41. Non sono più preoccupata o angosciata per la malattia

di Xu Hui, Cina

Nel 2010, durante una visita medica, mi è stata diagnosticata un’epatite B cronica con antigeni positivi. A quel tempo, ero terrorizzata e temevo che la mia patologia potesse peggiorare fino a trasformarsi in un cancro al fegato. Ogni volta che sentivo parlare di qualcuno morto di cancro al fegato, ero terribilmente spaventata. Tuttavia, poiché la mia famiglia era povera e non potevo permettermi delle cure, sentivo di avere un destino amaro e mi ero rassegnata a vivere giorno per giorno. Nel 2020, ho avuto la fortuna di accettare l’opera di Dio degli ultimi giorni. Avevo saputo di una sorella a cui era stato diagnosticato un cancro alla cervice, ma dopo che aveva iniziato a credere in Dio e a svolgere attivamente il suo dovere, prima che potesse accorgersene, la sua malattia era guarita. Questo mi ha dato speranze per la mia situazione. Ho pensato tra me e me: “Credere in Dio è davvero meraviglioso. Fintanto che svolgo i miei doveri in modo corretto e mi spendo con entusiasmo, sicuramente Egli guarirà anche la mia malattia”. Pertanto, da quel momento in poi ho svolto attivamente i miei doveri e sono diventata una predicatrice. Sebbene il lavoro della chiesa fosse piuttosto impegnativo e a volte mi sentissi esausta o fisicamente indisposta, al pensiero che Dio avrebbe curato la mia malattia a patto che svolgessi correttamente i miei doveri, il mio cuore era confortato e mi sentivo rinvigorita nei miei doveri.

Nel febbraio 2023, sono stata in ospedale per un controllo. Il medico ha scoperto che il livello di DNA del mio virus dell’epatite B era molto alto e che questo si stava riproducendo rapidamente. Sono stata subito trasferita nel reparto di malattie infettive specializzato in patologie del fegato e il dottore ha detto solennemente: “È necessario iniziare subito una terapia farmacologica per tenere sotto controllo la malattia. Se non lo facciamo, è probabile che si trasformi in una cirrosi o un cancro al fegato”. Questa diagnosi è stata come un fulmine a ciel sereno. Ero terribilmente impaurita e preoccupata, e ho pensato: “E se davvero si trasformasse in una cirrosi o un cancro al fegato e perdessi la vita?” Durante quei giorni, provavo continuamente emozioni negative di angoscia, ansia e preoccupazione. Mi sono detta: “Da quando ho iniziato a credere in Dio, ho sempre svolto i miei doveri. Non li ho abbandonati nemmeno quando sono stata perseguitata dalla mia famiglia. Allora perché le mie condizioni non sono migliorate? Anzi, sono peggiorate. Se dovessi morire proprio adesso che l’opera di Dio sta per giungere al termine, non perderei forse le mie speranze di salvezza? Tutte le sofferenze e gli sforzi che ho speso negli ultimi due anni non sarebbero stati vani?” Pensando queste cose, il mio cuore era straziato e mi sentivo turbata. Mi sono anche ricordata che il dottore mi aveva consigliato di riposare molto e di non fare sforzi eccessivi. Ho pensato: “Dato che Dio non mi ha guarita, dovrò prendermi più cura del mio corpo. Da oggi in poi, non posso fare troppi sforzi nello svolgere i miei doveri. Se davvero la mia patologia dovesse peggiorare, trasformarsi in un cancro al fegato e diventare incurabile, allora potrei davvero perdere la vita”. In quel periodo, il lavoro del Vangelo nelle chiese di cui ero responsabile stava incontrando alcune difficoltà. Tuttavia, non volevo preoccuparmene e non avevo eliminato quei problemi in modo tempestivo, e di conseguenza il lavoro del Vangelo rimanesse completamente bloccato. Durante le riunioni, ero sempre distratta e pensavo continuamente alla mia malattia. Agli incontri, cercavo di parlare il meno possibile per paura che la cosa mi avrebbe fatta stancare troppo. Non avevo nemmeno voglia di leggere la corrispondenza di lavoro che arrivava ogni giorno e svolgevo i miei doveri battendo la fiacca. Non seguivo le attività che dovevano essere portate avanti e, anche se c’era qualcosa di urgente, tutte le sere andavo a letto presto per paura di stancarmi troppo. Avevo addirittura pensato di smettere di predicare e di passare a un dovere meno faticoso. Gradualmente, il mio cuore si è allontanato sempre più da Dio. Non volevo più pregare o leggere le Sue parole e ogni giorno mi agitavo per la mia malattia.

