2. Cosa si nasconde dietro il silenzio
Tenevo molto al mio orgoglio ed ero costantemente preoccupata di come mi vedevano gli altri. Ogni volta che partecipavo a degli incontri diventavo molto nervosa e temevo sempre che se non avessi pregato o condiviso bene, gli altri mi avrebbero guardata dall’alto in basso. Prima di ogni preghiera mi preparavo in anticipo pensando alle parole esatte da usare. Quando condividevo sulle parole di Dio, se avevo una qualche comprensione esperienziale, non ero così preoccupata. Ma se mancavo di comprensione e non sapevo cosa condividere, il mio cuore batteva forte come se avessi le farfalle nello stomaco e i palmi delle mani mi sudavano. Nella vita quotidiana, se gli altri notavano i miei difetti mi sentivo estremamente imbarazzata e non osavo guardarli negli occhi: e ogni mia azione diventava molto limitata. Vivere in uno stato del genere mi ha spesso lasciata con la sensazione di essere profondamente soffocata, piena di dolore.
Ricordo quando ho iniziato a esercitarmi per svolgere il lavoro basato sui testi; una volta il supervisore è venuto a tenere un incontro con noi. La mia collaboratrice, sorella Yang Min, ha tenuto una condivisione molto specifica e ho pensato tra me e me: “Non potresti condividere meno? Hai già spiegato tutto quello che so, quindi se dopo dovessi condividere io, sarebbe ripetitivo. Allora il supervisore penserà sicuramente che non ho nessuna nuova comprensione. Se condivido su altro e non sono precisa, forse il supervisore penserà che la mia comprensione della verità è scarsa e che la mia condivisione non va dritta al punto?” Più ci pensavo, più mi sentivo in ansia. Ho letto un brano delle parole di Dio e poi un altro ancora, valutando da quale avrei potuto trarre qualche comprensione da esporre. In quel momento la mia mente era così confusa che non riuscivo a calmarmi e a rifletterci seriamente. Dopo aver letto a lungo, non sapevo ancora da dove cominciare. Speravo davvero che dopo l’intervento di Yang Min, il supervisore avrebbe continuato a condividere, così non avrei dovuto farlo io. Tuttavia, con mia sorpresa, dopo che Yang Min ha terminato il suo intervento, il supervisore mi ha chiesto di condividere. Temevo che se avessi detto di non avere alcuna comprensione, gli altri mi avrebbero guardata dall’alto in basso, così alla fine sono rimasta in silenzio. Sapevo che tutti aspettavano che io condividessi, ma mi sentivo troppo a disagio. In quel momento, una sorella mi ha ricordato senza mezzi termini: “Dovresti condividere su ciò che comprendi. Se hai paura di non condividere bene e di essere guardata dall’alto in basso dagli altri e continui a pensare a come condividere meglio o a come evitarlo del tutto, stai proteggendo la tua immagine. La tua intenzione è far sì che le persone abbiano una grande considerazione di te e occupare un posto nei loro cuori”. Quelle poche parole mi hanno colpita direttamente al cuore. Non osavo alzare la testa per guardare i fratelli e le sorelle, il mio viso bruciava e dentro di me sentivo che stavo opponendo resistenza. Ho pensato: “Anche io so che non dovrei essere così, ma non riesco proprio a evitarlo!” Vedendomi restare in silenzio per tutto il tempo, gli altri non hanno detto altro. In quel momento l’atmosfera era molto imbarazzante. Dopo l’incontro, mi sentivo costantemente angosciata e non riuscivo a svolgere appieno i miei doveri. Un’altra volta, sorella Zhang Xin ha chiesto a me e a Yang Min di darle un riscontro su un copione che aveva scritto. Poco dopo, Yang Min ha sottolineato i problemi che aveva notato e, al termine, Zhang Xin mi ha chiesto quali difficoltà avevo individuato. Ho pensato: “Sembra che il ragionamento non sia molto chiaro, ma non sono sicura di dove siano i problemi. Cosa dovrei dire? Se dico qualcosa di sbagliato sarà molto imbarazzante”. Per evitare di essere guardata dall’alto in basso, sono rimasta in silenzio. Zhang Xin mi ha chiesto di nuovo un parere e, sebbene in superficie sembrassi calma, dentro di me ero nervosa: “Non l’ho ancora capito. Cosa dovrei dire? Se menziono i piccoli problemi che ho notato, andrà bene se