18. L’insegnamento dell’obbedienza

Di Yang Mingzhen, Canada

Mi chiamo Yang Mingzhen e seguo Dio Onnipotente ormai da sette anni. In questi ultimi anni, qualunque dovere la Chiesa mi abbia incaricato di compiere o qualunque difficoltà o intoppo abbia incontrato nello svolgimento del mio dovere, anche se comportava una sofferenza o mi imponeva di pagare un prezzo, sono riuscita a collaborare entusiasticamente senza abbandonarmi al pessimismo o tirarmi indietro. Poiché ero in grado di fare tutto ciò, pensavo che la mia indole della vita fosse cambiata e possedessi ormai una certa obbedienza pratica a Dio. Egli conosce tuttavia la mia manchevolezza e sa di cosa ho bisogno per crescere nella mia vita, perciò ha predisposto degli ambienti reali affinché li sperimentassi. È stato solo attraverso la Sua rivelazione che ho compreso la mia vera levatura.

Nel marzo del 2016 sono fuggita in un altro Paese per evitare di essere arrestata e perseguitata dal governo del PCC e per credere liberamente in Dio e adorarLo. Quando sono arrivata, alloggiavo con alcune sorelle più giovani. Uscivano ogni giorno a divulgare il Vangelo e a nutrire e sostenere i nuovi credenti. Quando tornavano a casa la sera, erano felici di fare condivisioni reciproche sulle loro esperienze e su ciò che avevano guadagnato dallo svolgimento del loro dovere. Vedendo ciò, le ammiravo veramente. Pensavo: se riuscissi a essere come loro, se anch’io potessi svolgere il lavoro di nutrire e sostenere i nostri nuovi fratelli e sorelle, sarebbe davvero magnifico! Un giorno, sorella Zhang è venuta a discutere con noi del lavoro della Chiesa. Mi ha chiesto: “Sei disposta ad aiutarci a sostenere i nostri nuovi fratelli e sorelle?”. Ho accettato volentieri, pensando: quando i miei amici e parenti, e i fratelli e le sorelle che mi conoscono, scopriranno che sono in grado di adempiere a questo tipo di dovere all’estero, sicuramente mi ammireranno e mi stimeranno. Sarà veramente emozionante! Nei giorni seguenti ero ansiosa di iniziare il mio dovere di nutrire i nuovi credenti.

Proprio quando il mio cuore era pieno di aspettative, il leader della Chiesa è venuto da me e mi ha domandato se potessi offrire ospitalità. Immediatamente il mio cuore ha fatto una capriola: “Pensavo che la Chiesa mi avrebbe incaricata di nutrire e sostenere i nuovi fratelli e sorelle, allora perché ora mi sta incaricando di fare da ospite? Non passerò tutto il giorno tra pentole e tegami? Non solo è un lavoro duro, ma anche un affronto! Quando ero nel mondo, ero una donna d’affari e gestivo una fabbrica. I miei amici e parenti hanno detto tutti che sono una donna molto forte. A casa assumevo sempre una colf per fare il bucato, cucinare e pulire, ma ora sembra che sia io a dover cucinare per voi. Non voglio adempiere a questo tipo di dovere!”. Tutti questi pensieri mi hanno attraversato la mente, ma dovevo salvare la faccia ed ero troppo in imbarazzo per rifiutare direttamente. Ho inventato un pretesto diplomatico, dicendo che ero appena arrivata in questo Paese, che non conoscevo bene i dintorni e non sapevo parlare la lingua locale. Non sapevo neppure come comprare le verdure, perciò non sarei stata in grado di svolgere adeguatamente il dovere di ospite. Sorella Zhang ha detto che non dovevo preoccuparmi, che tutti mi avrebbero dato una mano ogni volta che ne avessi avuto bisogno. Dopo che ebbe detto questo, non ho potuto assolutamente trovare altri pretesti ma, in cuor mio. non ero affatto disposta a farlo. Se avessi acconsentito, probabilmente non avrei avuto un’altra opportunità di adempiere al dovere del nutrimento, e allora le mie speranze non sarebbero andate tutte in fumo? Se però non avessi accettato, la sorella non avrebbe detto che ero disobbediente perché sceglievo con cura i miei doveri? Dopo averci riflettuto, mi sono imposta di accettare quel dovere.

