Nel dovere non cercare un piano di riserva

30 Luglio 2022

Per oltre quattro anni ho lavorato nella chiesa come compositrice di musica per i video. Le esigenze del lavoro della chiesa imponevano che alcuni fratelli e sorelle intorno a me venissero spesso trasferiti nei loro doveri, alcuni perché non erano in grado di svolgerli, dopodiché venivano assegnati ad altri doveri. Questo mi dava una sensazione di grande instabilità. Pensavo: “Se un giorno verrò trasferita, non so quale dovere mi verrà assegnato. Se si tratta di un lavoro che non sono in grado di svolgere, o se non sono efficiente, potrei essere trasferita di nuovo. Se non c’è mai un dovere adatto a me, non significa che sarò scacciata e non potrò essere salvata?”. A pensarci bene, non volevo proprio essere trasferita, ma mi sentivo fortunata che il mio dovere fosse stabile per il momento. In seguito, il carico di lavoro della nostra squadra è stato gradualmente ridotto, e alcuni dei miei fratelli e sorelle sono stati assegnati ad altri doveri, così ho iniziato a preoccuparmi, mi dicevo: “Non ho le migliori competenze professionali, forse sarò trasferita anch’io. Non ho altre competenze speciali, quindi, senza il lavoro di compositrice, cos’altro posso fare? Se finisco per non svolgere alcuna mansione, non sarà forse come essere scacciati?”. Per molto tempo ho vissuto in questo stato di preoccupazione e paura. Non importava chi fosse trasferito intorno a me, ero molto preoccupata per il mio futuro.

Nel luglio dello scorso anno, il mio leader mi ha chiesto di svolgere un lavoro part-time nel tempo libero. Dopo avermi mostrato il lavoro, ha detto con disinvoltura: “Questo lavoro continuerà, quindi ambientati e svolgilo bene”. Al sentire queste parole, il mio cuore si è illuminato, perché sembrava un lavoro più stabile e duraturo rispetto a quello di compositore. La squadra sembrava composta dalle stesse poche persone. Alcuni di loro facevano quel lavoro da sei o sette anni e non erano mai stati trasferiti. Sembrava un lavoro migliore! Dovevo fare pratica e acquisire una padronanza il prima possibile. Se un giorno fossi stata trasferita, avrei comunque avuto un piano di riserva. Se avessi praticato bene e non avessi commesso errori gravi, avrei potuto continuare a fare quel lavoro per sempre, senza preoccuparmi di essere scacciata perché non avevo più un dovere. Questo pensiero mi ha molto rassicurata e mi ha dato grande gioia. Sentivo che ricevere un’opportunità così buona era davvero la grazia di Dio. Da quel momento, ho prestato particolare attenzione a questo lavoro part-time. Quando mi imbattevo in cose che non comprendevo, chiedevo ad altri fratelli e sorelle, sperando di riuscire a padroneggiarle rapidamente.

Inaspettatamente, poco più di due settimane dopo, il mio lavoro di composizione ha cominciato a essere molto impegnativo, quindi non avevo tanto tempo o energia per occuparmi del mio lavoro part-time, ma volevo comunque concentrarmi su di esso, perché temevo che, se non avessi finito il lavoro assegnatomi, avrei rischiato di perdere questo piano di riserva. Così, ho rimandato il mio lavoro di composizione il più a lungo possibile, pensando che qualche giorno di ritardo non avrebbe avuto alcuna ripercussione. Però, dato che avevo fretta, ero spesso agitata, e nel mio lavoro part-time ero sovente disattenta o commettevo ripetutamente gli stessi errori. Il caposquadra si è accorto che dedicavo tutto il mio tempo al lavoro part-time, e che questo comportava ritardi nel mio lavoro principale, e mi ha chiesto di valutare se riuscivo a svolgerli tutti e due. Anche se sapevo che non ero in grado di occuparmi di entrambi e che stavo causando ritardi nel lavoro di composizione, non volevo ammetterlo: sapevo che, una volta detto che le cose erano troppo impegnative, probabilmente mi sarebbe stato impedito di tenere il mio lavoro part-time, e quindi avrei perso questo lavoro stabile e duraturo. Non potevo accettarlo, quindi mi sono giustificata con il caposquadra, dicendo che c’erano compiti urgenti in entrambi i lavori che arrivavano nello stesso momento, ma situazioni del genere si verificavano solo occasionalmente, non la maggior parte delle volte. Ho aggiunto che ero ancora alle prime armi nel mio lavoro part-time, ma che sarebbe andata meglio appena ci avessi preso dimestichezza, e che avevo solo bisogno di un po’ di tempo per ambientarmi. Oltre a questo, ho detto che, anche se ero più impegnata di prima, si trattava di impegni che riempivano i tempi morti durante il mio dovere. Il caposquadra non ha più detto nulla.

