87. Cosa ho guadagnato dall’essere potata

di Miriam, Giappone

Nel giugno del 2022 sono stata eletta leader della chiesa. Pensare a tutto il lavoro che avrei svolto, all’ampia varietà di esperienze che avrei acquisito e a come sarebbe stato utile per la mia crescita nella vita mi rendeva entusiasta. Ero inoltre grata a Dio per quella possibilità di pratica. Ma non ero mai stata una leader, quindi non conoscevo molti principi. Inoltre, non ricercavo i principi quando emergeva un problema; procedevo alla cieca facendo ciò che ritenevo più opportuno. Di conseguenza, non è passato molto tempo prima che sorgessero problemi nel mio lavoro. Un supervisore che avevo selezionato era sempre superficiale nel dovere e ritardava il lavoro. Quando una leader superiore l’ha scoperto, mi ha rimproverata: “In una cosa così importante come la scelta del personale, perché ignori i principi e decidi da sola senza discuterne con i tuoi collaboratori? Quanta arroganza e presunzione!” Le sue parole mi hanno fatta stare malissimo. Ho ammesso di essere stata arrogante e presuntuosa, ma allo stesso tempo ero molto preoccupata. Ora che il mio problema era stato smascherato, la leader e gli altri, fratelli e sorelle, avrebbero visto il mio valore reale. Se lo stesso vecchio problema si fosse ripresentato di nuovo, la leader mi avrebbe rimossa? Con mia sorpresa, di lì a breve, un altro compito a cui avevo lavorato doveva essere rifatto perché avevo fatto le cose a modo mio, il che ha ritardato il lavoro, così sono stata potata di nuovo. Mi è stato detto: “Come leader, non stai gestendo questioni personali, ma facendo un lavoro che riguarda l’intera chiesa. I leader dovrebbero ricercare i principi e discutere con i collaboratori in tutte le questioni. Perché fai sempre di testa tua? Sei troppo arrogante e presuntuosa”. Queste parole sono state come una pugnalata al cuore e non sono riuscita a trattenere le lacrime. Aveva ragione: mi aveva già fatto notare quel problema. Perché avevo commesso lo stesso errore? Facendo sempre le cose a modo mio e creando confusione nel dovere, prima o poi sarei stata rimossa. In quel periodo, ho notato che altri intorno a me non ricercavano le verità principi nei loro doveri, ma facevano le cose a modo loro, causando intralci al lavoro e venendo potati, alcuni persino rimossi. Questo ha aumentato ancora di più la mia ansia e la mia paura. Sentivo che da quel momento in poi avrei dovuto fare molta attenzione e non sbagliare mai. Altrimenti, sarei stata la prossima a essere rimossa. Se fossi stata rimossa veramente, avrei avuto comunque un buon esito e una buona destinazione? Sono diventata molto cauta sul lavoro. Anche nelle normali discussioni di lavoro, quando dovevamo esprimere un’opinione, esitavo a parlare, temendo di dire la cosa sbagliata e di esporre il mio problema. Quando fornivo suggerimenti su questioni che avevo notato nel seguire il lavoro, mi mettevo in discussione da sola, pensando: “Ma questo è davvero un problema? Se mi sbaglio, la leader mi poterà? Lasciamo stare, meglio non parlarne. Così almeno non mi sbaglierò e non verrò potata”. A quel pensiero, mi limitavo a lasciar correre ciò di cui non ero sicura. Ma questo mi faceva sentire in colpa e mi sono resa conto di essere irresponsabile nei confronti del mio lavoro. Ho pensato che avrei dovuto chiedere ai miei collaboratori e poi gestire la situazione dopo aver visto cosa ne pensavano. In questo modo, la leader non avrebbe detto che ero un’arrogante presuntuosa che agiva con ostinazione. Una volta, la chiesa doveva selezionare un diacono del Vangelo. Un fratello era bravo nel condividere il Vangelo, ma gli altri sostenevano che non aveva una buona umanità e che aveva attaccato gli altri vendicandosi. Non riuscivo a capire se fosse un candidato valido, così ne ho discusso con i miei collaboratori. Hanno detto tutti di dargli una possibilità. In quel momento mi sentivo un po’ a disagio e volevo discuterne ancora, ma poi ho notato che ero l’unica a sentire che quel fratello non era adatto. Se avessi offerto un suggerimento sbagliato, la leader mi avrebbe forse potato, dicendo che non solo non capivo i principi, ma che ero anche arrogante e presuntuosa? Così non ho sollevato le mie preoccupazioni e mi sono anche consolata: avevo già chiesto il parere di tutti, quindi, se qualcosa fosse andato storto, non sarei stata l’unica responsabile. Di lì a breve, la leader superiore ha esaminato il nostro lavoro e ha constatato che quel fratello non aveva una buona umanità. Non accettava i suggerimenti degli altri e addirittura li attaccava si vendicava di loro. La leader ha detto: “Se non viene destituito immediatamente, il lavoro ne risentirà”. Questo mi ha davvero turbata, perché io ero a conoscenza del problema da prima ma, temendo che la mia opinione fosse sbagliata e che all’emergere di eventuali problemi sarei stata potata, non avevo detto nulla. Per fortuna la leader se n’è accorta e l’ha fatto rimuovere, altrimenti il lavoro ne avrebbe sicuramente risentito. Mi sentivo davvero in colpa. Mi rendevo perfettamente conto che c’era un problema, quindi perché non ho avuto il coraggio di parlarne e non ho protetto il lavoro della chiesa? Perché avevo così tanta paura di essere potata? Ho pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi a capire il mio problema.

