21. È saggio tacere sui difetti altrui?

di Nanyi, Cina

Nell’aprile 2023, ho visto involontariamente la valutazione che il leader aveva fatto su di me, dicendo che ero una persona che cercava di compiacere gli altri e che mi mancava il senso di giustizia. C’era scritto che avevo visto diversi collaboratori vivere con un’indole corrotta e che questo influiva sul loro lavoro, ma che non lo avevo condiviso o fatto notare; affermava che non stavo proteggendo gli interessi della chiesa e che la mia umanità non era così buona. Vedendo la valutazione del leader, mi sono sentita un po’ offesa. Ho pensato: “Sono sempre andata d’accordo con i miei collaboratori, e non ho fatto nulla per tormentare o opprimere nessuno. A volte ho condiviso e fatto notare i problemi che osservavo nei miei collaboratori. Anche se la mia umanità non era perfetta, sicuramente era almeno nella media. Vivevano con un’indole corrotta e non riuscivano a riconoscere sé stessi perché non si sforzavano di ricercare la verità: come poteva questa essere una mia responsabilità? Come può il leader dire che ho una scarsa umanità?” È difficile descrivere quanto mi sia sentita profondamente ferita; era come rovesciare un barattolo di sapori misti, non riuscivo a capire che tipo di sentimento fosse. Nonostante credessi in Dio da molti anni, il leader aveva valutato che il mio comportamento costante fosse quello di una persona che cercava di compiacere gli altri, che non proteggeva gli interessi della casa di Dio e aveva una scarsa umanità. Se veramente fosse stato così, la mia indole poteva ancora essere cambiata? In quei giorni, ogni volta che pensavo alle parole del leader, era come se un coltello mi trafiggesse il cuore. Non riuscivo a trattenere le lacrime e avevo perso la motivazione per fare qualsiasi cosa. Tuttavia, mi sono resa conto che c’erano ancora molti problemi nel mio lavoro: se ora mi ritirassi nella negatività, questo forse non rivelerebbe ancora di più la mia mancanza di umanità? Così, mi sono sforzata di fare il mio dovere e ho pregato Dio, decidendo innanzitutto di sottomettermi in situazioni come quella che stavo affrontando e di riflettere su me stessa per imparare da quest’ultime.

Più tardi, ho riflettuto sul perché gli altri dicevano che ero una persona che cercava di compiacere gli altri e non proteggeva gli interessi della casa di Dio. I miei pensieri sono tornati alle scene di qualche anno fa, quando interagivo con diversi collaboratori. Nel 2019, ero in coppia con Xiaozhen, responsabile del lavoro basato sui testi. Durante quel periodo, Xiaozhen viveva in uno stato difensivo, sentendo che la sua indole arrogante fosse grave e che se avesse continuato a intralciare e disturbare il lavoro basandosi sulla sua indole corrotta non avrebbe avuto un buon esito o una buona destinazione. Di conseguenza, era molto passiva nel fare il suo dovere e partecipava raramente alle nostre discussioni. Sapevo che Xiaozhen viveva in uno stato di difesa e incomprensione. In realtà aveva alcune capacità lavorative e poteva svolgere qualche lavoro se il suo stato era normale. Volevo farle notare i suoi problemi. Ma ho pensato, poiché aveva appena iniziato a praticare, forse farle notare i suoi problemi mi avrebbe fatto sembrare insensibile ed esigente? Se avesse avuto pensieri negativi su di me, come saremmo potute andare d’accordo in futuro? Così le ho fatto una semplice esortazione: “Cerchiamo di non vivere sempre nella nostra indole corrotta; dovremmo attivamente e proattivamente imparare le nostre competenze professionali e sforzarci di migliorare”. Più tardi, vedendo che il suo stato non era migliorato molto, ho pensato: “Ti ho avvertita, ma se non accedi, non posso farci nulla”. Così, non ho fatto ulteriori condivisioni. Alla fine, lo stato di Xiaozhen non è migliorato ed è stata destituita a causa della sua improduttività nello svolgimento del suo dovere. C’era un’altra sorella, Lin Lin, la quale vedendo che il suo nuovo collaboratore, il fratello Yang Zhi, era più abile nella professione e coglieva alcuni principi, si è sentita inferiore ed è diventata meno proattiva nel suo dovere. Durante una condivisione, si è aperta riguardo al suo stato e ha persino pianto. Notando che si preoccupava troppo della reputazione e del prestigio, volevo analizzare minuziosamente la natura e le conseguenze del suo perseguimento di quest’ultimei, ma poi ho pensato che fosse già molto angosciata e che evidenziare direttamente i suoi problemi potesse metterla in imbarazzo e farle pensare che fossi insensibile. Come saremmo potute andare d’accordo in futuro? Quindi, con leggerezza, ho detto: “Non soffermarti sempre sulla reputazione e sul prestigio; quando collabori cerca di imparare dai meriti degli altri”. Successivamente, Lin Lin non aveva ancora compreso bene la natura e le conseguenze della ricerca della reputazione e del prestigio. Il suo stato era altalenante. Era molto passiva nel suo dovere ed è stata infine destituita anche lei.

