87. Compiere il mio dovere è la mia missione

di Su Ran, Cina

Quando andavo a scuola, i nostri insegnanti ci insegnavano spesso che la devozione filiale verso i genitori e il rispetto degli anziani erano virtù tradizionali cinesi. Anche i miei genitori me lo insegnavano spesso e ne erano un esempio. Ogni volta che c’era un lavoro da fare a casa di mia nonna, mio padre metteva da parte le sue faccende per aiutarla, e nei fine settimana ci portava a dare una mano con il lavoro nei campi di casa sua. A quel tempo, i miei genitori erano spesso fuori a lavorare nei campi; io e i miei fratelli eravamo molto piccoli e nessuno si occupava di noi, nemmeno mia nonna. Ma mia madre non gliene faceva una colpa, anzi si prendeva cura di lei. Cucinava i cibi preferiti di mia nonna e la portava dal medico quando era malata. Parenti, amici e vicini lodavano i miei genitori per la loro devozione filiale e la loro buona umanità. Vedendo questo, ho pensato tra me e me: “Voglio essere come i miei genitori in futuro, onorare loro ed essere devota ai miei suoceri. Questo è ciò che una persona con una buona umanità dovrebbe fare”.

Nel 2013, ho accettato l’opera di Dio Onnipotente. Mio marito, influenzato dalle voci infondate del PCC, si è opposto alla mia fede e ha chiesto il divorzio nel 2014. Dopo il divorzio, sono tornata a vivere con i miei genitori, svolgendo i miei doveri mentre mi prendevo cura di loro e aiutavo nelle faccende domestiche. Nel 2017 sono andata in un altro posto per svolgere i miei doveri. Poco dopo ho ricevuto una lettera da casa, in cui si diceva che la polizia era venuta ad avvertire e minacciare i miei genitori di non credere più in Dio. Hanno anche chiesto una mia foto e li hanno interrogati su dove mi trovassi. Da quel momento non ho più avuto il coraggio di tornare a casa. Quando pensavo ai miei genitori, che avevano quasi sessant’anni e non godevano di buona salute, soprattutto a mia madre, che aveva problemi persistenti dopo una grave frattura alla gamba qualche anno prima e aveva difficoltà a lavorare quando il dolore si riacutizzava, mi domandavo sempre quando sarei potuta tornare a casa per vederli.

Ad agosto del 2019, ho corso il rischio e sono tornata. Non appena ho visto i miei genitori, ho notato che avevano molte più rughe sul viso, e che sulle tempie iniziavano ad avere i capelli bianchi. Inoltre, mia madre era molto più magra e in cuor mio ho provato amarezza e disagio. Non era stato facile per i miei genitori occuparsi di noi e ora, alla loro età e cagionevoli di salute, dovevano comunque lavorare duramente nei campi. Pur essendo loro figlia, non riuscivo a essere presente per prendermi cura di loro né ad aiutarli nel lavoro, per cui mi sono sentita priva di devozione filiale e un po’ in colpa. Anche mia zia mi ha criticata, dicendo: “Sei stata via per diversi anni senza tornare. I tuoi genitori stanno invecchiando e se si ammalano o hanno un incidente, non c’è nessuno che si prenda cura di loro. Qualche giorno fa, tuo padre era fuori a spruzzare le colture nella calura e ha avuto un’intossicazione. Se non fosse arrivato in tempo all’ospedale, probabilmente sarebbe morto”. Ciò mi ha turbata molto, e mi è tornato in mente il detto: “Non viaggiare lontano finché i tuoi genitori sono in vita”. Ma non potevo stare lì per prendermi cura di loro o fare qualcosa di utile per i miei genitori: mi sembrava che avessero sprecato il proprio tempo nel crescermi. In passato, i parenti mi avevano considerata una figlia sensibile e rispettosa, ma ora non ero più una figlia devota, ero una disgraziata ingrata. La sera prima della mia partenza mio padre mi ha detto che ero la sua principale preoccupazione, perché in quel momento non avevo una casa né una carriera e lui lavorava duramente per racimolare altro denaro per me. Mi ha anche detto che la sua preoccupazione che mi arrestassero era costante, che spesso stava sveglio tutta la notte e che passava le sue giornate in continua tensione. Ogni volta che riceveva una chiamata dal comitato del villaggio si chiedeva, con preoccupazione, se fosse per comunicargli che la polizia mi aveva arrestata. Mio padre mi ha detto tutto ciò con le lacrime agli occhi. Mi sentivo come se il mio cuore fosse stato colpito con un martello e non riuscivo a trattenere le lacrime. Pensavo che non solo io non mi prendevo cura di loro, ma alla loro età li facevo anche preoccupare per me: ero proprio una figlia irriconoscente! Quando sono tornata dalla mia famiglia ospitante, ho continuato a pensare alle parole di mio padre, al suo viso sofferente, e ho sentito un profondo dolore nel mio cuore. Se non fossi stata fuori casa a fare il mio dovere, non sarei forse stata capace di mostrare devozione filiale verso i miei genitori? Nel pensare così, non volevo più compiere il mio dovere lontano da casa. Volevo davvero tornare a casa e prendermi cura dei miei genitori, in modo che non dovessero più preoccuparsi o soffrire per me. Ma la polizia mi cercava ancora e se fossi tornata indietro avrei rischiato di essere arrestata. Inoltre ero molto impegnata con i miei doveri; se li avessi lasciati, non avrei forse tradito Dio? In quei giorni ero profondamente combattuta e provavo grande dolore e tormento. Vivendo in questo stato, non riuscivo a concentrarmi sui miei doveri e questo li faceva ritardare. Consapevole che il mio stato non era giusto, ho pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi fuori da questo stato erroneo.

