Resta fedele alla verità, non alle emozioni

30 Luglio 2022

di Jiahao, Cina

Un giorno di luglio 2017, ho ricevuto una lettera da una leader che diceva che la chiesa stava epurando i non credenti, e mi chiedeva una valutazione sul comportamento di mio fratello. Ero molto sorpresa e un po’ nervosa. Volevano forse cacciare mio fratello? Altrimenti, perché mi chiedevano di scrivere di lui? Sapevo che non leggeva le parole di Dio né partecipava alle riunioni nel suo tempo libero; era sempre fuori a divertirsi con i suoi amici, a seguire le tendenze del male, e non aveva alcun interesse per le questioni di fede. Mi aveva anche consigliato di non pensare troppo alla religione, e di uscire nel mondo come lui. Ho condiviso con lui, ma non mi ha ascoltata; anzi, si è irritato e mi ha detto: “Basta, non fai che parlare di queste cose che a me non interessano!” E poi se n’è andato a letto. I fratelli e le sorelle hanno condiviso con lui ripetutamente, consigliandogli di leggere le parole di Dio e di andare alle riunioni, ma lui niente. Diceva che seguire Dio era limitante, che gli incontri gli rubavano molto tempo. All’inizio si era unito alla chiesa con riluttanza, solo per far contenta nostra madre. È sempre stato così. Sembrava davvero un non credente, ed espellerlo dalla chiesa sarebbe stato in linea con i principi. Ma eravamo sempre stati uniti. Fin da piccoli, teneva sempre da parte un po’ di cibo buono per me, e divideva a metà con me i soldi che riceveva da chiunque. Una volta, un insegnante mi ha messa in punizione a scuola, e lui si è arrabbiato tanto da piangere. Non c’erano altri fratelli nel nostro villaggio legati quanto noi. Per questo non potevo sopportare di scrivere dei suoi problemi. Non volevo rompere quel legame. Se fossi stata sincera sul suo comportamento e la chiesa lo avesse cacciato, non avrebbe avuto alcuna possibilità di salvezza. Non sarebbe stato crudele e spietato da parte mia? E se avesse scoperto quello che avevo scritto su di lui e non mi avesse più parlato? Ho deciso di scrivere qualcosa di più positivo, ossia che a volte leggeva le parole di Dio, e che credeva nell’esistenza di Dio anche se non andava alle riunioni. Questo gli avrebbe lasciato del margine di manovra e, se la leader lo avesse notato, probabilmente avrebbe fatto più comunione con lui, che forse così avrebbe potuto rimanere nella chiesa. Ma, se non fossi stata sincera sul suo comportamento, sarebbe stato come mentire e nascondere la verità. Questo avrebbe fuorviato i fratelli e le sorelle e intralciato il normale progresso del lavoro della chiesa. Da una parte c’era il lavoro della chiesa, dall’altra mio fratello. Cosa potevo fare? Ero sconvolta e non trovavo la serenità per compiere il mio dovere. Il pensiero di scrivere di lui mi annebbiava la mente e non sapevo da dove iniziare. Più ci pensavo e più mi sentivo in subbuglio, così ho pregato in silenzio: “Dio, voglio essere giusta nella valutazione di mio fratello, ma ora sono legata dalle emozioni e non ci riesco. Ti prego, guidami a non essere dominata dalle emozioni e a seguire invece le Tue parole”.

