1. Cos’è la vera conoscenza di se stessi e cosa se ne può guadagnare

Parole di Dio attinenti:

A seguito di diverse migliaia di anni di corruzione, l’uomo è diventato insensibile e ottuso, un demonio che si oppone a Dio, a tal punto che l’insubordinazione umana nei confronti di Dio è stata documentata nei libri di storia e persino l’uomo stesso non è in grado di dar conto completamente del suo comportamento ribelle; questo avviene perché l’uomo è stato corrotto profondamente da Satana ed è stato traviato da lui in modo tale da non sapere più dove sbattere la testa. Ancor oggi, l’uomo continua a tradire Dio: quando Lo vede, Lo tradisce, e quando non Lo vede, Lo tradisce ugualmente. Vi è addirittura chi, malgrado sia stato testimone delle maledizioni e della collera divine, persevera nel tradire Dio. Per questo dico che sia la ragione dell’uomo sia la sua coscienza hanno smarrito la loro funzione originale. L’uomo che Mi è dato osservare è una bestia travestita da essere umano, un serpente velenoso, e, per quanto egli cerchi di apparire commiserabile ai Miei occhi, non sarò mai misericordioso nei suoi confronti, poiché non sa cogliere la differenza tra nero e bianco, tra verità e non verità. La ragione dell’uomo è fortemente intorpidita, ma malgrado ciò egli desidera ottenere benedizioni; la sua umanità è davvero ignobile e tuttavia desidera possedere la sovranità di un re. Ma di chi potrebbe essere re con un simile senno? Come potrebbe stare su un trono con una simile umanità? Veramente l’uomo è senza vergogna! È un miserabile presuntuoso! A quanti tra voi desiderano ottenere benedizioni, consiglierei innanzitutto di procurarsi uno specchio e di guardare la bruttezza della loro immagine riflessa: hai ciò che è necessario per essere un re? Hai il volto di qualcuno che potrebbe ottenere benedizioni? La tua indole non è cambiata nemmeno un po’ e non hai messo in pratica la verità nemmeno in parte, eppure continui a desiderare un domani meraviglioso. Sei un illuso! Nato in tale sudicia terra, l’uomo è stato gravemente rovinato dalla società, ha subito l’influsso di un’etica feudale ed è stato educato presso “istituti d’istruzione superiore”. Pensiero retrogrado, moralità corrotta, visione meschina della vita, ignobile filosofia di vita, esistenza del tutto priva di valore, stile e abitudini di vita depravati: tutte queste cose sono penetrate pesantemente nel cuore dell’uomo e ne hanno gravemente minato e intaccato la coscienza. Il risultato è che gli esseri umani sono sempre più lontani da Dio e Gli si oppongono sempre più. Giorno dopo giorno, l’indole umana si fa sempre più maligna e non vi è nessuno che sia disposto a rinunciare a qualcosa per Dio, nessuno che voglia obbedirGli, nessuno che abbia intenzione di cercare la Sua manifestazione. Invece, sotto il dominio di Satana, l’uomo non fa altro che perseguire il piacere, abbandonandosi alla corruzione della carne nella terra del fango. Anche quando odono la verità, coloro che vivono nelle tenebre non pensano affatto a metterla in pratica, né sono propensi ad andare alla ricerca di Dio, sebbene Ne abbiano visto il manifestarSi. Come può avere qualche speranza di salvezza un genere umano così depravato? Come può vivere nella luce un’umanità così decadente?

Tratto da “Avere un’indole immutata è essere ostili a Dio” in “La Parola appare nella carne”