Qualche giorno dopo, mi ha invitata di nuovo ad approfondire la questione del doppio lavoro e a trovare il modo di praticare in accordo con la volontà di Dio. Ha aggiunto che percepiva il mio desiderio di mantenere il lavoro part-time e mi ha chiesto di valutare se avessi opinioni o intenzioni sbagliate. Quando mi sono sentita dire questo dal capogruppo, ho ammesso che volevo mantenere il lavoro part-time, ma sentivo di aver dato le giuste priorità al lavoro. Dedicavo più tempo al lavoro più urgente, che sembrava la cosa giusta. Poco dopo, mi sono resa conto che dietro al monito del caposquadra c’era la volontà di Dio, e che dovevo riflettere bene su me stessa. Mi sono presentata davanti a Dio e ho pregato: “Dio, so che il monito del caposquadra contiene la Tua volontà, ma non so da dove cominciare a riflettere su me stessa. Mi sento un po’ triste, quindi Ti chiedo di illuminarmi e guidarmi”. Dopo aver pregato, mi sono chiesta perché il capogruppo mi avesse invitata a riflettere sul mio atteggiamento nei confronti del mio dovere. È possibile che io abbia avuto intenzioni sbagliate nel mio dovere? Mi sono resa conto che, prima di avere un lavoro part-time, avevo ancora a cuore il mio lavoro di composizione. Lo consideravo la mia unica via d’uscita e temevo di perderlo. Quando ho iniziato il lavoro part-time e ho visto che era più stabile e duraturo del mio lavoro principale, volevo fare tutto il possibile per mantenerlo. Pensavo che, solo se avessi avuto un lavoro stabile e duraturo e non fossi stata sostituita, avrei avuto la garanzia di essere salvata. È stato allora che ho finalmente capito che lo svolgimento del mio dovere era adulterato dalle mie stesse intenzioni. Altri fratelli e sorelle erano stati trasferiti e la maggior parte di loro aveva saputo gestire la cosa in modo corretto. Perché i miei pensieri erano così complicati? Perché avevo così tante preoccupazioni e paure? Ho continuato a pregare Dio e a cercare, e a trovare parti rilevanti della parola di Dio da leggere.

Un passo della rivelazione di Dio sull’indole degli anticristi era molto adatto al mio stato. Dio dice: “Quando si apporta una semplice variazione al loro dovere, le persone dovrebbero reagire con atteggiamento obbediente, dar retta alla casa di Dio e realizzare ciò di cui sono capaci, e, qualunque cosa facciano, farla al meglio delle loro possibilità, con tutto il cuore e tutta la forza. Ciò che Dio ha fatto non è un errore. Una verità così semplice può essere messa in pratica con un po’ di coscienza e razionalità, ma questo va al di là delle capacità degli anticristi. […] Gli anticristi non obbediscono mai alle disposizioni della casa di Dio, e correlano sempre strettamente il dovere, la fama e il prestigio alla loro speranza di benedizioni e alla loro destinazione futura, come se, una volta persi il loro prestigio e la loro reputazione, non avessero alcuna speranza di ottenere benedizioni e ricompense, e hanno la sensazione che questo equivalga a perdere la vita. Pertanto, si difendono dai leader e dai lavoratori della casa di Dio per evitare che il loro sogno di ottenere benedizioni venga infranto. Si aggrappano alla loro reputazione e al loro prestigio, poiché sono convinti che solo così possono sperare di ottenere benedizioni. Gli anticristi considerano ricevere benedizioni come più importante dei cieli stessi, della vita, del perseguimento della verità, del cambiamento dell’indole o della salvezza personale, e più importante che svolgere bene il proprio dovere e possedere i requisiti di un essere creato. Pensano che