47. Riflessioni sulla brama di prestigio
È successo nel 2019, quando sono stato nominato leader della chiesa. All’epoca, principalmente supervisionavo la produzione video. Imparando da un paio di capigruppo, gradualmente ho afferrato alcuni princìpi della produzione e ho sviluppato una mia prospettiva. Durante le discussioni, alcune mie idee raccoglievano l’approvazione di tutti. Man mano che i video che producevamo miglioravano, fratelli e sorelle di altre chiese venivano a imparare da noi. Ho provato un grande senso di realizzazione, e mi sono detto: “Non solo so gestire il lavoro della chiesa, ma anche individuare i problemi della produzione video. Se qualcosa lascia perplessi i membri della chiesa, spesso chiedono consiglio a me. Nel complesso, penso di essere un leader qualificato”.
In seguito, il mio collaboratore non era in grado di gestire il lavoro ed è stato riassegnato, e sorella Lisa è diventata la mia nuova collaboratrice. Ho iniziato a fare dei calcoli: Lisa forniva comunioni più illuminanti delle mie, ma io lavoravo alla produzione video da più tempo e avevo più esperienza. Lei non eguagliava le mie capacità e aveva un approccio un po’ rilassato nel parlare e nell’agire. Nel complesso, ero comunque superiore io e restavo io la guida principale del nostro lavoro. Tuttavia, man mano che acquisiva familiarità con il lavoro della chiesa, Lisa è diventata più efficiente nella comunione e nella risoluzione dei problemi. I fratelli e le sorelle hanno cominciato a rivolgersi a lei per tutte le loro domande e io non ero più l’unico a distinguersi nella chiesa. Quando ho visto che Lisa era diligente e responsabile nel suo lavoro e forniva una comunione più concreta sulle parole di Dio rispetto a me, inconsapevolmente ho iniziato a sentirmi minacciato. Soprattutto, quando ho notato che i capigruppo spesso approvavano le sue idee, la mia invidia è cresciuta ancora di più. Avanti di quel passo, prima o poi mi avrebbe rubato le luci della ribalta e io sarei diventato sempre più insignificante. Non poteva accadere, mi sono detto. Dovevo trovare un modo per superarla.
Da allora, quando discutevamo di lavoro con i capisquadra, facevo in modo di condividere le mie idee per primo. Una volta, mentre stavamo discutendo di un problema con un video, ho detto la mia, ma secondo gli altri la questione non riguardava i princìpi e così hanno respinto la mia idea e cambiato argomento. Mi sono sentito un po’ umiliato. La mia idea era valida: perché non riuscivo a far capire il mio punto di vista? Mi sono bloccato nel momento più cruciale. Ho dimostrato di non essere al livello di Lisa, dandomi la zappa sui piedi. Quando Lisa ha fornito la sua comunione, ho sentito di aver perso completamente la faccia e sono diventato ancora più invidioso. Una volta, dopo una discussione, un capogruppo è venuto da me in privato e mi ha detto: “Mi sembri un po’ agitato in questi giorni. Ti affretti sempre a prendere la parola per primo prima di capire cosa si sta discutendo, e questo sta intralciando le nostre decisioni. Poi dobbiamo spiegarti tutto da capo e ciò ritarda il nostro lavoro. Devi rifletterci su”. Mi sono sentito incredibilmente scoraggiato. In passato, nelle discussioni con i capigruppo, la maggior parte delle mie idee veniva approvata. Ma da quando era arrivata Lisa avevo gradualmente perso prestigio agli occhi degli altri, nessuno si preoccupava di ciò che avevo da dire e intralciavo persino il lavoro della chiesa. Come potevo mostrare di nuovo la faccia? Non solo non riflettevo, ma davo tutta la colpa a Lisa. Per diversi giorni sono stato scontroso, mi sono sentito via via più depresso e sono diventato sempre meno efficiente nel lavoro. Una volta, una leader superiore è venuta a dirmi che il lavoro che supervisionavo sarebbe stato in parte riassegnato a Lisa. Ero contrariato, ma non ho detto nulla. Ho pensato: “Dopo questa riassegnazione, Lisa chiaramente supervisionerà la maggior parte del lavoro della chiesa e io sarò un’assistente. Gli altri penseranno che il lavoro sia stato riassegnato perché io non so gestirlo? Prima presiedevo e partecipavo a tutto il lavoro della chiesa, ma ora Lisa mi ha completamente rubato la scena. Finché ci sarà lei, continuerò a essere messo da parte”. Più ci pensavo, più mi sentivo male, e sono uscito dall’ufficio con il cuore pesante. Tornato al dormitorio, mi sono sdraiato sul letto, incapace di accettare quella nuova realtà. Lisa non aveva levatura e