ho ragione; se invece sbaglio Zhang Xin non penserà che nonostante abbia lavorato sul copione per un po’ di tempo, non riesco nemmeno a identificare i problemi e che sono davvero pessima?” In quel momento, Zhang Xin si è spazientita e ha detto: “Non restare in silenzio. Se hai notato qualcosa, parlane. Se non hai notato niente, dillo e basta”. Tutti mi guardavano in silenzio. A quel punto mi sono sentita estremamente in imbarazzo e ho desiderato solamente di poter sprofondare nel terreno. Con riluttanza, ho detto: “Per adesso non ne parliamo; ora lasciamolo così come l’hai scritto”. Nessuno ha avuto altra scelta che tornare ai propri compiti. Sono rimasta lì seduta, molto imbarazzata e profondamente angosciata. Ripensando alla scena precedente, non ho potuto fare a meno di chiedermi come mi avessero vista le due sorelle. Più ci pensavo, più mi arrabbiavo e non ero dell’umore giusto per fare i miei doveri: sentivo come se un peso enorme mi schiacciasse il cuore. Pensando a come spesso vivevo in tale stato, ero molto addolorata e non sapevo quale lezione avrei dovuto imparare. Così ho pregato Dio e Gli ho chiesto di illuminarmi e guidarmi per comprendere il mio vero stato.
In seguito ho letto due brani delle parole di Dio e ho acquisito una certa comprensione del mio stato. Dio dice: “Se nella tua vita ti senti spesso sotto accusa, se il tuo cuore è inquieto, se non provi pace né gioia e spesso sei assediato dalla preoccupazione e dall’ansia per ogni genere di cose, questo cosa dimostra? Semplicemente che non pratichi la verità, che non sei saldo nella tua testimonianza a Dio. Quando vivi secondo l’indole di Satana, tendi a non praticare la verità il più delle volte, a tradire la verità, a essere egoista e vile; difendi solo la tua immagine, il tuo nome, il tuo prestigio e i tuoi interessi. Vivere sempre e solo per te stesso ti porta un gran dolore. Hai talmente tanti desideri egoistici, vincoli, catene, dubbi e fastidi che non hai un minimo di pace né di gioia. Vivere per la carne corrotta implica un’eccessiva sofferenza. Coloro che perseguono la verità sono diversi. Più comprendono la verità, più diventano liberi ed emancipati; più praticano la verità, più hanno pace e gioia. Quando acquisiranno la verità, vivranno completamente nella luce, godranno delle benedizioni di Dio e non patiranno alcun dolore” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “L’ingresso nella vita deve iniziare con l’esperienza dell’assolvimento del proprio dovere”). “Alcuni parlano poco a causa della scarsa levatura o dell’ingenuità, della mancanza di pensieri complessi, mentre quando è l’anticristo a parlare raramente, il motivo è un altro: è un problema di indole. Gli anticristi parlano raramente quando sono con gli altri e non esprimono di buon grado le proprie opinioni sulle questioni. Perché non le esprimono? In primo luogo, sicuramente sono sprovvisti della verità e non riescono a vedere chiaramente le cose. Se parlassero, potrebbero commettere degli errori ed essere capiti a fondo; temono di essere guardati dall’alto in basso, quindi si fingono taciturni e simulano profondità, rendendo agli altri difficile valutarli e apparendo saggi e distinti. Data questa loro facciata, le persone non osano sottovalutarli e, vedendo il loro aspetto apparentemente calmo e composto, li tengono ancora più in considerazione e non osano offenderli. Questo è l’aspetto subdolo e malvagio degli anticristi. Non esprimono di buon grado le loro opinioni perché queste per la maggior parte non sono in linea con la verità, e sono invece solo nozioni e fantasie umane, indegne di essere portate alla luce del sole. Quindi rimangono in silenzio. Dentro di sé, sperano di ottenere un po’ di luce da poter riflettere per ottenere ammirazione, ma, poiché ne sono sprovvisti, restano silenziosi e nascosti durante le condivisioni sulla verità, appostati nell’ombra come fantasmi in attesa di un’opportunità. Quando qualcun altro parla in modo illuminato, trovano il modo di fare propria la sua luce, esprimendola in altri termini per mettersi in mostra. Ecco quanto sono astuti gli anticristi. Qualsiasi