35. Come trattare le cure e la protezione di un padre

di Gu Nian, Cina

Nel 2019, il Partito Comunista Cinese ha arrestato Mu Xi, che allora aveva 18 anni, per aver predicato il Vangelo; l’ha condannata a due anni e mezzo di reclusione, per poi rilasciarla nell’aprile del 2022. Uscendo dalla stazione ferroviaria, Mu Xi ha visto suo padre in piedi sul ciglio della strada: aveva un’aria desolata mentre fissava ansioso l’uscita. Mu Xi ha provato una grande emozione perché non lo vedeva da tre anni. Durante la detenzione, aveva saputo che i reumatismi del padre erano peggiorati e si chiedeva se allora le sue condizioni fossero migliorate. Mentre rifletteva su questo, ha accelerato il passo verso di lui. Avvicinandosi, ha notato che l’uomo si era lievemente incurvato e il viso mostrava i segni del dolore e dell’età. La tristezza ha assalito il suo cuore e, avvertendo un pizzicore al naso, si è voltata per asciugarsi le lacrime. Una volta tornata a casa, durante una conversazione con suo padre, ha appreso che negli ultimi anni lui si era costantemente preoccupato per lei. Aveva faticato a crederci quando quell’anno aveva ricevuto la notifica di arresto dal commissariato e non era riuscito nemmeno ad accettarlo. Sua figlia diciottenne era stata arrestata e rinchiusa in carcere e lui non sapeva in quale modo la polizia l’avrebbe torturata. Passava le giornate in preda a una tale preoccupazione da non riuscire a dormire o a mangiare come si deve. Inoltre, anni di lavoro pesante gli avevano provocato disturbi cronici e i reumatismi alle gambe erano peggiorati. Raramente riusciva a svolgere lavori faticosi e zoppicava quando il dolore era forte; temeva che se fosse morto da solo in casa, nessuno se ne sarebbe accorto. Mu Xi ha notato che gli occhi di suo padre, solitamente forti, si erano arrossati e che le parlava di quanto era accaduto negli ultimi anni con un leggero groppo in gola. Il dolore per lei era straziante e le lacrime le rigavano il viso. Le è tornato in mente quando aveva undici anni: la madre era stata perseguita dalla polizia perché credeva in Dio e aveva dovuto nascondersi. Era stato suo padre a svolgere da solo entrambi i ruoli, prendendosi cura di lei e crescendola. Oltre a fare il camionista, lavorava anche in una fattoria e dopo una lunga giornata di fatica, non aveva tempo per riposare perché doveva comunque prendersi cura di lei da piccola. In seguito, quando la giovane usciva di casa per svolgere i suoi doveri, la polizia si presentava costantemente a casa sua per interrogare il padre su dove si trovasse e lui aveva dovuto affrontare tutto ciò da solo, sopportando gli sguardi glaciali e lo scherno di parenti e vicini sempre preoccupandosi di proteggere moglie e figlia. Mu Xi ha anche pensato a come il padre fosse rimasto con nient’altro che una casa fredda e vuota, giorno dopo giorno, nella sofferenza e nel dolore, senza nessuno al suo fianco con cui parlare o che si occupasse di lui. E allora si è sentita ancora più in debito nei suoi confronti e piena di sensi di colpa al pensiero che, pur essendo cresciuta, non lo aveva aiutato a far fronte alle pressioni della vita e anzi lo aveva messo in apprensione. Non si era forse mostrata priva di devozione filiale? Si è detta tra sé: “Ora che sono tornata, devo stargli accanto e cercare di alleviare le sue sofferenze”. Nei giorni seguenti, Mu Xi ha iniziato a lavorare per guadagnare denaro e si è occupata con cura dei bisogni di suo padre.