Conoscere sé stessi significa conoscere ogni propria parola e azione, ogni proprio movimento e atto; significa conoscere la propria mente e i propri pensieri, le proprie motivazioni, concezioni e fantasie; significa perfino conoscere le proprie filosofie di vita che appartengono al mondo e le varie tossine di Satana presenti dentro di sé, nonché le conoscenze e l’istruzione acquisite a scuola. Tutte queste cose vanno analizzate. Anche se dopo essere giunti alla fede in Dio si possono aver fatte numerose opere buone, molte questioni risulteranno ancora opache e ben poco si sarà giunti a una comprensione della verità; eppure, per via di tali opere buone, si ritiene di essere già arrivati a vivere nelle parole di Dio, di essersi sottomessi a Lui e di avere ben soddisfatto la Sua volontà. Questo perché quando non emergono circostanze avverse tu fai tutto ciò che ti viene detto; non hai remore nel compiere qualsiasi dovere e non ti opponi. Quando ti viene detto di diffondere il Vangelo, è una difficoltà che puoi tollerare e non ti lamenti, e quando ti viene detto di correre qua e là o di svolgere lavori manuali lo fai. Per via di queste manifestazioni, ritieni di essere uno che si sottomette a Dio e ricerca realmente la verità. Se però ti si rivolgessero domande più profonde chiedendoti: “Sei una persona sincera? Sei una persona che davvero si sottomette a Dio? Una persona con l’indole trasformata?”; allora, così interrogato, così esaminato in base alla verità, tu (e si può dire chiunque) verresti considerato carente, e nessuno è davvero in grado di agire secondo la verità. Pertanto, quando si confrontano con la verità la radice di tutte le azioni umane e l’essenza e la natura di tali azioni, tutti vengono condannati. Qual è il motivo? Che l’uomo non conosce sé stesso; crede sempre in Dio a modo suo, svolge il proprio dovere a modo suo, serve Dio a modo suo. Per di più ritiene di essere colmo di fede e di ragione e alla fine ritiene di avere acquisito molto. Senza saperlo, giunge a ritenere di agire già in linea con la volontà di Dio e di averla soddisfatta completamente, di avere già adempiuto le prescrizioni di Dio e di seguire la Sua volontà. Se è questo che ritieni o se, nei tuoi vari anni di fede in Dio, ritieni di avere raccolto qualche vantaggio, tanto più devi ripresentarti dinanzi a Dio per riflettere su te stesso. Devi esaminare il cammino che hai percorso nei tuoi anni di fede e vedere se tutti i tuoi atti e comportamenti dinanzi a Dio siano stati in sintonia con Lui, che cosa fai in opposizione a Dio, che cosa fai per compiacere Dio, se ciò che fai adempia le prescrizioni di Dio e sia interamente conforme alla Sua volontà; devi avere chiarezza su tutte queste cose.

Tratto da “Soltanto riconoscendo le tue idee fuorviate puoi conoscere te stesso” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”

Conoscere sé stessi significa conoscere le cose che nei propri pensieri e punti di vista si oppongono a Dio, non sono affatto conformi alla verità e non contengono la verità. L’arroganza, l’ipocrisia, le menzogne e gli inganni dell’uomo, per esempio, sono aspetti di un’indole corrotta che sono facili da conoscere. Puoi giungere a una certa conoscenza di tali aspetti semplicemente tenendo alcune condivisioni sulla verità o tenendone spesso oppure facendoti indicare da fratelli e sorelle la tua condizione. Inoltre, ognuno possiede arroganza e falsità, anche se in misura variabile. Però i pensieri e i punti di vista delle persone non sono facili da conoscere; non quanto conoscerne l’indole. Sono cose radicate nel profondo. Pertanto, quando hai conseguito un certo cambiamento del comportamento e della condotta esteriore, vi sono ancora molti aspetti del tuo modo di pensare, delle tue concezioni, dei punti di vista e dell’educazione nella cultura tradizionale che hai ricevuto che sono contro Dio e che ancora non hai portato alla luce. Sono le cose profonde che conducono alla nostra inimicizia verso Dio. Pertanto, quando Dio fa qualcosa che non è conforme alle tue concezioni o qualcosa che differisce da ciò che tu immagini Dio faccia, ti opponi e lo contrasti. Non capisci perché Dio abbia agito così e, sebbene tu sappia che vi è verità in tutto ciò che Dio fa e forse desideri sottometterti, ti trovi incapace di farlo. Perché non riesci a sottometterti? Perché tale resistenza e opposizione? Il motivo è che nei pensieri e punti di vista dell’uomo vi sono cose ostili a Dio, ai principi con cui Egli agisce e alla Sua essenza. Tali pensieri e punti di vista sono difficili da conoscere per l’uomo.

