46. Perseverare nel diffondere il Vangelo in mezzo alle tribolazioni
Nel giugno 2022, il leader ha detto che una chiesa era stata recentemente oggetto di un’incursione da parte del Partito Comunista Cinese, e che ora il loro lavoro del Vangelo non era efficace, quindi il leader voleva che vi andassi come supervisore. Il leader ha riferito anche che cinque o sei lavoratori del Vangelo erano stati arrestati e che era necessario formare rapidamente nuovo personale. Ero un po’ preoccupata e pensavo: “Sono già braccata dal PCC e sono stata quasi catturata due volte. Se vado lì e mi espongo, sarò monitorata e arrestata dalla polizia? Se sarò arrestata, torturata, picchiata a morte, o non riuscirò a resistere alla coercizione e agli incentivi della polizia e tradirò Dio, allora il mio cammino di fede in Dio sarà completamente finito”. Pensando questo, non volevo accettare, ma mi sentivo un po’ in colpa, pensavo: “Credo in Dio da molti anni, ma quando si arriva al dunque, penso ancora sempre ai miei interessi. Sono davvero ribelle! Non posso continuare a proteggere i miei interessi”. Con questo pensiero, mi sono sottomessa e ho accettato questo dovere.
Dopo essere arrivata nella chiesa, ho appreso che il lavoro del Vangelo era inefficace perché i lavoratori del Vangelo vivevano tutti in uno stato di timidezza. Ho trovato subito alcune parole di Dio da condividere con i fratelli e le sorelle, aiutandoli a comprendere verità come l’autorità di Dio, il fatto che la vita e la morte degli uomini sono nelle mani di Dio, e che la diffusione del Vangelo è la nostra missione. Dopo aver sentito questo, la fede di tutti è stata rafforzata, hanno riconosciuto il loro egoismo e la loro bassezza, hanno provato rimorso, ed erano disposti a cambiare le cose e a svolgere bene il lavoro del Vangelo. Mi sentivo così grata a Dio. Dopo un po’ di tempo, il lavoro del Vangelo è migliorato. Ma inaspettatamente, cinque mesi dopo, altri fratelli e sorelle sono stati rintracciati e arrestati. Anche la sorella che ospitava le nostre riunioni è stata interrogata dalla polizia. Poi il leader ha inviato una lettera dicendo che i collaboratori con cui ero stata in contatto di recente erano stati tutti arrestati, e che ora anch’io ero in pericolo e che dovevo andarmene in fretta. Dopo aver letto la lettera, mi sono lasciata un po’ prendere dal panico e ho pensato: “Negli ultimi tempi sono stata quasi sempre in giro con questi collaboratori per diffondere il Vangelo. Ora che sono stati tutti arrestati, se la polizia controlla i propri registri di sorveglianza, mi troverà sicuramente. Devo nascondermi! Non posso permettere che la polizia mi prenda!” Ho pensato a come la polizia si recava a casa mia ogni anno per chiedere informazioni su dove fossi, e che se questa volta mi avessero davvero presa, non mi avrebbero sicuramente lasciata andare. Se non avessi resistito alla tortura e alla coercizione e avessi tradito Dio, alla fine, non solo il mio corpo sarebbe stato punito, ma anche la mia anima sarebbe andata all’inferno. Ho deciso quindi che la cosa più importante fosse nascondermi e proteggere me stessa. Ho consegnato rapidamente tutto il lavoro di follow up al leader, e pur sapendo che c’erano potenziali destinatari del Vangelo che avevano bisogno della mia predicazione e nuovi arrivati che avevano bisogno di essere irrigati da me, ho messo queste cose in secondo piano.
