52. Cosa ho imparato dopo essere stata destituita

di Clara, Stati Uniti

Nel 2021, irrigavo i nuovi arrivati nella chiesa. Poiché avevo un approccio superficiale verso il mio dovere, molti nuovi arrivati non partecipavano regolarmente alle riunioni. Per di più, la mia indole arrogante faceva sempre sentire gli altri limitati quando collaboravano con me. Di conseguenza, i leader mi avevano destituita e riassegnata alla gestione degli affari generali. Quando mi è stato comunicato, mi sono sentita molto angosciata. Ho pensato al fatto che credevo in Dio da più di dieci anni e a come, dopo aver abbandonato gli studi, avevo sempre svolto i miei doveri nella chiesa. Inoltre, poiché avevo una qualche conoscenza di una lingua straniera, avevo sempre pensato di avere più capacità rispetto agli altri fratelli e sorelle. In un momento così critico per la diffusione del Vangelo del Regno, non mi aspettavo di essere destituita e assegnata a un dovere di basso profilo come quello degli affari generali. Questa destituzione non era forse la via di Dio per rivelarmi ed eliminarmi? Pensando a tutto ciò, mi sono sentita sopraffatta da un misto di sconforto, dolore e preoccupazione. In cuor mio, mi sono detta: “In futuro, onde evitare di causare problemi che potrebbero portare a una nuova destituzione, dovrò essere prudente e meticolosa nello svolgere i miei doveri. Altrimenti, potrei davvero perdere ogni speranza di essere salvata”.

Dopo qualche tempo, ho sentito che alcuni fratelli e sorelle erano stati destituiti a causa degli scarsi risultati nei loro doveri. Sono subito andata in ansia e ho pensato: “Come sto svolgendo i miei doveri di recente? Corro forse anch’io il rischio di essere destituita?” Ho subito cercato di capire se ci fossero ancora dei problemi nei miei doveri, quale atteggiamento il supervisore avesse nei miei confronti e se ci fossero dei segnali di una mia destituzione. Quando mi sono resa conto di avere alcuni problemi nei miei doveri e di non aver ottenuto buoni risultati, mi sono sentita molto a disagio e mi sono chiesta: “Forse un giorno il supervisore mi destituirà? Se venissi nuovamente destituita, potrei essere eliminata del tutto”. Durante quel periodo, svolgevo i miei doveri in modo molto prudente per paura di commettere errori. A volte, quando il supervisore mi inviava dei messaggi, temevo che stesse pianificando di destituirmi. Vivevo in uno stato di diffidenza e sospetto, e mi sentivo estremamente repressa come se un’enorme pietra mi stesse schiacciando.

Un giorno, durante una riunione, ho letto un passo delle parole di Dio che mi ha dato una qualche comprensione del mio stato. Dio Onnipotente dice: “Alcuni non credono che la casa di Dio tratti le persone in modo equo. Non credono che Dio regni nella Sua casa e che vi regni la verità. Ritengono che, se dovesse sorgere un problema in un qualsiasi dovere una persona svolga, la casa di Dio si occuperà immediatamente di quella persona, privandola del suo diritto ad assolvere quel dovere, mandandola via o addirittura allontanandola dalla chiesa. È davvero così che funzionano le cose? Certamente no. La casa di Dio tratta ogni persona secondo le verità principi. Dio è giusto nel Suo modo di trattare ogni persona. Non guarda solo come una persona si comporta in un’unica circostanza; Egli osserva la natura essenza di una persona, le sue intenzioni, il suo atteggiamento, e guarda in particolare se una persona sa riflettere su di sé quando commette un errore, se prova rimorso, e se riesce a capire a fondo l’essenza del problema in base alle Sue parole, arriva a capire la verità, detestare sé stessa e pentirsi veramente. […] Se non accetti minimamente la verità nell’assolvere il tuo dovere e hai sempre paura di essere rivelato ed eliminato, allora questo tuo timore è contaminato da intenzioni umane e da un’indole satanica corrotta, nonché da sospetto, diffidenza e incomprensioni. Una persona non dovrebbe avere nessuno di questi atteggiamenti. Devi cominciare col dissipare i tuoi timori e ogni incomprensione riguardo a Dio. Come nascono le incomprensioni riguardo a Dio? Quando le cose vanno bene, le persone sicuramente non fraintendono Dio. Credono che Egli sia buono, onorevole, giusto, misericordioso e amorevole, che sia giusto in tutto ciò che fa. Quando si trovano invece ad affrontare qualcosa che non si conforma alle loro nozioni, pensano: ‘A quanto pare, Dio non è molto