cosa facciano, cercano di distinguersi e di essere superiori, perché solo così si sentono soddisfatti. Se non ne hanno l’opportunità, per prima cosa si nascondono e tengono le loro opinioni per sé. Questa è l’astuzia degli anticristi. Per esempio, quando la casa di Dio diffonde un sermone, alcuni dicono che sembra costituito da parole di Dio, mentre ad altri pare più una condivisione del Supremo. Le persone dal cuore relativamente ingenuo esprimono chiaramente ciò che pensano, mentre gli anticristi, anche se hanno un’opinione in merito, la tengono nascosta. Osservano e si tengono pronti a seguire l’opinione della maggioranza, ma in realtà non riescono a comprendere a fondo la questione. Possono persone così scaltre e astute comprendere la verità o acquisire reale discernimento? Cosa può capire a fondo chi non comprende la verità? Non può capire a fondo nulla. Alcuni non riescono a capire a fondo le cose, eppure si fingono profondi; in realtà sono privi di discernimento e temono che gli altri li vedano chiaramente. L’atteggiamento corretto in queste situazioni è: ‘Non siamo in grado di capire a fondo questa questione. Dal momento che non ne sappiamo nulla, non dovremmo parlare con leggerezza. Parlare in modo scorretto può avere un impatto negativo. Aspetterò e vedrò cosa dice il Supremo’. Questo non è forse parlare onestamente? È un linguaggio semplicissimo, ma allora perché gli anticristi non si esprimono così? Conoscendo i propri limiti, non vogliono essere capiti a fondo, ma dietro a questo si cela anche un’intenzione spregevole: essere ammirati. Non è forse questo ciò che è più disgustoso?” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 6”). Le parole di Dio avevano esposto il mio stato e il mio comportamento. Ero esattamente come Lui aveva descritto: non esprimevo mai prontamente le mie opinioni né rivelavo i miei veri pensieri. Quando condividevo sulle parole di Dio durante le riunioni o discutevo questioni, non condividevo su tutto quello che comprendevo né mi aprivo in modo puro dicendo tutto quello che pensavo. Al contrario, avevo sempre paura di dire qualcosa di sbagliato, di non parlare bene o di non arrivare al punto e temevo che gli altri mi guardassero dall’alto in basso. Ho sempre avuto paura di esporre la mia vera statura, che gli altri mi capissero a fondo e dicessero che non valevo niente. Pertanto, mi sono sempre assicurata di parlare per ultima, lasciando che gli altri condividessero per primi o addirittura rimanendo in silenzio per tutta la durata dell’incontro, fingendo sempre di essere reticente e profonda di fronte ai fratelli e alle sorelle. Quando le mie carenze o i miei problemi venivano esposti, mi sentivo estremamente in imbarazzo, non ero dell’umore giusto per svolgere i miei doveri e provavo un dolore e un tormento interiore estremi. Ora ho capito che stavo soffrendo così tanto perché avevo protetto troppo la faccia e il prestigio, così come la mia immagine, nella mente delle persone e di conseguenza avevo sempre fatto di tutto per mascherarmi e nascondermi, senza nemmeno osare dire una sola parola sincera. Proprio come Dio ha affermato, ero come un fantasma che si nascondeva sempre negli angoli bui, timoroso di venire alla luce. Ho pensato al fatto che credevo da poco e possedevo una levatura media, quindi non comprendere molte verità o non capire a fondo delle cose era assolutamente normale. Se non comprendevo qualcosa, avrei dovuto semplicemente dirlo. Avrebbe dovuto essere una questione semplice, ma per me era molto difficile. Per evitare di essere capita a fondo o guardata dall’alto in basso, nonché per proteggere la mia immagine e il mio prestigio, ho cercato con ogni mezzo di nascondermi e di ingannare i fratelli e le sorelle. Sono stata davvero molto propensa all’inganno! È stato solo attraverso l’esposizione delle parole di Dio che mi sono resa conto che, dopotutto, si trattava di un’indole malvagia. Quanto più mi confrontavo con le parole di Dio, tanto più mi sentivo sgradevole e disgustosa, priva di qualsiasi sembianza umana e vergognosa, quindi ho voluto invertire questo stato e non vivere più così.
