Conosco la via per risolvere l’indole corrotta

24 Marzo 2022

di Ramses, Messico

La mia famiglia è cattolica e ho creduto nel Signore insieme a loro fin da piccolo. Crescendo, mi sono reso conto che alcuni fedeli andavano in chiesa solo la domenica, mentre vivevano una normale vita secolare il resto del tempo. Fumavano, bevevano e si divertivano proprio come i non credenti. Sentivo che non si attenevano ai requisiti del Signore, che stavano peccando. Anch’io vivevo nel peccato. Mentivo, ero irascibile e invidioso. Anche se confessavo i miei peccati al sacerdote, non riuscivo a venir fuori da quel circolo vizioso di continuo peccare e confessarmi. Mi sentivo completamente perso. Così ho deciso di lasciare la nostra chiesa e di unirmi a un’altra confessione per cercare la via per liberarmi dal peccato.

Poi, sul lavoro, ho conosciuto fratello Raul, un cristiano di lunga data. Mi ha raccontato di essere stato in molte chiese diverse, ma aveva smesso di frequentarle perché i pastori non fornivano sermoni illuminanti e chiedevano continuamente offerte. Raul diceva che volevano solo soldi, e quando i fratelli e le sorelle chiedevano aiuto per un qualche problema, si limitavano a dire: “Prima chiedi al predicatore, e se ancora non riesci a capire fammelo sapere”. Ero davvero confuso. Perché in una chiesa dovrebbe accadere una cosa del genere? In seguito, sono andato in altre cinque o sei chiese cristiane e ho trovato esattamente ciò che fratello Raul aveva descritto. Ricordo che, in una funzione, alcuni credenti giocavano a scacchi e mangiavano da un buffet. Ho constatato che le chiese erano prive dell’opera dello Spirito Santo, erano diventate luoghi di intrattenimento per religiosi. Non volevo più andare in chiesa. Ma la Bibbia dice: “Non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno” (Ebrei 10:25). Quindi con chi mi sarei riunito? Mi sentivo davvero smarrito. Esistono oltre 1.000 confessioni cristiane, trovarne una provvista della guida di Dio e dell’opera dello Spirito Santo sarebbe stata un’impresa. Neanche fratello Raul sapeva dove andare. Così, abbiamo deciso di lasciare la nostra congregazione e studiare la Bibbia nel tempo libero. La leggevamo molto insieme e condividevamo la nostra comprensione, aiutandoci e sostenendoci a vicenda.

Ho passato diversi anni in questo modo, pregando e leggendo le Scritture ogni giorno. Ma ciò che mi frustrava veramente era che, quando succedeva qualcosa che non mi piaceva o i miei interessi venivano compromessi, non riuscivo a frenare la mia rabbia. A volte, al lavoro, fratello Raul mi chiedeva di fargli da assistente. Se mi chiedeva di fare qualcosa e io non lo capivo del tutto, mi parlava piuttosto duramente, e io mi arrabbiavo molto. Mi sembrava chiaro che fosse lui a non saper spiegarsi bene, ma mi urlava contro, mi trattava come un’idiota, e io non ero tenuto a subire, così gli urlavo di rimando. Ci scaldavamo e non riuscivamo a controllare la rabbia. Finivamo per separarci, infuriati. Non volevo ascoltarlo né spiegargli le cose. Ma in un secondo momento, dopo esserci calmati, ne parlavamo, ammettevamo i nostri torti e ci scusavamo a vicenda. Sapevo di non potermi liberare dal peccato, che avrei continuato a peccare e a ribellarmi a Dio, così pregavo e mi confessavo, e cercavo di controllarmi. Ma, per quanto mi sforzassi, continuavo a ricaderci, peccando e confessandomi di continuo. In quel ciclo senza fine, sprofondavo nella miseria e nel senso di colpa, ed ero così deluso da me stesso. Mi chiedevo perché non riuscissi a smettere di peccare. Io e fratello Raul ne avevamo parlato molte volte e sapevamo che non potevamo farci niente, che entambi manifestavamo palesemente presunzione, arroganza e boria, quindi non potevamo ottenere la santità.