Nei giorni successivi, pur adempiendo al mio dovere di ospitalità, avevo il cuore continuamente in subbuglio e ho iniziato a nutrire dei sospetti. Ho pensato: potrebbe essere che la sorella non mi consideri capace di adempiere al dovere del nutrimento? Altrimenti, perché mi avrebbe incaricata di fare da ospite? Se i fratelli e le sorelle che mi conoscono dovessero scoprirlo, non penserebbero che sia stata incaricata di adempiere al dovere di ospite a causa della mia mancanza di realtà della verità? Non mi disprezzerebbero? Quel pensiero mi ha fatta stare peggio. Proprio in quel momento mi è venuto in mente un proposito che avevo fatto dinanzi a Dio: in qualunque cosa mi imbatta, purché sia vantaggiosa per il lavoro della Chiesa, farò del mio meglio per collaborare. A prescindere da quanto sia difforme dalle mie nozioni, devo essere obbediente e soddisfare Dio. Ma quando mi hanno chiesto di fare da ospite, perché ho mancato di obbedienza? Ho pregato Dio in silenzio: “Oh Dio! So che sono soggetta al Tuo governo e alle Tue disposizioni in questo dovere, ma nel mio cuore c’è sempre insubordinazione e non riesco a essere davvero obbediente nei Tuoi confronti. So che la mia condizione non è giusta. Ti chiedo di illuminarmi e guidarmi così che possa comprendere la Tua volontà ed essere in grado di obbedire a ciò che hai organizzato e predisposto”. Dopo aver pregato, ho pensato alle parole di Dio: “Chiunque creda senza cercare di obbedire a Dio, è contro di Lui. Dio chiede alle persone di cercare la verità, di anelare alle Sue parole, di mangiare e bere le Sue parole, e di metterle in pratica al fine di realizzare l’obbedienza verso di Lui. Se le tue motivazioni sono davvero queste, Dio ti eleverà e sarà sicuramente misericordioso con te. Nessuno può metterlo in dubbio, nessuno può cambiare questa situazione. Se le tue motivazioni non sono di obbedire a Dio, se hai altri scopi, allora tutto ciò che dici e fai – le preghiere al cospetto di Dio, e perfino ogni tua singola azione – sarà contro Dio. Puoi avere toni pacati e modi gentili, ogni tua azione ed espressione può sembrare giusta, puoi dare l’impressione di essere obbediente, ma quanto alle tue motivazioni e opinioni riguardo alla fede in Dio, tutto ciò che fai è contro Dio, ed è malvagio” (“Obbedire a Dio nella fede in Lui” in La Parola appare nella carne).

Dopo essere rincasata, ho letto in una condivisione: “Nello svolgimento del loro dovere, alcune persone si concentrano solo sulla vanità, sulla loro apparenza. ‘Adempirò a qualunque dovere mi consenta di mettermi in mostra. Se un dovere richiede di abbassare la testa e lavorare sodo, se nessuno se ne accorgerà e non riuscirò a mettermi in mostra, se passerà inosservato e sarò soltanto un eroe anonimo, allora non lo farò. Svolgerò un lavoro che mi faccia fare bella figura, che appaghi la mia vanità’. Vogliono soltanto fare bella figura davanti agli altri e, non appena ci riescono, si entusiasmano. Sopporteranno qualunque cosa, faranno qualunque sforzo. Cercano sempre di soddisfare la loro vanità. Le persone di quel tipo non amano la verità. Devi avere riguardo della volontà di Dio e obbedire alle Sue disposizioni. Le disposizioni nella casa di Dio sono autorizzate da Lui, perciò devi obbedire intenzionalmente. Se riesci a obbedire alle disposizioni della casa di Dio, significa che riesci a obbedire a Dio. Altrimenti la tua obbedienza a Lui non è altro che parole vuote, perché Egli non ti ordinerà mai direttamente di fare qualcosa. Oggi la casa di Dio ha disposto che tu adempia a questo dovere secondo le nostre attuali prescrizioni per il lavoro. Dici: ‘Ho diverse opzioni. Sceglierò quella che voglio. Se non mi piace, non lo faccio’. Adempiere al tuo dovere in questo modo equivale a obbedire a Dio? Una persona di quel tipo è un individuo che ama la verità? È in grado di comprendere Dio? Non è una persona che Lo riverisce. Scegliendo accuratamente il suo dovere, essendo pessimista e battendo la fiacca, una persona di quel tipo non ha nemmeno un po’ di realtà della verità. Non ha una vera obbedienza, bensì nel proprio dovere si affida interamente alle proprie preferenze. A Dio non piace quel tipo di persona” (“Sermoni e condivisione sulla parola di Dio ‘Conoscere Dio è la via per temere Dio ed evitare il male’ (I)” in Sermoni e comunicazioni sull’ingresso nella vita X).

