Cosa significa perseguire la verità (6)

Vi ricordate su quali contenuti abbiamo fatto comunione nell’ultima riunione? (Dio ha condiviso prima in merito alle differenze tra ciò che la gente considera come buoni comportamenti e il vivere la normale umanità come richiesto da Dio, e poi ha condiviso sulla condotta morale dell’uomo secondo la cultura tradizionale e ha condensato ventuno affermazioni riguardanti la condotta morale dell’uomo.) Nel nostro ultimo incontro ho condiviso su due argomenti. In primo luogo, ho fornito un’ulteriore condivisione sul tema dei buoni comportamenti, e poi ho fatto un po’ di comunione semplice e introduttiva sul carattere, sulla condotta e sulla virtù dell’uomo, senza entrare troppo nel dettaglio. Abbiamo già fatto comunione più volte in merito a cosa significa perseguire la verità e ho finito di condividere su tutti i buoni comportamenti correlati al perseguimento della verità che andavano esposti e analizzati. L’ultima volta ho inoltre fatto un po’ di comunione su alcuni argomenti fondamentali riguardanti la condotta morale dell’uomo. Pur non fornendo una rivelazione dettagliata né un’analisi approfondita di queste affermazioni riguardanti la condotta morale, abbiamo elencato alcuni esempi di diverse dichiarazioni riguardanti la condotta morale dell’uomo, ventuno per l’esattezza. Questi ventuno esempi sono essenzialmente le varie affermazioni che la cultura tradizionale cinese inculca nella gente, dominate dalle idee di benevolenza, giustizia, correttezza, saggezza e affidabilità. Per esempio, abbiamo citato vari detti riguardanti la condotta morale dell’uomo inerenti alla lealtà, alla giustizia, alla correttezza e alla fiducia, nonché il modo in cui dovrebbero comportarsi uomini, donne, funzionari e figli, e così via. Indipendentemente dal fatto che questi ventuno detti siano esaurienti o esaustivi, in ogni caso sono in grado di rappresentare fondamentalmente l’essenza delle varie richieste poste dalla cultura tradizionale cinese in relazione alla condotta morale dell’uomo, sia dal punto di vista ideologico che sostanziale. Dopo che abbiamo elencato questi esempi, avete riflettuto e condiviso su di essi? (Abbiamo fatto un po’ di comunione al riguardo durante le nostre riunioni e abbiamo appurato che è facile confondere alcune di queste affermazioni con la verità. Per esempio, tra tutte: “Le esecuzioni fanno solo rotolare teste; sii indulgente ogni volta che è possibile”, “Per un amico mi farei sparare” e “Fai del tuo meglio per gestire lealmente tutto ciò che gli altri ti hanno affidato”.) Altri detti sono: “Una goccia d’acqua di gentilezza dovrebbe essere ripagata con una sorgente zampillante”, “La parola di un gentiluomo è il suo vincolo”, “Se colpisci gli altri, non colpirli in faccia; se li metti a nudo, non mettere a nudo le loro manchevolezze”, “Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”, “Quando si beve l’acqua di un pozzo, non si deve mai dimenticare chi l’ha scavato”, e così via. A un esame attento, si vedrà che essenzialmente la maggior parte delle persone si comporta e valuta la propria condotta morale e quella degli altri sulla base di queste affermazioni riguardanti la condotta morale. Queste cose esistono in qualche misura nel cuore di ognuno. Una delle ragioni principali è l’ambiente sociale in cui le persone vivono e l’istruzione che ricevono dai loro governi, un’altra è l’educazione che ricevono dalle loro famiglie e le tradizioni che vengono tramandate dai loro antenati. Alcune famiglie insegnano ai figli a non intascare mai i soldi che raccolgono, altre insegnano loro il dovere di essere patriottici e il fatto che “Ognuno condivide la responsabilità per il destino del proprio Paese”, poiché ogni famiglia fa affidamento sul proprio Paese. Alcune famiglie insegnano ai figli che “non bisogna mai farsi corrompere dalla ricchezza, cambiare dalla povertà o piegare dalla forza” e mai dimenticare le proprie radici. Alcuni genitori usano affermazioni chiare per insegnare ai figli la condotta morale, mentre altri non sanno esprimere chiaramente le loro idee in merito, ma fungono da modello per i figli e insegnano con l’esempio, influenzando e istruendo la generazione successiva attraverso le loro parole e azioni. Queste parole e azioni possono includere: “Una goccia d’acqua di gentilezza dovrebbe essere ripagata con una sorgente zampillante”, “Trai piacere dall’aiutare gli altri”, “Una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine”, ma anche affermazioni più altisonanti come “Cresci come un giglio incontaminato dal fango”, e così via. I temi e l’essenza di ciò che i genitori insegnano ai figli rientrano generalmente nell’ambito della condotta morale richiesta dalla cultura tradizionale cinese. La prima cosa che gli insegnanti dicono agli studenti quando iniziano ad andare a scuola è che devono essere gentili con tutti e trarre piacere dall’aiutare gli altri, che non devono intascare i soldi che raccolgono e che devono onorare i loro insegnanti e rispettare i loro insegnamenti. Quando gli studenti imparano la prosa cinese antica o le biografie degli eroi dell’antichità, viene loro insegnato: “per un amico mi farei sparare”, “un suddito leale non può servire due re, una brava donna non può avere due mariti”, “piegati a un compito e sforzati di dare il massimo fino al giorno della tua morte”, “ognuno condivide la responsabilità per il destino del proprio Paese”, “nessuno dovrebbe appropriarsi degli oggetti smarriti che trova per strada”, e così via. Tutte queste cose derivano dalla cultura tradizionale. Anche le nazioni sostengono e diffondono queste idee. In realtà, l’istruzione nazionale promuove più o meno le stesse cose che promuove quella familiare, e tutte ruotano intorno a queste idee della cultura tradizionale. Le idee derivanti dalla cultura tradizionale permeano fondamentalmente tutti i requisiti relativi al carattere, alla virtù, al comportamento e ad altri aspetti degli uomini. Da un lato, richiedono alle persone di rispettare esteriormente il galateo e le buone maniere, di agire e comportarsi in un modo che gli altri approvino e di far mostra di azioni e comportamenti buoni perché tutti li vedano, nascondendo invece gli aspetti oscuri delle profondità del loro cuore. Da un altro lato, elevano a livello di condotta morale gli atteggiamenti, i comportamenti e le azioni che riguardano il modo in cui ci si comporta, ci si relaziona con le persone e si gestiscono le questioni, il modo in cui si trattano gli amici e la famiglia e il modo in cui ci si approccia a vari tipi di persone e cose al fine di ottenere lode e rispetto da parte degli altri. Le richieste che la cultura tradizionale pone alle persone ruotano fondamentalmente intorno a questi aspetti. Sia che si tratti delle idee avanzate su vasta scala sociale, sia che si tratti, su scala più ridotta, dei pensieri riguardanti la condotta morale promossi e sostenuti nelle famiglie e dei requisiti posti alle persone in merito al loro comportamento, tutti rientrano essenzialmente in questo ambito. Quindi, tra le persone, nella cultura tradizionale cinese come in quelle di altri Paesi, incluse le nazioni occidentali, tutte queste idee riguardanti la condotta morale consistono in cose che le persone possono conseguire ed elaborare, in cose che possono attuare sulla base della loro coscienza e della loro ragione. Per lo meno, ci sono persone in grado di adempiere in parte alla condotta morale che viene loro richiesta. Queste richieste sono limitate esclusivamente all’ambito del carattere morale, del temperamento e delle preferenze delle persone. Se non Mi credi, ti invito a un esame più approfondito perché tu veda quali di queste richieste relative alla condotta morale delle persone riguardano la loro indole corrotta. Quali di esse riguardano il fatto che le persone provano disgusto e disprezzo nei confronti della verità e si oppongono a Dio nella loro stessa essenza? Quali di queste richieste hanno qualcosa a che fare con la verità? Quali possono essere elevate al livello della verità? (Nessuna.) Da qualunque punto di vista le si considerino, nessuna di queste richieste può essere elevata al livello della verità. Nessuna di esse è lontanamente correlata alla verità o ha il minimo rapporto con essa. Finora, coloro che credono in Dio da molto tempo, che hanno un po’ di esperienza e che comprendono una parte della verità avranno soltanto un minimo di autentica comprensione di questo argomento; ma la maggior parte delle persone continua a comprendere solo le dottrine e a essere d’accordo con questa idea a livello teorico, senza riuscire a raggiungere il livello di un’autentica comprensione della verità. Perché? La ragione è che la maggior parte delle persone arriva a capire che questi aspetti della cultura tradizionale non sono in linea con la verità né a essa correlati solo confrontando queste norme della cultura tradizionale con le parole e le richieste di Dio. Possono anche dichiarare di riconoscere completamente che queste cose non hanno nulla a che fare con la verità ma, nel profondo del loro cuore, ciò a cui aspirano, che approvano, che preferiscono e che accettano facilmente sono essenzialmente queste idee provenienti dalla cultura tradizionale dell’umanità, alcune delle quali vengono sostenute e promosse dal loro Paese. Le persone le considerano come cose positive oppure le trattano come verità. Non è così? (Sì.) Come vedete, questi aspetti della cultura tradizionale hanno messo radici profonde nel cuore dell’uomo e non possono essere sradicati in breve tempo.

Sebbene le ventuno richieste riguardanti la condotta morale dell’uomo che abbiamo elencato non siano che una parte della cultura tradizionale cinese, in certa misura possono fungere da campione di tutti i requisiti che la cultura tradizionale cinese ha posto riguardo alla condotta morale umana. Ognuna di queste ventuno dichiarazioni è considerata dagli uomini come una cosa positiva, nobile e corretta, e le persone credono che queste affermazioni permettano loro di vivere con dignità e le ritengono un tipo di condotta morale degno di ammirazione e stima. Per ora lasciamo da parte i detti relativamente superficiali, come il non intascare i soldi che si raccolgono o il trarre piacere dall’aiutare gli altri, e parliamo invece della condotta morale che l’uomo tiene in particolare considerazione e reputa nobile. Per esempio, prendiamo il detto “Non bisogna mai farsi corrompere dalla ricchezza, cambiare dalla povertà o piegare dalla forza”: il modo più semplice per riassumere il significato di questa affermazione è che non bisogna dimenticare le proprie radici. Se qualcuno possiede questa condotta morale, tutti penseranno che abbia una personalità così nobile da essere davvero “cresciuto come un giglio incontaminato dal fango”. Le persone hanno un’altissima considerazione di tale aspetto, e ciò significa che approvano e condividono davvero questo tipo di affermazione. E, naturalmente, ammirano molto anche coloro che riescono ad attuare questa condotta morale. Molti, pur credendo in Dio, approvano davvero queste cose promosse dalla cultura tradizionale e sono intenzionati a mettere in pratica tali buoni comportamenti. Costoro non comprendono la verità: pensano che credere in Dio significhi essere delle brave persone, aiutare gli altri e trarre piacere dal farlo, non ingannare o danneggiare mai nessuno, non perseguire le cose mondane e non essere avidi di ricchezza o di piaceri. In cuor loro, sono tutti d’accordo sulla correttezza dell’affermazione “Non bisogna mai farsi corrompere dalla ricchezza, cambiare dalla povertà o piegare dalla forza”. Alcuni diranno: “Se prima di acquisire fede in Dio una persona si attiene già a una condotta morale come ‘Non bisogna mai farsi corrompere dalla ricchezza, cambiare dalla povertà o piegare dalla forza’, se è nobile e gentile e non dimentica le proprie radici, allora, dopo aver aderito alla fede, sarà rapidamente in grado di raggiungere la gioia di Dio. Per persone come queste è facile entrare nel Regno di Dio: possono ottenere le Sue benedizioni”. Nel valutare e giudicare gli altri, molti non guardano alla loro essenza basandosi sulle parole di Dio e sulla verità; invece li valutano e giudicano in base alle richieste della cultura tradizionale riguardanti la condotta morale delle persone. Da questo punto di vista, coloro che non comprendono la verità non saranno forse inclini a confondere ciò che l’uomo ritiene buono e giusto con la verità? Non saranno forse inclini a considerare le persone ritenute buone dall’uomo come quelle ritenute buone da Dio? Gli uomini vogliono sempre sovrapporre le proprie idee a quelle di Dio: così facendo, non commettono forse un errore di principio? Questo non offende l’indole di Dio? (Sì.) È un problema molto grave. Se le persone sono davvero dotate di ragione, dovrebbero ricercare la verità nelle questioni che non riescono a comprendere, arrivare a capire la volontà di Dio e non sciorinare con leggerezza un mucchio di sciocchezze. Gli standard e i principi di Dio secondo cui valutare l’uomo includono forse una frase che dice: “Chi non dimentica le proprie radici è una brava persona e possiede le caratteristiche di una brava persona”? Dio ha mai detto una cosa del genere? (No.) Nelle richieste specifiche che ha posto all’uomo, Dio ha mai detto: “Se sei povero, non devi rubare. Se sei ricco, non devi essere sessualmente promiscuo. Quando ti trovi di fronte a intimidazioni o minacce, non devi mai cedere”? Le parole di Dio contengono forse tali richieste? (No.) Appunto, non le contengono. L’affermazione “Non bisogna mai farsi corrompere dalla ricchezza, cambiare dalla povertà o piegare dalla forza” è evidentemente un prodotto umano: non è conforme alle richieste fatte da Dio all’uomo, è incompatibile con la verità e fondamentalmente divergente rispetto a essa. Dio non ha mai richiesto agli esseri creati di non dimenticare le loro radici. Cosa significa non dimenticare le proprie radici? Ti faccio un esempio: se i tuoi antenati erano agricoltori, devi sempre conservarne il ricordo. Se i tuoi antenati svolgevano un mestiere, devi perpetuarne la pratica e tramandarlo di generazione in generazione. Neanche dopo aver acquisito fede in Dio devi dimenticare queste cose: non devi dimenticare gli insegnamenti, i mestieri o qualsiasi cosa sia stata tramandata dai tuoi antenati. Se i tuoi antenati erano mendicanti, allora conserva i bastoni che usavano per picchiare i cani. Se un tempo gli antenati dovevano vivere di pula e piante selvatiche, allora anche i loro discendenti devono provare a mangiare pula e piante selvatiche: questo è rievocare la sofferenza del passato per assaporare le gioie del presente, questo è non dimenticare le proprie radici. Qualsiasi cosa i tuoi antenati facessero, devi mantenerla. Non devi dimenticarti di loro solo perché sei istruito e godi di prestigio. I cinesi sono molto attenti a questi aspetti. A quanto pare nel loro cuore solo chi non dimentica le proprie radici possiede coscienza e ragione, e solo queste persone possono comportarsi in modo retto e vivere con dignità. Questa visione è corretta? Le parole di Dio dicono mai una cosa del genere? (No.) Dio non ha mai detto nulla di simile. Da questo esempio possiamo vedere che, sebbene un regno di virtù possa essere agli occhi dell’uomo degno di stima e qualcosa a cui aspirare, sebbene possa sembrare una cosa positiva, in grado di regolare la condotta morale dell’uomo e impedire alle persone di percorrere il sentiero del male e precipitare nella depravazione, e sebbene venga diffuso e accettato da tutti come una cosa positiva, se lo confronti con le parole di Dio e con la verità constaterai che queste affermazioni e questi pensieri della cultura tradizionale sono completamente assurdi. Ti renderai conto che non sono semplicemente degni di nota, che non hanno la minima correlazione con la verità e che sono ancora più lontani dalle richieste e dalla volontà di Dio. Sostenendo queste idee e questi punti di vista e promuovendo varie affermazioni riguardanti la condotta morale dell’uomo, non si fa altro che usare alcune cose che trascendono l’ambito del pensiero umano per fare sfoggio di originalità e novità, per ostentare la propria grandezza e correttezza e per farsi adorare dagli altri. Sia in Oriente che in Occidente, le persone la pensano fondamentalmente tutte allo stesso modo. Le idee e i punti di partenza delle richieste che sostengono e promuovono in merito alla condotta morale dell’uomo e gli obiettivi che desiderano raggiungere attraverso di essi sono essenzialmente tutti uguali. Sebbene i popoli occidentali non abbiano le idee e i punti di vista specifici tanto sostenuti dagli orientali, come “Ricambia il male con il bene” e “Una goccia d’acqua di gentilezza dovrebbe essere ripagata con una sorgente zampillante”, e sebbene non possiedano detti espliciti come quelli della cultura tradizionale cinese, la loro cultura tradizionale è intrisa di queste idee. Ciò su cui abbiamo condiviso e di cui ci siamo occupati appartiene alla cultura tradizionale cinese, ma in una certa misura, e in sostanza, queste affermazioni e richieste riguardanti la condotta morale rappresentano le idee dominanti di tutta l’umanità corrotta.