Una volta, nel discutere la nostra comprensione della Bibbia, abbiamo letto questi versetti: “Siate santi, perché Io sono santo” (1 Pietro 1:16). “Senza la santificazione nessuno vedrà il Signore” (Ebrei 12:14). Queste parole ci hanno fatto riflettere. Il Signore ci ha detto di essere santi, mentre noi vivevamo nel peccato. Come potevamo diventare santi? Non avevamo una via. L’ho chiesto anche al mio pastore, e lui ha risposto: “Finché viviamo nella carne, non raggiungeremo mai la santità. Il Signore Gesù ci ha redento dai nostri peccati. I nostri peccati sono già stati perdonati, e il Signore non ci vede come dei peccatori. Quando scenderà su una nuvola, ci porterà su nel Regno dei Cieli”. Questo era abbastanza confortante da sentire, ma restavo confuso. Il Signore è santo, mentre noi viviamo sempre nel peccato. Quindi, ci porterà davvero nel Suo Regno quando ritornerà?

Un giorno di luglio 2019, io e fratello Raul stavamo svolgendo uno dei nostri soliti studi. Abbiamo cercato “Bibbia” sul web e abbiamo trovato un film della Chiesa di Dio Onnipotente, “Ho preso l’ultimo treno”. Sono rimasto davvero sorpreso da quanto mostrava. Era un bellissimo film e le verità che comunicava erano davvero illuminanti. Specialmente la parte in cui una sorella spiegava che il Signore Gesù ha svolto l’opera di redenzione. Egli ha solo perdonato i nostri peccati, non ha risolto la nostra natura peccaminosa. Ecco perché continuiamo a peccare e a opporci a Dio. Tra tutti coloro che credono nel Signore, dal clero fino ai normali fedeli, chi può affermare di essere libero dal peccato? Nemmeno uno. Tutti gli uomini sono schiavi del peccato, senza eccezioni. Viviamo nella corruzione, siamo arroganti, egoisti, subdoli e avidi. Non possiamo fare a meno di peccare, anche quando non vogliamo. Alcuni possono apparire umili e gentili, ma i loro cuori sono pieni di corruzione. Non siamo le persone sante che compiono la volontà di Dio, che Lui vuole guadagnare alla fine. Ecco perché Dio deve proseguire la Sua opera di salvezza dell’umanità, svolgere la fase del giudizio usando il perdono dei peccati come fondamento, per purificarci e salvarci a pieno in modo che possiamo liberarci dal peccato e diventare puri, e poi entrare nel Regno di Dio e ottenere la vita eterna. Tutto quello che dicevano era vero, rispecchiava la realtà. Ero davvero entusiasta, perché non avevo mai sentito niente di simile. Come mai sapevano condividere così tanta nuova illuminazione? Da dove l’avevano acquisita? Ho visto che leggevano un libro intitolato “La Parola appare nella carne”. Il suo contenuto era colmo di potere e autorità, e di cose che non avevo mai sentito prima. Volevo saperne di più, approfondire. Dopo il film, abbiamo contattato la Chiesa di Dio Onnipotente e abbiamo iniziato a frequentare gli incontri e le condivisioni online. Le parole di Dio Onnipotente ci hanno davvero aperto gli occhi. Dio Onnipotente dice: “Prima che l’uomo fosse redento erano già stati insinuati in lui molti dei veleni di Satana e, dopo millenni di corruzione satanica, in lui si è consolidata una natura che resiste a Dio. Pertanto, quando è stato redento, non è stato altro che un caso di redenzione dell’uomo pagata a caro prezzo, ma senza che la natura velenosa che alberga in lui sia stata eliminata. L’uomo contaminato a quel modo deve subire un cambiamento prima di diventare degno di servire Dio. Attraverso quest’opera di giudizio e di castigo, l’uomo arriverà a conoscere appieno la sostanza sudicia e corrotta dentro di sé e sarà in grado di cambiare completamente e di diventare puro. Solo in questo modo può essere degno di tornare davanti al trono di Dio. Tutta l’opera compiuta in questo giorno serve a fare in modo che l’uomo possa essere mondato e cambiato; attraverso il giudizio e il castigo tramite la parola, e attraverso il raffinamento, egli