Sei mesi sono passati in un lampo, ma la polizia continuava a monitorare i suoi spostamenti, impedendole di vivere la vita di chiesa e di svolgere i suoi doveri causandole senso di vuoto e angoscia. Un giorno, il leader della chiesa le ha chiesto se fosse disposta a recarsi altrove per svolgere i suoi doveri. Lei era molto entusiasta perché finalmente avrebbe potuto riunirsi con i suoi fratelli e sorelle, nutrirsi delle parole di Dio e compiere il suo dovere. Ha condiviso la notizia con il padre ma, inaspettatamente, lui si è improvvisamente agitato e le ha detto: “Come puoi pretendere che io resti qui a guardarti mentre continui a uscire ancora e ancora da quella porta?” Vederlo così commosso l’ha angosciata; si sentiva profondamente in debito verso di lui. Si diceva: “Se me ne vado davvero da casa, chissà quando tornerò? Mio padre penserà che, dopo tutta la fatica che ha fatto per crescermi, non ho alcuna devozione filiale?” Poi ha riflettuto sulla salute di suo padre: non poteva sopportare di ferirlo ulteriormente. Però sapeva che, senza la protezione e la cura di Dio, non sarebbe sopravvissuta per oltre due anni in prigione e che sarebbe stato inconcepibile non compiere il dovere di un essere creato! Era molto combattuta e alla fine ha rinunciato all’opportunità di compiere il suo dovere. Nel momento in cui ha fatto questa scelta, ha provato un forte senso di colpa, così si è immediatamente nutrita delle parole di Dio per cercare le Sue intenzioni.

Nella ricerca, ha letto due passi delle parole di Dio: “Non devi analizzare o sviscerare troppo l’eventualità in cui i tuoi genitori si ammalino gravemente o si trovino ad affrontare qualche grave disgrazia, e di certo non dovresti dedicarvi energie: non servirebbe a nulla. La nascita, l’invecchiamento, la malattia, la morte e l’affrontare varie questioni, grandi e piccole, sono eventi normalissimi della vita. Se sei adulto, dovresti avere un modo di pensare maturo e approcciare la questione in modo sereno e corretto: ‘I miei genitori sono malati. Alcuni dicono che è perché hanno sentito molto la mia mancanza, ma è mai possibile? Senza dubbio l’hanno sentita, come si potrebbe non avere nostalgia dei propri figli? Anche a me sono mancati loro, quindi perché non mi sono ammalato?’ Esiste qualcuno che si ammala perché gli mancano i figli? Non è così che stanno le cose. Allora, cosa sta accadendo quando i tuoi genitori affrontano questi eventi così importanti? Si può solo dire che Dio ha orchestrato tale situazione nella loro vita. È stata orchestrata dalla mano di Dio; non puoi concentrarti su ragioni e cause oggettive, i tuoi genitori erano destinati ad affrontare tale problema una volta raggiunta questa età, erano destinati a essere afflitti da questa malattia. Avrebbero forse potuto evitarla se tu fossi stato al loro fianco? Se Dio non avesse stabilito che si ammalassero come parte del loro destino, allora non sarebbe successo nulla, anche se tu non fossi stato con loro. Se invece fossero stati destinati ad