18. Come mi sono liberata da una bassa autostima
Quando ero piccola, poiché non mi piaceva parlare o salutare le persone, spesso i miei genitori dicevano a parenti e amici: “Questa bambina ha qualcosa che non va. Deve avere un ritardo”. Gli adulti dicevano anche cose come: “Guarda com’è sveglia e dolce tua sorella, mentre tu sei insulsa come non mai”. A poco a poco, ho cominciato a sentirmi inutile, il peggio del peggio. Non osavo aprire bocca nemmeno a lezione, per paura che gli altri ridessero di me perché dicevo cose stupide. Ero molto invidiosa di coloro che erano eloquenti e perspicaci, e pensavo che a tutti piacessero persone così.
Una volta che mi sono unita alla fede, inizialmente alle riunioni ero molto nervosa quando condividevo sulle parole di Dio, per paura di non riuscire a farlo bene e che gli altri ridessero di me, perciò in quelle occasioni non parlavo molto. Spesso i fratelli e le sorelle mi incoraggiavano a condividere di più, e quando gli altri si aprivano e condividevano sulla propria esperienza e comprensione, vedevo che nessuno rideva di loro. Questo mi ha fatto sentire meno frenata, così ho iniziato a parlare di più. In seguito, sono stata eletta come predicatrice con la responsabilità di diverse chiese. Per me è stata una vera sorpresa. Sentivo che per una persona come me, che aveva difficoltà a esprimersi, essere una predicatrice fosse una grazia di Dio. Dovevo svolgere questo lavoro al meglio delle mie possibilità ed essere all’altezza delle aspettative che Dio aveva per me. Una volta, una leader aveva disposto che io e altri due predicatori ci riunissimo con lei. Ho notato che essi erano molto illuminati quando condividevano sulle parole di Dio e che parlavano in maniera molto logica. Ero così invidiosa di loro, e pensavo: “In confronto alla loro levatura e alla loro eloquenza, io non sono niente. Perché sono così insulsa? Non riesco nemmeno a parlare bene”. Questi pensieri mi facevano sentire un po’ sconfortata. Nonostante avessi raggiunto una certa illuminazione riflettendo sulle parole di Dio, quando pensavo a quanto fosse difficile per me organizzare un discorso, avevo paura di essere derisa, e per questo non osavo condividere. Per di più, in seguito ho avuto delle difficoltà sul lavoro, così ho finito per vivere in uno stato negativo, con la convinzione di non essere brava e di non saper svolgere bene questo dovere. Anche il lavoro non stava dando buoni risultati. Dopo un po’ di tempo sono stata trasferita da questo dovere e messa a capo di una sola chiesa.
Quando ho iniziato a lavorare con due sorelle di questa chiesa, non mi sembrava di stare facendo così male. Ero abbastanza attiva nel mio dovere e riuscivo a sentire l’illuminazione e la guida dello Spirito Santo. Dopo poco tempo, una sorella ha deciso di andarsene perché non riusciva a portare a termine nessun lavoro effettivo, mentre l’altra sorella è stata trasferita a un altro dovere perché mancava di levatura. In seguito, il fratello Zhang Tong e la sorella An Qing sono stati scelti come miei collaboratori. Pensavo che il modo in cui Zhang Tong condivideva sulla sua conoscenza esperienziale fosse molto pratico e chiaro, e che avesse una buona levatura. Anche An Qing era in grado di eliminare dei problemi reali con la sua condivisione durante le riunioni. Guardando ai loro punti di forza, mi sono sentita profondamente inferiore. In seguito, quando parlavamo di lavoro, ero sempre troppo prudente e mi limitavo ad accettare qualsiasi cosa dicessero. A volte sentivo che i loro punti di vista erano inadeguati, e volevo farglielo notare, ma subito pensavo alla mia scarsa levatura e alla mia poca perspicacia, così scartavo la mia stessa opinione. Inoltre, molte volte loro non approvavano i miei punti di vista, rafforzando il mio senso di inadeguatezza e portandomi a parlare ancora meno. In alcuni compiti chiave, ero addirittura passiva perché temevo che se non avessi lavorato bene avrei causato dei ritardi. Una volta, Zhang Tong aveva proposto di mettere la sorella Zhang Can a capo del lavoro di irrigazione. Io conoscevo Zhang Can abbastanza bene. Era costantemente superficiale e priva di fardello nel suo dovere, e in precedenza era stata destituita poiché non svolgeva alcun lavoro effettivo. Ancora non conosceva sé stessa e non era la persona adatta per farsi