può mondare la propria corruzione ed essere reso puro. Anziché considerare questa fase dell’opera la fase della salvezza, sarebbe più appropriato dire che è l’opera di purificazione. In verità, questa fase è anche quella della conquista, oltre ad essere la seconda fase dell’opera di salvezza” (“Il mistero dell’incarnazione (4)” in “La Parola appare nella carne”). “Cristo degli ultimi giorni utilizza una serie di verità per insegnare all’uomo, rivelarne l’essenza e analizzarne le parole e le azioni. Queste parole comprendono diverse verità, quali il dovere dell’uomo, come l’uomo dovrebbe obbedire a Dio, come dovrebbe esserGli fedele, come dovrebbe vivere la normale umanità, così come la saggezza e l’indole di Dio, e così via. Queste parole sono tutte dirette all’essenza dell’uomo e alla sua indole corrotta. In particolare, le parole che rivelano come l’uomo rifiuta Dio vengono pronunciate a proposito di come l’uomo sia la personificazione di Satana e una forza nemica di Dio. Quando Dio comincia l’opera di giudizio, Egli non Si limita semplicemente a chiarire la natura dell’uomo con poche parole, ma compie la rivelazione, il trattamento e la potatura a lungo termine. Nessuno di questi diversi metodi, la rivelazione, il trattamento e la potatura, può essere sostituito con parole ordinarie, ma con la verità che l’uomo non possiede affatto. Solo tale metodo di lavoro viene considerato giudizio; solamente attraverso tale giudizio l’uomo può essere assoggettato, pienamente convinto a sottomettersi a Dio e inoltre può ottenere la vera conoscenza di Dio. Ciò che l’opera di giudizio realizza è la comprensione da parte dell’uomo del vero volto di Dio e la verità riguardo alla sua ribellione. L’opera di giudizio permette all’uomo di ottenere molta comprensione della volontà di Dio, dello scopo della Sua opera e dei misteri che per l’uomo sono incomprensibili. Inoltre, consente all’uomo di individuare e conoscere la sua sostanza corrotta e le radici della sua corruzione, come pure di scoprire la sua bruttezza. Questi effetti si realizzano tutti tramite l’opera di giudizio, perché la sua sostanza è di fatto l’opera di svelare la verità, la via e la vita di Dio a tutti coloro che hanno fede in Lui. Quest’opera è l’opera di giudizio svolta da Dio” (“Cristo compie l’opera di giudizio attraverso la verità” in “La Parola appare nella carne”). Lette queste parole, ho capito che il Signore Gesù ha svolto l’opera di redenzione, ossia ci ha redenti perché non appartenessimo più al peccato, ma la natura peccaminosa dell’uomo non è stata estirpata. Ecco perché continuiamo a peccare, a manifestare corruzione e a opporci a Dio. Se ci riflettevo, sentivo che era tutto corretto. Ogni volta che perdevo la calma, dopo mi odiavo per averlo fatto. Non volevo, ma ogni volta che succedeva qualcosa che non mi piaceva non potevo fare a meno di infuriarmi. Mi sono reso conto che, se non avessi estirpato la mia natura peccaminosa, non sarei mai stato libero dal peccato, e allora mi sarei opposto a Dio nei pensieri, nelle parole e nelle azioni. Da allora, ho letto molte altre parole di Dio Onnipotente e ho visto che Egli rivela tutto sulla natura peccaminosa dell’uomo. Ci mostra ogni sorta di misteri: come l’uomo è corrotto da Satana, come sfuggire al peccato ed essere purificati, chi può entrare nel Regno dei Cieli e chi sarà punito, e l’esito delle diverse categorie di persone. Le parole di Dio giudicano e smascherano l’uomo e contengono il Suo amore e la Sua salvezza. Per quanto duramente Egli parli, il solo scopo è farci capire la verità, affinché vediamo chiaramente quanto Satana ci abbia corrotti e disprezziamo veramente noi stessi, per poi pentirci e cambiare. Capire questo mi ha reso così felice, e desideravo ancora altre parole di Dio Onnipotente. Anche condividere con i fratelli e le sorelle era davvero bello.