giusto, perlomeno non in tale questione’. Non è questa un’incomprensione? Come mai Dio non è più giusto? Che cosa ha dato origine a questo fraintendimento? Che cosa ti ha portato a farti questa opinione e questa comprensione secondo cui Dio non sarebbe giusto? Sai dire con certezza da dove derivi? Da quale frase? Quale questione? Quale situazione? Dillo, in modo che tutti possano capire e giudicare se le tue affermazioni poggino su basi solide. E quando una persona fraintende Dio o affronta qualcosa che non si conforma alle sue nozioni, che atteggiamento deve assumere? (Ricercare la verità e sottomettersi.) Deve prima di tutto sottomettersi e poi considerare: ‘Non capisco, ma mi sottometterò perché questo è ciò che Dio ha fatto e non qualcosa che l’uomo deve analizzare. Inoltre, non posso dubitare delle parole di Dio o della Sua opera, perché la parola di Dio è la verità’. Non è questo l’atteggiamento che una persona dovrebbe avere? Con questo atteggiamento, le tue incomprensioni costituirebbero ancora un problema? (No.) Non influenzerebbero né disturberebbero l’assolvimento del tuo dovere(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Le parole di Dio mi descrivevano alla perfezione: quando commettevo degli errori nel mio dovere, avevo sempre paura di essere destituita. Tutto ciò era dovuto alla mia diffidenza nei confronti di Dio, al fatto che Lo avevo frainteso, al fatto che non comprendevo i principi secondo cui le persone venivano destituite nella Sua casa e non riconoscevo la Sua indole giusta. Pensavo che se una persona aveva dei problemi o commetteva degli errori nel proprio dovere, o se i risultati non erano buoni per un certo periodo di tempo, questa sarebbe stata destituita. Credevo fosse proprio come nel mondo dei non credenti, dove sbagliare porta a essere rimproverati e alla possibilità di essere licenziati, pertanto è necessario essere estremamente prudenti se si vuole mantenere la propria posizione. Tuttavia, nella casa di Dio, Egli dà alle persone il maggior numero possibile di opportunità di pentirsi, e la destituzione si basa anche sui principi. Non è detto che una persona venga destituita solamente perché ha commesso un piccolo errore nel proprio dovere o perché ha ottenuto degli scarsi risultati per un breve periodo di tempo. Tale decisione si basa piuttosto su una valutazione complessiva dei comportamenti costanti di quella persona e sulla sua natura essenza, e soprattutto sul fatto che sappia o meno riflettere su sé stessa e conoscersi, nonché dimostrare un vero pentimento dopo che ha commesso un errore. Per esempio, quando svolgevo il mio dovere di irrigare i nuovi arrivati, a causa della mia indole arrogante avevo sempre limitato gli altri ogni volta che collaboravo con loro. I miei fratelli e sorelle mi avevano fatto notare questo problema. Tuttavia, la cosa mi aveva turbata solo per un po’ e in seguito non mi ero curata di affrontare la mia indole arrogante. Per di più, quando irrigavo i nuovi arrivati, ero superficiale e lavoravo solo in apparenza. Quando questi erano in difficoltà e non partecipavano regolarmente alle riunioni, io non offrivo aiuto né supporto. Quando facevo un quadro generale del lavoro e vedevo che così tanti nuovi arrivati non partecipavano regolarmente, mi sentivo turbata solo per qualche tempo, ma in seguito continuavo a non fare nulla per occuparmi di quei problemi. La chiesa mi aveva destituita sulla base dei miei continui comportamenti, ma non mi aveva tolto la possibilità di svolgere il mio dovere, e invece mi aveva riassegnata al dovere degli affari generali, dandomi così una possibilità di pentirmi. Tuttavia, io non ho riflettuto correttamente su me stessa e non mi sono compresa in modo adeguato, ma ho serbato una certa diffidenza e incomprensione nei confronti di Dio. Sono stata davvero troppo propensa all’inganno! Adesso, nonostante ci fossero ancora dei problemi e delle deviazioni nel mio dovere degli affari generali, dopo che il supervisore ne era venuto a conoscenza, mi aveva dato dei consigli e aveva condiviso con me sui principi. Dopo aver seguito quei consigli, i problemi nel mio dovere sono stati eliminati e non hanno causato la mia destituzione da parte della chiesa. Ho capito che nella casa di Dio una persona viene davvero destituita secondo i principi, e che la mia diffidenza e le mie incomprensioni erano davvero un modo per ingannare e limitare me stessa.