Durante le mie devozioni spirituali, ho letto un passo delle parole di Dio: “Mostrare pietà filiale verso i propri genitori è forse la verità? (No.) Essere devoti ai propri genitori è un comportamento corretto e positivo, ma perché diciamo che non è la verità? (Perché le persone non mostrano pietà filiale verso i genitori secondo dei principi e non sono in grado di discernere che tipo di persone siano davvero i loro genitori.) Il modo in cui si dovrebbero trattare i propri genitori è correlato alla verità. Se i tuoi genitori credono in Dio e ti trattano bene, dovresti comportarti in modo filiale verso di loro? (Sì.) In che modo? Li tratti diversamente dai fratelli e sorelle della chiesa. Fai tutto quello che dicono e, se sono anziani, devi rimanere al loro fianco per prenderti cura di loro, cosa che ti impedisce di uscire per svolgere il tuo dovere. È giusto comportarsi così? (No.) Cosa si dovrebbe fare in questi momenti? Dipende dalle circostanze. Se sei ancora in grado di badare a loro pur svolgendo il tuo dovere vicino a casa e i tuoi genitori non hanno nulla in contrario alla tua fede in Dio, allora dovresti adempiere alla tua responsabilità di figlio o figlia e aiutarli con un po’ di lavoro. Se sono malati, prenditi cura di loro; se qualcosa li preoccupa, confortali; se le tue condizioni economiche lo permettono, compra loro gli integratori alimentari che ti puoi permettere. Ma cosa dovresti scegliere di fare se sei impegnato nel tuo dovere, non c’è nessuno che si occupi dei tuoi genitori e anche loro credono in Dio? Quale verità dovresti praticare? Dato che essere devoti ai propri genitori non è la verità, ma solo una responsabilità e un obbligo umani, cosa dovresti fare se il tuo obbligo entra in conflitto col tuo dovere? (Dare priorità al mio dovere; mettere il dovere al primo posto.) Un obbligo non è necessariamente il proprio dovere. Scegliere di svolgere il proprio dovere è praticare la verità, mentre adempiere a un obbligo non lo è. Se hai questa condizione, puoi adempiere a questa responsabilità o a questo obbligo, ma se l’ambiente circostante non lo consente, cosa dovresti fare? Dovresti dire: ‘Devo svolgere il mio dovere, che è praticare la verità. Essere devoto ai miei genitori è vivere secondo la mia coscienza, e non è all’altezza della pratica della verità’. Dunque, dovresti dare priorità al tuo dovere e sostenerlo. Se al momento non hai un dovere, non lavori lontano da casa e abiti vicino ai tuoi genitori, allora trova dei modi per prenderti cura di loro. Fai tutto quel che puoi per aiutarli a vivere un po’ meglio e a ridurre la loro sofferenza. Ma questo dipende anche da che tipo di persone sono i tuoi genitori. Cosa dovresti fare se i tuoi genitori hanno scarsa umanità, se ostacolano costantemente il tuo credere in Dio, e se continuano a trascinarti via dal tuo credere in Dio e dallo svolgimento del tuo dovere? Qual è la verità che dovresti mettere in pratica? (Il rifiuto.) A quel punto, devi rifiutarli. Hai adempiuto al tuo obbligo. I tuoi genitori non credono in Dio, quindi non hai l’obbligo di mostrare loro rispetto filiale. Se credono in Dio, allora sono famiglia, sono i tuoi genitori. Se non credono in Dio, state percorrendo cammini diversi: essi credono in Satana e adorano il re diavolo, e percorrono il cammino di Satana; sono persone che percorrono cammini diversi da coloro che credono in Dio. Non siete più una famiglia. Essi considerano nemici e avversari i credenti in Dio, perciò tu non hai più l’obbligo di prenderti cura di loro e devi tagliare i ponti completamente. Qual è la verità: essere devoti ai propri genitori, o svolgere il proprio dovere? Ovviamente, è svolgere il proprio dovere. Svolgere il proprio dovere nella casa di Dio non implica semplicemente adempiere al proprio obbligo e fare ciò che si deve. Implica svolgere il dovere di essere creato. Qui si tratta dell’incarico da parte di Dio; è il tuo obbligo, la tua responsabilità. Si tratta di una vera responsabilità, ovvero adempiere alla tua responsabilità e al tuo obbligo davanti al Creatore. Questo è ciò che il Creatore richiede alle persone, ed è la grande questione della vita. Invece, mostrare rispetto filiale ai propri genitori è solo la responsabilità e l’obbligo di un figlio o una figlia. Non è certamente un incarico da parte di Dio, né tanto meno è in accordo con