In seguito, sono stato nominato leader di una Chiesa di neofiti. Una volta, una sorella mi ha chiesto aiuto per dei problemi che aveva nel suo lavoro, e io l’ho consigliata sulla base di quello che sapevo. Ma lei non sembrava capire bene cosa intendessi, così ha chiesto a un’altra sorella di venire ad ascoltarmi. Ho spiegato tutto di nuovo, e alla fine loro non mi hanno fatto alcuna domanda, si sono solo dette d’accordo. In quel momento, una leader ci ha chiamati, e le due sorelle mi hanno chiesto di condividere anche con lei le mie idee sul progetto. Avevo spiegato tutto due volte, non volevo farlo di nuovo, ma poi, controvoglia, l’ho ripetuto ancora una volta. Alla fine, la leader non ha commentato, mi ha solo dato un documento da revisionare, e poi ci ha detto come realizzare il progetto. Ero abbastanza infastidito. Non sembrava aver capito bene cosa intendessi. Avevo già detto alle due sorelle cosa fare, e avevo passato molto tempo a pensare a tutte le disposizioni. Le avevo spiegate tre volte. Davvero tutto il mio duro lavoro era stato inutile? Irritato, ho chiesto alla leader: “Hai capito quello che ho detto? Ne abbiamo già parlato e siamo d’accordo su come procedere”. Lei ha risposto: “Quello che hai proposto va bene, ma è un approccio più complicato”. Poi ci ha suggerito un modo più semplice e veloce per portare a termine il progetto. In effetti, ritenevo la sua soluzione valida, ma la cosa non mi piaceva. Mi chiedevo cosa avrebbero pensato gli altri di me se la mia idea fosse stata scartata. Mi avrebbero ritenuto un inetto, incapace di organizzare un minimo il lavoro? Sarebbe stato così imbarazzante. Più ci pensavo, più aumentava il mio disagio. Poi, la leader mi ha chiesto di svolgere quel progetto con quelle due sorelle. Ero piuttosto ostile e non le ho parlato troppo gentilmente. Poi ho portato a termine l’incarico, ma manifestando una corruzione che mi faceva sentire in colpa e inquieto. Mi sono chiesto perché vivessi sempre nella corruzione e non sapessi cambiare. La leader si stava assumendo le sue responsabilità, offrendo dei buoni suggerimenti per rendere il nostro lavoro più produttivo. Questo era un bene per il lavoro della casa di Dio. Eppure io lo rifiutavo, e mi ero persino arrabbiato. Mi sono domandato perché. Avevo bisogno di trovarne la radice, per potermene liberare quanto prima.

Quella sera, ho iniziato a cercare contenuti riguardanti la rabbia sul sito della Chiesa, e ho trovato queste parole di Dio: “Una volte ottenuto il prestigio, un uomo troverà spesso difficile controllare il suo umore, e così non perderà occasione per esprimere la sua insoddisfazione e dare libero sfogo alle sue emozioni; spesso andrà su tutte le furie senza una ragione evidente, in modo da mettere in evidenza la sua capacità e far sapere agli altri che il suo prestigio e la sua identità sono diversi da quelli delle persone comuni. Naturalmente anche le persone corrotte e di basso rango perdono frequentemente il controllo. La loro rabbia è causata sovente da un danno ai loro interessi personali. Per proteggere il prestigio e la dignità personali, spesso l’umanità corrotta sfoga le proprie emozioni e mette a nudo la propria natura arrogante. L’uomo si abbandonerà a esplosioni di collera e darà libero sfogo alle sue emozioni per difendere e sostenere l’esistenza del peccato, e con tali azioni l’uomo esprime la sua insoddisfazione; esse traboccano di impurità, di macchinazioni e intrighi, della corruzione e malvagità dell’uomo, e soprattutto sono colme delle ambizioni e dei desideri sfrenati dell’uomo” (“Dio Stesso, l’Unico II” in “La Parola appare nella carne”). Attraverso le parole di Dio, ho visto che c’è una ragione per cui gli esseri umani tendono ad adirarsi. Quando i nostri interessi o la nostra reputazione sono compromessi, sfoghiamo la nostra insoddisfazione e la nostra ira, e perdiamo la normale ragione umana. Questo è essere controllati da una natura arrogante, quindi manifestiamo un’indole satanica, comportamenti negativi. Riflettendo su me stesso alla luce delle parole di Dio, ho visto che, quando le mie idee venivano rifiutate e non godevo del prestigio che volevo, diventavo estremamente ostile. Sapevo che la soluzione della leader era migliore della mia, che sarebbe stata rapida e semplice, ma mi ero lo stesso arrabbiato. Sentivo che i miei suggerimenti erano stati ignorati, e che quindi gli altri potessero disprezzarmi e reputarmi un inetto, così sono stato scortese con lei. A quel punto ho visto che ero davvero arrogante, interessato alla reputazione e al prestigio. Mi sentivo sempre superiore, con la ragione dalla mia, e non volevo ascoltare gli altri. Volevo difendere l’idea che gli altri avevano di me, non tenevo conto degli interessi del lavoro della casa di Dio. Ho visto che ero arrogante oltre ogni ragione e non avevo alcun timore di Dio né sincera sottomissione alle situazioni che predisponeva. Realizzarlo mi ha colmato di rimorso. Ho pregato Dio per pentirmi, chiedendoGli di guidarmi a conoscermi meglio e a liberarmi della mia arroganza.