Finito di pregare, ho letto questo passo delle parole di Dio: “Coloro che trascinano i loro figli e familiari totalmente miscredenti in Chiesa sono tutti estremamente egoisti e ostentano la loro sollecitudine. Tali persone si concentrano solo sull’essere amorevoli, senza considerare se credano o meno, e se quella sia la volontà di Dio. C’è chi porta la propria moglie davanti a Dio o trascina i propri genitori davanti a Dio e, indipendentemente dal fatto che lo Spirito Santo sia d’accordo o stia operando in loro, continua ciecamente a ‘reclutare persone di talento’ per Dio. Che beneficio si può mai ottenere dall’estendere la propria sollecitudine a questi non credenti? Seppure tali miscredenti, che sono privi della presenza dello Spirito Santo, si sforzassero di seguire Dio, non potrebbero comunque, contrariamente a quanto si creda, essere salvati. Coloro che possono ricevere la salvezza non sono di fatto così facili da trovare. Le persone che non sono state sottoposte all’opera e alle prove dello Spirito Santo, e non sono state perfezionate dal Dio incarnato, non possono affatto essere rese complete. Tali persone, pertanto, mancano della presenza dello Spirito Santo dal momento stesso in cui cominciano a seguire nominalmente Dio. Alla luce della loro condizione e del loro effettivo stato, semplicemente non possono essere rese complete. Così, lo Spirito Santo decide di non spendere molta energia su di loro, né fornisce loro illuminazione o guida in alcun modo; Egli permette loro semplicemente di seguirLo e alla fine rivela il loro esito – questo è tutto(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio e l’uomo entreranno nel riposo insieme”). Dalle parole di Dio, ho imparato che voler parlare bene di mio fratello per tenerlo nella chiesa e dargli una possibilità di salvezza era un mio desiderio personale. Le parole di Dio sono chiare: chi non segue veramente Dio, chi crede solo a parole, non può essere salvato. Dio salva coloro che amano e sanno accettare la verità. Solo una persona di questo tipo può ricevere la presenza e l’opera dello Spirito Santo, capire e acquisire la verità, cambiare la propria indole di vita, e alla fine essere salvata da Dio e rimanere. In sostanza, i non credenti sono disgustati dalla verità. Non accettano mai la verità e, per quanto a lungo credano, non cambiano mai prospettiva, visione di vita o sistema di valori. Sono proprio come i miscredenti. Dio non li riconosce e non otterranno mai l’illuminazione o la guida dello Spirito Santo. Possono anche seguire fino alla fine, ma non cambieranno mai indole: non possono essere salvati. Quanto a mio fratello, non amava la verità, anzi la detestava. Faceva sempre baldoria con i miscredenti, non leggeva le parole di Dio e non andava alle riunioni. Non voleva nemmeno svolgere un dovere, pensando che non ci fosse nulla da guadagnare. Ripeteva sempre che la fede in Dio era noiosa, e che credere o non credere era lo stesso. Non voleva ascoltare la comunione di nessuno, e troppe condivisioni lo infastidivano. Dal suo comportamento, credeva solo a parole, era un non credente e Dio non lo riconosceva affatto. Non avrebbe mai ricevuto l’opera dello Spirito Santo né acquisito comprensione della verità. Potevo descriverlo positivamente per tenerlo nella chiesa, ma non sarebbe mai stato salvato. Avendo già stabilito che era un non credente, lasciarmi dominare dalle emozioni e proteggerlo per farlo restare in chiesa non sarebbe stato opporsi a Dio? Non scrivendo una valutazione equa e accurata, basata sui fatti, ma fuorviando gli altri perché non rimuovessero immediatamente una persona che lo meritava, non avrei ostacolato il lavoro della chiesa? Sapevo di dover lasciar stare i sentimenti, seguire i principi, e denunciare con precisione la sua reale situazione alla Chiesa: solo questo sarebbe stato in linea con la volontà di Dio. Scrivere del suo comportamento mi ha dato sollievo e poi la chiesa l’ha espulso. Ho accettato quell’esito con serenità. Grazie all’illuminazione e alla guida delle parole di Dio, non ho protetto mio fratello guidata dall’emotività, ma ho saputo valutarlo equamente e obiettivamente. Ero davvero grata a Dio.