capacità lavorative migliori delle mie. Anche io supervisionavo il lavoro video da molto tempo e avevo esperienza: perché lei mi superava? Non potevo essere surclassato in quel modo. Dovevo riconquistare la mia reputazione e il mio prestigio a tutti i costi! Da allora in poi, aspettavo che Lisa commettesse un errore così da poter riguadagnare la mia posizione. Una volta, Lisa non mi ha contattato quando è andata a discutere del lavoro con i capigruppo e il lavoro è stato avviato a mia insaputa. Ho colto l’occasione per sferrare un attacco passivo-aggressivo al suo comportamento arbitrario, sfogando tutto il mio malcontento represso. Ho detto che ero una semplice comparsa e che non avevo più voce in capitolo sul lavoro dei capigruppi. Mentre parlavo, Lisa è visibilmente arrossita. Nonostante avessi sfruttato l’opportunità per sfogarmi, interiormente mi sentivo ancora molto cupo e depresso. In quel periodo, la nostra leader ha avviato un progetto ma, per diversi motivi, i progressi sono stati scarsi. In realtà avevo molto tempo per aiutare in quel progetto, ma pensavo: “Il supervisore principale di questo progetto è Lisa; quindi, anche se viene svolto bene, io non avrò alcun merito. Tanto vale che lo lasci fare a lei. Sarebbe addirittura meglio se fallisse, così gli altri perderanno il rispetto per lei”. In quel periodo, non facevo che competere per la reputazione e il guadagno personale. Non mi assumevo alcun fardello per il lavoro della chiesa e mi limitavo a sbrigarmela. Non riuscivo nemmeno a risolvere i problemi nel lavoro, e se ne accumulavano sempre di più. Di fronte a ciò, non riflettevo su me stesso e non facevo che esasperarmi sempre di più. Spesso mi fissavo sui difetti degli altri e mi sfogavo su di loro, intralciando il lavoro. Quando la leader superiore l’ha appurato, ha condiviso con me e ha smascherato il mio problema. Ma dentro di me protestavo: “Non sono l’unico responsabile del fatto che il lavoro non sia produttivo. Perché solo io?” Allora non avevo alcuna consapevolezza di me stesso e davo tutta la colpa a Lisa, e anche ai capigruppo per non aver agito secondo i princìpi. Poiché rifiutavo le ripetute comunioni della leader e non svolgevo un lavoro concreto, lei mi ha destituito. Dopo la mia rimozione, mi sono sentito svuotato dentro, angosciato e scoraggiato. Così ho pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi a imparare da quella situazione.
In seguito, ho letto due passi delle Sue parole che mi hanno fornito una certa consapevolezza di me stesso. Dio Onnipotente dice: “E qual è il motto caratteristico dell’anticristo in qualsiasi gruppo? È questo: ‘Devo competere! Competere! Competere!’. In realtà, individui del genere non vogliono necessariamente acquisire il prestigio più elevato o avere un alto grado di controllo sulle persone; è solo che, dentro di sé, hanno una certa indole, una certa mentalità che impone loro di fare così. Qual è questa mentalità? È ‘Devo competere! Competere! Competere!’. Perché tre ‘competere’, perché non uno solo? (La competizione è diventata la loro vita, è ciò di cui vivono.) Questa è la loro indole. Sono nati con un’indole oltremodo arrogante e difficile da contenere. Si considerano secondi a nessuno e sono estremamente presuntuosi. Nessuno sa porre freno a questa loro indole incredibilmente arrogante; essi stessi non sanno controllarla. Dunque la loro vita è tutto un lottare e competere. Per cosa lottano e competono? Naturalmente, competono per la fama, il prestigio, la considerazione e i loro interessi. Non importa quali metodi debbano usare; purché ognuno si sottometta a loro, ed essi ottengano benefici e prestigio per sé stessi, hanno raggiunto il loro obiettivo. La loro voglia di competere non è uno svago passeggero; è un tipo di indole che deriva da una natura satanica. È come l’indole del gran dragone rosso che combatte con il Cielo, combatte con la terra e combatte con la gente. Ora, quando combattono e competono con gli altri nella chiesa, cosa vogliono gli anticristi? Senz’ombra di dubbio, competono per la fama e il prestigio. Ma se acquisiscono prestigio, cosa se ne fanno? Che vantaggio ne hanno, se gli altri li ascoltano, ammirano e adorano? Neanche gli stessi anticristi sanno spiegarlo. In realtà, a loro piace godersi la fama e il prestigio, suscitare sorrisi in tutti ed essere salutati con lusinghe e ossequi. Così, ogni volta che vanno in una chiesa, fanno una cosa sola: combattere e competere