In seguito ho letto un passo delle parole di Dio: “Indipendentemente da ciò che ti capita, se vuoi dire la verità ed essere una persona onesta, devi essere in grado di abbandonare il tuo orgoglio e la tua vanità. Quando non capisci qualcosa, di’ che non capisci; quando una cosa non ti è chiara, di’ che non ti è chiara. Non aver paura che gli altri ti guardino dall’alto in basso o che pensino male di te. Se insisti nell’esprimerti dal profondo del cuore e nel pronunciare la verità in questo modo, proverai gioia, pace e un senso di libertà e affrancamento nel cuore, e non sarai più vincolato dalla vanità e dall’orgoglio. A prescindere dalle persone con cui interagisci, se sai esprimere ciò che pensi davvero, aprire il tuo cuore agli altri e non fingere di sapere cose che non sai, allora questo è un atteggiamento sincero. A volte le persone ti guarderanno dall’alto in basso e ti daranno dello sciocco perché dici sempre la verità. Come dovresti comportarti in una situazione del genere? Dovresti dire: ‘Anche se tutti mi danno dello sciocco, io intendo essere una persona onesta anziché ingannevole. Parlerò in modo sincero e attenendomi ai fatti. Benché io sia immondo, corrotto e privo di valore davanti a Dio, dirò comunque la verità senza finzioni o camuffamenti’. Se ti esprimerai in questo modo, il tuo cuore sarà saldo e in pace. Per essere una persona onesta, occorre abbandonare la vanità e l’orgoglio e, se si vuole affermare la verità ed esprimere i propri sentimenti reali, non si deve temere la derisione e il disprezzo degli altri. Anche se loro ti tratteranno come uno sciocco, evita di discutere o di difenderti. Se riesci a praticare la verità in questo modo, puoi diventare una persona onesta” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo una persona onesta può vivere una vera sembianza umana”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho trovato un cammino di pratica. Per liberarmi dai vincoli e dalla schiavitù della vanità e dell’orgoglio, avevo bisogno di praticare l’essere una persona onesta. Ho dovuto imparare a rinunciare al mio orgoglio e ad aprirmi in modo puro. Se non sapevo qualcosa dovevo semplicemente dirlo e, se non capivo, bastava ammetterlo. Anche se mi avessero guardata dall’alto in basso per aver detto qualcosa di sbagliato o per aver ammesso la mia mancanza di comprensione, allora avrei praticato la verità e sarei stata una persona onesta una volta davanti a Dio, il che mi avrebbe fatta sentire a mio agio e libera. Questo è più significativo che ottenere elogi e ammirazione dagli altri. Quando ci ho pensato, non ho più avuto tante preoccupazioni e ho voluto praticare la verità e cambiare me stessa. In seguito, sia che si trattasse di condividere sulle parole di Dio durante le riunioni o di discutere dei problemi, ogni volta che volevo fingere o nascondermi, pregavo Dio e mi ribellavo consapevolmente alle mie cattive intenzioni. Condividevo tutto ciò che comprendevo e, se non lo facevo, lo ammettevo e rivelavo i miei veri pensieri. Praticando in questo modo, ho gradualmente iniziato a sentirmi più libera nel cuore.
