Non sono più preoccupata per il lavoro di mio figlio
di Wang Han, CinaHo tre sorelle maggiori. Sia loro che i mariti lavorano in ministeri governativi, chi alla presidenza della Conferenza...
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Sono cresciuta in campagna, e i miei genitori non avevano ricevuto una grande istruzione, perciò non avevano altra scelta che faticare nei campi dall’alba al tramonto. Mio padre mi diceva spesso: “Nella nostra famiglia, solo tuo zio si è realizzato studiando sodo. Ora è un alto funzionario in città. Io da giovane non mi sono impegnato nello studio, quindi ora posso guadagnarmi da vivere solo con l’agricoltura. Tu in futuro devi studiare sodo, non finire senza prospettive come me”. Quando mio zio è tornato al villaggio con una bella macchina, e tutti hanno cantato le sue lodi e lo hanno guardato con ammirazione, ho provato un’invidia incredibile. Poi guardavo l’indifferenza con cui gli abitanti del villaggio trattavano mio padre, e all’improvviso ho capito che solo studiando una persona può farsi strada ed essere rispettata ovunque vada, e che senza istruzione la gente ti guarderà sempre dall’alto in basso. Ho deciso che dovevo studiare sodo, distinguermi e guadagnarmi l’ammirazione di chi mi circondava. Così, ho studiato con grande impegno, mettendoci uno sforzo molto superiore a quello degli altri, ma il mio esame di ammissione alle superiori non è andato bene e sono entrata solo in un normale istituto professionale. Ancora più inaspettatamente, quando mi sono diplomata, il governo ha attuato politiche di licenziamento, ridimensionamento e volte all’efficienza, e sono stata praticamente licenziata prima ancora di iniziare ufficialmente a lavorare. Mi è sembrato che il mondo mi crollasse addosso, che la mia vita non avesse più speranza né direzione, e ho sentito di non avere più alcuna speranza di distinguermi nella vita. Dopo il matrimonio, mio marito, a causa del suo livello di istruzione medio, lavorava come operaio, e la nostra qualità di vita era mediocre. Osservando i miei parenti e amici, vedevo che quelli istruiti e laureati conducevano vite affascinanti e superiori e frequentavano luoghi esclusivi. Confrontandomi con loro, ero ancora più convinta che senza un alto livello di istruzione non si può avere successo in questa società, e che la mia vita sarebbe stata sempre così. Così ho pensato che in futuro avrei dovuto far studiare bene mia figlia e aiutarla a ottenere una laurea di alto livello, in modo che potesse recare onore alla famiglia e agli avi e guadagnarsi l’ammirazione e le lodi dei nostri compaesani. In questo modo, anch’io avrei potuto ottenere la gloria.
Quando mia figlia aveva quattro anni, ho accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni. In quel periodo, partecipavo alle riunioni due volte a settimana, e il resto del tempo lo passavo con mia figlia a ripassare il lessico in inglese, a recitare poesie classiche e a insegnarle le addizioni e le sottrazioni di base. Volevo che sviluppasse l’amore per lo studio fin da piccola. Quando era in terza elementare, ho iniziato a darle ripetizioni in inglese e matematica, volendo che i suoi voti superassero quelli dei suoi coetanei, in modo che in futuro potesse avere un buon lavoro e vivere una vita di gloria e successo. Le dicevo spesso di studiare sodo per potersi distinguere in futuro. Ma lei è sempre stata introversa e timida, e quando le parlavo di queste cose, mi guardava confusa, sembrando capire solo a metà; comunque, assecondava con riluttanza ciò che le chiedevo. A volte, quando vedevo che si stava stancando di studiare, le spiegavo pazientemente perché doveva farlo, e che solo con ottimi voti avrebbe potuto avere un bel futuro e buone opportunità di lavoro. Vedendo l’espressione impotente sul suo volto, pensavo tra me e me: “È responsabilità e obbligo dei genitori educare bene i propri figli. Forse ora non mi capisce, ma quando crescerà comprenderà le mie scrupolose intenzioni”.
