79. Non volevo diventare leader: perché ero così preoccupata?

di Jiexin, Cina

Durante le elezioni della chiesa del 2023 ho sentito che alcuni fratelli e sorelle volevano votare per me, ma dentro di me non volevo essere una leader. Ho ricordato che qualche tempo prima una leader aveva fatto trasferire le offerte da alcuni fratelli e sorelle, ma aveva scelto le persone sbagliate e le offerte erano state intercettate dal gran dragone rosso, cosicché diversi fratelli e sorelle erano stati arrestati. La chiesa stava indagando sulle cause specifiche: anche se la leader non era stata destituita, si trattava comunque di una grande trasgressione. Ho pensato anche a una sorella che conoscevo da prima e che, pur essendo una leader, aveva agito secondo la propria volontà e aveva ritardato il lavoro: alla fine era diventata una falsa leader ed era stata destituita. Quando pensavo a queste cose, provavo una certa apprensione, credendo che la responsabilità di un leader fosse sostanziale e che potesse essere destituito in qualsiasi momento se nelle sue azioni avesse violato i principi. Pensavo: “Adesso l’opera di Dio è alla sua fase finale, ed è anche il momento in cui Dio determina l’esito di ogni persona. Se io, in questo momento critico, non solo non riesco a preparare buone azioni, ma commetto anche del male e vengo condannata, quale buon esito potrei mai avere? È meglio accettare un dovere semplice e non correre rischi”. Dopo queste considerazioni, ero poco propensa ad assumere il ruolo di leader. Invece, pochi giorni dopo, durante le elezioni della chiesa sono stata eletta leader. Di fronte a quel risultato non mi sono sentita felice, anzi, ero oppressa e angustiata, e ho pensato: “Non accettarlo dimostrerebbe mancanza di sottomissione. Se accetto, dovrei intanto lavorare e sopportare più degli altri, ma se combinassi qualche pasticcio non sarebbe un problema da poco. Se offendessi la Sua indole terminerebbe il mio viaggio di fede in Dio e tutti questi anni di fede a che sarebbero serviti? È meglio fare bene e con i piedi per terra il mio dovere attuale”. Solo a pernsarlo, dentro di me mi sentivo in colpa, ma quando consideravo la grande responsabilità di un leader e a quanto velocemente verrebbe messo a nudo ed eliminato nel caso commettesse un errore, non volevo comunque assumere il ruolo di leader. Sentivo un costante conflitto interiore, come in un tiro alla fune. Così ho pregato Dio, chiedendoGli di condurmi e guidarmi.

Un giorno ho letto un passo delle parole di Dio e mi sono emozionata profondamente. Dio Onnipotente dice: “Se senti di poter svolgere un certo dovere, ma temi anche di commettere un errore e di essere eliminato, e dunque sei timoroso e inerte e non riesci a fare progressi, il tuo è un atteggiamento di sottomissione? Per esempio, se i tuoi fratelli e sorelle ti scegliessero come leader, potresti sentirti obbligato a svolgere questo dovere perché sei stato scelto, ma non lo consideri con un atteggiamento molto fattivo. Perché non sei fattivo? Perché al riguardo hai dei pensieri e senti che: ‘Essere un leader non è affatto una buona cosa. È come camminare sulle uova o sul ghiaccio sottile. Se faccio un buon lavoro, non ci sarà una ricompensa ma, se faccio un cattivo lavoro, verrò potato. Questa poi non è nemmeno l’eventualità peggiore di tutte. E se mi sostituissero o eliminassero? Se dovesse accadere, non sarebbe allora finita per me?’ A quel punto inizi a sentirti combattuto. Cos’è questo atteggiamento? Equivale a essere diffidenti e a fraintendere. Questo non è un atteggiamento che le persone dovrebbero avere verso il proprio dovere. È un atteggiamento demoralizzato e negativo. Dunque come dovrebbe essere un atteggiamento positivo? (Dovremmo essere sinceri e schietti e avere il coraggio di farci carico dei fardelli.) Dovrebbe essere un atteggiamento di sottomissione e di cooperazione fattiva. Quello che dite è un po’ vuoto. Come puoi essere sincero e schietto quando hai così tanta paura? E che cosa significa avere il coraggio di farsi carico dei fardelli? Quale mentalità ti darà il coraggio di farlo? Se hai sempre paura che qualcosa vada storto e che tu non sia in grado di gestirlo, e se hai molti ostacoli interni, allora ti mancherà fondamentalmente il coraggio di farti carico dei fardelli. L’‘essere sinceri e schietti’, l’‘avere il coraggio di