26. Dopo la diagnosi di cancro

di Li Yuan, Cina

Nell’aprile del 2023, la chiesa ha disposto che svolgessi i miei doveri in un’altra località. Mi sono sentita molto emozionata e ho fatto i bagagli in fretta, nell’attesa di partire. Tuttavia, mi sono ricordata che avevo un problema ginecologico e che ricevere cure mediche in un luogo sconosciuto poteva essere difficile, così sono andata in ospedale per farmi un controllo prima di partire. Dopo aver appreso i miei sintomi, il medico mi ha consigliato un raschiamento uterino per una biopsia, esprimendo la preoccupazione che qualsiasi ritardo potesse far evolvere la malattia in cancro. Mentre aspettavo i risultati, mi sentivo a disagio, non sapendo cosa avrebbe rivelato la diagnosi. Qualche giorno dopo sono arrivati i risultati, con il referto che indicava “Sospetto cancro endometriale”. Sono rimasta scioccata. Dopo essermi tranquillizzata, ho chiesto: “Dice ‘sospetto cancro’, quindi significa che potrebbe non esserlo?” Il dottore ha risposto: “I medici di rado dichiarano apertamente che si tratta di un cancro; lasciano spazio all’interpretazione. Sono necessari ulteriori esami per determinarne il tipo, poi il trattamento si baserà sulla patologia specifica”. Dopo aver udito questo, ho avuto un blackout e non sono riuscita a recepire nient’altro di ciò che diceva il dottore. Di fronte a un cancro improvviso e inatteso, sono stata colta completamente impreparata. Ho pensato: “Come può essere un cancro? Com’è possibile che abbia il cancro?” Pur non esprimendo alcun risentimento nei confronti di Dio, dentro di me non ero disposta ad accettare questa realtà. Mi chiedevo: “Questa diagnosi di cancro è il modo in cui Dio mi sta rivelando ed eliminando, o è un affinamento? Qual è l’intenzione di Dio?”

Quando sono tornata a casa, sentivo un vuoto dentro di me, e la mia mente era piena di pensieri sul fatto che mi restavano solo pochi giorni di vita. Quando quel pomeriggio sono uscita per svolgere i miei doveri con una sorella, non ero dell’umore giusto, e mi sentivo distratta e demotivata. Sulla via del ritorno, ho guardato verso il cielo azzurro e ho pensato: “Com’è bello! Quanti giorni mi restano da vivere? Per quanto tempo ancora potrò guardare questo bel cielo? Se muoio, non sarò mai testimone della grandezza senza precedenti della diffusione del Vangelo”. Dopo di che, ho cercato sul telefono informazioni sul cancro all’utero. Ho letto online che le persone che si ammalano di cancro endometriale a cinquant’anni in alcuni casi possono guarire, mentre in altri no. Diceva che le pazienti in stadio avanzato vivono solo da tre a cinque anni e, nei casi più gravi, possono sopravvivere solo un anno. Più leggevo e più mi spaventavo, chiedendomi a che stadio fosse il mio cancro e quanto tempo mi rimanesse. Quella sera, mentre ero a letto, la mia mente continuava a correre, pensando: “Ho sperato che credere in Dio avrebbe significato essere salvata e non affrontare mai la morte, ma adesso che ho il cancro non sarò forse io a morire? Che tutti questi anni di fede non siano stati vani? Tanto varrebbe non aver creduto in Dio!” Quando mi sono venuti questi pensieri, ho capito che non erano giusti e che erano un tradimento di Dio. Ho pensato che anche coloro che non credono in Dio si ammalano e che, come credente in Dio, dovevo affrontare anch’io la malattia. C’è forse qualcuno al mondo che non si ammala? Inoltre, essendo una persona corrotta, non era forse normale che mi ammalassi? Dal momento che ero malata, dovevo sottomettermi alle orchestrazioni e disposizioni di Dio. Ma il pensiero di morire mi faceva sentire infelice. “Oh Dio, non voglio morire. In questi anni, ho abbandonato la famiglia e la carriera e ho svolto il mio dovere, eppure ora ho il cancro. Significa forse che mi stai abbandonando ed eliminando?” Vivendo nell’angoscia e nella preoccupazione, le lacrime scorrevano sul mio viso. Nel mio cuore ho detto a Dio: “Dio, cosa devo fare?” In quel momento, mi sono ricordata delle Sue parole: “Come dovresti fare esperienza della malattia quando arriva? Dovresti venire dinanzi a Dio e pregare, ricercare e provare a scoprire le Sue intenzioni; […] Normalmente, quando affronti una malattia grave o rara che ti fa soffrire molto, non accade per caso. A prescindere che tu sia malato o in buona salute, in questo c’è l’intenzione di Dio(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Nella fede in Dio, acquisire la verità è fondamentale”). Le parole di Dio mi hanno ricordato che le persone non sono afflitte per caso da gravi malattie; in questo ci sono sempre le intenzioni di Dio. Così ho pregato Dio nel mio cuore: “O Dio, so che la Tua intenzione è quella di farmi ammalare di cancro e che ci sono lezioni che devo imparare da questo, ma non capisco quale sia la Tua intenzione. Ti prego, illuminami e guidami”.

