carattere di una persona del genere sa superare le prove. Anche se ti ammali, invecchi, diventi meno attraente o hai difetti e carenze, questa persona ti tratterà sempre correttamente e ti tollererà, farà sempre del suo meglio per salvaguardare te e la vostra famiglia e per proteggerti, e ti darà una vita stabile, affinché tu viva in modo sereno. Questa è la cosa più felice nella vita coniugale di un uomo o di una donna. Non necessariamente saprà darti una vita ricca, lussuosa o romantica, e non è detto che saprà offrirti qualcosa di diverso in termini di affetto o di qualsiasi altro aspetto, ma almeno ti farà sentire a tuo agio e con lui la tua vita sarà tranquilla e non emergeranno pericoli o sensazioni di disagio. Quando guarderai questa persona, potrai vedere come sarà la sua vita tra venti o trent’anni e anche in età avanzata. Un individuo di questo tipo dovrebbe essere il tuo criterio di scelta del partner. Naturalmente, questo criterio per la scelta del partner è un po’ esigente e una persona del genere non è facile da trovare nell’umanità moderna, giusto? Per giudicare che tipo di carattere possiede una persona e se sarà in grado di adempiere alle sue responsabilità all’interno del matrimonio, devi osservare il suo atteggiamento nei confronti del dovere: questo è un aspetto. Un altro è che devi vedere se ha un cuore che teme Dio. Se sì, come minimo non farà nulla di disumano, immorale o contrario all’etica, e quindi sicuramente ti tratterà bene. Se non ha un cuore che teme Dio ed è sfacciato, ostinato, o possiede un’umanità maligna, ingannevole e arrogante; se non ha Dio nel cuore e si considera superiore agli altri; se gestisce il lavoro, i suoi doveri e persino l’incarico ricevuto da Dio e qualsiasi questione importante della casa di Dio in modo sconsiderato e seguendo la propria volontà personale, agendo in maniera scriteriata, senza mai alcuna accortezza, senza ricercare i principi, e soprattutto, quando si tratta di offerte, ne approfitta sconsideratamente e se ne appropria in modo inopportuno, senza temere nulla, ebbene, non devi assolutamente cercare una persona del genere. Senza un cuore che teme Dio, un individuo è capace di tutto. In questo momento, un uomo del genere potrebbe dirti parole dolci e giurarti amore eterno, ma quando arriverà il giorno in cui non sarà felice, in cui tu non sarai in grado di soddisfare i suoi bisogni e non sarai più la sua amata, allora dirà che non ti ama e che non prova più nulla per te, e semplicemente se ne andrà e ti lascerà quando vorrà. Anche se non avrete ancora divorziato, andrà comunque a cercare qualcun’altra; tutto questo è possibile. Un individuo del genere può abbandonarti in qualsiasi momento e luogo ed è capace di tutto. Uomini simili sono molto pericolosi e non meritano che tu gli affidi tutta la tua vita. Se trovi un uomo del genere come tuo amore, come tuo amato, come partner che scegli, allora sarai nei guai. Anche se è alto, ricco e affascinante, se ha un talento incredibile, si prende cura di te ed è premuroso nei tuoi confronti, e se a livello superficiale soddisfa i criteri per essere il tuo fidanzato o tuo marito, ma non ha un cuore che teme Dio, allora non puoi sceglierlo come partner. Se ti infatui di lui e inizi a frequentarlo e poi lo sposi, allora tutta la tua vita sarà un incubo e un disastro. Tu dici: “Non ho paura, io perseguo la verità”. Sei caduta nelle mani di un diavolo, che odia Dio e Lo sfida e ricorre a ogni mezzo per disturbare la tua fede in Dio: sei in grado di superare questo? La tua scarsa statura e la tua poca fede non riescono a sopportare la tortura a cui lui ti sottopone e, dopo qualche giorno, sei così tormentata che implori pietà e non riesci a continuare a credere in Dio. Perdi la tua fiducia in Dio e la tua mente si riempie di questi contrasti. È come essere gettata in un tritacarne e fatta a pezzi, sei priva di sembianza umana, completamente impantanata in questa situazione, sino a che alla fine non verrai condannata allo stesso destino del diavolo che hai sposato, e a quel punto la tua vita sarà finita.

La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (10)”

Il perseguimento della felicità coniugale è forse l’obiettivo che le persone dovrebbero perseguire nella vita una volta sposate? Questo ha qualcosa a che fare con il matrimonio così come Dio lo ha stabilito? (No.) Dio ha donato il matrimonio all’umanità e vi ha fornito un ambiente in cui potete adempiere alle vostre responsabilità e ai vostri obblighi di uomo o di donna all’interno della struttura del matrimonio. Dio ti ha donato il matrimonio, ossia ti ha donato un partner. Questo partner ti accompagnerà fino alla fine di questa esistenza e in ogni fase della vita. Cosa intendo per “accompagnare”? Intendo dire che il tuo partner ti aiuterà e si prenderà cura di te, condividendo con te tutto ciò che affronterai nella vita. In altre parole, a prescindere da quante cose ti troverai ad affrontare, non lo farai più da solo, ma insieme al tuo partner. Vivere in questo modo rende la vita un po’ più agevole e rilassata poiché entrambi fanno quello che spetta loro, ognuno mette in gioco le proprie capacità e i propri punti di forza e dà inizio alla propria vita. È così semplice. Tuttavia, Dio non ha mai posto una richiesta alle persone dicendo: “Ti ho donato il matrimonio. Ora sei sposato e devi assolutamente amare il tuo partner fino alla fine e adularlo costantemente: questa è la tua missione”. Dio ti ha donato il matrimonio, un partner e ti ha fornito un ambiente di vita diverso. All’interno di questo tipo di ambiente e di situazione di vita, Egli fa sì che il tuo partner condivida e affronti tutto insieme a te, in modo che tu possa vivere più liberamente e agevolmente e permettendoti allo stesso tempo di apprezzare una diversa fase della vita. Tuttavia, Dio non ti ha venduto al matrimonio. Cosa intendo dire con questo? Voglio dire che Dio non ha preso la tua vita, il tuo destino, la tua missione, il percorso che segui nella vita, la direzione di vita che scegli e il tipo di fede che hai e ha messo tutto questo nelle mani del tuo partner perché sia lui a decidere per te. Dio non ha detto che il tipo di destino, di perseguimento, di percorso di vita e di prospettiva esistenziale di una donna debba essere deciso dal marito o che il tipo di destino, di perseguimento, di prospettiva esistenziale e la vita di un uomo debbano essere decisi dalla moglie. Dio non ha mai detto nulla di simile e non ha stabilito le cose in questo modo. Vedi, Dio ha forse detto qualcosa del genere quando ha istituito il matrimonio per l’umanità? (No.) Dio non ha mai detto che