Le parole di Dio e la condivisione mi hanno trafitto il cuore e mi sono vergognata. Ancora di più, ho capito perché ero disobbediente nel dovere dell’ospitalità. Ripensando a quando ero responsabile di un piccolo gruppo nella Chiesa, mi sono ricordata che il leader discuteva sempre prima con me del lavoro della Chiesa, e poi io ne discutevo con i fratelli e le sorelle e lo mettevo in atto. In quel periodo ritenevo che il leader della Chiesa avesse un’alta opinione di me e che anche i miei fratelli e sorelle mi ammirassero. Ero piena di energia nello svolgimento del mio dovere ed ero felice di adempiervi a prescindere da quanto fosse difficile o stancante, ma ora che devo fare da ospite, sono pessimista e priva di energie, convinta che preparare i pasti sia un compito troppo umile, che passerò tutto il giorno tra pentole e tegami e che nessuno lo saprà a prescindere da quanto lavorerò sodo. Quel tipo di dovere è frustrante, perciò oppongo resistenza e non voglio accettarlo. Non ho alcuna obbedienza pratica verso Dio. Solo allora ho capito che in passato il mio lavoro instancabile nello svolgimento del mio dovere non veniva fatto per vera obbedienza, ma soltanto per mettermi in mostra e ricevere l’ammirazione e la stima degli altri, e che non stavo adempiendo al mio dovere di creatura di Dio. Non appena il mio dovere non riusciva a soddisfare la mia ambizione e il mio desiderio di conquistare fama e prestigio, trovavo tutti i pretesti possibili e non ero disposta ad accettarlo e a essere obbediente. Per dirla senza mezzi termini, sbandieravo lo svolgimento del mio dovere mentre cercavo la fama e il prestigio personali per soddisfare la mia vanità. Non avevo il minimo riguardo per la volontà di Dio né appoggiavo il lavoro della Chiesa. Sono davvero molto egoista e spregevole! Ho sempre adempiuto al mio dovere assecondando le mie preferenze e scelte personali, sempre aspirando a scopi materiali. Come potrei essere una persona che cerca la verità e obbedisce a Dio? Poi ho letto altre Sue parole: “Coloro che sono in grado di mettere in pratica la verità riescono ad accettare l’esame di Dio nelle loro azioni. Quando lo accetti, il tuo cuore è sulla strada giusta. Se fai le cose sempre e solo perché gli altri le vedano e non accetti l’esame di Dio, hai Dio nel tuo cuore? Le persone di questo tipo non hanno un cuore timoroso di Dio. Non fare sempre cose per il tuo tornaconto, non considerare sempre i tuoi interessi e la tua posizione, immagine o reputazione. Devi considerare anzitutto gli interessi della casa di Dio e farne la tua prima priorità; devi essere rispettoso della volontà di Dio, domandarti se stai pensando all’opera della Sua casa oppure no e se hai svolto bene il tuo dovere oppure no. Quando consideri continuamente l’opera della casa di Dio nel tuo cuore e pensi all’ingresso nella vita dei tuoi fratelli e sorelle, sarai in grado di svolgere bene il tuo dovere” (“Puoi ottenere la verità dopo aver consegnato il tuo vero cuore a Dio” in Registrazione dei discorsi di Cristo). Meditando sulle parole di Dio, ho compreso la Sua volontà e capito cosa fare per soddisfarLo. Ho pregato e ho preso la mia decisione: “Oh Dio! Sono disposta ad accettare il Tuo esame, a mettere da parte la mia vanità e immagine e a non cercare più fama o prestigio. Sono disposta a obbedire alle Tue disposizioni e a adempiere devotamente al mio dovere per soddisfarTi!”. Dopo aver pregato, il mio cuore era molto più tranquillo e ho accettato questo dovere dal profondo del mio cuore.