possedere i requisiti di un essere creato, svolgere bene il proprio dovere ed essere salvati siano tutte cose insignificanti, a malapena degne di menzione, e che invece ottenere benedizioni sia l’unica cosa in tutta la loro vita a cui non possono mai smettere di pensare. In qualsiasi circostanza affrontino, per quanto seria o insignificante, sono estremamente cauti e attenti, e si tengono sempre pronta una via d’uscita(“Vogliono ritirarsi quando non c’è prestigio né alcuna speranza di ottenere benedizioni” in “Smascherare gli anticristi”). La rivelazione di Dio sugli atteggiamenti degli anticristi riguardo ai trasferimenti verso altri doveri corrispondeva completamente al mio. Mi stavo scervellando per cercare di mantenere il mio lavoro part-time perché volevo un incarico stabile e a lungo termine per rimanere nella casa di Dio e non essere scacciata. Tutto quello che facevo era mirato a ottenere benedizioni. Quello era il mio vero obiettivo. In realtà, il dovere a cui una persona viene trasferita nella chiesa, qualunque esso sia, si basa sulle esigenze del lavoro, ed è del tutto normale. Ma gli anticristi hanno un’indole malvagia, quindi vedono la questione in modo anomalo. Pensano che, all’interno della casa di Dio, non ci si possa fidare di nessuno, e che nessuno si preoccupi di loro. Credono che, venendo trasferiti da una mansione all’altra, se non stanno attenti, saranno scacciati e perderanno la loro destinazione, perciò devono pianificare accuratamente e prepararsi, stare all’erta e avere un piano di riserva. Solo così avranno un esito e una destinazione garantiti. Per gli anticristi, essere benedetti è più importante che svolgere un dovere o essere salvati. Le mie opinioni non erano forse le stesse di un anticristo? Ero sempre in guardia contro il rischio di essere trasferita a un altro compito. Cosa avrei fatto se un giorno ciò fosse accaduto? E se fosse stato un lavoro in cui non ero brava, se fossi stata inefficiente e mi avessero trasferita di nuovo? Se un giorno non avessi avuto un dovere da svolgere, non sarei stata scacciata? A questo pensiero, ho cominciato a preoccuparmi. Come un anticristo, avevo una mente molto complessa e malvagia e temevo di finire in un vicolo cieco, così volevo aggrapparmi a un lavoro che pensavo di poter fare per molto tempo e non mollarlo, proprio come un miscredente in cerca della sua cuccagna. Ho fantasticato di poter svolgere un lavoro sicuro per sempre, finché, una volta terminata l’opera di Dio, avrei potuto essere salvata ed entrare senza problemi nel Regno dei Cieli. Per raggiungere questo obiettivo, mi sono impegnata al massimo nel mio lavoro part-time, sperando di riuscire a padroneggiarlo rapidamente e di avere un piano di riserva. Anche se non riuscivo a conciliare i due lavori, non volevo ammetterlo. Quando il mio capo squadra mi ha chiesto come andasse, continuavo a tergiversare, e volevo mantenere il mio lavoro part-time anche se ciò significava ritardare la mia mansione principale, il che alla fine ha inciso sul lavoro. Solo allora ho capito chiaramente che stavo facendo il mio dovere in nome del mio futuro e della mia destinazione. Stavo usando il mio dovere come merce di scambio per ottenere la mia destinazione. Tutto ciò che facevo aveva lo scopo di ottenere benedizioni. Non era forse una transazione con Dio e un tentativo di ingannarlo? In passato, pregavo sempre Dio, dicendo che facevo il mio dovere per ripagare il Suo amore e vivere una parvenza umana, ma quando i fatti mi hanno rivelata, ho visto che questa era solo una menzogna! Era un inganno!