carico di un lavoro così importante. A bassa voce, ho espresso il mio punto di vista. Dopo averlo sentito, Zhang Tong si è incontrato con Zhang Can. Successivamente, mi ha detto di aver valutato la situazione e di aver constatato che ora Zhang Can aveva riflettuto su sé stessa e si conosceva, e che dovevamo guardare al potenziale delle persone e non solo al loro passato. An Qing ha appoggiato il suo punto di vista. Io ho pensato che Zhang Tong era diventato un leader da troppo poco tempo, che non aveva ancora afferrato alcuni principi, e che non conosceva Zhang Can così bene. La stava giudicando dopo un solo incontro, e poteva non aver fatto una valutazione accurata. Volevo consigliargli di esaminare il modo in cui lei aveva svolto il suo dovere o di valutarla nuovamente dopo aver parlato con altre persone che la conoscevano bene. Ma poi ho pensato: “Zhang Tong ha una buona levatura ed è stato capace di risolvere dei problemi. Forse dopo la sua condivisione Zhang Can ha riconosciuto i propri problemi. Inoltre, anche An Qing ha dato la sua approvazione. Io manco di levatura e non vedo le cose con la loro stessa chiarezza; è meglio che resti zitta”. Perciò, non ho insistito oltre. In seguito, Zhang Can è stata destituita ancora una volta perché non svolgeva un lavoro effettivo. Vedendo che il lavoro di irrigazione era stato ritardato e condizionato, sono rimasta molto turbata. Se solo all’inizio fossi stata più insistente e avessi attinto dai principi per condividere con Zhang Tong, non avremmo avuto questo tipo di problema. Nonostante mi sentissi in colpa, non ho riflettuto sul mio problema. Solo quando sono successe altre cose, finalmente ho riflettuto su me stessa.
Durante una riunione, Zhang Tong aveva proposto il fratello Zheng Yi come leader del gruppo di irrigazione. Io pensavo che nonostante Zheng Yi fosse entusiasta, si era appena unito alla fede e ancora non vedeva chiaramente la verità delle visioni. Sentivo che prima doveva essere coltivato, perché diventare di colpo leader di un gruppo poteva essere una responsabilità troppo grande. Così, ho espresso il mio punto di vista sulla questione, ma per mia sorpresa, Zhang Tong mi ha detto: “Perché sei così difficile e fai ostruzionismo? Non possiamo prima incontrarlo e indagare su di lui?” Sentendogli dire queste cose, mi sono sentita in imbarazzo ed ero molto turbata. Ho pensato: “Zhang Tong ha una buona levatura e sa come svolgere il lavoro. La mia levatura è scarsa e non riesco a capire a fondo le persone o le questioni. Se continuo a insistere con la mia opinione e alla fine il lavoro venisse veramente ostacolato, cosa succederebbe? Farei bene a smettere di insistere”. Dopo la riunione, ho pensato a cosa aveva detto Zhang Tong, e mi sono sentita molto turbata. Credevo di avere una levatura troppo carente per svolgere questo lavoro, quindi forse avrei dovuto riconoscere i miei limiti e dimettermi al più presto. Dopo averlo saputo, la leader ha attinto dalla sua esperienza per aiutarmi. Grazie alla condivisione della leader, ho iniziato a riflettere sul perché continuavo a volermi dimettere e perché vivevo sempre in un tale stato di sconforto. In seguito, ho letto le parole di Dio: “Tutte le persone hanno in sé alcuni stati sbagliati, quali negatività, debolezza, avvilimento e fragilità, o hanno intenti vili, o sono costantemente turbate dall’orgoglio, dai desideri egoistici e dagli interessi personali, o pensano di avere una bassa levatura e sperimentano degli stati negativi. Per te sarà molto difficile ottenere l’opera dello Spirito Santo se vivi sempre in questi stati. Se per te è difficile ottenere l’opera dello Spirito Santo, allora gli elementi attivi dentro di te saranno pochi e gli elementi negativi verranno fuori e ti disturberanno. Le persone contano sempre sulla propria volontà per reprimere quegli stati avversi e negativi ma, per quanto li reprimano, non riescono a scrollarseli di dosso. La ragione principale per cui ciò accade è che le persone non sanno discernere con esattezza queste cose avverse e negative; non riescono a vederne chiaramente l’essenza. Il che rende molto difficile per loro ribellarsi alla carne e a Satana. Inoltre, le persone restano sempre incastrate in questi stati negativi, malinconici e degenerati e non pregano Dio né guardano a Lui, limitandosi