Nei giorni seguenti, siccome le mie sorelle sapevano che ero appena arrivata qui e non conoscevo i dintorni e che pertanto avrei avuto difficoltà a fare la spesa, hanno trovato il tempo di venire con me a comprare cibo e beni di prima necessità. Sono più vecchia, e non molto brava con i computer, così le mie sorelle mi hanno insegnato con gentilezza e pazienza. Certe volte, quando incappavo in una difficoltà, cadevo in uno stato di pessimismo e debolezza e loro trovavano passi pertinenti delle parole di Dio da condividere con me. Mi hanno aiutata con amore e hanno risolto le mie difficoltà pratiche. Anche se erano molto impegnate con il loro dovere, ogni volta che avevano un momento mi aiutavano con le faccende domestiche, le pulizie e simili. Nessuna di loro mi guardava dall’alto in basso o mi trattava freddamente perché ero un’ospite. Tutte facevano qualunque cosa potessero durante lo svolgimento del loro dovere. Avevo la sensazione che tra i fratelli e le sorelle non ci fosse alcuna distinzione tra ciò che era umile e ciò che era nobile. Eravamo ancora più compatti e più intimi di una famiglia. Ogni singola giornata era davvero piena e mi sentivo a mio agio e serena. Ringrazio davvero Dio! Dopo aver subito quel giudizio e castigo delle Sue parole, ho sentito di aver guadagnato un certo ingresso nella verità dell’obbedienza a Dio e sono diventata più obbediente nello svolgimento del mio dovere. Tuttavia Dio sapeva bene che la mia natura satanica di ricerca della fama e del prestigio era profondamente radicata, così ha predisposto un altro ambiente per purificarmi e salvarmi.

Un giorno, il leader della Chiesa mi ha chiamata e ha detto che una delle sorelle era molto impegnata con il suo dovere e non aveva nessuno che accudisse la sua bambina il sabato pomeriggio, chiedendomi se potessi trovare il tempo per aiutarla mezza giornata la settimana. Quando ho saputo che avrei fatto la baby-sitter, mi sono sentita un po’ offesa. Fare la baby-sitter vale come svolgimento del mio dovere? Inoltre, in tutti questi anni sono stata occupata a fare affari e non ho dovuto accudire i miei nipoti. Tutto il lavoro che ho svolto era una cosa che mi faceva fare bella figura e, agli occhi dei miei parenti e amici, ero una donna forte. Adempiere al dovere di ospite è già molto umiliante per me; se poi devo anche accudire la bambina di qualcuno, non divento semplicemente una tata? Non posso farmi un nome o guadagnare prestigio facendo la baby-sitter, perciò non voglio farlo. Così ho trovato un pretesto: ora sto preparando i pasti per le sorelle e devo occuparmi della casa. I fratelli e le sorelle arrivano molto spesso, dunque non posso proprio allontanarmi. Mentre mi limitavo a trovare pretesti e a essere evasiva, il leader mi ha chiesto prima di pregare Dio, di cercare, e poi di prendere una decisione. Dopo aver riagganciato, non riuscivo a trovare pace nel mio cuore, e più ci riflettevo, e peggio mi sentivo. Ho pensato: Perché il leader non trova qualcun altro? Perché devo essere proprio io? Non posso farmi un nome o guadagnare prestigio facendo la baby-sitter. Come mi considererebbero i miei fratelli e sorelle se lo sapessero? Come potrei mostrare loro la faccia? Ma se rifiuto, non diranno che non ho alcun amore nel mio cuore? Ci ho pensato e ripensato, e alla fine ho deciso di andare e fare un tentativo.