Oggi abbiamo condiviso principalmente in merito all’influenza negativa che la cultura tradizionale esercita sulle persone attraverso le sue dichiarazioni e le sue richieste riguardanti la condotta morale dell’uomo. Una volta compreso questo, la cosa più importante da capire è quali sono effettivamente i requisiti che Dio, il Signore della creazione, ha nei confronti del comportamento morale dell’uomo, cosa ha detto specificamente e quali richieste ha posto. Questo è ciò che l’umanità deve capire. Abbiamo visto chiaramente che la cultura tradizionale non testimonia affatto quali sono le richieste di Dio nei confronti dell’uomo né le parole che Egli ha pronunciato, e che l’uomo non ha ricercato la verità al riguardo. Così, la cultura tradizionale è stata quella che le persone hanno imparato per prima e che le ha dominate; è entrata nei loro cuori e ha guidato la loro vita per migliaia di anni. Questo è il modo principale in cui Satana ha corrotto l’umanità. Avendo riconosciuto chiaramente questo fatto, la cosa più importante che le persone devono capire è quali sono le richieste fatte dal Signore della creazione agli esseri umani creati in merito alla loro umanità e alla loro moralità; o, in altre parole, quali sono i criteri riguardo a questo aspetto della verità. Allo stesso tempo, le persone devono arrivare a capire se la verità siano le richieste poste dalla cultura tradizionale o ciò che Dio richiede all’umanità. Devono capire quale delle due cose è in grado di purificare, salvare e guidare le persone sulla retta via della vita, e quale invece è una falsità capace di fuorviarle, danneggiarle e condurle sulla strada sbagliata, in una vita di peccato. Una volta che le persone acquisiscono questo discernimento, sono in grado di riconoscere che le richieste fatte dal Signore della creazione all’umanità sono perfettamente naturali e legittime, e che sono le verità principi che si dovrebbero praticare. Per quanto riguarda le affermazioni riguardanti la condotta morale e i criteri di valutazione della cultura tradizionale che influenzano il perseguimento della verità, le opinioni su persone e cose, il comportamento e il modo di agire degli uomini, se le persone riescono a discernerli un minimo, a rendersi conto e a riconoscere che sono assurdi nella loro essenza e a rinunciarvi dal profondo del cuore, allora alcune delle confusioni o dei problemi che hanno riguardo alla condotta morale possono essere risolti. La soluzione di questi problemi non ridurrebbe forse di molto il numero di ostacoli e difficoltà che le persone affrontano sul cammino del perseguimento della verità? (Sì.) Quando non si comprende la verità, si è inclini a scambiare per verità le idee riguardanti la condotta morale generalmente riconosciute e di perseguirle e rispettarle come se fossero la verità. Ciò influisce notevolmente sulla capacità delle persone di comprendere e praticare la verità, nonché sui risultati che ottengono nel perseguirla per ottenere una trasformazione dell’indole. Questo è qualcosa che non sarebbe gradito a nessuno di voi, e naturalmente nemmeno a Dio. Quindi, per quanto riguarda questi punti di vista, affermazioni e idee riguardanti la condotta morale sostenuti dall’uomo e apparentemente positivi, le persone devono prima conoscerli e discernerli chiaramente sulla base delle parole di Dio e della verità, capirne in profondità l’essenza, e quindi sviluppare in merito una valutazione e una posizione accurata nel profondo del loro cuore; fatto questo, possono portarli alla luce, a poco a poco, ed estirparli e abbandonarli. In futuro, ogni volta che si troveranno davanti ad affermazioni apparentemente positive in conflitto con la verità, dovranno mettere al primo posto la verità e non le affermazioni considerate positive secondo le nozioni umane, poiché queste affermazioni apparentemente positive sono solo opinioni dell’uomo e in realtà non sono in linea con la verità. Indipendentemente dal punto di vista da cui parliamo, il nostro obiettivo principale nel condividere oggi in merito a questi argomenti è quello di rimuovere i vari ostacoli che emergono nel processo di perseguimento della verità da parte delle persone, in particolare le incertezze che sorgono nella loro mente riguardo alle parole di Dio e ai criteri della verità. Queste incertezze fanno sì che, quando accetti e metti in pratica la verità, non riesci a capire quali sono i detti riguardanti la condotta morale sostenuti dall’uomo e quali i requisiti di Dio nei confronti dell’umanità, e quali tra i due sono i veri principi e criteri. Le persone non hanno le idee chiare al riguardo. Perché? (Perché non comprendono la verità.) Da un lato, perché non comprendono la verità. Da un altro, perché sono prive di discernimento in merito alle dichiarazioni riguardanti la condotta morale avanzate dalla cultura tradizionale dell’umanità e non riescono a distinguere in profondità l’essenza di tali affermazioni. Alla fine, in uno stato di confusione mentale, stabilirai che le cose che hai imparato per prime e che sono radicate nella tua mente sono corrette; decreterai che sono corrette le cose che tutti generalmente riconoscono come giuste. E a quel punto sceglierai queste cose che ti piacciono, che puoi conseguire e che sono in linea con i tuoi gusti e le tue nozioni; e ti approccerai, ti aggrapperai e aderirai a esse come se fossero la verità. Di conseguenza, il comportamento e la condotta delle persone, così come ciò che perseguono, scelgono e a cui si aggrappano, saranno completamente estranei alla verità: apparterranno tutti a comportamenti umani e a manifestazioni umane di moralità che non rientrano nell’ambito della verità. Le persone si approcciano e si aggrappano a questi aspetti della cultura tradizionale come se fossero la verità, mentre accantonano e ignorano le verità riguardanti le richieste fatte da Dio in merito al comportamento dell’uomo. Per quanti comportamenti ritenuti buoni dagli uomini una persona possa assumere, non otterrà mai l’approvazione di Dio. In tal caso, sta sprecando molti sforzi per cose che non rientrano nell’ambito della verità. Inoltre, trattando come verità queste cose che derivano dall’uomo e che non sono in linea con la verità, le persone si sono ormai smarrite. Hanno appreso per primi questi aspetti della cultura tradizionale e ne sono quindi dominate; queste cose fanno nascere in loro ogni tipo di visione fallace e causano loro grandi difficoltà e disturbi nei loro tentativi di comprendere e praticare la verità. Tutti credono che, se assumono comportamenti virtuosi, Dio li approverà e saranno degni di ricevere le Sue benedizioni e la Sua promessa, ma possono forse accettare il giudizio e il castigo di Dio quando hanno questa visione e questa mentalità? Quanto è insormontabile l’ostacolo che questa mentalità costituisce per la purificazione e la salvezza delle persone? Queste fantasie e nozioni non porteranno forse le persone a fraintendere Dio, a ribellarGlisi e a opporGlisi? Non saranno queste le conseguenze? (Sì.) Nel complesso, ho espresso che significato ha fare comunione su questo argomento; questa è l’idea generale.

Ora esamineremo e analizzeremo uno per uno i vari detti della cultura tradizionale cinese riguardanti la condotta morale, per poi giungere a una conclusione su di essi. In questo modo, tutti avranno una conferma e una risposta di base e come minimo una comprensione e una visione relativamente accurata di questi detti. Cominciamo con il primo: “Non intascare i soldi che raccogli”. Quale sarebbe una spiegazione accurata di questo proverbio? (Se raccogli qualcosa, non devi prenderla e rivendicarla come tua. Si riferisce a una sorta di buona moralità e di buon costume sociale.) È facile farlo? (È relativamente facile.) Per la maggior parte delle persone è facile riuscirci: se raccogli qualcosa, di qualunque cosa si tratti, non devi tenerlo per te, poiché appartiene a qualcun altro. Non hai il diritto di averlo e dovresti restituirlo al suo legittimo proprietario. Se non riesci a trovare il legittimo proprietario, dovresti consegnarlo alle autorità; in ogni caso, non dovresti appropriartene. Tutto questo nello spirito di non desiderare i beni altrui e di non approfittare degli altri. È una richiesta posta al comportamento morale umano. Qual è lo scopo di porre questo tipo di richiesta al comportamento morale degli uomini? Quando le persone possiedono questo tipo di condotta morale, ciò ha un impatto positivo sul clima sociale. L’obiettivo di infondere nelle persone queste idee è quello di impedire loro di approfittare degli altri e così far loro mantenere una buona condotta morale. Se ognuno possiede questo tipo di buona condotta morale, il clima sociale migliorerà e raggiungerà un livello in cui nessuno si approprierà degli oggetti smarriti che trova per strada e nessuno la notte avrà bisogno di chiudere a chiave la porta di casa. Con questo tipo di clima sociale, l’ordine pubblico migliorerà e le persone potranno vivere più serenamente. Ci saranno meno furti e meno rapine, meno risse e meno omicidi per vendetta; coloro che vivono in questo tipo di società proveranno un senso di sicurezza e un maggiore benessere generale. “Non intascare i soldi che raccogli” è una richiesta che riguarda la condotta morale delle persone all’interno della società e degli ambienti di vita. L’obiettivo di questa richiesta è proteggere il clima sociale e l’ambiente di vita delle persone. È facile da realizzare? A prescindere dal fatto che le persone ne siano capaci o meno, chi ha promosso questa idea e questa richiesta riguardante la condotta morale dell’uomo mirava a creare l’ambiente sociale e di vita ideale a cui le persone anelano. “Non intascare i soldi che raccogli” non ha nulla a che fare con i criteri del comportamento dell’uomo: è semplicemente una richiesta posta alla condotta morale delle persone ogni volta che raccolgono qualcosa da terra. Ha scarsa correlazione con l’essenza dell’uomo. L’umanità pone questa richiesta riguardante la condotta morale ormai da migliaia di anni. Naturalmente, quando le persone si attengono a questa richiesta, un Paese o una società possono vivere un periodo in cui la criminalità diminuisce, magari persino raggiungere il punto in cui la notte non si ha bisogno di chiudere a chiave la porta di casa, nessuno si appropria degli oggetti smarriti che trova per strada e la maggior parte delle persone non intasca i soldi che raccoglie. In questo periodo, il clima sociale, l’ordine pubblico e l’ambiente di vita saranno relativamente stabili e armoniosi, ma questo clima e questo ambiente sociale possono essere mantenuti solo momentaneamente, o per un dato periodo, o per un tempo determinato. In altre parole, le persone possono raggiungere o mantenere questo tipo di condotta morale solo all’interno di determinati ambienti sociali. Non appena il loro ambiente di vita cambia e il vecchio clima sociale cessa di esistere, è verosimile che una morale come quella del “non intascare i soldi che raccogli” cambi, di pari passo alle trasformazioni dell’ambiente sociale, del clima sociale e delle tendenze sociali. Guardate come, dopo essere salito al potere, il gran dragone rosso ha ingannato la gente promuovendo ogni tipo di detto per garantire la stabilità della società. Negli anni ’80 c’era persino una canzone popolare il cui testo diceva: “Sul ciglio della strada ho raccolto un centesimo da terra e l’ho consegnato a un agente di polizia. L’agente l’ha preso e mi ha rivolto un cenno di approvazione. Io ho risposto felice: ‘Arrivederci, signore!’” Anche una semplice questione come consegnare un centesimo era evidentemente degna di essere menzionata e inserita in una canzone: erano un comportamento e una morale sociale così “nobili”! Ma lo erano davvero? Le persone sono in grado di consegnare a un agente di polizia un centesimo trovato per strada, ma lo farebbero se si trattasse di cento o di mille yuan? È difficile dirlo. Se qualcuno vedesse dell’oro, dell’argento, degli oggetti di valore o qualcosa di ancora più prezioso, non sarebbe in grado di controllare la propria avidità, il suo mostro interiore si scatenerebbe e costui sarebbe capace di ferire e danneggiare gli altri, di incastrarli e irretirli: sarebbe in grado di derubare attivamente una persona del suo denaro e persino di uccidere qualcuno. A quel punto, cosa ne sarebbe della bella cultura tradizionale e della morale tradizionale dell’uomo? Che fine farebbe il criterio morale del “Non intascare i soldi che raccogli”? Che cosa ci mostra questo? Indipendentemente dal fatto che le persone possiedano tale spirito e tale condotta morale, questa richiesta e questo detto sono solo qualcosa che immaginano, desiderano e vorrebbero poter conseguire e ottenere. In determinati contesti sociali e all’interno di ambienti adeguati, le persone che possiedono una certa dose di coscienza e di ragione sanno praticare il non intascare i soldi che raccolgono, ma questo è solo un caso di buon comportamento temporaneo: non può diventare il criterio della loro condotta o della loro vita. Non appena l’ambiente e il contesto sociale in cui quelle stesse persone vivono cambieranno, questo canone e questa condotta morale ideali e conformi alle nozioni dell’uomo saranno lontanissimi. Non saranno in grado di soddisfare i desideri e le ambizioni delle persone e, naturalmente, saranno ancor meno capaci di limitarne le malefatte. Si tratta solamente di un buon comportamento transitorio e di una qualità morale relativamente nobile secondo gli ideali dell’uomo. Quando è in contrasto con la realtà e con l’interesse personale, quando entra in conflitto con gli ideali delle persone, questo tipo di morale non può porre dei freni alla loro condotta, né guidare il loro comportamento e i loro pensieri. Alla fine, le persone decideranno di andarvi contro, di violare questa nozione morale tradizionale e di optare per i propri interessi personali. Così, quando si tratta della morale del “non intascare i soldi che raccogli”, le persone possono consegnare alla polizia un centesimo raccolto per strada. Ma se trovano mille o diecimila yuan, o una moneta d’oro, lo faranno lo stesso? Non ne saranno in grado. Quando il vantaggio di prendere quel denaro supererà la portata di ciò che la moralità dell’uomo può raggiungere, non saranno capaci di consegnarlo alla polizia. Non sapranno conseguire la morale del “non intascare i soldi che raccogli”. Quindi, “non intascare i soldi che raccogli” rappresenta forse l’umanità essenza di una persona? Non può affatto rappresentare la sua umanità essenza. È evidente che questa richiesta riguardante la condotta morale dell’uomo non può essere usata come base per valutare se qualcuno possiede umanità, e che non può fungere da criterio per il comportamento dell’uomo.