Ho letto un altro passo della parola di Dio. “In quanto essere creato, quando ti presenti dinanzi al Creatore devi svolgere il tuo dovere. Questa è la cosa opportuna da fare, e la responsabilità che ti spetta. Sulla base del prerequisito per cui gli esseri creati svolgono i loro doveri, il Creatore ha di nuovo compiuto nell’umanità un’opera ancor più grande. Ha svolto nell’umanità una fase ulteriore dell’opera. E che opera è? Dio fornisce agli esseri umani la verità, consentendo loro di ottenere da Lui la verità mentre svolgono il proprio dovere e così di liberarsi della propria indole corrotta e di venire purificati. Così giungono a soddisfare la volontà di Dio, intraprendono la retta via nella vita e alla fine sono in grado di temere Dio ed evitare il male, conseguire la salvezza definitiva e non essere più soggetti ai tormenti di Satana. Questo è l’effetto principale che Dio vuole far infine conseguire agli esseri umani tramite il compimento del loro dovere. Perciò, lo scopo dell’adempimento del tuo dovere non è solamente farti vedere chiaramente una singola cosa e farti capire una piccola parte di verità, né semplicemente permetterti di godere della grazia e delle benedizioni che ricevi compiendo il tuo dovere di essere creato. Piuttosto, è consentirti di essere purificato e salvato e, in definitiva, di giungere a vivere nella luce del volto del Creatore. Questa ‘luce del volto del Creatore’ racchiude una grande quantità di significati e contenuti estesi, che non approfondiremo oggi. Naturalmente, Dio riserverà sicuramente promesse e benedizioni a queste persone e rilascerà dichiarazioni diverse su di loro, ma questo è un altro argomento. In riferimento al qui e ora, cosa riceve da Dio chiunque si presenti dinanzi a Lui e compia il proprio dovere di essere creato? Ciò che è particolarmente prezioso e bello per l’umanità. Nessun essere creato nell’ambito dell’umanità può ricevere simili benedizioni per mano del Creatore per pura casualità. Una cosa tanto bella e grandiosa viene distorta dalla stirpe degli anticristi e diventa una transazione, in cui si sollecitano allori e ricompense per mano del Creatore. Una tale transazione trasforma qualcosa di particolarmente bello e giusto in qualcosa di turpe e malvagio. Non è forse ciò che fanno gli anticristi? A giudicare da questo, gli anticristi sono malvagi? Sono davvero malvagi! Questa è soltanto la manifestazione di un aspetto della loro malvagità(“Fanno il loro dovere solo per distinguersi e alimentare i loro interessi e ambizioni; non considerano mai gli interessi della casa di Dio e addirittura li vendono in cambio della gloria personale (Parte settima)” in “Smascherare gli anticristi”). Le parole di Dio mi hanno trafitto il cuore. Mi sentivo così in debito con Lui. Egli dice che essere in grado di fare il proprio dovere di essere creato è la cosa più bella tra gli uomini, quella più significativa e giusta e che non tutti gli esseri creati possono ottenere questa benedizione. Ho capito che era giusto così. Tra tutte le persone al mondo, Dio ha ordinato che io nascessi negli ultimi giorni, e ho la fortuna di seguire l’opera di Dio negli ultimi giorni, e la possibilità di compiere il mio dovere e di sperimentare l’opera di Dio. Non tutti ricevono questa benedizione. Ecco la grazia e l’amore speciale di Dio. Compiere un dovere nella casa di Dio, qualsiasi esso sia, è più prezioso e significativo di qualsiasi altra cosa al mondo, quindi dovrei esserne grata e farne tesoro. Inoltre, Dio ha sempre fornito alle persone la verità in modo disinteressato. Parla alle persone faccia a faccia e le nutre di bocca in bocca, affinché comprendano e acquisiscano la verità nell’adempimento dei loro doveri e crescano gradualmente nella vita. In tutto questo processo, Dio non pretende nulla dalle persone. Egli vuole solo che le persone accettino il Suo incarico con cuore onesto e obbediente, facciano del loro meglio per compiere bene il loro dovere e che alla fine ottengano la verità, sfuggano alla loro indole corrotta e siano salvate da Dio. Ma che dire di me? Ho preso il bellissimo fatto di compiere il mio dovere di essere creato, e l’ho snaturato in una transazione, e ho cercato di scambiare il mio dovere con le benedizioni. Sono stata davvero astuta, subdola e disgustosa nei confronti di Dio.