Sono andata a casa di sorella Zhou quel sabato pomeriggio e ho visto che la bimbetta vivace era innocente e adorabile, ma semplicemente non sono stata in grado di provare alcuna felicità. Il mio cuore era turbato. Ho faticato a resistere fino alle 17, quando la bambina ha cominciato a piangere chiamando la mamma e, per quanto mi sforzassi, non sono riuscita a calmarla. Sorella Zhou stava per rincasare, ma la piccola non voleva smettere di piangere. Mi sono agitata. Ho pensato: se torna e vede sua figlia in lacrime, cosa penserà di me? Penserà che alla mia età non so nemmeno prendermi cura di una bambina piccola? In preda all’agitazione, non ho potuto far altro che blandire la bambina con deliziose merendine, raccontarle delle storie e farle vedere i cartoni animati. Pian piano ha smesso di piangere e poi sorella Zhou è tornata dallo svolgimento del suo dovere. In quel modo sono arrivata alla fine del pomeriggio. Camminando verso casa, ho riflettuto: accudire una bambina non è un compito facile. Oltre a essere stancante, dà molte preoccupazioni. Se succedesse qualcosa, non saprei come affrontarlo. E ci sono molte persone nella Chiesa, dunque perché devono incaricare proprio me di fare la baby-sitter? Più ci pensavo, e più mi sentivo frustrata. Quella sera mi sono girata e rigirata nel letto senza riuscire a dormire. Ho dovuto recarmi dinanzi a Dio e pregare: “Dio! Sto malissimo in questo momento. So che aiutare questa sorella a prendersi cura di sua figlia serve a evitare che le sue preoccupazioni familiari interferiscano con il suo dovere, e dovrei accettarlo come mio dovere, ma mi sento sempre offesa e fatico a obbedire. Oh Dio! Ti supplico di illuminarmi e guidarmi così che possa comprendere la Tua volontà e uscire da questa condizione sbagliata”. Dopo aver pregato, non mi sentivo più così male. Ho aperto il libro delle parole di Dio e letto quanto segue: “Che cos’è la sottomissione sincera? Ogni volta che le cose vanno come desideri e ti permettono di emergere, di brillare e di ricevere onori, hai la sensazione che tutto sia soddisfacente e appropriato. Ringrazi Dio e riesci a sottometterti alla Sua orchestrazione e alle Sue disposizioni. Invece, ogni volta che vieni messo da parte, che sei incapace di emergere e che vieni costantemente ignorato dagli altri, smetti di sentirti felice. […] Di solito è facile sottomettersi quando le condizioni sono favorevoli. Se riesci a farlo anche in circostanze avverse – quelle in cui le cose non vanno come desideri e vieni ferito nei tuoi sentimenti, quelle che ti rendono debole, che ti fanno soffrire fisicamente e sono uno smacco per la tua reputazione, che non riescono a soddisfare la tua vanità e il tuo orgoglio e ti infliggono una sofferenza psicologica –, allora sei cresciuto davvero. Non è questo l’obiettivo che dovreste perseguire? Se avete una simile risolutezza, un simile obiettivo, allora c’è speranza” (La condivisione di Dio).

L’indole corrotta degli uomini si nasconde in ogni loro pensiero e idea, nei motivi dietro ogni loro azione; si nasconde in ogni opinione, interpretazione, punto di vista e desiderio che essi hanno nel loro approccio a tutto ciò che Dio fa. E Dio come affronta queste cose dell’uomo? Predispone ambienti per smascherarti. Non solo ti smaschererà, ma ti giudicherà anche. Quando riveli la tua indole corrotta, quando hai pensieri e idee che sfidano Dio, quando hai condizioni e punti di vista che competono con Lui, quando hai condizioni che ti portano a fraintenderLo, o a resisterGli e a osteggiarLo, Egli ti rimprovererà, giudicherà e castigherà, e talvolta addirittura ti punirà e disciplinerà. […] Dio vuole che tu riconosca la tua indole corrotta e la tua essenza satanica, che sia obbediente verso gli ambienti che predispone per te e, in sostanza, che tu riesca a mettere in pratica ciò che ti richiede secondo la Sua volontà e che tu sia in grado di soddisfarla” (“Solo la vera obbedienza è fede reale” in Registrazione dei discorsi di Cristo).