In seguito, il leader ha condiviso con me sulla possibilità di assumermi la responsabilità del lavoro di altre due chiese. Sapevo che avrei dovuto accettare, ma poi ho pensato che essere responsabile di un maggior numero di chiese mi avrebbe dato maggiori preoccupazioni. Cosa sarebbe accaduto se a causa dei troppi sforzi le mie condizioni fossero peggiorate? Mi sono anche ricordata di un mio lontano parente a cui era stato diagnosticato un cancro al fegato, il quale era venuto a mancare poco dopo aver iniziato le cure. Dopo aver ragionato su queste cose, ho rifiutato. In seguito, il leader ha condiviso con me sul mio stato e mi ha letto due passi delle parole di Dio: “Poi ci sono quelli che non godono di buona salute, che hanno una costituzione debole e scarse energie, che sono spesso affetti da malattie più o meno gravi, che non riescono a far fronte nemmeno alle necessità più basilari della vita quotidiana, che non sono in grado di vivere né di spostarsi come le persone normali. Costoro spesso si sentono a disagio e cagionevoli mentre svolgono i loro doveri; alcuni sono fisicamente deboli, altri hanno vere e proprie malattie, e naturalmente ve ne sono alcuni che hanno malattie conclamate e potenziali di qualche tipo. A causa di queste difficoltà fisiche concrete, sprofondano spesso in emozioni negative e provano angoscia, ansia e preoccupazione. Per cosa si sentono angosciati, ansiosi e preoccupati? Hanno varie preoccupazioni. Se continuano a svolgere il loro dovere in questo modo, a spendersi e a darsi da fare per Dio in questo modo, e a sentirsi sempre così stanchi, la loro salute peggiorerà sempre di più? Quando avranno 40 o 50 anni, si ritroveranno costretti a letto? Queste preoccupazioni sono motivate? Qualcuno fornirà un modo concreto per affrontare tutto ciò? Chi se ne assumerà la responsabilità? Chi ne risponderà? Le persone in cattiva salute e fisicamente non in forma si sentono angosciate, ansiose e preoccupate per queste cose(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (3)”). “Anche se la nascita, la vecchiaia, la malattia e la morte sono per l’umanità delle costanti e sono inevitabili nella vita, vi sono individui con una certa costituzione fisica o una malattia particolare i quali, che stiano svolgendo i loro doveri o meno, precipitano nell’angoscia, nell’ansia e nella preoccupazione per le difficoltà e le afflizioni della carne; si preoccupano della loro patologia, delle molte avversità che essa può causare, del fatto che possa aggravarsi, di quali saranno le conseguenze se ciò dovesse avvenire e dell’eventualità di morirne. In situazioni particolari e in determinati contesti, questa serie di domande li fa impantanare nell’angoscia, nell’ansia e nella preoccupazione, rendendoli incapaci di uscirne; alcuni vivono addirittura in uno stato di angoscia, ansia e preoccupazione a causa di una grave patologia che sanno già di avere o di una latente che non possono fare nulla per evitare, e subiscono l’influsso, l’impatto e il dominio di queste emozioni negative(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (3)”). Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono resa conto che durante questo periodo avevo vissuto secondo emozioni negative di angoscia, ansia e preoccupazione per la mia malattia. Durante la visita, quando il medico mi aveva detto che il tasso di riproducibilità del mio virus dell’epatite B era molto alto e che avrei dovuto assumere medicinali per tenerlo sotto controllo, altrimenti la patologia avrebbe potuto trasformarsi in una cirrosi o un cancro al fegato, avevo iniziato a preoccuparmi per la mia salute. Temevo che lavorare troppo avrebbe potuto peggiorare la mia malattia, portando a una cirrosi o a un cancro al fegato, e che sarei morta. In quel caso, non avrei più avuto la possibilità di ottenere la salvezza. Questo pensiero mi faceva sentire molto sconfortata. Mi preoccupavo di come prendermi cura del mio corpo e di come evitare che le mie condizioni peggiorassero. Non avevo il minimo senso del fardello nei miei doveri. Il lavoro del Vangelo in una chiesa aveva incontrato delle difficoltà e io avevo mancato di eliminarle in tempo, facendo sì che quel lavoro rimanesse completamente bloccato. Alcune volte, la sera non avevo molto sonno e c’erano delle lettere urgenti di cui