Perché non avevo il coraggio di supervisionare il lavoro
Due anni fa, ho iniziato a prestare servizio come leader della chiesa; diversi miei collaboratori credevano in Dio da più tempo di me. Considerando che comprendevano la verità meglio di me e avevano più esperienza lavorativa di me, non osavo informarmi troppo su alcuni lavori della chiesa. Temevo dicessero che ero appena diventata leader, che mi intromettevo in tutti gli aspetti del lavoro e che cercavo di prendervi parte nonostante non sapessi nulla. Su alcune questioni di principio, non osavo difendere i miei punti di vista e le mie opinioni. Avevo paura che gli altri dicessero che ero troppo arrogante e che non avevo consapevolezza di me stessa, così nel mio dovere mi trattenevo sempre.
In quel periodo, ho visto che alcuni lavori della chiesa procedevano troppo lentamente, i fratelli e le sorelle svolgevano i loro doveri senza afferrare i principi, e l’avanzamento veniva ritardato perché spesso si impantanavano su cose banali. Sorella Abigail supervisionava quel lavoro da quasi due anni, ma ancora non capiva la professione e non sapeva risolvere i problemi pratici. Non era adatta come leader. Poiché lei era sotto la responsabilità di sorella Cindy, ho riferito il problema a sorella Cindy e le ho suggerito di rimuovere sorella Abigail, ma lei ha risposto che sorella Abigail poteva ancora lavorare per il momento e che non avrebbe potuto trovare un sostituto adatto, quindi per ora voleva tenerla. Dentro di me, non ero d’accordo con sorella Cindy: “Sorella Abigail è la leader da quasi due anni, ma non ha nemmeno risolto alcuni problemi di base, cosa che ha influenzato l’avanzamento del lavoro. Come puoi permetterle di restare? Dato che sappiamo che non è adatta al lavoro, dovremmo smettere di impiegarla qui e coltivare qualcuno di buona levatura”. Volevo dire a sorella Cindy che dovevamo agire secondo i principi, ma poi ho pensato: “Ha già detto che per ora non può trovare un sostituto adatto. Se continuo a chiederle di trasferire sorella Abigail, penserà che sto esagerando e interferendo con il suo lavoro? Ho appena iniziato a lavorare nella chiesa: se dessi questa impressione a sorella Cindy, poi come collaboreremmo? Non fa niente, meglio lasciar correre”.
In seguito, ho saputo che sorella Dena, supervisore della produzione video, non svolgeva lavoro pratico. Da tre mesi, il progetto video di cui era responsabile non produceva video all’altezza dei requisiti. Non conosceva lo stato dei membri del suo gruppo, né i problemi e le difficoltà che incontravano nel loro lavoro, e spesso in quel periodo hanno dovuto rielaborare i loro video, cosa che ha ritardato i progressi. Ho discusso con i miei collaboratori su come affrontare la questione. L’opinione di tutti era che sorella Dena aveva una discreta umanità, e che era responsabile della produzione video da tempo e conosceva bene la professione; quindi, visto che per il momento non c’erano candidati adatti, poteva mantenere il suo ruolo. Io non ero d’accordo con gli altri, e pensavo: “Non possiamo tenerla solo perché ha una discreta umanità e padroneggia il lavoro. L’importante è che svolga lavoro pratico e risolva i problemi pratici. Sorella Dena non è affatto in grado di risolvere i problemi del lavoro video. Non è opportuno tenerla nella sua posizione. Deve essere sostituita”. Avevo delle preoccupazioni: “La principale responsabilità di sorella Jackie è il lavoro video, e tutti ritengono sorella Dena adatta al ruolo; quindi, se io dissento, penseranno che sto assumendo troppo controllo? Prima volevo trasferire sorella Abigail e ora voglio rimuovere sorella Dena. I miei collaboratori penseranno che sono troppo arrogante, che voglio sostituire chi ritengo inadeguato senza dargli la possibilità di pentirsi e che sono troppo spietata?” Così, proprio quando ero sul punto di parlare, ho preferito tacere.