Più tardi, ho sentito che molti fratelli e sorelle stavano diffondendo il Vangelo e svolgendo i loro doveri, e ho guardato a me stessa che, temendo di essere arrestata, non osavo diffondere il Vangelo o testimoniare Dio. Mi sono chiesta: non sono forse come la zizzania che viene scoperta durante la grande tribolazione? Più ci pensavo, più ero sconvolta. Non riuscivo a mangiare né a dormire, e riflettevo: “Perché credo in Dio? Attualmente sto vivendo una vita patetica per evitare di essere arrestata dalla polizia e, in un momento in cui il Vangelo deve essere diffuso, non mi faccio avanti e non porto alcuna testimonianza. Sto davvero trascurando il mio dovere!” Ho letto le parole di Dio: “Quello che desidero è la tua lealtà e sottomissione ora, il tuo amore e la tua testimonianza ora. Anche se in questo momento non sai di quale testimonianza o di quale amore si tratti, dovresti portarMi tutto ciò che è tuo e consegnarMi gli unici tesori che hai: la tua lealtà e la tua sottomissione. Devi sapere che la testimonianza della Mia sconfitta di Satana sta nella lealtà e nella sottomissione dell’uomo, così come la testimonianza della Mia completa conquista dell’uomo. Il dovere della tua fede in Me è di testimoniarMi, di essere leale verso di Me e nessun altro, e di essere sottomesso sino alla fine. Prima che inizi la fase successiva della Mia opera, come Mi testimonierai? Come sarai leale e sottomesso nei Miei confronti? Dedichi tutta la tua lealtà alla tua funzione o semplicemente rinuncerai? Preferiresti sottometterti a ogni Mia disposizione (fosse anche la morte o la distruzione) o fuggiresti a metà strada per evitare il Mio castigo? Io ti castigo affinché tu Mi testimoni e Mi sia leale e sottomesso. Per di più, il castigo attuale ha il fine di svolgere la fase successiva della Mia opera e permetterne l’avanzamento senza ostacoli. Pertanto, ti esorto a essere saggio e a non trattare la tua vita o il significato della tua esistenza come sabbia senza valore. Puoi sapere esattamente quale sarà la Mia opera a venire? Sai come opererò nei giorni a venire e come si svolgerà la Mia opera? Dovresti conoscere il significato della tua esperienza della Mia opera e ancora di più il significato della tua fede in Me” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Che cosa sai della fede?”). Le parole di Dio mi hanno improvvisamente risvegliata. È vero, Dio vuole la lealtà e la sottomissione delle persone, e anche sconfiggere Satana richiede lealtà. Ma, dopo aver appreso che i miei collaboratori erano stati arrestati, temevo che la polizia avrebbe controllato i registri di sorveglianza e mi avrebbe trovata, così mi sono nascosta, tenendo conto della mia sicurezza, e ho messo da parte i potenziali destinatari del Vangelo senza preoccuparmi e senza alcun senso di responsabilità. La calamità era diventata così grande, ma alcuni potenziali destinatari del Vangelo non avevano ancora sentito il Vangelo di Dio, e i nuovi arrivati non avevano ancora messo radici e rischiavano di allontanarsi, ma io li ho abbandonati senza farmi scrupoli. Ero davvero indegna di fiducia. Ho sempre detto che devo essere fedele a Dio, ma quando mi sono trovata di fronte ai fatti sono stata rivelata. Quello che dicevo prima erano bugie per ingannare Dio. Dio vuole persone che sappiano ascoltare le Sue parole, che siano in grado di esserGli leali in ogni momento, ma io ho abbandonato il mio dovere e mi sono nascosta di fronte a un piccolo pericolo, noncurante dell’eventuale impatto delle mie azioni sulla vita dei nuovi arrivati. Ho visto che non avevo lealtà né testimonianza in mezzo alle tribolazioni e alle prove. Ero una tale delusione per Dio! Ho pensato a Giobbe, che era stato derubato di ogni suo avere una notte, si era coperto di pustole e la cui moglie lo esortava persino ad abbandonare Dio: eppure egli aveva preferito maledire sé stesso anziché biasimare Dio, mentre affrontava prove dolorosissime dal punto di vista fisico e mentale, ed era rimasto saldo nella sua testimonianza, finendo per umiliare e sconfiggere Satana. Ho pensato anche ad Abramo che, con le sue stesse mani, aveva alzato un coltello su suo figlio per offrirlo in sacrificio a Dio, dimostrandoGli assoluta sottomissione. In confronto, io non avevo né lealtà né sottomissione. Dovevo pentirmi di fronte a Dio, seguire gli esempi di Giobbe e Abramo: anche se fossi stata catturata, torturata e avessi perso la vita, dovevo rimanere salda nella mia testimonianza e umiliare Satana. Tenendo a mente queste cose, ho guadagnato fede e forza, e ho scritto rapidamente al leader, dicendo che potevo trasferirmi in un’altra chiesa per diffondere il Vangelo.