la richiesta di Dio. Pertanto, fra mostrare rispetto filiale ai propri genitori e svolgere il proprio dovere, non c’è dubbio che svolgere il proprio dovere, e solo questo, è praticare la verità. Svolgere il proprio dovere di essere creato è la verità, ed è un dovere vincolante. Mostrare rispetto filiale ai propri genitori è questione di essere devoti alle persone. Non significa che un individuo stia svolgendo il proprio dovere, né che stia praticando la verità(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Cos’è la verità realtà?”). Dopo la lettura delle parole di Dio mi sono sentita un po’ sollevata e ho capito che essere filiali verso i propri genitori è una cosa positiva e fa parte dell’umanità normale, ma non corrisponde a praticare la verità. Compiere il dovere di un essere creato significa praticare la verità. I miei genitori mi avevano sempre sostenuta nella mia fede e nei miei doveri, quindi mostrare devozione filiale nei loro confronti è una mia responsabilità in quanto loro figlia. In circostanze e condizioni idonee posso fare del mio meglio per prendermi cura di loro, alleviare le loro preoccupazioni e difficoltà e adempiere alle mie responsabilità di figlia. Ma dato che ero ricercata dalla polizia e non potevo occuparmi di loro a casa, e dato che i miei doveri erano impegnativi, questa volta dovevo dare priorità ai miei doveri. Attraverso le parole di Dio ho anche capito che, in quanto essere creato, adempiere il dovere di un essere creato è la mia missione, la cosa più importante nella vita, e un dovere imprescindibile che deve essere portato a termine. Essere filiali verso i propri genitori vuol dire semplicemente adempiere alle responsabilità di figlio, non significa che uno pratichi la verità, né che si sottometta a Dio. Quando l’essere filiale nei confronti dei genitori è entrato in conflitto con l’adempimento dei doveri, ho dovuto scegliere di fare il dovere di un essere creato. Avendo capito queste cose, non mi sono più sentita in conflitto o addolorata. Volevo sottomettermi alla sovranità di Dio e alle Sue disposizioni, e dedicarmi ai miei doveri.

In seguito ho letto un altro passo delle parole di Dio e ho capito meglio il mio stato. Dio onnipotente dice: “A causa del condizionamento della loro cultura tradizionale, nelle nozioni tradizionali del popolo cinese si ritiene che si debba osservare la devozione filiale verso i propri genitori. Chi non osserva la devozione filiale non è un figlio devoto. Queste idee sono state inculcate nelle persone fin dall’infanzia e vengono insegnate praticamente in ogni famiglia, così come in ogni scuola e nella società in generale. Quando la testa di una persona è stata riempita di queste cose, lei pensa: ‘La devozione filiale è la cosa più importante in assoluto. Se non la osservassi, non sarei una brava persona, non sarei un figlio devoto e verrei denunciato dalla società. Sarei una persona priva di coscienza’. È una visione corretta? Le persone hanno visto così tante delle verità espresse da Dio: Egli ha forse preteso che si mostrasse devozione filiale verso i propri genitori? Questa è forse una delle verità che i credenti in Dio devono capire? No, non lo è. Dio ha solo condiviso su alcuni principi. Qual è il principio a cui le parole di Dio richiedono di attenersi nel trattare gli altri? Amare ciò che Dio ama e odiare ciò che Dio odia: questo è il principio a cui ci si deve attenere. Dio ama coloro che perseguono la verità e che sono in grado di fare la Sua volontà; queste sono anche le persone che dovremmo amare. Coloro che non sono in grado di fare la volontà di Dio, che Lo odiano e si ribellano a Lui, simili persone sono detestate da Dio, e anche noi dovremmo detestarle. Questo è ciò che Dio chiede all’uomo. […] Satana si serve di questo tipo di cultura tradizionale e di nozioni morali per controllare i tuoi pensieri, la tua mente e il tuo cuore, rendendoti incapace di accettare le parole di Dio; queste cose sataniche ti controllano e ti hanno reso incapace di accettare le parole di Dio. Quando vuoi mettere in pratica le parole di Dio, queste cose causano disturbo dentro di te, ti inducono a opporti alla verità e ai requisiti di Dio, e ti privano della forza di liberarti dal giogo della cultura tradizionale. Dopo aver lottato per un po’, giungi a un compromesso: preferisci credere che le nozioni