Poco più di un mese dopo, sia sorella Abigail che sorella Dena sono state destituite per non aver svolto lavoro pratico. Allo stesso tempo, i miei leader superiori mi hanno giudicata una leader irresponsabile, perché non avevo sostituito in tempo le leader che sapevo essere inadatte, ritardando il lavoro della chiesa. Mi hanno trattata con severità per non aver svolto lavoro pratico e mi hanno analizzata, dicendo che vivevo secondo la filosofia satanica di compiacere gli altri, non praticavo la verità e non sostenevo il lavoro della chiesa. Mi ritenevano inadatta a essere una leader e mi hanno rimossa. La potatura dei miei leader è stata davvero un duro colpo. Non avrei mai pensato di avere un problema tanto grave da meritare la sostituzione. Ero molto triste. Mi sembrava che del mio dovere non rimanessero che rimorso e debito verso Dio. Mi odiavo veramente. Perché non ero in grado di praticare la verità e di sostenere il lavoro della chiesa? Perché vivevo sempre secondo filosofie sataniche? Ho pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi a comprendere i miei problemi.
Durante i miei devozionali spirituali, ho letto alcune parole di Dio: “Di che tipo di indole si tratta quando le persone non si assumono alcuna responsabilità nei confronti del proprio dovere, lo svolgono in modo negligente e superficiale, sono sempre accondiscendenti e non difendono gli interessi della casa di Dio? Questa è astuzia, è l’indole di Satana. La caratteristica più evidente delle filosofie di vita dell’uomo è l’astuzia. Molti pensano che se non sono astuti tenderanno a offendere gli altri e non riusciranno a tutelare sé stessi; pensano di dover essere astuti abbastanza da non ferire né offendere nessuno, tenendosi così al sicuro, salvaguardando il proprio sostentamento e assicurandosi una solida base fra la gente. Tutti i non credenti vivono secondo la filosofia di Satana. Sono tutti sempre accondiscendenti e non offendono nessuno. Sei venuto nella casa di Dio, hai letto la parola di Dio e ascoltato i sermoni della casa di Dio. Allora perché continui a essere sempre accondiscendente? Le persone di questo tipo proteggono solo i propri interessi e non quelli della chiesa. Quando vedono qualcuno fare del male e danneggiare gli interessi della chiesa, lo ignorano. A loro piace essere accondiscendenti e non offendono nessuno. Questo è irresponsabile, e una simile persona è troppo astuta e indegna di fiducia. Per proteggere la propria vanità e la propria reputazione e per mantenere il proprio buon nome e il proprio prestigio, alcuni sono felici di aiutare gli altri e di sacrificarsi per i propri amici a qualunque costo. Ma, quando devono proteggere gli interessi della casa di Dio, della verità e della giustizia, non nutrono queste buone intenzioni, che scompaiono completamente. Quando dovrebbero mettere in pratica la verità, non lo fanno. Cosa succede? Per proteggere la propria dignità e reputazione, sono disposti a pagare qualsiasi prezzo e a sopportare qualsiasi sofferenza. Ma, quando devono compiere un lavoro reale, tutelare le cose positive, proteggere e provvedere al popolo eletto di Dio, perché non hanno più la forza di pagare qualsiasi prezzo e di sopportare qualsiasi sofferenza? È inconcepibile. In realtà, hanno un’indole che prova disgusto per la verità. Perché dire che la loro è un’indole che prova disgusto per la verità? Perché ogni volta che si tratta di testimoniare Dio, di mettere in pratica la verità, di proteggere il popolo eletto di Dio, di lottare contro gli inganni di Satana o di proteggere le cose positive, fuggono e si nascondono e non fanno ciò che è appropriato” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). “Quando rilevate un problema e non fate nulla per intercettarlo, non lo comunicate, non cercate di limitarlo e, a parte questo, non lo segnalate ai vostri superiori, facendo invece la parte della ‘persona accomodante’, questo è segno di slealtà? Coloro che sono accomodanti sono forse leali verso Dio? Neanche un po’. Una persona del genere non solo è sleale nei confronti di Dio: si comporta da complice, assistente e seguace di Satana. È sleale verso il proprio dovere e le