In seguito, sono andata nella chiesa di Shu Guang. Ma un mese dopo, il gran dragone rosso ha messo le sue grinfie anche sulla chiesa di Shu Guang, e ha arrestato una dozzina di fratelli e sorelle in un colpo solo. Poi ho sentito che qualcuno ci aveva venduto come Giuda, e che la polizia aveva usato la foto di una sorella affinché il Giuda la identificasse. Ho pensato che questa sorella era spesso con me: se la sua foto era in possesso della polizia, allora avevano anche la mia? Se la polizia l’avesse rintracciata, sarei stata coinvolta anch’io. Mi sono anche resa conto che, non essendo del posto, se fossi stata catturata, la pena sarebbe stata più pesante, quindi avrei dovuto evitare di uscire allo scoperto, altrimenti avrei potuto essere la prossima a essere catturata. Così ho smesso di andare in chiesa per svolgere il lavoro del Vangelo. Più tardi, mi sono improvvisamente ricordata come l’ultima volta, poiché i collaboratori della chiesa erano stati arrestati, per la paura mi ero nascosta per più di venti giorni, ritardando il lavoro. Se mi fossi nascosta ogni volta che c’era anche il minimo segno di problemi, come avrei potuto diffondere il Vangelo? Pensando a questo, la mia coscienza si è riempita di sensi di colpa. Di fronte alle tribolazioni, non pensavo a come proteggere il lavoro della chiesa, ma solo alla mia sicurezza. Ero stata veramente egoista e spregevole! In seguito, ho incominciato a incontrare fratelli e sorelle per condividere con loro su come essere leali e adempiere bene ai nostri doveri.
Dopo un certo periodo di tempo, altre chiese sono state oggetto di blitz da parte del PCC, e la polizia ha iniziato a sorvegliare anche la casa dove ci riunivamo. In mancanza di un luogo adatto, eravamo costretti a riunirci in luoghi improvvisati, in case abbandonate da tempo o vicino ai cimiteri. Un giorno, mentre ci riunivamo di nuovo in una vecchia casa, una sorella è arrivata di corsa e ha detto: “Questo posto non è più sicuro. Ieri sono venuti più di cinquanta poliziotti a perquisire le case, diverse contenevano libri con le parole di Dio. La polizia sta ancora fermando e ispezionando le auto sulla strada!” Sentendo questo, il mio cuore ha iniziato a battere come quello di un coniglio e ho pensato: “Il PCC ha minacciato che i credenti catturati verranno picchiati a morte e moriranno senza poter essere vendicati, quindi cadere nelle loro mani significa una morte quasi certa! Il PCC mi ha sempre dato la caccia, quindi se mi prendono, mi picchieranno sicuramente a morte”. A questo pensiero, mi sono tirata di nuovo indietro e non mi arrischiavo a diffondere il Vangelo. Più tardi, ho letto le parole di Dio: “Inoltre, come morirono quei discepoli del Signore Gesù? Alcuni furono lapidati, trascinati da un cavallo, crocifissi a testa in giù, squartati dai cavalli: andarono incontro a ogni sorta di morte. Quale fu il motivo della loro morte? Vennero forse giustiziati legittimamente per i loro crimini? No. Furono condannati, bastonati, insultati e messi a morte perché diffondevano il Vangelo del Signore e anche respinti dalle persone del mondo: così furono martirizzati. […] In realtà, questo fu il modo in cui morì e perì il loro corpo; questa fu la modalità di dipartita dal mondo umano, ma ciò non significava che il loro esito fosse lo stesso. A prescindere dalle modalità della morte e della dipartita e comunque siano avvenute, non era il modo in cui Dio definiva l’esito finale di queste vite, di questi esseri creati. È una cosa che devi capire chiaramente. Al contrario, utilizzarono proprio questa modalità per condannare questo mondo e testimoniare le azioni di Dio. Questi esseri creati utilizzarono la loro preziosissima vita: sfruttarono l’ultimo istante della loro vita per testimoniare le azioni di Dio, testimoniare la Sua grande