Tratto da “Soltanto riconoscendo le tue idee fuorviate puoi conoscere te stesso” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”

Come fai a conoscere te stesso? In primo luogo, devi sapere quale indole riveli nelle tue parole e azioni. Talvolta si tratta di arroganza, talvolta di scaltrezza, talvolta di malvagità. Inoltre, quando ti imbatti nei problemi, devi sapere se le tue motivazioni non sono in linea con la volontà di Dio o conformi alla verità. Devi anche sapere se l’atteggiamento verso il tuo dovere è quello di addossarti un fardello o di essere devoto, e se sei sincero nello spenderti per Dio o se, invece, lo fai in cambio di qualcosa. Devi anche sapere se stai facendo a Dio richieste eccessive, se hai un cuore sottomesso e se sei in grado di ricercare la verità di fronte ai vari ambienti, persone, eventi e cose che Dio predispone. Inoltre, devi sapere se ami la verità, che tipo di umanità hai, se possiedi coscienza e ragione, se, quando ti imbatti nelle questioni, ti trovi in una condizione di razionalizzazione e contrattazione, oppure sai ricercare la verità e abbandonare le tue concezioni e fantasie, ambizioni, desideri e progetti, e se stai ricercando la verità. Un ulteriore aspetto del conoscere te stesso è capire il tuo carattere, sapere se sei una persona retta e se possiedi una coscienza e un cuore gentile. Nell’affrontare ogni genere di ambiente, persona, evento e cosa, puoi capire il tuo carattere e puoi giungere a sapere se ami la verità e se possiedi un’autentica fede in Dio. Osserva, inoltre, l’atteggiamento che hai in questioni legate direttamente a Dio: il modo in cui Egli viene indicato, i Suoi nomi, la Sua incarnazione; sei riverente e ti sottometti? Che altro può esserci? (Conoscere l’entità della nostra levatura.) (Capire il nostro modo di intendere la vita, i nostri valori, i parametri della nostra esistenza. Sapere qual è il nostro scopo, quale cammino stiamo percorrendo.) Queste sono tutte cose che bisogna capire. In fin dei conti, conoscere te stesso sotto ogni aspetto è sostanzialmente questo: conoscere la tua levatura, conoscere la tua personalità, sapere se ami la verità oppure no, conoscere il cammino che stai percorrendo, conoscere il tuo modo di intendere la vita e i tuoi valori, conoscere ogni atteggiamento che hai nei confronti di Dio. Sono comprese tutte queste cose.

Tratto da “Come riconoscere i falsi capi (2)” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”