Di fronte alle parole rivelatrici del giudizio di Dio ho avuto la sensazione di non avere alcun luogo in cui nascondermi. Vedendo queste parole di Dio “L’indole corrotta degli uomini si nasconde in ogni loro pensiero e idea, nei motivi dietro ogni loro azione; si nasconde in ogni opinione, interpretazione, punto di vista e desiderio che essi hanno nel loro approccio a tutto ciò che Dio fa”, non ho potuto fare a meno di guardarmi dentro: perché ero incapace di obbedire all’ambiente che Dio aveva predisposto per me? Perché non ero disposta ad aiutare la sorella ad accudire la sua bambina? Credevo che prendersi cura dei bambini fosse un incarico per persone di basso livello e che fosse una perdita di prestigio, che sarei incorsa nel disprezzo degli altri. Pensavo che solo l’adempimento di un dovere in cui potermi mettere in mostra e fare qualcosa di grande che gli altri ammirassero e stimassero fosse prezioso e meritasse la lode di Dio. Se il mio dovere è umile e invisibile agli altri, non vale nulla. Ho riflettuto in cuor mio su questi pensieri e idee e solo allora mi sono resa conto di essere ancora sotto il controllo di un desiderio di fama e prestigio. Gli obiettivi, i punti di vista sulla vita e i valori che cercavo nella mia fede in Dio erano uguali a quelli delle persone del mondo, per esempio “Come un albero vive per la sua corteccia, così l’uomo vive per la propria faccia”, “Gli uomini dovrebbero sempre sforzarsi di essere migliori dei loro contemporanei”, “L’uomo lascia il proprio nome ovunque vada, così come l’oca emette il suo grido ovunque voli”, “L’uomo lotta proteso verso l’alto, l’acqua scorre verso il basso”, eccetera. Tutte queste tossine sataniche e leggi della logica avevano attecchito profondamente nel mio cuore ed erano diventate la mia vita, rendendomi estremamente arrogante e inducendomi ad amare la fama e il prestigio. Ciò mi spingeva a calcolare sempre i guadagni e le perdite di fama e prestigio nel mio dovere e mi impediva di obbedire davvero a Dio.

Poi ho meditato ancora sulle parole di Dio e sono arrivata a capire che, benché l’ambiente che Egli aveva predisposto per me fosse contrario alle mie nozioni, conteneva le Sue intenzioni benevole. Dio voleva smascherarmi attraverso quell’ambiente così che guadagnassi una comprensione più profonda della mia indole corrotta e vedessi chiaramente che stavo imboccando la strada sbagliata, permettendomi di pentirmi e di tornare sui miei passi in tempo, di prendere la strada giusta della ricerca della verità. Ora, che gli altri considerino grande o banale il dovere a cui sto adempiendo, di fatto è il governo e la disposizione di Dio, nonché la responsabilità e il dovere di cui devo farmi carico. Devo semplicemente accettarlo e obbedire senza congetture o valutazioni; non posso ragionare o resistergli. Non spetta a me scegliere. Solo questa è vera obbedienza!