farsi carico dei fardelli’ o il ‘non battere mai in ritirata nemmeno di fronte alla morte’ di cui parlate suonano un po’ come gli slogan urlati dai giovani arrabbiati. Questi slogan possono forse risolvere i problemi pratici? Ciò che serve ora è un atteggiamento corretto. Per possederlo, devi comprendere questo aspetto della verità. Questo è l’unico modo per risolvere le tue difficoltà interne e permetterti di accettare facilmente questo incarico, questo dovere. Questo è il percorso di pratica e solo questa è la verità. Se usi termini come ‘essere sinceri e schietti’ e ‘avere il coraggio di farsi carico dei fardelli’ per affrontare la paura che provi, questo sarà efficace? (No.) Ciò indica che queste cose non sono la verità né il cammino della pratica. Potresti dire: ‘Sono sincero e schietto, sono di levatura indomita, non ci sono altri pensieri o sentimenti contaminanti nel mio cuore, e ho il coraggio di farmi carico dei fardelli’. Esternamente ti fai carico del tuo dovere, ma in seguito, dopo averlo ponderato per qualche tempo, continui a ritenere di non essere in grado di fartene carico. Potresti avere ancora paura. Inoltre potresti vedere che gli altri vengono potati, e spaventarti ancora di più, come un cane frustato che è terrorizzato dalla cinghia. Avrai sempre di più la sensazione che la tua statura sia troppo modesta e che questo dovere sia come un vasto abisso invalicabile, e in definitiva sarai ancora incapace di farti carico di questo fardello. È per questo che declamare slogan non può risolvere i problemi pratici. Dunque, come puoi risolvere davvero questo problema? Dovresti cercare attivamente la verità e adottare un atteggiamento sottomesso e collaborativo. Questo può risolvere completamente il problema. Timore, paura e preoccupazione sono inutili. Vi è una qualche relazione tra l’eventualità di essere smascherato ed eliminato e l’essere un leader? Forse la tua indole corrotta scomparirà se non sei un leader? Prima o poi, dovrai risolvere il problema della tua indole corrotta. Inoltre, se non sei un leader, non avrai ulteriori opportunità di pratica e farai lenti progressi nella vita, con poche possibilità di essere perfezionato. Sebbene vi sia un po’ più di sofferenza nell’essere un leader o un lavoratore, questi ruoli offrono anche molte ricompense e, se sai percorrere il cammino della ricerca della verità, puoi essere perfezionato. E questa è davvero una grande benedizione! Dunque, dovresti sottometterti e cooperare attivamente. Sono questi il tuo dovere e la tua responsabilità. A prescindere dalla strada davanti a te, dovresti avere un cuore che si sottomette. Questo dovrebbe essere l’atteggiamento con cui svolgi il tuo dovere(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Qual è l’adeguato assolvimento del proprio dovere?”). Le parole di Dio hanno messo a nudo i miei pensieri in modo così profondo che mi sono sentita imbarazzata e piena di vergogna. Ho riflettuto su di me e sul perché avessi tanta paura di fare la leader. Il motivo era che avevo visto che una leader aveva scelto la gente sbagliata per organizzare il trasferimento delle offerte, con il risultato che queste erano state sequestrate dal gran dragone rosso e diversi fratelli e sorelle erano stati arrestati; la casa di Dio stava indagando e gestendo la faccenda. Pertanto, temevo che se fossi diventata leader e avessi commesso un grosso errore nel lavoro, non solo avrei causato perdite alla chiesa, ma avrei anche ritardato l’ingresso nella vita di fratelli e sorelle. Sarebbe stata una grande trasgressione e sarei subito stata rivelata ed eliminata. Quindi, sarebbe stato più sicuro accettare un lavoro semplice. Avevo sempre pensato ai miei interessi, senza avere il coraggio di accettare il dovere di leader. Mi sono accorta di essere stata troppo egoista, senza un filo di sottomissione. Anche se essere leader comporta più lavoro, offre più opportunità di formazione, più possibilità di acquisire la verità e una più rapida crescita nella vita. C’erano dietro le vere intenzioni di Dio, ma io non le comprendevo e, al contrario, covavo in seno diffidenza e incomprensione nei Suoi confronti. Non era questa un’offesa profonda verso Dio? Avrei dovuto sottomettermi e collaborare attivamente, cercando la verità per risolvere la diffidenza e le incomprensioni che avevo nei Suoi confronti.