Dopo di ciò, ho pregato spesso Dio riguardo al mio stato, chiedendoGli di illuminarmi e guidarmi, in modo da comprendere meglio i miei problemi. Una volta, durante i devozionali, ho letto le parole di Dio. “Le persone devono avere un cuore sincero nei confronti di Dio e del proprio dovere. In tal caso, sono persone che temono Dio. Che tipo di atteggiamento hanno verso Dio coloro che possiedono un cuore sincero? Come minimo, hanno un cuore che teme Dio, un cuore che obbedisce a Dio in ogni cosa, non fanno domande su benedizioni o disgrazie, non discutono delle condizioni, si mettono totalmente nelle mani di Dio: queste sono persone dotate di un cuore sincero. Coloro che sono sempre scettici nei confronti di Dio, che Lo mettono continuamente sotto esame, che cercano sempre di stringere accordi con Lui, sono forse persone dal cuore sincero? (No.) Cos’hanno costoro nel cuore? L’astuzia e la malvagità; non fanno che esaminare. E cosa mettono sotto esame? (L’atteggiamento di Dio nei confronti delle persone). Mettono sempre sotto esame l’atteggiamento di Dio nei confronti delle persone. Di che problema si tratta? E perché lo esaminano? Perché coinvolge i loro interessi vitali. In cuor loro, pensano: ‘Dio ha predisposto queste circostanze per me, ha fatto sì che mi accadesse questo. Perché l’ha fatto? Non è successo a nessun altro: perché doveva succedere a me? E quali saranno le conseguenze future?’ Queste sono le cose che esaminano: i loro profitti e le loro perdite, le benedizioni e le disgrazie. E, mentre esaminano queste cose, sono in grado di mettere in pratica la verità? Sono in grado di obbedire a Dio? No. E cosa deriva dal loro rimuginare tra sé e sé? Fanno tutto per se stessi, pensano solo ai loro interessi personali. […] E qual è l’esito finale dell’esame eseguito da persone che pensano sempre ai propri interessi? Nient’altro che disobbedire e opporsi a Dio. Anche quando persistono nel compiere il loro dovere, lo fanno in modo distratto e approssimativo, con uno stato d’animo negativo; in cuor loro, continuano a pensare a come trarne un vantaggio, a come non ritrovarsi in perdita. Queste sono le loro motivazioni quando compiono il loro dovere, e così facendo tentano di stringere accordi con Dio. Di che tipo di indole si tratta? Di un’indole astuta e malvagia. Non si tratta più di una normale indole corrotta: si è evoluta in malvagità. E, quando una persona ha nel cuore questo tipo di indole malvagia, è in lotta contro Dio. Questo problema dovrebbe risultarvi chiaro. Se le persone non fanno che porre Dio sotto esame e tentare di stringere accordi nel compimento del loro dovere, possono mai svolgerlo correttamente? Assolutamente no. Non adorano Dio con il loro spirito e con sincerità, non hanno un cuore sincero, e mentre compiono il loro dovere osservano e aspettano, tirandosi sempre indietro; e qual è il risultato? Dio non opera in loro, ed esse diventano approssimative e confuse, non comprendono i principi della verità, agiscono secondo le loro inclinazioni personali e si smarriscono di continuo. E perché si smarriscono di continuo? Perché i loro cuori sono troppo privi di chiarezza, e quando accade loro qualcosa non riflettono su se stesse né cercano la verità per trovare una soluzione, e insistono nel fare le cose a modo loro, secondo le loro preferenze, con il risultato di smarrirsi continuamente nel compimento del loro dovere. Non pensano mai al lavoro della chiesa, né agli interessi della casa di Dio; al contrario, tramano sempre per il proprio interesse personale, per il proprio orgoglio e per il proprio prestigio, e non solo compiono male il loro dovere, ma ritardano e compromettono anche il lavoro della chiesa. Questo non significa forse smarrirsi, trascurare i propri doveri? Se quando si compie il proprio dovere si pensa sempre ai propri interessi e prospettive, invece che al lavoro della chiesa o agli interessi della casa di Dio, allora non si sta compiendo un dovere, poiché l’essenza e la natura delle proprie azioni sono cambiate. E se la natura di queste cose è grave, se diventa interferenza e disturbo e porta a gravi conseguenze, allora la persona in questione deve essere scacciata(“Soltanto cercando i principi della verità si può svolgere bene il proprio dovere” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Le parole di Dio mi hanno colpita. In precedenza, avevo capito solo che stare in guardia nel mio dovere e cercare sempre un piano di riserva era una manifestazione di astuzia e subalternità. Ora, attraverso ciò che la parola di Dio rivelava, ho visto che era una cosa che andava ben oltre la semplice astuzia e la deviazione e si elevava al livello del male, perché non stavo giocando d’astuzia con chiunque, ma stavo facendo i conti con Dio. In apparenza svolgevo il mio dovere, ma non ero sincera nel farlo. Sempre intenta a osservare e calcolare, svolgendo qualsiasi dovere fosse vantaggioso per me. Ripensando a quando lavoravo come compositrice, lo consideravo l’unico modo per salvarmi la vita. Avevo paura che un giorno sarei stata sostituita e non avrei avuto un compito adeguato da svolgere, e nemmeno la possibilità di ottenere benedizioni, pertanto ero costantemente preoccupata di perdere il mio dovere. In seguito, quando ho ottenuto il lavoro part-time, sentivo che mi dava maggiori possibilità di ottenere benedizioni, così mi ci sono aggrappata con tutte le mie forze. Dall’esterno, sembravo molto proattiva, chiedevo tutto ciò che non sapevo, ma in realtà volevo solo imparare più