Poi, nel luglio 2021, una leader della chiesa mi ha chiesto una valutazione su mia madre. Ho considerato che di recente non condivideva il Vangelo in base ai principi e aveva quasi messo in pericolo la chiesa. Quando gli altri le hanno fatto notare il problema, l’ha rifiutato. Dibatteva senza sosta su ciò che era giusto e sbagliato, per cui nessuno osava avanzare la propria opinione. Non era la prima né la seconda volta che creava simili problemi. In una riunione, una volta, una leader non ha chiesto a lei ma a un’altra sorella di leggere le parole di Dio. Lei ha preso a dire che quella leader la reprimeva ed era una falsa leader. Una sorella l’ha vista far cagnara in una riunione e le ha chiesto di abbassare la voce e di tener conto di dov’era. Secondo mia madre, la sorella cavillava su giusto e sbagliato e, se l’avesse fatto di nuovo, meglio che se ne andasse. Mia madre battibeccava all’infinito per ogni inezia e nelle riunioni era una piantagrane. Era ormai un intralcio alla vita della chiesa. Gli altri avevano fatto comunione con lei e l’avevano potata molte volte, sperando che imparasse a conoscersi e si pentisse, ma lei non ne voleva sapere. Distorceva persino la realtà, dicendo che loro si aggrappavano a una piccola cosa sbagliata che aveva detto. Non voleva accettare la verità. Secondo i principi pertinenti, doveva essere isolata perché riflettesse su se stessa, per impedirle di causare ulteriori intralci e di influenzare le regolari riunioni dei suoi fratelli. Sapevo di dover denunciare il suo comportamento alla Chiesa il prima possibile. Ma pensavo a come le importava l’opinione degli altri, e al suo carattere irruento. Entrava in conflitto e trattava con freddezza chiunque la criticasse. Sarebbe stata capace di accettare la mia segnalazione su di lei? Non sarebbe stato umiliante per lei sapere che avevo detto quelle cose su di lei? Rischiava di deprimersi e abbandonare la sua fede. Ero davvero sconvolta e continuavo a pensare a tutti i modi in cui mi aveva donato amore e cura. Una volta, quando ero piccola, avevo la febbre molto alta nel mezzo della notte; lei mi ha presa sulle sue spalle e portata dal dottore nel villaggio vicino. La mia febbre era così alta che il medico non ha voluto visitarmi, così, quella stessa notte, lei mi ha portata all’ospedale della città. Mi ha sempre aiutata a gestire tutto nella mia vita, a curare ogni dettaglio. Mi ha fatta nascere e mi ha cresciuta, e ha condiviso il Vangelo con me e mi ha condotta davanti a Dio. Mi sosteneva nel mio dovere. Era così buona con me: se l’avessi smascherata, non sarebbe stato privo di coscienza da parte mia, e non sarebbe stato doloroso per lei? Se altri avessero saputo che avevo personalmente smascherato il suo intralcio alla vita della Chiesa, avrebbero potuto criticarmi per essere stata così spietata con mia madre, definirmi una persona crudele e una figlia ingrata. Sapevo che mia madre non accettava la verità, ma era stata così premurosa con me, e in fondo era mia madre, dopo tutto. Quindi, la leader continuava a farmi pressione. Io continuavo a rimandare di scrivere quella valutazione su mia madre. In passato eravamo una famiglia di credenti, e questo mi dava gioia. Cantavamo inni e pregavamo insieme, leggevamo le parole di Dio e parlavamo dei nostri sentimenti. A volte quei ricordi riaffioravano nella mia mente. Mentre ora mio fratello era stato espulso e mia madre stava per essere isolata affinché riflettesse su se stessa. Ero davvero infelice e non sapevo come affrontare quella situazione. Non avevo la fede per fare alcuna ricerca ed ero demotivata nel mio dovere. Non percepivo il fardello di ricercare per aiutare gli altri con i loro problemi, mi limitavo solo a partecipare alle riunioni, distratta e incapace di fare comunione. Attraversavo meccanicamente le giornate in quel modo, davvero addolorata. Non ero in un buono stato; così, ho pregato davanti a Dio, chiedendoGli di guidarmi fuori da quella negatività in modo da non essere frenata dalle emozioni.