Poi, un giorno, ho letto un passo delle parole di Dio: “Alcuni, nell’agire, seguono la propria volontà. Violano i principi e, dopo essere stati potati, ammettono solo a parole di essere arroganti, e di aver commesso un errore solo perché non possiedono la verità. Ma, in cuor loro, si lamentano: ‘Nessuno si espone, solo io; e, alla fine, quando qualcosa va male, scaricano tutta la responsabilità su di me. Non è stupido da parte mia? La prossima volta non posso fare la stessa cosa, esponendomi in questo modo. L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito!’ Che pensate di questo atteggiamento? È di pentimento? (No.) Che atteggiamento è? Tale persona non è forse diventata viscida e ingannevole? In cuor suo, pensa: ‘Sono fortunato che questa volta non si sia rivelato un disastro. Ogni caduta nella fossa è un aumento di consapevolezza. In futuro, devo stare più attento’. Non ricerca la verità, usando invece i propri trucchi meschini e scaltri sotterfugi per occuparsi della faccenda e gestirla. In questo modo, può forse guadagnare la verità? No, poiché non si è pentita. La prima cosa da fare quando ti penti è riconoscere in cosa hai sbagliato, vedere qual è stato il tuo errore, l’essenza del problema e l’indole corrotta che hai rivelato; devi riflettere su queste cose e accettare la verità, e poi praticare secondo la verità. Solo questo è un atteggiamento di pentimento. Se, d’altro canto, consideri in modo approfondito le vie dell’astuzia, diventi più viscido di prima, le tue tecniche sono più scaltre e occulte e hai altri metodi per affrontare le cose, allora il problema non è solamente la falsità. Stai usando strumenti subdoli e hai segreti che non puoi divulgare. Questa è malvagità. Non solo non ti sei pentito, ma sei diventato più viscido e ingannevole. Dio vede che sei eccessivamente intransigente e malvagio, che in superficie ammetti di aver sbagliato e accetti di essere potato, ma che in realtà non manifesti il minimo atteggiamento di pentimento. Perché dico questo? Perché, mentre questo evento accadeva o a seguito di esso, non hai affatto ricercato la verità, non hai riflettuto su te stesso né tentato di conoscerti, e non hai praticato in linea con la verità. Il tuo atteggiamento è quello di risolvere il problema usando le filosofie, la logica e i metodi di Satana. In realtà stai eludendo il problema e lo stai camuffando in maniera impeccabile, senza lasciar trapelare nulla, in modo che gli altri non ne vedano traccia. Alla fine, ti consideri davvero in gamba. Queste sono le cose che Dio vede, non che tu abbia veramente riflettuto, abbia confessato il tuo peccato e te ne sia pentito in merito alla questione che ti ha investito, e che poi tu sia andato a ricercare la verità e abbia praticato secondo la verità. Il tuo atteggiamento non è di ricercare la verità e di metterla in pratica, né di sottometterti alla sovranità e alle disposizioni di Dio, bensì di usare le tecniche e i metodi di Satana per risolvere il tuo problema. Tu susciti negli altri una falsa impressione, ti opponi all’essere rivelato da Dio, e sei conflittuale e sulla difensiva in merito alle situazioni che Dio ha orchestrato per te. Il tuo cuore è più chiuso di prima e separato da Dio. Pertanto, ne può forse