Guardare per prima cosa se una persona intasca o no i soldi che raccoglie sarebbe un modo accurato di valutare la sua moralità e il suo carattere? (No.) Perché no? (Le persone non sono capaci di attenersi veramente a questo requisito. Se trovano una piccola somma di denaro o qualcosa di poco valore saranno in grado di consegnarli, ma se si tratta di qualcosa prezioso saranno meno propense a farlo. Se si tratta di un oggetto di grande valore, saranno ancora meno propense a consegnarlo: potrebbero addirittura volerselo tenere a tutti i costi.) Ciò che intendi dire è che “Non intascare i soldi che raccogli” non può fungere da criterio di valutazione dell’umanità delle persone poiché esse sono incapaci di conseguirlo. Quindi, se le persone sapessero attenersi a questo requisito, varrebbe come criterio per valutare la loro umanità? (No.) Perché non varrebbe come criterio di valutazione della loro umanità neanche se fossero capaci di rispettarlo? (La capacità o meno di attenersi al detto “Non intascare i soldi che raccogli” non riflette realmente la qualità dell’umanità di qualcuno. Non ha nulla a che fare con la bontà o meno della sua umanità e non è un criterio per valutare l’umanità delle persone.) Questo è un modo di intendere la questione. C’è scarsa correlazione tra il fatto che una persona non intasca i soldi che raccoglie e la qualità della sua umanità. Quindi, se incontrate qualcuno che è davvero capace di non intascare i soldi che raccoglie, come lo valutate? Potete considerarlo una persona dotata di umanità e onestà e che si sottomette a Dio? Potete classificare il fatto che non intaschi i soldi che ha raccolto come segno che possiede umanità? Dovremmo fare comunione su questo tema. Chi vuole parlarne? (La capacità di una persona di non intascare i soldi che raccoglie è irrilevante per definire la sua umanità essenza. La sua essenza viene valutata in base alla verità.) Cos’altro? (Alcuni sono capaci di non intascare i soldi che raccolgono, anche quando si tratta di una grande somma, oppure compiono molte altre buone azioni, ma hanno obiettivi e intenti personali. Vogliono essere ricompensati per le loro azioni meritorie e guadagnare una buona reputazione, quindi i loro buoni comportamenti esteriori non possono determinare la qualità della loro umanità.) Altro ancora? (Supponiamo che qualcuno sia in grado di non intascare i soldi che raccoglie, ma che si approcci alla verità con un atteggiamento di ribellione e disprezzo. Se lo valutiamo in base alle parole di Dio, non possiede umanità. Quindi, è inesatto usare questo standard per giudicare se qualcuno possiede umanità o meno.) Alcuni di voi hanno ormai capito che è sbagliato servirsi del detto “Non intascare i soldi che raccogli” per valutare se qualcuno possiede umanità: non siete d’accordo sul fatto che venga usato come standard per valutare se qualcuno è dotato di umanità oppure no. Questo punto di vista è corretto. Indipendentemente dal fatto che una persona sia in grado di non intascare i soldi che raccoglie, questo ha poco a che fare con i principi del suo comportamento e della strada che sceglie. Perché dico questo? Innanzitutto, se qualcuno non intasca i soldi che raccoglie, ciò rappresenta solo un comportamento temporaneo. È difficile dire se l’abbia fatto perché la cosa che ha raccolto non valeva nulla o perché gli altri lo stavano guardando e voleva ottenere la loro lode e la loro stima. Anche se la sua azione non è stata impura, si tratta solamente di una sorta di buona condotta, che ha poco a che fare con il suo perseguimento e il suo comportamento. Al massimo si può dire che questa persona possiede qualche buon comportamento e un carattere nobile. Sebbene questo comportamento non possa essere definito negativo, non può nemmeno essere classificato come positivo, e una persona non può certo essere definita positiva solo perché non intasca i soldi che raccoglie. Questo perché ciò non ha alcuna correlazione con la verità e nulla a che fare con le richieste fatte da Dio all’uomo. Alcuni dicono: “Come potrebbe non essere una cosa positiva? Come potrebbe un comportamento così nobile non essere considerato positivo? Se qualcuno fosse immorale e privo di umanità, sarebbe capace di non intascare i soldi che raccoglie?” Questo non è necessariamente un modo accurato di porre la questione. Il diavolo è capace anche di fare qualcosa di buono: diresti per questo che non è il diavolo? Alcuni re demoni compiono una o due buone azioni per farsi un nome e consolidare la propria posizione nella storia: li definiresti per questo delle brave persone? Non puoi stabilire se qualcuno possiede umanità o meno, o se ha un carattere buono o cattivo, solo sulla base di un’azione buona o cattiva che ha compiuto. Affinché la valutazione sia accurata, dovresti basarti sulla sua condotta complessiva e sul fatto che abbia o meno idee e punti di vista corretti. Se una persona è in grado di restituire al legittimo proprietario un oggetto di grande valore che ha trovato, questo dimostra solo che non è avida e che non brama i beni altrui. Possiede questo aspetto della buona condotta morale, ma ciò ha qualcosa a che fare con il suo comportamento e con il suo atteggiamento verso le cose positive? (No.) È probabile che alcuni non siano d’accordo, che ritengano questa affermazione leggermente soggettiva e imprecisa. Tuttavia, consideriamo la questione da un’altra prospettiva: se qualcuno perde qualcosa di utile, non sarà molto preoccupato per questo? Perciò, quanto a chi trova l’oggetto, di qualunque cosa si tratti, non è una cosa sua, e perciò non dovrebbe tenerla. Non importa se si tratta di un oggetto materiale o di denaro, né se è prezioso o privo di valore: non gli appartiene; e non è forse suo dovere restituirlo al legittimo proprietario? Non è questo che le persone dovrebbero fare? Che valore ha promuovere tale idea? Non è forse fare un gran parlare di niente? Non è un’esagerazione trattare il fatto di non intascare i soldi che si raccolgono come una sorta di nobile qualità morale e innalzarlo al livello di un regno elevato e spirituale? Vale la pena menzionare questo comportamento in mezzo a delle brave persone? Ci sono tanti comportamenti migliori e più elevati di questo, quindi non intascare i soldi che si raccolgono non vale la pena di essere menzionato. Se invece si diffondesse e promuovesse fortemente questo buon comportamento tra mendicanti e ladri, sarebbe appropriato e potrebbe essere di qualche utilità. Se un Paese promuove fortemente il detto “Non intascare i soldi che raccogli”, ciò dimostra che la popolazione è già molto malvagia, che la nazione è invasa da ladri e rapinatori e che non è in grado di difendersi da loro. Quindi, l’unica soluzione che ha è promuovere e diffondere questo tipo di comportamento per risolvere il problema. In realtà, questo comportamento è sempre stato un dovere della gente. Per esempio, se qualcuno trova cinquanta yuan per strada e li restituisce facilmente al legittimo proprietario, non è forse un gesto tanto insignificante da non meritare nemmeno di essere menzionato? C’è davvero bisogno di elogiarlo? È necessario fare un così gran parlare di un’inezia, tessere le lodi di questa persona e persino encomiarla per la sua nobile e onorevole condotta morale, solo perché ha restituito i soldi a chi li aveva persi? Restituire il denaro perso al suo legittimo proprietario non è forse la cosa normale e naturale da fare? Non è forse qualcosa che una persona dotata di una normale ragione dovrebbe fare? Anche un bambino piccolo che non comprende la morale sociale sarebbe in grado di farlo, quindi è davvero necessario tenerla in così grande considerazione? Questo comportamento è davvero degno di essere elevato al livello della moralità dell’uomo? A Mio parere, non può essere elevato a tale livello e non è degno di lode. È solo un buon comportamento momentaneo e non ha alcuna relazione con l’essere veramente una brava persona a livello sostanziale. Non intascare i soldi che si raccolgono è una cosa alquanto insignificante. Qualsiasi persona normale, chiunque abbia un corpo umano o parli in un linguaggio umano dovrebbe essere in grado di farlo. È qualcosa che le persone possono fare se si impegnano a fondo; non hanno bisogno di un maestro o di un pensatore che insegni loro a farlo. Un bambino di tre anni ne è capace, eppure i pensatori e i maestri hanno trattato tale comportamento come un requisito cruciale della condotta morale dell’uomo, creando così una certa confusione per nulla. Sebbene “Non intascare i soldi che raccogli” sia un’affermazione che valuta la condotta morale dell’uomo, nella sostanza non si eleva al livello di criterio di valutazione in merito al possedere umanità o nobile moralità. Pertanto, è inesatto e inappropriato servirsi del detto “Non intascare i soldi che raccogli” per valutare la qualità dell’umanità di qualcuno.

“Non intascare i soldi che raccogli” è la più superficiale delle richieste della cultura tradizionale riguardanti la condotta morale. Tutte le società umane hanno promosso e insegnato questo tipo di idea ma, poiché gli uomini hanno un’indole corrotta e a causa della prevalenza delle tendenze malvagie dell’umanità, anche se le persone sanno praticare il detto “Non intascare i soldi che raccogli” o assumere questo tipo di buona condotta morale per un certo periodo di tempo, ciò non cambia il fatto che la loro indole corrotta domina costantemente i loro pensieri e i loro comportamenti, nonché la loro condotta e il loro perseguimento. I casi di buona condotta morale temporanea non hanno alcuna rilevanza quanto al perseguimento di una persona, e certamente non possono cambiarne l’adulare, l’ammirare e il seguire le tendenze malvagie. Non è forse così? (Sì.) Quindi, la canzone che si cantava in passato, “Sul ciglio della strada ho raccolto un centesimo da terra”, oggi non è altro che una filastrocca infantile. È diventata un ricordo. Le persone non riescono nemmeno ad attenersi alla buona condotta di base di non intascare i soldi raccolti. Desiderano cambiare il perseguimento e l’indole corrotta dell’umanità promuovendo una buona condotta morale e cercano di arrestare il degrado dell’uomo e la degenerazione quotidiana della società, ma alla fine non sono riuscite a raggiungere questi obiettivi. La morale del “non intascare i soldi che raccogli” può esistere solo nel mondo ideale dell’uomo. La gente la tratta come una sorta di ideale, come un’aspirazione a un mondo migliore. Questa morale esiste all’interno del mondo spirituale dell’uomo. È una sorta di speranza che l’uomo ripone nel mondo del futuro, ma è incompatibile con la realtà della vita umana e con l’effettiva umanità delle persone. È in contrasto con i principi di comportamento dell’uomo e con il cammino che le persone percorrono, con ciò che perseguono e con ciò che dovrebbero possedere e conseguire. È incompatibile con le manifestazioni e le esternazioni dell’umanità normale e con i principi delle relazioni interpersonali e della gestione degli affari. Pertanto, questo standard per giudicare la condotta morale dell’umanità non è mai stato valido, dall’antichità fino a oggi. Questa idea, il punto di vista promosso dall’uomo di “Non intascare i soldi che raccogli” è estremamente privo di significato e la maggior parte delle persone lo ignora, poiché esso non può cambiare la direzione del loro comportamento o del loro perseguimento, e certamente non può cambiarne la depravazione, l’egoismo, l’interesse personale o la crescente tendenza a volgersi verso il male. La richiesta alquanto superficiale del “non intascare i soldi che raccogli” è diventata una battuta satirica, di spirito. Ormai nemmeno i bambini vogliono cantare “Sul ciglio della strada ho raccolto un centesimo da terra”, non ha il benché minimo significato. In un mondo pieno di politici corrotti, questa canzone è diventata estremamente ironica. La realtà, come la gente sa benissimo, è che una persona può consegnare alla polizia un centesimo che ha raccolto, ma se trova un milione o dieci milioni di yuan se li intasca. Da questo fenomeno si evince che i tentativi di promuovere questa richiesta di comportamento morale nei confronti dell’umanità sono falliti. Ciò significa che le persone sono incapaci di praticare anche solo i buoni comportamenti di base. Che cosa significa che sono incapaci di praticare anche solo i buoni comportamenti di base? Significa che non sono in grado di praticare neanche le cose basilari che spettano loro, come non tenere per sé qualcosa che raccolgono se appartiene a qualcun altro. Inoltre, quando fanno qualcosa di sbagliato, non dicono una sola parola onesta al riguardo; preferirebbero morire piuttosto che ammettere il loro errore. Non riescono nemmeno a rispettare qualcosa di elementare come il non dire bugie, quindi non sono certo adatte a parlare di moralità. Non vogliono nemmeno possedere coscienza e ragione, quindi come possono parlare di moralità? I funzionari e i detentori dell’autorità si arrovellano il cervello per trovare il modo di spremere e strappare più profitti agli altri e di impadronirsi di cose che non appartengono loro. Nemmeno la legge riesce a trattenerli: perché? In che modo l’uomo è arrivato a questo punto? Tutto ciò è dovuto all’indole satanica corrotta delle persone e al controllo e al dominio che la loro natura satanica ha su di loro, i quali danno origine a ogni sorta di comportamenti ingannevoli e dannosi. Questi ipocriti compiono molte azioni spregevoli e spudorate con la scusa di “servire il popolo”. Non hanno forse perso ogni senso del decoro? Al giorno d’oggi ci sono così tante persone ipocrite. In un mondo in cui i malvagi la fanno da padroni e le brave persone vengono oppresse, una dottrina come “Non intascare i soldi che raccogli” è semplicemente incapace di porre un freno all’indole corrotta delle persone, così come di trasformare la loro natura essenza o il cammino che percorrono.

Avete capito ciò che ho detto in questa comunione sul tema del “Non intascare i soldi che raccogli”? Che significato ha questo detto per gli uomini corrotti? Come si dovrebbe intendere questa morale? (“Non intascare i soldi che raccogli” non ha alcuna correlazione con il comportamento delle persone o con il cammino che percorrono. Non può cambiare la strada che l’uomo percorre.) Esatto: non si può valutare l’umanità di una persona in base al detto “Non intascare i soldi che raccogli”. Esso non può essere usato per valutare l’umanità di una persona, così come è sbagliato usarlo per valutarne la morale. Non è altro che un comportamento umano temporaneo. Semplicemente non lo si può usare per valutare l’essenza di una persona. Coloro che hanno promosso il detto riguardante la condotta morale “Non intascare i soldi che raccogli”, questi cosiddetti pensatori e maestri, sono degli idealisti. Non comprendono l’umanità e l’essenza dell’uomo e neanche il grado di depravazione e corruzione che ha raggiunto. Per questo motivo, questo detto riguardante la condotta morale da loro promosso è alquanto vuoto, semplicemente astratto e inadatto alle circostanze reali dell’uomo. Questo detto riguardante la condotta morale non ha la minima correlazione con l’essenza dell’uomo o con i diversi tipi di indole corrotta che le persone manifestano, né con le nozioni, le opinioni e i comportamenti che possono da loro scaturire mentre sono dominate da un’indole corrotta. Questo è un aspetto. Un altro è che non intascare il denaro che si raccoglie è semplicemente qualcosa che una persona normale dovrebbe fare. Per esempio: i tuoi genitori ti hanno messo al mondo e ti hanno cresciuto, ma quando eri ancora ignorante e immaturo non facevi altro che chiedere loro cibo e vestiti. Quando invece sei cresciuto e hai acquisito maggiore comprensione, hai capito naturalmente di dover amare i tuoi genitori, evitare di farli preoccupare o arrabbiare, cercare di non aumentare il loro carico di lavoro o le loro sofferenze e fare da solo tutto ciò che potevi. Sei arrivato naturalmente a capire queste cose e non hai avuto bisogno che te le insegnasse qualcuno. Sei una persona, possiedi coscienza e ragione, quindi sei in grado di fare queste cose e dovresti farle; non vale nemmeno la pena di parlarne. Elevando il detto “Non intascare i soldi che raccogli” al livello di un nobile carattere morale, le persone stanno creando qualcosa dal nulla e si stanno spingendo un po’ troppo oltre; questo comportamento non dovrebbe essere definito in questo modo, non è così? (Sì.) Quale insegnamento se ne può trarre? Fare ciò che si dovrebbe e che si è in grado di fare nell’ambito della normale umanità è un indicatore del fatto che una persona possiede una normale umanità. Ciò significa che se qualcuno possiede una normale ragione sa fare ciò che le persone dotate di un’umanità normale penserebbero e capirebbero di dover fare: non è forse un fenomeno alquanto normale? Se fai qualcosa che chiunque in possesso di un’umanità normale è in grado di fare, ciò può davvero definirsi una buona condotta morale? È necessario incoraggiare tale comportamento? (No.) È davvero ascrivibile come nobile umanità? Può classificarsi come essere in possesso di umanità? (No.) Manifestare questi comportamenti non eleva una persona al livello di qualcuno dotato di umanità. Se affermi che una persona possiede umanità, significa che la prospettiva e la posizione da cui valuta i problemi sono relativamente positive e attive, così come lo sono i suoi modi e metodi di gestirli. Cosa è un indicatore di positività e di attività? Il fatto che la persona possieda coscienza e senso del decoro. Un altro indicatore di positività e attività è il senso di giustizia. Può anche darsi che questa persona abbia alcune cattive abitudini, come andare a letto e svegliarsi tardi, essere pignola riguardo al cibo o preferire i sapori forti, ma a parte queste cattive abitudini possiederà alcune buone qualità. Avrà dei principi e dei limiti per quanto riguarda il comportamento e il modo di agire; avrà un senso del decoro e della giustizia; avrà più tratti positivi che negativi. Se riuscisse ad accettare e a praticare la verità sarebbe ancora migliore, e le risulterebbe facile intraprendere il cammino del perseguimento della verità. Al contrario, se qualcuno ama il male, ricerca fama, profitto e prestigio, adora il denaro, e ama vivere nel lusso e sprecare il tempo perseguendo i piaceri, allora la prospettiva da cui valuta persone e cose, la sua visione della vita e il suo sistema di valori saranno tutti negativi e oscuri, e costui sarà privo di senso del decoro e della giustizia. Una simile persona è priva di umanità e certamente non sarà facile per lei accettare la verità o ottenere la salvezza da parte di Dio. Questo è un principio semplice per valutare gli individui. La valutazione della condotta morale di una persona non è uno standard secondo cui misurare se possiede o meno umanità. Per valutare se una persona è buona o cattiva, bisogna giudicarla in base alla sua umanità, non alla sua condotta morale. La condotta morale tende a essere superficiale ed è influenzata dal clima, dal background e dall’ambiente sociali. Alcuni approcci e manifestazioni cambiano continuamente, perciò è difficile determinare la qualità dell’umanità di una persona basandosi solamente sulla sua condotta morale. Per esempio: una persona può essere molto rispettosa della morale sociale e seguire le regole ovunque vada. Può manifestare moderazione in tutto ciò che fa, rispettare le leggi del governo e astenersi dal disturbare l’ordine pubblico o dal violare gli interessi altrui. Può anche essere rispettosa e disponibile e prendersi cura dei giovani e degli anziani. Il fatto che abbia così tanti tratti positivi significa che sta vivendo una normale umanità e che è una brava persona? (No.) Un individuo può anche praticare molto bene il detto “Non intascare i soldi che raccogli”, può anche attenersi costantemente a questa morale promossa e sostenuta dagli uomini, ma che tipo di umanità possiede? Il fatto che pratichi il non intascare i soldi che raccoglie non dice nulla della sua umanità: questa condotta morale non può essere usata per valutare se la sua umanità è buona o cattiva. Ora, in che modo si dovrebbe valutare la sua umanità? Bisogna spogliare costui dell’esteriorità di questa condotta morale, così come dei comportamenti e della condotta morale considerati positivi dagli uomini e che sono il minimo che qualsiasi persona dotata di un’umanità normale è in grado di conseguire. Dopodiché, vanno esaminate le sue manifestazioni più importanti, come i principi del suo comportamento e i limiti che non oltrepassa mai nell’agire, nonché il suo atteggiamento nei confronti della verità e di Dio. Questo è l’unico modo per appurare la sua umanità essenza e la sua natura interiore. È un metodo relativamente oggettivo e accurato per valutare le persone. Non c’è altro da aggiungere in merito alla nostra discussione sulla morale del “Non intascare i soldi che raccogli”. Avete capito tutti questa comunione? (Sì.) Spesso Mi preoccupo che non abbiate veramente compreso quello che ho detto; che comprendiate al riguardo solo un po’ di dottrina, ma che continuiate a non capire le parti inerenti all’essenza. Quindi, tutto ciò che posso fare è approfondire un po’ di più il concetto. Mi sentirò a Mio agio solo quando avrò la percezione che abbiate capito. Come riesco a stabilire che avete capito? Quando vedo uno sguardo di gioia sui vostri volti, probabilmente avete capito quello che sto dicendo. Se ho la possibilità di ottenere questo risultato, allora vale la pena parlare ancora un po’ dell’argomento.