in fretta in modo da diventare indispensabile in quel dovere. Allo stesso tempo, controllavo se sarei stata trasferita dal mio lavoro principale. In caso contrario, avrei svolto entrambi i doveri per avere un’ulteriore garanzia di essere salvata, e se fossi stata trasferita, non avrei dovuto preoccuparmi di essere scacciata, perché avrei avuto ancora il mio lavoro part-time. Ho visto che il mio atteggiamento verso il dovere non era quello di una persona che riceve un incarico e una responsabilità da Dio, e che non accettavo quei doveri da Dio con un cuore puro e onesto. Al contrario, avevo motivazioni subdole, e studiavo e calcolavo i miei benefici e la mia speranza di ricevere benedizioni. È incredibile quanto fossi subdola! In apparenza, lavoravo tanto e mi davo da fare tutto il giorno, dando l’impressione di essere molto responsabile per il mio dovere, ma in realtà mi impegnavo solo per il mio futuro e la mia destinazione. Quando il caposquadra mi ha chiesto di valutare se potevo gestire i due lavori, avevo paura che il mio piano venisse rovinato, così ho trovato delle scuse per raggirarlo, dicendo: “Voglio dedicare più tempo al mio dovere”. Le mie parole erano davvero fuorvianti! Per coprire le mie intenzioni spregevoli e vergognose, ho usato una retorica disonesta per ingannare il caposquadra. La mia indole era davvero troppo malvagia! Ho ripensato a tutti i miei calcoli e ai miei subdoli motivi. Non stavo affatto svolgendo i miei doveri! Stavo usando e ingannando Dio. Non avevo alcuna sincerità verso di Lui! Ero proprio come un mercante opportunista. Ero così astuta, egoista, spregevole, una mercenaria, interessata solo al guadagno, volevo usare ogni tipo di mezzo per ottimizzare i miei interessi. Dio dice che coloro che non considerano gli interessi della casa di Dio nei loro doveri, ma solo i propri, non produrranno mai buoni risultati in ciò che fanno. Nel mio lavoro part-time, anche se volevo praticare di più, la mia intenzione era di trovare un piano di riserva. Quando facevo le cose con questa intenzione, non pensavo attentamente a come agire in base ai principi o a come ottenere buoni risultati. Cercavo invece un successo rapido e svolgevo solo compiti di grande effetto. Per portare a termine i miei compiti, lavoravo di fretta, e questo mi portava a dimenticare le cose e a non afferrare i principi, e il mio lavoro era sempre pieno di errori. Nel mio dovere principale, avevo già causato un ritardo nei nostri progressi, ma non mi preoccupavo e non sentivo alcuna urgenza. Ho pensato a come ho fatto confusione in ognuno dei miei doveri. Se avessi continuato così, avrei sicuramente danneggiato il lavoro della casa di Dio, e allora sarei stata davvero scacciata! Quando me ne sono resa conto, ho avuto un po’ di paura, così ho pregato Dio, dicendoGli che ero disposta a pentirmi, a cambiare e ad invertire il mio atteggiamento nei confronti del mio dovere.

In seguito, attraverso la preghiera e la ricerca, ho capito che avevo sempre avuto un punto di vista assurdo, ero convinta che, finché svolgevo un dovere stabile e a lungo termine nella casa di Dio, e non venivo trasferita, quando l’opera di Dio sarebbe terminata, avrei potuto essere salvata e sarei sopravvissuta. Non avevo mai considerato se il mio punto di vista fosse in linea con la verità o quali fossero i requisiti di Dio. Così ho cercato i brani della parola di Dio relativi al mio stato e li ho letti. Dio dice: “Non vi è correlazione fra il dovere dell’uomo e l’eventualità che egli sia benedetto o maledetto. Il dovere è ciò che l’uomo dovrebbe compiere; è la sua vocazione mandata dal cielo e non dovrebbe dipendere da ricompense, condizioni o ragioni. Soltanto così egli starà compiendo il suo dovere. Benedetto è chi, dopo avere sperimentato il giudizio, viene reso perfetto e gioisce delle benedizioni di Dio. Maledetto è chi, dopo avere sperimentato il giudizio e il castigo, non va incontro a una trasformazione dell’indole, ossia non viene reso perfetto, bensì punito. Ma a prescindere dal fatto che siano benedetti o maledetti, gli esseri creati dovrebbero compiere il loro dovere, fare ciò che dovrebbero fare e ciò che sono in grado di fare; questo è il minimo che una persona, una persona che ricerca Dio, dovrebbe fare(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “La differenza tra il ministero di Dio incarnato e il dovere dell’uomo”). “In definitiva, che le persone possano o meno ottenere la salvezza non dipende dal dovere che compiono, ma dal fatto che siano o no in grado di comprendere e ottenere la verità, e dal fatto che sappiano o meno, alla fine, sottomettersi completamente a Dio, porsi alla mercé delle Sue disposizioni, non preoccuparsi del proprio futuro e destino, e diventare creature all’altezza dei requisiti. Dio è giusto e santo, e questo è il criterio di cui Egli Si serve per valutare l’intera umanità. È un criterio immutabile, e devi