In seguito, ho letto due passi delle Sue parole. “Quali sono le questioni inerenti alle emozioni? Innanzitutto come si misurano i propri familiari, il modo in cui si reagisce alle cose che fanno. ‘Le cose che fanno’ includono le occasioni in cui perturbano e intralciano il lavoro della Chiesa, in cui giudicano le persone alle loro spalle, si comportano da miscredenti, e così via. Sapresti essere imparziale nei confronti delle cose che fanno i tuoi familiari? Se ti venisse chiesto di valutarli per iscritto, lo faresti in modo equo e obiettivo, mettendo da parte le tue emozioni? Questo riguarda il modo in cui dovresti affrontare la tua famiglia. E sei sentimentale nei confronti di coloro con cui vai d’accordo o che ti hanno aiutato in passato? Saresti obiettivo, imparziale e accurato sulle loro azioni e sui loro comportamenti? Li denunceresti o metteresti a nudo immediatamente se li scoprissi a perturbare e ostacolare il lavoro della Chiesa?(Come riconoscere i falsi capi). “Diciamo, per esempio, che i tuoi parenti o i tuoi genitori siano dei credenti in Dio e, a causa di azioni malvagie, interferenze o per la loro totale mancanza di accettazione della verità, vengano espulsi. Tu non ne comprendi il motivo e sei estremamente turbato. In tal caso, dovresti pregare Dio e cercare la verità, e poi valutare in base alle parole di Dio che tipo di persone i tuoi parenti siano. Se veramente capisci la verità, sarai in grado di definirli con precisione, e così vedrai che Dio non sbaglia mai, che Egli è un Dio giusto; allora, non avrai di che lamentarti, sarai in grado di obbedire alle disposizioni di Dio, e non cercherai di difendere i tuoi parenti o i tuoi genitori. […] Quindi, per poter raggiungere l’armonia con Dio, le persone devono innanzitutto avere una visione delle cose in linea con le parole di Dio, devono essere in grado di guardare le persone e le cose sulla base delle parole di Dio, di accettare il fatto che le parole di Dio sono la verità, e di accantonare le nozioni umane tradizionali. Se ciò avverrà, allora, indipendentemente da quali persone o questioni ti troverai ad affrontare, sarai capace di mantenere la stessa visione e prospettiva che ha Dio, e la tua visione e la tua prospettiva saranno anche in armonia con la verità. Inoltre, il tuo punto di vista e il modo in cui ti approcci alle persone non saranno ostili a Dio, e saprai obbedire a Dio ed essere in armonia con Lui. Una persona di questo tipo non potrà mai più opporsi a Dio; sono proprio queste le persone che Dio vuole guadagnare(“Come discernere la natura e l’essenza di Paolo” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Le parole di Dio mi hanno mostrato che non possiamo guardare le cose o le persone da una prospettiva affettiva ed emotiva. Dobbiamo discernere chiaramente la loro natura ed essenza secondo le parole di Dio e la verità. Quando guardiamo le persone in questo modo, è improbabile essere frenati dall’affetto. Io valutavo sempre le cose da una prospettiva emotiva, pensando che lei era mia madre, che mi amava e si prendeva cura di me, e quindi non riuscivo a scrivere quella valutazione. Ma Dio dice che dobbiamo discernere le persone in base alla loro natura ed essenza, cose che dobbiamo vedere chiaramente: è l’unico modo per applicare equamente i principi e non essere governati dalle emozioni. Quindi, che tipo di persona era realmente mia madre? Di solito era piena di entusiasmo e premurosa nella vita quotidiana, ma questo significava solo che era affettuosa. Si prendeva molta cura di me, e questo non era che adempiere alle responsabilità di madre. Ma per natura era arrogante, molto attaccata alla sua reputazione, e non accettava affatto la verità. Diventava prevenuta e ostile con chiunque evidenziasse i suoi problemi o la criticasse, e covava risentimento. Nei casi peggiori, entrava apertamente in conflitto con loro e si opponeva a chiunque la smascherasse, cosa che limitava gli altri. In base al suo comportamento, se avesse continuato a partecipare agli incontri, di certo avrebbe intralciato la vita della chiesa e ostacolato l’ingresso nella vita degli altri. Se fosse stata isolata perché riflettesse su se stessa secondo principio, gli altri avrebbero potuto tenere riunioni appropriate e ciò avrebbe fatto a lei da monito. Riflettere e conoscere davvero se stessa poteva essere un bene per la sua vita. Se invece si fosse opposta, lo avesse rifiutato o addirittura avesse abbandonato la fede, sarebbe stata esposta e scacciata. Allora avrei visto più chiaramente la sua natura e la sua essenza, se lei fosse grano o zizzania, se dovesse restare nella chiesa. A quel punto, ho capito la volontà di Dio. Dio ha predisposto quella situazione per aiutarmi ad acquisire discernimento e a imparare a vedere la natura e l’essenza delle persone in base alle Sue parole, così da mettere da parte le emozioni nelle mie azioni e trattare le persone secondo principio.