affrontare questa grave disgrazia nella loro vita, cosa mai avresti potuto fare rimanendo al loro fianco? Non avrebbero comunque potuto evitarla, giusto? (Giusto.) […] I tuoi genitori sono adulti; hanno assistito più e più volte al verificarsi di situazioni simili nella società. Se Dio predispone un ambiente per liberarli della situazione, allora prima o poi essa svanirà del tutto. Se questo problema è un ostacolo per la loro vita e devono sperimentarlo, allora sarà Dio a stabilire per quanto tempo dovranno farlo. È qualcosa che devono sperimentare e che non possono evitare(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (17)”). “Non importa cosa tu faccia, cosa pensi o cosa progetti: quelle non sono cose importanti. Ciò che conta è se sei in grado di capire e credere veramente che tutti gli esseri creati sono nelle mani di Dio. Alcuni genitori hanno la fortuna e il destino di poter godere della felicità domestica e di una famiglia numerosa e prospera. Questa è la sovranità di Dio e una benedizione che Egli concede loro. Altri genitori non hanno questo destino; Dio non lo ha disposto per loro. Non hanno la benedizione di godere di una famiglia felice o della presenza dei figli al loro fianco. Questa è l’orchestrazione di Dio e non può essere forzata(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Cos’è la verità realtà?”). Mu Xi ha riflettuto sulle parole di Dio e non ha potuto fare a meno di meditare a fondo. Ogni volta che pensava a suo padre che era rimasto a casa da solo per tutti quegli anni e al fatto che nessuno fosse stato presente a prendersi cura di lui quando era malato, il suo cuore si riempiva di senso di colpa e si sentiva in debito. Voleva solo prendersi cura di lui e permettergli di godere di un po’ di conforto, ma dopo aver letto le parole di Dio ha finalmente compreso che le sofferenze che le persone devono sopportare nella vita e le malattie e le calamità che le colpiscono sono tutte predeterminate da Dio e nessuno può cambiare questo. Mu Xi ha ripensato a quando, in prigione, aveva saputo che i reumatismi del padre erano peggiorati ed era in grande apprensione per lui. Aveva paura e si chiedeva come avrebbe fatto ad andare avanti se le sue condizioni si fossero aggravate e nessuno si fosse preso cura di lui. Ma lei era chiusa in una cella e non poteva occuparsene e l’unica cosa che poteva fare in quel momento era pregare di più Dio e affidare suo padre nelle mani di Dio. Dopo essere uscita di prigione, aveva appreso che le condizioni di suo padre erano molto gravi e non c’era nessuno che si prendesse cura di lui, ma poi i suoi reumatismi erano gradualmente migliorati. Ha capito che le condizioni fisiche di una persona e la sua incolumità dipendono dalla predeterminazione e dalla sovranità di Dio e che sottomettersi alle Sue orchestrazioni e disposizioni e affidare suo padre a Lui era la cosa più ragionevole da fare. Dopo aver riconosciuto questo, si è sentita molto più serena nell’animo e non era più così preoccupata o ansiosa.