Ricordando tutti i vari momenti di collaborazione e interazione con diverse sorelle e riflettendo su me stessa secondo le parole di Dio, ho acquisito una certa comprensione del mio stato. Ho letto un passaggio delle parole di Dio: “Molti desiderano perseguire e mettere in pratica la verità, ma il più delle volte ne hanno soltanto la determinazione e il desiderio; la verità non è diventata la loro vita. Di conseguenza, quando si trovano ad affrontare forze malvagie, o incontrano persone malevole e cattive che commettono malefatte o falsi capi e anticristi che agiscono in modo tale da violare i principi – disturbando così l’opera della chiesa e danneggiando i prescelti di Dio – perdono il coraggio di reagire e di parlare francamente. Che cosa significa non avere il coraggio? Significa forse che sei timido o che hai difficoltà a esprimerti? Oppure che non capisci a fondo e pertanto non ti fidi a parlare francamente? Nessuna delle due; questa è principalmente la conseguenza dell’essere vincolato da un’indole corrotta. Uno degli aspetti che riveli è un’indole propensa all’inganno; quando ti succede qualcosa, il tuo primo pensiero va ai tuoi interessi, e la prima cosa che consideri sono le conseguenze, se saranno vantaggiose per te. Questa è un’indole propensa all’inganno, vero? Un altro degli aspetti che riveli è un’indole spregevole ed egoista. Pensi: ‘Cosa ha a che fare con me una perdita per gli interessi della casa di Dio? Non sono un leader, quindi perché dovrei preoccuparmene? Non ha nulla a che fare con me. Non è una mia responsabilità’. Tali pensieri e parole non sono qualcosa che pensi coscientemente, ma sono prodotti dal tuo subconscio; questa è l’indole corrotta che si rivela quando le persone affrontano un problema. Un’indole corrotta di questo tipo domina il tuo modo di pensare, ti lega mani e piedi, e controlla ciò che dici. In cuor tuo, desideri alzarti e parlare, ma hai dei timori e, anche quando parli, meni il can per l’aia e ti lasci un po’ di spazio di manovra, o altrimenti sei elusivo e non dici la verità. Le persone perspicaci riescono a capirlo; in verità, nel tuo cuore sai di non aver detto tutto quel che avresti dovuto, sai che ciò che hai detto non ha sortito alcun effetto, che stavi parlando tanto per farlo e che il problema non è stato risolto. Non hai adempiuto la tua responsabilità, eppure sostieni apertamente di averlo fatto, o che ciò che stava accadendo non ti era chiaro. Questo è vero? Ed è davvero ciò che pensi? Non sei dunque completamente dominato dalla tua indole satanica?(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Riflettendo sulle parole di Dio, ho sentito che Lui scruta davvero le profondità dei cuori delle persone e aveva esposto le mie intenzioni più profonde. Ho ricordato che quando lavoravo con alcuni collaboratori, non avevo veramente fatto notare i loro problemi. A volte, anche quando condividevo, avevo offerto solo alcune semplici esortazioni o li avevo minimizzati. Non avevo osato sottolineare che i loro problemi erano in realtà dovuti al fatto che vivevano con un’indole propensa all’inganno, per paura che ciò avrebbe rovinato il nostro rapporto e reso difficile andare d’accordo in futuro. Ad esempio, quando sono stata affiancata a Xiaozhen e Lin Lin, ho notato che Xiaozhen era sempre preoccupata per il suo avvenire e il suo destino, e non riusciva a dedicarsi al suo dovere, mentre Lin Lin era ossessionata dalla sua reputazione e dal suo prestigio, e non aveva alcuna inclinazione a svolgere il proprio dovere. Avevo notato questi problemi, ma considerando che trascorrevamo ogni