invece a cavarsela in qualche modo in mezzo a tali stati. Ne risulta che lo Spirito Santo non opera in loro, ed esse di conseguenza non sono in grado di comprendere la verità, manca loro un percorso in tutto ciò che fanno e non riescono a vedere nessuna questione con chiarezza” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo liberandosi della propria indole corrotta”). Leggere le parole di Dio mi ha schiarito le idee. Il motivo principale per cui ero sempre in uno stato negativo e pessimista era il mio essere legata a cose come vanità e desideri egoistici. Spesso, quando condividevo sulle parole di Dio durante le riunioni, ero in grado di ottenere una certa illuminazione, ma avevo sempre la sensazione di essere impacciata e di non saper formulare un discorso. Ero talmente preoccupata di non riuscire a condividere bene e che gli altri mi avrebbero guardata dall’alto in basso, che non osavo dire niente facendo sì che quel poco di illuminazione ricevuta andasse perso. Quando ho visto che gli altri predicatori avevano buona levatura ed eloquenza, e che io mi esprimevo così male, ho pensato che la mia levatura fosse troppo scarsa e mi sono sentita in imbarazzo. Così sono diventata negativa e ho trascurato il mio dovere, non ho ottenuto alcun risultato, e alla fine sono stata riassegnata. Ora stava accadendo la stessa cosa. Avevo visto che i miei collaboratori avevano una buona levatura e condividevano meglio di me. Durante le discussioni di lavoro, avevo troppa paura di perdere la faccia o di essere guardata dall’alto in basso perché non parlavo bene, così non osavo dire quello che pensavo. A volte, quando delle mie idee e opinioni corrette non venivano adottate, non osavo difendere il mio punto di vista e pensavo solamente a salvarmi la faccia. Ero condizionata da queste emozioni negative e volevo addirittura fare un passo indietro dal mio dovere. Davo veramente troppa importanza alla vanità e all’orgoglio! Se avessi continuato così, non avrei mai guadagnato l’opera dello Spirito Santo, e non avrei mai trovato un modo per comprendere e ottenere la verità! Così ho pregato Dio, chiedendoGli di illuminarmi e guidarmi per conoscere me stessa e capovolgere il mio stato.
Successivamente, ho letto le parole di Dio: “Gli anticristi hanno a cuore la propria reputazione e il proprio prestigio in modo maggiore rispetto alle persone comuni, e ciò è qualcosa di intrinseco alla loro indole essenza; non è un interesse temporaneo né l’effetto transitorio dell’ambiente circostante. È qualcosa all’interno della loro vita, delle loro ossa, e dunque è la loro essenza. Vale a dire, in tutto ciò che gli anticristi fanno, la loro prima considerazione va alla propria reputazione e al proprio prestigio, nient’altro. Per loro, la reputazione e il prestigio sono la vita, nonché l’obiettivo dell’intera esistenza. In tutto ciò che fanno, la priorità è: ‘Cosa ne sarà del mio prestigio? E della mia reputazione? Fare questa cosa mi darà una buona reputazione? Eleverà il mio prestigio nella mente delle persone?’ Questa è la prima cosa a cui pensano, il che dimostra ampiamente che hanno l’indole e l’essenza degli anticristi; ecco perché considerano le cose in questo modo. Si può dire che, per gli anticristi, la reputazione e il prestigio non sono un requisito aggiuntivo, né tantomeno qualcosa di estraneo a cui potrebbero rinunciare. Fanno parte della natura degli anticristi, sono nelle loro ossa, nel loro sangue, sono innati in loro. Gli anticristi non sono indifferenti al possesso della reputazione e del prestigio; non è questo il loro atteggiamento. Allora qual è? La reputazione e il prestigio sono intimamente legati alla loro vita di tutti i giorni, alla loro condizione quotidiana, a ciò che perseguono ogni giorno” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte terza”). Grazie alle parole di Dio ho visto che gli anticristi amano veramente la reputazione e il prestigio. Queste due cose sono alla base di tutto ciò che fanno. Questo è il risultato della loro essenza di anticristi. Inoltre, questo corrispondeva a come io stessa mi stavo comportando. Sin dall’infanzia, avevo la sensazione che niente di ciò che facevo andasse bene. Mi sentivo frenata, ed ero eccessivamente prudente in tutto ciò che facevo. Questo soprattutto perché volevo salvarmi la faccia ed evitare