perseguire la felicità coniugale è la missione di vita di una donna o di un uomo, e che tu devi conservare al meglio la felicità del tuo matrimonio per poter compiere la tua missione di vita e riuscire a comportarti come si addice a un essere creato; Dio non ha mai detto nulla del genere. Né ha mai detto: “Devi scegliere il tuo percorso di vita all’interno della struttura del matrimonio. Se raggiungerai o meno la salvezza dipenderà dal tuo matrimonio e dal tuo coniuge. La tua prospettiva esistenziale e il tuo destino verranno decisi dal tuo coniuge”. Dio ha mai detto una cosa del genere? (No.) Dio ha istituito per te il matrimonio e ti ha donato un partner. Tu ti sposi, ma agli occhi di Dio la tua identità e il tuo prestigio non cambiano: resti sempre tu. Se sei una donna, davanti a Dio resti comunque una donna; se sei un uomo, davanti a Dio resti comunque un uomo. Ma c’è una cosa che entrambi condividete: indipendentemente dal fatto che siate uomini o donne, agli occhi del Creatore siete esseri creati. All’interno della struttura del matrimonio vi tollerate e vi amate reciprocamente, vi aiutate e vi sostenete a vicenda, e questo è adempiere alle vostre responsabilità. Tuttavia, le responsabilità che dovresti adempiere e la missione che dovresti compiere davanti a Dio non possono essere sostituite dalle responsabilità che adempi nei confronti del tuo partner. Pertanto, quando le responsabilità che hai nei confronti del tuo partner e il dovere che un essere creato dovrebbe svolgere davanti a Dio entrano in conflitto, ciò che dovresti scegliere è di assolvere il dovere di un essere creato e non di adempiere alle tue responsabilità nei confronti del tuo partner. Questi sono la direzione e l’obiettivo che dovresti scegliere e, naturalmente, questa è anche la missione che dovresti compiere. Alcune persone, tuttavia, fanno erroneamente del perseguimento della felicità coniugale, dell’adempimento delle proprie responsabilità nei confronti del partner, del prendersi cura di lui, dell’assisterlo e dell’amarlo, la loro missione di vita, e considerano il partner come il loro cielo, come il loro destino: questo è sbagliato. Il tuo destino ricade sotto la sovranità di Dio e non è governato dal tuo partner. Il matrimonio non può cambiare il tuo destino, né può cambiare il fatto che è Dio a governarlo. È negli insegnamenti e nei requisiti contenuti nelle parole di Dio che dovresti ricercare il tipo di prospettiva esistenziale da avere e il cammino da seguire. Queste cose non dipendono dal tuo partner e non spetta a lui decidere. Oltre ad adempiere alle sue responsabilità nei tuoi confronti, il tuo partner non dovrebbe avere il controllo sul tuo destino, né pretendere che tu cambi direzione di vita, né decidere quale cammino tu debba seguire o quale prospettiva esistenziale tu debba avere, e tanto meno dovrebbe vincolarti o ostacolarti nel perseguimento della salvezza. Per quanto riguarda il matrimonio, tutto ciò che le persone possono fare è accettarlo da Dio e aderire alla definizione di matrimonio che Egli ha stabilito per l’uomo, ossia di un marito e una moglie che adempiono entrambi alle loro responsabilità e ai loro obblighi reciproci. Ciò che non si può fare è determinare il destino, la vita precedente, quella attuale o quella successiva del proprio partner, per non parlare dell’eternità. Solo il Creatore può stabilire la tua destinazione, il tuo destino e il percorso che segui. Pertanto, in quanto essere creato, che il tuo ruolo sia quello di moglie oppure di marito, la felicità che dovresti perseguire in questa vita deriva dall’assolvere il dovere di un essere creato e dal portare a termine la missione che spetta a un essere creato. Non deriva dal matrimonio in sé, e tanto meno dall’adempimento delle tue responsabilità di moglie o di marito all’interno della struttura del matrimonio. Naturalmente, il cammino che scegli di seguire e la prospettiva esistenziale che adotti non dovrebbero assumere come fondamento la felicità coniugale, e tanto meno dovrebbero essere determinati dal tuo coniuge: questo è qualcosa che dovresti capire. Quindi, coloro che si sposano, che perseguono solo la felicità coniugale e che considerano tale perseguimento come la loro missione, dovrebbero abbandonare questi pensieri e punti di vista e cambiare il loro modo di praticare e la loro direzione di vita. Ti stai sposando e stai iniziando a vivere insieme al tuo partner sotto decreto di Dio, nient’altro; ed è sufficiente che tu adempia alle tue responsabilità di moglie o di marito mentre condividi la vita con il tuo partner. Per quanto riguarda il cammino che segui e la prospettiva esistenziale che adotti, il tuo partner non ha alcun obbligo né alcun diritto di decidere. Anche se sei già sposato e hai un coniuge, questo cosiddetto coniuge può essere tale soltanto in conformità al significato del termine che ha stabilito Dio. Può solamente adempiere alle sue responsabilità di coniuge, e tu puoi scegliere e decidere tutto il resto che non ha a che fare con lui. Naturalmente, cosa ancora più importante è che non dovresti basare le tue scelte e le tue decisioni sulle tue preferenze e sulla tua comprensione, ma piuttosto sulle parole di Dio. Comprendi questa comunione sull’argomento? (Sì.) Pertanto, le azioni compiute all’interno della struttura del matrimonio da un qualsiasi partner che persegue la felicità coniugale a tutti i costi o al prezzo di qualsiasi sacrificio non saranno ricordate da Dio. Per quanto bene o per quanto perfettamente tu adempia ai tuoi obblighi e alle tue responsabilità nei confronti del tuo partner o per quanto tu sia all’altezza delle sue aspettative, in altre parole per quanto bene o per quanto perfettamente tu ti prenda cura della tua felicità coniugale, o per quanto essa sia invidiabile, ciò non significa che tu abbia portato a termine la missione di un essere creato, né dimostra che sei un essere creato all’altezza degli standard. Magari sei un coniuge perfetto, ma questo fatto rimane confinato all’interno della struttura del matrimonio. Il Creatore valuta che tipo di persona sei in base al modo in cui svolgi il dovere di essere creato davanti a Lui, al tipo di percorso che segui, alla tua prospettiva esistenziale, a ciò che persegui nella vita e a come porti a termine la missione di un essere creato. Alla luce di questi parametri, Dio valuta il percorso che segui in quanto essere creato e la tua destinazione futura. Egli non valuta queste cose in base a come adempi alle tue responsabilità e ai tuoi obblighi di moglie o di marito, né in base al fatto che Gli sia gradito o meno l’amore che provi per il tuo partner.