In quinta elementare, ho notato che i suoi voti in matematica erano molto scarsi. Anche se la sua insegnante le spiegava le cose con pazienza, i compagni di classe l’aiutavano con le ripetizioni, e lei si impegnava a fare gli esercizi da sola, i risultati dei suoi esami erano sempre insoddisfacenti. A volte veniva persino bocciata. Vedendo ciò, sono diventata estremamente ansiosa, pensavo: “Se continua così, mia figlia non entrerà in un liceo prestigioso, per non parlare di un’università di alto livello. Non significherà forse che non combinerà nulla in futuro?” Così ho detto severamente a mia figlia: “Senza buoni voti, non entrerai nella scuola che desideri e non combinerai nulla. Agli occhi degli altri non sarai nessuno, e tutta la tua vita sarà un fallimento. Se vuoi distinguerti in futuro, devi trovare un modo per migliorare rapidamente i tuoi voti in matematica. Altrimenti, non te la farò passare liscia”. Mia figlia mi ha guardata timidamente, troppo spaventata per parlare, con il viso pallido per la paura. Vedendola così, mi sono un po’ intenerita: si stava impegnando, e i suoi scarsi voti in matematica non dipendevano da un suo rifiuto di imparare. Mi sono chiesta se non avessi esagerato. Ma poi ho pensato: “Se non sono severa ora, potrebbe non avere buone opportunità di lavoro in seguito. Preferisco che mi odi ora piuttosto che non abbia un futuro”. Così ho continuato: “Forse ora non mi capisci, ma lo faccio per responsabilità verso il tuo futuro, è per il tuo bene. Un giorno capirai”. Dopo aver chiesto in giro, sono venuta a sapere che c’era un’insegnante, la professoressa Sun, che aveva molti anni di esperienza ed era brava a insegnare matematica. Così l’ho contattata subito e le ho chiesto di dare lezioni private a mia figlia. Quando è stato il momento delle ripetizioni, ho messo da parte il mio lavoro e ho ascoltato anch’io. Ho preso nota delle parti che mia figlia non ha capito e, una volta a casa, gliele ho fatte ripassare. Quando ancora non è riuscita, mi sono arrabbiata e le ho urlato: “Pensi di entrare in una buona scuola se continui così?” Mia figlia si è ritratta, spaventata dalle mie urla, con le lacrime di dolore che le salivano agli occhi. Vedendo questo, mi sono sentita un po’ turbata e il cuore mi si è fatto pesante. Ho pensato: “Cosa sto facendo? Come sto trattando mia figlia? Forse dovrei semplicemente lasciare che le cose facciano il loro corso, imparerà quello che riuscirà a imparare. E se tutta questa pressione finisse per farla deprimere?” Ma subito dopo ho pensato: “Non posso essere permissiva in un momento critico come questo. Allentare la presa sulla sua istruzione ora influenzerà direttamente il suo futuro. Devo adempiere la mia responsabilità di genitore”. Così continuavo a spingere mia figlia a studiare. Aveva una personalità piuttosto introversa e timida per natura e, sotto la pressione che le imponevo, la sua inferiorità diventava sempre più evidente. Spesso si svegliava di soprassalto a causa degli incubi, è divenuta sempre più chiusa, i suoi voti sono peggiorati ancora di più e il rapporto tra di noi si è fatto sempre più distante. Vedere questo mi rendeva molto ansiosa. Da un lato, ero preoccupata che i suoi scarsi voti potessero compromettere il suo futuro, ma dall’altro, inoltre, mi dispiaceva per lei e mi sentivo in colpa per averle fatto così tanta pressione. Queste emozioni contrastanti si aggrovigliavano dentro di me e non sapevo cosa fare. Continuavo a chiedermi: “Trattare mia figlia in questo modo è amore? Se lo è, non dovrebbe farla sentire libera e a suo agio? Ma sento chiaramente che è diventata più infelice, che la sua inferiorità era sempre più evidente e che ha persino perso l’appetito. Non solo i suoi voti non sono migliorati, ma sono persino peggiorati, e ora continua a svegliarsi di soprassalto a causa degli incubi. Potrebbe esserci qualcosa di sbagliato nel modo in cui educo mia figlia?”