della morale tradizionale siano corrette e in linea con la verità, e così rifiuti o abbandoni le parole di Dio. Non accogli le parole di Dio come verità e non attribuisci alcun valore alla salvezza, sentendo che tu vivi ancora in questo mondo e puoi sopravvivere solo facendo affidamento su queste persone. Incapace di sopportare le recriminazioni della società, piuttosto rinunceresti alla verità e alle parole di Dio, abbandonandoti alle nozioni della morale tradizionale e all’influenza di Satana, preferendo offendere Dio e non mettere in pratica la verità. DiteMi, l’uomo non è forse miserabile? Non ha forse bisogno della salvezza di Dio? Alcune persone credono in Dio da molti anni, ma non hanno ancora acquisito alcuna comprensione in merito alla devozione filiale. Non capiscono davvero la verità. Non riescono mai a superare la barriera costituita dalle relazioni mondane; non sono dotate di coraggio, né di fiducia, né tanto meno di determinazione, e quindi non sono in grado di amare Dio e di obbedirGli(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto riconoscendo le proprie idee sbagliate ci si può realmente trasformare”). Riflettendo sulle parole di Dio, ho capito che la mia sofferenza affondava le radici nella cultura tradizionale. Fin dall’infanzia, i nostri insegnanti ci hanno insegnato a essere filiali con i nostri genitori e che questa è una virtù tradizionale del popolo cinese; anche i miei genitori mi hanno instillato questa idea: crescendo avrei dovuto mostrare devozione filiale verso i parenti più anziani e i miei genitori. Loro stessi sono stati di esempio, comportandosi allo stesso modo e facendo sì che questa idea si radicasse profondamente nel mio giovane cuore. Sono arrivata a credere che solo chi è filiale con i propri genitori può essere considerato un figlio rispettoso e una brava persona, e che se una persona non lo fa, non è devota ed è disgraziata, ingrata e sarà disprezzata, condannata e resa indegna di essere chiamata essere umano. Quando ho lasciato casa per adempiere i miei doveri e non ho potuto prendermi cura dei miei genitori, mi sono sentita come una figlia poco devota e in particolare, quando ho saputo che i miei genitori erano preoccupati per un mio possibile arresto, mi sono sentita ancora più ingrata. Non solo non ero in grado di prendermi cura di loro, ma li facevo anche preoccupare per me, e questo mi faceva sentire in debito con loro. Mi sentivo vincolata e costretta da idee tradizionali come “La devozione filiale è una virtù da considerare superiore a ogni altra”, “Cresci i figli affinché ti assistano nella vecchiaia” e “Non viaggiare lontano finché i tuoi genitori sono in vita”. Mi sentivo costantemente in colpa per non poter essere al fianco dei miei genitori e prendermi cura di loro; mi ero perfino pentita di aver lasciato la loro casa per adempiere ai miei doveri. Anche se non ero tornata a casa, il mio cuore si era già allontanato da Dio. Sono stata superficiale nei miei doveri e ho mancato di lealtà. A questo punto, ho finalmente capito che le idee tradizionali instillate da Satana mi avevano portato ad allontanarmi da Dio e a tradirLo, inducendomi a oppormi inconsapevolmente a Lui. Ho pensato a Pietro nell’Età della Grazia, che aveva abbandonato la famiglia e i genitori per seguire il Signore Gesù, predicare il Vangelo in lungo e in largo e pascere la chiesa. Ho pensato anche ai missionari occidentali che avevano riguardo delle intenzioni del Signore e abbandonavano le loro famiglie, i genitori e i figli per portare più persone ad accettare la salvezza del Signore. Avevano viaggiato per migliaia di chilometri fino alla Cina per diffondere il Vangelo del Signore, portando a termine la loro missione. Queste erano persone con umanità e coscienza. Adesso che le catastrofi stanno diventando più gravi, è il momento della grande espansione del Vangelo del Regno e sono necessarie più persone che si alzino per predicare il Vangelo e testimoniare Dio. Ho mangiato e bevuto così tante parole di Dio e ho compreso alcune verità e, in quanto essere creato, dovrei considerare le intenzioni di Dio e predicare il Vangelo per portare più persone davanti a Lui ad accettare la Sua salvezza. Questo è ciò che significa essere una persona con umanità. Rendendomi conto di queste cose, ho potuto mettermi il cuore in pace nei miei doveri.