conseguire un risultato positivo? Puoi ancora vivere nella luce godendo di pace e gioia? No, non puoi. Se eviti Dio e la verità, precipiterai certamente nelle tenebre e per te sarà pianto e stridore di denti(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo perseguendo la verità si possono eliminare le proprie nozioni e i propri fraintendimenti nei confronti di Dio”). Le parole di Dio mi hanno permesso di comprendere che quelli che amano e accettano la verità sono in grado di ricercarla dalla potatura, riflettono su sé stessi e imparano quale errore hanno commesso, quale indole corrotta hanno rivelato e come la dovrebbero eliminare. Dopo di che, sanno svolgere il loro dovere secondo i principi. Questo significa accettare davvero la potatura e mostrare autentico pentimento. Quando invece vengono potati coloro che non accettano la verità, a parole possono anche riconoscere di aver sbagliato, ma non ricercano la verità né riflettono su sé stessi per conoscersi. Al contrario, usano modi subdoli e propensi all’inganno per non lasciar trapelare nulla e non far vedere agli altri i loro problemi, così da proteggersi. Simili persone non sono solo propense all’inganno, ma anche malvagie. Ho riflettuto su me stessa confrontandomi con quanto esposto nelle parole di Dio. Appena diventata leader, non conoscevo molti principi e non li ho ricercati; mi sono limitata ad agire di testa mia. Questo ha intralciato il lavoro. La leader mi ha fatto notare il mio problema per aiutarmi. Ma io, pur ammettendo di aver sbagliato, non ho riflettuto su me stessa e non mi sono impegnata a capire i principi. Ho solo fatto congetture e mi sono messa sulla difensiva, pensando che, dato che la leader aveva già visto la mia misura reale, se avessi commesso un altro errore avrei potuto essere rimossa e quindi non avrei avuto un buon esito e una buona destinazione. Mi camuffavo in ogni occasione per proteggermi, nascondendo i miei problemi e le mie mancanze. Ero molto cauta in tutto ciò che dicevo e facevo. Valutavo i pro e i contro prima di parlare di un problema o di esprimere un’opinione, considerando se avrei potuto essere potata, qualora la mia opinione fosse sbagliata e avesse portato a conseguenze. Dicevo qualcosa solo se ero sicura che tutto fosse a prova di bomba. Invece non aprivo bocca quando non ero sicura, incurante di come il lavoro potesse risentirne, se il problema fosse stato ignorato. E per evitare di assumermi delle responsabilità, quando ho dovuto selezionare qualcuno, ho chiesto il parere dei miei collaboratori, ma solo per fare scena. Anche se il loro suggerimento non mi convinceva, non ne ho discusso ulteriormente e questo ha portato alla scelta della persona sbagliata, causando un danno a fratelli e sorelle, oltre che al lavoro. Ho visto che, quando venivo potata, non mostravo alcun pentimento. Diventavo solo più viscida e propensa all’inganno, pensando costantemente a come evitare di sbagliare e di essere potata, sempre sulla difensiva verso Dio e verso i leader. Dio trovava disgustoso e detestabile il modo in cui svolgevo il mio dovere. Così non avrei mai ottenuto l’opera e la guida dello Spirito Santo. Se non mi fossi pentita, sapevo che alla fine sarei stata sdegnata ed eliminata da Dio.