In seguito, i miei fratelli e sorelle mi hanno inviato un brano delle parole di Dio: “Quando si presenta una malattia, quale strada si dovrebbe seguire? Cosa si dovrebbe scegliere? Non si dovrebbe sprofondare nell’angoscia, nell’ansia e nella preoccupazione, né considerare le proprie prospettive e i propri percorsi futuri. Al contrario, più uno si trova in periodi di questo tipo, in tali situazioni e contesti particolari, e in queste difficoltà incombenti, più dovrebbe ricercare e perseguire la verità. Solo così i sermoni che hai ascoltato in passato e le verità che hai compreso non saranno vani e produrranno degli effetti. Quanto più ti trovi in difficoltà come queste, tanto più dovresti rinunciare ai tuoi desideri personali e sottometterti alle orchestrazioni di Dio. Lo scopo di Dio nel disporre per te questo tipo di situazioni e di condizioni non è farti sprofondare nelle emozioni dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione, né che tu Lo testi per verificare se ti guarirà quando sarai affetto da una malattia, in tal modo sondando la verità della questione; Dio crea per te queste situazioni e queste condizioni speciali affinché, attraverso di esse, tu possa apprendere delle lezioni pratiche, entrare più a fondo nella verità e nella sottomissione a Dio, e conoscere più chiaramente e accuratamente il modo in cui Egli orchestra tutti gli eventi, le persone e le cose. Il destino degli uomini è nelle mani di Dio e, che essi lo percepiscano o meno, che ne siano veramente consapevoli o meno, dovrebbero sottomettersi e non opporsi, non rifiutare, e certamente non mettere alla prova Dio. Potresti morire in ogni caso, e se opponi resistenza, se rifiuti e metti alla prova Dio, va da sé quale esito ti aspetta. Al contrario, se, nelle stesse situazioni e condizioni, sei in grado di ricercare in che modo un essere creato dovrebbe sottomettersi alle orchestrazioni del Creatore, di ricercare quali insegnamenti devi trarre e quali tipi di indole corrotta devi conoscere nelle situazioni che Dio crea per te, e di comprendere le intenzioni di Dio in tali situazioni, e di rendere una buona testimonianza per soddisfare le richieste di Dio, ebbene, questo è ciò che dovresti fare. Quando Dio dispone che qualcuno contragga una malattia, che sia più o meno grave, il Suo scopo nel farlo ciò non è che tu ti renda conto della malattia in ogni suo aspetto, dei danni che ti provoca, dei disagi e delle difficoltà che ti arreca e di tutta la miriade di sentimenti che ti fa provare – lo scopo di Dio non è che tu riconosca il valore della malattia sperimentandola. Il Suo scopo è invece che tu impari delle lezioni dalla malattia, che impari ad afferrare le Sue intenzioni, che conosca l’indole corrotta che riveli e gli atteggiamenti sbagliati che adotti nei Suoi confronti quando sei malato, e che impari a sottometterti alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni, in modo da conseguire autentica sottomissione nei Suoi confronti e da riuscire a rimanere saldo nella tua testimonianza: questo è assolutamente fondamentale. Attraverso la malattia, Dio intende salvarti e purificarti. Che cosa desidera purificare di te? Desidera purificare tutti i desideri smodati e le richieste eccessive che hai nei Suoi confronti, nonché i vari piani, giudizi e strategie che sviluppi a tutti i costi per sopravvivere e condurre la tua vita. Dio non ti chiede di fare piani o di emettere giudizi, e non ti permette di avere desideri smodati nei Suoi confronti; ti richiede solamente di sottometterti a Lui e, nella tua pratica ed esperienza di sottomissione, di arrivare a conoscere il tuo atteggiamento nei confronti della malattia, il tuo atteggiamento nei confronti di queste condizioni fisiche che Dio ha disposto per te, nonché i tuoi desideri personali. Quando acquisirai conoscenza di queste cose, potrai sperimentare quanto ti giovi il fatto che Dio abbia disposto per te le circostanze della malattia o queste condizioni fisiche; e potrai renderti conto di quanto esse ti aiutino nel cambiamento della tua indole, nell’ottenimento della salvezza e nel tuo accesso alla vita. Per questo