La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (11)”

Queste nostre condivisioni sull’abbandono del perseguimento della felicità coniugale non hanno lo scopo di spingerti a rinunciare al matrimonio in modo formale, né di incoraggiarti a divorziare, ma piuttosto di portarti a rinunciare ai perseguimenti riguardanti la felicità coniugale. Dovresti abbandonare prima di tutto i punti di vista che ti dominano nel perseguimento della felicità coniugale e poi la pratica di perseguire la felicità coniugale, e dedicare la maggior parte del tuo tempo e delle tue energie a compiere il dovere di un essere creato e a perseguire la verità. Per quanto riguarda il matrimonio, finché non entra in contrasto o in conflitto con il tuo perseguimento della verità, allora gli obblighi che dovresti assolvere, la missione che dovresti compiere e il ruolo che dovresti svolgere all’interno della struttura del matrimonio non cambieranno. Pertanto, chiederti di abbandonare il perseguimento della felicità coniugale non equivale a chiederti di abbandonare il matrimonio o di divorziare in modo formale; significa invece chiederti di adempiere alla tua missione di essere creato e di svolgere in maniera appropriata il dovere che sei tenuto a compiere con la premessa di adempiere alle responsabilità che ti spettano all’interno nel matrimonio. Naturalmente, se il tuo perseguimento della felicità coniugale influenza, ostacola o addirittura compromette il tuo adempimento del dovere di essere creato, allora dovresti abbandonare non solo il tuo perseguimento della felicità coniugale, ma anche il tuo intero matrimonio. Quali sono lo scopo e il significato ultimi del condividere su tali questioni? Che la felicità coniugale non ostacoli i tuoi passi, non ti leghi le mani, non ti accechi gli occhi, non distorca la tua visione e non disturbi né occupi la tua mente; che il perseguimento della felicità coniugale non assorba il tuo percorso di vita e tutta la tua esistenza, e che tu approcci correttamente le responsabilità e gli obblighi che sei tenuto ad assolvere all’interno del matrimonio e faccia le scelte giuste riguardo alle responsabilità e agli obblighi che dovresti adempiere. Un modo migliore di praticare è quello di dedicare più tempo ed energia al tuo dovere, di svolgere il dovere che ti spetta e di portare a termine la missione che Dio ti ha affidato. Non devi mai dimenticare che sei un essere creato, che è stato Dio a guidarti nella vita fino a questo momento, a donarti il matrimonio e una famiglia, e a conferirti le responsabilità che dovresti adempiere all’interno della struttura del matrimonio, e che non sei stato tu a scegliere il matrimonio, che né il matrimonio ti è arrivato dal nulla né tu puoi mantenere la tua felicità coniugale contando solo sulle tue capacità e forze. Mi sono spiegato chiaramente al riguardo? (Sì.) Hai capito cosa sei tenuto a fare? Ora il percorso ti è chiaro? (Sì.) Se non vi sono conflitti né contrasti tra le responsabilità e gli obblighi che dovresti adempiere nel matrimonio e i tuoi doveri e la tua missione come essere creato, allora, in tali circostanze, dovresti adempiere alle tue responsabilità all’interno della struttura del matrimonio in qualsiasi modo ciò vada fatto, e dovresti farlo bene, assumerti le responsabilità che ti spettano e non cercare di sottrarti a esse. Devi assumerti la responsabilità del tuo coniuge e della sua vita, dei suoi sentimenti e di tutto ciò che lo riguarda. Quando invece le responsabilità e gli obblighi che ti assumi all’interno della struttura del matrimonio entrano in conflitto con la tua missione e con il tuo dovere di essere creato, allora non devi abbandonare il tuo dovere o la tua missione, bensì le tue responsabilità all’interno della struttura del matrimonio. Questo è ciò che Dio Si aspetta da te, è l’incarico che ti ha affidato e, naturalmente, è ciò che Egli richiede a qualsiasi uomo e a qualsiasi donna. Solo quando sarai capace di questo starai perseguendo la verità e seguendo Dio. Se non ne sei in grado e non riesci a praticare in questo modo, allora sei un credente solamente a parole, non segui Dio con un cuore sincero e non sei qualcuno che persegue la verità. Al momento disponete dell’opportunità e delle condizioni per lasciare la Cina e andare a svolgere il vostro dovere, eppure c’è chi dice: “Se me ne vado dalla Cina per svolgere il mio dovere, dovrò lasciare il mio coniuge a casa. Non ci vedremo mai più? Dovremo vivere separatamente, non è così? Il nostro matrimonio sarà finito?” Alcuni pensano: “Oh, come farà il mio coniuge a vivere senza di me? Il nostro matrimonio non crollerà se io non sarò lì? Il nostro matrimonio finirà? Cosa farò in futuro?” Dovresti forse pensare al futuro? A cosa dovresti pensare principalmente? Se vuoi essere qualcuno che persegue la verità, allora il tuo pensiero principale dovrebbe essere come abbandonare ciò che Dio ti chiede di abbandonare e come realizzare ciò che Egli ti chiede di realizzare. Se in futuro non ti sarai ancora sposato e sarai ancora senza un coniuge, nei giorni a venire potrai comunque arrivare alla vecchiaia e vivere bene lo stesso. Se invece rinunci a questa opportunità, ciò equivale a rinunciare al tuo dovere e alla missione che Dio ti ha affidato. In tal caso, agli occhi di Dio non sei una persona che persegue la verità, che vuole veramente Dio o che persegue la salvezza. Se desideri attivamente abbandonare l’opportunità e il diritto di ottenere la salvezza e la tua missione e scegli invece di sposarti, di rimanere con tuo marito o tua moglie, di restare con il tuo coniuge e di soddisfarlo, e di mantenere il tuo matrimonio intatto, allora alla fine guadagnerai alcune cose ma ne perderai altre. Capisci cosa perderai, vero? Né il matrimonio né la felicità coniugale sono tutto il tuo mondo: non potranno essere queste cose a stabilire il tuo destino né il tuo futuro, e tanto meno la tua destinazione. Quindi spetta alle persone decidere quali scelte compiere e se dovrebbero o meno abbandonare il perseguimento della felicità coniugale e svolgere il dovere di un essere creato.