Una volta, durante le mie devozioni, ho letto un passo delle parole di Dio in cui Dio espone come gli anticristi reagiscono alla potatura; mi ha aiutata a capire il mio problema. Dio Onnipotente dice: “Alcuni anticristi che lavorano nella casa di Dio decidono segretamente di agire in modo scrupoloso, per evitare di commettere errori, di essere potati, di suscitare l’ira del Supremo o di essere sorpresi dai loro leader a fare qualcosa di sbagliato, e si assicurano di avere un pubblico quando compiono delle buone azioni. Tuttavia, per quanto siano scrupolosi, dato che le loro motivazioni e la strada che intraprendono sono sbagliate, e poiché parlano e agiscono solo per la fama, il guadagno e il prestigio e non ricercano mai la verità, spesso violano i principi, intralciano e disturbano il lavoro della chiesa, fungono da lacchè di Satana e commettono addirittura numerose trasgressioni. È molto comune e tipico che queste persone violino i principi e commettano trasgressioni di frequente. Quindi, ovviamente, risulta loro molto difficile evitare la potatura. Hanno visto che alcuni anticristi sono stati rivelati ed eliminati per essere stati potati duramente. Hanno visto questo con i loro occhi. Perché gli anticristi agiscono con tanta cautela? Una delle ragioni è sicuramente che hanno paura di essere rivelati ed eliminati. Pensano: ‘Devo essere prudente; dopo tutto, “La prudenza è la madre della sicurezza” e “Le brave persone vivono tranquille”. Devo seguire questi principi e rammentare in ogni momento a me stesso di evitare di sbagliare o di mettermi nei guai, devo reprimere la mia corruzione e le mie intenzioni e impedire che qualcuno le veda. Fintanto che non commetterò errori e saprò perseverare fino alla fine, otterrò benedizioni, eviterò le catastrofi e guadagnerò qualcosa nella mia fede in dio!’ Spesso esortano, motivano e spronano sé stessi in questo modo. Nel profondo credono che, se commettono errori, le loro possibilità di ottenere benedizioni si ridurranno notevolmente. Non è forse questo il calcolo o il convincimento che dimora nel profondo dei loro cuori? Senza considerare se questo calcolo o convincimento degli anticristi sia giusto o sbagliato, sulla base di ciò, di cosa si preoccuperanno maggiormente quando saranno potati? (Delle loro prospettive e del loro destino.) Essi collegano la potatura che subiscono alle loro prospettive e al loro destino: questo ha a che fare con la loro natura malvagia. Pensano: ‘Se vengo potato in questo modo, è perché verrò eliminato? È perché non mi vogliono? La casa di dio mi impedirà di svolgere questo dovere? Non sembro degno di fiducia? Verrò sostituito con qualcuno di migliore? Se vengo eliminato, posso ancora essere benedetto? Posso ancora entrare nel Regno dei Cieli? A quanto pare non mi sono comportato in modo molto soddisfacente, quindi in futuro devo stare più attento e imparare a essere obbediente e ben educato, senza creare problemi. Devo imparare a essere paziente e a sopravvivere tenendo la testa bassa. Ogni giorno, quando faccio qualcosa, devo immaginare di stare camminando su dei gusci d’uovo. Non posso abbassare la guardia. Anche se stavolta sono stato negligente e mi sono tradito, e quindi mi hanno potato, il loro tono non sembrava molto severo. A quanto pare il problema non è molto grave e ho ancora una possibilità; posso ancora sfuggire ai disastri ed essere benedetto, quindi dovrei accettarlo umilmente. Non è come se dovessi essere destituito, né tantomeno eliminato o espulso, quindi posso accettare di essere potato in questo modo’. Questo è forse l’atteggiamento di chi accetta di essere potato? Questo è conoscere davvero la propria indole corrotta, volersi pentire e voltare pagina? Questo è essere veramente determinati ad agire secondo i principi? No, non lo è. Allora perché essi agiscono così? È per via di quel barlume di speranza che fa loro pensare di poter sfuggire ai disastri ed essere benedetti. Finché quel barlume di speranza sussiste, essi non possono tradirsi, non possono rivelare il loro vero io, non possono dire agli altri cosa c’è nel profondo del loro cuore e nemmeno svelare il risentimento che nutrono dentro di loro. Devono nascondere queste cose, devono restarsene buoni, con la coda tra le gambe, e non permettere che gli altri li vedano per quello che sono veramente. Pertanto, dopo