Nel complesso ho concluso la Mia condivisione riguardo a “Non intascare i soldi che raccogli”. Anche se non vi ho detto direttamente in che modo questa morale è in contrasto con la verità, perché non può essere elevata al livello della verità o quali sono le richieste di Dio in merito al comportamento e alla condotta morale delle persone, non ho forse trattato tutti questi aspetti? (Sì.) La casa di Dio promuove forse una morale come “Non intascare i soldi che raccogli”? (No.) Allora in che modo la casa di Dio valuta questo detto? Potete condividere la vostra comprensione. (“Non intascare i soldi che raccogli” è semplicemente qualcosa che chiunque possieda una normale umanità dovrebbe rispettare e attuare, quindi non c’è bisogno di promuoverlo. Inoltre, “Non intascare i soldi che raccogli” è solo una manifestazione della moralità dell’uomo: non ha nulla a che fare con i principi del comportamento delle persone, con le opinioni che hanno sul loro perseguimento, con il cammino che percorrono o con la qualità della loro umanità.) La condotta morale è un segno di umanità? (Non è un segno di umanità. Alcuni aspetti della condotta morale sono semplicemente ciò che le persone dotate di un’umanità normale dovrebbero possedere.) Quando la casa di Dio parla di umanità e di discernimento delle persone, lo fa all’interno del tema più ampio del perseguimento della verità. In generale, la casa di Dio non valuta la condotta morale di una persona; per lo meno, non valuta se una persona è in grado o no di attenersi al detto “Non intascare i soldi che raccogli”. La casa di Dio non esamina questo parametro. La casa di Dio analizza invece la qualità dell’umanità di quella persona, se ama le cose positive e la verità e che tipo di atteggiamento ha nei confronti della verità e di Dio. Quando si trova nella società secolare, una persona può anche non intascare i soldi che raccoglie, ma se dopo avere acquisito la fede non protegge minimamente gli interessi della casa di Dio, se è in grado di rubare o sperperare le offerte, o addirittura di venderle, quando ha la possibilità di gestirle, se è capace di ogni sorta di malefatte, che tipo di persona è? (Una persona malvagia.) Non prende mai posizione per proteggere gli interessi della casa di Dio quando si presentano dei problemi. Non ci sono forse persone come queste? (Sì.) Allora, sarebbe opportuno usare il detto “Non intascare i soldi che raccogli” per valutare la loro umanità? Non sarebbe appropriato. Alcuni dicono: “Una volta era una brava persona. Possedeva un carattere morale nobile e tutti lo approvavano. Allora perché è cambiato dopo essere entrato nella casa di Dio?” Costui è davvero cambiato? La verità è che non è cambiato. Possedeva un minimo di condotta morale e di buon comportamento, ma a parte questo la sua umanità essenza è sempre stata questa e non è cambiata affatto. Ovunque questa persona vada, si comporta sempre così. È solo che prima gli altri la valutavano secondo il criterio della condotta morale, invece di usare la verità per giudicare la sua umanità. Gli altri credono che abbia operato un qualche cambiamento, ma in realtà non è così. Alcuni dicono: “Prima non era così”. Prima tale individuo non era così perché non aveva affrontato queste situazioni e non si era mai trovato in questo tipo di ambiente. Inoltre, le persone non comprendevano la verità e non erano in grado di discernerlo. Qual è la conseguenza ultima del valutare e giudicare gli altri in base a un unico caso di buon comportamento invece che alla loro umanità essenza? Non solo non si sarà in grado di valutare gli altri con chiarezza, ma si sarà anche accecati e fuorviati dalla loro buona condotta morale esteriore. Quando le persone non riescono a valutare gli altri con chiarezza, ripongono la propria fiducia nelle persone sbagliate, le promuovono, affidano loro incarichi e vengono ingannate e truffate. Alcuni leader e lavoratori commettono spesso questo errore quando selezionano le persone e affidano loro degli incarichi. Si lasciano abbagliare da coloro che esteriormente possiedono alcuni buoni comportamenti e una buona condotta morale, e assegnano loro compiti di rilievo o la custodia di materiali importanti. Di conseguenza, qualcosa va storto e la casa di Dio subisce delle perdite. Perché ciò accade? Perché i leader e i lavoratori non sono stati capaci di discernere la natura essenza di queste persone. Perché non ne sono stati capaci? Perché questi leader e lavoratori non comprendono la verità e non sono in grado di valutare e discernere le persone. Non riescono a discernere la natura essenza degli altri e non sanno che tipo di atteggiamento essi hanno verso Dio, la verità e gli interessi della casa di Dio. Come mai? Il motivo è che questi leader e lavoratori valutano persone e cose da una prospettiva sbagliata. Valutano le persone solo in base a nozioni e fantasie umane, non ne valutano l’essenza in base alle parole di Dio e alle verità principi; le valutano invece in base alla loro condotta morale e ai loro comportamenti e manifestazioni esteriori. Poiché non valutano gli altri in base ai principi, hanno riposto la loro fiducia nelle persone sbagliate, assegnando loro degli incarichi, e di conseguenza sono stati accecati, ingannati e usati da quelle persone, e alla fine gli interessi della casa di Dio ne hanno risentito. Queste sono le conseguenze dell’incapacità di identificare e discernere le persone. Quindi, quando qualcuno vuole perseguire la verità, la prima lezione che deve imparare è come discernere e valutare gli altri: apprendere ciò richiede molto tempo, ed è uno degli insegnamenti più fondamentali che si devono imparare. Se vuoi discernere chiaramente una persona e imparare a identificarla, devi innanzitutto capire quali sono gli standard che Dio usa per valutare le persone, quali sono i pensieri e i punti di vista distorti che controllano e dominano il modo in cui le persone vedono e valutano gli altri, se sono in contrasto con gli standard secondo cui Dio valuta le persone, e se sì in che modo. I metodi e i criteri secondo cui valuti le persone sono basati sulle richieste di Dio? Si basano sulle Sue parole? Trovano un fondamento nella verità? Se non è così, e per valutare gli altri ti affidi invece interamente alle tue esperienze e fantasie, o se arrivi persino a basare le tue valutazioni sulla morale sociale promossa all’interno della società o su ciò che osservi con i tuoi occhi, allora non acquisirai chiarezza su colui che stai cercando di discernere. Non sarai in grado di vederlo per ciò che è veramente. Se ti fidi di lui e gli assegni dei doveri, ti assumi un certo livello di rischio e, inevitabilmente, c’è la possibilità che questo causi danni alle offerte di Dio, al lavoro della chiesa e all’ingresso nella vita dei prescelti di Dio. Il discernimento delle persone è la prima lezione che devi imparare se vuoi perseguire la verità. Naturalmente, è anche uno degli aspetti più basilari della verità che le persone dovrebbero possedere. Imparare a discernere le persone è inscindibile dal tema della comunione di oggi. Devi saper discernere tra la buona condotta morale e le qualità dell’uomo e ciò che una persona dotata di una normale umanità dovrebbe possedere. Saper discernere tra queste due cose è molto importante. Solo allora sarai in grado di riconoscere e identificare con precisione l’essenza di una persona e, in definitiva, di determinare chi possiede umanità e chi no. Di che cosa ci si deve munire per poter discernere queste cose? Bisogna comprendere le parole di Dio, nonché questo aspetto della verità, e arrivare a valutare le persone in base alle parole di Dio, utilizzando la verità come criterio. Questa non è forse una verità principio che si dovrebbe mettere in pratica e possedere nel perseguire la verità? (Sì.) Pertanto, è indispensabile per noi fare comunione su questi temi.

Ho appena condiviso sul primo detto, “Non intascare i soldi che raccogli”, che è chiaramente un tipo di condotta morale umana. È una sorta di carattere morale e di comportamento transitorio che fa una buona impressione sugli altri ma, purtroppo, non può fungere da criterio per valutare se qualcuno possiede umanità o no. Lo stesso vale per il secondo detto, “Trai piacere dall’aiutare gli altri”. In base alla formulazione dell’affermazione, è chiaro che anche questo piace alle persone e viene considerato un buon comportamento. Coloro che manifestano questo buon comportamento sono grandemente stimati in quanto dotati di una buona condotta morale e di un carattere nobile; in sintesi, sono considerati persone che traggono piacere dall’aiutare gli altri e che hanno un’eccellente condotta morale. “Trai piacere dall’aiutare gli altri” ha alcune analogie con “Non intascare i soldi che raccogli”. È inoltre un buon comportamento che si manifesta nelle persone all’interno di determinati climi sociali. Il significato letterale di “Trai piacere dall’aiutare gli altri” è provare piacere nell’essere di sostegno agli altri. Non significa che aiutarli sia un dovere; il detto non recita “È tua responsabilità aiutare gli altri”, ma “Trai piacere dall’aiutare gli altri”. Da questo possiamo capire cosa spinge le persone ad aiutare gli altri. Non lo fanno per il bene altrui, ma piuttosto per sé stesse. Le persone sono piene di preoccupazioni e di dolore, quindi trovano altri che hanno bisogno di aiuto e forniscono loro beneficenza e assistenza; danno una mano e fanno qualsiasi cosa buona siano in grado di fare per sentirsi felici, appagate, serene e gioiose, e per riempire le proprie giornate di significato, in modo da non sentirsi così vuote e afflitte; migliorano la propria condotta morale per raggiungere l’obiettivo di purificare ed elevare il livello del proprio cuore e della propria mente. Che tipo di comportamento è questo? Se si considerano le persone che traggono piacere dall’aiutare gli altri dalla prospettiva di questa spiegazione, allora non sono delle brave persone. Come minimo, non sono spinte dalla loro moralità, dalla loro coscienza o dalla loro umanità a fare ciò che dovrebbero fare o ad adempiere alle loro responsabilità sociali e familiari; al contrario, aiutano gli altri per ottenere piacere, consolazione spirituale, conforto emotivo e per vivere felici. Che cosa si dovrebbe pensare di questo tipo di condotta morale? Se si guarda alla sua natura, è persino peggiore di “Non intascare i soldi che raccogli”. Almeno “Non intascare i soldi che raccogli” non ha un aspetto egoistico. Ebbene, cosa dire di “Trai piacere dall’aiutare gli altri”? La parola “piacere” indica che questo comportamento contiene elementi di egoismo e intenzioni poco nobili. Non si tratta di aiutare le persone per il loro bene o come offerta disinteressata, ma di farlo per il proprio piacere. È semplicemente un comportamento che non vale la pena di incoraggiare. Per esempio: se in una strada principale vedi una persona anziana cadere e pensi: “In questi giorni mi sento giù. Questa persona anziana che è caduta è una grande opportunità: trarrò piacere dall’aiutare gli altri!” Ti avvicini e la aiuti ad alzarsi e, quando si rimette in piedi, lei ti elogia dicendo: “Sei davvero una brava persona. Che tu possa essere felice e godere di salute fino alla vecchiaia!” Ti riempie di queste belle parole e, dopo che le hai sentite, tutte le tue preoccupazioni svaniscono e ti senti appagato. Pensi che sia bello aiutare le persone e decidi di camminare per strada nel tempo libero e aiutare chiunque cada a rialzarsi. Sotto l’influenza di questo modo di pensare, le persone assumono dei buoni comportamenti, classificati dalla società umana come l’elevata tradizione di trarre piacere dall’aiutare gli altri e come una sorta di nobile carattere morale che trasmette questa grande tradizione. Nel trarre piacere dall’aiutare gli altri è implicito che coloro che aiutano si considerano di solito all’apice della moralità. Si atteggiano a grandi filantropi, e più la gente li elogia più sono disposti ad aiutare, a mostrarsi caritatevoli e a fare di più per gli altri. Questo soddisfa il loro desiderio di essere eroi e salvatori dell’umanità, così come quello di trarre una sorta di gratificazione dall’essere necessari agli altri. Non è forse vero che tutti gli esseri umani vogliono sentirsi necessari? Quando le persone si sentono necessarie agli altri, pensano di essere particolarmente utili e che la loro vita abbia un significato. Non si tratta forse di una sorta di ricerca di attenzione? Cercare attenzione è l’unica cosa che arreca piacere alle persone, è il loro modo di vivere. In realtà, da qualsiasi prospettiva lo si consideri, trarre piacere dall’aiutare gli altri non è un criterio per valutare la morale dell’uomo. Spesso, l’atto di trarre piacere dall’aiutare gli altri richiede solo un minimo sforzo. Se sei disposto a farlo, avrai adempiuto alla tua responsabilità sociale; se non sei disposto a farlo, nessuno ti riterrà responsabile e non sarai oggetto della condanna pubblica. Per quanto riguarda i buoni comportamenti elogiati dall’uomo, si può scegliere di praticarli o astenersi dal farlo; vanno bene entrambe le cose. Non c’è bisogno di vincolare le persone con questo detto, o di far loro imparare come trarre piacere dall’aiutare gli altri, poiché si tratta di per sé solamente di un buon comportamento transitorio. Indipendentemente dal fatto che una persona sia motivata dal desiderio di adempiere alla propria responsabilità sociale o che pratichi questo buon comportamento per un senso di virtù civica, quale sarà il risultato finale? Soddisferà semplicemente il proprio desiderio di essere una brava persona e di incarnare lo spirito di Lei Feng in quello specifico frangente; ne trarrà un certo piacere e conforto, elevando così il livello del proprio pensiero a un gradino più elevato; tutto qui. Questa è l’essenza di ciò che sta facendo. Dunque, qual era il vostro intendimento del detto “Trai piacere dall’aiutare gli altri” prima di questa comunione? (Non avevo mai riconosciuto gli intenti egoistici e spregevoli che cela.) Prendi una situazione in cui hai il dovere di fare qualcosa, una responsabilità a cui non puoi sottrarti, qualcosa di piuttosto difficile, e in cui devi sopportare un minimo di sofferenza, rinunciare ad alcune cose e pagare un prezzo per portarlo a termine, ma sei in grado di adempiere comunque a questa responsabilità. Non proverai molta soddisfazione mentre lo fai e, dopo aver pagato un prezzo e aver adempiuto a questa responsabilità, i risultati della tua fatica non ti arrecheranno alcun piacere o conforto, ma poiché si trattava della tua responsabilità e del tuo dovere lo hai fatto comunque. Se paragoniamo ciò al piacere che si trae dall’aiutare gli altri, quale delle due cose mostra più umanità? (Possiedono più umanità coloro che adempiono alle loro responsabilità e ai loro doveri.) Trarre piacere dall’aiutare gli altri non riguarda l’adempimento di una responsabilità: è solo un requisito della condotta morale e delle responsabilità sociali delle persone che esiste in determinati contesti sociali; deriva dall’opinione popolare, dalla morale sociale o persino dalle leggi di un Paese, e funge da criterio per valutare la qualità dell’umanità di qualcuno e se egli possiede o meno una moralità. In altre parole, “Trai piacere dall’aiutare gli altri” è solo un detto che pone dei limiti al comportamento delle persone, che la società umana ha posto per elevare il livello di pensiero dell’uomo. Questo tipo di detto serve solo a far sì che le persone mettano in pratica alcuni buoni comportamenti, e gli standard per valutare questi buoni comportamenti sono la morale sociale, l’opinione pubblica o persino la legge. Per esempio, se vedi qualcuno che ha bisogno di aiuto in un ambiente pubblico e sei la prima persona che dovrebbe andare ad aiutarlo, ma non lo fai, cosa penseranno gli altri di te? Ti biasimeranno per la tua mancanza di buone maniere: non è questo che intendiamo per opinione pubblica? (Sì.) Allora che cos’è la morale sociale? Si tratta di cose e abitudini positive e volte all’elevazione che la società promuove e incoraggia. Naturalmente, ciò include molti requisiti specifici, come per esempio sostenere le persone vulnerabili, dare una mano quando gli altri affrontano delle avversità e non restare a guardare senza fare nulla. Ci si aspetta che le persone pratichino questo tipo di condotta morale; ecco cosa significa possedere una morale sociale. Se vedi qualcuno che soffre e chiudi un occhio, lo ignori e non fai nulla, allora sei privo di morale sociale. Quindi, quali sono le richieste che la legge pone alla condotta morale dell’uomo? La Cina è un caso peculiare a questo proposito: la legge cinese non prevede alcuna disposizione esplicita in merito alle responsabilità sociali e alla morale sociale. Le persone imparano qualcosa al riguardo semplicemente attraverso l’educazione familiare, l’istruzione scolastica e ciò che sentono e osservano in società. Nei Paesi occidentali, al contrario, questi aspetti sono sanciti dalla legge. Per esempio, se per strada vedi che qualcuno è caduto, come minimo dovresti avvicinarti e chiedergli: “Stai bene? Hai bisogno di aiuto?” Se la persona risponde: “Sto bene, grazie”, allora non devi aiutarla, non sei tenuto ad assumerti questa responsabilità. Se invece dice: “Ho bisogno di aiuto, per favore”, allora devi aiutarla. Se non lo fai, verrai ritenuto legalmente responsabile. Si tratta di un requisito speciale che alcuni Paesi pongono in merito alla condotta morale delle persone; lo richiedono loro attraverso esplicite disposizioni previste dalla legge. Queste richieste poste alla condotta morale da parte dell’opinione pubblica, della morale sociale e persino della legge sono limitate solamente al comportamento delle persone, e questi criteri comportamentali di base sono gli standard secondo cui viene valutata la condotta morale di una persona. Apparentemente queste norme morali valutano il comportamento di una persona, o in altre parole il fatto che abbia adempiuto o meno alle sue responsabilità sociali, ma nella loro essenza valutano la qualità interiore delle persone. Che si tratti dell’opinione pubblica, della morale sociale o della legge, queste cose esprimono valutazioni o avanzano richieste solo sulle cose che le persone fanno, e queste valutazioni e richieste sono limitate al comportamento. Giudicano la qualità e la condotta morale di una persona in base al suo comportamento: questo è l’ambito della loro valutazione. Tale è la natura dell’affermazione “Trai piacere dall’aiutare gli altri”. Quando si tratta di trarre piacere dall’aiutare gli altri, i Paesi occidentali impongono alle persone delle richieste attraverso le leggi, mentre in Cina viene utilizzata la cultura tradizionale per istruire e condizionare gli individui con queste idee. Sebbene tra Oriente e Occidente ci sia questa differenza, entrambi condividono la stessa natura: servirsi di detti per limitare e regolare il comportamento e la moralità delle persone. Tuttavia, che si tratti delle leggi dei Paesi occidentali o della cultura tradizionale orientale, si tratta solo di richieste e norme poste nei confronti del comportamento e della condotta morale dell’uomo, e questi criteri regolano solo il comportamento e la condotta morale delle persone: qualcuno di essi è forse indirizzato alla loro umanità? Norme che sanciscano solamente quali comportamenti una persona deve mettere in pratica possono forse essere usate come standard per valutare la sua umanità? (No.) Se consideriamo il detto “Trai piacere dall’aiutare gli altri”, alcune persone malvagie sono in grado di trarre piacere dall’aiutare gli altri, ma sono spinte dai propri intenti e obiettivi. Quando i diavoli compiono qualche piccola buona azione, è ancora più probabile che abbiano i propri intenti e obiettivi per farlo. Pensate forse che chiunque tragga piacere dall’aiutare gli altri sia giusto e ami la verità? Prendete coloro che in Cina presumibilmente traggono piacere dall’aiutare gli altri, come le figure cavalleresche, o le persone che rubano ai ricchi per dare ai poveri, o coloro che spesso accorrono in aiuto delle categorie vulnerabili e dei disabili, e così via: possiedono tutti umanità? Tutti loro amano le cose positive e sono provvisti di senso di giustizia? (No.) Al massimo, sono semplicemente persone che hanno un carattere relativamente migliore. Poiché sono governati da questo spirito del trarre piacere dall’aiutare gli altri, compiono molte buone azioni che arrecano loro piacere e conforto e che permettono loro di godere appieno di una sensazione di felicità; ma che pratichino questi comportamenti non significa che possiedano umanità, poiché sia la loro fede che ciò che perseguono a livello spirituale non sono chiari, sono variabili ignote. Quindi, costoro possono essere considerati persone dotate di umanità e coscienza sulla base di questa buona condotta morale? (No.) Alcune istituzioni come le fondazioni e le agenzie di assistenza sociale, che presumibilmente traggono piacere dall’aiutare gli altri, che assistono le categorie vulnerabili e i disabili, stanno al massimo adempiendo a una piccola parte della loro responsabilità sociale. Fanno queste cose per migliorare la propria immagine di fronte all’opinione pubblica, per aumentare la propria visibilità e per soddisfare la mentalità del trarre piacere dall’aiutare gli altri, ma questo non significa assolutamente che “possiedono umanità”. Inoltre, le persone che loro traggono piacere dall’aiutare sono davvero bisognose di assistenza? Trarre piacere dall’aiutare gli altri è di per sé giusto? Non necessariamente. Se esamini abbastanza a lungo tutti i vari eventi, più o meno rilevanti che siano, che si verificano in società, vedrai che alcuni di essi sono puramente una questione di persone che traggono piacere dall’aiutare gli altri, mentre, in molti altri casi, i frangenti in cui le persone traggono piacere dall’aiutare gli altri celano i segreti nascosti e gli aspetti oscuri della società. In ogni caso, il piacere di aiutare gli altri nasconde intenti e obiettivi, che si tratti di acquisire notorietà e di elevarsi al di sopra degli altri, o di attenersi alla morale sociale e di non infrangere la legge, oppure di ottenere una valutazione più positiva da parte della società in generale. Comunque lo si consideri, trarre piacere dall’aiutare gli altri è semplicemente uno dei comportamenti esteriori dell’uomo e, al massimo, è classificabile come una sorta di buona condotta morale. Non ha nulla a che vedere con la normale umanità richiesta da Dio. Coloro che sono in grado di trarre piacere dall’aiutare gli altri possono essere persone normali, senza alcuna ambizione, oppure figure di rilievo della società; possono essere persone relativamente gentili, ma anche dal cuore maligno. Potrebbe trattarsi di qualsiasi tipo di persona, e tutti sono in grado di mettere in pratica momentaneamente questo comportamento. Quindi, l’affermazione riguardante la condotta morale “Trai piacere dall’aiutare gli altri” non può certo essere considerata come uno standard per valutare l’umanità delle persone.