In seguito non ho potuto svolgere i miei doveri per sei mesi perché sono stata arrestata dal Partito Comunista. Dopo il mio rilascio, il leader ha disposto che continuassi a svolgere un dovere basato sui testi. Poiché i fratelli e le sorelle del gruppo erano tutti nuovi alla formazione nel lavoro basato sui testi, il leader mi ha suggerito di assumere temporaneamente il ruolo di capogruppo. Poiché era da molto tempo che non svolgevo questo dovere, mi sentivo un po’ arrugginita nella scrittura dei copioni e per tutto il pomeriggio non ho scritto molto. L’ansia stava aumentando e una sorella mi ha chiesto aiuto perché non riusciva a vedere chiaramente i problemi nel suo copione. In quel momento non ero in grado di calmare il mio cuore e, dopo aver letto la sceneggiatura, non sono stata capace di individuare alcun problema. Quando mi ha chiesto quali problemi ci fossero, ho incespicato e non sono riuscita a rispondere, cosa che mi ha fatto subito sentire parecchio in imbarazzo. Ho pensato: “Dopotutto sono io la capogruppo; Devo aiutare a risolvere i problemi che i membri del gruppo non riescono a vedere chiaramente. Ora che non so dare una risposta chiara dirà forse: ‘Sei la capogruppo: è davvero questo il tuo livello?’” Mi sono davvero vergognata. Quella sera osservavo la sceneggiatura sulla quale mi ero bloccata a metà scrittura e volevo che le altre sorelle le dessero un’occhiata, ma temevo che potessero affermare che il mio livello non poteva essere alto se avessi scritto un copione così disastroso. Ero molto titubante e, per molto tempo, non ho osato mostrarlo alle sorelle. Allora mi sono resa conto che il mio stato non era corretto: avevo paura che gli altri notassero le mie manchevolezze e cercavo di proteggere la mia immagine e il mio prestigio. Allora ho pregato Dio e ho invertito consapevolmente questo stato. Poi ho mostrato il copione alle sorelle. Grazie alla loro condivisione e al loro aiuto, ho ottenuto un piccolo cammino su come continuare a scriverlo.
Più tardi ho capito di essere costantemente vincolata dal mio orgoglio. A volte, attraverso la preghiera, riuscivo a invertire un po’ questo stato, ma sicuramente il mio problema non era risolto del tutto. Ho pensato: “Sapevo che fingere e mascherare me stessa era così doloroso ed estenuante, allora perché vivevo ancora spesso in questo stato?” Nella mia ricerca, ho letto un passo delle parole di Dio: “Che tipo di indole è quando si cerca sempre di apparire diversi, si dissimula, ci si dà sempre delle arie in modo da farsi stimare dagli altri e non far vedere loro i propri difetti e manchevolezze, quando si cerca sempre di presentare agli altri il proprio lato migliore? Si tratta di arroganza, falsità, ipocrisia, è l’indole di Satana, qualcosa di malvagio. Prendete i membri del regime satanico: a prescindere da quanto combattano, contendano o uccidano nell’oscurità, a nessuno è permesso di segnalarli o denunciarli. Temono che gli altri vedano il loro volto demoniaco, e fanno di tutto per coprire la cosa. In pubblico si fanno belli in ogni modo, dicendo quanto amino la gente, quanto siano grandi, gloriosi e infallibili. Questa è la natura di Satana. Le caratteristiche preminenti della natura di Satana sono l’inganno e la falsità. E qual è lo scopo dell’inganno e della falsità di Satana? Raggirare le persone, impedire loro di vedere la sua essenza e ciò che è veramente, e così raggiungere lo scopo di prolungare il suo dominio. Le persone comuni possono non avere un tale potere e prestigio, ma anche loro desiderano che gli altri abbiano un parere positivo su di loro, e che la gente abbia un’alta stima di loro e li elevi a una posizione di rilievo nel proprio cuore. Questa è un’indole corrotta, […] Le persone si camuffano sempre, si mettono in mostra di fronte agli altri, fanno atto di presenza, si nascondono dietro una facciata e si abbelliscono per far sì che gli altri li