potenza e dichiarare a Satana e al mondo che le azioni di Dio sono giuste, che il Signore Gesù è Dio, che Egli è il Signore e l’incarnazione di Dio. Fino all’ultimo istante della loro vita non rinnegarono mai il nome del Signore Gesù. Non fu forse un genere di giudizio su questo mondo? Sfruttarono la loro vita per proclamare al mondo, per confermare agli esseri umani che il Signore Gesù è il Signore, che il Signore Gesù è Cristo, che Egli è l’incarnazione di Dio, che l’opera di redenzione da Lui compiuta per l’intera umanità consente all’umanità di continuare a vivere: questo dato di fatto è immutabile in eterno. In quale misura compirono il loro dovere coloro che subirono il martirio per aver diffuso il Vangelo del Signore Gesù? Nella misura estrema? E come si manifestò la misura estrema? (Diedero la vita.) Proprio così: pagarono il prezzo con la loro vita. Famiglia, ricchezza e beni materiali di questa vita sono tutte cose esteriori; l’unica cosa legata al sé è la vita stessa. Per ogni persona la vita è la cosa più degna di essere apprezzata, la più preziosa e, guarda caso, queste persone furono in grado di offrire il loro bene più prezioso, la vita, come conferma e testimonianza dell’amore di Dio per l’umanità. Fino al giorno in cui morirono, non rinnegarono il nome di Dio, né rinnegarono la Sua opera, e sfruttarono gli ultimi istanti di vita per testimoniare l’esistenza di questo dato di fatto: non è forse la testimonianza più alta? Questo è il modo migliore di assolvere il proprio dovere; questo è ciò che significa adempiere la propria responsabilità. Quando Satana le minacciò e le terrorizzò e quando alla fine fece persino pagare loro il prezzo con la vita, non abbandonarono la loro responsabilità. Questo è ciò che significa assolvere il proprio dovere nella misura estrema. Che cosa intendo con questo? Intendo forse farvi adottare lo stesso metodo per testimoniare Dio e diffondere il Suo Vangelo? Non sei tenuto necessariamente a fare così, ma devi capire che questa è la tua responsabilità, che se Dio ha bisogno che tu lo faccia, devi accettarlo come qualcosa che sei moralmente obbligato a fare” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Diffondere il Vangelo è il dovere a cui sono moralmente obbligati tutti i fedeli”). Leggere le parole di Dio mi ha dato fede. Il destino di ogni persona è determinato dalla sovranità di Dio, e non importa quali siano le circostanze in cui mi imbatto nel diffondere il Vangelo, devo portare avanti il mio dovere di essere creato. Ho pensato ai discepoli del Signore Gesù che sopportarono molte persecuzioni e tribolazioni per diffondere il Vangelo del regno dei cieli e che alla fine furono martirizzati per il Signore. Alcuni furono crocifissi, altri trascinati a morte da cavalli e altri ancora lapidati, ma non abbandonarono mai la loro missione o le loro responsabilità. I loro corpi potevano essere morti, ma le loro anime erano nelle mani di Dio, e il prezzo delle loro vite che hanno pagato per diffondere il Vangelo è valso loro l’approvazione di Dio. Poi ho ricordato le parole del Signore Gesù: “E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto Colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna” (Matteo 10:28). La mia vita, la mia morte, il mio futuro e il mio destino sono tutti nelle mani di Dio. Anche se la polizia mi cattura e mi picchia a morte, non può porre fine alla mia anima. La morte del corpo non è terrificante, ciò che è terrificante è sentire parlare di pericolo e poi nascondermi per paura della mia vita, non osando fare il mio dovere, e quindi perdere la mia testimonianza vivendo in modo così patetico. Vivendo così, anche se non fossi catturata, sarei comunque eliminata al termine dell’opera di Dio. Capito questo, non ero più limitata dalla paura della morte.