In seguito, ho riflettuto ulteriormente e ho capito che non dovevo solamente eliminare la mia diffidenza e le mie incomprensioni, ma dovevo anche eliminare questa paura di essere destituita qualora avessi commesso un errore nel mio dovere. Mi sono chiesta: “Perché avevo paura?” Ho pregato Dio e ho fatto ricerche su questo problema. Un giorno, durante le mie devozioni spirituali, ho letto un passo delle parole di Dio: “Alcune persone hanno subito dei fallimenti in passato, come essere destituite per non aver eseguito alcun lavoro reale come leader o per aver ambito ai vantaggi del prestigio. Dopo essere state rimosse più volte, alcune di esse subiscono un vero cambiamento: essere destituite è una cosa buona o cattiva per le persone? (È una cosa buona.) Quando vengono destituite per la prima volta, le persone si sentono come se il cielo crollasse loro addosso. È come se il loro cuore fosse stato letteralmente spezzato. Non riescono più a reggersi e non sanno in che direzione andare. Ma dopo l’esperienza pensano: ‘Non era una faccenda così grave. Perché prima la mia statura era così bassa? Come ho potuto essere così immaturo?’ Questo dimostra che hanno fatto progressi nella vita e che hanno capito un po’ le intenzioni di Dio, la verità e lo scopo della salvezza dell’uomo da parte di Dio. Questo è il processo di sperimentazione dell’opera di Dio. Devi ammettere e accettare questi metodi che Dio usa nella Sua opera, cioè potarti costantemente, o pronunciare verdetti su di te, dicendo che sei senza speranza, dicendo che non sei uno che sarà salvato, e addirittura condannandoti e maledicendoti. Potresti sentirti negativo, ma cercando la verità, riflettendo su te stesso e conoscendo te stesso, sarai presto in grado di risalire, di seguire Dio e di svolgere normalmente i tuoi doveri. Questo è ciò che significa crescere nella vita. Quindi, sperimentare più destituzioni è buono o cattivo? È corretto questo metodo che Dio usa nella Sua opera? (Sì.) Tuttavia, talvolta le persone non riconoscono questo e non riescono ad accettarlo. Specialmente quando sperimentano per la prima volta la rimozione, sentono di essere trattate ingiustamente, non fanno che ragionare sempre con Dio e lamentarsi di Lui, incapaci di superare questo ostacolo. Perché non riescono a superarlo? Forse perché cercano guai con Dio e con la verità? Perché le persone non comprendono la verità, non conoscono il modo di riflettere su sé stesse e non cercano i problemi dentro sé stesse. Si rifiutano sempre di obbedire nei loro cuori e, quando vengono destituite, cominciano a sfidare Dio. Non sono capaci di accettare il fatto di essere state rimosse e sono piene di risentimento. In quel momento, la loro indole corrotta è molto rigida, ma quando in seguito ripensano alla questione, capiscono che è stato giusto per loro essere destituite: si è rivelata una cosa buona, che ha permesso loro di fare dei progressi nella vita. Quando in futuro si troveranno nuovamente di fronte a una destituzione, la affronteranno ancora in questo modo? (Sempre meno ogni volta.) È normale che si migliori progressivamente. Se non cambia nulla, ciò dimostra che non accettano assolutamente la verità e che sono miscredenti. Allora sono totalmente rivelate ed eliminate, e non hanno modo di raggiungere la salvezza(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono profondamente commossa. Non importa se veniamo destituiti o se ci definiscono come persone che non possono essere salvate, dobbiamo accettare il fatto che tutto ciò proviene da Dio. Se riusciamo a sottometterci, ricercare la verità, riflettere su noi stessi e conoscerci, allora nella nostra vita ci saranno dei progressi, e questa è una buona cosa. Tuttavia, se continuiamo a cercare spiegazioni e a lamentarci senza riflettere su noi stessi, verremo davvero rivelati ed eliminati. Riflettere sul periodo in cui ero stata destituita dal dovere di irrigazione, nonostante fosse molto doloroso, mi ha risvegliata. Mi ha spinta a riflettere su me stessa e a comprendermi, e ho ottenuto una qualche comprensione della mia indole arrogante e del mio essere superficiale nello svolgimento del mio dovere. In passato, quando vedevo che i nuovi arrivati non partecipavano regolarmente alle riunioni, pensavo che comprendere le loro difficoltà e ricercare le parole di Dio per risolvere i loro problemi fosse troppo complesso, perciò non volevo fare sacrifici per affrontare quelle questioni con coscienza e volevo occuparmi solamente di attività semplici che mi facessero sembrare brava. Dopo essere stata destituita, mi sono resa conto di essere particolarmente pigra e di voler soddisfare il mio benessere fisico. Ho capito che svolgere i miei doveri in modo così spregevole mi rendeva sostanzialmente inaffidabile. Adesso che mi occupavo degli affari generali, ho iniziato