Se la conoscenza che hai di te stesso consiste solo nell’identificazione frettolosa di cose superficiali – se ti limiti a dire che sei arrogante e ipocrita, che ti ribelli a Dio e Gli resisti –, allora questa non è vera conoscenza, bensì dottrina. Devi integrarla con i fatti: devi portare alla luce le tue motivazioni interiori per la condivisione e l’analisi in qualunque ambito tu abbia visioni ingannevoli o convinzioni errate. Solo così si possiede davvero la conoscenza. Devi concentrarti sulla comprensione delle tue motivazioni e sulla fonte della tua essenza. Non dovresti ottenere la comprensione unicamente dalle tue azioni; devi afferrarne il punto cruciale e risolvere il problema alla radice. Passato un periodo di tempo, devi riflettere su te stesso e fare un resoconto dei problemi che hai risolto, di quelli che restano ancora e di come andrebbero affrontati. Allo stesso modo devi anche cercare la verità. Non lasciare che siano sempre gli altri a guidarti; devi avere un percorso tutto tuo per l’ingresso nella vita. Devi esaminarti spesso: quali sono le cose che stai sbagliando e che sono in contrasto con la verità, quali delle tue parole e motivazioni sono errate, quali indoli stai rivelando. Se questo è il tuo modo costante di entrare e se pretendi molto da te stesso, allora, in modo lento ma inesorabile, otterrai una maggiore comprensione a questo riguardo; alla fine, collegherai ogni cosa e vedrai che semplicemente non servi a nulla. Quando arriverà il giorno in cui possiederai davvero una tale conoscenza, non sarai più capace di arroganza. Cos’è cruciale in questo preciso momento? Dopo la condivisione e l’analisi, gli uomini sono consapevoli e a conoscenza di queste cose, eppure non conoscono ancora se stessi. Alcuni dicono: “Come potrei non conoscere me stesso? Sono consapevole delle questioni in cui rivelo la mia arroganza”. Se ne sei consapevole, allora come fai a non renderti conto che la tua indole è arrogante? Perché ci sono occasioni in cui cerchi il progresso personale, in cui brami il prestigio e la distinzione? Ciò significa che la tua natura arrogante non è stata sradicata! Dunque il cambiamento deve iniziare dalle motivazioni, dalle visioni e dalle convinzioni alla base delle tue azioni. Vi accorgete che gran parte di ciò che le persone dicono è pungente e velenoso, che c’è un elemento di arroganza nel loro tono? Le loro parole veicolano motivazioni e opinioni personali; si può capire da ciò che dicono. Ci sono coloro che hanno un certo modo di parlare e una certa espressione quando non rivelano arroganza, ma la loro esposizione cambia quando l’arroganza si palesa. Il turpe volto di Satana si è rivelato. Tutti celano delle motivazioni. Prendi coloro che sono scaltri: bisbigliano sempre e socchiudono gli occhi mentre parlano; in ciò sono contenute delle motivazioni. Alcuni parlano a bassa voce, furtivamente; le loro parole contengono macchinazioni, ma essi non lasciano trapelare nulla dal tono o dall’espressione. Simili persone sono ancora più infide e molto difficili da salvare.

Tratto da “Come passare nella nuova età” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”

Ora siete in certa misura capaci di riconoscere l’indole corrotta che rivelate: le cose corrotte che siete ancora inclini a rivelare, quelle che siete ancora inclini a fare. Tutto questo, lo sapete. Tuttavia la cosa più difficile è riuscire a controllare voi stessi. Non sapete quando farete qualcosa o quali cose gravi siate in grado di fare. Forse ci sono cose che pensavate non avreste mai fatto o parole che pensavate non avreste mai detto ma, in un dato momento o ambiente, le avete fatte o dette davvero. Gli uomini non riescono a controllare queste cose inaspettate. Com’è possibile? Perché le persone non capiscono a fondo la propria natura ed essenza; la loro conoscenza non è abbastanza profonda, perciò mettere in pratica la verità è molto arduo per loro. Per esempio, alcuni sono molto falsi, disonesti nelle parole e nelle azioni, ma se domandi loro fino a che punto sia grave la loro corruzione, diranno: “Sono un po’ falso”. Si limiteranno a dire questo, ma senza precisare che la loro stessa natura è falsità e che sono persone false. Non vedono la loro natura così in profondità e non la considerano una cosa seria, evitando di esaminarla accuratamente come fanno gli altri. Questi altri vedono che questa persona è così falsa e disonesta che ogni sua parola è un imbroglio, che le sue parole e azioni non sono mai sincere, ma non riescono a guardare altrettanto in profondità dentro di sé. Qualunque conoscenza si trovino ad avere è semplicemente superficiale. Ogni volta che parlano e agiscono, rivelano qualcosa della loro natura, ma non ne sono consapevoli. Pensano di essere onesti in ciò che fanno e di fare le cose in conformità alla verità. Vale a dire, gli uomini hanno una comprensione estremamente superficiale della loro natura, e c’è un’enorme discrepanza tra questa comprensione e le parole di giudizio e rivelazione di Dio. Non si tratta di un errore in ciò che Dio rivela, ma piuttosto è la mancanza di una profonda comprensione della propria natura da parte degli esseri umani. Gli uomini non hanno una comprensione fondamentale o sostanziale di se stessi; invece, si concentrano e rivolgono le proprie energie alle loro azioni ed espressioni esteriori. Anche se qualcuno occasionalmente dicesse qualcosa riguardo alla comprensione di se stesso, non sarebbe qualcosa di molto profondo. Nessuno ha mai pensato di essere questo tipo di persona o di avere questo tipo di natura per aver fatto questo tipo di cosa o aver rivelato qualcosa. Dio ha svelato la natura e l’essenza dell’umanità, ma gli esseri umani capiscono che il loro modo di fare le cose e di parlare è imperfetto e carente; pertanto, per le persone, mettere in pratica la verità è un compito faticoso. La gente pensa che i propri errori siano solo manifestazioni momentanee che si palesano inavvedutamente, anziché delle rivelazioni della sua natura. Persone che la pensano così non possono mettere in pratica la verità, perché non riescono ad accettarla come verità e non ne hanno sete; quindi, quando la mettono in pratica, si limitano a seguire frettolosamente le regole. Gli uomini non ritengono che la propria natura sia troppo corrotta e credono di non essere così malvagi da dover essere distrutti o puniti. Pensano che mentire di tanto in tanto non rappresenti un grosso problema e si considerano molto migliori di quanto fossero in passato; in realtà, tuttavia, sono tutt’altro che vicini a un livello adeguato, perché le persone si limitano a compiere alcune azioni che esteriormente non contrastano con la verità, mentre, di fatto, non la stanno mettendo in pratica.