Ho letto un altro passo delle parole di Dio: “Chi è Satana, chi sono i demoni e chi sono i nemici di Dio se non coloro che oppongono resistenza a Dio e non credono in Lui? Non sono forse quelle persone che disobbediscono a Dio? Non sono forse coloro che dichiarano di avere fede, eppure mancano della verità? Non sono coloro che cercano unicamente di ottenere le benedizioni, ma sono incapaci di rendere testimonianza a Dio? Puoi ancora mescolarti a questi demoni oggi e avere coscienza e provare amore verso di loro, ma così facendo non stai forse offrendo a Satana delle buone intenzioni? Questo non è allearsi ai demoni? Se oggi le persone sono ancora incapaci di distinguere tra bene e male e continuano a essere ciecamente amorevoli e misericordiose, senza alcuna intenzione di cercare la volontà di Dio o alcuna capacità di far proprie, in qualche modo, le intenzioni di Dio come se fossero le loro, allora avranno una fine tanto più misera. Chiunque non creda nel Dio fatto carne è nemico di Dio. Se puoi avere coscienza e amore nei confronti di un nemico, non manchi forse di senso di giustizia? Se sei in armonia con coloro che Io detesto e con i quali non concordo, e nutri ancora amore o coinvolgimento personale nei loro confronti, non sei disobbediente? Non stai intenzionalmente resistendo a Dio? Una persona simile possiede forse la verità? Se le persone hanno coscienza verso i nemici, amore per i demoni e misericordia verso Satana, non stanno forse intralciando intenzionalmente l’opera di Dio?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio e l’uomo entreranno nel riposo insieme”). Le parole di Dio rivelavano accuratamente il mio stato. Sapevo che mia madre credeva in Dio da anni ma non voleva accettare la verità e, quando gli altri cercavano di aiutarla, di potarla e di trattarla, lei non sapeva accettarlo da Dio. Cavillava sempre sulle cose e intralciava la vita della chiesa, fungendo da lacchè di Satana. Ma io non volevo prendere posizione e smascherarla, continuavo a proteggerla. Reputavo coscienzioso non smascherarla e non scrivere quella valutazione. Ma in realtà significava avere amore e coscienza per Satana, senza la minima considerazione per il lavoro della casa di Dio o per gli interessi dei fratelli. Stavo prendendo le parti di Satana e parlavo per suo conto. Non era quello che Dio definiva “resistere intenzionalmente a Dio”? Non c’erano principi nel mio amore e non distinguevo il bene dal male: era un amore confuso. Facevo da scudo a mia madre, permettendole di continuare a intralciare la vita della chiesa. Contribuivo al male che compiva. Danneggiavo gli altri e me stessa. Ero accecata dal mio affetto, che mi aveva del tutto vincolata. La leader mi ha esortata più volte a scrivere quella valutazione, ma io continuavo a rimandare e a ritardare il lavoro della chiesa. Rendermene conto mi ha fatta sentire davvero in colpa. Mi sono anche chiesta perché non sapessi evitare di lascarmi frenare dalle emozioni in quel tipo di situazione. Qual era il mio vero problema? Mi sono presentata davanti a Dio per pregare e ricercare, chiedendoGli di guidarmi a trovare la strada per liberarmi dai legami delle emozioni.