a riflettere su come svolgere i miei doveri in modo concreto. Indipendentemente dalle mie abilità lavorative, mi limitavo a concentrarmi su di essi con tutto il mio cuore e le mie forze. Nonostante a volte fosse faticoso, in cuor mio mi sentivo in pace. Inoltre, in passato avevo sempre guardato dall’alto in basso i fratelli e le sorelle con una scarsa levatura o con delle scarse abilità professionali. Quando si parlava di lavoro spesso il mio tono era severo, e in questo modo li avevo limitati e danneggiati. Dopo essere stata destituita, ho iniziato a calmarmi e a riflettere su me stessa. Ho capito che il mio disprezzo per gli altri era dovuto alla mia indole arrogante. Successivamente, quando ho incontrato dei fratelli e delle sorelle che in precedenza avevo guardato dall’alto in basso, mi sono resa conto che avevano molti punti di forza e virtù. Adesso, quando i fratelli e le sorelle mi facevano notare i miei problemi e le mie manchevolezze, ero in grado di accettarli, di riflettere su me stessa e di conoscermi. I fratelli e le sorelle non si sentivano più limitati da me. Questo mi ha permesso di comprendere che la riassegnazione e la destituzione non hanno lo scopo di rivelare o eliminare nessuno. Ero stata profondamente corrotta da Satana e possedevo molte indoli corrotte, pertanto dovevo sperimentare molti fallimenti ed epifanie nello svolgimento del mio dovere. Se fossi riuscita a ricercare la verità, a riflettere su me stessa e a pentirmi sinceramente, per me sarebbe stata una cosa buona e un punto di svolta per cambiare la mia indole. Tuttavia, nel mio dovere non riuscivo a trattare correttamente i fallimenti le epifanie. Non riuscivo a calmarmi per ricercare la verità e riflettere su me stessa in modo adeguato. Al contrario, avevo sempre pensato alla mia destinazione e al mio esito finali, e mi ero sempre preoccupata di ciò, cosa che aveva portato alla mia negatività e mi aveva fatta soffrire. Ero pervasa da un sentimento di opposizione agli ambienti predisposti da Dio. Se non mi fossi pentita, sarei davvero andata incontro alla rovina. A quel punto, tutto ciò che dovevo fare era accettare gli ambienti che Dio aveva predisposto e sottomettermi ad essi, concentrarmi sulla ricerca della verità, riflettere su me stessa, conoscere la mia corruzione e le mie mancanze, imparare delle lezioni e fare dei progressi nel mio accesso alla vita. Una volta compreso ciò, il mio cuore si è sentito più in pace.

Qualche mese dopo, la chiesa mi ha riassegnata all’irrigazione dei nuovi arrivati. Non pensavo che avrei avuto un’altra possibilità di svolgere questo dovere, ho provato un’emozione indescrivibile e in cuor mio ho ringraziato Dio. Dopo qualche tempo, ho incontrato delle difficoltà nell’irrigare i nuovi arrivati. Alcuni di loro erano troppo impegnati col lavoro, altri erano malati, mentre altri ancora avevano delle nozioni sull’opera di Dio, quindi avevano smesso di partecipare alle riunioni. Dopo averli irrigati e supportati per qualche tempo senza ottenere risultati evidenti, sono diventata molto ansiosa: “Se non riesco a eliminare al più presto questi problemi, forse verrò destituita? Le catastrofi stanno diventando sempre più gravi e l’opera di Dio si sta avvicinando alla fine. Se dovessi essere destituita in un momento così critico, potrò ancora essere salvata?” Questi pensieri mi rendevano molto angosciata. Quando il supervisore è venuto a controllare il mio lavoro, mi ha ricordato di essere più diligente e di eliminare al più presto quei problemi. Mi sono sentita piuttosto scoraggiata: “Ultimamente sto facendo del mio meglio, ma perché non ci sono stati miglioramenti? Se continuo a non essere efficiente nel mio dovere, potrei essere destituita. Se venissi assegnata a un altro dovere, dovrò nuovamente imparare partendo da zero. Cosa accadrebbe se continuassi a essere inefficiente e venissi nuovamente destituita? In quel caso, verrei completamente rivelata ed eliminata!” Più ci pensavo, più mi sentivo sconfortata e la mia mente diventava annebbiata e pesante. Quando ho notato che i nuovi arrivati non partecipavano regolarmente alle riunioni, non ho più avuto voglia di seguirli. In cuor mio, mi sono addirittura lamentata: “Ultimamente ho lavorato così tanto, perché Dio non mi ha guidata? Per quanto mi sforzi, sembra che non faccia alcuna differenza. Non è facile eliminare questi problemi, e magari verrò comunque destituita anche dopo tutti i miei sforzi”. Durante quel periodo, ero molto negativa e non riuscivo a trovare le forze per svolgere il mio dovere. Successivamente, ho iniziato a riflettere su me stessa: “Perché ogni volta che succede qualcosa ho paura di essere destituita?” Ho capito di essere guidata dal desiderio di ottenere benedizioni, così ho cercato delle parole di Dio relative alla questione di cui nutrirmi.