Tratto da “Comprendere la propria natura e mettere in pratica la verità” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”

Oggigiorno, la maggioranza delle persone ha una comprensione molto superficiale di sé. Non sono affatto giunte a conoscere chiaramente le cose che fanno parte della loro natura. Possiedono solo una conoscenza di alcuni dei loro stati corrotti, le cose che probabilmente faranno o alcune delle loro mancanze, e ciò fa credere loro di conoscersi. Inoltre, se rispettano delle regole, si assicurano di non commettere errori in certe aree e riescono a evitare di compiere determinate trasgressioni, allora ritengono di possedere la realtà nella loro fede in Dio e danno per scontato che saranno salvate. Questa è in assoluto una fantasia umana. Se rispetti tutte queste cose, sarai davvero capace di astenerti dal commettere ogni trasgressione? Avrai davvero ottenuto un cambiamento nell’indole? Vivrai veramente la parvenza di un essere umano? Potrai sinceramente soddisfare Dio in quel modo? Assolutamente no, questo è certo. La fede in Dio opera solo quando si hanno degli standard elevati e si è conseguita la verità e una certa trasformazione nella propria indole della vita. Dunque, se la conoscenza che le persone hanno di sé è troppo superficiale, troveranno impossibile risolvere i problemi, e la loro indole della vita semplicemente non cambierà. È necessario conoscere se stessi a un livello profondo, il che significa conoscere la propria natura: quali elementi sono inclusi in tale natura, come queste cose hanno avuto origine e da dove sono venute. Inoltre, sei davvero in grado di odiare queste cose? Hai compreso la tua anima turpe e la tua natura malvagia? Se sei davvero capace di comprendere la verità su di te, allora inizierai a detestarti. Quando detesterai te stesso e poi metterai in pratica la parola di Dio, saprai rinunciare alla carne e avrai la forza di praticare la verità senza difficoltà. Perché molte persone seguono le loro preferenze carnali? Perché si considerano piuttosto brave, sentendo che le loro azioni sono giuste e giustificate, di non avere colpe, e addirittura di essere totalmente nel giusto; sono, pertanto, capaci di agire partendo dal presupposto che la giustizia sia dalla loro parte. Quando si riconosce la propria vera natura, quanto turpe, ignobile e deplorevole essa sia, allora non si è oltremodo orgogliosi di sé, non si è così follemente arroganti né così compiaciuti di sé come prima. Una persona simile pensa: “Devo essere coscienzioso e concreto, e mettere in pratica la parola di Dio. Diversamente, non sarò all’altezza dello standard di essere umano e mi vergognerò di vivere alla presenza di Dio”. A quel punto, ci si vede davvero come indegni e insignificanti. A quel punto, diventa facile praticare la verità, e sembrerà di avere una qualche parvenza che un essere umano dovrebbe avere. Solo quando le persone si detestano davvero riescono a rinunciare alla carne. Se non si detestano, non ne saranno capaci. Odiare davvero se stessi implica alcuni aspetti: primo, conoscere la propria natura; secondo, considerarsi bisognosi e miseri, estremamente piccoli e insignificanti, e vedere la propria anima deplorevole e sordida. Quando si comprende appieno la propria vera natura e si ottiene questo risultato, allora si raggiunge un’autentica conoscenza di sé e si può affermare di essere giunti a conoscersi pienamente. Solo allora si può davvero odiare se stessi, spingersi al punto di maledirsi, di sentire davvero che si è stati profondamente corrotti da Satana in modo tale da non assomigliare nemmeno a un essere umano. Poi, un giorno, quando la minaccia della morte si concretizza, una persona simile penserà: “Questa è la giusta punizione di Dio. Dio è davvero giusto; io dovrei realmente morire!” A quel punto, non si lamenterà, tanto meno biasimerà Dio, sentendo semplicemente di essere così povera e miserabile, sordida e corrotta da dover essere eliminata da Dio, e che un’anima come la sua non è adatta a vivere sulla terra. A quel punto, tale persona non resisterà a Dio, tanto meno Lo tradirà. Se una persona non si conosce e si considera ancora molto buona, quando la morte busserà alla porta, penserà: “Mi sono comportata bene nella mia fede. Con quanto impegno ho cercato! Ho dato così tanto, ho sofferto così tanto, eppure ora Dio mi sta chiedendo di morire. Non so dove sia la Sua giustizia. Perché mi sta chiedendo di morire? Se anche una persona come me deve morire, chi si salverà? La razza umana non si estinguerà?” Prima di tutto, questa persona ha delle nozioni su Dio. In secondo luogo, questa persona si sta lamentando e non sta mostrando alcuna sottomissione. Proprio come Paolo: quando stava per morire, non conosceva se stesso, e quando la punizione di Dio era orami prossima, era troppo tardi per pentirsi.