La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (10)”

Dio ha stabilito il matrimonio solo perché tu possa imparare ad adempiere alle tue responsabilità, a vivere pacificamente insieme a un’altra persona e a condividere la vita con essa, e affinché sperimenti com’è la vita condivisa con il tuo partner e come gestire insieme tutto ciò che affrontate, cose che rendono la tua vita più ricca e diversa. Tuttavia Egli non ti vende al matrimonio, né naturalmente ti vende al tuo partner perché tu diventi suo schiavo. Tu non sei schiavo del tuo coniuge e nemmeno lui è il tuo padrone. Siete sullo stesso livello. Hai solo le responsabilità di moglie o di marito nei confronti del tuo coniuge e, quando adempi a queste responsabilità Dio ti considera una moglie o un marito all’altezza dei requisiti. Il tuo partner non ha nulla che non abbia anche tu, e non sei inferiore a lui. Se credi in Dio e persegui la verità, sei in grado di svolgere il tuo dovere, partecipi spesso alle riunioni, preghi leggendo le parole di Dio e ti presenti al Suo cospetto, queste sono cose che Dio accetta e sono ciò che un essere creato dovrebbe fare e la vita normale che un essere creato dovrebbe vivere. Non c’è nulla di disdicevole in questo, né devi sentirti in debito con il tuo partner perché vivi una vita di questo tipo: non gli devi nulla. Se lo desideri, hai l’obbligo di testimoniare al tuo coniuge l’opera di Dio. Se invece lui non crede in Dio e non segue il tuo stesso cammino, non hai il dovere né l’obbligo di dirgli o spiegargli nulla né di fornirgli alcuna informazione sulla tua fede o sul cammino che segui, né lui ha alcun diritto di saperlo. È sua responsabilità e obbligo sostenerti, incoraggiarti e difenderti. Se non ne è capace, allora è privo di umanità. Perché? Perché tu segui la retta via, ed è per questo motivo che la tua famiglia e il tuo partner sono benedetti e godono della grazia di Dio insieme a te. Il tuo partner dovrebbe semplicemente esserti grato per questo, anziché discriminarti o maltrattarti a causa della tua fede o per il fatto che vieni perseguitato, oppure credere che dovresti dedicarti di più alle faccende domestiche e ad altre cose, o che tu sia in debito nei suoi confronti. Non gli devi nulla né dal punto di vista emotivo, né da quello spirituale, né da nessun altro: è lui a essere in debito con te. Per via della tua fede in Dio, il tuo coniuge gode di grazia e di benedizioni ulteriori da parte di Dio e ottiene queste cose eccezionalmente. Cosa intendo dire con “ottiene queste cose eccezionalmente”? Intendo dire che una persona del genere non le merita e non dovrebbe ottenerle. Perché no? Perché non segue né riconosce Dio, quindi la grazia di cui gode è dovuta alla tua fede in Dio. Trae benefici e gode di benedizioni insieme a te e dovrebbe solo esserti riconoscente. In altre parole, poiché gode di queste benedizioni ulteriori e di questa grazia, dovrebbe adempiere maggiormente alle sue responsabilità e sostenere maggiormente la tua fede in Dio. È perché in casa vi è un credente in Dio che alcuni hanno gli affari di famiglia che vanno bene e ottengono grande successo. Guadagnano molto denaro, la loro famiglia vive bene, si arricchiscono di beni materiali e la loro qualità di vita migliora: da dove deriva tutto questo? La tua famiglia sarebbe in grado di ottenere tutte queste cose se un suo membro non credesse in Dio? Alcuni dicono: “Dio ha stabilito per loro un destino di ricchezza”. Questo è vero, ma se in famiglia non avessero quel membro che crede in Dio, la loro attività non sarebbe così piena di grazia e benedetta. Poiché hanno quel membro che crede in Dio, poiché quel credente in Dio ha vera fede, persegue sinceramente ed è disposto a dedicarsi e a spendersi per Dio, il suo coniuge miscredente riceve eccezionalmente grazia e benedizioni. È così facile per Dio fare questa piccola cosa. Eppure chi non ha fede è comunque insoddisfatto e addirittura opprime e maltratta coloro che credono in Dio. Già la persecuzione a cui il Paese e la società li sottopongono è per i credenti un disastro, eppure i loro familiari fanno persino di peggio e aumentano la pressione. Se in simili circostanze tu pensi ancora di essere per loro una delusione e sei disposto a diventare schiavo del tuo matrimonio, ebbene, è davvero qualcosa che non dovresti fare. Si può accettare che non sostengano la tua fede in Dio, così come che non la difendano. Sono liberi di non fare queste cose. Però non dovrebbero trattarti come uno schiavo perché credi in Dio. Non sei uno schiavo, sei un essere umano, una persona dignitosa e retta. Quanto meno, agli occhi di Dio sei un essere creato, e non sei schiavo di nessuno. Se proprio devi essere uno schiavo, allora puoi esserlo solamente della verità, di Dio, ma non di una persona, e tanto meno il tuo coniuge può essere il tuo padrone. In termini di relazioni della carne, a parte i tuoi genitori, la persona più vicina a te in questo mondo è il tuo coniuge. Tuttavia, per via della tua fede in Dio, lui ti tratta come un nemico e ti attacca e perseguita. Si oppone al fatto che partecipi alle riunioni; se sente qualche diceria, torna a casa per rimproverarti e maltrattarti. Ti rimprovera e si oppone, arrivando addirittura a picchiarti, persino quando preghi o leggi le parole di Dio in casa e non influisci minimamente sul regolare svolgimento della sua vita. DimMi, che tipo di individuo è mai questo? Non è forse un demone? E questa è la persona più vicina a te? Una persona del genere merita che tu assolva una qualche responsabilità nei suoi confronti? (No.) No, affatto! E così, alcuni vivono all’interno di un matrimonio di questo tipo eppure sottostanno comunque agli ordini del coniuge, sono disposti a sacrificare tutto, a sacrificare il tempo che dovrebbero dedicare all’assolvimento del loro dovere, l’opportunità di svolgerlo e persino quella di raggiungere la salvezza. Non dovrebbero farlo, e come minimo dovrebbero rinunciare a simili idee. A parte a Dio, le persone non devono niente a nessuno. Non sei in debito con i tuoi genitori, con tuo marito, con tua moglie, con i tuoi figli, e tanto meno con i tuoi amici: non devi niente a nessuno. Tutto ciò che le persone hanno, compreso il loro matrimonio, proviene da Dio. Se proprio dobbiamo parlare di essere in debito, le persone sono in debito solo verso Dio. Naturalmente Dio non pretende che tu Lo ripaghi; Egli chiede solo che tu segua la retta via nella vita. La più grande intenzione di Dio riguardo al matrimonio è che tu non perda la tua dignità e la tua integrità a causa di esso, che non ti ritrovi sprovvisto di un percorso corretto da perseguire, di una tua prospettiva di vita o di una tua direzione da perseguire, e che non diventi qualcuno che rinuncia persino a perseguire la verità, all’opportunità di ottenere la salvezza e a qualsiasi incarico o missione affidatigli da Dio per diventare invece volontariamente schiavo del suo matrimonio. Se gestisci il tuo matrimonio in questo modo, allora sarebbe stato meglio che non ti fossi sposato affatto, e saresti più adatto alla vita da single. Se, qualunque cosa tu faccia, non riesci a liberarti di questo tipo di situazione o di struttura coniugale, allora sarebbe meglio che ti lasciassi completamente il matrimonio alle spalle e vivessi da persona libera. Come ho detto, Dio ha disposto che tu ti sposi affinché tu possa avere un coniuge, affrontare gli alti e bassi dell’esistenza e attraversare ogni fase della vita in compagnia del tuo partner, così da non ritrovarti né sentirti solo in alcuna fase della vita, da avere qualcuno accanto a te, qualcuno a cui confidare i tuoi pensieri più intimi, qualcuno che ti conforti e si prenda cura di te. Ma Dio non usa il matrimonio per vincolarti o per legarti mani e i piedi così che tu venga privato del diritto di scegliere la tua strada e diventi schiavo del matrimonio. Dio ha stabilito che ti sposassi e ti ha assegnato un coniuge; non ti ha trovato un padrone né vuole che tu sia confinato all’interno del tuo matrimonio e privato dei tuoi perseguimenti, dei tuoi obiettivi di vita, della giusta direzione di perseguimento e del diritto di ricercare la salvezza. Al contrario, che tu sia sposato o meno, il più grande diritto di cui Dio ti ha fatto dono è quello di perseguire i tuoi personali obiettivi di vita, di definire la corretta prospettiva di vita e di ricercare la salvezza. Nessuno, nemmeno il tuo coniuge, può privarti di questo diritto e interferire con