essere stati potati, essi non cambiano affatto e continuano ad agire come prima. Qual è allora il principio alla base delle loro azioni? Semplicemente proteggere i loro interessi in ogni cosa. Qualsiasi errore commettano, non lo fanno sapere agli altri; devono far credere a chiunque li circondi che essi sono perfetti, senza debolezze né difetti, e che non commettono mai errori. È questa la maschera che indossano. Dopo averla indossata a lungo, si sentono abbastanza sicuri del fatto che sfuggiranno ai disastri, saranno benedetti ed entreranno nel Regno dei Cieli(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte ottava”). Dalle parole di Dio, ho visto che quando vengono potati per aver violato i principi o compiuto il male, ciò che gli anticristi temono di più è essere eliminati e non ottenere così alcuna benedizione. Perciò, da quel momento in poi diventano estremamente cauti e si mettono sulla difensiva verso Dio e verso gli altri. Non facendo nulla di sbagliato e non permettendo agli altri di vedere i loro difetti, pensano di poter mantenere la loro posizione e di garantirsi benedizioni. Ho capito che gli anticristi sono terribilmente egoisti, vili, propensi all’inganno e malvagi. Credono in Dio solo per ottenere benedizioni. Quando vengono potati, pensano solo al proprio futuro e ai propri interessi. Possono comportarsi bene e obbedire per un certo periodo, ma è solo una finzione per rimanere nella chiesa ed evitare i disastri. Mi sono resa conto che reagivo alla potatura proprio come gli anticristi, collegando l’essere potata al ricevere benedizioni. Quando sono stata potata, ho cercato di capire se la leader mi avrebbe rimossa e temevo di perdere un buon futuro e una buona destinazione. Da allora, nel mio dovere ho camminato in punta di piedi. Riflettevo mille volte su qualsiasi suggerimento o problema che volevo menzionare, terrorizzata di sbagliare e di mettere in luce le mie inadeguatezze, cosa per cui la leader avrebbe capito il mio vero valore e mi avrebbe rimossa. Quando ho visto altri fratelli e sorelle essere rimossi, mi sono messa ancora più sulla difensiva nei confronti di Dio, temendo di commettere un errore e di essere potata di nuovo oppure destituita. Non avevo accettato veramente la potatura, né avevo riflettuto su me stessa e capito i miei errori. Ero solo ciecamente sulla difensiva nei confronti di Dio e ho usato tattiche ancora più ingannevoli per camuffarmi. Nascondendo ciò che ero davvero, non commettendo altri errori e non essendo potata, pensavo di non venire rimossa e quindi di poter rimanere nella chiesa, ottenere un buon esito e una buona destinazione. Ero sempre cauta nei confronti di Dio, scervellandomi per calcolare i miei guadagni e le mie perdite personali. Vedevo i problemi, ma non ricercavo né li segnalavo. Mi preoccupavo solo di guardarmi le spalle e ignoravo del tutto il lavoro della chiesa. Ero così egoista e propensa all’inganno. Camuffandomi in quel modo, anche se potevo ingannare la leader per un certo periodo e non essere rimossa subito, se non avessi mai riflettuto su me stessa, non mi fossi pentita e non fossi cambiata, prima o poi sarei stata rivelata ed eliminata da Dio. Resamene conto, ho detto una preghiera, pronta a pentirmi e a ricercare la verità per risolvere il mio problema.

Nella mia ricerca, ho letto alcune parole di Dio su come reagire in modo adeguato alla potatura. Dio dice: “In realtà, la casa di Dio pota le persone soltanto perché nello svolgimento dei loro doveri agiscono ostinatamente e arbitrariamente, intralciando e disturbando di conseguenza il lavoro della casa di Dio, non riflettono né si pentono: solo allora la casa di Dio le pota. In questa situazione, potarle significa forse eliminarle? (No.) Assolutamente no, le persone dovrebbero accettarlo in modo positivo. In questo contesto, qualsiasi potatura, che sia da parte di Dio o dell’uomo, che provenga da leader e lavoratori o da fratelli e sorelle, non è maligna e giova al lavoro della chiesa. Saper potare una persona quando ha agito in modo ostinato e arbitrario disturbando il lavoro della casa di Dio è una cosa giusta e positiva. È una cosa che dovrebbero fare le persone virtuose e quelle che amano la verità(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte ottava”). “Quanto all’essere potati, qual è la