motivo, quando la malattia si presenta, non devi sempre chiederti come sfuggirle, eluderla o rifiutarla(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (3)”). Attraverso le parole di Dio, ho capito che la Sua intenzione nel mandarmi la malattia non era farmi vivere nell’angoscia e nell’ansia, né farmi apprezzare i dettagli della mia malattia attraverso questa esperienza. Piuttosto, ciò è accaduto affinché imparassi delle lezioni attraverso questa malattia e arrivassi a conoscere le impurità della mia fede e i miei desideri stravaganti verso Dio. Egli voleva usare questa malattia per purificarmi, trasformarmi e salvarmi. Ma io non avevo capito la Sua intenzione. Quando ho saputo di avere il cancro, ho vissuto nell’angoscia e nell’ansia, preoccupandomi costantemente che la malattia fosse incurabile e temendo che, se fossi morta, non sarei mai più stata in grado di leggere le parole di Dio o di fare i miei doveri, e quindi non avrei potuto ottenere la salvezza. Avevo persino cercato di ragionare con Dio, pensando che in tutti questi anni avevo abbandonato la famiglia e la carriera per svolgere il mio dovere di credere in Lui, e che non Lo avevo tradito quando avevo affrontato la persecuzione della mia famiglia, Dio non avrebbe dovuto permettere che mi ammalassi di cancro. Vivevo con la paura della morte, non avevo fede in Dio, e non avevo alcuna motivazione nei miei doveri. Attraverso la rivelazione dei fatti, ho visto che mancavo di coscienza, ragione e umanità e che non avevo affatto Dio nel mio cuore. Una volta compreso questo, ho potuto affrontare correttamente la mia malattia.

Due giorni dopo, il medico mi ha chiamata per dirmi che aveva i risultati degli esami, e che si trattava di un cancro allo stadio iniziale. Ha dichiarato che era una fortuna averlo preso in tempo e mi ha detto di venire in ospedale per l’intervento il prima possibile. La notte prima dell’intervento, ero a letto e mi giravo e rigiravo, senza riuscire a dormire: mi sentivo un po’ inquieta e spaventata. Non sapevo se l’intervento sarebbe riuscito né se sarebbe andato liscio, o se sarei morta sul tavolo operatorio. Ho pregato Dio in silenzio: “O Dio, domani sarò operata. Non importa se l’intervento avrà successo oppure no, o se morirò sul tavolo operatorio, affido tutto nelle Tue mani e mi sottometto alle Tue orchestrazioni e disposizioni”. Poi ho letto altre parole di Dio: “Che si tratti di una malattia grave o di una insignificante, nel momento in cui si aggrava o ti trovi di fronte alla morte, ti basterà ricordare una cosa: non temere la morte. Anche se hai un cancro all’ultimo stadio, anche se la tua particolare malattia ha un tasso di mortalità molto alto, non temere la morte. Indipendentemente da quanto sia grande la tua sofferenza, se hai paura di morire non ti sottometterai. Alcuni dicono: ‘A queste Tue parole, mi sento ispirato e ho un’idea ancora migliore. Non solo non temerò la morte, ma la invocherò. Così non sarà forse più facile superarla?’ Perché invocare la morte? Invocare la morte è un’idea estrema, mentre non averne paura è un atteggiamento ragionevole da adottare. Non è così? (Sì.) Qual è l’atteggiamento giusto da adottare per non temere la morte? Se la tua malattia si aggrava talmente tanto che rischi di morire, e il suo tasso di mortalità è alto indipendentemente dall’età a cui la si contrae, e l’intervallo di tempo dal suo insorgere alla morte è molto breve, che cosa dovresti pensare nel tuo cuore? ‘Non devo temere la morte; tutti muoiono, alla fine. Sottomettersi a Dio, invece, è qualcosa che la maggior parte delle persone non riesce a fare, e posso approfittare di questa malattia per praticare la sottomissione a Dio. Dovrei avere una mentalità e un atteggiamento di sottomissione alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio, e non devo temere la morte’. Morire è facile, molto più facile che vivere. Puoi soffrire un dolore atroce e non accorgertene, e non appena i tuoi occhi si chiudono, smetti di respirare, l’anima lascia il tuo corpo e la tua vita finisce. È così che avviene la morte, è davvero semplice. Non temere la morte è uno degli atteggiamenti