Tratto da “Conoscere se stessi è soprattutto questione di conoscere la natura umana” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”

Lo scopo che Pietro perseguiva era conoscere sé stesso e scoprire che cosa fosse stato rivelato in lui tramite l’affinamento prodotto dalle parole di Dio e nelle varie prove che Egli aveva disposto per lui. Quando giunse veramente a comprendere sé stesso, Pietro si rese conto di quanto l’uomo sia profondamente corrotto, di quanto sia irrilevante e indegno di servire Dio e di come non meriti di vivere al Suo cospetto. A quel punto, Pietro cadde prostrato davanti a Dio. Infine, questo fu il suo pensiero: “Conoscere Dio è la cosa più preziosa! Se morissi prima di conoscerLo, sarebbe davvero un peccato; sento che conoscere Dio è la cosa più importante, più densa di significato che ci sia. Se l’uomo non conosce Dio, non merita di vivere e non ha vita”. All’epoca in cui l’esperienza di Pietro era giunta a questo punto, egli era divenuto consapevole della propria natura e ne aveva acquisito una comprensione relativamente buona. Sebbene non sarebbe stato probabilmente capace di spiegarla in maniera tanto chiara quanto le persone saprebbero fare oggi, aveva effettivamente raggiunto questa condizione. Ciò evidenzia che la ricerca della vita e il conseguimento della perfezione per mano di Dio comportano una conoscenza della propria natura che parta dalle parole di Dio, nonché la comprensione dei vari aspetti di questa e la sua accurata descrizione con parole chiare e semplici. Solo così si ottiene una vera conoscenza di sé stessi e si raggiungono i risultati richiesti da Dio. Se la tua conoscenza non è ancora giunta a tal punto e malgrado ciò affermi di comprendere te stesso e di aver acquisito la vita, non ti stai forse semplicemente vantando? Non conosci te stesso, né sai cosa sei dinanzi a Dio, non sai se hai davvero raggiunto i requisiti per essere umano, o quanti elementi satanici continuano a essere presenti in te. Ancora non ti è chiaro a chi appartieni e non hai nemmeno un briciolo di conoscenza di te stesso: come puoi dunque essere in possesso di raziocinio di fronte a Dio? Quando Pietro perseguiva la vita, si concentrava sulla comprensione di sé stesso e sul cambiamento subito dalla propria indole durante le prove da lui affrontate. Si adoperò per conoscere Dio e alla fine fu questo il suo pensiero: “Durante la loro vita, gli esseri umani devono cercare di comprendere Dio; conoscerLo è la cosa fondamentale. Se non conosco Dio, non potrò riposare in pace quando morirò. Invece, se Lo avrò conosciuto, anche se a quel punto Dio mi farà morire, ne sarò comunque più che lieto, non mi lamenterò minimamente e la mia vita intera sarà stata realizzata”. Pietro non fu in grado di ottenere questo grado di comprensione o di raggiungere tale condizione subito dopo aver cominciato a credere in Dio; prima dovette affrontare molte prove. La sua esperienza dovette arrivare a un certo punto ed egli dovette capire pienamente sé stesso prima di poter percepire il valore della conoscenza di Dio. Il cammino intrapreso da Pietro fu dunque un cammino di acquisizione della vita e di perfezionamento; la sua attività specifica si concentrò prevalentemente su questo aspetto.