dovevo occuparmi, ma quando mi accorgevo che era tardi, andavo di corsa a letto senza inviare subito una risposta. Avevo anche pensato di passare a un dovere meno faticoso, in modo da non dovermi preoccupare o lavorare troppo duramente, evitando così che le mie condizioni peggiorassero. Durante il giorno, ero costantemente consumata da emozioni negative e il mio cuore non era in grado di impegnarsi veramente nei doveri. Mi rifiutavo persino di farmi carico dei doveri che mi erano stati assegnati. Mi sono resa conto che per tutto il tempo ero stata consumata dall’angoscia per la mia malattia, senza essere in grado di adempiere le mie responsabilità e senza mostrare alcuna lealtà nello svolgimento dei miei doveri. Dio mi aveva elevata e mi aveva permesso di formarmi come predicatrice, dandomi l’opportunità di svolgere i miei doveri e di ottenere la verità. Questa era la grazia di Dio. Tuttavia, ogni giorno avevo vissuto lasciandomi consumare da emozioni negative come angoscia, ansia e preoccupazione. Avevo affrontato i miei doveri in modo superficiale e apatico, senza riuscire a occuparmi tempestivamente delle varie difficoltà e dei problemi del lavoro della chiesa, causando così delle perdite. Come potevo avere un qualche senso di responsabilità o una qualche coscienza e ragione? Non meritavo affatto la salvezza di Dio! Pensando a questo, mi sono sentita rammaricata e in colpa. Dentro di me, ho capito che vivere secondo delle emozioni negative è davvero opprimente e doloroso. La cosa non solo influenzava lo svolgimento dei miei doveri, ma mi avrebbe anche portata a perdere la mia determinazione nel perseguire la verità e ottenere la salvezza. A questo pensiero, mi sono sentita impaurita e in ansia. Non potevo continuare a vivere in uno stato così confuso e disorientato. Dovevo abbandonare le emozioni negative di angoscia e ansia, perseguire con dedizione la verità e adempiere bene i miei doveri senza avere rimpianti.

In seguito, ho pensato a un passo delle parole di Dio: “In così tanti credono in Me solo perché li guarisca. In così tanti credono in Me solo perché usi il Mio potere per scacciare gli spiriti impuri dai loro corpi, e in così tanti credono in Me semplicemente per ricevere da Me pace e gioia. In così tanti credono in Me soltanto per chiederMi più ricchezze materiali. In così tanti credono in Me soltanto per trascorrere questa vita in pace e per essere sani e salvi nel mondo che verrà. In così tanti credono in Me per evitare le sofferenze dell’inferno e per ricevere le benedizioni del cielo. In così tanti credono in Me solamente per un conforto temporaneo e non cercano di guadagnare alcunché nel mondo che verrà. Quando concedo la Mia furia alle persone e Mi impossesso di tutta la gioia e la pace che un tempo possedevano, loro sviluppano dubbi. Quando concedo alle persone le sofferenze dell’inferno e Mi riprendo le benedizioni del cielo, si infuriano. Quando le persone Mi chiedono di guarirle e Io non le ascolto e le aborrisco, si allontanano da Me per cercare invece la via della medicina malvagia e della stregoneria. Quando tolgo loro tutto ciò che Mi hanno chiesto, scompaiono tutte senza lasciare traccia. Perciò dico che le persone hanno fede in Me perché la mia grazia è troppo abbondante e perché ci sono fin troppi vantaggi da guadagnare(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Che cosa sai della fede?”). Lo smascheramento delle parole di Dio era penetrante e sconvolgente. Mi sono sentita come se Egli mi stesse giudicando in prima persona. La mia fede in Dio consisteva solamente nel richiedere la Sua grazia e le Sue benedizioni, nel cercare di scendere a patti con Lui e nel considerarLo come un oggetto delle mie richieste. Ripensando a quando avevo iniziato a credere in Dio, avevo visto che alcuni fratelli e sorelle affetti da malattie incurabili erano guariti dopo aver iniziato a credere in Lui, così anch’io avevo sperato di guarire dopo averlo fatto. Poiché nutrivo questa intenzione di ottenere benedizioni, avevo rinunciato a tutto e mi ero spesa, ero stata molto proattiva nello svolgere i miei doveri ed ero anche stata disposta a soffrire e a pagare un prezzo. Quando ho fatto l’ultimo controllo e ho scoperto che le mie condizioni erano peggiorate invece di migliorare e che addirittura c’era il