Voleva andare altrove a svolgere i suoi doveri; tuttavia, ricominciava a sentirsi in conflitto ogni volta che vedeva il padre esausto dopo una lunga giornata di lavoro e quando le tornava in mente che lui soffriva anche di pressione alta e aveva le vertigini tutto il giorno. E allora si diceva: “Mio padre ha sofferto così tanto per badare a me: dovrei restare a casa e prendermi cura di lui ancora per un po’?” Così facendo, però, non avrebbe potuto fare il suo dovere e si sentiva in colpa per questo. Spesso sottoponeva la questione a Dio nelle sue preghiere, chiedendoGli di darle la determinazione di praticare la verità. Successivamente, ha letto un passo delle parole di Dio che le ha fornito un corretto cammino di pratica da seguire nelle sue scelte future. Dio Onnipotente dice: “Mostrare pietà filiale verso i propri genitori è forse la verità? (No.) Essere devoti ai propri genitori è un comportamento corretto e positivo, ma perché diciamo che non è la verità? (Perché le persone non mostrano pietà filiale verso i genitori secondo dei principi e non sono in grado di discernere che tipo di persone siano davvero i loro genitori.) Il modo in cui si dovrebbero trattare i propri genitori è correlato alla verità. Se i tuoi genitori credono in Dio e ti trattano bene, dovresti comportarti in modo filiale verso di loro? (Sì.) In che modo? Li tratti diversamente dai fratelli e sorelle della chiesa. Fai tutto quello che dicono e, se sono anziani, devi rimanere al loro fianco per prenderti cura di loro, cosa che ti impedisce di uscire per svolgere il tuo dovere. È giusto comportarsi così? (No.) Cosa si dovrebbe fare in questi momenti? Dipende dalle circostanze. Se sei ancora in grado di badare a loro pur svolgendo il tuo dovere vicino a casa e i tuoi genitori non hanno nulla in contrario alla tua fede in Dio, allora dovresti adempiere alla tua responsabilità di figlio o figlia e aiutarli con un po’ di lavoro. Se sono malati, prenditi cura di loro; se qualcosa li preoccupa, confortali; se le tue condizioni economiche lo permettono, compra loro gli integratori alimentari che ti puoi permettere. Ma cosa dovresti scegliere di fare se sei impegnato nel tuo dovere, non c’è nessuno che si occupi dei tuoi genitori e anche loro credono in Dio? Quale verità dovresti praticare? Dato che essere devoti ai propri genitori non è la verità, ma solo una responsabilità e un obbligo umani, cosa dovresti fare se il tuo obbligo entra in conflitto col tuo dovere? (Dare priorità al mio dovere; mettere il dovere al primo posto.) Un obbligo non è necessariamente il proprio dovere. Scegliere di svolgere il proprio dovere è praticare la verità, mentre adempiere a un obbligo non lo è. Se hai questa condizione, puoi adempiere a questa responsabilità o a questo obbligo, ma se l’ambiente circostante non lo consente, cosa dovresti fare? Dovresti dire: ‘Devo svolgere il mio dovere, che è praticare la verità. Essere devoto ai miei genitori è vivere secondo la mia coscienza, e non è all’altezza della pratica della