Smettere di stare sulla difensiva

16 Aprile 2023

Tempo fa, dovevamo realizzare le immagini per delle riprese video della chiesa. Il mio collaboratore, fratello Simone, aveva progettato e proposto un’immagine per la revisione. Il leader l’ha giudicata troppo grezza e di fattura scadente, dicendo che la causa erano chiaramente la superficialità e la negligenza di Simone. In seguito, ho chiesto spiegazioni a Simone. Mi ha risposto che, a causa delle scadenze strette, non aveva avuto il tempo di lavorare sui dettagli. Non ho commentato; mi sono limitata a richiamarlo a fare più attenzione in futuro, rimarcando che la produzione video era molto importante, e non potevamo essere negligenti e perdere tempo con le revisioni. Non molto tempo dopo, in un’altra immagine di Simone sono emersi palesi errori di principio. Il leader lo ha trattao per aver commesso errori così elementari pur dopo tanta formazione e per la sua negligenza nel dovere, quindi lo ha destituito. Questo esito mi terrorizzava. Non lo comprendevo a fondo. Il leader aveva rimosso Simon solo perché aveva commesso due errori: non era un po’ troppo severo? Senza che me ne accorgessi, nel mio cuore sono sorte incomprensione e diffidenza. Sentivo di non poter commettere errori gravi nel mio dovere, che sarei stata trattata per errori minori e forse destituita per quelli gravi, e che avrei perso ogni speranza di salvezza se non fossi stata capace di compiere il mio dovere. Dovevo stare più attenta.

Tempo dopo, ero molto nervosa all’idea di inviare le mie immagini al leader per la revisione. Pensavo a come Simone fosse stato rimosso per aver commesso solo due errori, e che se anche le mie immagini avessero rivelato errori di principio il leader poteva giudicarmi inadatta al ruolo di capogruppo perché incapace di svolgere bene il lavoro. Sarei stata destituita come Simone? Più ci pensavo e più ero turbata. Provavo disagio nel compiere il mio dovere e non ero dell’umore giusto per svolgere il lavoro. Mi sono resa conto di essere in uno stato sbagliato, così ho subito pregato Dio e Gli ho chiesto di guidarmi a risolvere il mio problema. In seguito, ho visto il video di una lettura della parola di Dio. Dio Onnipotente dice: “A volte, Dio Si serve di una certa questione per metterti a nudo o disciplinarti. Questo significa allora che sei stato scacciato? Significa che è giunta la tua fine? No. È come quando un bambino è stato disobbediente e ha commesso un errore: i genitori possono rimproverarlo e punirlo, ma se lui non riesce a comprendere le loro intenzioni o a capire perché lo facciano, fraintenderà il loro intento. Per esempio, i genitori possono dirgli: ‘Non uscire di casa da solo e non andartene in giro da solo’, ma il bambino fa orecchie da mercante ed esce comunque da solo di nascosto. Quando i genitori lo scoprono, lo rimproverano e lo mettono in punizione in un angolo a riflettere sul suo comportamento. Il bambino non capisce le loro intenzioni e comincia a nutrire dei dubbi: ‘I miei genitori non mi vogliono più? Sono davvero figlio loro? Sono stato adottato?’ Queste sono le cose su cui riflette. Quali sono le reali intenzioni dei genitori? Gli hanno detto che era troppo pericoloso e gli hanno ordinato di non farlo. Ma lui non ha ascoltato e ha fatto orecchie da mercante. Pertanto, hanno dovuto ricorrere a una qualche forma di punizione per educarlo adeguatamente e fargli imparare qualcosa. Che cosa intendono ottenere comportandosi così? Vogliono solo che il figlio ne tragga un insegnamento? No, non è questo a cui mirano, in ultima analisi. L’obiettivo dei genitori è che il figlio faccia ciò che gli viene detto, agisca seguendo i loro consigli e non disobbedisca loro né li faccia preoccupare in nessun modo: questo è il risultato che vogliono ottenere. Se il bambino presta loro ascolto, dimostra di aver capito e i genitori possono stare tranquilli. Non saranno allora soddisfatti di lui? Avranno ancora bisogno di punirlo in quel modo? No. La fede in Dio funziona alla stessa maniera. Le persone devono imparare ad ascoltare le parole di Dio e a comprendere il Suo cuore. Non devono fraintendere Dio. In effetti, in molti casi, la preoccupazione delle persone deriva dai loro interessi personali. Parlando in generale, è la paura di non ottenere nessun esito. Chiedono sempre a se stesse: ‘E se per caso Dio mi mette a nudo, mi scaccia e mi ripudia?’ Questa è la tua interpretazione errata di Dio; questi sono solo tuoi pensieri. Tu devi capire qual è l’intenzione di Dio. L’intenzione di Dio nel mettere a nudo le persone non è scacciarle. Le persone vengono messe a nudo per esporre le loro mancanze, i loro errori e l’essenza della loro natura, per far sì che conoscano se stesse e siano capaci di autentico pentimento; dunque, metterle a nudo serve a farle crescere nella vita. Senza una comprensione pura, le persone rischiano di fraintendere Dio e di diventare negative e deboli. Possono persino precipitare nella disperazione. In realtà, essere messi a nudo da Dio non significa che si verrà necessariamente scacciati. Lo scopo è aiutarti a conoscere la tua corruzione e farti pentire. Spesso, poiché le persone sono ribelli e non ricercano la verità per trovare una soluzione quando manifestano corruzione, Dio deve esercitare la disciplina. Così, a volte, mette a nudo le persone, esponendo quanto siano abiette e miserabili, permettendo loro di conoscere se stesse, cosa che le aiuta a crescere nella vita. Mettere a nudo le persone ha due diverse implicazioni: per i malvagi, essere messi a nudo significa essere scacciati. Per coloro che sono in grado di accettare la verità, si tratta di un richiamo e di un avvertimento, affinché riflettano su se stessi, vedano il loro vero stato e non siano più ribelli e sconsiderati, perché continuare così sarebbe pericoloso. Mettere a nudo le persone in questo modo significa richiamarle, così che nel compiere il loro dovere non siano negligenti e superficiali, non prendano le cose alla leggera, non si accontentino solo di un minimo rendimento, pensando così di aver compiuto il loro dovere in modo accettabile, mentre in realtà sono molto al di sotto dei requisiti di Dio, eppure restano comunque compiaciute, e sono convinte di fare bene. In queste circostanze, Dio disciplina, ammonisce e richiama le persone. A volte, Dio mette a nudo le loro brutture, e questo serve palesemente a richiamarle. In momenti simili, dovresti riflettere su te stesso: questo è un modo inadeguato di compiere il tuo dovere, dimostra ribellione, contiene troppe cose negative, è assolutamente superficiale e, se non ti pentirai, sarai punito. Quando Dio ti disciplina e ti mette a nudo, non significa necessariamente che sarai scacciato. La questione va affrontata in modo corretto. Anche se vieni cacciato, dovresti accettarlo e sottometterti, e affrettarti a riflettere e pentirti(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo praticando la verità e obbedendo a Dio si può conseguire un cambiamento nell’indole”). Dopo di che, ho capito che essere smascherati non significa che si verrà espulsi. Come quando un bambino fa qualcosa di sbagliato: i genitori lo rimproverano affinché li ascolti, impari la lezione e smetta di disobbedire. Se il bambino è obbediente, i genitori si tranquillizzano, e naturalmente non lo puniscono. Noi non comprendiamo la verità, agiamo senza princìpi e abbiamo inoltre un’indole corrotta, quindi è inevitabile commettere errori nei nostri doveri. A volte non vediamo le cose con chiarezza perché abbiamo scarsa levatura e non comprendiamo la verità; altre, siamo ostinati e arbitrari, violiamo i princìpi agendo in base alla nostra indole arrogante e intralciamo il lavoro della chiesa; altre ancora, il lavoro non viene svolto in modo adeguato perché siamo superficiali e negligenti; e così via. Solo se veniamo smascherati possiamo vedere la nostra corruzione e le nostre mancanze, cercare la verità, rimediare ai nostri errori e gestire le cose secondo i princìpi. Tutto questo cela le buone intenzioni di Dio. Io non capivo la volontà di Dio. La destituzione