rischio che potessi morire, non sono stata capace di sottomettermi e ho iniziato a lamentarmi con Dio e a fraintenderLo. Ho addirittura rimpianto il fatto di aver rinunciato a tutto e di essermi spesa per Lui, e non ho più voluto svolgere i miei doveri. Il mio scopo nel credere in Dio non era stato quello di adempiere bene il mio dovere di essere creato, perseguire diligentemente la verità e vivere una normale umanità, ma quello di chiederGli delle benedizioni. Nello svolgere i miei doveri, avevo sofferto e pagato un prezzo solamente per far sì che Egli mi guarisse. Come poteva questo essere un modo per svolgere i miei doveri? Avevo cercato di scendere a patti con Dio, Lo avevo usato e ingannato! Non avevo fatto altro che salvaguardare i miei interessi personali. La mia natura era stata troppo egoista ed ero stata completamente priva di coscienza e ragione. Ho pensato a come Paolo avesse lavorato molto, rinunciando a varie cose e spendendosi, sopportando difficoltà e pagando un prezzo, viaggiando per terra e per mare al fine di predicare il Vangelo e conquistare molte persone. Tuttavia, i suoi sforzi e il suo lavoro non erano mirati a svolgere il proprio dovere o a mostrare considerazione per le intenzioni di Dio, ma piuttosto a ottenere le benedizioni del regno dei cieli: egli stava cercando di scendere a patti con Dio. Alla fine, non solo non aveva ricevuto l’approvazione di Dio, ma era stato condannato da Lui. Poiché miravo a ottenere benedizioni e benefici, le mie idee sul perseguimento della fede in Dio erano proprio come quelle di Paolo. Se non mi fossi ravveduta al più presto, il mio esito sarebbe stato lo stesso: essere condannata e punita da Dio. Se Egli non mi avesse rivelata, non avrei riflettuto su me stessa e non mi sarei conosciuta e avrei continuato a percorrere questo cammino sbagliato, finendo così per perdere la possibilità di essere salvata. Non appena mi sono resa conto di ciò, mi sono sentita profondamente in colpa. Ho compreso che la mia malattia rappresentava l’amore e la salvezza di Dio per me. Così, L’ho pregato per pentirmi: “Oh Dio, non importa se la mia malattia possa essere curata o meno, sono disposta ad abbandonare le mie intenzioni sbagliate ed adempiere bene il mio dovere per soddisfarTi”. In seguito, ho detto al leader che ero disposta ad assumermi la responsabilità del lavoro di altre due chiese.

Da quella volta, ho svolto i miei doveri in modo normale. Tuttavia, poiché il carico di lavoro era aumentato e ogni giorno c’erano molte cose da gestire, ho iniziato di nuovo a preoccuparmi: “Svolgere il mio dovere in questo modo non sarà troppo stancante per il mio corpo? Se dovessi continuare a preoccuparmi e affaticarmi per un lungo periodo di tempo, la mia patologia non potrebbe forse peggiorare e trasformarsi in una cirrosi o un cancro al fegato?” Ho capito che ancora una volta stavo vivendo emozioni negative di angoscia, preoccupazione e ansia. Così, ho pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi a non essere più consumata dalla malattia e di darmi fede. Successivamente, ho letto queste Sue parole: “Che tu soffra o sia malato, finché ti resta anche un solo respiro, fintanto che sei vivo e riesci ancora a parlare e a camminare, allora hai l’energia per svolgere il tuo dovere, e dovresti farlo diligentemente e con i piedi ben piantati a terra. Non devi abbandonare il dovere di un essere creato o la responsabilità che il Creatore ti ha affidato. Fintanto che sei ancora in vita, dovresti portare a termine il tuo dovere e adempierlo bene. Alcune persone dicono: ‘Queste cose che dici sono piuttosto sconsiderate. Sono malato, e per me è dura sopportare la malattia!’ Quando non ce la fai, puoi riposarti, prenderti cura di te stesso e curarti. Se desideri comunque svolgere il tuo dovere, puoi ridurre il carico di lavoro e svolgere un altro dovere adeguato, uno che non influisca sulla tua guarigione. Questo dimostrerà che nel tuo cuore non hai abbandonato il tuo dovere, che il tuo cuore non si è allontanato da Dio, e che nel tuo cuore non hai rinnegato il nome di Dio né abbandonato il desiderio di essere un autentico essere creato. Alcuni si chiedono: ‘Ho fatto tutte queste cose, quindi Dio mi libererà da questa malattia?’ Lo farà? (Non necessariamente.) Che Dio ti liberi o meno dalla tua malattia, che ti guarisca oppure no, quello che fai è ciò che spetta a un essere creato. Che tu sia fisicamente in grado di svolgere il tuo dovere o meno, che tu possa svolgere un qualsiasi lavoro o meno, che la tua salute ti permetta di svolgere il tuo dovere o meno, il tuo cuore non deve allontanarsi da Dio, e tu non devi abbandonare il tuo dovere nel tuo cuore. In questo modo, adempirai alle tue responsabilità, ai tuoi obblighi e al tuo dovere: questa è la lealtà che dovresti mantenere. Solo perché non riesci più a usare le mani, o non sei più in grado di parlare, o non ci vedi più, o non puoi più muoverti, non devi pensare che Dio sia tenuto a guarirti; e se Dio non ti guarisce, allora vuoi rinnegarLo nel profondo del tuo cuore, vuoi abbandonare il tuo dovere e lasciarti alle spalle Dio. Qual è la natura di un tale atto? (È un tradimento nei confronti di Dio.) È un tradimento!(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (3)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho trovato una via per praticare. I doveri rappresentano l’incarico da parte di Dio per gli uomini e sono la responsabilità e l’obbligo di un essere creato. A prescindere da quale malattia o dolore fisico una persona affronti, non dovrebbe mai rinunciare a svolgere i doveri che spettano a un essere creato. I requisiti di Dio per le persone non sono elevati. Nei limiti della resistenza fisica, Egli chiede solamente che adempiano bene il proprio dovere con tutto il cuore e con tutte le forze, e questo per Lui sarà soddisfacente. In caso di dolore fisico, è possibile riposare in maniera adeguata, assumere farmaci e farsi curare. È anche possibile fare esercizio più spesso e organizzare i propri orari di lavoro in modo ragionevole. In questo modo, lo svolgimento dei doveri non ne risentirà.

In seguito, grazie alle parole di Dio, ho compreso come considerare la morte. Dio dice: “Tutti devono affrontare la morte in questa vita; in altre parole, la morte è ciò che tutti devono affrontare alla fine del loro cammino. Tuttavia, essa ha molti attributi diversi. Una è che, al momento predestinato da Dio, tu hai portato a termine la tua missione e Dio traccia una linea alla fine della tua vita carnale, la quale giunge al termine, ma questo non significa che la tua vita sia finita. Quando una persona non ha carne, la sua vita è finita: le cose stanno così? (No.) La forma in cui la tua vita esiste dopo la morte dipende da come hai trattato l’opera e le parole di Dio mentre eri in vita: questo è molto importante. La forma in cui esisterai dopo la morte, o se esisterai o meno, dipenderanno dall’atteggiamento che assumi verso Dio e verso la verità mentre sei in vita. […] C’è un’altra cosa da sottolineare: la questione della morte ha la stessa natura delle altre questioni. Non spetta alle persone scegliere per sé stesse al riguardo, e tanto meno è qualcosa che può essere cambiato dalla volontà dell’uomo. La morte è uguale a qualsiasi altro evento importante della vita: ricade interamente sotto la predestinazione e la sovranità del Creatore. Se qualcuno implora la morte, non è detto che muoia; se implora di vivere, non è detto che viva. Tutto ciò ricade sotto la sovranità e la predestinazione di Dio, e viene cambiato e stabilito dalla Sua autorità, dalla Sua indole giusta, dalla Sua sovranità e dalle Sue disposizioni. Quindi, se contrai una malattia grave e potenzialmente fatale, non per forza morirai: chi decide se morirai o no? (Dio.) È Dio a deciderlo. E poiché è Lui a decidere e le persone non possono decidere una cosa del genere, per che cosa dovrebbero provare ansia e angoscia? Lo stesso vale per chi sono i tuoi genitori, e per quando e dove nasci: neanche queste sono cose che spetta a te scegliere. La scelta più saggia in questi casi è quella di lasciare che le cose seguano il loro corso naturale, di sottomettersi e di non scegliere, di non dedicare alcun pensiero né alcuna energia alla questione e di non nutrire angoscia, ansia o preoccupazione al riguardo. Poiché le persone non possono scegliere da sé, investire tanti pensieri ed energie nella faccenda è sciocco e poco saggio. […] Perché non si sa se morirai o meno e neppure se Dio permetterà che tu muoia: queste cose sono sconosciute. In particolare, non si sa quando morirai, dove, a che ora o