che mi guardassero dall’alto in basso. Perché tenevo così tanto al mio prestigio e a salvarmi la faccia? Alla base di ciò, c’erano veleni satanici come “Le persone hanno bisogno dell’orgoglio proprio come un albero della corteccia” e “L’uomo lascia il proprio nome ovunque vada, così come l’oca emette il suo grido ovunque voli”, che mi avevano fatto dare troppa importanza alla mia vanità e al mio orgoglio. Volevo solo lasciare agli altri una buona impressione di me e credevo che questo fosse l’unico modo per avere un senso nella vita. Pertanto, a prescindere da dove mi trovassi o da chi fosse con me, se c’era la possibilità di perdere la faccia, io sceglievo di scappare, così da salvare la faccia e il prestigio. Mentre lavoravo con Zhang Tong, è capitato che il mio punto di vista venisse respinto e ho sentito di aver perso la faccia. Temevo che se avessi continuato a essere una leader mi sarei sentita ancora più in imbarazzo, quindi volevo che il leader mi riassegnasse a un altro dovere. In effetti, a ben guardare, il fatto che io potessi essere una leader era una grazia di Dio. Avrei dovuto tenere conto della Sua intenzione, eliminare veramente le difficoltà degli altri, e proteggere il lavoro della chiesa. Ma non stavo pensando a come svolgere bene il mio dovere e proteggevo solamente la mia faccia e il mio prestigio. Quando ho perso queste cose, sono diventata negativa e ho smesso di mettercela tutta. Ero veramente priva di coscienza e ragionevolezza. Esteriormente, non stavo competendo per il prestigio né disturbando o intralciando il lavoro della chiesa come un anticristo, ma riguardo a una questione così importante come quella di selezionare e servirsi delle persone, non osavo attenermi ai principi, e ogni volta cercavo di salvare la faccia e il prestigio. Quella che avevo rivelato era l’indole di un anticristo. Ho compreso la gravità del mio problema, quindi ho pregato e mi sono pentita dinanzi a Dio.
In seguito, mi sono aperta con una sorella riguardo al mio stato e lei mi ha fatto leggere alcune parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “Come andrebbe valutata la levatura delle persone? In base al grado in cui esse comprendono le parole di Dio e la verità. È questo il modo più accurato per farlo. Alcuni sono eloquenti, perspicaci e particolarmente abili a gestire gli altri; quando ascoltano i sermoni, tuttavia, non sono mai in grado di capire nulla e, quando leggono le parole di Dio, non le comprendono. Quando parlano della loro testimonianza esperienziale, pronunciano sempre parole e dottrine, rivelando di essere semplici dilettanti e dando agli altri l’impressione di non avere alcuna comprensione spirituale. Queste sono persone di scarsa levatura” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Per adempiere bene il proprio dovere, è fondamentale capire la verità”). “Direste che Paolo aveva levatura? A quale categoria apparteneva la sua levatura? (Era ottima.) Avete sentito moltissimi sermoni, ma non capite ugualmente. La levatura di Paolo si poteva considerare ottima? (No, era scarsa.) Perché? (Perché Paolo non conosceva sé stesso e non riusciva a comprendere le parole di Dio.) Perché non comprendeva la verità. Anche lui aveva sentito i sermoni pronunciati dal Signore Gesù e, nel periodo in cui lavorò, naturalmente lo Spirito Santo operava. Allora com’è possibile, visto che fece tutto quel lavoro, scrisse tutte quelle epistole e si mise in viaggio verso tutte quelle chiese, che abbia continuato a non capire nulla della verità e non abbia predicato altro che dottrina? Che tipo di levatura era quella? Una levatura scarsa. Inoltre Paolo perseguitò il Signore Gesù e arrestò i Suoi discepoli, dopodiché Egli lo abbatté con una grande luce dal cielo. Come affrontò e intese Paolo questo grande evento che gli capitò? Il suo modo di intendere era diverso da quello di Pietro. Pensò: ‘Il signore Gesù mi ha abbattuto, ho peccato, perciò devo lavorare più duramente per rimediare e, una volta che i miei meriti avranno bilanciato i demeriti, sarò ricompensato’. Conosceva sé stesso? No. Non disse: ‘Mi sono opposto al Signore Gesù a causa della mia natura maligna, della mia natura da anticristo. Mi sono opposto al Signore Gesù; non c’è nulla di buono in me!’ Possedeva una simile conoscenza di sé stesso? (No.) […] Non aveva il minimo rimorso, né tantomeno una qualche conoscenza di sé stesso. Non aveva nessuna delle due cose. Ciò dimostra che Paolo aveva un problema di levatura e che non possedeva l’abilità di comprendere la verità” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Per adempiere bene il proprio dovere, è fondamentale capire la verità”). Le parole di Dio mi hanno permesso di comprendere che valutare la levatura di una persona in base all’eloquenza, al talento e all’intelligenza che questa mostra in superficie, non è affatto in linea con la verità. Proprio come Paolo; egli era talentuoso ed eloquente, e ha diffuso il Vangelo in gran parte dell’Europa, ma non era in grado di comprendere la verità, né tantomeno di comprendere sé stesso. Ha fatto cose così malvagie e non ha mai raggiunto una vera conoscenza di sé o provato rimorso. Al contrario, voleva solo essere ricompensato ed entrare nel regno di Dio svolgendo molto lavoro. Paolo non era in grado di comprendere la verità ed era una persona di scarsa levatura. Ho sempre pensato che se una persona sapeva parlare bene ed era intelligente, allora aveva una buona levatura, così ho sempre giudicato me stessa in base a questo criterio. Quando non ero in grado di soddisfare tale criterio, pensavo di avere una levatura troppo scarsa e di non poter svolgere il lavoro di un leader. Così, quando incontravo delle difficoltà, non cercavo la verità per eliminarle, ma diventavo negativa e negligente e, alla fine, anche i problemi che avrei potuto eliminare rimanevano irrisolti. Ero stata così sciocca a non comprendere la verità. Anche se non avevo un’ottima levatura, sapevo comprendere le parole di Dio e avevo una certa conoscenza dell’indole corrotta che stavo rivelando. Ero anche in grado di attingere dalle parole di Dio per eliminare le difficoltà che altri avevano nel loro accesso alla vita, quindi la mia levatura non era così scarsa da non essere in grado di svolgere il mio dovere. Quando mi sono resa conto di queste cose, in qualche modo la mia mentalità è cambiata e riuscivo a svolgere il mio dovere normalmente.
Successivamente, ho letto due passaggi delle parole di Dio che descrivevano molto bene il mio stato. Dio Onnipotente dice: “Vi sono individui che da bambini avevano un aspetto ordinario, si esprimevano male e non erano molto acuti; di conseguenza gli altri, in famiglia e nell’ambiente sociale, emettevano su di loro giudizi piuttosto negativi, dicendo cose come: ‘Questo bambino è ottuso, lento e parla male. Guarda i figli degli altri, che parlano tanto bene da incantare chi hanno intorno, mentre questo bambino tiene continuamente il broncio. Quando incontra qualcuno non sa cosa dire, non sa come spiegarsi o giustificarsi dopo aver fatto qualcosa di sbagliato e non sa intrattenere la gente. È un idiota’. Lo dicono i genitori, lo dicono i parenti e gli amici, e lo dicono anche gli insegnanti. Questo ambiente esercita una certa pressione invisibile su questi individui. Attraverso l’esperienza di tali ambienti, essi sviluppano senza rendersene conto un certo tipo di mentalità. Quale? Pensano di non essere attraenti, di non risultare molto graditi e che agli altri non faccia mai piacere vederli. Credono di non essere portati per lo studio, di essere lenti, e si sentono sempre in imbarazzo ad aprire la bocca e a parlare davanti agli altri. Si vergognano troppo per ringraziare quando gli altri danno loro qualcosa, pensando tra sé e sé: ‘Perché sono sempre così impacciato nell’esprimermi? Perché gli altri parlano così bene? Sono solo uno stupido!’ […] Se qualcuno cresce in un ambiente del genere, questa mentalità di inferiorità prende gradualmente il sopravvento. Si trasforma in una sorta di emozione persistente che ti si aggroviglia al cuore e ti riempie la mente. Indipendentemente dal fatto che tu sia già cresciuto, che sia uscito nel mondo, che ti sia sposato e che ti sia affermato nella carriera e indipendentemente dal tuo prestigio sociale, questo sentimento di inferiorità seminato nell’ambiente in cui sei cresciuto è impossibile da estirpare. Anche dopo aver iniziato a credere in Dio ed esserti unito alla chiesa, continui a credere di avere un aspetto mediocre, di possedere una scarsa levatura intellettuale, di esprimerti male e di non saper fare nulla. Pensi: ‘Mi limiterò a fare quello che posso. Non