di Simone mi ha preoccupata e spaventata. Temevo che anche io sarei stata rimossa per un errore momentaneo, e che, se l’errore fosse stato abbastanza grave, sarei stata espulsa e avrei perso la salvezza. Ero diffidente verso Dio e Lo stavo fraintendendo. Mi sentivo così in colpa. Ho iniziato a considerare perché Simone fosse stato rimosso. Ho ricordato che il leader gli aveva fatto notare i suoi errori due volte. La prima volta, gli aveva detto che le sue idee erano superate e il suo progetto troppo grezzo, che diverse questioni tecniche di base non erano state gestite correttamente e che tutto ciò dipendeva chiaramente dalla superficialità di Simone. Il leader glielo ha detto nella speranza che Simone fosse più attento e meticoloso e ottenesse buoni risultati nel suo dovere. Ma Simone non l’ha presa sul serio, ha detto a sua discolpa che aveva avuto poco tempo e in seguito non ha riflettuto né ha analizzato la questione. Anche la seconda volta la causa è stata la sua irresponsabilità e negligenza nei progetti. Non ha ricontrollato il suo lavoro in modo adeguato e non ci ha permesso di esaminarlo, lo ha direttamente mandato al leader per la revisione. Di conseguenza, alcune evidenti violazioni dei princìpi non sono state corrette e hanno dovuto essere riviste, ritardando il progresso di quel lavoro importante. Questi fallimenti dipendevano dal fatto che Simone non prendeva sul serio il suo dovere ed era superficiale. Il leader ha trattato Simone così severamente e lo ha rimosso affinché riflettesse sul suo atteggiamento verso il dovere, si ravvedesse rapidamente, svolgesse il suo dovere con attenzione e meticolosità e agisse in linea con i princìpi della verità. Se il trattamento e la rimozione lo avessero aiutato a riflettere e a trarne un insegnamento, ciò avrebbe giovato al suo dovere e al suo ingresso nella vita! Quando l’ho capito, mi sono molto tranquillizzata.

In quel momento, avevo un altro cruccio nel cuore. Mi sembrava che il leader fosse stato piuttosto severo nel destituire Simone per aver commesso solo due errori nei suoi progetti. Mi chiedevo se sarei stata rimossa anch’io in caso avessi commesso lo stesso tipo di errori. Sapevo che nutrivo ancora fraintendendimenti e diffidenza al riguardo, così ho cercato alcune parole di Dio pertinenti alla questione. La parola di Dio dice: “In superficie, alcuni non sembrano avere problemi gravi durante lo svolgimento del loro dovere. Non fanno nulla di eccessivamente malvagio; non provocano intralci od ostacoli, e non percorrono il cammino degli anticristi. Nel compiere il loro dovere, non fanno emergere errori gravi o problemi di principio, però, senza rendersene conto, in pochi anni vengono messi a nudo per la mancanza totale di accettazione della verità, smascherati come miscredenti. Come mai? Gli altri non sanno vedere una questione, ma Dio esamina il cuore di questi individui nel profondo e vede il problema. Sono sempre stati negligenti e non hanno mai mostrato pentimento nel compiere il loro dovere. Col passare del tempo, vengono naturalmente messi a nudo. Che cosa significa rimanere impenitenti? Significa che, pur avendolo compiuto con costanza, hanno sempre avuto verso il loro dovere l’atteggiamento sbagliato, un atteggiamento noncurante e sommario, indifferente, e non sono mai coscienziosi, tanto meno dediti a ciò che fanno. Possono anche metterci un certo impegno, ma fanno le cose per pura formalità. Non danno tutto di sé e le loro trasgressioni sono infinite. Dal punto di vista di Dio, non si sono mai pentiti; sono sempre stati negligenti, e non si è mai verificato alcun cambiamento in loro; ossia, non abbandonano il male che hanno fra le mani e non si pentono dinanzi a Lui. Dio non vede in loro un atteggiamento di pentimento, né un’inversione del loro atteggiamento. Persistono nell’affrontare il loro dovere e l’incarico affidato da Dio con un tale atteggiamento e un tale metodo. In ciò che fanno non vi è alcun cambiamento di questa indole ostinata e intransigente e, per di più, non si sono