da adottare. Oltre a questo, non devi preoccuparti del fatto che la tua malattia peggiorerà o meno, che morirai se non potrai essere curato, o di quanto tempo passerà prima che tu muoia, o di quanto dolore proverai quando arriverà il momento. Non devi preoccuparti di queste cose; non è di questo che dovresti preoccuparti. Il motivo è che quel momento deve necessariamente giungere, e lo farà in un anno, in un mese e in un giorno particolari. Non puoi nasconderti e non puoi fuggire: è il tuo destino. Il tuo cosiddetto destino è stato prestabilito e già disposto da Dio. Egli ha già deciso quanti anni vivrai, l’età che raggiungerai e l’ora in cui morirai, quindi di cosa ti preoccupi? Puoi preoccuparti, ma questo non cambierà nulla; puoi preoccuparti, ma non puoi impedire che accada; puoi preoccuparti, ma non puoi evitare che quel giorno arrivi. Pertanto, la tua preoccupazione è superflua e non fa altro che rendere ancora più pesante il fardello della tua malattia(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (3)”). “La questione della morte ha la stessa natura delle altre questioni. Non spetta alle persone scegliere per se stesse, tanto meno può essere cambiata dalla volontà dell’uomo. La morte è uguale a qualsiasi altro evento importante della vita: ricade interamente sotto la predestinazione e la sovranità del Creatore. Se qualcuno implora la morte, non è detto che muoia; se implora di vivere, non è detto che viva. Tutto ciò ricade sotto la sovranità e la predestinazione di Dio, e viene cambiato e stabilito dalla Sua autorità, dalla Sua indole giusta, dalla Sua sovranità e dalle Sue disposizioni. Quindi, se contrai una malattia grave e potenzialmente fatale, non per forza morirai: chi decide se morirai o no? (Dio.) È Dio a deciderlo. E poiché è Lui a decidere e le persone non possono decidere una cosa del genere, per che cosa dovrebbero provare ansia e angoscia? Lo stesso vale per chi sono i tuoi genitori, e per quando e dove nasci: neanche queste sono cose che spetta a te scegliere. La scelta più saggia in questi casi è quella di lasciare che le cose seguano il loro corso naturale, di sottomettersi e di non scegliere, di non dedicare alcun pensiero né alcuna energia alla questione e di non nutrire angoscia, ansia o preoccupazione al riguardo. Poiché le persone non possono scegliere da sé, investire tanti pensieri ed energie nella faccenda è sciocco e poco saggio. Ciò che le persone dovrebbero fare di fronte alla questione estremamente importante della morte non è angosciarsi, né agitarsi o temerla; che cosa, invece? Dovrebbero aspettare, non è così? (Sì.) Giusto? Aspettare significa aspettare la morte? Aspettare di morire quando si è di fronte alla morte? È così? (No, le persone dovrebbero affrontarla positivamente e sottomettersi.) Esatto, non significa aspettare la morte. Non lasciarti pietrificare dalla morte e non dedicare tutte le tue energie al pensiero della morte. Non pensare tutto il tempo: ‘Morirò? Quando morirò? Cosa mi accadrà dopo la morte?’ Non pensarci e basta. Alcuni dicono: ‘Perché non pensarci? Perché non pensarci quando sto per morire?’ Perché non si sa se morirai o meno e neppure se Dio permetterà che tu muoia: queste cose sono sconosciute. In particolare, non si sa quando morirai, dove, a che ora o cosa proverai a livello fisico quando accadrà. Arrovellarti il cervello pensando e riflettendo su cose che non conosci e provare ansia e preoccupazione per esse non fa di te uno sciocco? Dato che ti rende uno sciocco, non dovresti scervellarti su queste cose(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (4)”). Dalle parole di Dio, sono arrivata a capire che la vita e la morte di una persona sono tutte predestinate da Lui. Anche se qualcuno si ammala di cancro, non morirà se non è previsto. E quando il tempo di una persona è scaduto, morirà anche se non è malata. Nessuno può morire né vivere più a lungo semplicemente volendolo; tutto è deciso da Dio, ed Egli è sovrano e dispone ogni cosa. Ripensando al periodo trascorso da quando avevo appreso di avere il cancro, mi ero preoccupata di sapere se la mia malattia potesse essere