considerino perfetti. Il loro intento è guadagnare prestigio, per poter godere dei suoi vantaggi. Se non ci credi, rifletti attentamente: perché vuoi sempre che le persone abbiano un’alta opinione di te? Vuoi che ti adorino e ti ammirino, così alla fine puoi prendere il potere e godere dei vantaggi del prestigio” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “I principi che devono guidare il proprio comportamento”). Attraverso l’esposizione delle parole di Dio, ho capito che fingere e mascherare costantemente me stessa è una manifestazione dell’indole arrogante, malvagia e propensa all’inganno di Satana. Sotto il dominio di questa indole satanica, ho sempre desiderato che la gente avesse una buona opinione di me e che il mio prestigio e la mia immagine rimanessero impressi nella mente delle persone. Anche se sapevo di non aver compreso molte verità principi e di avere molte carenze, non volevo comunque che gli altri notassero le mie manchevolezze e pensassero che non fossi brava. Quindi, non importa se si trattava di condividere sulle parole di Dio durante le riunioni o di discutere i problemi, se poteva farmi sentire in imbarazzo o farmi vergognare, oppure danneggiare il mio orgoglio, facevo di tutto per mascherarmi e nascondermi, coprendomi bene, celando il mio lato negativo e mostrando agli altri il lato buono per creare un’immagine positiva di me stessa nella loro mente. Mi sono accorta che ero profondamente corrotta da Satana e arrogante al punto da non avere più alcuna ragione. Ero chiaramente una normale persona corrotta, senza niente, povera e patetica, eppure avevo sempre voluto fingere e ottenere l’ammirazione degli altri. Ero davvero sfacciata e priva di qualsiasi consapevolezza di me stessa. Ho pensato a come tutte le persone corrotte, che abbiano o meno prestigio, vogliano farsi un nome, essere lodate e ammirate dagli altri e desiderino l’adorazione di tutti. In particolare, il regime satanico del Partito Comunista Cinese ha sempre pronunciato belle parole mentre commetteva azioni atroci. Esteriormente, finge che tutto vada bene e promuove la sua immagine “grande, gloriosa e corretta”, usando false apparenze per ingannare e prendersi gioco della popolazione mondiale, ma in segreto sopprime e perseguita i credi religiosi, priva l’uomo dei diritti e massacra e danneggia brutalmente innumerevoli persone. Non importa quante cose cattive abbia fatto o quante azioni malvagie abbia compiuto, non osa mai esporre ciò al pubblico mostrando così alla gente il suo vero volto malvagio e feroce. Ho capito che l’inganno e il raggiro sono le tattiche abituali di Satana. Ho riflettuto sulle mie azioni: avevo delle manchevolezze e dei problemi, ma non ero disposta a mostrarli agli altri e a parlare di me in maniera negativa. Preferivo fingere e mascherarmi, anche se ciò significava sopportare un tormento interiore; parlando, condividendo, nel comportamento o nella condotta, ho presentato agli altri un’immagine falsa, impedendo loro di scorgere il mio lato più autentico. Più ci pensavo, più mi rendevo conto di essere davvero così falsa e, proprio come Satana, ero piena di inganni e raggiri, e totalmente ripugnante e spregevole. Prima, avevo sempre pensato che fosse una vergogna permettere agli altri di vedere le mie manchevolezze e i miei difetti, ma poi ho capito che vivere secondo l’indole arrogante, malvagia e propensa all’inganno di Satana, mascherarmi costantemente e ingannare gli altri, nonché vivere senza alcuna sembianza umana, è in realtà ciò che è vergognoso e disonorevole. Non solo Dio lo detesta e lo odia, ma anche i fratelli e le sorelle proveranno disgusto e avversione una volta che lo capiranno a fondo. Se non mi fossi pentita, l’unico esito sarebbe stata l’eliminazione da parte di Dio. Quando ci ho pensato, ho iniziato a provare un certo odio per la mia indole corrotta e non ero più disposta a vivere in quel modo.