Ho letto anche questo passo: “L’arroganza è la radice dell’indole corrotta dell’uomo. Più le persone sono arroganti, più tendono a resistere a Dio. Quanto è serio questo problema? Non solo le persone dall’indole arrogante considerano tutti gli altri in una posizione inferiore, ma, quel che è peggio, hanno persino un atteggiamento di sufficienza nei confronti di Dio. Anche se dall’esterno potrebbe sembrare che alcuni credano in Dio e Lo seguano, non Lo trattano affatto come Dio. Sentono sempre di possedere la verità e hanno un’opinione smodata di se stessi. Questa è l’essenza e la radice dell’indole arrogante, e viene da Satana. Il problema dell’arroganza, pertanto, deve essere risolto. Sentirsi migliore di un altro è cosa da poco; il problema cruciale è che un’indole arrogante impedisce di sottomettersi a Dio, al Suo governo e alle Sue disposizioni. Chi ha tale indole si sente sempre portato a competere con Dio per avere potere sugli altri. Questo tipo di persona non riverisce minimamente Dio, e tanto meno Lo ama o si sottomette a Lui. Coloro che sono arroganti e presuntuosi, specialmente coloro che sono tanto arroganti da aver perduto il buonsenso, non sanno sottomettersi a Dio nella loro fede in Lui e addirittura si esaltano e rendono testimonianza a sé stessi. Simili persone sono quelle che più avversano Dio. Se desiderano giungere a venerare Dio, devono prima risolvere la loro indole arrogante. Più a fondo risolvi la tua indole arrogante, più avrai venerazione per Dio, e soltanto allora potrai sottometterti a Lui e sarai in grado di conseguire la verità e conoscere Dio” (La condivisione di Dio). Ci ho riflettuto un po’ su e ho visto che non sapevo accogliere i suggerimenti degli altri a causa della mia indole arrogante. Volevo che gli altri ascoltassero me, ma io non volevo accettare né valutare le loro idee. Ho ripensato a quando lavoravo con fratello Raul. Ero stato così arrogante da non riuscire a tollerare che mi parlasse con tono severo e non volevo che mi guidasse nel lavoro. Inoltre, nel rapporto con mia moglie e gli altri, credevo sempre di avere le idee migliori, di avere ragione, e che tutti dovessero ascoltarmi e obbedirmi. Da credente, dopo aver intrapreso dei doveri con i miei fratelli, ho continuato a vivere nell’arroganza e a rifiutare i suggerimenti degli altri. Anche quando sapevo che il mio approccio non era granché, volevo comunque fare le cose a modo mio ed essere ascoltato. Ero incredibilmente arrogante, e ne ero così accecato da non riuscire a vedere le cose con razionalità. Credevo di avere sempre ragione, ma a volte gli altri avevano davvero idee migliori e una visione più accurata. E molte volte, con mia moglie, mi sentivo sempre io nel giusto, ma fare le cose a modo mio non dava buoni frutti. E lo stesso quella volta. L’approccio della leader era semplice, non ci ritardava e poteva portare a risultati migliori, mentre la mia idea era complicata e avrebbe richiesto molto tempo. I fatti dimostravano che non avevo motivo di essere così arrogante. Dovrei rimanere umile, con i piedi per terra, e stare al mio posto. Continuando a vivere nell’arroganza, finirei come l’arcangelo, senza alcun riguardo per Dio, avversandoLo e offendendo la Sua indole. Egli mi punirebbe e maledirebbe. Quando l’ho capito, ho subito rivolto a Dio una preghiera: “Dio, non voglio più vivere secondo la mia indole arrogante. Voglio restare al mio posto e vivere un’umanità normale, ascoltare i suggerimenti dei fratelli e delle sorelle nel mio dovere, lavorare bene con loro e compiere il mio dovere per soddisfare la Tua volontà”.