con gli altri. Non si fermano nemmeno quando acquisiscono potere e prestigio. Per proteggere il loro prestigio e garantire il loro potere, continuano a combattere e competere con gli altri. Lo faranno fino alla morte. Dunque, la filosofia degli anticristi è ‘Finché sei vivo, non smettere di combattere’. Se all’interno di una chiesa esiste una persona malvagia di quel genere, disturberà i fratelli e le sorelle? Per esempio, se ciascuno si nutre delle parole di Dio e condivide sulla verità tranquillamente, l’atmosfera sarà pacifica e lo stato d’animo piacevole. In queste circostanze, un anticristo andrà su tutte le furie. Diventerà invidioso di coloro che condividono sulla verità e li odierà. Inizierà ad attaccarli e a formulare giudizi nei loro confronti. Questo non turberà l’atmosfera pacifica? Costui è una persona malvagia venuta per disturbare e disgustare gli altri. Così sono gli anticristi. A volte, non cercano di distruggere o sconfiggere le persone con le quali competono e che reprimono; purché acquisiscano fama, prestigio, orgoglio e rispetto e inducano gli altri ad ammirarli, hanno raggiunto il loro obiettivo” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte terza”). “Più lotti, più le tenebre ti circonderanno, e maggiore sarà l’invidia e l’odio che proverai, e il tuo desiderio di ottenere non potrà che crescere. Più forte è questo tuo desiderio, meno ci riuscirai, e poiché non puoi ottenere, il tuo odio aumenterà. All’aumentare del tuo odio, crescerà l’oscurità nel tuo animo. Più sarai tenebroso interiormente, peggio svolgerai il tuo dovere; peggio svolgerai il tuo dovere, meno utile diventerai per la casa di Dio. Questo è un circolo vizioso concatenato. Se non riesci mai ad assolvere bene al tuo dovere, allora verrai gradualmente estromesso” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo eliminando la propria indole corrotta”). Ripensando alle parole di Dio, ho capito che la mia competizione per la reputazione e il guadagno era proprio come l’indole da anticristo rivelata da Dio. Da quando ho visto che Lisa otteneva risultati migliori dei miei e si era guadagnata il rispetto dei fratelli e delle sorelle, ribolliva dentro di me un silenzioso impulso a dimostrare che lei non era migliore di me, che non mi superava. Riuscivo a pensare solo a come poter ribaltare la situazione. Quando si parlava di lavoro, mi intromettevo per esprimere il mio punto di vista: volevo solo distinguermi e surclassare Lisa, senza pensare minimamente all’impatto che ciò avrebbe avuto sul nostro lavoro. E quando la leader superiore ha riassegnato parte del mio lavoro a Lisa, sono diventato ancora più invidioso, al pensiero che lei mi avesse rubato le luci della ribalta. A quel punto, sono emerse le mie intenzioni maligne: ho iniziato a cercare opportunità per approfittare delle deviazioni e delle sviste di Lisa e sfogare le mie frustrazioni così da raggiungere i miei obiettivi, indipendentemente dal danno che le arrecavo. Quando un certo progetto ristagnava, nonostante vedessi chiaramente quali fossero i problemi e avessi il tempo per aiutare, non mi andava di preoccuparmene, sapendo che era Lisa il supervisore. Speravo addirittura che fallisse e perdesse la faccia. Ho capito che bramavo troppo la reputazione e il prestigio, ero ostile e non stavo affatto proteggendo il lavoro della chiesa. Competevo per la reputazione e il guadagno, cercando sempre di superare gli altri e trascurando del tutto il mio dovere. Il lavoro che supervisionavo si era praticamente fermato e io ero precipitato nell’oscurità. Quel “competere” mi aveva spinto in un circolo vizioso. Proprio come dice Dio: “Se non riesci mai ad assolvere bene al tuo dovere, allora verrai gradualmente estromesso”. Ho gettato nel caos il lavoro della chiesa e non ho nemmeno pensato di riflettere su me stesso. Se avessi continuato così, chissà quale tipo di intralcio sarei stato in grado di creare… Nel peggiore dei casi, potevo addirittura essere scacciato. Per fortuna sono stato rimosso prima che mi abbassassi a compiere il male. Dio mi ha dato la possibilità di riflettere su me stesso, di conoscermi e di affrontare il mio desiderio di reputazione e di prestigio. Ho capito che si trattava della salvezza e della protezione che Dio mi donava. Ho reso grazie a Dio e il mio stato è notevolmente migliorato. Ho fatto voto personale di compiere il mio dovere concretamente e di smettere di competere per la reputazione e i guadagni.