ho bisogno di aspirare a essere un leader né di perseguire verità profonde; mi accontenterò di essere il meno importante e lascerò che gli altri mi trattino come preferiscono’” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (1)”). “Quando l’emozione d’inferiorità è profondamente radicata nel tuo cuore, non solo ha un effetto profondo su di te, ma domina anche il modo in cui valuti persone e cose, nonché quello in cui ti comporti e agisci. Quindi, come considerano le persone e le cose coloro che sono dominati dall’emozione d’inferiorità? Si considerano peggiori degli altri, addirittura peggiori degli anticristi. Anche se gli anticristi possiedono un’indole malvagia e scarsa umanità, li considerano comunque persone da emulare e modelli da cui imparare. Addirittura pensano tra sé e sé: ‘Guarda, anche se hanno un’indole cattiva e un’umanità malvagia, possiedono dei doni e sono più abili di me nel lavoro. Riescono a mostrare con disinvoltura le loro capacità davanti agli altri e a parlare di fronte a tante persone senza arrossire né avere il batticuore. Hanno davvero fegato. Non posso essere alla loro altezza. Non ho abbastanza coraggio’. Cosa ha portato a questo? Va detto che uno dei motivi è il fatto che la tua emozione d’inferiorità ha influenzato il tuo giudizio sull’essenza delle persone, così come la tua prospettiva e il tuo punto di vista nel valutare gli altri. Non è così? (Sì.) Come influisce la tua emozione d’inferiorità sul modo in cui ti comporti? Dici a te stesso: ‘Sono nato stupido, senza doni né punti di forza, e sono lento nell’apprendimento in tutto e per tutto. Guarda quella persona: anche se a volte causa intralcio e disturbo e agisce in modo arbitrario e sconsiderato, almeno possiede doni e punti di forza. In qualsiasi situazione, è questo il tipo di persona di cui la gente vuole servirsi, mentre io non lo sono’. Ogni volta che succede qualcosa, la prima cosa che fai è emettere un verdetto su di te e chiuderti in te stesso. Di qualunque questione si tratti ti ritrai, eviti di prendere iniziative e hai paura di assumerti responsabilità. Ti dici: ‘Sono nato stupido. Dovunque vada, non piaccio a nessuno. Non posso espormi, non devo mostrare le mie insignificanti abilità. Se qualcuno mi raccomanda, questo dimostra che valgo qualcosa. Ma se nessuno mi raccomanda, allora è meglio che non prenda l’iniziativa di dire che posso assumermi il lavoro e svolgerlo bene. Se non sono sicuro di me stesso, non posso dire di esserlo: e se combinassi un pasticcio, cosa farei in quel caso? E se venissi potato? Mi vergognerei tantissimo! Non sarebbe umiliante? Non posso permettere che mi succeda’. Vedi? Il tuo comportamento non è forse stato influenzato? In una certa misura, il tuo atteggiamento nei confronti di come ti comporti è influenzato e controllato dalla tua emozione d’inferiorità. In una certa misura, può definirsi una conseguenza della tua emozione d’inferiorità” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (1)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che Egli ci comprende veramente. Ciò che ha esposto corrisponde esattamente al mio modo di pensare. Riflettendoci bene, l’importanza che davo al non perdere la faccia non era l’unico motivo per cui ero sconfortata, ma c’era un’altra ragione. A causa dell’influenza delle persone e delle cose che mi circondavano, avevo sviluppato dei sentimenti di inferiorità, non riuscivo più a vedermi correttamente, e sentivo sempre che niente di ciò che facevo andasse bene, quindi ero eccessivamente prudente, repressa, e frenata in ogni cosa che facevo. Ho ripensato a quando da piccola non mi piaceva parlare, e a come spesso venivo disprezzata e chiamata insulsa o stupida dagli adulti. In realtà, io avevo le mie opinioni, anche se a quel tempo non le esprimevo a voce; semplicemente non parlavo per paura di perdere la faccia. Non osavo dire nulla a scuola non perché non capivo, ma perché sentivo di esprimermi male, il che mi rendeva troppo spaventata per parlare. Quando leggevo le parole di Dio alle riunioni, ero in grado di ottenere una certa illuminazione, ma quando pensavo alla mia mancanza di eloquenza, non osavo condividere. Inoltre, quando ho visto che Zhang Tong non si atteneva ai principi nello scegliere e impiegare le persone, volevo farglielo notare, ma quando ho pensato