“Trai piacere dall’aiutare gli altri”: questo detto riguardante la condotta morale di fatto non rappresenta l’essenza dell’umanità delle persone e ha scarsa correlazione con la loro natura essenza. Pertanto, è inappropriato usarlo per valutare la qualità dell’umanità di qualcuno. Qual è dunque il modo più appropriato per valutare l’umanità di una persona? Come minimo, una persona dotata di umanità non dovrebbe decidere se aiutare qualcuno o adempiere alle proprie responsabilità in base al fatto che ciò la faccia sentire felice o meno; dovrebbe invece basare la sua decisione sulla sua coscienza e sulla sua ragione, e non dovrebbe considerare ciò che ha da guadagnare, o le conseguenze che aiutare qualcun altro avrà su di sé, né l’effetto che potrebbe avere su di sé in futuro. Non dovrebbe considerare nessuna di queste cose e invece adempiere alle proprie responsabilità, aiutare gli altri ed evitare che soffrano. Dovrebbe aiutare le persone in modo puro, senza fini egoistici: questo è ciò che farebbe una persona veramente dotata di umanità. Se l’obiettivo di qualcuno nell’aiutare gli altri è quello di compiacere sé stesso o di guadagnare una buona reputazione, allora ciò denota un tratto di egoismo e meschinità: chi è davvero in possesso di coscienza e ragione non si comporterebbe in questo modo. Coloro che nutrono amore autentico per gli altri non agiscono solo per soddisfare il proprio desiderio di sentirsi in un certo modo; al contrario, lo fanno per adempiere alle proprie responsabilità e per fare tutto ciò che è in loro potere per aiutare gli altri. Non aiutano le persone per ottenere una ricompensa e non hanno ulteriori intenti o motivazioni. Anche se agire in questo modo può essere difficile, e anche se possono essere giudicati dagli altri o persino affrontare qualche pericolo, riconoscono che si tratta di un dovere che le persone dovrebbero adempiere, di una loro responsabilità, e che se non agiranno in questo modo saranno venuti meno a ciò che devono agli altri e a Dio, e proveranno rimorso per tutta la vita. Per questo motivo, procedono senza esitazioni, fanno del loro meglio, obbediscono alla volontà del Cielo e adempiono alla loro responsabilità. Non importa come gli altri li giudichino, o se manifestino o meno gratitudine e stima nei loro confronti: fintanto che sono in grado di aiutare una certa persona a fare qualsiasi cosa debba fare e lo fanno con tutto il cuore, si sentiranno soddisfatti. Chi è in grado di agire in questo modo possiede coscienza, ragione e le manifestazioni dell’umanità, e non solo un tipo di comportamento limitato all’ambito del carattere morale e della condotta morale. Trarre piacere dall’aiutare gli altri è solo un tipo di comportamento, e a volte è semplicemente un comportamento che si manifesta in certi contesti specifici; una persona decide di attuare questo tipo di comportamento transitorio in base al proprio stato d’animo, alle proprie emozioni, all’ambiente sociale, nonché al contesto contingente e ai benefici o agli svantaggi che possono derivare dall’agire in quel modo. Coloro che sono dotati di umanità non tengono conto di queste cose quando aiutano le persone: prendono la loro decisione in base a un criterio di giudizio più positivo e più in linea con la coscienza e la ragione dell’umanità normale. A volte, sono persino in grado di perseverare nell’aiutare gli altri quando ciò è in contraddizione e in conflitto con gli standard della moralità. I criteri, le idee e i punti di vista della morale possono solo porre un freno ai comportamenti transitori delle persone. Il fatto che questi comportamenti siano buoni o cattivi cambia a seconda dello stato d’animo della persona, delle sue emozioni, del bene e del male che ha in sé e delle sue intenzioni, a seconda che siano buone o cattive; influiscono su ciò anche l’ambiente e il clima sociali. Questi comportamenti contengono molte impurità; sono tutti comportamenti superficiali e non possono essere usati per giudicare se una persona possiede umanità oppure no. Al contrario, è molto più accurato e concreto giudicare se qualcuno è o meno in possesso di umanità basandosi sulla sua umanità essenza, su ciò che persegue, sulla sua visione della vita, sul suo sistema di valori, sul cammino che percorre e sul fondamento del suo comportamento e del suo modo di agire. DiteMi, cosa è in linea con la verità: le basi per valutare l’umanità o le basi per valutare la condotta morale? Sono gli standard per valutare la condotta morale a essere in linea con la verità, o gli standard per valutare se qualcuno possiede umanità? Quale di questi standard è in linea con la verità? In realtà, sono gli standard per valutare se qualcuno possiede umanità a essere in linea con la verità. Questa è una certezza indubitabile. Il motivo per cui gli aspetti usati per valutare la condotta morale delle persone non possono fungere da criteri è che sono incostanti. Sono contaminati da numerose impurità, come le transazioni, gli interessi, le preferenze, i perseguimenti, le emozioni, i pensieri malvagi, i vari tipi di indole corrotta e così via. Contengono troppi errori e impurità: non sono lineari. Pertanto, non possono fungere da criteri per giudicare le persone. Sono pieni di ogni genere di cose instillate nell’uomo da Satana e di condizioni aggiuntive che emergono a causa dell’indole satanica corrotta dell’uomo e, come tali, non sono la verità. In sintesi, non importa se si considerano questi criteri di condotta morale facili o difficili da soddisfare, o se si ritengono di valore alto, basso o medio: in ogni caso, sono solo detti che limitano e regolano il comportamento delle persone. Si elevano soltanto al livello della qualità morale dell’uomo; non hanno nulla a che vedere con la richiesta fatta da Dio di utilizzare la verità per giudicare l’umanità di una persona. Non includono nemmeno gli standard più elementari che chi è dotato di umanità dovrebbe possedere e soddisfare; sono al di sotto di tutte queste cose. Quando valutano gli altri, gli uomini si concentrano solo sul considerare le loro manifestazioni di condotta morale; considerano e valutano gli altri interamente secondo le richieste della cultura tradizionale. Dio non valuta le persone solamente in base alle loro manifestazioni di condotta morale; Si concentra invece sulla loro umanità essenza. Che cosa comprende l’umanità essenza di una persona? Le sue preferenze, il suo punto di vista sulle cose, la sua visione della vita, il suo sistema di valori, ciò che persegue, se possiede o meno senso di giustizia, se ama la verità e le cose positive, e poi la sua capacità di accettare la verità e sottomettersi a essa, il cammino che intraprende, e così via. È appropriato giudicare l’umanità essenza di una persona in base a questi elementi. Questo conclude nel complesso la Mia comunione sul trarre piacere dall’aiutare gli altri. Grazie a questa comunione su queste due richieste riguardanti la condotta morale, avete ora compreso i principi fondamentali del discernimento sia per quanto riguarda il modo di valutare la condotta morale, sia per quanto riguarda la differenza tra gli standard di Dio per la valutazione delle persone e la condotta morale di cui parla l’uomo? (Sì.)

Ho appena condiviso in merito a due richieste della cultura tradizionale nei confronti della condotta morale dell’uomo: “Non intascare i soldi che raccogli” e “Trai piacere dall’aiutare gli altri”. Che cosa avete imparato dalla Mia comunione su questi due detti? (Io ho imparato che la condotta morale delle persone non è correlata alla loro umanità essenza. Al massimo, coloro che mostrano questo tipo di condotta morale possiedono alcuni buoni comportamenti e manifestazioni in termini di qualità della loro moralità. Ciò non significa, tuttavia, che siano dotati di umanità o che vivano una sembianza umana. Ho acquisito una comprensione più chiara di tale questione.) Le persone che mostrano una buona condotta morale non sono necessariamente in possesso di umanità, chiunque può riconoscerlo, ed è effettivamente così che stanno le cose. Tutti seguono le tendenze malvagie della società e tutti hanno gradualmente perso la coscienza e la ragione: pochi sono in grado di vivere una sembianza umana. Ogni persona che una volta ha consegnato alla polizia un centesimo trovato sul marciapiede è forse diventata una brava persona? Non necessariamente. Che esito hanno avuto in seguito coloro che un tempo venivano elogiati come eroi? In cuor loro, tutti conoscono le risposte a queste domande. Che ne è stato di quei modelli di moralità sociale e dei grandi filantropi che spesso traevano piacere dall’aiutare gli altri, che venivano adornati con fiori rossi e lodati dall’uomo? Per la maggior parte non si sono rivelati essere delle brave persone. Compivano solo qualche buona azione finalizzata ad acquisire notorietà. In realtà, per la maggior parte, il loro comportamento, la loro vita e il loro carattere non sono affatto buoni. Sono veramente bravi solamente nell’adulazione e nell’ossequiosità. Quando si tolgono i fiori rossi e quella patina superficiale da modello di moralità sociale, non sanno nemmeno come comportarsi o come dovrebbero condurre la propria vita. Qual è il problema qui? Non sono forse stati intrappolati dalla corona del “modello di moralità” che la società ha conferito loro? Non sanno davvero cosa sono: sono stati adulati in modo così eccessivo che hanno cominciato a credersi troppo grandi, e non riescono più a essere persone normali. Alla fine, non sanno nemmeno come vivere, la loro esistenza quotidiana precipita nel caos totale e alcuni finiscono addirittura per abusare di alcol, cadere in depressione e uccidersi. Ci sono certamente persone che rientrano in questa categoria. Perseguono costantemente un sentimento, desiderano essere eroi e modelli, diventare famosi o trovarsi all’apice dell’eccellenza morale. Non riescono mai a far ritorno alla realtà; le necessità quotidiane della vita reale sono per loro una fonte costante di fastidio e sofferenza. Non sanno come liberarsi da questo dolore né come scegliere la strada giusta nella vita. Alla ricerca di un brivido, alcuni si rivolgono alle droghe, mentre altri scelgono di porre fine alla propria vita per sfuggire al senso di vuoto. Alcuni di quelli che non si uccidono finiscono spesso per morire di depressione. Non si trovano forse molti esempi di quanto sto dicendo? (Sì.) Questo è il tipo di danno che la cultura tradizionale infligge alle persone. Non solo non permette loro di acquisire una comprensione accurata dell’umanità e non le guida sul percorso che dovrebbero seguire; c’è dell’altro: le porta addirittura fuori strada, indirizzandole verso un regno di illusioni e fantasie. Questo danneggia le persone, e lo fa in modo piuttosto profondo. Qualcuno potrebbe dire: “Non è sempre vero! Noi stiamo bene, non è vero?” Il fatto che voi ora stiate bene non è semplicemente il risultato della protezione di Dio? È solo perché Dio vi ha scelti e godete della Sua protezione che avete avuto la fortuna di accettare la Sua opera e che potete leggere le Sue parole, partecipare alle riunioni, condividere gli uni con gli altri e compiere il vostro dovere qui; è solo grazie alla Sua protezione che potete vivere la vita di normali esseri umani e che possedete la normale ragione per affrontare tutti gli aspetti della vostra vita quotidiana. Tuttavia, è innegabile che nel profondo della vostra mente ci siano ancora idee e punti di vista come “Non intascare i soldi che raccogli” e “Trai piacere dall’aiutare gli altri”. E allo stesso tempo siete ancora schiavi di questi criteri ideologici e morali che provengono dall’umanità. Perché dico che ne siete schiavi? Perché la strada che scegliete di percorrere nella vita, i principi e la direzione delle vostre azioni e del vostro comportamento, i principi, i metodi e i criteri secondo cui valutate persone e cose, e così via, sono tutti ancora influenzati, se non addirittura vincolati e dominati, da questi criteri ideologici e morali, in misura diversa. Invece, le parole di Dio e la verità devono ancora diventare le basi e i criteri per le vostre valutazioni su persone e cose, per il vostro comportamento e per il vostro modo di agire. Finora, avete solo scelto la direzione giusta nella vita e possedete la volontà, l’aspirazione e la speranza di intraprendere il cammino del perseguimento della verità. Ma in realtà la maggior parte di voi non ha ancora intrapreso questa strada, ossia non ha ancora messo piede sul giusto percorso che Dio ha preparato per l’uomo. Alcuni diranno: “Se non abbiamo messo piede sul giusto percorso, perché siamo comunque in grado di compiere i nostri doveri?” Questo è il risultato della scelta, della cooperazione, della coscienza e della volontà dell’uomo. Al momento state cooperando con le richieste di Dio e facendo del vostro meglio per migliorare, ma il solo fatto di star cercando di migliorare non significa che abbiate già intrapreso il cammino del perseguimento della verità. Uno dei motivi è che siete ancora influenzati dalle idee che la cultura tradizionale vi ha inculcato. Per esempio, dopo averMi sentito esporle e condividere al riguardo, potreste avere una buona comprensione dell’essenza delle affermazioni “Non intascare i soldi che raccogli” e “Trai piacere dall’aiutare gli altri”, ma nel giro di pochi giorni potreste cambiare idea. Potreste pensare: “Cosa c’è di male nel detto ‘Non intascare i soldi che raccogli’? A me per esempio piacciono le persone che non intascano i soldi che raccolgono. Almeno non sono avide. Cosa c’è di male nel detto “Trai piacere dall’aiutare gli altri”? Per lo meno, quando sei nel bisogno puoi contare sul fatto che qualcuno ti dia una mano. È una cosa buona, di cui tutti hanno necessità! Inoltre, da qualsiasi punto di vista lo si consideri, il fatto che le persone trovino piacere nell’aiutare gli altri è semplicemente una cosa buona e positiva. È un nostro dovere ineludibile e non andrebbe criticato!” Vedi, solo pochi giorni dopo che hai aperto gli occhi, basterà una notte di sonno a cambiarti; ti riporterà al punto in cui eri prima, e ancora una volta alla prigionia della cultura tradizionale. In altre parole, queste cose che albergano nel profondo della tua mente influenzano di volta in volta i tuoi pensieri e le tue opinioni, così come il cammino che intraprendi. E, mentre ti influenzano, inevitabilmente non fanno che ostacolarti, impedendoti di realizzare il tuo desiderio di mettere piede sul giusto percorso di vita, di intraprendere il cammino del perseguimento della verità e di imboccare la strada della vita in cui le parole di Dio sono la tua base e la verità il tuo criterio. Anche se sei davvero intenzionato a percorrere questo cammino, anche se aneli ardentemente e con fervore a farlo e passi il tempo a pensare e a pianificare, a fare propositi e a pregare per questo, le cose non andranno comunque come desideri. Il motivo è che questi aspetti della cultura tradizionale sono troppo profondamente radicati nell’intimo del tuo cuore. Qualcuno potrebbe dire: “Non è giusto! Tu dici che la cultura tradizionale è troppo radicata nel cuore delle persone, ma io non credo che sia vero. Ho poco più di vent’anni, non ne ho settanta o ottanta, quindi come possono queste cose aver già messo radici profonde nel mio cuore?” Perché dico che queste idee sono già profondamente radicate nel tuo cuore? Riflettici: fin dai primi ricordi che serbi, non hai forse sempre aspirato a essere una persona nobile, anche se i tuoi genitori non ti hanno inculcato queste idee? Per esempio, la maggior parte delle persone ama guardare film e leggere romanzi che parlano di eroi e nutre profonda empatia nei confronti delle vittime di queste storie, mentre disprezza i cattivi e i personaggi crudeli che fanno del male agli altri. Quando cresci in un contesto di questo tipo, senza rendertene conto accetti le cose che la società nel suo complesso ha accettato collettivamente. Ebbene, perché le hai accettate? Perché le persone non nascono munite della verità e non hanno una capacità innata di discernere le cose. Tu non possiedi questo istinto: l’istinto che gli esseri umani possiedono è una tendenza intrinseca ad apprezzare alcune cose buone, positive e attive. Queste cose attive e positive ti fanno aspirare a fare meglio, a diventare una persona buona, eroica e grande. Queste cose iniziano gradualmente a prendere forma nel tuo cuore quando vieni a contatto con i detti che derivano dall’opinione pubblica e dalla morale sociale. Una volta che le affermazioni che provengono dalla morale della cultura tradizionale si insinuano in te e penetrano il tuo mondo interiore, allora si radicano nel tuo cuore e iniziano a dominare la tua vita. Quando ciò accade, non le discerni, non le contrasti e non le rifiuti; al contrario, percepisci nel profondo di averne bisogno. La tua prima reazione è assecondare questi detti. Perché? Perché sono ben confezionati in base alle idee e ai gusti umani, sono conformi ai bisogni dei mondi spirituali delle persone. Di conseguenza, accetti queste affermazioni come un dato di fatto e senza la minima diffidenza. A poco a poco, attraverso l’educazione familiare, l’istruzione scolastica, il condizionamento e l’indottrinamento della società, nonché le tue fantasie, finisci per convincerti profondamente che sono detti positivi. Con l’affinamento del tempo e la tua progressiva crescita, ti sforzi di seguire questi detti in ogni tipo di contesto e situazione, e ti attieni a queste cose che intrinsecamente gli esseri umani prediligono e ritengono buone. Esse prendono sempre più forma dentro di te e si radicano in te sempre di più. Allo stesso tempo, dominano la tua visione della vita e gli obiettivi che persegui, e diventano gli standard secondo cui giudichi persone e cose. Una volta che questi detti della cultura tradizionale prendono forma nelle persone, le condizioni di base che le portano a opporsi a Dio e alla verità sono tutte poste in essere; è come se le persone trovassero le proprie ragioni e le proprie basi per farlo. Così, quando Dio smaschera l’indole e l’essenza corrotte delle persone e le sottopone a castigo e giudizio, loro sviluppano verso di Lui nozioni di ogni sorta. Pensano: “Spesso si dice ‘Se colpisci gli altri, non colpirli in faccia; se li metti a nudo, non mettere a nudo le loro manchevolezze’ e ‘Le esecuzioni fanno solo rotolare teste; sii indulgente ogni volta che è possibile’, quindi come potrebbe Dio parlare in questo modo? Era davvero Dio? Dio non Si esprimerebbe in questo modo: Egli dovrebbe stare al più alto livello e parlare alle persone con un tono gentile, il tono del Buddha che libera tutti gli esseri umani dalla sofferenza, il tono di un Bodhisattva. Dio è così, una figura estremamente gentile e grandiosa”. Questa serie di idee, opinioni e nozioni continua a sgorgare dal tuo cuore sempre più copiosa e, alla fine, non riesci più a sopportarlo e tuo malgrado compi una qualche azione in ribellione e opposizione a Dio. In questo modo, le tue nozioni e le tue fantasie diventano la tua rovina. Da ciò si evince che, a prescindere dalla tua età, se hai ricevuto la formazione della cultura tradizionale e possiedi le facoltà mentali di un adulto, il tuo cuore sarà riempito da questi aspetti della morale della cultura tradizionale, che gradualmente si radicheranno in te. Ormai ti dominano e tu vivi in base a essi già da molti anni. La tua vita e la tua stessa natura sono da lungo tempo governate da questi aspetti della morale della cultura tradizionale. Per esempio: fin dall’età di cinque o sei anni hai imparato a trarre piacere dall’aiutare gli altri e a non intascare i soldi che raccogli. Queste cose ti hanno influenzato e hanno dettato completamente il tuo modo di comportarti. Ora, giunto alla mezza età, vivi ormai da molti anni in base a esse; ciò significa che sei ben lontano dagli standard che Dio richiede all’uomo. Da quando hai accettato questi detti riguardanti la condotta morale promossi dalla cultura tradizionale, ti sei allontanato sempre di più dalle richieste di Dio. Il divario tra i tuoi standard di umanità e quelli richiesti da Dio è via via aumentato. Di conseguenza, ti sei allontanato da Lui sempre di più. Non è così? Prendetevi tutti del tempo per riflettere su queste parole.