proprie responsabilità, mentre è del tutto leale nei confronti di Satana. Qui sta l’essenza del problema” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Il corretto adempimento del proprio dovere richiede un’armoniosa cooperazione”). La parola di Dio rivela che le persone astute fanno di tutto per proteggere i propri interessi. Per difendere la propria reputazione, nell’interagire con gli altri, praticano filosofie mondane e non offendono nessuno. Se devono praticare la verità per salvaguardare il lavoro della chiesa, si tirano indietro. Io ero proprio una persona astuta. Dopo essere diventata leader, ho visto collaboratori che credevano in Dio da più tempo e avevano più esperienza lavorativa di me, così ho sentito di dover avere consapevolezza di me stessa. Se non si trattava del lavoro di cui ero responsabile, non me ne preoccupavo e non mi informavo, per evitare di sembrare una ficcanaso e di dare una cattiva impressione. Per coltivare un buon rapporto con i miei collaboratori, per mantenere una posizione solida tra di loro, sono diventata astuta e ingannevole e non facevo che compiacere gli altri. Quando ho visto che c’erano delle false leader nella chiesa, non le ho destituite tempestivamente. Anche nell’ambito delle mie responsabilità, non osavo informarmi troppo. Temevo che, esagerando, avrei dato agli altri l’idea di esulare dal mio campo. Vivevo secondo il “Tacere sui difetti dei buoni amici consente una lunga e grande amicizia”, “Quando si sa che qualcosa non va, meno si dice e meglio è”, “Il silenzio è d’oro e chi parla molto sbaglia molto”, “Proteggi te stesso, pensa solo a evitare le colpe”, e altre filosofie sataniche. In ogni cosa, difendevo il mio rapporto con le persone e la mia immagine agli occhi dei miei collaboratori. Seguivo e assecondavo le loro opinioni senza considerare se il lavoro della chiesa ne avrebbe risentito o meno. Vedevo dei problemi, ma non osavo evidenziarli. Sapevo che avrei dovuto praticare la verità, ma mi proteggevo e seguivo la maggioranza. Non solo ero astuta e ingannevole, ma provavo anche disgusto per la verità. Pensavo che fosse intelligente tacere sulle mancanze degli altri. In quel modo, potevo tutelare il rapporto tra me e i miei collaboratori e guadagnare una solida posizione tra i leader e i lavoratori. Non mi aspettavo di essere smascherata e rimossa così rapidamente. Ho visto leader inadeguate, ma non ho osato attenermi ai principi e sostituirle in tempo. Invece, ho lasciato che continuassero a ritardare e a danneggiare il lavoro della chiesa. Stavo proteggendo delle false leader, e in sostanza fungevo da complice di Satana. Compivo il male e mi opponevo a Dio. A questo pensiero, ho provato rimorso. Se mi fossi attenuta ai principi e avessi destituito le due false leader prima, non avrei ritardato il lavoro della chiesa così a lungo.
Ho inoltre riflettuto su me stessa. Perché esprimere di più le mie opinioni o svolgere più lavoro mi sembrava sempre un volermi intromettere troppo? Leggendo la parola di Dio in merito a cosa sia il dovere, mi sono resa conto che quella visione era del tutto assurda. Le parole di Dio dicono: “Che cos’è il dovere? È un incarico affidato da Dio alle persone, è parte del lavoro della casa di Dio, ed è una responsabilità e un obbligo che dovrebbero essere sostenuti da ciascuno dei prescelti da Dio. Il dovere è una sorta di impresa? È una questione personale di famiglia? È giusto dire che, una volta che un dovere ti è stato affidato, diventa un tuo affare personale? Assolutamente no. Dunque, come dovresti adempiere il tuo dovere? Agendo secondo i requisiti, le parole e i criteri di Dio, e basando il tuo comportamento sui principi della verità e non sui desideri soggettivi umani. Alcuni dicono: ‘Una volta che mi è stato affidato un dovere, non è forse affar mio? Il mio dovere è il mio incarico, e ciò di cui sono incaricato non è forse affar mio? Se tratto il mio dovere come un affare personale, questo non significa che lo compirò adeguatamente? Lo farei bene se non lo trattassi come un affare personale?’ Queste parole sono giuste o sbagliate? Sono sbagliate; sono in contrasto con la verità. Il dovere non è un tuo affare personale, è una questione di Dio, fa parte dell’opera di Dio, e tu devi fare come Dio ti chiede; solo compiendo il tuo dovere con un cuore di obbedienza a Dio potrai essere all’altezza dei requisiti. Se compi sempre il tuo dovere secondo le tue nozioni e fantasie, e secondo le tue personali inclinazioni, allora non soddisferai mai i requisiti. Compiere sempre il tuo dovere solamente nel modo in cui ti piace non è compiere il tuo dovere, poiché quello che stai facendo non rientra nell’ambito della gestione di Dio, non è il lavoro della casa di Dio; stai conducendo invece la tua personale operazione, svolgendo le tue mansioni, e perciò questo non viene ricordato da Dio” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Soltanto ricercando i principi della verità si può svolgere bene il proprio dovere”). La parola di Dio spiega chiaramente la definizione di dovere. Il dovere è un incarico e una missione che Dio affida alle persone. Accettando un dovere, accettiamo una responsabilità e un obbligo. Nello svolgere i nostri doveri, dobbiamo cercare la volontà di Dio e adempierli secondo i principi della verità. Solo questo è praticare in conformità alla volontà di Dio. Come leader della chiesa, tutti gli aspetti del lavoro della chiesa, compresi l’assegnazione o il trasferimento del personale, seguire e risolvere i vari problemi del lavoro e la supervisione del lavoro degli altri collaboratori, rientravano nella mia sfera di responsabilità ed erano cose a cui ero tenuta. Invece, svolgere il mio lavoro mi sembrava un eccesso di intromissione. Pensavo che eseguendo il mio lavoro e assumendomi più responsabilità avrei esagerato, offeso gli altri e compromesso il rapporto con i miei collaboratori. Non consideravo l’adempimento del mio dovere e la pratica della verità come una cosa positiva. Al contrario, sentivo che praticando la verità avrei danneggiato i miei interessi. Era un’idea così ridicola. Ero schiava di questa visione errata, incapace di trattare il mio dovere in modo adeguato, e non tenevo affatto conto della volontà di Dio. Ho visto delle false leader nella chiesa, ma non ho osato dirlo né farne menzione, e non avevo il coraggio di seguire il lavoro come ero tenuta a farlo. Difendevo il rapporto con i miei collaboratori e la mia posizione di leader. Non stavo affatto compiendo il mio dovere! Avevo nel dovere degli intenti sbagliati, motivo per cui praticare la verità mi sembrava un’intromissione, e l’ho usato come pretesto per non svolgere lavoro pratico. Ero davvero astuta!
Me ne sono resa conto anche nel giudicare se sorella Dena fosse adatta come supervisore: temevo che, se avessi proposto di sostituirla, i miei collaboratori mi avrebbero ritenuta troppo arrogante, pensando che volessi sostituire chiunque ritenessi inadatto senza dargli la possibilità di pentirsi. In quel frangente, non solo vivevo secondo delle filosofie sataniche, ma non ero capace di distinguere tra arroganza e aderenza ai principi della verità. Nella parola di Dio, ho letto: “Se, ogni volta che hai un’idea o un’opinione, sostieni ciecamente che sia corretta, e cosa si debba fare, allora sei arrogante e presuntuoso. Se hai un’idea o un’opinione che ritieni sia corretta, ma non hai piena fiducia in te stesso e sai assicurartene cercando e condividendo, allora questo non è essere presuntuoso. Ottenere il consenso e l’approvazione di tutti prima di metterla in atto è il modo razionale di agire” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo vivendo spesso dinanzi a Dio si può avere una normale relazione con Lui”). “Se sei sicuro che qualcosa che hai rilevato sia un problema e che parlarne sarebbe utile per il lavoro eppure non osi attenerti ai principi, qual è il problema? Se hai capito che qualcosa è un problema, perché hai paura di attenerti ai principi? Si tratta di una questione di avere un carattere serio, che riguarda il tuo avere o meno amore per la verità e senso di giustizia. Dovresti dare voce alla tua opinione, anche se non sai se è corretta. Se hai un’opinione o un’idea, dovresti esprimerle e lasciare che gli altri le valutino. Questo ti porterà dei vantaggi e contribuirà a risolvere