giorno insieme, dalla mattina alla sera, e ci vedevamo sempre, far notare i loro problemi non avrebbe forse fatto pensare che fossi insensibile, troppo severa e poco comprensiva delle loro difficoltà, facendo sì che sviluppassero un pregiudizio nei miei confronti? Temendo che in futuro sarebbe stato difficile andare d’accordo con loro, non avevo evidenziato la natura e le conseguenze dei loro problemi. In realtà, è normale avere qualcuno che faccia notare i problemi degli altri. Coloro che realmente accettano la verità, alla luce di tali correzioni, riflettono su sé stessi, riconoscono i loro problemi e sono in grado di sentirsi rammaricati e cambiare rotta: questo li aiuta veramente. Ma io stavo vivendo con un’indole ingannevole, e quando avevo notato problemi nei loro doveri che influivano sul lavoro della chiesa, tutto ciò che avevo fatto era menzionarlo brevemente. Quando alla fine sono state destituite, ho persino pensato, con la coscienza pulita, che la causa fosse stata la loro mancanza di ricerca e lotta per la verità, e non ho riflettuto affatto sui miei problemi: ero stata davvero troppo egoista e propensa all’inganno!

In seguito, ho continuato a riflettere su me stessa. Perché parlavo sempre con delicatezza dei problemi che vedevo nei miei collaboratori e non riuscivo ad esporli direttamente? Ho letto un altro passaggio delle parole di Dio: “C’è un principio nelle filosofie per le interazioni mondane che dice ‘Tacere sui difetti dei buoni amici consente una lunga e grande amicizia’. Significa che, per preservare un rapporto di amicizia, si deve tacere sui problemi dell’amico, anche se li si vede chiaramente, e attenersi al principio del non colpire le persone in faccia e non mettere a nudo le loro manchevolezze. Gli amici di questo tipo si ingannano a vicenda, si nascondono l’uno dall’altro, ordiscono trame l’uno alle spalle dell’altro; e anche se sanno con chiarezza cristallina che tipo di persona sia l’altro, non lo dicono apertamente, impiegando invece metodi astuti per preservare i loro rapporti di amicizia. Perché si vogliono preservare queste relazioni? Si tratta di non volersi fare dei nemici in questa società, all’interno del proprio gruppo, cosa che significherebbe sottoporsi spesso a situazioni pericolose. Sapendo che qualcuno diventerà tuo nemico e ti danneggerà dopo che avrai messo a nudo le sue manchevolezze o l’avrai ferito, e non volendo metterti in una situazione del genere, ti attieni al principio delle filosofie per le interazioni mondane che recita: ‘Se colpisci gli altri, non colpirli in faccia; se li metti a nudo, non mettere a nudo le loro manchevolezze’. Alla luce di ciò, se due persone hanno un rapporto di questo tipo, si possono considerare veri amici? (No.) Non sono veri amici, tanto meno sono l’uno il confidente dell’altro. Allora, di che tipo di relazione si tratta esattamente? Non è una relazione sociale basilare? (Sì.) In queste relazioni sociali, le persone non possono esprimere i loro sentimenti, né avere scambi profondi, né parlare di ciò che vogliono. Non possono dire ad alta voce ciò che hanno nel cuore, o i problemi che vedono nell’altro, o parole che possano giovare all’altro. Al contrario, scelgono cose carine da dire, per non perdere il favore altrui. Non osano dire la verità né sostenere i principi, per timore di suscitare negli altri una certa animosità nei loro confronti. Quando nessuno le minaccia, non vivono forse in relativa tranquillità e pace? Non è forse questo l’obiettivo delle persone che dicono ‘Se colpisci gli altri, non colpirli in faccia; se li metti a nudo, non