Condividiamo ora su un altro proverbio riguardante la condotta morale: “Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”; che cosa significa questo detto? Significa che dovresti esigere molto da te stesso ed essere indulgente con gli altri, così da mostrare loro quanto sei generoso e magnanimo. Allora, perché lo si dovrebbe fare? Che cosa si intende ottenere facendolo? È attuabile? È davvero un’espressione naturale dell’umanità di una persona? Devi scendere a grandi compromessi per aderirvi! Devi essere libero da desideri e pretese, esigere da te stesso di provare meno gioia, soffrire un po’ di più, pagare un prezzo più alto e lavorare di più affinché non debbano logorarsi gli altri. E se si lamentano, protestano o hanno uno scarso rendimento, non devi pretendere troppo da loro: andrà bene un risultato nella media. La gente crede che questo sia un segno di nobile morale, ma perché a Me suona falso? Non è forse falso? (Lo è.) In circostanze normali, l’espressione naturale dell’umanità di un individuo ordinario è essere tollerante verso sé stesso e severo con gli altri. Questo è un dato di fatto. Un individuo è capace di rendersi conto dei problemi altrui: “Questa persona è arrogante! Quella persona è cattiva! Quest’altra è egoista! Quell’altra è negligente e superficiale nello svolgere il suo dovere! Costui è così pigro!”, mentre di sé pensa: “Non è un problema se sono un po’ pigro. Possiedo una buona levatura. Anche se sono pigro, svolgo un lavoro migliore degli altri!” Trova i difetti degli altri e gli piace cercare il pelo nell’uovo, ma con sé stesso è tollerante e accomodante ovunque sia possibile. Questa non è forse un’espressione naturale della sua umanità? (Sì.) Se si è tenuti a essere all’altezza dell’idea di essere “severi con sé stessi e tolleranti con gli altri”, a quale agonia ci si deve sottoporre? Davvero si potrebbe sopportarlo? Quante persone riuscirebbero a farlo? (Nessuna.) E perché è così? (Le persone sono egoiste per natura. Agiscono in base al principio “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”.) Di fatto, l’uomo è nato egoista, è una creatura egoista ed è profondamente dedito a questa filosofia satanica: “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”. Le persone pensano che sarebbe catastrofico per loro, e contro natura, non essere egoiste e non prendersi cura di sé quando accade loro qualcosa. Questo è ciò che credono e il modo in cui agiscono. Se ci si aspetta da loro che non siano egoiste, che esigano molto da sé stesse e che ci rimettano di buon grado anziché approfittarsi degli altri, quest’aspettativa è forse realistica? Se quando qualcuno si approfitta di loro ci si aspetta che dicano con gioia: “Te ne stai approfittando, ma non intendo farne un dramma. Sono una persona tollerante, non parlerò male di te né cercherò di vendicarmi, e se non hai ancora approfittato abbastanza sentiti libero di continuare”, quest’aspettativa è realistica? Quante persone riuscirebbero a farlo? È questo il modo in cui si comporta normalmente l’umanità corrotta? Ovviamente, che ciò avvenga è anomalo. Perché lo è? Perché le persone con un’indole corrotta, specialmente quelle egoiste e meschine, lottano per i propri interessi personali, e pensare agli altri non arreca loro alcuna soddisfazione. Quindi, questo fenomeno, se succede, è un’anomalia. “Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”: questa affermazione riguardante la condotta morale è chiaramente solo una richiesta che non corrisponde né ai fatti né all’umanità, posta all’uomo da moralisti sociali che non comprendono l’umanità. È come dire a un topo che non può scavare tane o a un gatto che non può catturare topi. È giusto fare una richiesta del genere? (No. Sfida le leggi dell’umanità.) Questa richiesta è chiaramente in contrasto con la realtà e piuttosto vana. Coloro che la pongono sono forse in grado di attenervisi? (No.) Si aspettano che gli altri si attengano a una richiesta che loro stessi non sono capaci di soddisfare: qual è il problema qui? Non è un po’ irresponsabile? Come minimo, si può affermare che costoro sono irresponsabili e dicono sciocchezze. Ora, facendo un ulteriore passo avanti, qual è la natura di questo problema? (L’ipocrisia.) Esatto: questo è un esempio di ipocrisia. È evidente che loro per primi non sono in grado di attenersi a questa richiesta, eppure continuano a dichiararsi così tolleranti, di gran cuore e di alto livello morale: non è semplicemente ipocrita? Comunque lo si consideri, si tratta di un detto vuoto che racchiude una certa falsità, quindi lo classificheremo come un detto ipocrita. È simile al tipo di detti promossi dai farisei; cela un secondo fine, che è chiaramente quello di mettersi in mostra, di apparire come persone dalla nobile condotta morale e di essere lodati dagli altri come esemplari e modelli di nobile condotta morale. Dunque, quali persone sono in grado di essere severe con sé stesse e tolleranti con gli altri? Gli insegnanti e i medici riescono forse ad attenersi a questo detto? Le cosiddette persone famose, i grandi e i saggi come Confucio, Mencio e Laozi ne erano capaci? (No.) In sintesi, a prescindere da quanto sia ridicolo questo detto che l’uomo ha promosso, e che sia o meno attuabile, si tratta in definitiva soltanto di una richiesta posta nei confronti del carattere e del comportamento morale delle persone. Come minimo, le persone non sono disposte a rispettare questa richiesta e non è facile per loro praticarla, poiché va contro gli standard che la normale umanità dell’uomo è in grado di raggiungere. Ma, in ogni caso, si tratta pur sempre di un criterio e di una richiesta riguardante la condotta morale dell’uomo promossi dalla cultura tradizionale. Sebbene “Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri” sia una frase vuota a cui pochi riescono ad attenersi, non è diversa da “Non intascare i soldi che raccogli” e “Trai piacere dall’aiutare gli altri”: a prescindere dalle motivazioni e dagli intenti che nutrono coloro che la mettono in pratica, o dal fatto che qualcuno sia anche solo in grado di praticarla, in ogni caso, sulla semplice base del fatto che le persone che promuovono questo requisito si pongono all’apice della moralità, questo non le rende forse arroganti, ipocrite e dotate di una ragione alquanto anomala? Se chiedessi loro se sono in grado di attenersi al detto “Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”, risponderebbero: “Certo!” Eppure, quando si troveranno concretamente costrette a rispettarlo, non ci riusciranno. Perché? Perché hanno un’indole arrogante e satanica. Chiedi loro di attenersi a questa morale quando qualcun altro compete con loro per il prestigio, il potere, la fama e il profitto, e vedrai se ne saranno capaci. Semplicemente non ci riusciranno e diventeranno persino ostili nei tuoi confronti. Se chiedi loro: “Perché continui a promuovere questo detto quando nemmeno tu riesci a rispettarlo? Perché continui a pretendere che gli altri vi si conformino? Non è forse ipocrita da parte tua?”, lo accetteranno? Se le smaschererai, non lo accetteranno; comunque le smaschererai, non lo accetteranno e non ammetteranno di essere in difetto, e questo dimostra che non sono brave persone. Il fatto che, nonostante non siano in grado di conformarsi alle loro stesse richieste, costoro si atteggino a individui dall’elevata moralità dimostra semplicemente che si ha ragione di definirli grandi ingannatori e ipocriti.

“Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”, proprio come i detti “Non intascare i soldi che raccogli” e “Trai piacere dall’aiutare gli altri”, è una di quelle richieste poste dalla cultura tradizionale riguardo alla condotta morale delle persone. Analogamente, che qualcuno riesca o meno a conseguire o a esercitare tale condotta morale, ciò non costituisce comunque il criterio o la norma per valutarne l’umanità. Può darsi che tu sia veramente capace di essere severo con te stesso e tollerante con gli altri, e che ti attenga a criteri particolarmente elevati. Puoi anche essere immacolato e pensare sempre agli altri, mostrare considerazione nei loro confronti, senza essere egoista e senza perseguire i tuoi interessi. Puoi sembrare particolarmente magnanimo e altruista e avere un forte senso della responsabilità e della morale sociali. Le tue qualità e la tua nobile personalità possono essere evidenti per chi ti sta vicino e per le persone che incontri e con cui interagisci. Il tuo comportamento può non dare mai alcuna ragione agli altri di biasimarti o di criticarti, suscitando invece un’abbondanza di elogi e persino ammirazione. La gente può considerarti qualcuno che è davvero severo con sé stesso e tollerante con gli altri. Tuttavia, questi non sono altro che comportamenti esteriori. I pensieri e i desideri che hai in fondo al cuore sono forse coerenti con quei comportamenti esteriori, con quelle azioni che vivi esteriormente? La risposta è no. La ragione per cui riesci ad agire in questo modo è che c’è un movente dietro le tue azioni. Qual è questo movente, per l’esattezza? Potresti sopportare che venisse messo in luce? Certamente no. Ciò dimostra che tale movente è qualcosa di innominabile, qualcosa di oscuro e malvagio. Ora, perché è innominabile e malvagio? Perché l’umanità delle persone è governata e guidata dalla loro indole corrotta. Tutti i pensieri dell’umanità, indipendentemente dal fatto che le persone li esprimano a parole o li manifestino, sono innegabilmente dominati, controllati e manipolati dalla loro indole corrotta. Di conseguenza, i moventi e gli intenti degli uomini sono tutti subdoli e malvagi. Indipendentemente dal fatto che le persone siano in grado di essere severe con sé stesse e tolleranti con gli altri, o che esteriormente esprimano o meno questa morale in modo perfetto, è inevitabile che essa non abbia alcun controllo o influenza sulla loro umanità. Quindi, che cosa controlla l’umanità delle persone? La loro indole corrotta; è la loro umanità essenza che si nasconde dietro la morale “Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”: questa la loro vera natura. La vera natura di una persona è la sua umanità essenza. E in che cosa consiste la sua umanità essenza? Consiste principalmente nelle sue preferenze, in ciò che persegue, nella sua visione della vita, nel suo sistema di valori, nonché nel suo atteggiamento nei confronti della verità e di Dio, e così via. Solo queste cose rappresentano veramente l’umanità essenza delle persone. Si può affermare con certezza che la maggior parte di coloro che esigono da sé stessi di adempiere la morale di essere “severi con sé stessi e tolleranti con gli altri” è ossessionata dal prestigio. Mossi dalla loro indole corrotta, non possono fare a meno di perseguire la fama tra gli uomini, la ribalta sociale e il prestigio agli occhi degli altri. Tutte queste cose sono legate al loro desiderio di prestigio, e le perseguono sotto la copertura della loro buona condotta morale. E da dove vengono questi loro perseguimenti? Vengono e sono mossi interamente dalla loro indole corrotta. Quindi, in ogni caso, che qualcuno adempia o no alla morale di essere “severo con sé stesso e tollerante con gli altri”, e che lo faccia o meno fino alla perfezione, ciò non può minimamente cambiare la sua umanità essenza. Il che significa di conseguenza che non può cambiare in alcun modo la sua visione della vita o il suo sistema di valori, né guidare le sue attitudini e le sue prospettive su tutti i tipi di persone, eventi e cose. Non è così? (Sì.) Più si è capaci di essere severi con sé stessi e tolleranti con gli altri, più si è bravi a recitare, a camuffarsi e a raggirare gli altri con buoni comportamenti e belle parole, e più si è ingannevoli e malvagi per natura. Più si è questo tipo di persona, più profondamente si amano e si perseguono il prestigio e il potere. Per quanto la condotta morale delle persone appaia esteriormente grandiosa, gloriosa e corretta, e per quanto risulti ammirevole agli occhi altrui, l’implicito perseguimento che si cela nei recessi del loro cuore, così come la loro natura essenza, e persino le loro ambizioni, possono erompere dal loro intimo in qualsiasi momento. Pertanto, per quanto buona sia, la loro condotta morale non può nascondere la loro umanità essenza intrinseca, né i loro desideri e le loro ambizioni. Non può nascondere la loro esecrabile natura essenza di disprezzo per le cose positive e di disgusto e odio nei confronti della verità. Come mostrano questi fatti, il detto “Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri” è più che semplicemente assurdo: mette a nudo le persone ambiziose che usano tali detti e comportamenti per coprire le proprie ambizioni e i propri desideri innominabili. Potete paragonare costoro ad alcuni anticristi e persone malvagie che si trovano nella chiesa. Per consolidare il loro prestigio e il loro potere all’interno della chiesa e per guadagnare una migliore reputazione tra gli altri membri, sono in grado di subire sofferenze e di pagare un prezzo nello svolgimento dei loro doveri, e potrebbero persino rinunciare al lavoro e alla famiglia e vendere tutto ciò che hanno al fine di spendersi per Dio. In alcuni casi, il prezzo che pagano e le sofferenze che subiscono nello spendersi per Dio vanno oltre ciò che una persona media è in grado di sopportare; sono in grado di incarnare uno spirito di estrema abnegazione per mantenere il proprio prestigio. Tuttavia, a prescindere da quanto soffrono e dal prezzo che pagano, nessuno di loro salvaguarda la testimonianza di Dio o gli interessi della Sua casa, né pratica in linea con le Sue parole. L’unico obiettivo che perseguono è quello di ottenere il prestigio, il potere e le ricompense da parte di Dio. Nulla di ciò che fanno ha la minima correlazione con la verità. Indipendentemente da quanto sono severi con sé stessi e tolleranti con gli altri, quale sarà il loro esito finale? Cosa penserà Dio di loro? Determinerà il loro esito in base ai buoni comportamenti esteriori che attuano? Certamente no. Le persone valutano e giudicano gli altri in base a questi comportamenti e manifestazioni e, non sapendone discernere l’essenza, alla fine vengono da loro ingannate. Dio invece non Si lascia mai ingannare dagli uomini. Non loderà e non commemorerà assolutamente la condotta morale di coloro che sono stati capaci di essere severi con sé stessi e tolleranti con gli altri. Al contrario, li condannerà per le loro ambizioni e per le strade che hanno intrapreso al fine di perseguire il prestigio. Pertanto, coloro che perseguono la verità dovrebbero avere discernimento su questo criterio di valutazione delle persone. Dovrebbero rinnegare e abbandonare completamente questo standard assurdo e discernere le persone in base alle parole di Dio e alle verità principi. Dovrebbero considerare soprattutto se una persona ama le cose positive, se è in grado di accettare la verità e se sa sottomettersi alla sovranità e alle disposizioni di Dio, così come la strada che intraprende e percorre, e classificare in base a questi aspetti che tipo di persona è e che tipo di umanità possiede. È fin troppo facile che emergano aberrazioni ed errori quando le persone giudicano gli altri in base allo standard del “Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”. Se discerni e consideri erroneamente una persona in base ai principi e ai detti che provengono dall’uomo, allora in quella determinata questione violerai la verità e ti opporrai a Dio. Perché? Il motivo è che la base delle tue valutazioni delle persone sarà sbagliata e in contrasto con le parole di Dio e con la verità, e potrebbe persino essere in opposizione e contraria a esse. Dio non valuta l’umanità delle persone in base all’affermazione sulla condotta morale “Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”; quindi, se insisti ancora nel giudicare la moralità degli altri e nel determinare che tipo di persone sono in base a questo criterio, allora hai completamente violato le verità principi e sei destinato a commettere errori e a provocare sbagli e deviazioni. Non è forse così? (Sì.) Quando le persone capiranno queste cose, possiederanno almeno un certo livello di comprensione della base, dei principi e dei criteri secondo cui Dio valuta persone e cose; possiederai almeno una comprensione e un intendimento dell’approccio di Dio nei confronti di queste cose. Mentre dal tuo punto di vista? Dovresti come minimo sapere qual è la base corretta secondo cui valutare una persona, e quale criterio di valutazione delle persone è in linea con la verità e con i fatti reali e non porterà assolutamente a errori o deviazioni. Se davvero acquisirai chiarezza su queste cose, possiederai discernimento di questi aspetti della cultura tradizionale, così come delle varie affermazioni e teorie e dei diversi modi degli uomini di valutare gli altri, e sarai in grado di abbandonare completamente questi aspetti della cultura tradizionale e tutti i vari detti e punti di vista che derivano dall’uomo. In questo modo, valuterai e discernerai le persone in base alle verità principi e, in una certa misura, sarai in armonia con Dio, non ti ribellerai né opporrai a Lui e non Lo avverserai. Man mano che raggiungerai l’armonia con Dio, svilupperai una comprensione sempre più chiara dell’essenza delle persone e delle cose e ne troverai conferma nelle parole di Dio. Vedrai che le varie affermazioni con cui Dio mette a nudo l’umanità e le Sue classificazioni e definizioni dell’uomo sono tutte giuste, e che sono tutte verità. Naturalmente, man mano che troverai conferma di ciò, acquisirai sempre più fede e conoscenza di Dio e delle Sue parole, e sempre più certezza del fatto che le Sue parole sono la verità e la realtà che l’uomo dovrebbe vivere. Non consiste forse in questo il processo di accettazione e raggiungimento della verità? (Sì.) Questo è il processo di accettazione e raggiungimento della verità.

L’obiettivo del perseguimento della verità è accettarla come vita. Quando le persone sono in grado di accettare la verità, la loro umanità e la loro vita interiori iniziano a trasformarsi gradualmente e, alla fine, questa trasformazione è la loro ricompensa. In passato valutavi persone e cose in base alla cultura tradizionale, ma ora hai capito che era sbagliato e non valuterai le cose da quella prospettiva, né alcuna persona in base a ciò che la cultura tradizionale impone. Quindi, su quale base ora valuterai persone e cose? Se non lo sai, è la prova che non hai ancora accettato la verità. Se già sai in base a quali verità principi dovresti valutare le persone e le cose, se riesci a indicare con precisione e chiarezza le tue basi, il tuo percorso, i tuoi criteri e i tuoi principi, e anche a discernere e ad approcciare le persone in base a queste verità principi, allora la verità ha già iniziato a sortire in te degli effetti, sta guidando i tuoi pensieri e dominando la prospettiva da cui valuti persone e cose. Questo dimostra che la verità si è già radicata in te ed è diventata la tua vita. Quindi, in che modo in definitiva l’effetto che la verità ha su di te ti sarà d’aiuto? La verità non influenzerà forse il modo in cui ti comporti, la strada che intraprendi e la tua direzione nella vita? (Sì.) Se è in grado di influenzare il modo in cui ti comporti e il cammino che percorri, allora non influenzerà anche il tuo rapporto con Dio? (Sì.) Quale risultato deriverà dall’influenza della verità sul tuo rapporto con Dio? Diventerete più intimi o vi allontanerete? (Diventerò più intimo con Dio.) Sicuramente diventerai più intimo con Lui. Quando ciò accadrà, sarai più motivato a seguire Dio e a inchinarti al Suo cospetto, oppure crederai alla Sua esistenza con riluttanza, ostacolato da dubbi e incomprensioni? (Sarò motivato a seguire Dio e a inchinarmi davanti a Lui.) Questo è certo. Ora, come farai a conseguire questa motivazione? Troverai conferma delle parole di Dio nella tua vita reale; la verità comincerà a sortire in te degli effetti e ne troverai conferma. Nel processo di dispiegamento di tutte le cose, troverai in te la conferma della loro fonte nascosta e ti apparirà del tutto coerente con le parole di Dio. Verificherai che tutte le parole di Dio sono verità e questo accrescerà la tua fede in Lui. Più avrai fede in Dio, più il tuo rapporto con Lui si normalizzerà, sarai via via più intenzionato ad agire come un essere creato e ad assumere Dio come tuo Sovrano, e sempre più parti di te si sottometteranno a Lui. Cosa pensi di questo miglioramento della vostra relazione? È meraviglioso, non è vero? È il risultato di un percorso di sviluppo buono e positivo. E quindi, quali saranno le conseguenze di uno sviluppo cattivo e maligno? (La mia fede nell’esistenza di Dio si indebolirà sempre di più e nutrirò su di Lui incomprensioni e dubbi.) Queste saranno le conseguenze minime. Non riceverai conferme in nessuna questione, e non solo nella tua fede non riuscirai ad acquisire la verità, ma svilupperai anche nozioni di ogni tipo: fraintenderai e biasimerai Dio, sarai diffidente nei Suoi confronti e alla fine Lo rinnegherai. Se in cuor tuo rinnegherai Dio, sarai ancora in grado di seguirLo? (No.) Non vorrai più seguirLo. Che cosa accadrà di conseguenza? Perderai interesse per ciò che Dio fa e dice. Quando Dio dirà: “La fine dell’umanità è in vista”, tu risponderai: “Io non vedo nulla!” Non Gli crederai. Quando Dio dirà: “Dopo aver perseguito la verità, otterrai una buona destinazione”, risponderai: “Dov’è questa buona destinazione di cui parli? Non la vedo!” Non proverai interesse. Quando Dio dirà: “Devi agire come un vero essere creato”, risponderai: “Deriva un qualche vantaggio dall’agire come un vero essere creato? Quante benedizioni posso ricavarne? Posso davvero ottenere delle benedizioni facendolo? È correlato all’ottenimento delle benedizioni?” Quando Dio dirà: “Devi accettare la sovranità di Dio e sottometterti a essa!”, risponderai: “Quale sovranità? Perché non riesco a percepire la sovranità di Dio? Se davvero Dio regna sovrano, perché mi ha permesso di vivere in povertà? Perché ha permesso che mi ammalassi? Se Dio regna sovrano, perché le cose sono sempre così difficili per me?” Il tuo cuore sarà colmo di rimostranze e non crederai a nulla di ciò che Dio dirà. Ciò dimostrerà la tua mancanza di autentica fede in Lui. Ed è per questo che, di fronte alle diverse questioni, non farai altro che lamentarti, senza mostrare un minimo di obbedienza. È così che arriverai a questo esito maligno. Alcuni dicono: “Poiché Dio regna sovrano, dovrebbe aiutarmi a guarire immediatamente dalla mia malattia. Dovrebbe aiutarmi a realizzare tutto ciò che desidero. Perché la mia vita ora è piena di disagi e sofferenze?” Hanno perso la fede in Dio e sono ormai privi della minima traccia della vaga fede che avevano un tempo: è completamente scomparsa. Questi sono la conseguenza maligna e il risultato malvagio di tutto ciò. Volete arrivare a questo punto? (No.) Come potete evitare di finire a questo livello? Dovete impegnarvi a fondo quando si tratta della verità: la chiave e la via per tutto ciò si trovano nella verità e nelle parole di Dio. Se ti dedichi seriamente alle parole di Dio e alla verità, senza rendertene conto inizierai a vedere più chiaramente il percorso che Dio ti ha insegnato e a cui ti ha guidato, e discernerai l’essenza delle persone, degli eventi e delle cose che Egli orchestra. Attraverso ogni passo di questa esperienza, troverai gradualmente i principi e le basi secondo cui valutare persone e cose, comportarti e agire in base alle parole di Dio. Accettando e comprendendo la verità, troverai i principi e le vie della pratica nelle persone, negli eventi e nelle cose che incontrerai. Se praticherai secondo questi percorsi, le parole di Dio entreranno in te e diventeranno la tua vita e, senza rendertene conto, inizierai a vivere sotto la sovranità e le orchestrazioni di Dio. Quando lo farai, imparerai senza accorgertene a valutare persone e cose in base alle parole di Dio e considererai le cose da una posizione, una prospettiva e un punto di vista corretti; i risultati delle tue valutazioni delle cose saranno in linea con le parole di Dio e con la verità, e ti permetteranno di essere sempre più intimo con Dio e sempre più assetato di verità. Se invece non persegui la verità, non ti dedichi a essa seriamente e non provi alcun interesse nei suoi confronti, è difficile dire a che punto ti ritroverai. In definitiva, il peggior esito possibile è quando le persone, per quanto si sforzino di credere in Dio, non sono in grado di vedere le Sue azioni o di rendersi conto della Sua sovranità; quando, per quante esperienze facciano, non riescono a percepire l’onnipotenza e la saggezza di Dio. In questi casi, gli individui riconosceranno solamente che le parole espresse da Dio sono la verità, ma non avranno alcuna speranza di essere salvati, e tanto meno vedranno che l’indole di Dio è giusta e santa, e percepiranno sempre la vaghezza della propria fede in Dio. Questo dimostra che non hanno acquisito la verità né la salvezza di Dio, e che dopo anni di fede in Dio non hanno guadagnato nulla. La Mia comunione sul terzo detto, “Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”, si conclude qui.