In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio: “Pur concentrando tutte le proprie energie nel dovere, pur dimettendosi dal lavoro e rinunciando alla famiglia, se non dona il cuore a Dio, e se sta in guardia contro Dio, il suo è un buono stato? È il normale stato con cui si accede alla verità realtà? Il futuro sviluppo di questo stato non è terrificante? Continuando in questo stato, si può ottenere la verità? Si può guadagnare la vita? Si può accedere alla verità realtà? (No.) Siete consapevoli di possederlo voi stessi? Quando ne diventate consapevoli, non vi chiedete: ‘Perché sto sempre in guardia contro Dio? Perché penso sempre così? Pensare in questo modo è terribile! È opporsi a Dio e rifiutare la verità. Stare in guardia contro Dio è lo stesso che resisterGli’? Stare in guardia contro Dio equivale a essere un ladro; non si osa vivere nella luce, si ha il timore di esporre il proprio volto demoniaco, e allo stesso tempo si prova terrore: ‘Con Dio non si scherza. Può giudicare e castigare le persone in ogni momento e in ogni luogo. Se causi la rabbia di Dio, nei casi poco importanti Egli ti poterà, e nei casi gravi ti punirà, facendoti ammalare o soffrire. Sono cose che la gente non riesce a sopportare!’ Le persone non hanno forse questi malintesi? Questo è un cuore che teme Dio? (No.) Questo tipo di stato non è terribile? Quando le persone sono in questo stato, quando si guardano da Dio e hanno sempre questi pensieri, quando hanno sempre questo tipo di atteggiamento verso Dio, Lo stanno forse trattando come Dio? Questa è fede in Dio? Quando credono in Dio in questo modo, quando non Lo trattano come Dio, non è un problema? Come minimo, non accettano l’indole giusta di Dio, né il fatto della Sua opera. Pensano: ‘È vero che Dio è misericordioso e amorevole, ma va anche in ira. Quando la Sua ira si abbatte su una persona, è disastroso. Egli può colpire a morte le persone in qualsiasi momento, distruggendo chiunque Egli voglia. Non evocare l’ira di Dio. È vero che la Sua maestà e la Sua ira non permettono offesa. Bisogna tenersi a distanza da Lui!’ Se una persona ha questo tipo di atteggiamento e queste idee, può venire pienamente e sinceramente al cospetto di Dio? Non può(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo mettendo in pratica la verità ci si può liberare dei vincoli di un’indole corrotta”). Mentre ponderavo le parole di Dio e riflettevo su me stessa, mi sono resa conto che, sebbene credessi in Dio da molti anni, rinunciando in apparenza alla mia famiglia e alla mia carriera per fare il mio dovere, in realtà non avevo mai dato il mio cuore a Dio. Mi ero sempre aggrappata alle regole di Satana per sopravvivere, come “Più sono grandi, più rovinosamente cadono” e “Al vertice si è soli”, trattandole come massime e parole sagge. Avevo vissuto secondo le regole di sopravvivenza di Satana, non credendo nell’indole giusta di Dio. Avevo concepito la casa di Dio come a somiglianza del mondo, privo com’è di equità e di giustizia, e avevo immaginato che Dio fosse come le persone corrotte, e credevo che anche un piccolo, involontario errore portasse alla condanna e all’eliminazione. Così, quando vedevo potati e destituiti gli altri, dentro di me ero diventata ancora più guardinga nei confronti di Dio. Avevo temuto che se fossi diventata leader e non avessi fatto bene il lavoro, sarei stata destituita ed eliminata, e che sarebbe stato più prudente svolgere un lavoro semplice. A causa di queste opinioni fallaci, non riuscivo a sottomettermi all’orchestrazione e alle disposizioni di Dio. In realtà, l’essere rivelati o eliminati non dipende affatto dal proprio prestigio. È un fatto determinato dal cammino che si percorre. Se non si persegue la verità si viene rivelati ed eliminati comunque, anche se non si gode di prestigio. I leader e i lavoratori possono avere deviazioni o fallimenti nel loro lavoro, ma possono in seguito cercare la verità e riflettere su sé stessi, sforzandosi di agire secondo i principi, e più fanno i loro doveri, più comprendono la verità. Per questo genere di persone, assumere il ruolo di leader è un mezzo per essere perfezionati. La leader che conoscevo prima era stata destituita perché non dedicava tempo ed energia alle verità principi, disturbava e intralciava il lavoro e si rifiutava ostinatamente di conoscere sé stessa. Anche quando i suoi problemi erano stati smascherati e condivisi, aveva argomentato e si era difesa invece di pentirsi. Questo l’aveva portata alla destituzione. Inoltre, gli anticristi espulsi dalla casa di Dio non erano stati rovinati per via del loro prestigio né eliminati a causa di una singola trasgressione. È stato perché durante il loro periodo da leader avevano agito in modo sconsiderato e autocratico e avevano formato fazioni per insediare regni indipendenti che avevano gravemente intralciato il lavoro della chiesa. Anche dopo essere stati potati e ammoniti, si erano rifiutati ostinatamente di pentirsi. Sono stati espulsi ed eliminati perché appartengono alla categoria di gente che prova avversione per la verità e la odia. Il loro fallimento è