Finito di pregare, ho letto un passo delle Sue parole. La parola di Dio dice: “Qual è il principio a cui le parole di Dio richiedono di attenersi nel trattare gli altri? Amare ciò che Dio ama e odiare ciò che Dio odia: questo è il principio a cui ci si deve attenere. Dio ama coloro che perseguono la verità e che sono in grado di fare la Sua volontà. Queste sono anche le persone che dovremmo amare. Coloro che non sono in grado di fare la volontà di Dio, che Lo odiano e si ribellano a Lui, simili persone sono detestate da Dio, e anche noi dovremmo detestarle. Questo è ciò che Dio chiede all’uomo. […] Se qualcuno è maledetto da Dio, ma si tratta di un tuo genitore o parente, per quanto tu ne sappia non è un malfattore, e ti tratta bene, allora potresti essere incapace di odiarlo, e il tuo rapporto con lui potrebbe rimanere invariato. Sapere che Dio disprezza persone di questo tipo ti infastidirà, e non sarai in grado di odiarle. Sei costantemente controllato dalle emozioni, e non riesci a lasciar andare quella persona. Qual è la ragione? Questo accade perché hai eccessiva considerazione delle emozioni, e questo ti impedisce di praticare la verità o di attenerti ai principi. Quella persona si comporta bene con te e non ti ha mai fatto del male, quindi non puoi arrivare a odiarla. Potresti riuscirci solo se ti facesse del male. Questo odio sarebbe in linea con i principi della verità? Inoltre, sei schiavo delle nozioni tradizionali e pensi che, quando si tratta di un genitore o di un parente, se lo odiassi, saresti disprezzato e oltraggiato dalla società, e condannato in quanto ingrato verso i tuoi genitori, privo di coscienza e disumano. Pensi che subiresti la condanna e la punizione divina. Anche se vuoi odiare quella persona, la tua coscienza non te lo permette. Perché la tua coscienza si comporta così? È una mentalità che ti hanno insegnato i tuoi genitori e in cui la cultura sociale ti ha immerso, trasmettendotela. È radicata molto profondamente nel tuo cuore, e ti porta a credere erroneamente che sia un bene, che si tratti di qualcosa che hai ereditato dai tuoi antenati e sia sempre positiva. L’hai appresa nei primissimi anni di vita e resta quella dominante, costituisce un’enorme pietra d’inciampo e un intralcio alla tua fede e all’accettazione della verità, e ti rende incapace di mettere in pratica le parole di Dio, e di amare ciò che Dio ama e odiare ciò che Dio odia. Tu sai in cuor tuo che la tua vita proviene da Dio, non dai tuoi genitori, e hai visto che i tuoi genitori non solo non credono in Dio, ma Gli si oppongono; Dio li odia ed è a Lui che dovresti sottometterti, dovresti schierarti al Suo fianco, e invece non riesci proprio a odiarli, neanche se lo vuoi. Non riesci a compiere questo passo, a dominare il tuo cuore, e a praticare la verità. Qual è la radice di ciò? Satana si serve di questo tipo di cultura tradizionale e di nozioni morali per controllare i tuoi pensieri, la tua mente e il tuo cuore, rendendoti incapace di accettare le parole di Dio; queste cose sataniche ti controllano e ti hanno reso incapace di accettare le parole di Dio. Anche quando vuoi mettere in pratica le parole di Dio, queste cose causano agitazione dentro di te, ti inducono a opporti alla verità e ai requisiti di Dio, e ti privano della forza di liberarti dal giogo della cultura tradizionale. Dopo aver lottato per un po’, ricorri al compromesso: preferisci credere che le nozioni della morale tradizionale siano corrette e in linea con la verità, e così rifiuti o abbandoni le parole di Dio. Non accogli le parole di Dio come verità e non attribuisci alcun valore alla salvezza, sentendo in cuor tuo che, vivendo ancora in questo mondo, devi ancora fare affidamento su queste persone per sopravvivere. Incapace di sopportare le recriminazioni della società, piuttosto rinunceresti alla verità e alle parole di Dio, abbandonandoti alle nozioni della morale tradizionale e all’influenza di Satana, preferendo offendere Dio e non mettere in pratica la verità. L’uomo non è forse miserabile? Non ha forse bisogno della salvezza di Dio?(“Soltanto riconoscendo le tue idee fuorviate puoi conoscere te stesso” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Dalle parole di Dio, ho visto che Egli ci chiede di amare ciò che Egli ama e di odiare ciò che odia. Anche il Signore Gesù una volta disse: “Chi è Mia madre, e chi sono i Miei fratelli? […] Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre Mio, che è nei cieli, Mi è fratello, sorella e madre(Matteo 12:48, 50). Dio ama coloro che perseguono e sanno accettare la verità. Solo loro sono fratelli e sorelle, coloro che dovrei amare e aiutare per amore. Quelli che disprezzano la verità e non la praticano mai sono tutti non credenti, non sono fratelli e sorelle. Anche se familiari, dovremmo discernerli e smascherarli in base ai principi della verità. Questo non significa non rispettare i propri genitori e non prendersi cura di loro, ma che andrebbero trattati in modo ragionevole ed equo, secondo la loro natura ed essenza. Invece io ero intrisa di veleni satanici del tipo “Il sangue non è acqua” e “L’uomo non è inanimato; come può essere privo di emozioni?” Non avevo principi, e proteggevo e mi schieravo con la mia famiglia sulla base degli affetti carnali. Compilando la valutazione su mio fratello, sapevo che aveva già dimostrato di essere un non credente e che andava espulso dalla chiesa, ma ero preda dell’affetto e non volevo scrivere la verità. Desideravo nascondere i fatti e ingannare gli altri. Quando la leader mi ha chiesto di scrivere di mia madre, sapevo che lei intralciava la vita della chiesa e che avrei dovuto redigere una valutazione accurata e obiettiva per aiutare la leader a smascherarla e porle un freno. Ma, pensando che era mia madre e a quanto fosse buona con me, avevo paura che scrivendo questo mi sarei sentita per sempre in colpa e non avrei saputo conviverci. Avevo anche paura che gli altri mi ritenessero spietata e crudele. Sopraffatta da dubbi e ansie, ho continuato a rimandare. Quei veleni satanici erano ben radicati nel mio cuore, quindi l’affetto mi vincolava. Non avevo principi per gli altri né sostenevo il lavoro della chiesa. Mi stavo schierando al fianco di Satana, ribellandomi e opponendomi a Dio. Mia madre e mio fratello erano dei non credenti. Era giusto esporre il loro comportamento. Significava proteggere il lavoro della chiesa e seguire i requisiti di Dio. Significava amare ciò che Dio ama, odiare ciò che Dio odia, ed era testimonianza del praticare la verità. Ma io consideravo praticare la verità e smascherare Satana come qualcosa di negativo, convinta che facendolo sarei stata spietata, priva di coscienza, infida. Ero così confusa. Confondevo il giusto con lo sbagliato, il bene con il male. Ero inoltre dominata dalle emozioni e mi sentivo depressa, demotivata a svolgere il mio dovere. Senza la tempestiva illuminazione e guida di Dio, i miei affetti mi avrebbero annientata. Vivere secondo le emozioni mi ha quasi condotta alla rovina. È così pericoloso!