mettere a nudo le loro manchevolezze’? (Sì.) È chiaro che si tratta di un modo di vivere astuto e ingannevole, con un certo livello di diffidenza, il cui obiettivo è l’autoconservazione. Coloro che vivono in questo modo non hanno confidenti, non hanno amici intimi a cui poter dire qualsiasi cosa vogliano. Sono diffidenti l’uno verso l’altro, calcolatori e strategici, ognuno prende dalla relazione ciò che gli serve. Non è forse così? Alla radice, l’obiettivo del ‘Se colpisci gli altri, non colpirli in faccia; se li metti a nudo, non mettere a nudo le loro manchevolezze’ è quello di evitare di offendere gli altri e di farsi dei nemici, quello di proteggersi evitando di ferire qualcuno. Si tratta di una tecnica e di un metodo che si adottano per evitare di essere feriti(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (8)”). Le parole di Dio mi hanno fatto vedere chiaramente che le mie collaborazioni e interazioni con gli altri erano vincolate da filosofie sataniche per le relazioni mondane come “Tacere sui difetti dei buoni amici consente una lunga e grande amicizia” e “Mai schiaffeggiare gli altri o rimproverarli per le loro manchevolezze”. Avevo creduto che nell’interagire con gli altri dovessi imparare a proteggermi; avevo anche creduto che esporre i problemi degli altri li offendesse e potesse facilmente indurli a sviluppare un pregiudizio nei miei confronti, facendo nascere inimicizie e mettendomi in una posizione imbarazzante. Di conseguenza, non avevo osato esporre i problemi degli altri. Ripensandoci, mi sono resa conto che avevo vissuto secondo queste filosofie per le relazioni mondane fin dall’infanzia, senza mai mettere in evidenza direttamente i problemi che vedevo negli altri, per paura di offenderli. Apparivo superficialmente in buoni rapporti con la gente, mantenendo le relazioni tra le persone. Interagire con gli altri in questo modo non sembrava offendere nessuno, ma impediva di avere delle comunicazioni genuine con gli altri e creava una sorta di barriera costante tra noi. Di conseguenza, non avevo veri confidenti. Nella chiesa, avevo continuato a vivere secondo queste filosofie. Quando collaboravo con Xiaozhen e Lin Lin, avevo visto che vivevano con un’indole corrotta e mancavano di fardello nei loro doveri. Temevo che evidenziare i problemi degli altri avrebbe ferito i loro sentimenti e mi avrebbe fatto sembrare insensibile, così ero rimasta in silenzio riguardo alle mie osservazioni, lasciandole vivere nella loro indole corrotta e ritardare i loro doveri, il che ha causato la loro destituzione. Un tempo consideravo filosofie per le relazioni mondane del tipo “Tacere sui difetti dei buoni amici consente una lunga e grande amicizia” e “Mai schiaffeggiare gli altri o rimproverarli per le loro manchevolezze” come cose positive, pensando che in questo modo potessi proteggere me stessa dal farmi nemici e che fosse una mossa intelligente. Solo ora mi sono resa conto che, vivendo secondo queste filosofie per le relazioni mondane, sebbene potesse sembrare che non offendessi nessuno e mantenessi dei buoni rapporti con i miei collaboratori, ero diventata estremamente egoista e propensa all’inganno, e le mie collaborazioni e interazioni con gli altri erano diventate particolarmente fredde e non portavano alcun beneficio al loro accesso alla vita, oltre a causare danni al lavoro della chiesa. Avendo notato che vivere secondo queste filosofie per le relazioni mondane non solo danneggia gli altri e me stessa, ma soprattutto danneggia il lavoro della chiesa, ho capito che questo non è davvero un buon cammino da percorrere.