Un giorno, ho letto queste Sue parole: “Quando un anticristo ha prestigio e potere nella casa di Dio, quando può trarre vantaggio e capitalizzare a ogni passo, quando le persone lo ammirano e lo adulano, e quando pensa che benedizioni, ricompense e una bella destinazione sembrano essere tutte a portata di mano, allora in superficie sembrano traboccanti di fede in Dio, nelle Sue parole e promesse all’umanità, e nell’opera e nelle prospettive della casa di Dio. Tuttavia, non appena vengono potati, quando il loro desiderio di benedizioni è minacciato, allora sviluppano sospetti e incomprensioni verso Dio. In un batter d’occhio, la loro fede apparentemente abbondante scompare, e non si trova più da nessuna parte. Riescono a malapena a tirar fuori l’energia per camminare o parlare, perdono interesse nello svolgimento del proprio dovere, e tutto l’entusiasmo, l’amore e la fede. Hanno perso quel pochino di buona volontà che avevano e non prestano attenzione a nessuno che parli con loro. In un istante si trasformano in persone completamente diverse. Sono rivelati, non è vero? Quando una persona del genere si aggrappa alle sue speranze di essere benedetta sembra avere un’energia illimitata, essere leale a Dio. Può alzarsi presto e lavorare fino a notte inoltrata ed è capace di soffrire e pagare un prezzo. Ma quando ha perso la speranza di essere benedetta, è come un pallone sgonfio. Vuole cambiare i suoi piani, trovare un altro cammino e rinunciare alla sua fede in Dio. Si scoraggia e rimane deluso da Dio, ed è pieno di lamentele. È forse questa l’espressione di qualcuno che persegue e ama la verità, qualcuno con umanità e integrità? (No.) Sono in pericolo(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 12: Vogliono abbandonare quando non hanno prestigio né alcuna speranza di ottenere benedizioni”). “Gli anticristi non obbediscono mai alle disposizioni della casa di Dio, e correlano sempre strettamente il dovere, la fama, il guadagno e il prestigio alla loro speranza di ottenere benedizioni e alla loro destinazione futura, come se, una volta persi il loro prestigio e la loro reputazione, non avessero alcuna speranza di ottenere benedizioni e ricompense, e hanno la sensazione che questo equivalga a perdere la vita. Pensano: ‘Devo stare attento, non devo essere negligente! Non si può fare affidamento sulla casa di dio, sui fratelli e le sorelle, sui leader e i lavoratori, e nemmeno su dio. Non posso fidarmi di nessuno di loro. La persona su cui puoi contare di più e che è più degna di fiducia sei tu stesso. Se non sei tu a fare dei piani per te stesso, allora chi si prenderà cura di te? Chi penserà al tuo futuro? Chi valuterà se riceverai o meno delle benedizioni? Devo pertanto fare piani e calcoli accurati per il mio bene. Non posso commettere errori o essere minimamente negligente, altrimenti cosa farò se qualcuno cercherà di approfittarsi di me?’ Per questo motivo, si guardano dai leader e dai lavoratori della casa di Dio, temendo che qualcuno possa discernere o capire come sono veramente, che per questo vengano rimossi e che il loro sogno di ricevere benedizioni venga infranto. Ritengono di dover mantenere la loro reputazione e il loro prestigio per avere la speranza di ottenere benedizioni. Gli anticristi considerano ricevere benedizioni come più importante dei cieli, della vita, del perseguimento della verità, del cambiamento dell’indole o della salvezza personale, e più importante che svolgere bene il proprio dovere ed essere un essere creato all’altezza degli standard. Pensano che essere un essere creato all’altezza degli standard, svolgere bene il proprio dovere ed essere salvati siano tutte cose insignificanti, a malapena degne di menzione o commento, e che invece ottenere benedizioni sia l’unica cosa in tutta la loro vita a cui non possono mai smettere di pensare. In qualsiasi circostanza affrontino, per quanto seria o insignificante, la rapportano all’essere benedetti, sono estremamente cauti e attenti, e si tengono sempre pronta una via d’uscita. […] Ottenere o meno l’approvazione di Dio non si basa sul dovere che si svolge ma sul fatto di possedere la verità, sulla genuina sottomissione a Dio e sulla lealtà. Queste sono le cose più importanti. Durante il periodo della salvezza di Dio per le persone, esse devono subire molte prove. Soprattutto nello svolgimento del proprio dovere, bisogna passare per molti fallimenti e battute d’arresto ma alla fine, se si comprende la verità e ci si sottomette sinceramente a Dio, si avrà la Sua approvazione. Quando si tratta di una riassegnazione del dovere, si può vedere che gli anticristi non comprendono la verità e non hanno affatto abilità di