a quanto buona fosse la sua levatura, e a quanto niente di ciò che facevo andasse bene, ho semplicemente respinto le mie stesse idee, senza cercare, discutere o approfondire le cose, e conseguentemente il lavoro ha subito delle perdite. Stavo vivendo con un complesso di inferiorità e avevo un atteggiamento passivo e negativo verso ogni cosa. Non giudicavo me stessa o gli altri secondo le parole di Dio, ma solo secondo i miei punti di vista. I miei sentimenti di inferiorità dominavano il mio modo di vedere le cose e le persone, e influenzavano il mio giudizio e il mio cammino di perseguimento. Questi sentimenti di inferiorità mi avevano gravemente danneggiata. Subito dopo, ho letto altre parole di Dio: “Questa tua emozione non solo è negativa; per essere più precisi, in realtà è in contrasto con Dio e con la verità. Potresti pensare che sia un’emozione che rientra nella normale umanità, ma agli occhi di Dio non si tratta di una semplice questione di emozioni, bensì di un metodo per opporsi a Lui. È un metodo caratterizzato dalle emozioni negative che le persone usano per opporsi a Dio, alle Sue parole e alla verità” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (1)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho compreso la gravità del provare sentimenti di inferiorità e i danni causati da essi, e il fatto che per una persona non sono meno dannosi di un’indole corrotta. Vivere con un tale complesso di inferiorità è in diretta opposizione con Dio e la verità, e se questo complesso non viene eliminato, le possibilità di salvezza di una persona sono rovinate. Sin da piccola sono stata imprigionata da questi sentimenti di inferiorità, e ho sempre pensato che nulla di ciò che facevo andasse bene. Soprattutto quando mi trovavo con persone di buona levatura, vedevo ancora di più le mie mancanze, mi sentivo repressa e sofferente, e incolpavo Dio per non avermi dato una buona levatura o una buona intelligenza. Non ero soddisfatta della sovranità e delle disposizioni di Dio e rifiutavo di accettarle, il che essenzialmente vuol dire sfidare Dio! Come potevo non essere eliminata se avessi continuato così? Solo quando mi sono resa conto di queste cose, finalmente ho capito che vivere con un complesso di inferiorità era troppo pericoloso, che non potevo continuare così, e che dovevo liberarmi di questi sentimenti.
In seguito, ho letto ancora le parole di Dio: “Come puoi valutare e conoscere accuratamente te stesso e affrancarti dalla tua emozione d’inferiorità? Dovresti assumere le parole di Dio come base per acquisire conoscenza di te stesso, imparare a conoscere la tua umanità, la tua levatura e il tuo talento e quali punti di forza possiedi. Per esempio, supponiamo che un tempo ti piacesse cantare e che fossi bravo, ma che alcune persone continuassero a criticarti e a sminuirti, dicendo che eri privo di orecchio e stonato, motivo per cui ora sei convinto di non saper cantare bene e non osi più farlo davanti agli altri. Dato che quella gente mondana, quelle persone confuse e mediocri hanno espresso valutazioni e giudizi inesatti su di te, i diritti che la tua umanità merita sono stati limitati e il tuo talento soffocato. Di conseguenza non hai nemmeno il coraggio di intonare una canzone, e lo trovi solamente per lasciarti andare e cantare ad alta voce quando non c’è nessuno e sei da solo. Poiché di solito ti senti così terribilmente oppresso, in presenza altrui non osi cantare; hai il coraggio di farlo solo quando sei solo, ti godi il momento in cui puoi cantare con voce forte e squillante, e che momento meraviglioso e liberatorio è! Non è così? A causa del male che le persone ti hanno fatto, non sai o non riesci a vedere con chiarezza che cosa sei in grado di fare, in che cosa sei bravo e in che cosa no. In questo tipo di situazione, devi formulare una valutazione accurata e giudicare te stesso correttamente sulla base delle parole di Dio. Dovresti stabilire ciò che hai imparato e quali sono i tuoi punti di forza, e lasciarti andare a fare tutto ciò di cui sei capace; per quanto riguarda ciò che non sai fare, le tue manchevolezze e le tue carenze, dovresti rifletterci su e acquisirne consapevolezza, nonché valutare accuratamente e capire che levatura possiedi, e se è buona o cattiva. Se non riesci a comprendere o a conoscere chiaramente