verità’. Dunque, dovresti dare priorità al tuo dovere e sostenerlo. […] Qual è la verità: essere devoti ai propri genitori, o svolgere il proprio dovere? Ovviamente, è svolgere il proprio dovere. Svolgere il proprio dovere nella casa di Dio non implica semplicemente adempiere al proprio obbligo e fare ciò che si deve. Implica svolgere il dovere di essere creato. Qui si tratta dell’incarico da parte di Dio; è il tuo obbligo, la tua responsabilità. Si tratta di una vera responsabilità, ovvero adempiere alla tua responsabilità e al tuo obbligo davanti al Creatore. Questo è ciò che il Creatore richiede alle persone, ed è la grande questione della vita. Invece, mostrare rispetto filiale ai propri genitori è solo la responsabilità e l’obbligo di un figlio o una figlia. Non è certamente un incarico da parte di Dio, né tanto meno è in accordo con la richiesta di Dio. Pertanto, fra mostrare rispetto filiale ai propri genitori e svolgere il proprio dovere, non c’è dubbio che svolgere il proprio dovere, e solo questo, è praticare la verità. Svolgere il proprio dovere di essere creato è la verità, ed è un dovere vincolante(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Cos’è la verità realtà?”). Mu Xi ha capito dalle parole di Dio che mostrare devozione filiale nei confronti dei genitori è una cosa positiva ed è responsabilità di un figlio, ma questo è semplicemente ciò che spetta a una persona con un’umanità normale e non equivale a praticare la verità. Solo compiendo il dovere di un essere creato si pratica la verità. Quando i suoi doveri non erano in conflitto con la sua devozione filiale, avrebbe dovuto fare del suo meglio per prendersi cura del padre, chiacchierare di più con lui e aiutarlo ad alleviare le sue preoccupazioni perché questa era la sua responsabilità di figlia. Però, quando doveva fare il suo dovere e non poteva stare accanto a lui per prendersene cura, doveva affidarlo a Dio. Come essere creato, aveva la responsabilità e l’obbligo di compiere il suo dovere e portare a termine la sua missione. Ecco cosa significava praticare la verità e questo era ciò che doveva fare. Allora Mu Xi ha ripensato ai due anni e mezzo trascorsi in prigione. Nei momenti di sofferenza e di impotenza aveva conosciuto una sorella e avevano potuto aiutarsi e sostenersi a vicenda, nonché condividere sulle parole di Dio. È stato grazie all’illuminazione e alla guida delle parole di Dio che, a poco a poco, è riuscita a uscirne. Mu Xi sentiva che Dio Si era preso cura di lei, l’aveva protetta e trattata con tanta grazia e che, se avesse dato priorità alle emozioni della carne invece che al suo dovere, quella sarebbe stata una vera e propria ribellione. Resasi conto di questo, ha pregato e affidato a Dio tutte le sue preoccupazioni e i suoi timori. Ha terminato le faccende da sbrigare in casa e poi ha comprato degli integratori alimentari, delle medicine e altri beni di prima necessità per suo padre. Dopo di che, ha parlato con lui e si è recata altrove per compiere il suo dovere.