curata, se sarei morta, e se sarei sopravvissuta all’operazione. Vivevo ogni giorno in uno stato costante di angoscia e ansia. Di solito, dicevo sempre che Dio è sovrano su ogni cosa e che la vita e la morte dell’uomo sono nelle Sue mani, ma quando mi sono ammalata sul serio, si è scoperto che non avevo alcuna comprensione dell’onnipotenza e della sovranità di Dio, nessuna autentica fede in Lui, né tanto meno sottomissione. Comprendendo questo, mi sono vergognata profondamente. Mi sono resa conto che dovevo affrontare l’intervento in modo positivo. Il successo o il fallimento era nelle mani di Dio, e anche se quel giorno avessi dovuto morire, mi sarei sottomessa alle Sue orchestrazioni e disposizioni. Le parole di Dio mi hanno dato una fede e un coraggio immensi. Quando mi hanno trasportata in sala operatoria, non ho più provato paura. L’intervento è durato sei ore. Quando mi sono svegliata e mi sono resa conto che ero ancora viva, mi sono sentita molto felice. Il giorno dopo, quando il medico è venuto a controllarmi, ha detto: “L’intervento è stato un grande successo. Se non si verificheranno circostanze eccezionali, non sarà necessario un ulteriore trattamento. Faremo un controllo tra qualche giorno e vedremo i risultati degli esami. Se sarà necessaria la radioterapia, la faremo, ma le sue condizioni non sono gravi”. Udendo questo, ho saputo nel mio cuore che non era dipeso dall’abilità del medico, ma piuttosto dalla sovranità e dalle disposizioni di Dio.

Più tardi, nella mia stanza d’ospedale, ho letto segretamente le parole di Dio e mi sono imbattuta in due passi: “Nella loro fede in Dio, quel che le persone cercano è ottenere benedizioni per il futuro: questo è il loro obiettivo nella fede. Tutti hanno questo intento e questa speranza, ma la corruzione nella loro natura deve essere risolta attraverso le prove e l’affinamento. Quali che siano gli aspetti in cui non sei purificato e riveli corruzione, questi sono gli aspetti nei quali devi essere affinato: questa è la disposizione di Dio. Dio crea per te un ambiente, costringendoti a essere lì affinato in modo che tu possa conoscere la tua corruzione. In definitiva raggiungi un punto in cui preferiresti morire per abbandonare i tuoi progetti e i tuoi desideri e sottometterti alla sovranità e alla disposizione di Dio. Pertanto, se le persone non subiscono diversi anni di affinamento, se non sopportano una certa dose di sofferenza, non potranno liberarsi dai vincoli della corruzione della carne nei loro pensieri e nel loro cuore. Quali che siano gli aspetti in cui le persone sono ancora soggette ai vincoli della loro natura satanica, e quali che siano gli aspetti in cui hanno ancora i loro desideri e le loro esigenze, questi sono gli aspetti nei quali devono soffrire. Solo dalla sofferenza si possono trarre lezioni, il che significa essere in grado di acquisire la verità e capire le intenzioni di Dio. In realtà, molte verità vengono capite sperimentando sofferenza e prove. Nessuno può comprendere le intenzioni di Dio, riconoscere la Sua onnipotenza e la Sua sapienza o apprezzare l’indole giusta di Dio quando si trova in un ambiente facile e confortevole o quando le circostanze sono favorevoli. Sarebbe impossibile!(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). “In così tanti credono in Me solo perché li guarisca. In così tanti credono in Me solo perché usi il Mio potere per scacciare gli spiriti impuri dai loro corpi, e in così tanti credono in Me semplicemente per ricevere da Me pace e gioia. In così tanti credono in Me soltanto per chiederMi più ricchezze materiali. In così tanti credono in Me soltanto per trascorrere questa vita in pace e per essere sani e salvi nel mondo che verrà. In così tanti credono in Me per evitare le sofferenze dell’inferno e per ricevere le benedizioni del cielo. In così tanti credono in Me solamente per un conforto temporaneo e non cercano di guadagnare alcunché nel mondo che verrà. Quando concedo la Mia furia alle persone e Mi impossesso di tutta la gioia e la pace che un tempo possedevano, loro sviluppano dubbi. Quando concedo alle persone le sofferenze dell’inferno e