esso. Quindi, coloro che nel proprio matrimonio si comportano da schiavi dovrebbero rinunciare a questo modo di vivere, alle loro idee o alle loro pratiche inerenti al voler essere schiavi del proprio matrimonio, e lasciarsi questa situazione alle spalle. Non lasciarti porre dei freni dal tuo partner e non farti condizionare, limitare, vincolare o influenzare dalle sue emozioni, dalle sue opinioni, dalle sue parole, dai suoi atteggiamenti e tanto meno dalle sue azioni. Lasciati tutto alle spalle e abbi il coraggio e l’audacia di affidarti a Dio. Quando vuoi leggere le parole di Dio, allora fallo; partecipa alle riunioni quando devi, perché sei un essere umano, non un cane, e non hai bisogno di nessuno che regoli il tuo comportamento oppure limiti o controlli la tua vita. Possiedi il diritto di scegliere i tuoi obiettivi e la tua direzione di vita, è stato Dio a donartelo, e in particolare stai percorrendo la retta via. La cosa più importante è che, quando la casa di Dio ha bisogno che tu svolga un certo lavoro o ti affida un dovere, devi diligentemente rinunciare a tutto, senza preferenze né riserve, e svolgere il dovere che ti spetta e portare a termine la missione che Dio ti ha affidato. Se questo incarico richiede che ti allontani da casa per dieci giorni o per un mese, allora dovresti scegliere di svolgerlo bene, portare a termine l’incarico che Dio ti ha affidato e soddisfare il Suo cuore: sono questi l’atteggiamento, la determinazione e il desiderio che coloro che perseguono la verità dovrebbero possedere. Se l’incarico ti richiede di stare via per sei mesi, un anno o per un periodo di tempo indeterminato, allora dovresti diligentemente abbandonare la tua famiglia e il tuo coniuge e andare a compiere la missione che Dio ti ha affidato. La ragione è che al momento sono il lavoro della casa di Dio e il tuo dovere ad avere più bisogno di te, e non il tuo matrimonio e il tuo partner. Pertanto, non devi pensare che se sei sposato allora devi essere schiavo del tuo matrimonio, o che sia un disonore se il tuo matrimonio finisce o si sgretola. In realtà non è un disonore, e devi vedere le circostanze in cui è finito e quali erano le disposizioni di Dio. Se la rottura è stata stabilita e governata da Dio e non è avvenuta per mano umana allora è qualcosa di glorioso, è un onore, perché hai rinunciato e messo fine al tuo matrimonio per una giusta causa, perseguendo di soddisfare Dio e di compiere la tua missione di essere creato. È una cosa che Dio commemorerà e accetterà, per questo dico che è gloriosa e non un disonore! Anche se i matrimoni di alcuni finiscono perché il coniuge li abbandona e li tradisce, in termini colloquiali vengono piantati e viene dato loro il benservito, questo non è nulla di vergognoso. Al contrario, dovresti dire: “Per me è un onore. Perché? Il fatto che il mio matrimonio sia arrivato a questo punto e sia finito in questo modo è stato stabilito e governato da Dio. È stata la guida di Dio che mi ha portato a fare questo passo. Se Dio non lo avesse fatto e non avesse spinto il mio coniuge a darmi il benservito, non avrei avuto la fede e il coraggio per compiere questo passo. Sia resa gloria alla sovranità e alla guida di Dio! Sia resa a Dio ogni gloria!” Si tratta di un onore. In tutti i tipi di matrimonio puoi fare questo tipo di esperienza, puoi scegliere di seguire la retta via sotto la guida di Dio, portare a termine la missione che Egli ti ha affidato, lasciare il tuo coniuge alla luce di queste premesse e con tale motivazione e porre fine al tuo matrimonio, e questo è qualcosa di meritevole. C’è almeno una cosa di cui vale la pena rallegrarsi, ed è che non sei più schiavo del tuo matrimonio. Sei sfuggito alla sua schiavitù e non devi più preoccuparti, soffrire e lottare per il fatto di essere schiavo del tuo matrimonio e perché vuoi liberarti ma non ne sei capace. Da questo momento in poi sei fuggito, sei libero, e questa è una cosa positiva. Detto questo, spero che coloro il cui matrimonio in passato è finito in modo doloroso e che sono per questo ancora avvolti dalle ombre riescano davvero ad abbandonare il loro matrimonio, le ombre di cui li ha ricoperti, l’odio, la rabbia e persino l’angoscia che ha lasciato loro, e non provare più dolore e rabbia perché il loro coniuge ha ripagato tutti i sacrifici e gli sforzi che hanno fatto per lui con l’infedeltà, il tradimento e lo scherno. Spero che ti lasci tutto questo alle spalle, che ti rallegri di non essere più schiavo del tuo matrimonio, che non debba più fare nulla o compiere sacrifici inutili per il padrone del tuo matrimonio e che invece, sotto la guida e la sovranità di Dio, seguirai la retta via nella vita, svolgerai il tuo dovere di essere creato, non sarai più turbato e non avrai più nulla di cui preoccuparti. Naturalmente non hai più bisogno di provare preoccupazione, inquietudine o ansia per il tuo coniuge o di avere la mente occupata da pensieri su di lui: tutto andrà bene d’ora in poi, non devi più discutere le tue questioni personali con lui né sentirti limitato da lui; devi solamente ricercare la verità e cercare i principi e le basi nelle parole di Dio. Sei già libero e non sei più schiavo del tuo matrimonio. È una fortuna che tu ti sia lasciato alle spalle quell’incubo, che ti sia autenticamente presentato al cospetto di Dio, che non sia più limitato dal tuo matrimonio e che abbia più tempo per leggere le parole di Dio, frequentare le riunioni e svolgere le tue devozioni spirituali. Sei completamente libero, non devi più comportarti in un certo modo a seconda degli umori altrui, non devi più sopportare la derisione di nessuno, non devi più considerare gli umori o i sentimenti di nessuno: stai vivendo la vita da single, che cosa fantastica! Non sei più uno schiavo, puoi uscire da un ambiente in cui avevi diverse responsabilità da assolvere nei confronti di altri, puoi vivere da vero essere creato sotto il dominio del Creatore e svolgere il dovere che spetta a un essere creato: che meraviglia poterlo fare puramente! Non dovrai più discutere, preoccuparti, darti pensiero, tollerare, sopportare, soffrire o arrabbiarti a causa del tuo matrimonio, non dovrai più vivere in quell’ambiente odioso e in quella situazione complicata. È fantastico, tutte queste sono cose positive e sta andando tutto bene. Quando ci si presenta davanti al Creatore, si agisce e si parla in conformità alle parole di Dio e secondo le verità principi. Tutto procede senza intralcio, non ci sono più quelle dispute turbolente e puoi acquietare il tuo cuore. Queste sono tutte cose positive, ma purtroppo alcune persone restano comunque disposte a essere schiave di un ambiente coniugale così odioso e non vogliono fuggire né lasciarselo alle spalle. In ogni caso spero comunque che, anche se costoro non pongono fine ai loro matrimoni e non vivono con un matrimonio chiuso alle spalle, quanto meno non ne siano schiavi. Non importa chi sia il tuo coniuge, quali talenti o che umanità possieda, quanto sia elevato il suo prestigio o quanto sia abile e capace: non è comunque il tuo padrone. È il tuo coniuge, un tuo pari. Non è più nobile di te, né tu sei inferiore a lui. Se lui non è in grado di adempiere alle sue responsabilità coniugali, tu hai il diritto di rimproverarlo ed è tuo dovere occuparti di lui e dargli una lezione. Non umiliarti e non lasciarti sfruttare perché ti fa troppa paura o perché temi che si stanchi di te, che ti rifiuti oppure che ti abbandoni, o perché vuoi mantenere la continuità del tuo rapporto coniugale, sminuendoti volontariamente per essere schiavo del tuo partner e del tuo matrimonio: questo non è appropriato. Non è questo il modo in cui ci si dovrebbe comportare e non è questa la responsabilità che ci si dovrebbe assumere all’interno della struttura del matrimonio. Dio non ti chiede di essere uno schiavo né di essere un padrone; ti chiede soltanto di adempiere alle tue responsabilità, ed è per questo che devi comprendere correttamente quelle che ti spettano nell’ambito del matrimonio e che devi anche comprendere correttamente e capire chiaramente il ruolo che svolgi all’interno di esso. Se il ruolo che ricopri è alterato e non conforme all’umanità o a quanto stabilito da Dio, allora dovresti esaminare te stesso e riflettere su come uscire da questo stato. Se il tuo coniuge accetta i rimproveri, allora rimproveralo; se farlo ti porta a conseguenze indesiderate, allora dovresti optare per una scelta più saggia e più appropriata.