cosa proverai a livello fisico quando accadrà. Arrovellarti il cervello pensando e riflettendo su cose che non conosci e provare ansia e preoccupazione per esse non fa di te uno sciocco? Dato che ti rende uno sciocco, non dovresti scervellarti su queste cose(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (4)”). “Di qualunque questione si tratti, bisognerebbe sempre affrontarla con un atteggiamento attivo e positivo, e questo è tanto più vero quando si tratta della morte. Avere un atteggiamento attivo e positivo non significa assecondare la morte, aspettarla o perseguirla in maniera attiva e positiva. Se non significa perseguire la morte, assecondarla o aspettarla, cosa significa? (Significa sottomettersi.) Sottomettersi è un tipo di atteggiamento nei confronti della morte, e il modo migliore per affrontarla è abbandonarla e non pensarci(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (4)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho compreso che la vita e la morte di ognuno sono nelle Sue mani. Egli pianifica e dispone con largo anticipo quando e come moriremo in questa vita, e tutto ciò non ha nulla a che fare con il fatto che ci ammaliamo o meno. Anche se non mi ammalo, quando arriverà il momento prestabilito da Dio per la mia morte, io non potrò scappare. Allo stesso modo, se dovessi ammalarmi in modo grave, Egli non prenderà facilmente la mia vita se ancora non ho completato la mia missione. La vita e la morte di una persona sono nelle mani di Dio e non dipendono dalle cure dell’uomo. Tuttavia, non ero stata in grado di capire a fondo la questione della vita e della morte e avevo vissuto secondo emozioni negative di angoscia, preoccupazione e ansia. Avevo sempre avuto il timore che la mia malattia potesse peggiorare e trasformarsi in un cancro al fegato che porta alla morte, per questo ogni giorno mi risparmiavo nei miei doveri e non facevo tutto ciò che potevo, e spendevo il mio tempo e le mie energie per salvaguardare la mia salute. Sono stata davvero ignorante e sciocca! Adesso mi sono resa conto del fatto che, per quanto possa prendermi cura della mia salute, se non adempio bene il mio dovere, non otterrò l’approvazione di Dio e ogni mio giorno di vita sarà vuoto e privo di qualsiasi valore o significato. Quando alla fine arriverà il disastro, non potrò fare nulla per evitare la morte. Ripensando a quando per la prima volta avevo saputo del peggioramento della malattia, non avevo voluto leggere le parole di Dio, non avevo nulla da dire nelle mie preghiere e andavo a letto presto ogni giorno. Esternamente, il mio corpo sembrava in uno stato di benessere e ben curato ma non avevo sentito alcuna guida da parte di Dio e avevo vissuto ogni giorno senza il minimo significato. In cuor mio, mi ero sentita completamente vuota e angosciata. Adesso, sebbene svolgere il mio dovere fosse un poco faticoso ed estenuante, non c’era niente che potesse sostituire la sensazione di pace e tranquillità che provavo dentro di me. Ho davvero sperimentato che la vita può avere valore e significato solo perseguendo con dedizione la verità e adempiendo bene i miei doveri, e che in questo modo posso sentirmi tranquilla e in pace. Un mese dopo, quando sono andata in ospedale per una visita di controllo, il medico ha detto che le mie condizioni erano migliorate fino a diventare un caso lieve di epatite B e che avevo bisogno di prendere solamente un farmaco antivirale. Non riuscivo a credere a quelle parole. Vedendo come tutto fosse nelle mani di Dio, Gli sono stata profondamente grata.

Avendo fatto esperienza di questa malattia, ho visto con chiarezza le intenzioni spregevoli celate dietro al mio voler perseguire benedizioni attraverso la fede in Dio e ho compreso i danni causati dalle mie emozioni negative. Ho anche capito che Dio aveva permesso che la malattia mi colpisse al fine di purificare i miei desideri eccessivi e le mie pretese irragionevoli nei Suoi confronti, consentendomi di vedere con chiarezza la brutta verità della mia corruzione da parte di Satana cosicché io potessi perseguire sinceramente la verità, liberarmi della mia indole corrotta e ottenere la salvezza di Dio. Questo è l’amore e la salvezza di Dio! Sono profondamente grata a Dio con tutto il cuore!

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