comprensione(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 12: Vogliono abbandonare quando non hanno prestigio né alcuna speranza di ottenere benedizioni”). Attraverso lo smascheramento delle parole di Dio, ho capito che il motivo per cui gli anticristi non sanno affrontare correttamente la riassegnazione o la destituzione è che svolgono i propri doveri solamente per ottenere benedizioni, cercando di scendere a patti con Dio, e non per ottenere la verità o per sottomettersi a Lui. Pertanto, quando qualcosa va storto o quando vengono riassegnati a un altro dovere o destituiti, collegano sempre la cosa al fatto di ricevere benedizioni. Quando capiscono che non hanno alcuna speranza di ottenere benedizioni, si scoraggiano, rimangono delusi e pieni di rancore, perdono le motivazioni per svolgere i propri doveri e addirittura perdono il desiderio di credere in Dio. Anche io avevo mostrato queste manifestazioni degli anticristi. Quando nei miei doveri le cose andavano bene e sentivo di avere la speranza di ricevere benedizioni, ero disposta ad abbandonare gli studi, a sopportare la sofferenza, e a pagare un prezzo per i miei doveri. Tuttavia, quando i risultati dei miei doveri erano scarsi e addirittura rischiavo di essere destituita, sentivo che le mie speranze di ottenere benedizioni erano svanite. Di conseguenza, mi sentivo scoraggiata, delusa e negativa; mi lasciavo andare e svolgevo i doveri come una persona completamente diversa. In realtà, sia essere destituiti che avere dei problemi nei propri doveri e ricevere consigli o essere potati sono cose più che normali. Tuttavia, io ero costantemente preoccupata: “Forse verrò destituita? Se dovessi essere destituita di nuovo, non verrò completamente rivelata ed eliminata? In quel caso, non avrò molte possibilità di essere salvata e di entrare nel regno dei cieli”. Avevo trasformato i miei doveri in una transazione, cercando di scambiare i miei sacrifici, il mio spendermi e i risultati del mio lavoro con la benedizione del regno dei cieli. Ero stata proprio come Paolo. Egli aveva predicato il Vangelo solamente per ricevere ricompense e benedizioni, non per ottenere la verità, arrivando persino a dire queste parole: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia” (2 Timoteo 4:7-8). Ciò che intendeva era che aveva pagato un prezzo molto alto per svolgere il proprio dovere, e che Dio doveva garantirgli ricompense e benedizioni, altrimenti avrebbe discusso con Lui e opposto resistenza. Non avevo forse intrapreso lo stesso cammino di Paolo? Ero disposta a pagare un prezzo per ottenere delle benedizioni, ma quando ho capito che non avrei potuto riceverle, sono diventata negativa e ho smesso di impegnarmi, addirittura lamentandomi perché Dio non mi stava guidando. Questo non era forse come opporsi silenziosamente a Dio? Ripensandoci, mi sono sentita molto spaventata e ho capito che svolgere i doveri solamente per ottenere benedizioni e cercare di scendere a patti con Dio è estremamente pericoloso. Si tratta di un cammino di opposizione a Dio!

In seguito, ho letto due passi delle Sue parole: “Poiché essere benedetti non è un obiettivo appropriato da perseguire, quale obiettivo è appropriato? Il perseguimento della verità, il perseguimento dei cambiamenti dell’indole e la capacità di sottomettersi a tutte le orchestrazioni e le disposizioni di Dio: questi sono gli obiettivi che le persone dovrebbero perseguire. Supponiamo, per esempio, che essere potato ti porti a nutrire nozioni e incomprensioni e che diventi incapace di sottometterti. Perché non sei in grado di sottometterti? Perché senti che la tua destinazione o il tuo sogno di essere benedetto sono stati messi in discussione. Diventi negativo e ti arrabbi, e vuoi abbandonare il tuo dovere. Qual è il motivo? C’è un problema nel tuo perseguimento. Come si può risolvere questo problema? È indispensabile che abbandoni subito queste idee sbagliate e che ricerchi immediatamente la verità per risolvere il problema della tua indole corrotta. Dovresti dire a te stesso: ‘Non devo arrendermi, devo continuare a svolgere bene il dovere che spetta a un essere creato e mettere da parte il mio desiderio di essere benedetto’. Quando rinunci al desiderio di essere benedetto e percorri il cammino del perseguimento della verità, ti togli un peso dalle spalle. E a quel punto sei ancora capace di essere negativo? Anche se ci sono ancora momenti in cui lo sei, non permetti che questo ti limiti e, nel tuo cuore, continui a pregare e a lottare, cambiando l’obiettivo del tuo perseguimento da quello di essere benedetto e ottenere una destinazione al perseguimento della verità, e pensi tra te e te: ‘Perseguire la verità è il dovere di un essere creato. Capire certe verità oggi: non si potrebbe raccogliere un frutto più prezioso, questa è la più grande benedizione di tutte. Anche se Dio non mi vuole, non ho una buona destinazione e le mie speranze di essere benedetto si sono infrante, svolgerò comunque il mio dovere adeguatamente, sono obbligato a farlo. Qualunque sia il motivo, non influirà sullo svolgimento del mio dovere, non influirà sul compimento dell’incarico ricevuto da Dio; questo è il principio secondo cui mi comporto’. E, così facendo, non hai forse trasceso i vincoli della carne? Qualcuno potrebbe dire: ‘Sono ancora negativo, e con ciò?’ Allora ricerca di nuovo la verità per risolvere il problema. Per quante volte tu possa precipitare nella negatività, se continui semplicemente a ricercare la verità per risolvere il problema e a impegnarti per acquisire la verità, uscirai lentamente dalla tua negatività. Un giorno sentirai di non desiderare di ottenere benedizioni e di non essere limitato dalla tua destinazione e dal tuo esito, e che una vita senza queste cose è più facile e più libera(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo nella pratica della verità vi è l’ingresso nella vita”). “Giobbe non parlò di accordi con Dio, e non avanzò alcuna richiesta o pretesa nei Suoi confronti. Egli lodava il nome di Dio a causa della Sua grande potenza e autorità nel governo di tutte le cose, e non era dipendente dalle benedizioni che avrebbe potuto guadagnare o dalle disgrazie che avrebbero potuto colpirlo. Egli credeva che, a prescindere dal fatto che Dio benedica le persone o mandi loro disgrazie, il Suo potere e la Sua autorità non sarebbero cambiati, e quindi, a prescindere dalle circostanze di una persona, il Suo nome doveva essere lodato. Il fatto che l’uomo sia benedetto da Dio avviene a motivo della Sua sovranità, e quando all’uomo succedono disgrazie, è sempre a motivo della Sua sovranità. Il potere e l’autorità di Dio governano e dispongono tutte le cose dell’uomo; i capricci della sorte dell’uomo sono manifestazioni del potere e dell’autorità di Dio e, a prescindere dal punto di vista personale, il nome di Dio dovrebbe essere lodato. Ecco ciò che Giobbe sperimentò e giunse a conoscere negli anni della sua vita. Tutti i pensieri e le azioni di Giobbe raggiunsero le orecchie di Dio, arrivarono di fronte a Lui, e da Lui furono considerati importanti. Dio apprezzava questa conoscenza di Giobbe, e lo teneva in gran conto, perché aveva questo cuore che era sempre in attesa dei Suoi comandi e in ogni luogo, indipendentemente dal tempo o dal posto, accoglieva tutto ciò che gli capitava. Giobbe non avanzò alcuna richiesta a Dio. Ciò che chiedeva a sé stesso era di attendere, accettare, affrontare e sottomettersi a tutte le disposizioni che venivano da Dio; egli riteneva che questo fosse il suo dovere, ed era proprio ciò che Dio voleva. […] Questo perché il cuore di Giobbe era puro e non nascosto a Dio, la sua umanità era onesta e gentile, ed egli amava la giustizia e ciò che era positivo. Solo un uomo di tal fatta, dotato di un simile cuore e di una simile umanità sarebbe stato in grado di seguire la via di Dio, capace di temere Dio e fuggire il male. Tale uomo poteva notare la sovranità di Dio, la Sua autorità e il Suo potere, ed era in grado di raggiungere la sottomissione alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni. Solo un uomo di tal fatta avrebbe potuto veramente lodare il nome di Dio. Questo perché egli non considerava se Dio lo avrebbe benedetto o gli avrebbe inviato disastri, poiché sapeva che tutto è controllato dalla Sua mano, e che per l’uomo preoccuparsi è un segno di stupidità e ignoranza, e una mancanza di ragione, come pure un segno che dubita della sovranità di Dio su tutte le cose, e di mancato timore di Dio. La conoscenza di Giobbe era esattamente ciò che Dio desiderava(La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II”). Le parole di Dio sono molto concrete e mi hanno mostrato un cammino di pratica. Quando affronto delle situazioni e sento di aver perso le mie speranze di ottenere benedizioni, devo pregare Dio, rinunciare alla mia intenzione di ricevere benedizioni e mettere da parte le richieste che ho per Lui. Anche se alla fine non ricevo benedizioni e non posso essere salvata, devo comunque tenere fede al mio dovere, perseguire la verità e sperimentare gli ambienti orchestrati da Dio con un atteggiamento di sottomissione. In questo modo, il desiderio di ricevere benedizioni non potrà più limitarmi. Proprio come Giobbe, il quale non aveva cercato di scendere a patti con Dio e non Gli aveva fatto alcuna richiesta. Quando si trovò a dover affrontare delle prove, perse i suoi figli e tutte le sue proprietà, e addirittura