La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (11)”

Quando le persone si sposano, si ritengono tutte fortunate e felici. I più vedono nel coniuge un simbolo della vita che hanno scelto per il futuro e, naturalmente, vedono il loro matrimonio come la destinazione che ricercano in questa vita. Cosa significa questo? Significa che tutti coloro che si sposano credono che il matrimonio sia la loro destinazione e che, una volta che si trovano in un matrimonio di questo tipo, esso sia la loro destinazione. Che cosa significa “destinazione”? Significa un punto d’appoggio. Affidano le loro prospettive, il loro futuro e la loro felicità al matrimonio e al coniuge, e così, una volta sposati, pensano che non avranno più altri desideri né preoccupazioni. Questo perché sentono di aver ormai trovato la loro destinazione, la quale è costituita sia dal coniuge sia dalla casa che costruiscono insieme a lui. Dal momento che hanno trovato la loro destinazione, non hanno più bisogno di perseguire nulla o di sperare in alcunché. […] Quando qualcuno si sposa, se ritiene che il suo matrimonio sia la sua destinazione e invece considera tutti i suoi perseguimenti, la sua prospettiva esistenziale, il percorso che segue nella vita e ciò che Dio gli richiede come cose superflue di cui occuparsi nel tempo libero, allora assumere senza rendersene conto il suo matrimonio come destinazione non è una cosa positiva, anzi diventa un ostacolo, una pietra d’inciampo e un impedimento per il perseguimento dei corretti obiettivi di vita, per lo sviluppo di una corretta prospettiva esistenziale e persino per il perseguimento della salvezza. Infatti, quando chi si sposa considera il coniuge come la propria destinazione e come il proprio destino in questa vita, crede che le varie emozioni del partner, la sua felicità e la sua infelicità, siano correlate a sé stesso, e che la propria felicità e infelicità e le varie emozioni che prova siano correlate al partner, e che dunque la vita, la morte, la felicità e la gioia del partner siano correlate alla propria vita, alla propria morte, alla propria felicità e alla propria gioia. Pertanto l’idea di costoro, ossia che il matrimonio sia la loro destinazione di vita, rende alquanto lento e passivo il perseguimento del loro percorso di vita, delle cose positive e della salvezza. Se in un matrimonio il coniuge di una persona che segue Dio sceglie di non seguirLo e di perseguire invece le cose del mondo, allora la persona che segue Dio verrà seriamente influenzata dal partner. […] Questo perché in cuor suo considera il marito come la sua anima, la sua vita, e ancor di più il suo cielo, il suo tutto. In cuor suo, il marito la ama più di ogni altra cosa, e parimenti lei ama lui. Ma ora si trova di fronte a un dilemma: se lui si oppone alla sua fede in Dio e lei pregando non ottiene nulla, cosa accadrà? Questo la preoccupa molto. Quando le viene chiesto di andare a svolgere il suo dovere lontano da casa, anche se desidera assolvere il suo dovere per la casa di Dio, al sentire che per farlo deve andarsene di casa e viaggiare lontano, e che dovrà restare via da casa per molto tempo, prova un’angoscia incredibile. Perché? Teme che, senza lei a casa, non ci sarà nessuno a prendersi cura di suo marito, che lui le mancherà e che non riuscirà a smettere di preoccuparsi per lui. Sarà in apprensione per lui, ne sentirà la mancanza e le sembrerà addirittura di non poter vivere senza di lui al proprio fianco, di perdere la speranza e la propria direzione di vita e di non essere in grado di svolgere il proprio dovere con tutto il cuore. Ora basta questo pensiero ad addolorarle il cuore, poco importa se ciò accadrà davvero. Così, all’interno della chiesa, non osa mai chiedere di andare a svolgere il suo dovere altrove oppure, se si presenta un incarico che richiede di stare lontano per un lungo periodo di tempo e di dormire fuori casa, non osa mai proporsi di assumerlo né di accettare una richiesta di questo tipo. Mette tutto l’impegno nel consegnare lettere per conto dei fratelli e delle sorelle, o a volte nell’ospitarli a casa sua per una qualche riunione, ma non osa mai separarsi dal marito per un giorno intero. […] Costoro pensano che poter guardare il proprio partner, tenergli la mano e vivere con lui significhi avere un sostegno per tutta la vita, da cui trarre serenità e conforto. Pensano che non avranno problemi a procurarsi cibo o vestiti, che non avranno preoccupazioni e che il coniuge sia la loro destinazione. Tra i non credenti è diffuso un modo di dire: “Se in questa vita ho te, non ho bisogno di nient’altro”. Ecco cosa queste persone provano nel loro intimo nei confronti del matrimonio e del coniuge; sono felici quando lui è felice, in ansia quando lui è in ansia e soffrono quando lui soffre. Se il loro partner muore, anche loro vogliono smettere di vivere. E se il loro partner si innamora di un’altra persona e le lascia, cosa fanno? (Non vogliono più vivere.) Alcuni vogliono smettere di vivere e si suicidano, altri perdono la ragione. DimMi, di cosa si tratta? Che tipo di persona perde la ragione? Perdere la ragione dimostra che si è posseduti. Alcune donne credono che il marito sia la loro destinazione di vita e che, una volta sposate, non ameranno mai più nessun altro: è un caso di “Se in questa vita ho lui, non ho bisogno di nient’altro”. Tuttavia il marito delude sua moglie, si innamora di un’altra e non la vuole più. Che cosa succede alla fine? Lei sviluppa un odio assoluto per tutti i membri dell’altro sesso. Quando vede un altro uomo vuole sputargli addosso, maledirlo e picchiarlo. Sviluppa tendenze violente e il suo senso di ragione si distorce. Ci sono persone che perdono davvero la ragione. Queste sono le conseguenze quando non si possiede una corretta comprensione del matrimonio.