In seguito, ho svolto il mio dovere con più umiltà. Anche quando mi veniva assegnato del lavoro generale e dovevo eseguire qualche mansione anonima o dei lavoretti, ero disposto a sottomettermi, sapendo che, poiché Dio mi aveva dato la possibilità di pentirmi, dovevo compiere il mio dovere in modo concreto. Poco tempo dopo, è stato avviato un nuovo progetto video e, con mia sorpresa, tutti hanno scelto me per produrlo. Ho fatto tesoro dell’opportunità e ho ricercato diligentemente i princìpi pertinenti. Dopo un po’, il video ha cominciato a prendere forma e, vedendo come stava venendo, mi sentivo abbastanza soddisfatto di me stesso. È riemerso il mio desiderio di fama e prestigio. Ho pensato: “Sarò anche stato rimosso dal ruolo di leader, ma chi ha talento prima o poi ha la sua occasione. Devo cogliere questa opportunità per mettere a frutto i miei punti di forza e dimostrare il mio talento”. Ho ragionato: “Lisa sarà pure più brava di me nel condividere sulla verità e risolvere i problemi, ma quando si tratta di competenze professionali il migliore sono io. Se mi impegno e produco bene questo video, tutti vedranno i miei miglioramenti e potrei essere scelto di nuovo come leader e superare Lisa”.
Un giorno, ho saputo che il lavoro procedeva a rilento e che la leader aveva potato delle persone a causa di video che violavano i princìpi. Sentendo questo, ho gioito delle loro sventure. “Vedi, il lavoro di produzione video non è migliorato da quando sono stato rimosso. Anzi, è peggiorato. Prima, sapevo individuare i problemi e fornire idee, quindi è meglio che non facciano progressi. Possono vedere che non soltanto io non eseguo bene il mio lavoro, ma neanche Lisa”. In seguito, ho saputo che di recente Lisa era in cattivo stato: le sue comunioni nelle riunioni non erano illuminanti e gli altri erano sommersi dai problemi ed erano diventati negativi. Ho pensato tra me e me: “Se continua così, magari emergerà un problema grave nella produzione video e Lisa verrà destituita. Forse allora sarò scelto come leader e potrò riprendere a supervisionare questo lavoro”. Così, ho continuato a lavorare al video, tenendomi intanto informato sulla situazione di Lisa. Mi ha deluso e depresso sapere che lei aveva tratto degli insegnamenti dal trattamento e dalla potatura subiti, che il suo stato era migliorato, e che i fratelli avevano afferrato alcuni princìpi grazie ai loro fallimenti e battute d’arresto e stavano ottenendo risultati migliori. In particolare, durante una riunione, Lisa ha condiviso su ciò che aveva guadagnato e sperimentato in quella situazione e ha ottenuto l’approvazione di tutti: questo ha aumentato ancor più il mio malcontento. Si sono fatti strada in me pensieri di invidia e di odio. Non potevo sperare di tornare alla mia posizione. Da allora, ho perso la motivazione e ho iniziato a lavorare al video molto distrattamente. Qualche giorno dopo, l’ho ultimato. Ma, con mia sorpresa, nel revisionarlo la mia leader ha rilevato un grave problema, ha incaricato qualcun altro di apportare le modifiche e non mi ha assegnato altri doveri. Sono stato preso del tutto alla sprovvista. Senza la produzione video, mi era stata tolta l’unica cosa in cui potevo mettermi in mostra. Mentre tutti gli altri fratelli e sorelle erano impegnati nei loro doveri, io non avevo nulla da fare e mi sentivo fuori posto. Stavo malissimo. Mi sentivo solo, depresso, addolorato e straziato dalla sofferenza. Ho pregato Dio in lacrime: “Amato Dio, so che dipende dalla Tua giustizia se mi trovo ad affrontare questa situazione. Dopo essere stato rimosso, non ho riflettuto veramente su me stesso né mi sono conosciuto, cercando invece un modo per riguadagnare la mia posizione e distinguermi. Sono stato maligno e arrogante e Ti ho disgustato. Ora non posso compiere alcun dovere e vivo nella chiesa da parassita. O Dio, non voglio più competere per la reputazione e il guadagno. Ti prego, illuminami e permettimi di acquisire una vera conoscenza di me, in modo che possa disprezzare e abbandonare me stesso e smettere di tornare alle mie vecchie abitudini”.