il problema. Se invece pensi: ‘Non mi lascerò coinvolgere. Se quello che dico è giusto, non ne avrò il merito; se è sbagliato verrò trattato. Non ne vale la pena’, questo non è forse egoista e spregevole da parte tua? L’uomo pensa sempre ai propri interessi e non è in grado di praticare la verità. Questo è l’aspetto più problematico delle persone. Non avete forse tutti, dentro di voi, molte filosofie di vita e trame di questo tipo? In tutti voi si trovano parecchi elementi delle filosofie di Satana, e da tempo ne siete invasi. Non c’è da meravigliarsi, quindi, se le persone ascoltano sermoni per anni senza capire la verità, e se il loro ingresso nella realtà della verità è lento e la loro statura rimane sempre così scarsa. Il motivo è che queste cose corrotte le ostacolano e le disturbano. Secondo cosa vive l’uomo quando deve praticare la verità? Vive di questi tipi di indole corrotta, di nozioni, fantasie e filosofie di vita, oltre che di doni. Poiché vive di queste cose, risulta molto difficile all’uomo presentarsi davanti a Dio, perché il suo carico è troppo elevato e il suo giogo troppo pesante. Vivere in base a queste cose è molto lontano dalla verità. Esse ti impediscono di comprendere la verità e di praticarla. Se non comprendi la verità, certamente la tua fede in Dio non aumenterà, e tanto meno lo farà la tua conoscenza di Lui. Questa è una cosa molto deplorevole e spaventosa” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Su cosa, esattamente, le persone fanno affidamento per vivere?”). Dalla parola di Dio, ho capito che, se si ha un’idea o un punto di vista, ma non si cercano i principi della verità, non si condivide e non si discute con gli altri, si decide ciecamente che la propria idea è giusta e la si vuole imporre, questa è arroganza. Se le proprie idee sono sbagliate, assurde e non conformi ai principi della verità, ma si è sempre convinti di avere ragione e non si ascoltano le opinioni altrui, anche questa è arroganza. Se invece si cerca la verità e si stabilisce che le proprie opinioni e azioni sono in linea con la verità e che si sta salvaguardando il lavoro della chiesa, se si è in grado di attenersi ai principi senza essere condizionati dagli altri, questa è una manifestazione di senso di giustizia e di lealtà verso Dio. Questa non è arroganza. Inoltre, se non si è sicuri che la propria opinione sia corretta, esiste anche un principio di pratica, che consiste nel dire ciò che si pensa, in modo che tutti possano condividere, discernere e capire come agire in modo adeguato. Sorella Abigail e sorella Dena non erano leader da poco, tanto da meritare opportunità, aiuto e sostegno per delle piccole deviazioni nei loro doveri. Erano leader da molto tempo. Inoltre, avevano scarsa levatura, non svolgevano lavoro pratico e non sapevano risolvere nessuno dei problemi del loro lavoro. Simili persone sono dei falsi leader. Individuare i falsi leader e sostituirli per tempo significa sostenere il lavoro della chiesa e agire in conformità ai principi. Non è arroganza, né negare spietatamente loro una possibilità. Vedevo chiaramente che c’erano problemi con quelle due leader ma, temendo che i miei collaboratori mi reputassero arrogante, non osavo sostenere le mie opinioni. Vivevo secondo filosofie sataniche, compiacevo le persone, non praticavo la verità, assistevo impotente ai ritardi nel lavoro e non facevo nulla. Avevo il titolo di leader, ma non svolgevo lavoro pratico. Ero un’autentica falsa leader. Dio odia e detesta ciò che ho fatto. La mia rimozione era interamente la giustizia di Dio, nonché la salvezza che mi donava. Ero molto grata a Dio nel mio cuore e mi pentivo profondamente di quello che avevo fatto. Ho pregato Dio: “Dio, vivevo secondo filosofie sataniche. Ho ripetutamente tradito la verità e non sono stata all’altezza della Tua volontà. Desidero pentirmi. Ti prego, guidami a praticare la verità e a difendere il lavoro della chiesa”. Inaspettatamente, una volta cambiato atteggiamento, i fratelli mi hanno di nuovo scelta come leader e incoraggiata a svolgere bene il mio dovere. Ero davvero commossa e molto riconoscente a Dio per avermi dato un’altra possibilità.