i tuoi problemi, chiedi a quelli intorno a te in possesso di comprensione di formulare una valutazione sul tuo conto. Indipendentemente dal fatto che ciò che dicono sia accurato oppure no, almeno ti darà qualcosa da considerare e a cui fare riferimento, e ti permetterà di ottenere un giudizio o una classificazione basilare di te stesso. Potrai così risolvere il problema essenziale delle emozioni negative come l’inferiorità e liberartene in maniera graduale. Questa emozione d’inferiorità è facile da eliminare se si riesce a discernerla, ad acquisirne consapevolezza e a ricercare la verità” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (1)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho trovato il modo per abbandonare questi sentimenti di inferiorità. Dovevo usare le parole di Dio per comprendere e valutare me stessa, e potevo chiedere di farlo anche a persone che mi conoscevano bene. Così ho pregato Dio: “Dio! Ora so quanto è pericoloso vivere con un complesso di inferiorità. Voglio liberarmi di questi sentimenti, quindi ti prego di aiutarmi”. In seguito, ho chiesto ai miei collaboratori di valutarmi. Loro hanno detto: “Vedendo come riesci a comprendere puramente le parole di Dio, e come sai condividere sulle Sue parole rispetto alle tue corruzioni e al tuo stato, e come aiuti gli altri a eliminare i loro problemi reali, non sei così incapace come dici. Anche se non hai un’ottima levatura, finché cerchi di mettere il cuore nelle cose che fai, puoi svolgere un lavoro effettivo”. L’aver udito queste cose dai miei fratelli e sorelle mi ha fatto sentire un po’ più tranquilla, e ho pensato: “Anche se non sono brava ad esprimermi come alcuni degli altri, quando condivido tutti riescono a capirmi. Non devo sentirmi frenata. Devo solo condividere il più possibile. Non devo pensare solamente a come farmi ammirare dagli altri; ma devo concentrarmi su come condividere in modo pratico per eliminare i problemi e portare benefici ai fratelli e alle sorelle. Inoltre, anche se ho una scarsa levatura, praticando di più posso compensare le mie mancanze e migliorarla. Non dovrei mettermi a confronto con gli altri o essere negativa e sminuirmi. Devo cercare l’accesso con un atteggiamento positivo”. Dopo essermi resa conto di ciò, sono stata capace di trattare correttamente me stessa e l’atteggiamento che avevo nello svolgere il mio dovere è migliorato molto.
Di recente, sono di nuovo stata scelta come predicatrice. Non me l’aspettavo, e temevo di non essere in grado di farlo. Poi mi sono ricordata che le parole di Dio dicono: “Dovresti assumere le parole di Dio come base per acquisire conoscenza di te stesso, imparare a conoscere la tua umanità, la tua levatura e il tuo talento e quali punti di forza possiedi” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (1)”). Devo valutare le cose secondo le parole di Dio. Il motivo per cui in precedenza non avevo svolto bene questo dovere non era solo la mia mancanza di levatura. Piuttosto, era perché vivevo con un complesso di inferiorità, non mettendo il cuore per collaborare e incapace di ottenere l’opera dello Spirito Santo. Non potevo continuare a vivere con questi sentimenti di inferiorità, pensando solo a salvare la faccia e al prestigio. Dato che i fratelli e le sorelle mi avevano scelta, dovevo fare del mio meglio per collaborare, e se c’erano delle cose che non capivo, dovevo affidarmi di più a Dio e cercare l’aiuto degli altri. Con questa mentalità, mi sono sentita molto più libera e rilassata. Poco dopo, una sorella che era responsabile del lavoro del Vangelo è venuta a controllare il nostro operato. Avevo notato che era molto capace nel suo lavoro e nel condividere sulla verità, e lei ha evidenziato molte deviazioni e sviste nel nostro lavoro. Temevo dicesse che io fossi un’incompetente, ma subito mi sono resa conto che stavo nuovamente pensando a salvarmi la faccia e il prestigio, così ho pregato Dio di sapermi ribellare a me stessa, e ho deciso di imparare di più da questa sorella e di far fronte alle mie mancanze. Successivamente, mentre si discuteva di lavoro, non mi trattenevo quando dovevo esprimere il mio punto di vista, e dopo aver comunicato con lei, ho ottenuto dei cammini di pratica. Grazie alla guida delle parole di Dio, sono sfuggita alle catene del mio complesso di inferiorità.