ricordartelo. Scolpisci questo criterio nella tua mente, e non pensare di cercare qualche altra strada per perseguire qualcosa di irreale. I requisiti e i criteri che Dio ha per tutti coloro che vogliono ottenere la salvezza sono immutabili per l’eternità. Rimangono gli stessi, chiunque tu sia(I discorsi di Cristo degli ultimi giorni). La parola di Dio è molto chiara. I compiti che le persone svolgono, e se sono stabili e duraturi non ha nulla a che vedere con il fatto che esse siano benedette o maledette. Come esseri creati, indipendentemente dal fatto che siate benedetti o maledetti, dovete compiere il vostro dovere. Questo è il valore della vita umana, nonché il dovere e l’obbligo degli esseri umani. Inoltre, Dio non ha mai detto che se si svolge un lavoro stabile e a lungo termine e non si viene trasferiti, si avrà una buona destinazione e si potrà essere salvati. Dio ha sempre detto alle persone che solo perseguendo la verità, sfuggendo all’indole corrotta e raggiungendo la vera obbedienza si può essere salvati. I requisiti e i criteri di Dio non sono mai cambiati, e Dio ripete da sempre quali sono i Suoi requisiti. Non è che non conoscessi queste parole o non le avessi viste, ma ero esattamente come una non credente. Non avevo mai creduto a quelle parole, non le avevo mai accettate, né avevo capito le buone intenzioni di Dio di salvare le persone o la Sua giusta indole. Mi affidavo unicamente alle mie nozioni e immaginazioni, mi aggrappavo alle mie opinioni fallaci, e mi sono posta un obiettivo ridicolo e ingenuo da perseguire. Sentivo che, finché avessi continuato a svolgere un dovere nella casa di Dio senza essere rettificata, allora sarei sopravvissuta quando l’opera di Dio si fosse conclusa. Ripensandoci ora, questo mi sembrava assolutamente ridicolo! Perseguivo solo l’obiettivo di avere un dovere da compiere e di non essere trasferita, ma non mi sono mai concentrata sul perseguire la verità nel mio dovere, né ho riflettuto su me stessa o risolto la mia indole corrotta. Di conseguenza, non ero consapevole delle mie intenzioni così evidenti di ottenere benedizioni o della mia indole malvagia, per non parlare di cercare la verità per risolvere queste cose. Anche se il mio dovere fosse stato duraturo, potevo garantire di poterlo fare per sempre? Alcune persone intorno a me svolgevano il loro dovere da anni e non erano mai state trasferite, ma poiché non perseguivano la verità o non si concentravano sul risolvere la propria indole corrotta, continuavano a svolgere il proprio dovere in modo superficiale. Di conseguenza, hanno svolto i loro doveri per molti anni senza risultati e alla fine sono state scacciate. Altri svolgevano il loro lavoro basandosi su anni di esperienza o sui propri talenti, sono diventati sempre più arroganti e hanno agito in base alle proprie idee, hanno ostacolato e turbato seriamente il lavoro della famiglia di Dio e sono stati smascherati e scacciati. Ma alcuni fratelli e sorelle sono semplici e onesti, sono in grado di accettare qualsiasi compito sia stato loro assegnato, di concentrarsi sulla ricerca della verità e risolvere la propria indole corrotta, e quando non hanno capito le cose, sono in grado di pregare Dio per cercare la verità o cercare e condividere con i fratelli e le sorelle. Diventano sempre più efficienti nei loro compiti, crescono gradualmente nella vita, e hanno una fede autentica in Dio. Esempi del genere si sono verificati intorno a me, quindi come potevo non vederlo? Inoltre, quando le persone nella casa di Dio vengono trasferite, questo avviene sempre in base alle esigenze del lavoro della chiesa e alle capacità di ogni persona. Se una persona ha una fede genuina in Dio, la casa di Dio le affiderà un compito adeguato, e questo è solo un passaggio da una posizione all’altra, non toglie il diritto di sperimentare l’opera di Dio e di perseguire la verità, né la possibilità di essere salvati. È qualcosa di completamente corretto. Perché ho sempre pensato che il trasferimento ad altri doveri fosse una cosa negativa, una cosa brutta? Ora ho capito: ero convinta che un incarico stabile e duraturo mi avrebbe garantito una buona destinazione, e che mi avrebbe assicurato che non sarei stata smascherata e scacciata, ma era un punto di vista assurdo e ridicolo. Si trattava di nozioni e immaginazioni completamente mie, ed era pericoloso! Quando l’ho capito, il mio cuore si è illuminato e ho provato un grande senso di liberazione. In seguito, quando facevo il mio dovere, il mio stato d’animo era molto migliore. Ho smesso di pensare che uno dei miei doveri fosse più importante dell’altro. Invece, sentivo che entrambi venivano commissionati da Dio, che entrambi erano preziosi, e che volevo svolgere tutti e due al meglio delle mie capacità. Per quanto riguarda la possibilità di continuare il mio lavoro part-time, l’ho lasciata a Dio, ed ero disposta a sottomettermi alle Sue disposizioni.