minima conoscenza di base che le persone dovrebbero possedere? La potatura va sperimentata per poter svolgere adeguatamente il proprio dovere, è indispensabile. È qualcosa che le persone devono affrontare quotidianamente e sperimentare spesso al fine di ottenere la salvezza nella loro fede in Dio. Nessuno può prescindere dall’essere potato. La potatura è forse qualcosa che riguarda le prospettive e il destino di una persona? (No.) Allora che scopo ha potare qualcuno? Forse quello di condannarlo? (No, lo scopo è aiutare le persone a comprendere la verità e a svolgere i loro doveri in base ai principi.) Giusto. Questo è il modo più corretto di intenderla. Sottoporre qualcuno a potatura è una sorta di disciplina, di castigo, e naturalmente è anche un modo di aiutarlo e redimerlo. Subire la potatura ti permette di modificare in tempo il tuo perseguimento errato. Ti consente di riconoscere tempestivamente i problemi che manifesti al momento e l’indole corrotta che riveli. In ogni caso, essere potato ti aiuta a riconoscere i tuoi errori e a svolgere il tuo dovere in base ai principi, ti evita in tempo di causare deviazioni e di smarrirti, e ti impedisce di provocare catastrofi. Non è forse il più grande aiuto per le persone, il più grande rimedio? Coloro che possiedono coscienza e ragione dovrebbero essere in grado di considerare correttamente la potatura subita(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte ottava”). Dalle Sue parole, ho imparato che la potatura è un modo per purificare e perfezionare le persone, qualcosa che dobbiamo affrontare e subire nel nostro processo di crescita nella vita. Le parole di potatura possono essere a volte molto dure e dolorose, ma mirano alla nostra indole corrotta. Espongono e analizzano direttamente la nostra corruzione e ribellione. Non contengono alcuna malignità nei nostri confronti e non sono volte a condannarci ed eliminarci: non hanno a che fare con futuro e destino. Invece io credevo travisando che essere potata significasse essere condannata, credevo di venire destituita ed eliminata. Fraintendere Dio in questo modo significava negare la Sua giustizia e bestemmiare contro di Lui! Se la leader mi ha potata è stato principalmente perché ero arrogante e presuntuosa, agivo arbitrariamente e intralciavo il lavoro della chiesa, cosa che era davvero esasperante. La leader voleva che cambiassi al più presto per proteggere il lavoro della chiesa. Che assumesse un tono severo era la cosa più normale del mondo, non mi stava rimuovendo. Quelle parole di potatura sono andate dritte al nocciolo dei miei problemi, delle mie deviazioni e della mia indole corrotta, mi hanno permesso di vedere la gravità della situazione. Il mio cuore era così insensibile e coriaceo, che altrimenti avrei ignorato completamente i gentili consigli e avrei continuato a commettere gli stessi errori. Non avrei mai fatto progressi nel mio dovere. Avrei continuato a compiere il male e a intralciare il lavoro della chiesa. Ogni potatura che subivo correggeva tempestivamente le mie deviazioni e i miei errori, fermando il mio male sul nascere. Questo è ciò che è veramente utile per me. Pensando attentamente a quando ho guadagnato di più in termini di verità, è stato in quelle occasioni in cui sono inciampata e caduta e sono stata potata. Ho davvero percepito che essere potati è il metodo migliore e più efficace che Dio ha per giudicarci e purificarci. Poter sperimentare la potatura è grazia e benedizione da parte di Dio, il Suo favore speciale per me. Ma io non ho ricercato la verità né riflettuto su me stessa. Ho continuato a vivere fraintendendo Dio, preoccupata del mio futuro e del mio destino. Ero davvero irragionevole e non sapevo cosa fosse bene per me.