Mi riprendo le benedizioni del cielo, si infuriano. Quando le persone Mi chiedono di guarirle e Io non le ascolto e le aborrisco, si allontanano da Me per cercare invece la via della medicina malvagia e della stregoneria. Quando tolgo loro tutto ciò che Mi hanno chiesto, scompaiono tutte senza lasciare traccia. Perciò dico che le persone hanno fede in Me perché la mia grazia è troppo abbondante e perché ci sono fin troppi vantaggi da guadagnare(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Che cosa sai della fede?”). Le parole di Dio hanno definito esattamente il motivo e l’obiettivo della mia fede in tutti quegli anni. Avevo sofferto, pagato un prezzo, fatto delle rinunce, e mi ero spesa nei miei doveri per ottenere benedizioni, e per assicurarmi un esito libero dalla morte. Ho ripensato a quando avevo iniziato a credere in Dio per la prima volta. Avevo imparato che i credenti possono ottenere salvezza e vita eterna, così leggevo in modo proattivo le parole di Dio e svolgevo i miei doveri. Non ho tradito Dio neanche quando la mia famiglia cercava di perseguitarmi e di ostacolarmi e mio marito aveva divorziato da me. Collaboravo proattivamente a qualsiasi dovere la chiesa disponesse per me e non ho mai cercato di sottrarmi. Ma quando mi è stato diagnosticato il cancro e ho pensato che avrei comunque finito per morire dopo aver rinunciato a tutto e aver speso me stessa per tutti quegli anni nella mia fede in Dio, ho cominciato a ragionare con Lui. Pensavo che il cancro fosse qualcosa che non mi avrebbe dovuta colpire, e mi sono addirittura pentita della mia fede, non rivelando altro che ribellione e tradimento! Ho capito che nel rinunciare alla famiglia e alla carriera per fare il mio dovere non mi ero spesa realmente per Dio, ma al contrario ero stata motivata dall’obiettivo di base di ottenere benedizioni. Volevo scambiare le mie fatiche e le mie spese con la benedizione di entrare nel Regno, e stavo cercando di contrattare con Dio. È perfettamente naturale e giustificato che un essere creato svolga un dovere; questa è la responsabilità dell’uomo, e l’uomo non dovrebbe avanzare alcuna pretesa nei confronti di Dio. Eppure, quando la malattia mi ha colpita, non solo ho ragionato con Dio e mi sono lamentata di Lui, ma Gli ho anche fatto una richiesta affinché mi liberasse dalla malattia. Ho visto che non avevo affatto un cuore che teme Dio. Ho pensato a come Giobbe aveva perso tutto il bestiame e i figli, e come il suo corpo si era ricoperto di piaghe. Aveva sofferto moltissimo, ma non solo non si era lamentato di Dio, non aveva nemmeno voluto che Egli vedesse il suo dolore o Si rattristasse. Aveva preferito maledire sé stesso piuttosto che abbandonare Dio, era stato ancora capace di lodare il Suo nome, e alla fine Gli aveva reso una bella testimonianza. Ho visto che Giobbe aveva un’umanità onesta e gentile, e che si sottometteva a Dio e Lo temeva. C’era anche Pietro. Aveva un’autentica conoscenza di Dio, accettava sia affinamento che tribolazione, non fraintendeva Dio e non si lamentava di Lui, né pretendeva nulla da Lui, e si sottometteva alle Sue disposizioni, e alla fine è stato crocifisso per Dio a testa in giù. Al contrario, il mio comportamento era stato davvero vergognoso. Non avevo creduto in Dio e non avevo svolto i miei doveri per conoscerLo, né per perseguire la verità al fine di trasformare la mia indole di vita, ma piuttosto per ottenere benedizioni e un esito senza morte. Ero proprio come Paolo, che credeva di aver terminato il suo percorso, di aver combattuto una buona battaglia, e che gli fosse riservata una corona di giustizia. Si era adoperato e si era speso per contrattare con Dio, per scambiare questo con ricompense e una corona, e aveva offeso l’indole di Dio e Ne aveva subito la punizione. La mia prospettiva sulla fede in Dio era la stessa di Paolo. Se Egli non mi avesse rivelata attraverso questa malattia, non sarei mai stata in grado di capirlo. Al contrario, avrei continuato su questo cammino sbagliato e alla fine sarei stata eliminata da Dio. A quel punto, ho capito che in realtà quella malattia era Dio che mi stava salvando.