Poi, ho letto altri passi delle parole di Dio. “La natura arrogante ti rende testardo. Chi ha questa indole testarda non è forse incline a essere arbitrario e sconsiderato? Come risolvi, allora, la tua arbitrarietà e sconsideratezza? Supponiamo, per esempio, che ti succeda qualcosa e tu abbia le tue idee e i tuoi piani; dopo aver stabilito cosa fare, devi ricercare la verità e condividere con tutti gli altri in merito a ciò che pensi e credi al riguardo, chiedendo loro di dirti se i tuoi pensieri e i tuoi piani siano corretti e in linea con la verità, chiedendo che facciano per te le verifiche finali. Questo è il metodo migliore per risolvere l’arbitrarietà e la sconsideratezza. Prima di tutto, puoi far luce sul tuo modo di vedere le cose e puoi cercare la verità; questo è il primo passo che devi compiere per vincere quest’indole arbitraria e sconsiderata. Il secondo passo avviene quando altre persone danno voce a opinioni diverse: a quale pratica puoi ricorrere per evitare di essere arbitrario e sconsiderato? Per prima cosa, devi avere un atteggiamento di umiltà, mettere da parte ciò che credi sia giusto e far sì che tutti comunichino. Anche se pensi che il tuo modo sia giusto, non dovresti continuare a insistervi. Questo è il primissimo tipo di passo avanti; mostra un atteggiamento di ricerca della verità, di negazione di te stesso e di soddisfazione della volontà di Dio. Acquisito questo atteggiamento e, contemporaneamente, non attenendoti alla tua opinione, dovresti pregare, ricercare la verità da parte di Dio, e poi cercare una base nelle parole di Dio: decidere come agire sulla base delle parole di Dio. Questa è la pratica più adeguata e accurata” (La condivisione di Dio). “Per l’umanità corrotta, il problema più difficile da risolvere è quello di ripetere gli stessi vecchi errori. Per evitarlo, le persone devono prima acquisire la consapevolezza di essere ancora sprovviste della verità, del fatto che non c’è stato un cambiamento nella loro indole di vita e che, sebbene credano in Dio, vivono ancora sotto il dominio di Satana e non sono state salvate; sono inclini a tradire Dio e ad allontanarsi da Lui in qualsiasi momento. Se percepiscono in cuor loro questa crisi, se, come si suol dire, sono pronte alla guerra in tempo di pace, allora saranno in grado di tenersi in qualche modo sotto controllo e, quando succederà loro qualcosa, pregheranno Dio e faranno affidamento su di Lui, e sapranno evitare di commettere di nuovo gli stessi errori. Se le persone non hanno consapevolezza di sé e non sanno che la loro natura satanica è ancora profondamente radicata in loro, allora è ancora possibile che tradiscano Dio, e vivono a rischio costante di perdizione. Questo è un dato di fatto; devono stare attente. Ci sono tre punti fondamentali da tenere a mente: primo, ancora non conosci Dio; secondo, non ci sono stati cambiamenti nella tua indole; e terzo, ancora non vivi una vera sembianza umana. Queste tre cose sono in linea con i fatti, sono reali, e devi averle ben chiare, devi avere consapevolezza di te stesso. Se hai la volontà di risolvere questo problema, allora dovresti scegliere un tuo motto: per esempio, ‘Io sono il diavolo’, o ‘Ricado spesso nelle mie vecchie abitudini’, o ‘Sono in costante pericolo’, oppure ‘Sono lo sterco sulla terra’. Puoi utilizzare uno qualsiasi di questi come motto personale, e ti sarà d’aiuto se te lo ripeti continuamente. Continua a ripeterlo a te stesso, riflettici su, e forse riuscirai a smettere di commettere errori, o a limitarne il numero; ma la cosa più importante è dedicare più tempo a leggere le parole di Dio e a capire la verità, conoscere la tua natura e sfuggire alla tua indole corrotta; solo allora sarai al sicuro” (“Solo perseguendo la verità si può conseguire un cambiamento di indole” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Grazie alle parole di Dio ho capito che, per liberarmi dall’arroganza, devo imparare a collaborare con gli altri, a ricercare e a fare comunione. Devo condividere i miei pensieri con i fratelli e le sorelle nelle discussioni di lavoro e, anche quando penso di avere l’idea giusta, non devo insistere, ma cercare la verità e la volontà di Dio e ascoltare i suggerimenti degli altri. Tutti dovrebbero avere la possibilità di esprimersi e condividere idee e, anche quando le loro contrastano con le mie, devo ricercare con umiltà e mettere da parte ciò che reputo giusto. Così posso pregare e ricercare in base alle opinioni di tutti e lasciare che Dio mi guidi e mi illumini. Questo mi indicherà cosa è giusto, cosa è appropriato, e mi mostrerà le mie mancanze e i miei difetti. E, se qualcun altro ha un’idea migliore e più giusta della mia, devo imparare ad accettarla e a farmi da parte. Questo è in linea con la volontà di Dio e mi impedisce di commettere errori. Inoltre, ho coniato per me stesso un motto sulla mia arroganza: “Non sono altro che sterco, senza motivo di orgoglio. Mi metto in pericolo con la mia mancanza di autocontrollo”. Questo mi aiuta a ricordare l’abiezione dei miei stati di arroganza, e il pericolo e le conseguenze del vivere nell’arroganza. Da allora, ho iniziato a concentrarmi sulla pratica delle parole di Dio e ad ascoltare gli altri. Quando qualcuno avanzava una proposta o un’opinione diverse dalle mie, a casa, o in un dovere con i fratelli e le sorelle della Chiesa, ho iniziato a mettere da parte il mio ego. Ho visto che gli altri avevano davvero idee più valide delle mie, e ho imparato ad accettarle con il cuore e a seguire i buoni suggerimenti. Praticando in questo modo, mi sono reso conto che non perdevo più le staffe con i fratelli e le sorelle ed ero in grado di ascoltare ciò che gli altri avevano da dire. Mi sono anche sentito molto più calmo di prima. Sono davvero grato a Dio!