In seguito, ha ascoltato le testimonianze esperienziali dei suoi fratelli e sorelle su come trattare i propri genitori e questo l’ha spinta a riflettere. Ha pensato a come suo padre avesse assunto entrambi i ruoli genitoriali nel crescerla fin da piccola e ai grandi sacrifici che aveva fatto per lei. Provava un immenso debito di gratitudine nei suoi confronti e ogni volta che non poteva essere al suo fianco per prendersene cura, credeva di non aver adempiuto le sue responsabilità di figlia e si sentiva in debito con lui e in colpa nella sua coscienza. Ora, il fatto di compiere il suo dovere lontano dal padre si ripercuoteva spesso sul suo stato e, inoltre, la limitava e voleva sapere come risolvere questo problema. Nella sua ricerca e contemplazione, si è imbattuta in questo passo delle parole di Dio: “C’è un detto nel mondo dei non credenti: ‘I corvi ripagano le loro madri nutrendole, mentre gli agnelli si inginocchiano per suggere il latte dalle loro’. E ce n’è anche un altro: ‘Un figlio non devoto è peggio di una bestia’. Che detti altisonanti! In realtà, i fenomeni di cui parla il primo, ossia che i corvi ripagano le loro madri nutrendole, mentre gli agnelli si inginocchiano per suggere il latte dalle loro, esistono davvero, sono dati di fatto. Ma si tratta semplicemente di fenomeni appartenenti al mondo animale. Sono soltanto una sorta di legge che Dio ha stabilito per le varie creature viventi e alla quale si attengono tutti i tipi di creature viventi, compresi gli esseri umani. Che tutti gli esseri viventi seguano tale legge è un’ulteriore dimostrazione del fatto che tutti sono stati creati da Dio. Non vi è essere vivente in grado di infrangere o di trascendere questa legge. Anche i carnivori relativamente feroci, come i leoni e le tigri, nutrono la prole e non la mordono prima che abbia raggiunto l’età adulta. È un istinto animale. A qualunque specie appartengano, che sia una feroce oppure una docile e mansueta, tutti gli animali possiedono questo istinto. Tutti i tipi di creature, compresi gli esseri umani, possono continuare a moltiplicarsi e a sopravvivere solo seguendo questo istinto e questa legge. Se non si attenessero a questa legge o fossero sprovvisti di tale legge e tale istinto, non potrebbero moltiplicarsi e sopravvivere. Non esisterebbero né la catena biologica né questo mondo. Non è forse vero? (Sì.) Il fatto che i corvi ripagano le loro madri nutrendole, mentre gli agnelli si inginocchiano per suggere il latte dalle loro, dimostra proprio che il mondo animale segue questo tipo di legge. Tutti gli esseri viventi hanno questo istinto. Dopo la nascita, la prole viene accudita e nutrita dalle femmine o dai maschi della specie fino all’età adulta. Tutti gli esseri viventi sono in grado di adempiere alle loro responsabilità e ai loro obblighi nei confronti della prole, e allevano coscienziosamente e diligentemente la generazione successiva. Ciò dovrebbe valere ancora di più per gli esseri umani. Gli esseri umani definiscono sé stessi come animali superiori: se non sono in grado di attenersi a questa legge e non possiedono questo istinto, allora gli esseri umani sono inferiori agli animali, non è così? Pertanto, a prescindere da quanto i tuoi genitori ti abbiano nutrito mentre ti allevavano e quanto abbiano adempiuto alle loro responsabilità nei tuoi confronti, stavano semplicemente facendo ciò che erano tenuti a fare nell’ambito delle capacità di esseri umani creati: era il loro istinto. […] Esistono anche animali particolari, come le tigri e i leoni. Raggiunta l’età adulta, questi animali abbandonano i genitori, e alcuni maschi diventano addirittura rivali, arrivando se necessario a mordersi, lottare e combattere. Questo è normale, è una legge. Non sono governati dai sentimenti e non vivono seguendo i sentimenti come le persone; non dicono: ‘Devo ripagare l’amorevolezza dei miei genitori, devo ricambiarli, devo obbedire loro. Se non mostro pietà filiale nei loro confronti, gli altri mi condanneranno, mi rimprovereranno e mi criticheranno alle spalle. Non potrei sopportarlo!’ Gli animali non dicono queste cose. Perché le persone le dicono? Perché nella società e all’interno dei gruppi di individui sono diffuse diverse idee e opinioni sbagliate. Dopo che le persone sono state influenzate, corrose e imputridite da queste cose, sviluppano diversi modi di interpretare e gestire il rapporto genitori-figli, e alla fine trattano i genitori come creditori, creditori che per tutta la vita non riusciranno mai a ripagare. Vi sono addirittura persone che, dopo la morte dei genitori, si sentono in colpa per una vita intera e si ritengono indegne dell’amorevolezza da loro ricevuta per via di una singola azione che esse hanno compiuto e per cui i genitori hanno dimostrato malcontento o disapprovazione. DimMi, non è eccessivo? Gli individui vivono secondo i loro sentimenti, quindi non possono che essere invasi e disturbati da varie idee da essi derivate. Vivono in un ambiente contaminato dall’ideologia dell’umanità corrotta, quindi sono invasi e disturbati da varie idee fallaci, le quali rendono la loro vita più faticosa e difficile di quella degli altri esseri viventi. Tuttavia, in questo preciso momento, poiché Dio sta operando ed esprimendo la verità per comunicare alle persone la verità di tutti questi fatti e metterle in condizione di comprendere la verità, dopo che avrai compreso la verità, queste idee e questi punti di vista fallaci non saranno più un fardello per te e smetteranno di guidarti nella gestione del rapporto che hai con i tuoi genitori. A quel punto la tua vita diventerà più rilassata(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (17)”). Mu Xi ha riflettuto sulle parole di Dio e si è sentita illuminata. È emerso che tutti i tipi di creature sono in grado di accudire con cura e di allevare responsabilmente la propria prole. Questo è un principio e una legge ordinata da Dio per tutti gli esseri viventi ed è un istinto dato loro da Dio. Proprio come fanno le tigri e i leoni feroci: quando i loro cuccioli sono ancora immaturi e non sono in grado di sopravvivere da soli, questi animali allevano e proteggono accuratamente i piccoli, procurano loro il cibo e fanno del loro meglio per fornire un ambiente sicuro e confortevole per la loro crescita. Se non seguono questo principio di sopravvivenza, non si prendono cura dei cuccioli e non li allevano dopo il parto, la generazione successiva non potrà sopravvivere e la continuità della nuova vita nell’intero regno animale si interromperà. Anche gli esseri umani sono così. Prima che i loro figli possano sopravvivere autonomamente, i genitori li allevano e si prendono cura di loro con tutto il cuore, anche sopportando molte difficoltà per farlo, ma stanno semplicemente adempiendo le loro responsabilità e i loro obblighi di genitori e stanno solo seguendo i principi di sopravvivenza ordinati da Dio per tutti gli esseri viventi e questo non costituisce gentilezza. Mu Xi ha anche pensato a come durante la crescita le scuole e le famiglie instillino nei bambini la concezione che “Un figlio non devoto è peggio di una bestia”. L’implicazione era che, poiché gli animali ripagano i genitori dopo essere cresciuti, sicuramente un essere umano dovrebbe essere ancora più devoto verso i genitori e ripagare la grazia di essere stato allevato. Se non si riesce a fare questo, allora si è privi di umanità e non si ha alcun senso del sentimento umano. Essendo stata cresciuta in questo modo fin dall’infanzia, Mu Xi aveva sempre considerato le responsabilità e gli obblighi del padre nel crescerla come una gentilezza nei suoi confronti e trattava l’uomo come se fosse un suo creditore. Ogni volta che aveva pensato di non essere in grado di ricompensare la grazia di essere stata allevata dal padre, si sentiva in colpa e si accusava in cuor suo, convinta di non avere coscienza. Anche se sapeva che il suo dovere era la responsabilità che doveva adempiere in quanto essere creato, era rimasta vincolata e limitata da punti di vista fallaci e si era ritrovata disposta a mettere da parte l’opportunità di compiere il suo dovere e di perseguire la verità. In questo modo, si ribellava a Dio e Lo tradiva! Mu Xi si è resa conto di quanto fosse patetico non avere una prospettiva corretta sulle cose, non essere assolutamente in grado di distinguere tra ciò che è positivo e ciò che è negativo. Ha capito che la sua vita è stata donata da Dio e che senza la Sua predestinazione e sovranità, non sarebbe nemmeno stata al mondo, tanto meno sarebbe cresciuta al sicuro; anche il fatto di essere nata nella sua famiglia e di aver goduto delle cure premurose del padre faceva parte della sovranità e delle disposizioni di Dio. Avrebbe dovuto essere grata per la grazia di Dio piuttosto che sentirsi in debito nei confronti delle persone. Una volta compreso questo, Mu Xi ha pregato Dio: “Dio, per tutti questi anni sono stata prigioniera di idee tradizionali fallaci e ho sempre considerato le responsabilità di mio padre come una gentilezza. Di conseguenza, mi sono sentita vincolata e in colpa quando non sono stata in grado di prendermi cura di lui e questo mi ha portata a ignorare il mio dovere. Dio, non voglio più ribellarmi a Te. Desidero pentirmi dinanzi a Te”.