In seguito ho ricevuto un’altra lettera da casa, che mi comunicava che nell’agosto del 2022 la polizia era andata a casa mia per arrestarmi. Mio padre aveva detto che non ero in casa, ma i poliziotti non gli avevano creduto e avevano posizionato di nascosto una cimice nel ripostiglio dei miei genitori. Un pomeriggio erano arrivate quattro persone dalla stazione di polizia. Erano venuti a casa mia, armati, per arrestarmi; avevano fatto uscire i miei genitori dalla casa e l’avevano perquisita per oltre dieci minuti. La polizia aveva poi chiamato i miei parenti per chiedere dove fossi. Questa lettera mi ha davvero sconvolta e non ho potuto evitare di scoppiare a piangere. Ho pensato che in tutti quegli anni i miei genitori si erano preoccupati che mi arrestassero mentre svolgevo i miei doveri lontano da casa; la polizia aveva persino piazzato una cimice in casa mia per catturarmi e gli ultimi anni dei miei genitori sarebbero trascorsi sotto osservazione della polizia. Era solo per colpa mia che i miei genitori dovevano patire questi problemi. Ero molto turbata e non riuscivo a calmare il mio cuore, nemmeno mentre assolvevo i miei doveri. In seguito mi sono resa conto che il mio stato non era corretto, quindi ho pregato consciamente e ho ricercato. Ho ricordato alcune parole di Dio che avevo letto in precedenza e le ho cercate rapidamente per leggerle. Dio Onnipotente dice: “Alcuni abbandonano le loro famiglie perché credono in Dio e svolgono i loro doveri. Diventano noti per questo motivo e il governo perquisisce spesso la loro casa, tormenta i loro genitori e li minaccia persino di consegnarli alla polizia. Tutti i vicini parlano di loro dicendo: ‘Questa persona non ha coscienza. Non si prende cura dei genitori anziani. Non solo manca di devozione, ma causa anche tanti problemi ai suoi genitori. È un figlio non devoto!’ Queste parole sono in linea con la verità? (No.) Ma non sono tutte considerate giuste agli occhi dei non credenti? Tra i non credenti, si ritiene che questo sia il modo più legittimo e ragionevole di vedere la cosa e che sia in linea con l’etica umana, e in conformità con gli standard di condotta umana. Non importa quanto contenuto sia incluso in questi standard, per esempio come mostrare rispetto filiale ai genitori, come prendersi cura di loro nella vecchiaia e organizzare il loro funerale, o quanto ripagarli, e a prescindere dal fatto che questi standard siano o meno in accordo con la verità: agli occhi dei non credenti sono cose positive, sono energia positiva, sono giusti e sono ritenuti irreprensibili all’interno di ogni gruppo di persone. Tra i non credenti, questi sono gli standard in base ai quali si è tenuti a vivere, e tu devi fare queste cose affinché, in cuor loro, ti considerino una persona sufficientemente buona. Prima di credere in Dio e di comprendere la verità, non credevi forse fermamente anche tu che una simile condotta indicasse una brava persona? (Sì.) Inoltre, anche tu usavi questi parametri per valutarti e frenarti e ti imponevi di essere questo tipo di persona. Se volevi essere una brava persona, di sicuro avrai incluso tutto questo nei tuoi standard di condotta: come essere devoto ai tuoi genitori, come attenuare le loro preoccupazioni, come recare loro onore e vanto e come portare gloria ai tuoi antenati. Questi erano gli standard di condotta nel tuo cuore e la direzione della tua condotta. Tuttavia, dopo aver ascoltato le parole di Dio e i Suoi sermoni, il tuo punto di vista ha iniziato a cambiare e hai capito che devi rinunciare a tutto per assolvere il tuo dovere di essere creato e che Dio richiede alle persone di comportarsi in questo modo. Prima di acquisire la certezza che svolgere il tuo dovere di essere creato fosse la verità, ritenevi di dover essere devoto ai tuoi genitori, ma sentivi anche di dover svolgere il tuo dovere di essere creato e ti sentivi combattuto. Attraverso l’irrigazione e la pastura continua da parte delle parole di Dio, sei arrivato gradualmente a comprendere la verità ed è stato allora che ti sei reso conto che svolgere il tuo dovere di essere creato è qualcosa di perfettamente naturale e giustificato. Fino a oggi, molti sono stati in grado di accettare la verità e di abbandonare completamente gli standard di condotta derivanti dalle nozioni e dalle fantasie tradizionali dell’uomo. Quando abbandoni del tutto queste cose, non sei più frenato dalle parole di giudizio e di condanna dei non credenti quando segui Dio e svolgi il tuo dovere di essere creato, e puoi liberartene facilmente(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Cos’è la verità realtà?”). L’illuminazione e la guida delle parole di Dio mi hanno fatto capire che vivevo di nuovo secondo i valori culturali