fu ricoperto da piaghe dolorose, ma non si lamentò con Dio. Egli aveva compreso che la vita degli uomini è nelle mani di Dio e che gli ambienti sperimentati da una persona in ogni fase sono predestinati e stabiliti da Lui. Per questo motivo, è sempre riuscito ad affrontare tutto ciò che era stato predisposto da Dio con un atteggiamento onesto e sottomesso. In confronto a Giobbe, stavo fallendo completamente! Cercavo sempre di scendere a patti con Dio, preoccupandomi continuamente del fatto che, qualora fossi stata destituita, non sarei stata salvata o non avrei ricevuto benedizioni. Pretendevo sempre qualcosa da Dio e mi sentivo a disagio nell’affidarmi a Lui. La realtà è che in qualsiasi posto io vada, qualsiasi dovere io svolga, o qualsiasi prova io debba affrontare, tutto è già stato predisposto da Dio. Gli ambienti sperimentati dalle persone non sono importanti; ciò che conta è il cammino che esse percorrono. Il fatto che vengano salvate o eliminate non dipende dagli ambienti in cui si trovano. Avevo sempre cercato di scendere a patti con Dio e di ricercare benedizioni, ma alla fine la mia indole non era cambiata affatto, pertanto anche se non fossi stata destituita, sarei comunque stata eliminata. Se avessi intrapreso il cammino di perseguire la verità, e se, di fronte ai fallimenti e alle epifanie, avessi saputo ricercare la verità e riflettere su me stessa, e avessi cambiato la mia indole di vita, alla fine Dio mi avrebbe salvata. Quando ho compreso queste cose, mi sono sentita come liberata da un pesante fardello e ho ottenuto un senso di pace e tranquillità. Ho pregato Dio: “Dio, nello svolgere il mio dovere, ho sempre temuto di essere destituita, il che mi ha portata ad avere uno stato negativo e a essere passiva nel mio dovere. Dio, mi sbagliavo. Avrei dovuto fare come Giobbe, non preoccuparmi delle benedizioni o delle disgrazie e limitarmi a ricercare la verità, sottomettermi a Dio in ogni situazione e adempiere il mio dovere”.

Dopo qualche tempo, alcuni nuovi arrivati ancora non partecipavano regolarmente alle riunioni. Mi sentivo in ansia e temevo di essere destituita, così mi sono subito rivolta a Dio in preghiera, chiedendoGli di guidarmi a sottomettermi a quella situazione. Indipendentemente dal fatto che mi avessero destituita o meno, ciò che dovevo fare era riflettere su me stessa e ricercare le verità principi. Dopo aver pregato, mi sono sentita molto più calma. Ho iniziato a riflettere sul problema alla radice di questi scarsi risultati nell’irrigazione dei nuovi arrivati. Discutendo con altri fratelli e sorelle, ho scoperto le mie deviazioni. Quando i nuovi arrivati non partecipavano regolarmente alle riunioni, mi limitavo a condividere brevemente con loro sull’importanza della cosa, a esortarli e a pregare per le loro difficoltà. Di conseguenza, alcuni nuovi arrivati partecipavano a uno o due incontri ma poi ricominciavano a non frequentare in modo regolare. Il problema principale era che non avevo colto la radice e il nodo della questione. Per eliminare questo problema, dovevo imparare a svolgere i miei doveri secondo i principi. Sotto un certo aspetto, dovevo migliorare la qualità della vita della chiesa. Quando i fratelli e le sorelle si nutrivano grazie alla vita della chiesa e ne traevano beneficio, allora partecipavano alle riunioni di loro spontanea volontà. Per altri versi, dovevo imparare a discernere i diversi tipi di persone. Se c’erano dei nuovi arrivati che perseguivano la verità, dovevo concentrarmi sulla loro irrigazione, aiutandoli a comprendere le parole e le intenzioni di Dio. Questo per loro era necessario affinché superassero le varie difficoltà, partecipassero alle riunioni e svolgessero i propri doveri in modo normale. Riguardo a coloro che non perseguivano la verità e non erano interessati alle riunioni, se davano prova di essere dei miscredenti, dovevo abbandonarli piuttosto che continuare a fare un lavoro inutile. Dopo aver compreso queste cose, ho trovato una direzione per svolgere i miei doveri. In seguito, ho fatto in modo che tutti gli irrigatori studiassero insieme i principi. Abbiamo condiviso su come migliorare la qualità della vita della chiesa, e loro si sono anche confrontati uno con l’altro su dei metodi efficaci. Dopo qualche tempo, la vita della chiesa è migliorata. Adesso, a volte ancora non ottengo dei buoni risultati nei miei doveri, ma non ho più paura di essere destituita. Al contrario, affronto ogni circostanza con un atteggiamento di sottomissione, ricerco le verità principi e mi impegno a svolgere bene i miei doveri. Questo mi fa sentire in pace con me stessa. Grazie a Dio per la Sua guida!

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