In seguito, ho cercato una via di pratica per i miei problemi, e ho letto un passo delle parole di Dio: “Se hai le motivazioni e il punto di vista di una ‘persona accomodante’, allora in tutte le questioni sarai incapace di praticare la verità e di attenerti ai principi, e fallirai e cadrai sempre. Se non apri gli occhi e non ricerchi mai la verità, allora sei un miscredente e non acquisirai mai la verità e la vita. Cosa dovresti fare, allora? Quando ti trovi di fronte a cose di questo tipo, devi rivolgerti a Dio in preghiera, implorando la salvezza e chiedendoGli di darti più fede e forza, così da consentirti di attenerti ai principi, fare ciò che dovresti fare, gestire le cose secondo principio, mantenere la tua posizione, tutelare gli interessi della casa di Dio e impedire che il lavoro della casa di Dio subisca alcun danno. Se riesci ad abbandonare l’interesse personale, la reputazione e il punto di vista di una ‘persona accomodante’, e se fai ciò che dovresti fare con un cuore onesto e indiviso, avrai sconfitto Satana e ottenuto questo aspetto della verità. Se vivi sempre secondo la filosofia di Satana, mantenendo le tue relazioni con gli altri senza mai praticare la verità, senza osare attenerti ai principi, sarai in grado di praticare la verità in altre questioni? Non avrai fede né forza. Se non sei mai in grado di ricercare o accettare la verità, una fede in Dio come questa ti permetterà forse di ottenere la verità? (No.) E, se non puoi ottenere la verità, puoi essere salvato? No. Se vivi sempre secondo la filosofia di Satana, completamente privo della realtà della verità, allora non potrai mai essere salvato. Dovrebbe esserti chiaro che ottenere la verità è una condizione necessaria per la salvezza. Come puoi allora ottenere la verità? Se saprai praticare la verità, se saprai vivere secondo la verità e la verità diventerà la base della tua vita, allora acquisirai la verità e avrai la vita, e quindi sarai tra coloro che verranno salvati” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dalla parola di Dio, ho capito che, poiché compiacevo le persone, difendevo i miei rapporti con gli altri e non osavo sostenere i principi della verità e salvaguardare il lavoro della chiesa, l’essenza delle mie azioni era proteggere i miei interessi personali a scapito di quelli della chiesa. Si trattava di un’offesa e di un tradimento nei confronti di Dio. Se non mi fossi pentita e non avessi cercato la verità per risolvere i miei problemi, alla fine sarei stata sicuramente respinta e scacciata da Dio. Allo stesso tempo, ho anche trovato una via di pratica. Quando accade qualcosa e vogliamo proteggere i nostri interessi, dobbiamo pregare e affidarci a Dio, chiederGli di darci forza, rinunciare alla carne, sostenere i principi della verità e concentrarci sugli interessi della chiesa. Praticando in questo modo e con l’illuminazione dello Spirito Santo, comprendiamo meglio la verità, la nostra determinazione a praticare la verità cresce, e la nostra indole corrotta non può vincolarci, e possiamo vivere un po’ più liberi. Ho deciso che da allora in poi, nel mio dovere, non avrei più difeso i miei rapporti con gli altri, e che nelle questioni di principio dovevo praticare la verità per salvaguardare il lavoro della chiesa.
Poco tempo dopo, ho notato che i risultati dell’irrigazione nella chiesa supervisionata da sorella Roberta erano scarsi e la partecipazione a molte riunioni dei nuovi arrivati era irregolare. Ho scoperto che sorella Roberta non svolgeva lavoro pratico. Raramente risolveva i problemi e le difficoltà dei nuovi arrivati, e quasi mai seguiva e si informava sul lavoro del personale addetto all’irrigazione. Inoltre, alcuni addetti all’irrigazione avevano cattiva umanità, erano abitualmente negligenti, ricorrevano a tranelli ed erano astuti nei loro doveri, ma lei non li ha rimossi tempestivamente. Sapevo bene che sorella Roberta non poteva più essere supervisore. Ma poi ho pensato: “Sorella Roberta era la mia collaboratrice. Se scopre che ho indagato su di lei e che voglio destituirla, cosa penserà di me? Che sono eccessivamente spietata?” Ho visto che stavo di nuovo difendendo i miei rapporti con gli altri. Ho pregato Dio, chiedendoGli di darmi la forza per poter sostenere i principi della verità e salvaguardare il lavoro della chiesa. Dopodiché, ho riferito ai miei collaboratori la mia idea di rimuovere sorella Roberta. Sorella Jackie ha detto: “Sorella Roberta supervisiona l’irrigazione da tempo e ha esperienza lavorativa. Se la rimuovi, sarà difficile trovare subito un sostituto adeguato”. Ma stavolta ho sostenuto la mia idea e non sono scesa a compromessi. Allo stesso tempo, ho riferito la questione ai leader superiori che, fornita condivisione e analisi, hanno poi destituito sorella Roberta dalla sua posizione. Grazie alla mia esperienza, ho capito che le persone che vivono secondo filosofie sataniche possono solo diventare spregevoli e meschine. Non solo danneggiano il lavoro della chiesa, ma portano Dio a odiarle e detestarle. La pratica della verità e delle parole di Dio può condurci alla vera liberazione spirituale e alla libertà.
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