Non sapevo neanche io cosa fare, così ho continuato a pregare, chiedendo a Dio di guidarmi a capire i miei problemi. Un giorno, ho letto le parole di Dio: “In effetti, per quanto grandi siano le aspirazioni umane, per quanto realistici siano i desideri dell’uomo o per quanto appropriati possano essere, tutto ciò che l’uomo vuole realizzare, tutto ciò che l’uomo persegue è inestricabilmente connesso a due parole. Queste due parole sono di vitale importanza per ogni persona nel corso della sua vita e sono cose che Satana intende instillare nell’uomo. Quali sono queste due parole? Sono ‘fama’ e ‘guadagno’. Satana usa un metodo molto morbido, molto in linea con le nozioni delle persone e che non è molto aggressivo, per far sì che le persone inconsapevolmente accettino i suoi mezzi e le sue leggi di sopravvivenza, sviluppino obiettivi e direzioni nella vita e arrivino a possedere aspirazioni di vita. Per quanto altisonanti possano essere le descrizioni delle aspirazioni di vita delle persone, queste ruotano sempre intorno alla fama e al guadagno. Tutto ciò che qualsiasi persona illustre o famosa o, di fatto, qualsiasi persona, insegue nella sua vita, si riferisce unicamente a queste due parole: ‘fama’ e ‘guadagno’. Le persone pensano, dopo aver ottenuto fama e guadagno, di possedere il capitale per godere di un prestigio elevato e di grandi ricchezze, e godersi così la vita. Pensano che, una volta ottenuti fama e guadagno, abbiano il capitale per cercare il piacere e per dedicarsi al godimento sfrenato della carne. Per questa fama e questo guadagno che desiderano, le persone consegnano felicemente, seppure inconsapevolmente, i loro corpi, i loro cuori e perfino tutto ciò che hanno, inclusi le loro prospettive e i loro destini, a Satana. Lo fanno senza riserve, senza neppure un attimo di dubbio e senza mai saper reclamare ciò che avevano una volta. Possono le persone mantenere un qualche controllo su di sé dopo essersi consegnate a Satana ed essergli diventate leali in questo modo? Certo che no. Sono completamente e assolutamente controllate da Satana. Sono completamente e assolutamente sprofondate in questo pantano e sono incapaci di liberarsi” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico VI”). Le parole di Dio mi hanno aiutata a capire che per tanti anni avevo in realtà vissuto completamente sotto l’inganno di Satana. Avevo considerato il perseguimento della conoscenza, della fama e del guadagno come l’obiettivo della mia vita, ed ero diventata completamente controllata da Satana, incapace di liberarmene. Ho ricordato come, fin dall’infanzia, fossi stata indottrinata dai miei genitori, e come avessi visto mio zio essere lodato e ammirato per il fatto che avesse un’istruzione e un lavoro buoni. Senza saperlo, ero arrivata a vivere secondo i veleni satanici come “Mentre l’uomo si affanna verso l’alto, l’acqua scorre verso il basso” e “Distinguiti sugli altri e reca onore ai tuoi antenati”, cercando invano di liberarmi dalla sovranità di Dio, di raggiungere un alto livello di istruzione e di diventare qualcuno al di sopra degli altri. Da studentessa, mi impegnavo molto di più degli altri per potermi distinguere, ma non ho superato l’esame di ammissione alle superiori e in seguito non sono riuscita a trovare un buon lavoro. Ho iniziato a rinunicare a me stessa e ho perso la fiducia nella vita. Dopo la nascita di mia figlia, ho riposto tutte le speranze in lei. Per coltivare il suo interesse per lo studio, ho iniziato a inculcarle nozioni fin da piccola, con il risultato che ha perso la gioia dell’infanzia. Quando ha cominciato la scuola e ho visto che i suoi voti in matematica erano sempre scarsi, ho cercato di trovarle dei buoni insegnanti di ripetizioni. Ma quando, anche con le ripetizioni, non soddisfaceva ancora le mie aspettative, le urlavo contro come una pazza. Poiché continuavo a farle pressione, il suo giovane cuore si è caricato di un enorme stress, e ci siamo allontanate sempre di più l’una dall’altra. In apparenza, sembrava che facessi tutto questo per il suo bene, ma, in realtà, stavo imponendo a lei i miei sogni irrealizzati, costringendola a realizzarli per conto mio. Chiaramente, mia figlia non era brava in matematica e non aveva un talento per quella materia, ma io la costringevo comunque a prendere ripetizioni per migliorare i suoi voti, e, quando non migliorava, mi arrabbiavo e la deridevo persino con parole dure. Non le mostravo alcuna comprensione o compassione e le causavo solo un dolore senza fine. Trattavo mia figlia come uno strumento per distinguermi, eppure sostenevo di farlo per il suo bene. Ero davvero priva di umanità! Rendendomi conto di tutto questo, ho provato un profondo rimorso. Non volevo continuare a essere ingannata e danneggiata da Satana.