Successivamente, ho continuato a riflettere e mi sono resa conto che quando cercavo di compiacere le persone c’era un’altra prospettiva sbagliata dentro di me. Pensavo che la destituzione di alcuni collaboratori fosse dovuta alla loro mancanza di ricerca della verità e non avesse nulla a che fare con me, quindi non mi sentivo in colpa quando venivano destituiti. In seguito, ho letto un passaggio delle parole di Dio: “Cos’è la collaborazione? Dovete essere in grado di discutere le cose tra di voi ed esprimere i vostri punti di vista e le vostre opinioni; dovete completarvi e supervisionarvi a vicenda, cercare l’uno l’aiuto dell’altro, chiedervi informazioni e stimolarvi a vicenda. Questo è collaborare in armonia. Supponiamo, per esempio, che tu abbia gestito qualcosa secondo la tua volontà e qualcuno abbia detto: ‘Lo hai fatto nel modo sbagliato, completamente contrario ai principi. Perché hai gestito la cosa come volevi, senza cercare la verità?’ Al che, tu rispondi dicendo: ‘È vero, sono felice che tu mi abbia avvertito! Se non lo avessi fatto, sarebbe stato un disastro!’ Questo è ciò che significa stimolarsi a vicenda. Che cosa vuol dire, allora, supervisionarsi l’un l’altro? Tutti hanno un’indole corrotta e potrebbero essere superficiali nello svolgere il proprio dovere, salvaguardando solo il proprio prestigio e il proprio orgoglio, non gli interessi della casa di Dio. Tali stati sono presenti in ogni persona. Se vieni a sapere che qualcuno ha un problema, dovresti prendere l’iniziativa di condividere con lui, ricordandogli di svolgere il proprio dovere secondo i principi, lasciando allo stesso tempo che ciò costituisca un avvertimento per te stesso. Questa è supervisione reciproca. A cosa serve? Ha lo scopo di salvaguardare gli interessi della casa di Dio e anche di impedire alle persone di prendere la strada sbagliata(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). Le parole di Dio mi hanno fatto capire che la chiesa fa in modo che diverse persone lavorino insieme per integrare i pregi e i difetti di ciascuno, e per avvertirli e sorvegliarsi a vicenda. Soprattutto quando si vede qualcuno vivere in uno stato sbagliato che influenza il lavoro, dovremmo avvertirlo, aiutarlo o persino potarlo per impedirgli di percorrere un cammino sbagliato, che potrebbe causare perdite al lavoro della chiesa. Fare questo significa anche proteggere gli interessi della chiesa ed è nostra responsabilità. Quando ero stata in coppia con alcune sorelle e vedevo che vivevano con un’indole corrotta che influenzava il loro lavoro, avrei dovuto fare un passo avanti per offrire loro condivisione e aiuto e, se necessario, avrei dovuto esporle e potarle. Se fossero state persone che accettano la verità, attraverso questa condivisione ed esposizione, avrebbero potuto riconoscere i propri problemi, cambiare rotta in tempo ed evitare di subire una perdita nella loro vita. Dopo aver corretto il loro stato, avrebbero potuto svolgere meglio i propri doveri. Se non avessero accettato la verità, la mia coscienza sarebbe stata tranquilla perché avrei adempiuto la mia responsabilità impegnandomi nella condivisione e aiutandoli. Successivamente, ho appreso che dopo essere state destituite, Xiaozhen e Lin Lin avevano riflettuto e riconosciuto i loro problemi, e in seguito avevano ripreso a svolgere i loro doveri. Questo dimostrava che non erano persone che non accettavano la verità, ma che avevano semplicemente vissuto in uno stato corrotto e attraversato il cammino sbagliato per un certo periodo. Tuttavia, io ero rimasta a guardare mentre erano vincolate da un’indole corrotta, influenzando il lavoro della chiesa senza offrirle condivisione ed aiuto. Sono stata davvero irresponsabile!