Una volta, durante una riunione, ho letto un passo delle parole di Dio che mi ha molto colpita. Dio Onnipotente dice: “Se, quando svolge il proprio dovere, una persona pensa sempre ai suoi interessi e alle sue prospettive, invece che al lavoro della chiesa o agli interessi della casa di Dio, allora non sta svolgendo un dovere. Il suo è opportunismo, è agire per il vantaggio personale e per ottenere benedizioni per sé. In tal modo, la natura che sta dietro lo svolgimento del dovere non è più la stessa. Si tratta solo di fare un patto con Dio e di voler usare l’adempimento del proprio dovere per raggiungere i propri obiettivi. È molto probabile che questa maniera di fare le cose disturbi il lavoro della casa di Dio. Se per il lavoro della chiesa ne derivano solo perdite minori, allora c’è ancora spazio per la redenzione, e dunque potrebbe ancora essere data l’opportunità, alla persona in questione, di svolgere il proprio dovere invece di essere epurata; se però le perdite per il lavoro della chiesa sono gravi e questa persona incorre nell’ira di Dio e degli altri, allora sarà rivelata ed eliminata, senza alcuna ulteriore opportunità di svolgere il proprio dovere. Alcune persone vengono destituite ed eliminate proprio in questo modo. Perché vengono eliminate? Avete scoperto la causa principale? La causa principale è che esse pensano sempre ai propri guadagni e alle proprie perdite, si lasciano trasportare dagli interessi personali, sono incapaci di ribellarsi alla carne e non hanno affatto un atteggiamento sottomesso nei confronti di Dio, quindi tendono a comportarsi in maniera sconsiderata. Esse credono in Dio soltanto per guadagnarne profitto, grazia e benedizioni, e nient’affatto per ottenere la verità, perciò la loro fede in Dio fallisce. Questa è la radice del problema. Pensate che sia ingiusto rivelarle ed eliminarle? No, nient’affatto, è dovuto interamente alla loro natura. Tutti quelli che non amano la verità o non la perseguono verranno infine rivelati ed eliminati(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto ricercando le verità principi si può svolgere bene il proprio dovere”). Dio espone che, se nel proprio dovere si considera e pianifica sempre per il proprio interesse e il proprio futuro, la natura delle proprie azioni è cambiata e non si sta più svolgendo un dovere. Si è destinati a compiere il male e a intralciare il lavoro della chiesa, per poi a essere destituiti ed eliminati. Ho pensato che non ero mai stata leader prima, che non conoscevo i principi e che per lo più facevo di testa mia. Anche dopo essere stata potata, non solo non mi sono pentita, ma ho ancora continuato a pensare al mio futuro, al mio destino, avevo paura di essere trasferita. Vedevo chiaramente i problemi, preferivo ostacolare il lavoro piuttosto che metterli in luce al fine di proteggere me stessa. Non stavo svolgendo un dovere, ma compromettendo il lavoro della chiesa e compiendo il male. Alcune delle persone che ho visto destituite ed eliminate proteggevano sempre i propri interessi nel loro dovere. Dopo che sono emersi dei problemi e sono state potate, non si sono dedicate abbastanza alle verità principi; si sono invece limitate a camuffarsi, mettendosi sulla difensiva nei confronti di Dio e dei leader. Erano costantemente preoccupate di essere destituite ed eliminate, eterne prede di questo circolo vizioso. Non avevano un normale rapporto con Dio e non ottenevano mai risultati nel loro dovere. Alcune compivano persino il male e intralciavano il lavoro della chiesa, e alla fine sono state rivelate ed eliminate. Dai loro fallimenti, ho potuto vedere che le mitivazioni corrette e il punto di partenza giusto nella fede e nel dovere sono fondamentali, così come il cammino che si intraprende. Hanno un impatto diretto sull’esito e sulla destinazione. Il mio stato, il mio comportamento e il cammino che stavo percorrendo erano gli stessi di quelle persone. Nel costante timore di sbagliare nel dovere e di essere potata, ero insicura e sulla difensiva nei confronti di Dio, mi aggrappavo fermamente ai miei interessi e al mio futuro, ma raramente ricercavo le verità principi per risolvere i miei problemi, per i quali la leader mi aveva potato. Avanti di quel passo, non solo non avrei fatto progressi nel mio dovere, ma avrei danneggiato il lavoro e mi sarei macchiata di una trasgressione. La natura e le conseguenze di ciò sono gravi. Non sarebbe stato Dio a rivelarmi ed eliminarmi, ma io stessa a rovinarmi il futuro. A quel punto ho capito che ciò che dovevo fare più di ogni altra cosa non era preoccuparmi di poter essere destituita ed eliminata, ma riflettere davvero sulle questioni che la leader mi aveva fatto notare, impegnarmi a ricercare e considerare le verità principi, sforzandomi di seguirle. Se neanche dando il massimo avessi ottenuto risultati e fossi stata destituita, avrei dovuto comunque sottomettermi alle disposizioni di Dio.