mai sentiti in debito con Dio, non hanno mai percepito che il loro fare le cose in modo noncurante e sommario è una trasgressione, un’azione malvagia. Nel loro cuore, non hanno la sensazione di essere in debito, un senso di colpa, di rimprovero, tanto meno di autoaccusa. E, col passare del tempo, Dio vede che tali persone sono irrecuperabili(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dalla parola di Dio, ho capito che se una persona tratta sempre con leggerezza il proprio dovere, non ricerca i princìpi della verità in nulla di ciò che fa, non è mai attenta o diligente e nel proprio dovere si limita a sbrigarsela, è una persona gravemente negligente. Anche se apparentemente non causa intralci o disturbi evidenti e non percorre il cammino di un anticristo, se non si pente della sua negligenza e mostra sempre deviazioni nel proprio dovere, alla fine verrà smascherata ed eliminata da Dio. Riflettendo sulla parola di Dio, ho iniziato a ripensare ad alcuni comportamenti di Simone nel suo dovere. Lavorava nel gruppo da molto tempo ed era bravo in tutti gli aspetti tecnici, ma spesso commetteva errori basilari. A volte, anche i suoi progetti più semplici dovevano essere rivisti più volte. Spesso commetteva errori anche durante il backup e la catalogazione dei file. Glielo avevo fatto notare molte volte, e anche gli altri lo avevano spesso richiamato, ma non la prendeva mai sul serio né rifletteva sui suoi problemi e sul suo atteggiamento nel dovere. Quando il leader lo ha trattato la prima volta, non ha riflettuto sui suoi problemi e si è discolpato, attribuendo tutto al poco tempo che aveva, senza così cambiare mai e continuando a commettere errori. Ho constatato quanto Simone fosse testardo. Anche se in passato avevo una certa comprensione del suo comportamento, non mi ero preoccupata perché non aveva mai danneggiato gravemente il lavoro. Ma questa volta era stato superficiale e aveva ritardato un lavoro importante; la sua rimozione da parte del leader era in linea con i princìpi e per nulla esagerata. Dalla parola di Dio, ho capito che la negligenza non è un problema da poco. Chi ha sempre un atteggiamento superficiale nel proprio dovere prima o poi risulterà d’intralcio al lavoro della chiesa e verrà smascherato. Ho pensato a Simone: in apparenza ha soltanto commesso due errori; ma, a un esame più attento, è stato rimosso soprattutto a causa della sua superficialità nei confronti del dovere. È stato negligente in un dovere così importante e ha ritardato il lavoro: la sua rimozione rivelava l’indole giusta di Dio!

Dopo di che, mi sono chiesta perché non ricercassi la verità e sviluppassi diffidenza e incomprensioni verso Dio quando gli altri venivano rimossi. Durante una devozione, ho letto la parola di Dio. “DiteMi: se qualcuno che abbia commesso un errore fosse capace di autentica comprensione e intenzionato a pentirsi, la casa di Dio non gli darebbe forse una possibilità? Mentre il piano di gestione di Dio di seimila anni volge al termine, ci sono tanti doveri da assolvere. Ma se le persone non hanno coscienza né ragione e sono negligenti nel loro lavoro, se hanno ricevuto l’opportunità di adempiere un dovere ma non sanno farne tesoro e non perseguono minimamente la verità, mancando così di cogliere l’attimo, allora saranno smascherate. Se sei costantemente negligente e superficiale nell’adempiere il tuo dovere e non mostri alcuna sottomissione di fronte alla potatura e al trattamento, la casa di Dio ti affiderà ancora un dovere? Nella casa di Dio è la verità a regnare, non Satana. Dio ha l’ultima parola su tutto. È Lui che sta compiendo l’opera di salvezza dell’uomo, è Lui che governa ogni cosa. Non c’è alcun bisogno che tu analizzi cosa sia giusto e cosa sbagliato; a te spetta solo ascoltare e obbedire. Di fronte alla potatura e al trattamento, devi accettare la verità ed essere in grado di correggere i tuoi errori. Se lo fai, la casa di Dio non ti priverà della possibilità di compiere un dovere. Se vivi nel timore costante di essere espulso, accampando