Pensavo di riuscire ad andare d’accordo con gli altri e di non aver fatto nulla di evidente per opprimere o tormentare le persone, quindi credevo che la mia umanità fosse relativamente buona. Ma dopo essermi confrontata con le parole di Dio, ho cominciato a comprendere meglio me stessa. Ho letto altre parole di Dio: “È necessario un criterio per avere una buona umanità. Non è questione di intraprendere la via della moderazione, non aderire ai principi, sforzarti di non offendere nessuno, cercare di ingraziarti tutti, essere mellifluo e untuoso con chiunque incontri e fare in modo che tutti parlino bene di te. Non è questo il criterio. Allora qual è il criterio? È essere in grado di sottomettersi a Dio e alla verità. È trattare il proprio dovere e ogni genere di persone, eventi e cose secondo i principi e con un senso di responsabilità. Questo è ben visibile a tutti; ognuno lo ha chiaro nel proprio cuore. Inoltre Dio sottopone a scrutinio il cuore degli esseri umani e ne conosce la situazione, uno per uno; chiunque sia, nessuno può imbrogliare Dio. Alcuni si vantano continuamente di possedere una buona umanità, di non parlare mai male degli altri, di non danneggiare mai gli interessi degli altri e affermano di non aver mai bramato la proprietà altrui. Quando c’è una disputa di interessi, addirittura preferiscono subire una perdita piuttosto che approfittare degli altri, e tutti li reputano delle brave persone. Però, nello svolgere il loro dovere nella casa di Dio sono scaltri e viscidi e tramano sempre per il proprio tornaconto. Non pensano mai agli interessi della casa di Dio, non considerano mai urgenti le cose che Dio considera urgenti né pensano come pensa Dio, e non sono mai capaci di accantonare i propri interessi per compiere il proprio dovere. Non rinunciano mai ai propri interessi. Anche quando vedono persone malevole commettere il male, non le smascherano; non hanno principi di alcun genere. Che tipo di umanità è questa? Non una buona umanità(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Dando il proprio cuore a Dio si può ottenere la verità”). Dalle parole di Dio, ho realizzato che una persona con una vera, buona umanità ha un cuore sincero verso Dio, è amorevole verso i fratelli e le sorelle, collabora con gli altri secondo i principi, prende posizione e, quando vede qualcuno che disturba o influisce sul lavoro della chiesa, sa alzarsi per esporlo e proteggere gli interessi della casa di Dio. Tuttavia, per mantenere le relazioni con le persone, ho visto gli altri vivere con un’indole corrotta e prendere il cammino sbagliato, ma non ho condiviso con loro per aiutarli, il che ha causato alcune perdite al lavoro. Solo ora vedo chiaramente che la mia umanità non era affatto buona, e ho accettato sinceramente la valutazione del leader su di me dal profondo del mio cuore.

Successivamente, ho letto un passaggio delle parole di Dio che mi ha fornito un percorso pratico per risolvere il problema di essere una persona che cerca di compiacere gli altri. Dio dice: “Se hai le motivazioni e la prospettiva di una ‘persona compiacente’, allora, in tutte le questioni, sarai incapace di praticare la verità e di rispettare i principi, e fallirai sempre e cadrai. Se non ti risvegli e non cerchi mai la verità, allora sei un miscredente e non otterrai mai la verità e la vita. Che cosa dovreste fare, allora? Di fronte a queste cose, devi pregare Dio e invocarLo, implorando la salvezza e chiedendoGli di darti più fede e forza e metterti in grado di rispettare i principi, di fare ciò che dovresti fare, di gestire le cose secondo i principi, di rimanere saldo nella posizione in cui dovresti stare, proteggere gli interessi della casa di Dio e impedire che si verifichi un danno all’opera della casa di Dio. Se sei in grado di ribellarti contro i tuoi interessi personali, il tuo orgoglio e il tuo punto di vista di ‘persona compiacente’, e se fai ciò che dovresti fare con un cuore onesto e indiviso, allora avrai sconfitto Satana e avrai guadagnato questo aspetto della verità(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che ogni volta che ho la mentalità e l’intenzione di compiacere gli altri, dovrei pregare di più, chiedendo a Dio di darmi la forza per ribellarmi a me stessa. Invece di mantenere relazioni con gli altri, dovrei praticare la verità, rispettare i principi ed essere una persona che sostiene il lavoro della chiesa. In questo modo, posso gradualmente entrare nella verità realtà di questo aspetto.