Un giorno ho letto un altro passo delle parole di Dio: “Oltre a considerare la propria incolumità, a cosa pensano certi anticristi? Dicono: ‘In questo momento l’ambiente è sfavorevole, quindi facciamoci vedere meno in giro e predicano meno il Vangelo. In questo modo avremo minori probabilità di essere arrestati e il lavoro della chiesa non verrà distrutto. Se evitiamo la cattura, non diventeremo dei giuda e in futuro potremo rimanere, giusto?’ Non è vero che ci sono degli anticristi che si servono di simili pretesti per fuorviare i loro fratelli e sorelle? […] Quali principi seguono? Dicono: ‘Un coniglio astuto ha tre tane. Per difendersi dall’attacco di un predatore, un coniglio deve preparare tre tane in cui nascondersi. È accettabile che una persona affronti un pericolo e debba scappare ma non abbia un posto dove nascondersi? Dobbiamo imparare dai conigli! Gli animali creati da dio hanno questa capacità di sopravvivenza e le persone dovrebbero imparare da loro’. Da quando hanno assunto un ruolo di leadership, si sono resi conto di questa dottrina e credono addirittura di aver compreso la verità. In realtà, sono terribilmente spaventati. Non appena sentono parlare di un leader che è stato denunciato alla polizia perché il luogo in cui viveva non era sicuro, o di uno che è stato preso di mira dalle spie del gran dragone rosso perché usciva troppo spesso per svolgere il proprio dovere e interagiva con troppe persone, e poi di come queste persone sono finite arrestate e messe in carcere, cadono immediatamente in preda al terrore. Pensano: ‘Oh no, sarò io il prossimo a essere arrestato? Devo imparare da questo. Non dovrei darmi troppo da fare. Se posso evitare di svolgere parte del lavoro della chiesa, lo eviterò. Se posso evitare di farmi vedere in giro, non mi farò vedere. Ridurrò al minimo il mio lavoro, eviterò di uscire e di interagire con chiunque e farò in modo che nessuno sappia che sono un leader. Di questi tempi, chi può permettersi di preoccuparsi degli altri? Il solo fatto di rimanere in vita è già una sfida!’ Da quando hanno assunto il ruolo di leader, a parte portare una borsa e nascondersi, non svolgono alcun lavoro. Vivono in preda alla tensione, nel costante timore di essere arrestati e messi in prigione. Supponiamo che sentano qualcuno dire: ‘Se ti prendono, ti uccideranno! Se tu non fossi un leader, se fossi solo un comune credente, magari potresti essere rilasciato dopo aver pagato una piccola ammenda, ma dal momento che sei un leader è difficile dirlo. È troppo pericoloso! Alcuni leader o lavoratori che sono stati arrestati si sono rifiutati di fornire informazioni e sono stati picchiati a morte dalla polizia’. Quando sentono che qualcuno è stato picchiato a morte, la loro paura si intensifica e diventano ancora più timorosi di lavorare. Ogni giorno pensano solo a come evitare di essere presi, di farsi vedere in giro, di essere controllati e di entrare in contatto con i loro fratelli e sorelle. Si arrovellano il cervello nel pensare a queste cose e si dimenticano completamente dei loro doveri. Costoro sono persone leali? Persone come queste sono in grado di gestire un qualsiasi lavoro? (No.) Gli individui di questo genere sono semplicemente dei pavidi e non possiamo etichettarli come anticristi solo in base a questa manifestazione, ma qual è la natura di questa manifestazione? L’essenza di questa manifestazione è che sono dei miscredenti. Non credono che Dio possa proteggere l’incolumità delle persone e certamente non credono che dedicarsi a spendersi per Dio significhi dedicarsi alla verità e che sia qualcosa che Dio