In seguito, mi sono imbattuto in un altro passo delle parole di Dio: “Gli anticristi considerano il loro prestigio e la loro reputazione più importanti di qualsiasi altra cosa. Non sono solamente subdoli, infidi e malvagi, ma anche estremamente maligni. Cosa fanno quando sentono messo a rischio il loro prestigio, o quando hanno perso il loro posto nel cuore delle persone, quando non sono più approvati e adorati, quando non vengono più venerati e ammirati e precipitano nel disonore? Cambiano improvvisamente. Non appena perdono il loro prestigio, perdono anche la volontà di svolgere qualsiasi dovere, fanno tutto senza alcuna cura, e non provano interesse verso nulla. Ma non è questa la manifestazione peggiore. Qual è la manifestazione peggiore? Non appena gli anticristi perdono il loro prestigio, e nessuno li ammira né si fa influenzare da loro, vengono fuori l’odio, l’invidia e la vendetta. Non solo non hanno timore di Dio, ma mancano anche della benché minima obbedienza. Nei loro cuori, inoltre, sono inclini a odiare la casa di Dio, la chiesa, e i leader e i lavoratori; desiderano che il lavoro della chiesa subisca intralci o arresti; vogliono deridere la chiesa e i fratelli e le sorelle. Inoltre odiano tutti coloro che perseguono la verità e temono Dio. Attaccano e scherniscono chiunque compia il proprio dovere con lealtà e sia disposto a pagare un prezzo. Tale è l’indole degli anticristi; e non è forse un’indole violenta? È evidente che sono delle persone malvagie; gli anticristi sono malvagi nell’essenza. Perfino quando le riunioni si tengono online, se vedono che il segnale è buono, nella loro mente imprecano e dicono a sé stessi: ‘Spero che il segnale cada! Spero che il segnale cada! È meglio che nessuno ascolti i sermoni!’ Cosa sono queste persone? (Diavoli.) Sono diavoli! Sicuramente non sono il popolo della casa di Dio” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte seconda”). Dio smaschera la malignità della natura degli anticristi. Non appena perdono il loro prestigio e il sostegno degli altri, essi non solo iniziano a sbrigarsela nei loro doveri, ma diventano anche odiosi, invidiosi e vendicativi, e desiderano che sorgano dei problemi nel lavoro della chiesa per poter ridere delle disgrazie della casa di Dio e degli altri. Ho visto che i miei comportamenti erano proprio come quelli rivelati da Dio. Dopo essere stato destituito e aver perso il mio prestigio, sono diventato invidioso e vendicativo. Quando ho saputo che erano emersi dei problemi nel lavoro che Lisa stava supervisionando e che lei era stata trattata, ne ho segretamente gioito, e non vedevo l’ora che sorgesse un problema serio che portasse alla sua rimozione in modo da poterla sostituire. Quando ho saputo che lo stato di Lisa era migliorato, che gli altri avevano imparato qualcosa e che il lavoro della chiesa si era rimesso in carreggiata, mi sono depresso. Mi stavo comportando proprio come un anticristo. Solo gli anticristi e il diavolo Satana odiano Dio e la verità, e sperano che il lavoro della chiesa si arresti, che tutti diventino negativi e perdano la salvezza di Dio, e che alla fine precipitino all’inferno con loro. Nonostante fossi un membro della chiesa che aveva ricevuto così tanto nutrimento dalle parole di Dio, perseguivo la reputazione e il prestigio invece della verità, intralciavo il lavoro della chiesa e non me ne pentivo. E poiché la mia brama di prestigio non era stata soddisfatta, speravo che sorgessero problemi nel lavoro della chiesa, così Lisa non sarebbe apparsa migliore di me. Erano pensieri velenosi e spregevoli. I membri della casa di Dio dovrebbero essere in armonia con Dio. Essi provano gioia nel vedere più persone che ricercano la verità, svolgono bene il loro dovere e considerano la volontà di Dio. Quando il lavoro della chiesa viene ostacolato, prendono posizione per tutelarlo. Io, invece, ho visto emergere dei problemi nella produzione video e gli altri diventare passivi, ma non li ho aiutati a risolvere i loro problemi e, anzi, ridevo delle loro sventure. Quando le loro condizioni sono migliorate e la produzione video ha iniziato a ingranare, ho provato malcontento. I miei pensieri erano davvero velenosi. Non stavo affatto proteggendo il lavoro della chiesa e non ero degno della casa di Dio. Quanto ero spudorato a pensare di dover essere eletto leader?