stato determinato dalla loro natura essenza e dal cammino che avevano percorso. Nella casa di Dio la decisione di destituire o eliminare qualcuno non si basa sul comportamento occasionale di una persona o su un singolo errore che ha commesso, ma piuttosto sulla sua natura essenza e sul suo comportamento continuato. Inoltre, Dio offre a ogni persona molteplici opportunità di pentimento. Non è detto che chi viene colto in fallo venga espulso o eliminato. Infatti, nel caso della leader della nostra chiesa, anche se c’era stato un grave problema con le modalità di trasferimento delle offerte, in seguito lei aveva cercato la verità, aveva riflettuto su sé stessa e aveva mostrato la volontà di pentirsi. Di conseguenza, a tutt’oggi non è stata destituita. Ho visto che la mia convinzione “Più sono grandi, più rovinosamente cadono” non era assolutamente in linea con la verità, e ho capito quanto fosse distorto il mio punto di vista! Mi ero costantemente preoccupata del mio futuro e del mio destino, temendo che se fossi diventata leader e avessi sbagliato il lavoro, non avrei avuto un buon esito e una buona destinazione. Senza eliminare questi falsi perseguimenti e queste prospettive sbagliate attraverso la ricerca della verità, con la mia natura profondamente radicata di resistenza a Dio, anche senza diventare leader sarei stata eliminata. In quel momento, ho sentito che vivere secondo la filosofia di Satana era molto pericoloso, perché poteva farmi ribellare e allontanare da Dio dovunque e comunque.

Dopo di che ho letto queste parole di Dio: “Gli anticristi non obbediscono mai alle disposizioni della casa di Dio, e correlano sempre strettamente il dovere, la fama, il guadagno e il prestigio alla loro speranza di ottenere benedizioni e alla loro destinazione futura, come se, una volta persi il loro prestigio e la loro reputazione, non avessero alcuna speranza di ottenere benedizioni e ricompense, e hanno la sensazione che questo equivalga a perdere la vita. Pensano: ‘Devo stare attento, non devo essere negligente! Non si può fare affidamento sulla casa di dio, sui fratelli e le sorelle, sui leader e i lavoratori, e nemmeno su dio. Non posso fidarmi di nessuno di loro. La persona su cui puoi contare di più e che è più degna di fiducia sei tu stesso. Se non sei tu a fare dei piani per te stesso, allora chi si prenderà cura di te? Chi penserà al tuo futuro? Chi valuterà se riceverai o meno delle benedizioni? Devo pertanto fare piani e calcoli accurati per il mio bene. Non posso commettere errori o essere minimamente negligente, altrimenti cosa farò se qualcuno cercherà di approfittarsi di me?’ Per questo motivo, si guardano dai leader e dai lavoratori della casa di Dio, temendo che qualcuno possa discernere o capire come sono veramente, che per questo vengano rimossi e che il loro sogno di ricevere benedizioni venga infranto. Ritengono di dover mantenere la loro reputazione e il loro prestigio per avere la speranza di ottenere benedizioni. Gli anticristi considerano ricevere benedizioni come più importante dei cieli, della vita, del perseguimento della verità, del cambiamento dell’indole o della salvezza personale, e più importante che svolgere bene il proprio dovere ed essere un essere creato all’altezza degli standard. Pensano che essere un essere creato all’altezza degli standard, svolgere bene il proprio dovere ed essere salvati siano tutte cose insignificanti, a malapena degne di menzione o commento, e che invece ottenere benedizioni sia l’unica cosa in tutta la loro vita a cui non possono mai smettere di pensare. In qualsiasi circostanza affrontino, per quanto seria o insignificante, la rapportano all’essere benedetti, sono estremamente cauti e attenti, e si tengono sempre pronta una via d’uscita(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 12: Vogliono abbandonare quando non hanno prestigio né alcuna speranza di ottenere benedizioni”). Dalle parole di Dio ho capito che gli anticristi, in qualsiasi situazione si trovino, fanno come prima considerazione se possono ottenere benedizioni oppure no. Finché qualcosa è utile per ottenere benedizioni, la faranno, mentre non la faranno se non lo è. Non considerano mai le loro responsabilità o i loro doveri né gli interessi della casa di Dio. Riflettendo sul mio comportamento, mi sono resa conto di aver agito allo stesso modo. I fratelli e le sorelle mi avevano eletta leader: quella era un’esaltazione e un’opportunità di formazione che Dio mi stava dando. Avrei dovuto collaborare attivamente, ma avevo dato troppa importanza all’ottenimento delle benedizioni, pensando in primo luogo al mio futuro e al mio destino. Non appena avevo pensato alle grandi responsabilità dell’essere leader e al potenziale impatto negativo sul mio futuro e destinazione se avessi fatto qualche trasgressione, mi ero sentita riluttante a ricoprire quel ruolo. Avevo pensato che ottenere benedizioni fosse più importante di doveri e responsabilità. Quant’ero stata egoista e priva di umanità! Rendendomene conto, ho rivolto a Dio una preghiera di penitenza e ho assunto attivamente il dovere di leader.