In seguito, ci ho riflettuto su: dietro la mia riluttanza a scrivere di mia madre, si celava anche un altro fraintendimento. Poiché lei era sempre stata così premurosa con me, l’idea di metterla a nudo mi turbava la coscienza. Ho letto un passo delle parole di Dio che ha cambiato la mia prospettiva al riguardo. La parola di Dio dice: “Dio ha creato questo mondo e vi ha introdotto l’uomo, un essere vivente cui ha concesso la vita. Poi l’uomo è arrivato ad avere genitori e parenti, e non è più stato solo. Fin da quando ha posato gli occhi sul mondo materiale, è stato destinato a esistere all’interno dell’ordinamento di Dio. Il Suo alito di vita sostiene ogni singolo essere vivente per tutta la crescita, fino all’età adulta. Durante questo processo, nessuno si accorge che l’uomo cresce sotto la cura di Dio; anzi, si crede che cresca sotto la cura amorevole dei suoi genitori e che sia l’istinto vitale a dettarne la crescita. Questo, perché l’uomo non sa chi gli abbia concesso la vita o da dove essa sia venuta, né tantomeno come l’istinto della vita crei miracoli. Sa soltanto che il cibo è la base su cui la vita continua, che la perseveranza è la sorgente della sua esistenza e che le convinzioni nella sua mente sono il capitale da cui dipende la sua sopravvivenza. Della grazia e della provvista di Dio, l’uomo è totalmente ignaro, perciò spreca la vita da Lui concessagli… Nemmeno uno di questi esseri umani di cui Dio Si prende cura giorno e notte si fa carico di adorarLo. Come da Lui pianificato, Dio continua soltanto a operare sull’uomo, verso il quale non ha alcuna aspettativa. Lo fa nella speranza che, un giorno, l’uomo si svegli dal suo sogno e improvvisamente comprenda il valore e il significato della vita, il prezzo che Dio ha pagato per tutto ciò che gli ha dato, e l’impaziente sollecitudine con cui attende che l’essere umano torni da Lui(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio è la sorgente della vita dell’uomo”). A livello esteriore, è stata mia madre a partorirmi, a crescermi e a prendersi cura di me nella vita. Ma, in realtà, la vita umana proviene da Dio e tutto ciò di cui ho goduto mi è stato donato da Lui. Sono viva grazie al respiro che Dio mi ha instillato. Dio mi ha dato la vita e mi ha messa al mondo, e ha deciso la mia famiglia e la mia casa. Sono state le disposizioni di Dio a consentirmi di udire la Sua voce e di giungere davanti a Lui. A voler essere ragionevole, dovevo ringraziare Dio, e praticare realmente la verità per soddisfarLo in ogni situazione e ripagare il Suo amore. Non dovevo solidarizzare con la mia famiglia mondana e agire per Satana, ostacolando il lavoro della chiesa. Rendermene conto mi ha davvero aperto gli occhi. Dovevo presentarmi davanti a Dio per pentirmi, non potevo continuare a seguire i sentimenti. La chiesa mi aveva chiesto di valutare mia madre, quindi dovevo scrivere del suo comportamento con accuratezza, secondo i fatti, e poi accettare qualsiasi cosa la chiesa avesse deciso di fare. Così, ho evidenziato i comportamenti di mia madre che intralciavano la vita della chiesa.