Qual è la quarta affermazione riguardante la condotta morale? (Ricambia il male con il bene.) Quando le persone ricambiano il male con il bene, non nutrono forse certe intenzioni? Non stanno facendo un passo indietro per rendersi le cose più facili? Non è forse un modo conciliante di affrontare le cose? Le persone non vogliono rimanere invischiate in un ciclo infinito di vendette; desiderano invece appianare le cose per poter vivere un po’ più serenamente. La vita non è particolarmente lunga, e gli uomini la trovano breve sia che vivano cento anni che diversi secoli. Non fanno che preoccuparsi per pensieri di vendetta e di massacro, hanno mondi interiori estremamente turbolenti e vivono vite infelici. Per questo motivo, cercano di trovare un modo per vivere una vita più felice e gioiosa e per trattare sé stessi nel modo giusto, ossia ricambiare il male con il bene. È inevitabile che le persone si offendano a vicenda e restino vittime delle trame altrui nel corso della loro vita, e sono sempre tormentate da emozioni vendicative e amare e vivono esistenze piuttosto misere; quindi, a salvaguardia del clima sociale, della stabilità sociale e dell’unità sociale, con tale motivazione i moralisti promuovono questo criterio morale nel mondo. Essi ammoniscono le persone a non ricambiare il male con il male e ad astenersi dall’odio e dal massacro, esortandole invece a imparare a ricambiare il male con il bene. Sostengono che, anche se qualcuno ti ha fatto del male in passato, non dovresti vendicarti ma piuttosto aiutarlo, dimenticare le sue malefatte passate, interagire con lui normalmente e portarlo lentamente a ravvedersi, disinnescando i contrasti tra di voi e creando un rapporto armonioso. Questo non porterà forse all’armonia della società nel suo complesso? Sostengono che, a prescindere da chi ti ha offeso, sia esso un familiare, un amico, un vicino di casa o un collega, devi ricambiare il male con il bene e astenerti dal portare rancore. Sostengono che, se tutti fossero in grado di farlo, sarebbe proprio come si dice: “Se tutti danno un po’ d’amore, il mondo diventerà un posto meraviglioso”. Queste affermazioni non sono forse basate su delle fantasie? Un posto meraviglioso? Magari! Basta guardare chi governa questo mondo e chi corrompe l’umanità. Che peso può mai avere l’affermazione riguardante la condotta morale “Ricambia il male con il bene”? Nessuno. Come le altre, questa affermazione pone alcune richieste in merito alla qualità morale delle persone, o impone loro alcune regole. Richiede che si astengano dal ricorrere all’odio e al massacro quando si trovano di fronte all’odio e al massacro perpetrati da altri, che trattino coloro che fanno loro del male con calma, con un temperamento equilibrato, e che usino la propria condotta morale per disinnescare le ostilità e i massacri e diminuire la quantità di sangue versato. Questo detto riguardante la condotta morale produce ovviamente alcuni effetti nelle persone fino a certi livelli, può in una certa misura sedare le ostilità e il risentimento e ridurre gli omicidi motivati da vendetta, e può influenzare positivamente il clima sociale, l’ordine pubblico e l’armonia sociale; ma quali sono le precondizioni perché questo detto abbia questo effetto? Vi sono precondizioni alquanto rilevanti in termini di ambiente sociale. Una sono la normale ragione e il normale giudizio degli individui. Gli uomini pensano: “Questa persona di cui voglio vendicarmi è più o meno potente di me? Se mi vendico di lei, riuscirò a raggiungere il mio obiettivo? Se mi vendico e la uccido, firmerò la mia condanna a morte?” Prima valutano le conseguenze. Dopo aver riflettuto, la maggior parte si rende conto di questo: “Costui nutre di ottime connessioni, ha molta influenza sociale ed è maligno e crudele; quindi, anche se mi ha fatto del male, non posso vendicarmi di lui. Devo ingoiare l’insulto in silenzio. Ma se mai avrò la possibilità di vendicarmi di lui in questa vita, la coglierò”. Come dicono i detti popolari, “Chi non cerca vendetta non è un uomo” e “Per un gentiluomo non è mai troppo tardi per vendicarsi”. Le persone continuano a nutrire questo tipo di filosofie di vita. La filosofia di vita del ricambiare il male con il bene viene sostenuta, da un certo punto di vista, poiché è direttamente collegata all’ambiente sociale e alla profonda corruzione degli uomini: è nata a causa delle nozioni e dei giudizi della loro ragione. Quando le persone si trovano di fronte a questo tipo di situazioni, i più non possono fare altro che ingoiare gli insulti in silenzio e praticare esteriormente il ricambiare il male con il bene, abbandonando l’odio e la vendetta. Un’altra ragione per cui ci si attiene a questa filosofia di vita è che in alcuni casi vi è un forte disequilibrio di potere tra le due parti coinvolte, per cui la parte offesa non osa vendicarsi ed è costretta a ricambiare il male con il bene, in quanto non può fare altro. Se si vendicasse, potrebbe mettere in pericolo la vita di tutta la sua famiglia, con conseguenze inimmaginabili. In questi casi, le persone trovano preferibile continuare a vivere ingoiando l’insulto. Ma, così facendo, si sono lasciate alle spalle il loro risentimento? Una persona è in grado di dimenticare un rancore? (No.) Soprattutto nel caso di rancori molto gravi, come per esempio quando qualcuno ha ucciso un tuo familiare stretto, devastato la tua famiglia e disonorato il tuo nome, portandoti a sviluppare una profonda inimicizia nei suoi confronti; nessuno è capace di dimenticare un rancore del genere. Questo è intrinseco all’umanità ed è qualcosa che essa non può superare. Le persone sviluppano istintivamente sentimenti di odio in queste situazioni, è del tutto normale. Che scaturisca dall’irruenza, dall’istinto o dalla coscienza, è comunque una reazione normale. Persino i cani si affezionano a coloro che li trattano bene e che li nutrono o li accudiscono regolarmente, e iniziano a fidarsi di loro, mentre disprezzano chi li maltratta e li picchia; e non è tutto: disprezzeranno anche le persone che hanno l’odore o la voce simili ai loro maltrattatori. Vedi: addirittura i cani possiedono questo istinto, figuriamoci gli uomini! Dato che le persone hanno una mente molto più complessa degli animali, è perfettamente normale che nutrano inimicizia di fronte a un omicidio per vendetta o a un trattamento ingiusto. Tuttavia, per diverse ragioni e a causa di circostanze particolari, sono spesso costrette a essere indulgenti e a ingoiare gli insulti, a sopportare temporaneamente le cose, ma questo non significa che siano capaci di ricambiare il male con il bene o che desiderino farlo. Quanto ho appena detto si basa sulla prospettiva dell’umanità e sulle reazioni istintive dell’uomo. Consideriamo ora questo aspetto dal punto di vista dei fatti oggettivi della società: se qualcuno non ricambiasse il male con il bene e invece si vendicasse e commettesse un omicidio, quali sarebbero le conseguenze? Sarebbe ritenuto legalmente responsabile, potrebbe essere arrestato, condannato al carcere e forse anche alla pena di morte. Da ciò si può concludere che, sia dal punto di vista dell’umanità che del potere restrittivo della società e della legge, quando si affrontano trattamenti ingiusti e omicidi per vendetta, nessuno è in grado di estirpare l’odio dalla propria mente o dal profondo del proprio cuore. Neanche quando sono vittime di danni lievi, come l’essere aggredite verbalmente, schernite o derise, le persone sono in grado di ricambiare il male con il bene. La capacità di ricambiare il male con il bene è una manifestazione normale dell’umanità? (No.) Quindi, quando una persona è vittima di maltrattamenti o di violenza, di cosa ha bisogno e cosa richiede la sua umanità, come minimo? Qualcuno direbbe mai, con fare allegro e gioioso: “Continua pure a maltrattarmi! Tu sei potente e malvagio, puoi maltrattarmi quanto vuoi e io ricambierò il tuo male con il bene. Avrai una chiara dimostrazione del mio nobile e della mia nobile moralità, e di certo non mi vendicherò di te né svilupperò alcuna opinione sul tuo conto. Non mi arrabbierò con te: prenderò tutto come uno scherzo. Non importa quanto ciò che dici insulti la mia integrità, ferisca il mio orgoglio o danneggi i miei interessi: va tutto bene, e dovresti sentirti libero di dire quello che vuoi”? Esistono persone di questo tipo? (No.) Nessuno, nella maniera più assoluta, è veramente capace di abbandonare il proprio rancore: ottiene già un buon risultato se per un certo tempo riesce a evitare di uccidere il proprio nemico per vendetta. Quindi, nessuno è davvero in grado di ricambiare il male con il bene, e se anche le persone praticano questa condotta morale sarà perché sono state costrette ad agire in questo modo a causa delle circostanze specifiche del momento, o perché l’intero caso era in realtà inventato e fittizio. In circostanze normali, quando le persone sono vittime di persecuzioni o maltrattamenti gravi, sviluppano rancore e diventano vendicative. L’unica circostanza in cui qualcuno potrebbe non essere consapevole del proprio odio o ignorarlo sarebbe se quest’ultimo fosse eccessivo e la persona subisse un trauma così grave da finire per perdere la memoria o il senno. Ma chiunque sia dotato di umanità e ragione normali non vorrebbe essere insultato, discriminato, denigrato, deriso, schernito, danneggiato e così via, né gradirebbe che qualcuno arrivasse a calpestare e violare il suo carattere e la sua dignità; a nessuno andrebbe bene di ripagare falsamente attraverso una condotta morale ipocrita chi l’ha offeso o danneggiato in passato; nessuno ne è capace. Pertanto, questa affermazione relativa alla condotta morale di ricambiare il male con il bene appare alquanto debole, insulsa, vuota e priva di significato per l’umanità corrotta.

Se consideriamo la questione dal punto di vista della coscienza e della ragione dell’umanità normale, a prescindere da quanto si sia corrotti, e indipendentemente dal fatto che si sia malvagi oppure dotati di un’umanità relativamente buona, tutti sperano che gli altri li trattino bene e con un livello basilare di rispetto. Se qualcuno cominciasse a lusingarti e ad adularti senza motivo, questo ti renderebbe felice? Ti piacerebbe? (No.) Perché non ti piacerebbe? Ti sentiresti preso in giro? Penseresti: “Ti sembro forse un bambino di tre anni? Come mai non capisco perché senti il bisogno di dirmi queste cose? Sono davvero fantastico come dici? Ho fatto anche una sola delle cose di cui parli? A cosa servono tutte queste sciocche lusinghe? Come fai a non essere disgustato da te stesso?” Alle persone non piace sentirsi adulare, lo considerano una sorta di insulto. Oltre che con livello basilare di rispetto, in quale altro modo gli uomini desiderano essere trattati? (Con sincerità.) Chiedere alle persone di trattare gli altri con sincerità sarebbe impossibile: è già un grande risultato se si astengono dal maltrattarli. Chiedere loro di non maltrattarsi a vicenda è una richiesta relativamente obiettiva. Le persone sperano che gli altri le rispettino, che non le maltrattino e, soprattutto, che le trattino in modo equo. Sperano che non infieriscano su di loro quando sono vulnerabili, non le emarginino quando i loro difetti vengono smascherati, non le adulino e non siano ossequiosi con loro. Le persone trovano disgustosi questi comportamenti e desiderano solo essere trattate in modo equo: non è forse così? Trattare gli altri in modo equo è un ideale relativamente positivo nel mondo dell’uomo e nell’ambito del pensiero umano. Perché dico questo? Pensateci: come mai a tutti piace Bao Zheng? La gente ama guardare le rappresentazioni di Bao Zheng che dirime una questione, anche se la questione è fittizia e completamente inventata. Perché le persone continuano ad apprezzarle? Perché continuano a guardarle volentieri? La ragione è che nel loro mondo ideale, nel loro pensiero e nel profondo del loro cuore, tutti desiderano un mondo positivo e leggermente migliore. Tutti vorrebbero che l’uomo potesse vivere in un ambiente sociale relativamente equo e giusto, in un mondo in cui ciò sia garantito a tutti. In questo modo per lo meno, quando tu venissi maltrattato da forze malvagie, ci sarebbe un luogo in cui la giustizia verrebbe applicata, in cui potresti presentare un reclamo con le tue rimostranze, in cui avresti il diritto di protestare e, infine, in cui si farebbe luce sulle ingiustizie che hai subito. In una società e in un’umanità di questo tipo, ci sarebbe un luogo in cui potresti riabilitare il tuo nome e proteggerti da qualsiasi umiliazione o rimostranza futura. Non è questa la società ideale dell’uomo? Non è forse questo il desiderio di ogni persona? (Sì.) È il sogno di ogni persona. Gli uomini sperano di essere trattati in modo equo, non vogliono essere oggetto di un trattamento ingiusto o non sapere a chi rivolgere le proprie rimostranze se vengono trattati ingiustamente, cosa che è per loro motivo di grande afflizione. Si può dire che lo standard e la richiesta posti alla condotta morale dell’uomo di “Ricambiare il male con il bene” sono molto distanti dalla realtà della corruzione dell’umanità nella vita reale. Quindi, questa richiesta posta alla condotta morale dell’uomo non tiene conto della volontà dell’uomo ed è ben lontana dai fatti oggettivi e dalla vita reale. È un’affermazione proposta da idealisti che non hanno alcuna comprensione del mondo interiore delle persone svantaggiate che hanno subito torti e umiliazioni; idealisti che non hanno la percezione di quanto queste persone siano state offese, degli affronti che la loro dignità e la loro integrità hanno subìto, e nemmeno di quanto la loro incolumità personale sia stata minacciata. Costoro non capiscono tali realtà, eppure continuano a pretendere che queste vittime si riconcilino con i loro aggressori e si astengano dal vendicarsi, e dicono cose come: “Sei nato per essere maltrattato e devi accettare il tuo destino. Appartieni alla classe più bassa della società e sei fatto per essere schiavo. Sei nato per essere governato da altri: non dovresti vendicarti di chi ti ha fatto del male, bensì ricambiare il male con il bene. Dovresti svolgere il tuo ruolo per il bene del clima sociale e dell’armonia sociale, e contribuire alla società manifestando la tua energia positiva e la migliore condotta morale di cui sei capace”. Tutto ciò viene chiaramente detto per giustificare lo sfruttamento delle classi inferiori da parte delle alte sfere della società e delle classi dominanti, alle quali viene così reso questo servizio, e per sedare a loro favore gli animi e i sentimenti degli svantaggiati. Non è forse questo l’obiettivo di dire queste cose? (Sì.) Se gli apparati giuridici e sociali di ogni Paese, se i sistemi e i regolamenti di ogni razza e gruppo fossero equi e venissero applicati rigorosamente, sarebbe ancora necessario promuovere questo detto privo di obiettività e in contrasto con le leggi dell’umanità? Non sarebbe necessario. Il detto “Ricambia il male con il bene” è stato chiaramente promosso soltanto come un canale e un servizio utili alle classi dominanti e a quei malvagi che possiedono autorità e potere, al fine di sfruttare e calpestare gli svantaggiati. Allo stesso tempo, per sedare le classi meno abbienti ed evitare che cerchino vendetta o diventino ostili nei confronti dei ricchi, delle élite e della classe dirigente, questi cosiddetti pensatori e maestri si pongono all’apice della supremazia morale, promuovendo questo detto con il pretesto di richiedere a tutti di praticare una buona condotta morale. Questo non crea forse ancora più contraddizioni all’interno della società? Più si opprimono le persone, più la società si rivela ingiusta. Se la società fosse veramente equa e giusta, sarebbe ancora necessario giudicare la condotta morale delle persone e porle delle richieste mediante questo detto? Ciò è chiaramente dovuto al fatto che non c’è giustizia nella società o tra gli uomini. Se i malfattori potessero essere puniti dalla legge, o se anche coloro che possiedono denaro e potere dovessero rispondere alla legge, il detto “Ricambia il male con il bene” non sarebbe valido e non esisterebbe. Quante persone comuni sarebbero in grado di danneggiare un funzionario? Quanti poveri potrebbero arrecare un danno a un ricco? Sarebbe difficile per loro. Quindi, il detto “Ricambia il male con il bene” è chiaramente rivolto alla gente comune, ai poveri e alle classi inferiori: è un detto immorale e ingiusto. Per esempio: se chiedessi a un funzionario governativo di ricambiare il male con il bene, questi ti risponderebbe: “Quale male devo ricambiare? Chi oserebbe mettersi contro di me? Chi oserebbe offendermi? Chi oserebbe dirmi di no? Ucciderò chiunque mi dica di no: sterminerò tutta la sua famiglia e tutti i suoi parenti!” Vedi: per i funzionari non esiste male da ricambiare; quindi per loro il detto “Ricambia il male con il bene” neppure esiste. Se dici loro: “Devi praticare questa condotta morale di ricambiare il male con il bene, devi possedere questa condotta morale”, essi risponderanno: “Certo, ne sono capace”. Questa è una menzogna ingannevole, in tutto e per tutto. In ogni caso, “Ricambia il male con il bene” è essenzialmente soltanto un detto promosso dai moralisti sociali come un modo per tenere a bada le classi inferiori e ancor di più per asservirle. Viene promosso per favorire la classe dominante, consolidarne ulteriormente l’autorità e perpetuare l’asservimento delle classi inferiori, in modo che queste ultime non si lamentino neanche se vengono schiavizzate per generazioni. Da ciò si evince che, in questo tipo di società, le leggi e i sistemi sono palesemente ingiusti; questa società non è regolamentata dalla verità, e non è governata dalla verità, dall’equità e dalla giustizia. È invece governata dalla malvagità e dal potere dell’uomo, indipendentemente da chi ricopre il ruolo di funzionario. Se le persone comuni assumessero il ruolo di funzionari, la situazione sarebbe esattamente la stessa. Questa è l’essenza del sistema sociale. “Ricambia il male con il bene” mette in luce questo fatto. La frase ha chiaramente un certo connotato politico: è una richiesta posta nei confronti della condotta morale dell’uomo per consolidare il potere delle classi dominanti e l’asservimento di quelle inferiori.

Non solo la richiesta di ricambiare il male con il bene non è in linea con le normali esigenze e richieste né con l’integrità e con la dignità dell’umanità, ma per natura è ancor meno uno standard adeguato per valutare la qualità dell’umanità di una persona. Questa richiesta è ben lontana dall’umanità reale; non solo è irraggiungibile, ma non avrebbe neanche dovuto essere promossa, mai. Si tratta semplicemente di un detto e di una strategia utilizzati dalla classe dominante per rafforzare il proprio potere e controllo sulle masse. Naturalmente, Dio non ha mai promosso questo tipo di detto, tanto nell’Età della Legge e in quella della Grazia quanto nell’attuale Età del Regno, né ha mai utilizzato questo tipo di metodo, di detto o di richiesta come base per valutare la qualità dell’umanità degli uomini. Questo perché, indipendentemente dal fatto che una persona sia o meno dotata di moralità, e a prescindere da quanto buona o cattiva possa essere la sua condotta morale, Dio considera solo la sua essenza: agli occhi di Dio, questi detti riguardanti la condotta morale semplicemente non esistono. Pertanto, il detto riguardante la condotta morale “Ricambia il male con il bene” non è valido nella casa di Dio e non è degno di essere analizzato. Che si ricambi il male con il bene o che lo si ricambi con la vendetta, in che modo coloro che credono in Dio dovrebbero considerare la questione del “ricambiare il male”? Con quale atteggiamento e da quale punto di vista dovrebbero valutarla e approcciarla? Se qualcuno commette un’azione malvagia all’interno della chiesa, la casa di Dio ha i suoi decreti amministrativi e i suoi principi per occuparsi di questa persona: non c’è bisogno che alcuno vendichi la vittima o la difenda dall’ingiustizia. Ciò all’interno della casa di Dio non è necessario, e la chiesa gestirà naturalmente il problema in base ai principi. Questo è un fatto che le persone possono osservare e riscontrare. Per dirla in modo molto chiaro e preciso: la chiesa ha dei principi per occuparsi delle persone e la casa di Dio ha dei decreti amministrativi. Quanto a Dio, invece? Per quanto riguarda Dio, chiunque faccia del male sarà punito di conseguenza, ed Egli stabilirà come e quando. I principi secondo cui Dio impartisce una punizione sono assolutamente inscindibili dalla Sua indole e dalla Sua essenza. Dio ha un’indole giusta e che non tollera offesa, Egli possiede maestà e ira, e punirà in maniera commisurata tutti coloro che compiono il male. Ciò va molto oltre le leggi dell’uomo, supera l’umanità e tutte le leggi secolari. Non solo è equo, ragionevole e in linea con i desideri dell’umanità, ma non richiede nemmeno il plauso e l’approvazione di tutti. Non richiede che tu giudichi le questioni dall’alto della tua supremazia morale. Quando Dio fa queste cose, ha i Suoi principi e i Suoi tempi. Bisognerebbe lasciare che Egli agisca come meglio crede; gli uomini dovrebbero astenersi dall’interferire, poiché ciò non ha nulla a che vedere con loro. Che cosa chiede Dio alle persone riguardo alla questione del “ricambiare il male”? Che non agiscano e non si vendichino degli altri in preda all’irruenza. Cosa dovresti fare se qualcuno ti offende, ti maltratta o addirittura vuole farti del male? Esistono dei principi secondo cui gestire simili questioni? (Sì.) Vi sono soluzioni e principi per queste cose, e criteri nelle parole di Dio e nella verità. A prescindere da tutto, neanche il detto riguardante la condotta morale “Ricambia il male con il bene” è uno standard secondo cui giudicare la qualità dell’umanità delle persone. Al massimo, se qualcuno è capace di ricambiare il male con il bene, si può dire che è relativamente tollerante, privo di malizia, dotato di buona natura e magnanimo, che non è meschino e che possiede una condotta morale accettabile. Tuttavia, la qualità dell’umanità di questa persona può essere valutata e giudicata sulla base di questo unico detto? No, assolutamente no. Bisogna tenere conto anche di ciò che persegue, del cammino che percorre, del suo atteggiamento nei confronti della verità e delle cose positive, e così via. Questo è l’unico modo per giudicare con accuratezza se possiede umanità oppure no.

La nostra comunione di oggi si conclude qui.

26 Marzo 2022

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