tradizionali instillati da Satana. Ho pensato che non ero stata in grado di prendermi cura dei miei genitori per tutti questi anni e che, per causa mia, la polizia era venuta a casa per arrestarmi e i miei genitori non solo avevano dovuto sopportare lo scherno dei vicini, ma avrebbero dovuto sopportare anche le vessazioni della polizia per un lungo periodo, insieme alla preoccupazione per la mia sicurezza. Quindi sentivo che tutte le sofferenze che i miei genitori dovevano affrontare erano dovute a me, e che se non fosse stato per me, i miei genitori non avrebbero dovuto patire queste pene. Questo mi ha fatta sentire una figlia non devota. La mia prospettiva era stata la stessa dei non credenti e non era in linea con la verità. La mia fede in Dio prevedeva solo di mangiare e bere le Sue parole e di perseguire la verità; non avevo commesso alcun crimine, eppure la polizia del PCC era venuta a casa mia, armata e in gran numero, per arrestarmi, minacciando i miei genitori e pretendendo di sapere dove mi trovassi. Il vero colpevole di tutte queste sofferenze per i miei genitori era chiaramente il gran dragone rosso, ma invece di odiare quest’ultimo, credevo erroneamente che la mia fede avesse coinvolto i miei genitori. Non stavo forse confondendo ciò che è giusto con ciò che è sbagliato? Non potevo incolpare me stessa per tutte le sofferenze che i miei genitori stavano sopportando, né avrei dovuto vivere con un costante sentimento di debito nei loro confronti. In quel momento dovevo concentrarmi sui miei doveri, rimanere salda nella mia testimonianza e svergognare Satana.

Più tardi ho letto altre parole di Dio: “Se davvero hai fede nel fatto che tutto è nelle mani di Dio, allora dovresti credere che anche la questione di quante avversità i tuoi genitori patiscono e di quanta felicità godono durante la loro vita è nelle mani di Dio. Il fatto che tu sia filiale o meno non cambia nulla: i tuoi genitori non soffriranno meno perché tu sei filiale, né soffriranno di più perché non lo sei. Dio ha prestabilito il loro destino molto tempo fa e nulla cambierà a causa del tuo atteggiamento nei loro confronti o della profondità dei sentimenti che vi legano. Loro hanno il loro destino. Se sono poveri o ricchi per tutta la vita, se le cose gli vanno bene oppure no, di che tipo di qualità di vita, di benefici materiali, di prestigio sociale e di condizioni di vita godono: niente di tutto questo ha granché a che fare con te. Se provi dei sensi di colpa nei loro confronti, se pensi di essere in debito verso di loro e di dover restare al loro fianco, cosa cambierebbe se anche rimanessi loro accanto? (Niente.) […] la maggior parte delle persone sceglie di andarsene di casa per svolgere i propri doveri in parte a causa di circostanze oggettive generali, che rendono loro necessario lasciare i genitori; non possono rimanere accanto a loro per prendersene cura e stare al loro fianco. Non è che scelgano volontariamente di lasciarli: questa è la ragione oggettiva. Sotto un altro aspetto, dal punto di vista soggettivo, hai lasciato casa per svolgere i tuoi doveri non perché volessi lasciare i tuoi genitori ed eludere le tue responsabilità, ma per via della chiamata che hai ricevuto da Dio. Per collaborare all’opera di Dio, accettare la Sua chiamata e svolgere i doveri di un essere creato, non avevi altra scelta che lasciare i tuoi genitori; non potevi rimanere accanto a loro per stare al loro fianco e prenderti cura di loro. Non li hai lasciati per eludere le responsabilità, giusto? Lasciarli per eludere le tue responsabilità non ha forse una natura diversa dal doverli lasciare per rispondere alla chiamata di Dio e svolgere i tuoi doveri? (Sì.) Nel tuo cuore, nutri legami emotivi e pensieri verso i tuoi genitori; i tuoi sentimenti non sono vuoti. Se le circostanze oggettive lo permettessero e tu avessi la possibilità di stare al loro fianco mentre svolgi i tuoi doveri, allora saresti disposto a farlo, a prenderti regolarmente cura di loro e adempiere alle tue responsabilità. Ma a causa di circostanze oggettive devi lasciarli, non puoi restare accanto a loro. Non è che non vuoi adempiere alle tue responsabilità di figlio, è che non puoi. Non sono due cose di natura diversa? (Sì.) Se te ne sei andato di casa per evitare di essere un figlio devoto e di adempiere alle tue responsabilità, questo è poco filiale e denota mancanza di umanità. I tuoi genitori ti hanno allevato, ma tu non vedi l’ora di dispiegare le ali e andartene al più presto per la tua strada. Non vuoi vedere i tuoi genitori e neppure presti attenzione quando vieni a sapere di qualche difficoltà che hanno affrontato. Anche se disponi dei mezzi per aiutarli, non lo fai; ti limiti a fingere di non sentire