sempre scuse, giustificandoti di continuo, questo è un problema. Se lasci che gli altri vedano che non accetti minimamente la verità e che sei sordo a ogni ragione, allora sei nei guai. La chiesa sarà obbligata a fartelo notare. Se non accetti minimamente la verità nell’adempiere il tuo dovere e hai sempre paura di essere smascherato ed espulso, allora questo tuo timore è contaminato da intenzioni umane e da un’indole satanica corrotta, nonché da sospetto, diffidenza e incomprensioni. Una persona non dovrebbe avere nessuno di questi atteggiamenti. Devi cominciare col dissipare i tuoi timori e ogni incomprensione riguardo a Dio. Come nascono le incomprensioni riguardo a Dio? Quando alle persone le cose vanno bene, sicuramente non fraintendono Dio. Credono che Egli sia buono, onorevole, giusto, misericordioso e amorevole, che sia giusto in tutto ciò che fa. Quando si trovano invece ad affrontare qualcosa che non si conforma alle loro nozioni, pensano: ‘A quanto pare, Dio non è molto giusto, perlomeno non in tale questione’. Si tratta di un’incomprensione? Come mai Dio ha smesso di essere giusto? Che cosa ha dato origine a questo tuo fraintendimento? Che cosa ha formato la tua opinione e la tua comprensione secondo cui Dio non sarebbe giusto? Sai dire con certezza da dove derivi? Da quale frase? Quale questione? Quale situazione? Dillo, in modo che tutti possano capire e giudicare se le tue affermazioni poggino su basi solide. E quando una persona fraintende Dio o affronta qualcosa che non si conforma alle sue nozioni, che atteggiamento deve assumere? (Ricercare la verità e obbedire.) Deve prima di tutto obbedire e poi considerare: ‘Non capisco, ma obbedirò perché questo è ciò che Dio ha fatto e non qualcosa che l’uomo deve analizzare. Inoltre, non posso dubitare delle parole di Dio o della Sua opera, perché la parola di Dio è la verità’. Non è questo l’atteggiamento che una persona dovrebbe avere? Con questo atteggiamento, le tue incomprensioni costituirebbero ancora un problema? (No.) Non danneggerebbero né disturberebbero l’adempimento del tuo dovere. Pensate che una persona che nutre incomprensioni mentre compie il suo dovere possa essere leale? Oppure che possa essere leale chi non ne nutre? (Una persona che non nutre incomprensioni nell’adempimento del proprio dovere può essere leale.) Ciò significa che, in primo luogo, devi avere un atteggiamento di obbedienza. Inoltre, devi perlomeno credere che Dio è la verità, che è giusto, e che è giusto anche tutto ciò che fa. Questo è il presupposto che determina la tua lealtà nell’adempimento del tuo dovere(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). La lettura della parola di Dio mi ha chiarito le cose. Nutrivo incomprensioni e diffidenza verso Dio perché ero priva di autentica fede in Lui e non comprendevo la Sua giustizia. La destituzione di Simone, conseguente ai suoi errori, mi ha resa dubbiosa e diffidente nei confronti di Dio. Pensavo che, se avessi commesso un errore, sarei stata sostituita o addirittura espulsa. Credevo che la casa di Dio fosse uguale al mondo esterno, e che chi commetteva un errore sarebbe stato destituito ed espulso, come se Dio esponesse le persone solo per eliminarle. La chiesa destituisce ed espelle le persone in conformità a dei princìpi, le valuta scrupolosamente in base al loro atteggiamento nei confronti del dovere, all’umanità, alla levatura, alla capacità di accettare la verità, e così via. Non vengono rimosse o espulse per trasgressioni occasionali o per una transitoria manifestazione di corruzione. Ripensando ai leader e ai lavoratori che conoscevo, alcuni sono stati rimossi per la loro scarsa levatura e la loro incapacità di svolgere lavoro concreto, altri perché non avevano competenze e non erano adatti ai loro doveri, e altri ancora per la loro indole profondamente corrotta e il fatto che non cercassero la verità per eliminarla. Ma, purché non fossero malfattori e non creassero intralci, la casa di Dio non li avrebbe scacciati né espulsi. Al contrario, avrebbero