approva. Nel loro cuore non temono Dio, hanno paura solo di Satana e dei partiti politici malvagi. Non credono nell’esistenza di Dio, non credono che tutto sia nelle Sue mani e certamente non credono che Egli approvi che una persona sacrifichi tutto per Lui, per seguire la Sua strada e per portare a termine l’incarico da Lui ricevuto. Non riescono a vedere nulla di tutto questo. In che cosa credono? Credono che se cadranno nelle mani del gran dragone rosso faranno una brutta fine, che potrebbero andare in prigione o addirittura rischiare di perdere la vita. Nel proprio cuore pensano solo alla propria incolumità, e non al lavoro della chiesa. Non sono forse dei miscredenti? (Sì.) Cosa dice la Bibbia? ‘Chi avrà perduto la sua vita per causa Mia, la troverà’ (Matteo 10:39). Costoro credono a queste parole? (No.) Se viene chiesto loro di correre un rischio mentre svolgono il loro dovere, desidereranno nascondersi e non farsi vedere da nessuno, vorranno essere invisibili. Ecco fino a che punto hanno paura. Non credono che Dio è il sostegno dell’uomo, che tutto è nelle Sue mani, che, se qualcosa va davvero storto o vengono realmente arrestati, ciò avviene con il permesso di Dio, e che le persone devono avere un cuore di sottomissione. Costoro non possiedono un cuore di questo tipo, una tale comprensione o una tale preparazione. Credono veramente in Dio? (No.) L’essenza di questa manifestazione non è forse quella di un miscredente? (Sì.) Ecco come stanno le cose. Le persone di questo tipo sono estremamente pavide, terribilmente timorose, e hanno paura della sofferenza fisica e che accada loro qualcosa di brutto. Si spaventano come uccelli impazziti e non riescono più a svolgere il loro lavoro” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte seconda”). Dio ci rivela che gli anticristi sono particolarmente egoisti e spregevoli e non credono affatto nella sovranità di Dio. Quando accadono loro delle cose, pensano sempre alla loro sicurezza, alle loro prospettive e alle loro destinazioni. Le responsabilità e la missione di un essere creato non esistono nel loro cuore. Quando affrontano un pericolo nella loro fede, si nascondono. Non si preoccupano del lavoro della chiesa o dell’accesso alla vita dei fratelli e delle sorelle, e non considerano affatto gli interessi della casa di Dio. Guardandomi di nuovo, ho visto che ero egoista e spregevole come un anticristo. Quando non c’era pericolo sapevo soffrire e spendermi nel mio dovere, ma quando arrivavano pericoli e difficoltà reali, mi nascondevo come una tartaruga che ritira la testa nel guscio al minimo segno di difficoltà, volevo nascondermi in un luogo sicuro dove nessuno potesse trovarmi, e ignoravo completamente i nuovi arrivati e i potenziali destinatari del Vangelo. Più tardi, ho saputo che eravamo stati venduti da un Giuda e ho pensato di nuovo alla mia sicurezza. Temevo che, non essendo del posto, sarei stata picchiata a morte o storpiata se fossi stata catturata, o che non avrei resistito alla tortura e avrei venduto la chiesa, perdendo la mia possibilità di salvezza, quindi non volevo andare a predicare il Vangelo. Non riconoscevo la sovranità di Dio e, di fronte al pericolo, mettevo in secondo piano il mio dovere. Non proteggevo affatto gli interessi della casa di Dio e vivevo interamente in uno stato di timidezza, paura e autoconservazione. Ero stata una miscredente così egoista e spregevole! Rendendomi conto di queste cose, ho provato ancora più rammarico. Ho pensato: “Non importa quale sia l’ambiente che dovrò affrontare la prossima volta, devo fare il mio dovere in modo corretto”.