Il giorno dopo, mentre facevo le mie devozioni spirituali, ho letto altre parole di Dio: “Se non svolgi bene il tuo dovere, bensì cerchi sempre l’onore e competi per la posizione, l’immagine, la reputazione e i tuoi interessi, vuoi davvero rendere servizio mentre vivi in un simile stato? Se vuoi, puoi servire, ma è possibile che tu venga smascherato prima che il tuo servizio finisca. Lo smascheramento avviene istantaneamente. Non appena vieni smascherato, la domanda non è più se il tuo stato si possa migliorare; piuttosto, è probabile che il tuo esito finale sia già stato stabilito, e questo sarà un problema per te” (“Puoi ottenere la verità dopo aver consegnato il tuo vero cuore a Dio” in Registrazione dei discorsi di Cristo). “Coloro che non ricercano la vita non possono essere trasformati; coloro che non hanno sete della verità non possono guadagnarla. Non ti concentri sulla ricerca della trasformazione personale e dell’ingresso; ti concentri solo sui desideri eccessivi, e sulle cose che limitano il tuo amore per Dio e ti impediscono di avvicinarti a Lui. Queste cose possono trasformarti? Ti possono portare nel Regno?” (“Perché non sei disposto a essere un complemento?” in La Parola appare nella carne). Ciò mi ha trafitto il cuore, parola dopo parola. Ho visto l’indole giusta e santa di Dio, che non tollererà le offese del genere umano, e non ho potuto fare a meno di aver paura per la strada che avevo imboccato. Mi sono resa conto che, pur credendo in Dio da molti anni, non avevo cercato la verità. Ero sempre andata in cerca di fama e prestigio. Mi ero concentrata sulle cose che potevo fare davanti agli altri così che mi ammirassero e sostenessero. Ero vincolata e limitata da questi desideri eccessivi e non ero in grado di obbedire alle disposizioni di Dio. In particolare, non riuscivo a obbedirGli o ad amarLo. Se avessi continuato a seguirLo in questo modo fino alla fine, la mia indole della vita non sarebbe mai cambiata. Avrei continuato a soffrire per il controllo di questa natura satanica, a ribellarmi a Dio e a resisterGli. Allora come avrei mai potuto essere salvata da Lui? Anche se avevo rivelato una notevole corruzione attraverso questo adeguamento ai miei doveri, sono arrivata a capire che, nella mia fede in Dio, solo cercando la verità e accettando il giudizio, il castigo, la potatura e il trattamento delle Sue parole posso comprendere l’essenza della mia natura satanica e vedere chiaramente la verità della mia corruzione, che si esprime nella ribellione e nella resistenza a Dio. Ciò può spingermi a detestare me stessa, ad abbandonare la carne e a raggiungere una trasformazione nell’indole della vita, facendomi diventare così una persona che è davvero obbediente a Dio e guadagna la Sua lode. Comprendendo questo, ho sentito davvero la necessità di imparare a sottomettermi nella fede in Dio. In quel preciso istante ho deciso: qualunque dovere la Chiesa disponga per me, sono pronta a obbedire assolutamente a ciò che Dio ha predisposto. Non cercherò di imporre il mio ragionamento e non prenderò in considerazione il mio guadagno o la mia perdita. Voglio soltanto adempiere fermamente al mio dovere di creatura di Dio e soddisfarLo!