ottenuto dei doveri adatti alla loro levatura e ai loro punti di forza e la possibilità di riflettere e di pentirsi. Se la rimozione li avesse portati ad accettare la verità, a riflettere e a pentirsi e cambiare davvero, la chiesa li avrebbe promossi e impiegati di nuovo. Solo gli anticristi e i malfattori che non accettano affatto la verità, non riflettono quando vengono rimossi o smascherati e continuano a compiere il male e a creare disturbo saranno completamente espulsi dalla chiesa. Ho capito che la casa di Dio tratta tutti con equità e giustizia e che al suo interno regna realmente la verità. Per esempio, Simone è stato destituito perché era troppo superficiale nei suoi doveri e ritardava il lavoro con la sua costante negligenza. Era la giustizia di Dio che si abbatteva su di lui. Se, con il giusto approccio, avesse ricercato la verità e riflettuto, sarebbe stata una buona occasione per conoscere sé stesso, pentirsi e cambiare. La sua rimozione ha fatto da monito anche a me. Manifestavo i suoi stessi problemi. Ero spesso superficiale e negligente nel mio dovere. A volte sapevo bene dei difetti dei miei progetti, ma poi pensavo al tempo e allo sforzo che avrei impiegato a sistemarli e li inviavo al leader per la revisione, pensando che non fossero questioni così gravi, e che, se il leader avesse riscontrato dei problemi, avrei potuto risolverli tutti insieme. Di conseguenza, il lavoro che avrebbe dovuto essere fatto in una sola volta andava rivisto, e questo causava ritardi. A volte, sapevo che le mie idee di grafica erano superate, ma essere innovativi richiede molte risorse, riflessione e ricerca. La reputavo una seccatura eccessiva e mi sembrava sufficiente un lavoro passabile, così non ho fatto progressi nei miei progetti per diversi anni. Il fallimento di Simone mi ha insegnato una lezione importante. Non stavo ricercando la verità né traendo un insegnamento da quella vicenda, non capivo la volontà di Dio, e nutrivo per Lui incomprensioni e diffidenza. Ero così ingannevole. Questo pensiero mi ha colmata di rimorso e senso di colpa. Dovevo ricercare la verità adeguatamente, trovare il giusto percorso di pratica e smettere di fraintendere Dio e mostrarGli diffidenza.

In seguito, ho letto la parola di Dio. “Chi ha un cuore aperto è una persona onesta. Ciò significa che ha aperto il cuore e rivolto lo spirito a Dio completamente, senza niente da nascondere e niente da cui nascondersi. Ha pienamente consegnato e mostrato il proprio cuore a Dio; in altre parole, Gli ha donato tutto sé stesso. Tali persone saranno ancora estraniate da Dio? No, non lo saranno. Così per loro è facile sottomettersi a Dio. Se Dio dice che sono disoneste, loro lo ammetteranno. Se Dio dice che sono arroganti e presuntuosi, costoro ammetteranno anche questo. E non si limiteranno ad ammetterlo e basta: sono in grado di pentirsi, di lottare per i principi della verità, di riconoscere i propri errori e rettificarli. Prima di rendersene conto, chi è così avrà corretto molti dei suoi modi errati e sarà sempre meno disonesto, infido, negligente e superficiale. Più tempo vivrà in questo modo, più si aprirà e sarà retto, e più si avvicinerà all’obiettivo di diventare una persona onesta. Ecco cosa significa vivere nella luce. Tutta questa gloria spetta a Dio! Quando le persone vivono nella luce, è opera di Dio: non è qualcosa di cui debbano vantarsi. Quando vivono nella luce, comprendono varie verità, hanno un cuore timorato di Dio, sanno ricercare e mettere in pratica la verità in ogni questione che affrontano, e vivono con coscienza e ragione. Sebbene non si possa definirle persone giuste, agli occhi di Dio possiedono una certa sembianza umana, e per lo meno non sono in competizione con Dio nel parlare e nell’agire, sanno ricercare la verità quando accade loro qualcosa e sono capaci di sottomettersi a Dio. In questo senso, sono relativamente affidabili e sicure e non potrebbero mai tradire Dio. Anche se non hanno una comprensione molto profonda della verità, sono in grado di obbedire