Poi ho trovato altre parole di Dio da praticare e a cui accedere. La parola di Dio dice: “La vostra destinazione e il vostro fato sono molto importanti per voi e fonte di forte preoccupazione. Credete che, se non fate le cose con grande attenzione, questo equivarrà a non avere più alcuna destinazione e a rovinare il vostro fato. Tuttavia, avete mai considerato che, se gli sforzi che uno compie soltanto per la sua destinazione, non sono altro che un adoperarsi infruttuoso? Simili fatiche non sono sincere, bensì false e ingannevoli. Se le cose stanno così, coloro che si adoperano soltanto per la propria destinazione vanno incontro alla sconfitta finale, poiché i fallimenti nella propria fede in Dio si verificano quando c’è inganno. Ho detto in precedenza che non amo essere adulato, blandito o trattato con entusiasmo; Mi piace che le persone oneste facciano fronte alla Mia verità e alle Mie aspettative. Ancor più, Mi piace che le persone siano in grado di mostrare la massima attenzione e considerazione per il Mio cuore, e che sappiano persino rinunciare a tutto per Me. Solo così il Mio cuore può essere consolato(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Della destinazione”). “Le persone devono affrontare i loro doveri e rivolgersi a Dio con un cuore sincero. In tal caso, sono persone che temono Dio. Che tipo di atteggiamento hanno verso Dio le persone con un cuore sincero? Come minimo, hanno un cuore che teme Dio, un cuore di sottomissione a Dio in ogni cosa, non fanno domande su benedizioni o disgrazie, non parlano delle condizioni, si mettono totalmente alla mercé delle orchestrazioni di Dio: queste sono persone dotate di un cuore sincero(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto ricercando le verità principi si può svolgere bene il proprio dovere”). Dio dice che le persone che nel loro dovere considerano sempre il proprio futuro e la propria destinazione e pensano solo ai propri interessi non sono autentiche nei confronti di Dio, bensì Lo usano e Lo ingannano. Egli è disgustato da costoro, li odia. A Dio piacciono le persone oneste, che non si preoccupano di benedizioni o maledizioni, che non pongono condizioni e sono sincere nel loro dovere. Solo questo tipo di persone ottiene l’approvazione di Dio. Una volta compresa l’intenzione di Dio, ho trovato un cammino di pratica. Nel mio dovere, dovevo concentrarmi sul tentativo di essere onesta, aprire il mio cuore a Dio e abbandonare i guadagni o le perdite personali. Quando vengo potata, non importa quale sia l’atteggiamento della leader nei miei confronti e se verrò destituita o meno: devo ricercare i principi per compiere bene il mio dovere, questa è la chiave. All’epoca, la leader mi aveva potata principalmente perché ero arrogante e presuntuosa, e agivo di testa mia. Se non mi avesse fatto notare il problema, avrei continuato a comportarmi in quel modo. Perciò ho fatto un riepilogo di tutti i problemi che erano emersi e li ho valutati uno per uno in base ai principi. Quando non mi era chiaro qualcosa, andavo a condividere con gli altri. Da allora, di fronte a qualcosa di cui non ero sicura, ho smesso di fidarmi tanto presto di me stessa e di fare le cose secondo le mie idee. Pregavo Dio e ricercavo i principi in silenzio. Discutevo inoltre con i miei collaboratori fino a raggiungere un consenso. Agendo così per un po’ di tempo, nel mio dovere sono sorti meno errori. Quando mi imbattevo in una sfida che non riuscivo a vincere, chiedevo aiuto ai leader superiori. Una volta, mentre stavo raccogliendo informazioni, al termine della condivisione tenuta da un leader superiore avevo ancora delle incertezze. Sentivo di avere ancora delle domande e volevo sottoporgliele, ma avevo paura che se non fossero state intelligenti il leader avrebbe potuto dire che avevo una levatura scarsa e che mancavo di comprensione. Mentre ero in preda all’esitazione, mi sono resa conto che mi stavo di nuovo preoccupando dei miei guadagni e delle mie perdite. Ho iniziato a pregare Dio ripetutamente, pronta a praticare la verità e a essere onesta. Che la mia visione del problema fosse accurata o meno, ero intenzionata a correggere i miei intenti e ad acquisire chiarezza su quell’aspetto della verità. Alla fine ho trovato il coraggio di fare le mie domande. Dopo avermi ascoltata, il leader ha detto che effettivamente si trattava di problemi reali. Ha inoltre condiviso: “Se c’è ancora qualcosa che non ti è chiaro, che non è stato affrontato esaurientemente, devi parlarne subito. Sarà d’aiuto al lavoro della chiesa”. A queste sue parole, mi sono sentita davvero grata a Dio e ho provato la pace interiore che deriva dall’abbandonare gli interessi personali e dall’essere una persona onesta.

Grazie a queste esperienze, ho imparato che la potatura è davvero un bene per noi. Essere potati può essere difficile sul momento, ma ora sono in grado di reagire in modo adeguato e di sottomettermi, ricercando le verità principi per risolvere i miei problemi. Questo mi fa sentire molto più a mio agio.

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