Nei giorni seguenti, ogni volta che i miei fratelli e sorelle erano impegnati con il loro dovere e avevano bisogno di me perché li aiutassi ad accudire i bambini, accettavo dal profondo del mio cuore e obbedivo all’ambiente che Dio aveva predisposto per me. Adempievo diligentemente al mio dovere e mi sentivo a mio agio e serena. Ricevevo anche molta guida e molte benedizioni da Dio. Talvolta, quando il bambino era disobbediente o faceva i capricci, ero lì lì per perdere le staffe, ma riuscivo immediatamente a riconoscere che stavo rivelando di nuovo la mia corruzione, così mi affrettavo a tornare da Dio e a riflettere su me stessa, vedendo che dinanzi a Lui ero semplicemente come una bambina immatura che si ribellava spesso a Dio e Gli resisteva, rifiutandosi di fare ciò che Egli diceva. Non mi sentivo più così agitata e riuscivo a essere più comprensiva e indulgente verso i bambini. A volte avevo qualche piccola divergenza di opinioni con loro, perciò cercavo di uscire dal ruolo di adulta e di ascoltare cosa avevano da dire, accettando qualunque loro suggerimento fosse corretto. Ho imparato anche a parlare a cuore aperto con i bambini e a capire veramente i loro sentimenti. Quando avevano qualcosa per la testa, ne parlavano con me e non c’era più alcuna distanza tra noi. Spesso leggevamo insieme anche le parole di Dio e ascoltavamo gli inni. Facevo condivisioni sulle tre fasi dell’opera di Dio e su come pregarLo e affidarci a Lui quando ci trovavamo in difficoltà nella vita. Mi hanno anche insegnato l’inglese. Ci aiutavamo a vicenda. Quando ho visto che i bambini diventavano sempre più obbedienti e che imparavano a pregare Dio e ad affidarsi a Lui quando avevano delle difficoltà, mi sono sentita incredibilmente felice. Non ho potuto fare a meno di ringraziare Dio e lodarLo dal cuore! Attraverso la mia esperienza del giudizio e del castigo delle Sue parole, a poco a poco ho abbandonato il mio desiderio di cercare fama e prestigio. Non volevo più adempiere a un dovere che mi desse una posizione di rilievo e non mi concentravo più su come mi vedevano gli altri. Invece sono diventata capace di obbedire alle disposizioni di Dio e di affrontarLo senza esitazioni e di adempiere al mio dovere. Penso che vivere in questo modo sia rilassante, liberatorio e un sollievo. Ho anche sperimentato profondamente come nella casa di Dio nessun dovere sia grande o piccolo e come non ci siano distinzioni tra ciò che è umile e ciò che è nobile. Qualunque tipo di dovere io svolga, contiene un insegnamento che devo imparare e verità che devo mettere in pratica e in cui devo entrare. Purché pratichi le parole di Dio e Gli obbedisca, riuscirò a guadagnare l’opera dello Spirito Santo e a comprendere la verità, e a ricevere le Sue benedizioni durante lo svolgimento del mio dovere. Ciò mi permette di vedere quanto Egli sia giusto e che non tratta ingiustamente nessuno!

Dio dice: “Dio paga un prezzo preciso per ogni individuo. Ripone la Sua volontà in ogni singola persona, con aspettative e speranza per tutti. Paga di Sua spontanea volontà il prezzo esatto per quelle persone e dona volutamente la Sua vita e verità a ogni individuo. Così Si sente gratificato se qualcuno riesce a comprendere questo Suo scopo. Se sei in grado di accettare le cose che fa e di obbedire, nonché di ricevere ogni cosa da Lui, ritiene che il prezzo non sia stato pagato invano. Ciò significa che, se hai vissuto all’altezza della premura e del pensiero che Dio ha investito in te, se hai raccolto le ricompense in ogni ambiente e non hai deluso le Sue speranze in te, e se ciò che Dio fa su di te ha avuto l’effetto previsto e raggiunto l’obiettivo sperato, allora il Suo cuore è soddisfatto” (“Per raggiungere la verità, devi imparare dalle persone, dalle situazioni e dalle cose intorno a te” in Registrazione dei discorsi di Cristo). Dalle parole di Dio ho capito che le persone, gli eventi, le cose e gli ambienti in cui mi imbatto ogni giorno contengono tutti la Sua volontà e i Suoi sforzi. Dio ha un incarico per me e ha riposto particolarmente la Sua speranza in me. Mi ha messa in salvo tirandomi fuori dall’immenso mondo. La Sua volontà è che io svolga il mio ruolo nel Suo piano di gestione. In quanto creatura di Dio, il mio dovere è prestare attenzione a ciò che Egli dice, obbedire alle Sue disposizioni, fare in modo preciso ciò che mi ha affidato e ottemperare alle mie responsabilità. Questi sono il mio dovere e la mia missione, da cui non posso esimermi. Così decido di accettare tutte le cose che vengono da Dio e obbedire, nonché – in tutte le persone, gli eventi e le cose da Lui predisposte – di cercare la verità, provare a comprendere la Sua volontà e praticare secondo le sue prescrizioni. In futuro, qualunque tipo di ambiente o dovere mi capiti, a prescindere da quanto sia lontano dalle mie nozioni, sarò disposta ad accettare e obbedire. Mi dedicherò cuore, anima e mente allo svolgimento del mio dovere. Cercherò di diventare una persona che obbedisce davvero a Dio e guadagna la Sua lode!

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