Poi ha letto un altro passo delle parole di Dio: “Innanzitutto, la maggior parte delle persone sceglie di andarsene di casa per svolgere i propri doveri in parte a causa di circostanze oggettive generali, che rendono loro necessario lasciare i genitori; non possono rimanere accanto a loro per prendersene cura e stare al loro fianco. Non è che scelgano volontariamente di lasciarli: questa è la ragione oggettiva. Sotto un altro aspetto, dal punto di vista soggettivo, hai lasciato casa per svolgere i tuoi doveri non perché volessi lasciare i tuoi genitori ed eludere le tue responsabilità, ma per via della chiamata che hai ricevuto da Dio. Per collaborare all’opera di Dio, accettare la Sua chiamata e svolgere i doveri di un essere creato, non avevi altra scelta che lasciare i tuoi genitori; non potevi rimanere accanto a loro per stare al loro fianco e prenderti cura di loro. Non li hai lasciati per eludere le responsabilità, giusto? Lasciarli per eludere le tue responsabilità non ha forse una natura diversa dal doverli lasciare per rispondere alla chiamata di Dio e svolgere i tuoi doveri? (Sì.) Nel tuo cuore, nutri legami emotivi e pensieri verso i tuoi genitori; i tuoi sentimenti non sono vuoti. Se le circostanze oggettive lo permettessero e tu avessi la possibilità di stare al loro fianco mentre svolgi i tuoi doveri, allora saresti disposto a farlo, a prenderti regolarmente cura di loro e adempiere alle tue responsabilità. Ma a causa di circostanze oggettive devi lasciarli, non puoi restare accanto a loro. Non è che non vuoi adempiere alle tue responsabilità di figlio, è che non puoi. Non sono due cose di natura diversa? (Sì.) Se te ne sei andato di casa per evitare di essere un figlio devoto e di adempiere alle tue responsabilità, questo è poco filiale e denota mancanza di umanità. I tuoi genitori ti hanno allevato, ma tu non vedi l’ora di dispiegare le ali e andartene al più presto per la tua strada. Non vuoi vedere i tuoi genitori e neppure presti attenzione quando vieni a sapere di qualche difficoltà che hanno affrontato. Anche se disponi dei mezzi per aiutarli, non lo fai; ti limiti a fingere di non sentire e lasci che gli altri dicano di te quello che vogliono: semplicemente non vuoi adempiere alle tue responsabilità. Questo è essere poco filiale. Ma è questo il caso di cui stiamo parlando? (No.) Molti hanno lasciato le loro contee, le loro città, le loro province o addirittura i loro Paesi per svolgere i loro doveri; sono ormai lontani dalle loro città di origine. Inoltre, per vari motivi, non è conveniente per loro rimanere in contatto con le famiglie. Di tanto in tanto si informano sulla situazione attuale dei loro genitori da persone che provengono dalla stessa città natale e si sentono sollevati quando sentono che sono ancora in salute e se la cavano bene. In realtà, non sei poco filiale; non sei giunto al punto di essere privo di umanità, di non volere nemmeno prenderti cura dei tuoi genitori o adempiere alle tue responsabilità nei loro confronti. Devi compiere questa scelta per varie ragioni oggettive, quindi non sei un figlio poco devoto. […] In generale, le persone sono dunque consapevoli nella loro coscienza delle responsabilità che hanno nei confronti dei genitori. Indipendentemente dall’atteggiamento verso i genitori che questa consapevolezza porta con sé, che si tratti di badare a loro o di scegliere di restare al loro fianco, in ogni caso le persone non dovrebbero provare né sensi di colpa né rimorsi di coscienza per non aver potuto adempiere alle loro responsabilità nei confronti dei genitori a causa di circostanze oggettive. Tali questioni, e altre simili, non dovrebbero diventare un problema nella loro vita di fede in Dio; andrebbero abbandonate. Quando si tratta di questi temi correlati all’adempimento delle responsabilità nei confronti dei genitori, le persone dovrebbero avere questa comprensione accurata e smettere di sentirsi vincolate(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (16)”). Dalle parole di Dio, Mu Xi ha capito che non poter essere a casa a prendersi cura del padre non era una mancanza di devozione filiale. Si era allontanata da lui non perché non fosse disposta ad adempiere le sue responsabilità di accudirlo e di stargli vicino, ma piuttosto perché la persecuzione e l’arresto del Partito Comunista Cinese l’avevano costretta a stare lontana dalla famiglia. Inoltre, in quanto essere creato, doveva fare il suo dovere di essere creato e assolvere le sue responsabilità e i suoi obblighi. Mu Xi ha pensato ai santi di ogni epoca che avevano lasciato i genitori e le famiglie per viaggiare, diffondere e lavorare al fine di testimoniare e predicare il vangelo del Signore Gesù, riuscendo, infine, a diffondere il Vangelo del Signore Gesù in tutti gli angoli del mondo e permettendo così a molte persone di ricevere la salvezza del Signore. I loro sacrifici e il loro spendersi erano atti di bontà e anche la causa più giusta. Ora è un momento cruciale per la diffusione del Vangelo del Regno e ci sono tanti che desiderano l’apparizione di Dio, ma che vivono nelle tenebre e non hanno sentito la Sua voce e Mu Xi sapeva che avrebbe dovuto contribuire all’opera di diffusione del Vangelo. Avendo capito questo, si è sentita molto più sollevata e serena, la sensazione di essere in debito verso il padre è sparita e lei si è impegnata maggiormente a compiere il suo dovere.

Pagina precedente: 34. La gentilezza è segno di buona umanità?

Pagina successiva: 36. Le parole di Dio mi hanno liberata dal sentimento di oppressione

Sei fortunatoad accederea questo sito Web,avrai l’opportunitàdi accogliere il Signoree trovare la viaper sbarazzarti della sofferenza. Vuoi guadagnare questa benedizione di Dio?

Contenuti correlati

Impostazioni

  • Testo
  • Temi

Colori omogenei

Temi

Carattere

Dimensioni carattere

Interlinea

Interlinea

Larghezza pagina

Indice

Cerca

  • Cerca in questo testo
  • Cerca in questo libro