Anche un altro passo delle parole di Dio mi è piaciuto molto. “Non si può cambiare la propria indole; ci si deve sottoporre al giudizio e al castigo, alla sofferenza e all’affinamento delle parole di Dio, oppure si deve essere trattati, disciplinati e potati dalle Sue parole. Solo allora si potranno conseguire l’obbedienza e la devozione a Dio, e si smetterà di essere superficiali nei Suoi confronti. È grazie al raffinamento delle parole di Dio che l’indole degli uomini si trasforma. Solo attraverso lo smascheramento, il giudizio, la disciplina e il trattamento delle Sue parole non oseranno più agire d’impulso e diventeranno calmi e composti. La cosa più importante è riuscire a sottomettersi alle parole attuali di Dio e alla Sua opera anche se non è in linea con le nozioni umane, riuscire a mettere da parte tali nozioni e sottomettersi di buon grado” (“Le persone la cui indole è cambiata sono coloro che sono entrati nella realtà delle parole di Dio” in “La Parola appare nella carne”). Le parole di Dio Onnipotente mi hanno mostrato che non possiamo contare sulla nostra forza o perseveranza per dominare e cambiare noi stessi. Lo sforzo di autocontrollarsi può solo cambiare alcuni comportamenti, ma non sono cambiamenti destinati a durare. Se vogliamo ottenere una vera trasformazione nell’indole, dobbiamo accogliere il giudizio e il castigo delle parole di Dio, e accettare le critiche insieme alle prove e all’affinamento. È l’unico modo per conoscere veramente la nostra natura satanica e vedere chiaramente le pericolose conseguenze del vivere secondo la nostra indole satanica. A quel punto possiamo veramente odiare e abbandonare noi stessi, e pentirci e cambiare autenticamente.

Sono inoltre grato a Dio Onnipotente per la possibilità di sperimentare il Suo giudizio degli ultimi giorni, così da poter apprendere le verità, conoscere me stesso e risolvere la mia corruzione. Mi ritengo davvero fortunato. Non mi sento più tanto smarrito e confuso, perché Dio Onnipotente ha rivelato la radice del nostro peccato e i nostri stati e comportamenti corrotti, e ci ha fornito una via per liberarci del peccato e cambiare d’indole nella vita. Le parole di Dio Onnipotente sono ricche e abbondanti e ci danno tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Forniscono risposte a tutte le nostre difficoltà e domande. Se leggiamo e accogliamo le parole di Dio con il cuore, possiamo trovare i principi per la pratica e una via da seguire. Lode a Dio Onnipotente!

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