Un giorno, alla fine di novembre, il supervisore mi ha detto che non dovevo più fare quel lavoro part-time, perché avevano un’altra persona. Quando ho ricevuto la notizia, ho provato qualcosa che non saprei descrivere. Ero un po’ triste e riluttante a rinunciare. Ho capito che il mio stato era sbagliato, così ho pregato subito Dio. Ho pensato alla parola di Dio: “Le persone devono avere un cuore sincero nei confronti di Dio e del proprio dovere. In tal caso, sono persone che temono Dio. Che tipo di atteggiamento hanno verso Dio coloro che possiedono un cuore sincero? Come minimo, hanno un cuore che teme Dio, un cuore che obbedisce a Dio in ogni cosa, non fanno domande su benedizioni o disgrazie, non discutono delle condizioni, si mettono totalmente nelle mani di Dio: queste sono persone dotate di un cuore sincero(“Soltanto cercando i principi della verità si può svolgere bene il proprio dovere” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Dopo aver contemplato più volte le parole di Dio, ho capito che a Dio piacciono le persone oneste, e che vuole vedermi trattare i miei doveri con cuore onesto, vuole che io sia in grado di obbedire e basta, che non mi preoccupi dei risultati, che non faccia progetti per me stessa e che mi sottometta alle Sue orchestrazioni. Non c’è mai stato nessuno nella casa di Dio che abbia mantenuto il suo posto facendo trucchi e tramando per se stesso. Al contrario, solo chi è puro, onesto, fa le cose con i piedi per terra, ed è obbediente a Dio può restare saldo. Allora, ho capito che quella situazione era un modo in cui Dio mi metteva alla prova. Egli stava osservando il mio atteggiamento. Non potevo più essere selettiva riguardo al mio dovere. Dovevo obbedire di cuore alle disposizioni di Dio e fare tesoro del mio dovere attuale. Non importava quanto potesse durare questo dovere, quali altri compiti la chiesa mi avrebbe assegnato in futuro era irrilevante: dovevo accettare e obbedire con cuore puro e onesto, e fare del mio meglio per svolgerli bene. Dopo aver riflettuto su questo, improvvisamente ho capito che Dio aveva buone intenzioni nel predisporre che mi venisse assegnato quel lavoro part-time. Dio ha organizzato questo ambiente per rivelare il mio atteggiamento scorretto nei confronti del mio dovere e la mia intenzione radicata di ottenere benedizioni. Senza la rivelazione dei fatti, non avrei mai conosciuto l’adulterazione della mia fede, e non avrei saputo quale atteggiamento verso il dovere è in linea con la volontà di Dio. Tutto ciò che Dio mi aveva dato era un tesoro prezioso. Inoltre, questo improvviso cambiamento nei miei doveri mi ha permesso di comprendere un fatto: Dio controlla tutto, e il dovere che una persona svolge è preordinato da Lui. È qualcosa che le persone non possono prevedere e non possono cambiare. Ma io, come una non credente, non conoscevo la sovranità di Dio e volevo preservare i miei doveri con i miei sforzi. Ero così stupida e così ignorante! Come potevo sperare di mantenere un certo dovere che volevo compiere? Solo obbedendo alle disposizioni di Dio potevo vivere una vita rilassata e liberata. Dopo un po’ di tempo, la chiesa mi ha assegnato altri lavori part-time, ma non pensavo più se quel lavoro sarebbe durato a lungo. Volevo solo fare bene il mio dovere con diligenza, perseguire e praticare la verità nel mio dovere, risolvere la mia indole corrotta, sforzarmi di vivere una vera parvenza umana e raggiungere un’autentica obbedienza e fedeltà a Dio.

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