In seguito, sono stata assegnata a supervisionare il lavoro in un’altra chiesa. Pochi giorni dopo il mio arrivo, ho notato che i fratelli e le sorelle con cui collaboravo erano sempre molto occupati con vari lavori, e a volte erano così impegnati che non avevano tempo per la condivisione. La loro vita di chiesa non era normale. Ho pensato tra me e me: “La responsabilità principale di un leader e di un lavoratore è garantire una buona vita di chiesa, guidando i fratelli e le sorelle a mangiare, bere e comprendere le parole di Dio per entrare nella verità realtà. Ma se tutti sono occupati con il lavoro ogni giorno e non si concentrano sul proprio ingresso nella vita, come potrebbero guidare i fratelli e le sorelle a vivere una buona vita di chiesa?” Volevo davvero far notare questo problema a tutti, ma ho esitato: “Sono appena arrivata e se adesso evidenzio la questione, potrebbe sembrare che stia cercando di mostrare quanto diligentemente persegua la verità. Inoltre, ogni giorno c’è molto lavoro da gestire, il che è un vero problema. Se faccio notare adesso la cosa, forse penseranno che sono insensibile e che mi limito a criticare, creando così una cattiva impressione di me? Questo renderebbe la nostra futura cooperazione e interazione davvero imbarazzante!” Quando pensavo in questo modo, non riuscivo ad aprire bocca, ma non parlare mi faceva anche sentire in colpa. Sentivo che, sebbene fossimo impegnati ogni giorno, con un’adeguata pianificazione avremmo potuto trovare il tempo per riunirci. Inoltre, come leader e lavoratori, se non prestiamo attenzione a vivere la vita della chiesa e non ci sforziamo per la verità, è facile smarrirsi. Non potevo continuare a mantenere le relazioni con gli altri come facevo in passato, fallendo nel far notare i problemi che scoprivo. Questo avrebbe danneggiato sia gli altri che me stessa e avrebbe anche ritardato il lavoro della chiesa. Poi ho pensato alle parole di Dio: “Se sei in grado di ribellarti contro i tuoi interessi personali, il tuo orgoglio e il tuo punto di vista di ‘persona compiacente’, e se fai ciò che dovresti fare con un cuore onesto e indiviso, allora avrai sconfitto Satana e avrai guadagnato questo aspetto della verità(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Pensando a questo, ho messo in evidenza i problemi che avevo notato davanti a tutti e ho condiviso le conseguenze se non ci fossimo concentrati sulla vita della chiesa. Diversi collaboratori hanno anche menzionato che recentemente non avevano prestato attenzione alla vita della chiesa. Sebbene fossero occupati ogni giorno, si sentivano vuoti dentro e non riuscivano a vedere il loro stato o i problemi nel loro lavoro. Erano disposti a rimediare a questa situazione. Dopo di che, abbiamo pianificato il nostro tempo in modo ragionevole, ci siamo incontrati regolarmente per la condivisione, abbiamo riflettuto sui nostri stati alla luce delle parole di Dio, e abbiamo prontamente condiviso e riassunto eventuali problemi o deviazioni nel nostro lavoro. Praticando in questo modo, tutti hanno tratto dei benefici. Non solo abbiamo acquisito discernimento riguardo alla nostra indole corrotta e alle opinioni fallaci sulle cose, ma abbiamo anche visto più chiaramente i problemi e le deviazioni nel nostro lavoro.

Dopo essere passata attraverso questa esperienza, ho ottenuto una comprensione corretta del significato di buona umanità. Non è semplicemente l’apparenza di non litigare, discutere, opprimere o tormentare gli altri che costituisce una buona umanità. La vera buona umanità implica la capacità di far notare e condividere i problemi che si vedono negli altri, aiutando le persone a svolgere i propri doveri e ad accedere alla vita, prendendo posizione contro ciò che non è in linea con la verità, sostenendo i principi per evidenziarli e proteggere il lavoro della chiesa. Nel frattempo, ho anche cominciato a vedere più chiaramente la natura e le conseguenze dell’essere una persona che cerca di compiacere gli altri, e sono in grado di ribellarmi consapevolmente a me stessa e comportarmi secondo le parole di Dio. Questa piccola trasformazione e comprensione che ho acquisito sono dovute alla salvezza di Dio. Grazie a Dio!

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