Non molto tempo dopo, sono stata incaricata di trasferire le offerte. C’era in me ancora un po’ di paura: temevo che per qualche mia disposizione sbagliata si potesse verificare un errore, quindi volevo tirarmi indietro. In quel momento mi sono resa conto che questo stato non era giusto, così mi sono presentata a Dio in preghiera: “Oh Dio, so di essere troppo egoista e ancora concentrata sul mio futuro e destino. Questo dovere che mi è arrivato oggi è la prova a cui mi stai sottoponendo. Non devo vivere nella paura, pensando ai miei interessi. Devo affidarmi a Te e cooperare secondo i principi, assumendomi attivamente questo fardello e senza più considerare guadagni e perdite personali”. Dopo la preghiera, ho pensato a un passo delle parole di Dio: “Che genere di persona osa assumersi responsabilità? Che tipo di persona ha il coraggio di portare un fardello pesante? Una persona che prende l’iniziativa e interviene coraggiosamente nel momento più cruciale del lavoro della casa di Dio, che non teme di assumersi una responsabilità pesante e di sopportare grandi sofferenze quando vede il lavoro più importante e cruciale. Ecco una persona leale verso Dio, un buon soldato di Cristo. Forse chi teme di assumersi responsabilità nel proprio dovere fa così perché non capisce la verità? No; ha un problema di umanità. Non ha alcun senso di giustizia né di responsabilità. È un ignobile egoista, non è un sincero credente in Dio, non accetta minimamente la verità. Per questo motivo, non può essere salvato(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). Mentre riflettevo sulle parole di Dio, ho compreso che coloro che credono sinceramente in Lui e hanno una buona umanità, svolgono i propri doveri con senso di responsabilità e salvaguardano gli interessi della casa di Dio senza considerare guadagni o perdite personali. Affrontano le difficoltà a testa alta, soprattutto nei lavori fondamentali, sanno sostenere pesanti fardelli e tengono conto delle intenzioni di Dio. Per quanto grandi siano i rischi, non si ritirano, bensì sanno affidarsi a Dio per sperimentare le cose. Questo genere di persone ha davvero coscienza e ragione. Sono i pilastri della chiesa e sono coloro di cui Dio si compiace. Al contrario, quelli che nello svolgere i doveri considerano sempre i guadagni e le perdite, senza minimamente salvaguardare gli interessi della casa di Dio, mancano di umanità e sono egoisti e spregevoli. Agli occhi di Dio, sono miscredenti e non credenti. Pensando a tutto questo, ho provato angoscia e pentimento e sono stata desiderosa di assumermi quella responsabilità e di collaborare attivamente per trasferire le offerte in un luogo sicuro il prima possibile. Dopo aver praticato in questo modo, ho sentito in cuore un sentimento di pace e rassicurazione.

Se non fosse stato Dio a organizzare le circostanze per rivelarmi, non avrei riconosciuto la mia indole corrotta, egoista e spregevole, né le mie prospettive errate su cosa perseguire, e non avrei compreso l’estremo sforzo di Dio per salvare le persone. Sono grata a Dio per aver predisposto queste circostanze e per l’illuminazione e la guida delle Sue parole, che hanno portato a questa conoscenza e trasformazione.

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