In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio che mi ha aiutato a capire la mia indole satanica: Dio Onnipotente dice: “Che nessuno si consideri perfetto, o insigne e nobile, o diverso dagli altri; tutto ciò è provocato dall’indole arrogante e dall’ignoranza dell’uomo. Credersi sempre speciali: ciò è causato da un’indole arrogante. Non essere mai in grado di accettare i propri difetti e di affrontare i propri errori e fallimenti: ciò è causato da un’indole arrogante. Impedire sempre agli altri di essere più nobili o migliori: ciò è causato da un’indole arrogante. Impedire sempre agli altri di essere superiori o più forti: ciò è causato da un’indole arrogante. Impedire sempre agli altri di avere pensieri, suggerimenti e idee migliori e, quando li hanno, diventare negativi, evitare di parlare, sentirsi angosciati e abbattuti, e arrabbiarsi: tutto ciò è causato da un’indole arrogante. Quest’ultima può spingerti a proteggere la tua reputazione, rendendoti incapace di accettare la guida degli altri, di affrontare i tuoi difetti e di rassegnarti ai tuoi fallimenti ed errori. Per di più, quando qualcuno è migliore di te, ciò può suscitare odio e invidia nel tuo cuore, ed è possibile che tu ti senta frenato, al punto di non aver voglia di compiere il tuo dovere e di diventare negligente nel suo svolgimento. Un’indole arrogante può causare in te la comparsa di questi comportamenti e pratiche” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “I principi che devono guidare il proprio comportamento”). Ho riflettuto su me stesso alla luce delle parole di Dio: il motivo per cui cercavo sempre di competere con Lisa era che non avevo un’autentica comprensione della mia indole arrogante e non sapevo chi ero veramente. Mi ero sempre reputato competente e ricco di esperienza. Ne ero orgoglioso e mi sentivo migliore di Lisa in quegli ambiti. Pensavo che quelle qualifiche fossero sufficienti per svolgere bene il lavoro; così, quando Lisa ha ottenuto risultati migliori di me nel suo dovere e la leader superiore le ha riassegnato alcuni dei miei, mi sono infuriato, pensando che non fosse migliore di me. Volevo persino riguadagnare la mia posizione dopo essere stato destituito. Ripensandoci, mi sono reso conto che avevo solo un po’ più di dimestichezza e di esperienza nel lavoro e potevo dare dei consigli sulla produzione video, ma questo non significava che fossi tagliato per essere un leader. Il lavoro principale di un leader è quello di guidare gli altri a nutrirsi delle parole di Dio e a entrare nella verità, e di risolvere tutti i problemi che emergono nella chiesa per garantire il normale flusso del lavoro della chiesa. Io invece, come leader, non risolvevo le questioni concrete. Quando i capigruppo erano in disaccordo, litigavano spesso e nessuno voleva cedere, non sapevo come condividere sulla verità per risolvere il problema e ristabilire l’armonia. Inoltre, quando alcuni fratelli e sorelle diventavano passivi e avevano bisogno del sostegno della comunione sulle parole di Dio, la mia esperienza era carente e le mie condivisioni superficiali, e non risolvevo i loro problemi. Non ero all’altezza di tutti gli aspetti del lavoro della chiesa. Lisa poteva anche avere qualche carenza nelle sue capacità lavorative, ma era in grado di risolvere tutti i tipi di difficoltà che emergevano nel lavoro della chiesa. La leader superiore ha riassegnato parte del lavoro a lei per il bene della chiesa, ma io ero troppo arrogante e non avevo contezza delle mie capacità. Chiaramente non ero all’altezza di Lisa, ma continuavo a pensare di esserlo e non volevo cedere, competendo di continuo. Ero così irragionevolmente arrogante! Poi, ho letto questo passo delle parole di Dio: “A Dio nulla risulta più detestabile della ricerca di prestigio, perché è un’indole satanica, è un cammino errato, nasce dalla corruzione da parte di Satana, è qualcosa che Dio condanna, ed è esattamente ciò che Dio giudica e purifica. A Dio nulla risulta più disgustoso della ricerca di prestigio, eppure tu continui a competere ostinatamente per il prestigio, lo prediligi e lo difendi costantemente, e vuoi sempre conquistarlo. Per natura, tutto ciò non è forse avversione nei confronti di Dio? Il prestigio non è decretato da Dio per gli esseri umani; Dio agli esseri umani offre la verità, la via e la vita e in definitiva li rende creature di Dio accettabili, creature di Dio piccole e insignificanti, non esseri dotati di fama e prestigio e adorati da migliaia di persone. E così, da qualunque punto di vista la si osservi, la ricerca di prestigio è un vicolo cieco. Per quanto sia ragionevole il tuo pretesto per ricercare prestigio, questo cammino è comunque sbagliato e non è lodato da Dio. Per quanto tu ti