La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (11)”

In che modo dovresti gestire l’infedeltà da parte del tuo coniuge? Non dovresti litigarci né sollevare polveroni, né fare scenate e dare di matto. Dovresti capire che quando questo accade non è la fine del mondo, e non significa che la destinazione che sogni sia persa per sempre né, ovviamente, che il tuo matrimonio debba sgretolarsi e finire, e tanto meno che sia fallito o che sia giunto al capolinea. È solo che, poiché tutti hanno un’indole corrotta e vengono influenzati dalle tendenze malvagie e dalle pratiche comuni del mondo e non hanno alcun mezzo per difendersi dalle tendenze malvagie, le persone non possono evitare di commettere errori, di essere infedeli, di prendere delle derive all’interno del matrimonio e di deludere il proprio partner. Se guardi il problema da questa prospettiva, non è poi così grave. Tutte le coppie sposate sono influenzate dall’ambiente generale del mondo, così come dalle tendenze malvagie e dalle pratiche comuni della società. Inoltre, dal punto di vista individuale, le persone hanno desideri sessuali e sono inoltre influenzate da fenomeni come le relazioni amorose clandestine tra uomini e donne che si vedono nei film e nei telefilm e la diffusione della pornografia nella società. È difficile per le persone aderire ai principi che dovrebbero sostenere. In altre parole, è difficile per loro mantenere una linea morale di base. I confini del desiderio sessuale vengono facilmente violati; il desiderio sessuale in sé non è corrotto ma, poiché le persone possiedono un’indole corrotta, oltre al fatto che vivono in questo tipo di ambiente generale, commettono facilmente degli errori quando si tratta di rapporti tra uomini e donne, e questo è qualcosa che dovresti capire chiaramente. Nessuno che possieda un’indole corrotta può resistere alla tentazione o agli allettamenti in un ambiente generale di questo tipo. Il desiderio sessuale umano può prendere il sopravvento in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, e le persone tradiscono in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Questo non perché ci sia un problema con il desiderio sessuale in sé ma perché c’è qualcosa di sbagliato nelle persone stesse, le quali usano il loro desiderio sessuale per fare cose che le portano a perdere la moralità, l’etica e l’integrità quali commettere infedeltà, intrattenere relazioni clandestine, avere amanti e così via. Quindi, in quanto credente in Dio, se sai considerare queste cose in modo corretto, allora dovresti gestirle ragionevolmente. Sei un essere umano corrotto e anche il tuo coniuge lo è, quindi non devi pretendere che sia come te e che ti rimanga fedele solo perché tu sei in grado di rimanere fedele al tuo matrimonio; non devi pretendere da lui fedeltà eterna. Quando succede una cosa del genere, dovresti affrontarla nel modo corretto. Perché? A tutti può capitare di affrontare un ambiente o una tentazione di questo tipo. Puoi sorvegliare il tuo coniuge come un falco ma non avrà importanza e, più gli starai addosso, più presto e in fretta accadrà che ti tradisca. Questo perché tutti hanno un’indole corrotta, tutti vivono nell’ambiente generale di questa società malvagia e sono pochissimi a non essere promiscui. Sono solo la situazione o le condizioni in cui si trovano a trattenerli. Non sono molte le cose in cui gli esseri umani sono superiori alle bestie. Come minimo, una bestia reagisce naturalmente ai suoi istinti sessuali, mentre non è così per gli esseri umani. Gli esseri umani sono capaci di praticare consapevolmente la promiscuità e l’incesto; solo le persone fanno questo. Pertanto, nell’ambiente generale di questa società malvagia, non solo coloro che non credono in Dio, ma quasi tutti sono in grado di fare cose simili. Questo è un fatto indiscutibile e un problema ineludibile. Allora, visto che questo genere di cose può accadere a chiunque, perché non permetti che accada a tuo marito? In realtà è una cosa normalissima. Se quando ti abbandona e ti lascia non riesci a superarlo e a sopportarlo, è solo perché sei emotivamente legata a lui. Se una cosa del genere fosse successa a qualcun altro, ti saresti limitata a fare un sorriso ironico e a pensare: “È semplicemente normale. Non sono forse tutti così nella società?” Come recita il detto? Qualcosa riguardo a una botte? (Vogliono avere la botte piena e la moglie ubriaca.) Queste sono tutte parole e idee popolari che fanno parte delle tendenze malvagie del mondo. Per un uomo è una cosa lodevole. Se un uomo non ha né la botte piena né la moglie ubriaca, dimostra di non avere capacità e la gente lo deride. Così, quando questo tipo di cose accade a una donna, lei può fare una scenata, dare di matto e dar sfogo alla sua irruenza piangendo, sollevando polveroni, smettendo di mangiare per via di quanto accaduto e desiderando di morire, di impiccarsi, di suicidarsi. Alcune donne si arrabbiano a tal punto da perdere la ragione. Questo è impercettibilmente legato al loro atteggiamento nei confronti del matrimonio, e naturalmente è anche direttamente correlato alla loro idea che “il coniuge è la loro destinazione”. La donna crede che il marito, distruggendo il loro matrimonio, abbia distrutto l’affidamento e la meravigliosa aspirazione che lei nutriva riguardo alla propria destinazione di vita. Poiché suo marito è stato il primo a distruggere l’equilibrio del loro matrimonio, il primo a infrangere le regole, poiché l’ha lasciata, ha violato i voti coniugali e ha trasformato il suo sogno meraviglioso in un incubo, allora lei si esprime in questi modi e mette in atto questi comportamenti estremi. Se le persone accettano la corretta comprensione del matrimonio fornita da Dio, si comporteranno in modo più ragionevole. Quando succede una cosa del genere, le persone normali si sentono ferite, piangono e soffrono. Ma quando si calmano e pensano alle parole di Dio, all’ambiente generale della società e alla situazione reale, ossia al fatto che ognuno ha un’indole corrotta, allora gestiscono la questione in modo ragionevole e corretto e lasciano correre invece di aggrapparvisi come un cane all’osso. Cosa intendo con “lasciar correre”? Intendo dire che, poiché tuo marito ha compiuto quest’azione e ti è stato infedele, dovresti accettare il fatto, sederti a parlare con lui e chiedergli: “Che intenzioni hai? Cosa faremo adesso? Continueremo a portare avanti il nostro matrimonio o lo concluderemo e sceglieremo di separarci?” Siediti a parlare con lui, non c’è bisogno di litigare né di sollevare polveroni. Se tuo marito insiste nel voler porre fine al matrimonio, non è un grosso problema. I non credenti dicono spesso: “Ci sono molti pesci nel mare”, “Gli uomini sono come gli autobus: ne arriva sempre un altro subito dopo”, e qual è l’altro detto? “Non rinunciare all’intera foresta per un solo albero”. E non solo il tuo albero è brutto, ma è anche marcio all’interno. Sono giusti questi detti? Sono cose usate dai non credenti come consolazione, ma hanno qualcosa a che fare con la verità? (No.) Allora quali dovrebbero essere il pensiero e il punto di vista corretti? Quando ti trovi di fronte a un evento del genere, prima di tutto non devi cedere all’irruenza bensì contenere la rabbia e dire: “Calmiamoci e parliamo. Cosa pensi di fare?” Tuo marito risponde: “Voglio continuare a tentare di far funzionare le cose con te”. E tu: “In tal caso, allora continuiamo a