e sottomettersi, di temere Dio nel proprio cuore e di allontanarsi dal male. Quando viene loro assegnato un compito o un dovere, sono in grado di svolgerlo con tutto il cuore e tutta la mente e al massimo delle proprie capacità. Tali persone sono affidabili e Dio ha fiducia in loro: una persona del genere vive nella luce. Chi vive nella luce è in grado di accettare lo sguardo indagatore di Dio? Potrebbe ancora nasconderGli il proprio cuore? Ha ancora dei segreti che non Gli può svelare? Ha ancora dei loschi trucchetti nella manica? No, non ne ha. Ha aperto completamente il cuore a Dio e non nasconde assolutamente niente. Sa confidare in Dio, condividere con Dio su tutto e farGli sapere tutto. Non c’è niente che non dirà a Dio e niente che non Gli mostrerà. Quando si è in grado di raggiungere questo livello di apertura, la vita diventa facile, libera e liberata(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Leggerla mi ha illuminato il cuore. Dio spera che sappiamo mostrarGli sincerità e un cuore aperto. Che veniamo o meno esposti da Lui, o potati, trattati e destituiti, dobbiamo innanzitutto sottometterci, non opporre resistenza a Dio nel nostro cuore, credere che tutto ciò che Egli fa è buono, e poi riflettere e ricercare i princìpi della verità. Quando il nostro cuore è aperto a Dio, quando amiamo la verità e siamo disposti a sottometterci a Lui, è facile ricevere l’illuminazione dello Spirito Santo, capire realmente la verità, conoscere i nostri problemi, correggere i nostri errori, pentirci, cambiare e svolgere i nostri doveri in linea con le parole e le richieste di Dio. Inoltre, dobbiamo credere nella giustizia di Dio. Egli non giudica le persone dalle apparenze, guarda invece se hanno l’intenzione di soddisfarLo e di ricercare i princìpi della verità. Se sappiamo correggere i nostri atteggiamenti e facciamo del nostro meglio, indipendentemente dai risultati, possiamo assumere il giusto atteggiamento, imparare dai nostri fallimenti e correggere le deviazioni. Quando ho cambiato atteggiamento, le mie preoccupazioni si sono dissipate da sé.

Da allora, quando inviavo le mie immagini al leader per la revisione, non ero più così spaventata o recalcitrante. Ero disposta a correggere le mie intenzioni, a ricercare i princìpi e a impegnarmi nel mio dovere. Andando avanti, mi sono dedicata a ricercare tecniche e a reperire valido materiale di riferimento da studiare in risposta alle questioni sollevate dal leader durante la revisione delle mie immagini. Inoltre, lavoravo in conformità ai princìpi richiesti dalla casa di Dio e sperimentavo costantemente. Dopo un po’ di tempo, le mie capacità tecniche sono migliorate e la qualità del mio lavoro è molto aumentata. Mi sentivo davvero a mio agio. Pochi giorni dopo, ho inviato un’immagine al leader per la revisione; mi ha sorpresa sentirgli dire: “Questo progetto è ottimo, possiamo usarlo!” Sentirglielo dire mi ha resa davvero felice e commossa in modo indescrivibile. In seguito, Simone ha capito la sua indole corrotta ed era intenzionato a pentirsi e a cambiare, così la chiesa gli ha assegnato un altro dovere. La destituzione di Simone ha portato anche me a cambiare il mio atteggiamento negligente nel dovere. Ora sono più scrupolosa e meno superficiale di prima. Da questa esperienza, ho imparato che Dio non permette che le persone vengano potate, trattate o destituite perché intenda eliminarle. Se sappiamo sottometterci e ricercare la verità, attraverso questo tipo di esperienza possiamo conoscere la nostra indole corrotta e rilevare i problemi e le deviazioni nel modo in cui svolgiamo i nostri doveri, cosa che ci permette di cambiare e risolverli tempestivamente e di progredire nella nostra vita e nei nostri doveri. È una cosa meravigliosa! Abbandonando le mie incomprensioni e la mia diffidenza nei confronti di Dio, mettendo attenzione e meticolosità nel mio dovere e adempiendo alle mie responsabilità in ogni cosa, ho provato un senso di calma e serenità.

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