Dopo di ciò, gli arresti della polizia si sono fatti più severi e i leader superiori mi hanno trasferita in un’altra chiesa. Appena due mesi dopo il mio arrivo in quella chiesa, ho notato che sulla mia bicicletta elettrica era stato installato un localizzatore. Ho pensato: “La polizia mi ha rintracciata qui controllando i registri di sorveglianza lungo il percorso? Se è così, non ho modo di scappare!” Mi sono sentita di nuovo spaventata, temendo che se fossi uscita allo scoperto sarei stata arrestata dalla polizia. Ma ho ricordato le parole di Dio di prima, e sapevo che non potevo abbandonare di nuovo il mio dovere per proteggermi, perché avrei perso la mia testimonianza. Ho letto altre parole di Dio: “Per quanto ‘potente’ sia Satana, per quanto sia audace e ambizioso, per quanto grande sia la sua capacità di infliggere danni, per quanto di ampia portata siano le tecniche con cui corrompe e alletta l’uomo, per quanto astuti siano i trucchi e le macchinazioni con cui intimidisce l’uomo, per quanto mutevole sia la forma in cui esiste, non è mai stato in grado di creare un unico essere vivente, non è mai stato in grado di stabilire leggi o regole per l’esistenza di tutte le cose e non è mai stato in grado di governare e dominare qualsivoglia oggetto, animato o inanimato. Nel cosmo e nel firmamento non vi è una singola persona o un solo oggetto che sia nato da Satana o che esista per causa sua; non vi è una singola persona o un solo oggetto che sia governato o controllato da Satana. Al contrario, Satana non solo deve vivere sotto il dominio di Dio, ma deve anche sottomettersi a tutti i Suoi ordini e comandi. Senza il permesso di Dio, è difficile che Satana tocchi anche una goccia d’acqua o un granello di sabbia sulla terra; senza il permesso di Dio, Satana non è nemmeno libero di spostare le formiche qua e là sulla terra, e tanto meno l’umanità, che è stata creata da Dio. Agli occhi di Dio, Satana è inferiore ai gigli della montagna, agli uccelli che volano in aria, ai pesci del mare e ai vermi della terra. Il suo ruolo in mezzo a tutte le cose è servirle, servire l’umanità e servire l’opera di Dio e il Suo piano di gestione” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico I”). Dio è sovrano su tutte le cose. Nessuna persona, evento o cosa può superare l’autorità di Dio. Per quanto Satana possa essere dilagante e feroce, non può superare i limiti che Dio ha stabilito per lui. Senza il permesso di Dio, non osa oltrepassare i limiti, tanto meno farci del male. Satana è solo una pedina nelle mani di Dio, che serve a perfezionare il popolo eletto di Dio! Ho riflettuto sugli anni trascorsi a diffondere il Vangelo quasi ogni giorno, sotto le telecamere di sorveglianza senza essere arrestata. Una volta, in una casa di accoglienza, la polizia ha bussato, ma noi non abbiamo aperto la porta, e mezz’ora dopo ci siamo camuffati prima di uscire; la polizia al piano di sotto non ci ha riconosciuti e siamo riusciti a scappare. Ho visto che, senza il permesso di Dio, la polizia non poteva prendermi. Rendendomi conto di questo, ho deciso che, se Dio avesse permesso che io fossi arrestata, mi sarei sottomessa alle Sue orchestrazioni e disposizioni e avrei dato la mia vita per testimoniare per Lui.
Più tardi, ho letto un inno della parola di Dio, intitolato “La vita più significativa”: “Sei un essere creato, pertanto sarebbe naturale per te adorare Dio e perseguire una vita ricca di significato. Poiché sei un essere umano, dovresti spenderti per Dio e patire tutte le sofferenze! Dovresti decisamente accettare di buon grado la poca sofferenza a cui sei sottoposto oggi e vivere una vita pregna di significato, come Giobbe e Pietro. Siete coloro che perseguono il giusto cammino, coloro che cercano il miglioramento. Siete coloro che si sollevano nella nazione del gran dragone rosso, coloro che Dio chiama i giusti. Non è questa la vita più ricca di significato?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Pratica (2)”). Riflettendo su questo inno, ho provato un senso di sicurezza nel mio cuore. Per un essere creato, essere in grado di compiere il proprio dovere è la cosa più significativa e preziosa, ed è ricordato da Dio. Passare attraverso ripetute persecuzioni e tribolazioni mi ha permesso di vedere veramente l’onnipotenza e la sovranità di Dio e di acquisire fede in Lui, di discernere l’essenza malvagia del gran dragone rosso, e di comprendere la mia natura egoistica. Soprattutto, ho imparato ad affrontare la morte. Sono cose che non avrei potuto ottenere in un ambiente confortevole. Grazie a Dio!