e lasci che gli altri dicano di te quello che vogliono: semplicemente non vuoi adempiere alle tue responsabilità. Questo è essere poco filiale. Ma è questo il caso di cui stiamo parlando? (No.) Molti hanno lasciato le loro contee, le loro città, le loro province o addirittura i loro Paesi per svolgere i loro doveri; sono ormai lontani dalle loro città di origine. Inoltre, per vari motivi, non è conveniente per loro rimanere in contatto con le famiglie. Di tanto in tanto si informano sulla situazione attuale dei loro genitori da persone che provengono dalla stessa città natale e si sentono sollevati quando sentono che sono ancora in salute e se la cavano bene. In realtà, non sei poco filiale; non sei giunto al punto di essere privo di umanità, di non volere nemmeno prenderti cura dei tuoi genitori o adempiere alle tue responsabilità nei loro confronti. Devi compiere questa scelta per varie ragioni oggettive, quindi non sei un figlio poco devoto. Queste sono le due ragioni. E ce n’è anche un’altra: se i vostri genitori non sono quel tipo di persone che vi perseguitano in modo particolare o che ostacolano la vostra fede in Dio, se sostengono la vostra fede in Dio, o se sono fratelli e sorelle che credono in Dio come voi, anche loro membri della Sua casa, allora chi di voi non prega silenziosamente Dio quando pensa ai suoi genitori dentro di sé? Chi di voi non mette nelle mani di Dio i propri genitori, insieme alla loro salute, alla loro sicurezza e a tutte le necessità della loro vita? Affidare i tuoi genitori alle mani di Dio è il modo migliore per mostrare rispetto filiale nei loro confronti. Non speri che nella vita affrontino difficoltà di ogni tipo, né che vivano o mangino male o che soffrano di cattiva salute. Nel profondo del tuo cuore, speri certamente che Dio li protegga e li tenga al sicuro. Se sono credenti in Dio, auspichi che possano svolgere i loro doveri e anche che riescano a rimanere saldi nella loro testimonianza. Questo è adempiere alle proprie responsabilità umane; questo è tutto ciò che le persone possono ottenere con la loro umanità. Inoltre, la cosa più importante è che, dopo anni che credono in Dio e che ascoltano così tante verità, le persone possiedono almeno questo briciolo di comprensione: il destino dell’uomo è determinato dal Cielo, l’uomo vive nelle mani di Dio e godere della cura e della protezione di Dio è molto più importante della pietà filiale, del fatto che i figli si prendano cura dei genitori o che restino al loro fianco. Non ti fa sentire sollevato il fatto che i tuoi genitori sono sotto la cura e la protezione di Dio? Non devi preoccuparti per loro. Se ti preoccupi, significa che non hai fiducia in Dio; la tua fede in Lui è troppo scarsa. Se sei veramente preoccupato e in apprensione per i tuoi genitori, allora dovresti pregare spesso Dio, affidarli alle Sue mani e lasciare che sia Lui a orchestrare e disporre tutto. Dio governa il destino degli esseri umani, così come ogni loro giorno e tutto ciò che accade loro, quindi di cosa ti preoccupi ancora? Non hai il controllo nemmeno della tua stessa vita, tu stesso hai una marea di difficoltà; cosa potresti mai fare affinché i tuoi genitori vivano felici ogni giorno? Non puoi fare altro che mettere tutto nelle mani di Dio. Se sono credenti, chiedi a Dio di condurli sulla retta via, così che alla fine possano essere salvati. Se non sono credenti, lascia che intraprendano la strada che preferiscono. In caso di genitori dotati di più amorevolezza e di un minimo di umanità, puoi pregare Dio di benedirli affinché possano trascorrere nella felicità gli anni che restano loro. Quanto al modo in cui Dio opera, Egli ha le Sue disposizioni, alle quali le persone dovrebbero sottomettersi(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (16)”). Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono sentita molto illuminata. Avevo sempre pensato che non poter stare con i miei genitori per prendermi cura di loro significasse mancare di coscienza e umanità, ma in realtà non capivo cosa significasse essere veramente non filiale. Ad esempio, alcune persone vivono con i genitori o nelle vicinanze e hanno la possibilità di prendersi cura di loro, ma per un tornaconto personale o un’indulgenza fisica, trascurano le loro responsabilità di figli e ignorano i genitori quando invecchiano o si ammalano. Queste persone sono veramente figli non devoti privi di umanità. In passato, quando ero a casa, ero in grado di occuparmi dei miei genitori mentre svolgevo i doveri e li aiutavo nelle faccende domestiche al meglio delle mie capacità. Il motivo per cui non mi prendevo più cura dei miei genitori non era perché avevo perso la coscienza o mancavo di umanità, né perché stavo evitando le