Un giorno, la leader ci ha mandato un messaggio dicendo che l’indomani si sarebbe unita al nostro gruppo per un incontro. Ho pensato: “Quando arriverà la leader, sicuramente chiederà dei nostri stati recenti. Di quali aspetti dovrei parlare? Di recente, ho capito che amo il prestigio e che voglio diventare un supervisore, ma sarebbe così imbarazzante dirlo! La mia comprensione della verità è superficiale e non ho avuto molte esperienze reali, eppure voglio comunque assumere il ruolo di supervisore. Se ne parlo, i fratelli e le sorelle diranno forse che non conosco il mio posto nell’universo e che mi sto sopravvalutando?” Più ci pensavo, più mi sembrava imbarazzante e non avevo il coraggio di parlare; ho pensato: “Forse dovrei semplicemente parlare un po’ delle mie esperienze di ingresso positivo, ma la leader verrà all’incontro per aiutarci a eliminare i nostri stati sbagliati e le difficoltà. Se non mi apro, allora non sono una persona onesta e i miei problemi non saranno risolti”. Avevo la mente in subbuglio. Temevo di dare alla leader l’impressione di essere eccessivamente preoccupata del prestigio e priva di consapevolezza di me stessa, quindi non ho avuto il coraggio di parlare. Durante l’incontro, dopo che gli altri fratelli e sorelle hanno condiviso i loro stati, la leader ha trovato alcune parole di Dio e mi ha chiesto di leggerle; mi è capitato di leggere un passaggio: “Che tipo di indole è quando si cerca sempre di apparire diversi, si dissimula, ci si dà sempre delle arie in modo da farsi stimare dagli altri e non far vedere loro i propri difetti e manchevolezze, quando si cerca sempre di presentare agli altri il proprio lato migliore? Si tratta di arroganza, falsità, ipocrisia, è l’indole di Satana, qualcosa di malvagio” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “I principi che devono guidare il proprio comportamento”). Rileggendo questo brano delle parole di giudizio di Dio, ho provato un senso di rimorso e disagio. Volevo ancora fingere e mascherarmi nella speranza di fare una buona impressione sulla leader: stavo ingannando me stessa e gli altri. Dalle parole di Dio ho anche capito che la falsità e l’ipocrisia sono cose che Lui detesta. Egli ha sempre richiesto che fossimo persone oneste. Una persona onesta può aprirsi in modo puro, senza ingannare né Dio né le persone: questo è ciò che Lui ama. Pensandoci, ho trovato il coraggio di condividere sul mio stato alla luce delle parole di Dio. Dopo la condivisione ho provato un grande senso di sollievo e, grazie alla condivisione della leader, ho acquisito una comprensione più chiara del mio stato e ho trovato un cammino di pratica e di ingresso. Durante l’incontro, ho semplicemente condiviso su tutto ciò che avevo compreso e ho espresso quello che avevo nel cuore. Ho percepito chiaramente la guida di Dio e ho anche acquisito una maggiore comprensione di alcune verità. Ho assaporato la dolcezza di praticare la verità.