In seguito, ho letto altre Sue parole: “DimMi, chi tra i miliardi di individui di tutto il mondo ha la fortuna di ascoltare così tante parole di Dio, di comprendere così tante verità della vita e di capire così tanti misteri? Chi tra gli uomini può ricevere personalmente la guida, la provvista, la cura e la protezione da parte di Dio? Chi è così benedetto? Pochissimi. Perciò, per voi che oggi potete vivere nella casa di Dio e ricevere la Sua salvezza e la Sua fornitura, ne varrebbe la pena anche se doveste morire in questo istante. Siete estremamente benedetti, non è così? (Sì.) Guardando la cosa da questa prospettiva, le persone non dovrebbero essere spaventate dalla questione della morte, né sentirsene limitate. Anche se non hai goduto di alcuna delle glorie e delle ricchezze del mondo, hai però ricevuto la misericordia del Creatore e ascoltato numerose parole di Dio: non è forse una grande benedizione? (Sì.) Indipendentemente da quanti anni vivrai in questa vita, ne vale la pena e non avrai rimpianti, poiché hai svolto con costanza il tuo dovere nell’opera di Dio e hai compreso la verità, i misteri della vita, e il cammino e gli obiettivi che dovresti perseguire nell’esistenza: hai guadagnato così tanto! Hai vissuto una vita degna! Anche se non riesci a spiegarle molto chiaramente, sei in grado di mettere in pratica alcune verità e di possedere una certa realtà, e questo dimostra che hai acquisito della provvista di vita e compreso alcune verità attraverso l’opera di Dio. Hai guadagnato molto, una ricca abbondanza, e questa è una grande benedizione! Sin dall’inizio della storia dell’umanità, nessuno in nessuna epoca ha goduto di tale benedizione, mentre voi sì. Siete disposti a morire ora? Se lo siete, il vostro atteggiamento verso la morte sarà allora di autentica sottomissione, non è così? (Sì.)” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (4)”). Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono commossa fino alle lacrime. In quest’epoca malvagia, tra miliardi di persone, sono stata tanto fortunata da entrare nella casa di Dio, dove ho ricevuto la Sua irrigazione e il Suo nutrimento, che mi hanno permesso di comprendere molte verità e misteri. Ho imparato che l’uomo viene da Dio, che la vita di ogni persona è donata da Dio. Ho imparato come si deve adorare Dio e come si deve vivere, come essere una persona onesta, cos’è il bene e cos’è il male, e altro ancora. Questo mi ha fornito un obiettivo per il mio perseguimento e mi ha collocata sul giusto percorso di vita. Avevo ottenuto moltissimo seguendo Dio in tutti quegli anni; ero davvero benedetta, quindi, anche se avessi dovuto morire, ne sarebbe valsa la pena. Riflettendo sulle parole di Dio, ero così felice che ho pianto. Più tardi, ho fatto un’altra visita di controllo, e il medico ha detto che non c’erano segni di diffusione del cancro, quindi la radioterapia non era necessaria. Dovevo solo sottopormi a una visita di controllo ogni tre mesi e potevo essere dimessa e tornare a casa. Sentendo queste notizie, mi sono sentita così felice che ho continuato a ringraziare Dio. In seguito, ho fatto un controllo e i risultati degli esami hanno evidenziato che era tutto normale.

Attraverso questa esperienza di malattia, ho ottenuto una certa conoscenza della mia prospettiva sbagliata su cosa perseguire nella mia fede e anche un po’ di comprensione dell’onnipotenza e sovranità di Dio. Le cose che una persona sperimenta nella vita, nascita, invecchiamento, malattia e morte, non sono una sua scelta, è tutto predestinato da Dio. A prescindere dal fatto che in futuro io debba vivere o morire, desidero solo sottomettermi alle disposizioni e orchestrazioni di Dio, perseguire la verità e adempiere i miei doveri.

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