mie responsabilità di figlia, ma piuttosto, in parte, perché non osavo tornare dato che ero braccata dal gran dragone rosso, e anche perché, in quanto essere creato, dovevo compiere i miei doveri; questa è la mia missione. Non potevo abbandonare i miei doveri per prendermi cura dei miei genitori. Non era come se avessi del tempo a casa, ma scegliessi di non adempiere alle mie responsabilità nei confronti dei miei genitori. Dovevo considerare la questione secondo le parole di Dio e la verità. Allo stesso tempo, ho anche capito che la mole di sofferenza e il tipo di difficoltà che i miei genitori devono affrontare, nonché la loro eventuale felicità negli ultimi anni di vita, sono tutti predestinati da Dio e non hanno nulla a che fare con il fatto che io mi prenda cura di loro o sia al loro fianco. Non posso cambiare nulla. Ho ripensato a quando mia madre ha avuto la sinovite a una gamba mentre io ero a casa. Anche se potevo aiutare con le faccende di casa e prendermi cura di lei, il suo dolore non diminuiva affatto grazie alle mie attenzioni. Negli anni trascorsi da quando ho lasciato la casa, la gamba di mia madre è gradualmente guarita e ora può svolgere qualsiasi tipo di lavoro. I fatti dimostrano che Dio ha predestinato le condizioni di vita dei miei genitori e i loro ultimi anni di vita. Ho dovuto affidare i miei genitori nelle mani di Dio e sottomettermi alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni.

Più tardi ho letto altre parole di Dio: “Che cosa intende Dio quando dice che ‘Dio è la sorgente della vita dell’uomo’? Dice così affinché tutti si rendano conto di questo: le nostre vite e le nostre anime provengono tutte da Dio e sono state create da Lui, non dai nostri genitori e non certo dalla natura. È Dio che ce le ha donate. Solo la nostra carne è nata dai nostri genitori, come i nostri figli sono nati da noi, ma il loro destino è interamente nelle mani di Dio. Credere in Lui è un’opportunità che Dio ci ha dato; è ordinata da Lui ed è la Sua grazia. Non hai pertanto alcun bisogno di adempiere a obblighi o responsabilità nei confronti di chiunque altro; dovresti solamente svolgere il tuo dovere di essere creato nei confronti di Dio. Questo è ciò che si deve fare al di sopra di tutto il resto, la cosa principale su cui si deve incentrare la propria vita. Se non compi bene il tuo dovere, non sei un essere creato qualificato. Agli occhi degli altri, potrai anche essere una brava moglie e una madre amorevole, un’eccellente massaia, una figlia devota e un membro integerrimo della società, ma davanti a Dio sei una persona che si ribella contro di Lui, una persona che non ha affatto adempiuto ai propri obblighi o al proprio dovere, una persona che ha accettato ma non ha portato a termine l’incarico ricevuto da Dio, una persona che ha rinunciato a metà strada. È possibile che una persona simile ottenga l’approvazione di Dio? Le persone di questo genere non valgono nulla(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto riconoscendo le proprie idee sbagliate ci si può realmente trasformare”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che oggi sono viva grazie alla protezione di Dio. Dio mi ha dato la vita, ha sempre provveduto a me e ha vegliato su di me, dall’inizio fino a oggi. La fonte della mia vita è Dio, non i miei genitori. In realtà, tutto ciò che i miei genitori hanno fatto per me è stato adempiere alle loro responsabilità e ai loro obblighi di genitori. Non importa quello che hanno fatto, devo accettarlo da Dio. Dovrei essere grata soprattutto a Lui, non ai miei genitori. Ripensando a tutti questi anni, mi sono accorta di aver vissuto secondo idee e valori culturali tradizionali, trattando la devozione filiale e l’adempimento delle responsabilità di figlia come principi guida della mia condotta, considerandoli più importanti di qualsiasi altra cosa. Ho persino pensato di abbandonare i miei doveri per tornare a casa e prendermi cura dei miei genitori. Non mi stavo forse ribellando a Dio, così facendo? Per quanto bene mi fossi presa cura dei miei genitori, non sarebbe stato praticare la verità, né avrebbe significato che io possedessi coscienza o umanità. Solo adempiendo ai doveri di un essere creato una persona ha veramente umanità. Anche se a volte penso ancora ai miei genitori e mi preoccupo per loro, dalle parole di Dio sono giunta a capire che la quantità di sofferenza e i tipi di esperienze che una persona attraversa nel corso della sua vita sono tutti nelle mani di Dio. Sono disposta ad affidare a Dio tutto ciò che riguarda i miei genitori, a sottomettermi alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni, e anche a svolgere i miei doveri.

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