provarci. Smetti di avere relazioni e assolvi alle tue responsabilità di marito, e potremo mettere una pietra sopra alla faccenda. Se non ci riuscirai, allora ci lasceremo e andremo ognuno per la sua strada. Magari Dio ha stabilito che il nostro matrimonio debba concludersi qui. Se le cose stanno così, sono disposta a sottomettermi alle Sue disposizioni. Tu puoi seguire la strada ampia mentre io seguirò quella della fede in Dio, e non interferiremo l’uno con l’altra. Io non intralcerò te e tu non dovresti limitare me. Il mio destino non è nelle tue mani e tu non sei la mia destinazione. È Dio a stabilire il mio destino e la mia destinazione. Il punto che raggiungerò in questa vita sarà il mio ultimo traguardo e la mia destinazione finale: devo chiederlo a Dio, Lui lo sa, Lui detiene la sovranità, e io voglio sottomettermi alle Sue orchestrazioni e alle Sue disposizioni. In ogni caso, se non vuoi portare avanti questo matrimonio insieme a me, allora ci separeremo pacificamente. Anche se io non ho particolari capacità e sei tu a sostenerci economicamente, posso continuare a vivere senza di te e vivrò bene. Dio non permetterebbe a un passerotto di morire di fame, quindi per me, che sono un essere umano vivente, farà ancora di più. Ho mani e piedi, sono capace di badare a me stessa. Tu non devi preoccuparti. Se Dio ha stabilito che resti sola per il resto della mia vita senza te al mio fianco, allora sono disposta a sottomettermi e ad accettare questo fatto senza lamentarmi”. Questa non è forse una cosa buona da fare? (Sì.) È una cosa fantastica, vero? Non c’è bisogno di discutere e di litigare e tanto meno di sollevare polveroni infiniti perché tutti ne vengano a conoscenza: non occorre nulla di tutto ciò. Il matrimonio è una faccenda che non riguarda nessuno se non te e tuo marito. Se nel matrimonio sorge un dissidio, siete voi due a doverlo risolvere e a doverne sopportare le conseguenze. In quanto credente in Dio dovresti sottometterti alle Sue orchestrazioni e alle Sue disposizioni, indipendentemente dall’esito. Naturalmente, quando si tratta di matrimonio, non importa quali incrinature appaiono o quali conseguenze si presentano, se il matrimonio continua o meno, se finisce proprio in quel momento o se invece inizia per te una nuova vita al suo interno: il tuo matrimonio non è la tua destinazione, così come non lo è il tuo coniuge, il quale è entrato a far parte della tua vita e della tua esistenza solamente per decreto di Dio e ha il ruolo di accompagnarti nel tuo percorso di vita. Se riesce ad accompagnarti fino alla conclusione del cammino e ad arrivare alla fine insieme a te, non c’è niente di meglio e dovresti ringraziare Dio per la Sua grazia. Se durante il matrimonio emerge un problema, che si tratti di incrinature o di un qualche episodio per te sgradevole, e alla fine il tuo matrimonio si conclude, questo non significa che non hai più una destinazione, che la tua vita è ora precipitata nelle tenebre o che non vi sono per te una luce né un futuro. La fine del tuo matrimonio potrebbe essere l’inizio di una vita più bella. Tutto questo è nelle mani di Dio e spetta a Lui orchestrare e disporre. La fine del tuo matrimonio potrebbe fornirti un intendimento e un apprezzamento maggiori del matrimonio e una comprensione più profonda. Naturalmente, la fine del tuo matrimonio potrebbe costituire un punto di svolta importante per i tuoi obiettivi e per la tua direzione di vita, così come per il tuo percorso. Non ti porterà ricordi tristi o tanto meno dolorosi né solamente esperienze e risultati negativi, bensì esperienze positive e attive che non avresti potuto fare se fossi rimasta sposata. Se il tuo matrimonio andasse avanti magari vivresti sempre una vita piatta, mediocre e monotona fino alla fine dei tuoi giorni. Invece, il fatto che il tuo matrimonio si sgretola e finisce non è necessariamente una cosa negativa. In precedenza eri vincolata dalla felicità e dalle responsabilità del tuo matrimonio, nonché dalle emozioni o dal modo di vivere dettati dai pensieri che ti davi per il tuo coniuge, dall’occuparti di lui, dall’averlo a cuore, dal prenderti cura di lui e dal preoccuparti per lui. A partire dal giorno in cui il tuo matrimonio finisce, invece, tutte le circostanze della tua esistenza, i tuoi obiettivi e i tuoi propositi di vita subiscono un cambiamento profondo e totale, e va detto che questo cambiamento deriva dal fatto che il tuo matrimonio è finito. È possibile che questo risultato, questo cambiamento e questa trasformazione siano ciò che Dio vuole che tu ottenga dal matrimonio che ha stabilito per te e ciò che Egli vuole che tu ottenga se ti porta a porre fine al tuo matrimonio. Sebbene all’interno del matrimonio tu sia stata ferita, abbia intrapreso un percorso tortuoso e abbia fatto alcuni sacrifici e compromessi non necessari, ciò che alla fine ottieni non può essere ottenuto nella vita coniugale. Pertanto, in qualsiasi caso, è corretto abbandonare il pensiero e il punto di vista secondo cui “il matrimonio è la tua destinazione”. Che il tuo matrimonio vada avanti o stia affrontando una crisi, che sia in procinto di concludersi o sia già finito, qualunque sia la situazione, il matrimonio non è la tua destinazione. Questo è un aspetto che le persone dovrebbero capire.

La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (11)”

Dio ti ha donato una vita stabile e un partner soltanto perché tu possa vivere meglio e avere qualcuno che si prende cura di te e che ti sta accanto, non perché tu possa dimenticare Dio e le Sue parole o abbandonare l’obbligo di svolgere il tuo dovere e il tuo obiettivo di vita di perseguire la salvezza una volta che hai un coniuge, e quindi vivere in funzione del tuo partner. Se davvero ti comporti in questo modo, se davvero vivi così, allora spero che cambierai rotta il prima possibile. A prescindere da quanto sia importante per te una persona o dalla rilevanza che essa ha rispetto alla tua vita, al tuo modo di vivere o al tuo percorso di vita, non è lei la tua destinazione, perché si tratta solo di un essere umano corrotto. Dio ha stabilito per te il tuo attuale coniuge, con il quale puoi dunque vivere. Se Dio cambiasse idea e stabilisse per te un’altra persona potresti vivere altrettanto bene, quindi il tuo attuale coniuge non è il tuo unico e solo né la tua destinazione. Solo Dio è Colui al quale è affidata la tua destinazione e solo Dio è Colui al quale è affidata la destinazione dell’umanità. Puoi sopravvivere e vivere lo stesso se lasci i tuoi genitori, e naturalmente puoi vivere altrettanto bene se lasci il tuo partner. Né i tuoi genitori né il tuo partner sono la tua destinazione. Solo perché hai un partner, qualcuno a cui affidare il tuo spirito, la tua anima e la tua carne, non dimenticare le cose più importanti della vita. Se dimenticherai Dio, ciò che Egli ti ha affidato, il dovere che un essere creato dovrebbe svolgere e qual è la tua identità, allora avrai perso la coscienza e la ragione. Indipendentemente da come sia la tua vita al momento, che tu sia sposato o meno, la tua identità agli occhi del Creatore non cambierà mai. Nessuno può essere la tua destinazione e non puoi metterti nelle mani di nessuno. Solo Dio può darti una destinazione adeguata, solo Dio è Colui al quale è affidata la sopravvivenza dell’umanità, e sarà sempre così.

La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (11)”

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