Un mese dopo, sono stata nominata leader della chiesa. Ho saputo che alcuni membri della chiesa non avevano ancora un’idea chiara di mia madre. Mi sono detta che avrei dovuto parlare con loro di come lei intralciava la vita della chiesa, affinché avessero discernimento e potessero trattarla secondo i principi. Ma, in procinto di farlo, mi sono sentita combattuta. Se l’avessi esposta e analizzata e loro avessero ottenuto discernimento su di lei, l’avrebbero vista in modo diverso? Questo l’avrebbe turbata? Non volevo dire nulla. Mi sono resa conto che stavo di nuovo seguendo le emozioni e ho rammentato le parole di Dio: dovevo amare ciò che Dio ama e odiare ciò che Egli odia. Mia madre causava problemi alla vita della chiesa, e questo è qualcosa che Dio odia. Non potevo continuare a proteggerla per affetto. Era mia responsabilità esporla e analizzarla secondo i principi della verità in modo che gli altri potessero avere discernimento. Così, ho evidenziato in dettaglio come aveva intralciato la vita della chiesa e gli altri hanno acquisito un po’ di discernimento e appreso alcune lezioni. La maggioranza ha votato per isolarla affinché riflettesse su se stessa. Praticare in questo modo mi ha davvero donato serenità e pace.

Ringrazio Dio dal cuore per la guida e l’illuminazione delle Sue parole, che mi hanno aiutata a comprendere la verità, a trovare i principi e a capire come trattare i membri della mia famiglia. Senza, sarei ancora frenata dalle emozioni e agirei in opposizione a Dio. Questa esperienza mi ha davvero mostrato che, riguardo alle persone e alle questioni della casa di Dio, tutto deve essere fatto sulla base dei principi della verità. Questo è in linea con la volontà di Dio e consente di ottenere la pace interiore. Sia lodato Dio!

Le citazioni bibliche sono tratte da

La Sacra Bibbia – Nuova Riveduta 2006 – versione standard

Copyright © 2008 Società Biblica di Ginevra.

Testo usato con permesso. Tutti i diritti riservati.

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