sforzi o per quanto grande sia il prezzo che paghi, se desideri prestigio Dio non te lo concederà; se non è concesso da Dio, non riuscirai a ottenerlo lottando, e se continui a lottare vi sarà un unico esito: sarai smascherato e scacciato, e questo è un vicolo cieco” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte terza”). Dopo averlo letto, ero inorridito dalle mie azioni, soprattutto per via della parte che diceva: “Se desideri prestigio Dio non te lo concederà; se non è concesso da Dio, non riuscirai a ottenerlo lottando, e se continui a lottare vi sarà un unico esito: sarai smascherato e scacciato, e questo è un vicolo cieco”. Attraverso le parole di Dio, ho visto come l’indole giusta di Dio non tolleri offesa. La chiesa mi aveva dato l’opportunità di compiere quel dovere, in modo che imparassi a ricercare la verità nel mio dovere e alla fine diventassi un essere creato degno di questo nome. Io, invece, non facevo che competere per il prestigio. Non stavo forse andando intenzionalmente contro le richieste di Dio? Non c’è nulla che Dio disprezzi di più. Nonostante svolgessi quel dovere nella chiesa da molto, quando mi veniva assegnato un video non riuscivo a farlo bene. Quando realizzavamo buoni video mentre io ero leader, era tutto merito della guida dello Spirito Santo e degli sforzi del nostro gruppo, non del mio contributo. Ma io mi fregiavo di questi risultati come di una corona sulla testa e, non volendo permettere a nessuno di rubarmi la gloria, non facevo che competere per la reputazione e precipitare il lavoro della chiesa nel caos. Tutto ciò che facevo era malvagio e avverso a Dio, e Lui ne era disgustato. In quel momento, ho ripensato a una sorella con cui avevo collaborato un anno prima. Aveva un forte desiderio di prestigio e reputazione e si aggrappava alla propria autorità. Reprimeva e attaccava chiunque minacciasse la sua posizione e addirittura sabotava il lavoro della chiesa senza battere ciglio per proteggere il proprio prestigio. A sua volta, è stata smascherata come anticristo per tutte le sue malefatte e poi espulsa. Per quanto riguarda me, chiaramente non svolgevo lavoro concreto, ma volevo comunque competere, cosa che intralciava e interrompeva il lavoro della chiesa. Se non mi fossi pentito e avessi continuato così, probabilmente sarei stato scacciato da Dio. Resomene conto, ho pregato Dio: “O Dio, la chiesa mi ha dato l’opportunità di formarmi come leader, ma non ho rispettato i miei doveri e non ho percorso la retta via, competendo invece per la fama e il guadagno. I miei pensieri e le mie azioni sono stati tutti malvagi, e se verrò punito sarà del tutto meritato. Amato Dio, non voglio più vivere in modo così spregevole. Sono pronto a pentirmi e a ricominciare da capo!”
Diversi giorni dopo, la mia leader mi ha scritto che mi era stata assegnata una parte nel video di un inno e mi chiedeva come prima cosa di impararlo. Ero davvero entusiasta del suo messaggio. Ho reso grazie a Dio dal profondo del cuore per avermi dato un’altra possibilità. L’inno che dovevo imparare si intitolava “La pietà di Dio per l’umanità”. Ho letto queste parole di Dio: “Sebbene la città di Ninive fosse piena di persone corrotte, malvagie e violente come gli abitanti di Sodoma, il loro pentimento indusse Dio a cambiare idea e a decidere di non distruggerle. Poiché il modo in cui reagirono alle Sue parole e istruzioni dimostrò un atteggiamento completamente opposto a quello dei cittadini di Sodoma, vista la loro sincera sottomissione, l’autentico pentimento per i loro peccati e il loro comportamento genuino e sentito sotto tutti gli aspetti, Dio espresse ancora una volta la Sua sincera pietà facendogliene dono. Nessuno può riprodurre ciò che Dio concede all’umanità o la pietà che le mostra, e nessuna persona può possedere la misericordia e la tolleranza di Dio, o i Suoi sentimenti sinceri verso l’umanità” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico II”). Attraverso le parole di Dio, ho visto la Sua intenzione di salvare l’umanità. Dio Si infuriò e voleva distruggere gli abitanti di Ninive a causa della loro corruzione e malvagità; ma, quando essi si pentirono sinceramente davanti a Lui, Egli placò la Sua ira e non li distrusse. Grazie a questo, ho capito che Dio apprezza il pentimento sincero delle persone. Sebbene abbia intralciato il lavoro della chiesa e trasgredito, Dio non mi ha scacciato. Si è servito della mia rimozione, del mio trattamento e della mia potatura per costringermi a riflettere. Tutto questo è stato la salvezza di Dio. Non potevo continuare a vivere nel rimorso e nella passività. Dovevo pentirmi davanti a Dio, ricercare la verità ed eliminare la mia indole corrotta per evitare di compiere altro male e di oppormi a Dio.