Tratto da “Come percorrere il cammino di Pietro” in “Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni”

Dal momento che vi giudico in questo modo oggi, quale sarà il vostro livello di comprensione alla fine? Direte che, pur non avendo un prestigio elevato, avete comunque goduto dell’elevazione di Dio. Poiché siete di umili origini non avete prestigio, ma lo guadagnate perché Dio vi eleva: è una cosa che Egli vi ha elargito. Oggi avete la possibilità di ricevere personalmente l’addestramento di Dio, il Suo castigo e il Suo giudizio. Questa, a maggior ragione, è la Sua elevazione. Avete la possibilità di ricevere personalmente la Sua purificazione e il Suo fuoco. Questo è il grande amore di Dio. In tutte le età non c’è stata una sola persona che abbia ricevuto la Sua purificazione e il Suo fuoco, né una sola persona che sia riuscita a essere perfezionata dalle Sue parole. Dio adesso vi sta parlando a tu per tu, purificandovi, svelando la vostra ribellione interiore: questa è proprio la Sua elevazione. Che talenti hanno gli uomini? Che siano figli di Davide o discendenti di Moab, in sintesi, gli uomini sono esseri creati che non hanno niente di valido da vantare. Poiché siete creature di Dio, dovete compiere il dovere delle creature. Non vi viene richiesto nient’altro. Ecco come dovreste pregare: “O Dio! Che io abbia o meno prestigio, ora comprendo me stesso. Se il mio prestigio è elevato è grazie alla Tua elevazione, e se è scarso è a causa della Tua decisione. Tutto è nelle Tue mani. Non ho alcuna scelta né alcuna lamentela. Hai decretato che nascessi in questa nazione e tra questa gente, e non devo fare altro che essere del tutto obbediente sotto il Tuo dominio, perché tutto ricade in ciò che hai decretato. Non penso al prestigio; dopotutto, sono solo una creatura. Se mi collochi nel pozzo dell’abisso, nello stagno di fuoco e zolfo, non sono nient’altro che una creatura. Se Ti servi di me, sono una creatura. Se mi perfezioni, sono ancora una creatura. Se non mi perfezioni, Ti amerò lo stesso perché non sono null’altro che una creatura. Non sono altro che una minuscola creatura plasmata dal Signore della creazione, solo uno tra tutti gli esseri umani creati. Sei stato Tu che mi hai creato, e ora mi hai posto di nuovo nelle Tue mani per fare di me ciò che desideri. Sono pronto a essere il Tuo strumento e il Tuo complemento perché ogni cosa è come Tu hai decretato. Nessuno può cambiarlo. Tutte le cose e tutti gli eventi sono nelle Tue mani”. Quando arriverà il momento in cui non penserai più al prestigio, te ne libererai. Solo allora sarai in grado di ricercare con sicurezza e con coraggio, e solo allora il tuo cuore potrà liberarsi da ogni vincolo. Quando gli uomini saranno stati liberati da queste cose, non avranno più preoccupazioni.

Tratto da “Perché non vuoi essere un complemento?” in “La Parola appare nella carne”

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