In seguito ho letto queste parole di Dio: “Devi cercare la verità per risolvere qualsiasi problema che si presenti, qualunque esso sia, e non camuffarti in nessun modo e non indossare una maschera con gli altri. Le tue mancanze, le tue carenze, i tuoi difetti, la tua indole corrotta: sii completamente aperto su tutto questo e condividilo con gli altri. Non tenertelo dentro. Imparare ad aprirti è il primo passo per avere accesso alla vita, ed è il primo ostacolo, il più difficile da superare. Una volta che l’avrai superato, entrare nella verità sarà facile. Cosa significa compiere questo passo? Significa che stai aprendo il tuo cuore e mostrando tutto ciò che hai, che sia buono o cattivo, positivo o negativo; che ti stai mettendo a nudo per gli altri e perché Dio lo veda; che non stai nascondendo nulla a Dio, che non Gli celi nulla, che non metti su alcuna maschera, senza propensione all’inganno né trucchi, e sei parimenti aperto e onesto con le altre persone. In questo modo vivi nella luce, e non solo Dio ti sottoporrà a scrutinio, ma gli altri potranno vedere che agisci secondo principio e con una certa trasparenza. Non hai bisogno di proteggere con ogni mezzo la tua reputazione, la tua immagine e il tuo prestigio, né hai bisogno di coprire o camuffare i tuoi errori. Non serve che ti impegni in questi sforzi inutili. Se riesci ad abbandonare queste cose, sarai molto rilassato e vivrai senza vincoli né dolore, interamente nella luce. Imparare ad essere aperto quando tieni condivisioni è il primo passo per avere accesso alla vita. Poi, devi imparare ad analizzare i tuoi pensieri e le tue azioni per vedere quali sono sbagliati e quali non piacciono a Dio, e devi immediatamente cambiarli e correggerli. Che scopo ha correggerli? Accogliere e fare propria la verità, sbarazzandoti invece di ciò che dentro di te appartiene a Satana e sostituendolo con la verità. Prima facevi tutto secondo la tua indole propensa all’inganno, che mente ed è ingannevole; sentivi di non poter ottenere nulla senza mentire. Ora che comprendi la verità e aborrisci il modo di agire di Satana, non agisci più in quel modo, bensì secondo onestà, sincerità e sottomissione. Se non reprimi nulla, se non indossi maschere, non simuli e non nascondi le cose, se ti metti a nudo davanti a fratelli e sorelle, se non celi i tuoi più intimi pensieri e idee, ma anzi permetti agli altri di vedere il tuo atteggiamento onesto, allora la verità si radicherà gradualmente in te, fiorirà e porterà frutto, darà dei risultati, a poco a poco. Se il tuo cuore è sempre più onesto e via via più orientato verso Dio, e se sai proteggere gli interessi della casa di Dio quando svolgi il tuo dovere e la tua coscienza è turbata quando invece non riesci a farlo, allora questa è la prova che la verità ha avuto effetto su di te, ed è diventata la tua vita” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Le parole di Dio mi hanno mostrato il cammino di pratica: imparare a essere aperta riguardo alle mie carenze e manchevolezze, senza mascherarmi o fingere, senza preservare la mia vanità e il mio orgoglio, praticando la verità e agendo da persona onesta. Questo è il primo passo per accedere alla verità. Da allora non ho più usato il silenzio per nascondermi. Se incontravo dei problemi che non riuscivo a vedere chiaramente, dicevo di non capirli con chiarezza e di non sapere come risolverli, quindi chiedevo attivamente informazioni al riguardo ad altri fratelli e sorelle. Quando condividevamo insieme per discutere dei problemi, raccontavo tutto ciò che avevo compreso e dicevo esattamente ciò che pensavo, in modo diretto e senza pretese. Dopo aver praticato in questo modo per un po’, ho scoperto che aprirmi in modo puro, senza fingere e mascherarmi, stava diventando sempre più facile e non lo ritenevo più vergognoso. Ora, sia nelle riunioni, nelle preghiere, nelle condivisioni o durante le interazioni con fratelli e sorelle, non mi preoccupo più del mio orgoglio o della mia immagine e non sono più ansiosa, nervosa o angosciata come prima. Sento che liberarmi dalla mia indole corrotta mi ha reso la vita molto più leggera, libera e semplice! Sebbene finora abbia apportato solo un piccolo cambiamento, sono disposta a continuare a perseguire la verità e a lottare per raggiungere il mio obiettivo.