Una volta, nelle mie devozioni, ho letto un passo delle parole di Dio che mi ha fornito un percorso di pratica. Dio Onnipotente dice: “Abbandonare la reputazione e il prestigio non è facile: dipende dal perseguimento della verità. Solo comprendendo la verità si può arrivare a conoscere sé stessi, a vedere chiaramente la vacuità del perseguimento di reputazione e prestigio e a riconoscere la verità della corruzione dell’umanità. Solo allora si possono veramente abbandonare il prestigio e la reputazione. Non è facile liberarsi di un’indole corrotta. Magari hai riconosciuto di essere sprovvisto della verità, di essere afflitto da mancanze e di rivelare troppa corruzione, eppure non fai alcuno sforzo per perseguire la verità e ti camuffi ipocritamente, inducendo gli altri a credere che tu sia in grado di fare qualsiasi cosa. Questo ti mette in pericolo, e prima o poi ne pagherai le conseguenze. Devi ammettere di non possedere la verità e avere il coraggio di affrontare la realtà. Sei debole, riveli corruzione e manifesti ogni sorta di inadeguatezza. Questo è normale: sei una persona ordinaria, non sei sovrumano né onnipotente, e devi riconoscerlo. […] Quando provi l’impulso costante e il desiderio di competere per il prestigio, allora devi renderti conto delle cattive conseguenze a cui questo tipo di stato porterà, se lasciato irrisolto. Quindi, cerca immediatamente la verità, elimina il desiderio di competere per il prestigio prima che cresca e maturi, e sostituiscilo con la pratica della verità. Quando metterai in pratica la verità, il tuo desiderio di competere per il prestigio diminuirà e non interferirai con il lavoro della chiesa. In questo modo, le tue azioni saranno ricordate e lodate da Dio” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte terza”). Attraverso le parole di Dio ho capito che, per abbandonare veramente il desiderio di reputazione e di prestigio, bisogna innanzitutto conoscere sé stessi, essere in grado di ammettere attivamente le proprie colpe e lasciare che gli altri vedano la nostra vera situazione. Quando il desiderio di competere riemerge, bisogna pregare consapevolmente Dio, rinunciare a sé stessi e collaborare con gli altri. Solo allora si potrà svolgere bene il proprio dovere. Non mi sono concentrato sul riflettere e sul conoscere me stesso. Sono diventato estremamente invidioso, non volevo condividere attivamente il mio stato e non ho ricercato la verità per risolvere il problema. Di conseguenza, la mia lotta per la fama e il guadagno ha intralciato il lavoro della chiesa. Di lì in avanti, dovevo agire secondo le parole di Dio. In seguito, nel mio dovere mi sono aperto consapevolmente sul mio stato e ho cercato attivamente di imparare da coloro con cui collaboravo. Dopo un po’ di tempo, ho notato che tutti i fratelli e le sorelle avevano dei punti di forza che a me mancavano. Mi sono vergognato ancora di più della mia arroganza e della mia ignoranza. Ho ripensato a come ero stato competitivo e a come avevo lottato per la reputazione, danneggiando il lavoro della chiesa, e ho provato ancor più rimorso. Ho pregato Dio in silenzio: “O Dio, attraverso lo smascheramento e la destituzione, ho acquisito un po’ di consapevolezza. In passato, competevo per la reputazione e il guadagno senza pensare agli interessi della chiesa. Non ho solo intralciato il lavoro della chiesa, ma anche danneggiato i miei fratelli. Non sono degno di essere definito umano! In futuro, sono intenzionato a praticare secondo le Tue parole, a imparare dai punti di forza degli altri e a collaborare armoniosamente con loro nel mio dovere”.
In seguito, sono sorti alcuni problemi in un nuovo progetto video e la leader superiore ha incaricato me e Lisa di risolverli insieme. Questa volta non sono entrato in competizione con lei nella nostra collaborazione. Discutevo con lei attivamente e le chiedevo consiglio quando emergeva un problema, procedendo solo quando eravamo d’accordo. A volte, quando le idee di Lisa erano più chiare e più perspicaci delle mie, inconsciamente cercavo di dimostrare il mio valore. Ma mi rendevo subito conto di essere di nuovo in competizione, pregavo Dio e rinunciavo a me stesso, accettavo i suggerimenti di Lisa e riflettevo e ricercavo diligentemente su di essi. Mi sono reso conto che le idee di Lisa erano davvero migliori delle mie e ho imparato ad accettarle con tutto il cuore. Praticare in questo modo mi ha fatto sentire davvero sereno e a mio agio. Le parole di Dio mi hanno insegnato a collaborare bene e a vivere una sembianza di umanità.