Un giorno, durante le mie devozioni spirituali, ho letto le parole di Dio: “A prescindere da quanto si sia insoddisfatti della propria nascita, della propria crescita o del proprio matrimonio, tutti coloro che sono passati attraverso queste cose sanno che non si può scegliere dove e quando nascere, che aspetto avere, quali genitori e quale coniuge si avranno, bensì occorre semplicemente accettare la volontà del Cielo. Eppure, quando arriva il momento di crescere la generazione successiva, le persone proietteranno sui loro discendenti tutti i desideri che non sono riuscite a realizzare nella prima metà della loro vita, sperando che la prole compensi tutte le delusioni ricevute in quel periodo. […] Le persone sono consapevoli di essere impotenti e senza speranza in questa vita, di non avere un’altra occasione o un’altra speranza di distinguersi dalla massa, e di non avere altra scelta se non accettare il proprio destino. Perciò proiettano tutte le loro speranze, i loro desideri e ideali irrealizzati, sulla generazione successiva, sperando che la prole possa aiutarle ad avverare i loro sogni e a realizzare i loro desideri; che le figlie e i figli portino onore al nome della famiglia, che diventino importanti, ricchi o famosi. In breve, vogliono vedere la fortuna della loro progenie volare in alto. I progetti e le fantasie degli uomini sono perfetti; essi non sanno che non spetta a loro decidere quanti figli avranno, il loro aspetto, le loro capacità e così via? Non sanno che il destino dei loro figli non è affatto nelle loro mani? Gli esseri umani non sono i padroni del proprio destino, eppure sperano di cambiare il futuro della generazione più giovane; non possono sfuggire al proprio destino, eppure provano a controllare quello dei loro figli e delle loro figlie. Non si sopravvalutano? Queste non sono stupidità e ignoranza umane?” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico III”). “Quale professione si intraprende, cosa si fa per guadagnarsi da vivere e quanta ricchezza si accumula nella vita sono aspetti che non vengono decisi dai genitori, dai talenti, dagli sforzi o dalle ambizioni, bensì prestabiliti dal Creatore” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico III”). Le parole di Dio smascheravano il mio vero stato. Nel mio modo di educare mia figlia, avevo davvero riversato su di lei i miei desideri irrealizzati di distinguermi, sperando che potesse compensare i miei desideri insoddisfatti di distinguermi. Così ho provato in ogni modo a cambiare il suo destino con i miei sforzi. In realtà, il destino di ogni persona è nelle mani di Dio, ma io non conoscevo la Sua sovranità. Vivevo secondo le idee fallaci come “Il sapere ti cambia il destino” e “Il destino di una persona è nelle sue mani” e volevo sempre liberarmi della sovranità di Dio. Ho pensato a tutti gli operai intorno a me che avevano conseguito lauree di alto livello, eppure il loro destino non era cambiato grazie alla conoscenza. Io ne ero un ottimo esempio. Avevo sempre cercato di cambiare il mio destino acquisendo conoscenza, ma dopo la laurea sono stata subito licenziata e non ho avuto nemmeno la possibilità di essere assunta o di usare ciò che avevo studiato. Ho visto che il destino di una persona non è nelle sue mani, eppure cercavo illusoriamente di cambiare quello di mia figlia. Ero così arrogante e ignorante, e davvero mi sopravvalutavo! Il destino e la carriera di un figlio sono predestinati da Dio, e non sono cose che si possono cambiare con lo sforzo umano o con lo studio. Ho pensato all’amico di mio marito che, pur avendo solo la licenza elementare, era riuscito ad aprire diverse catene di negozi in tutto il Paese, e molti laureati cercano lavoro lì. Questo netto contrasto mi ha fatto vedere ancora più chiaramente che la conoscenza non può cambiare il destino di una persona e che, nell’educare mia figlia, devo lasciare che le cose seguano il loro corso naturale. Dopo di allora, non ho più costretto mia figlia a studiare secondo le mie pretese e ho anche smesso di iscriverla a corsi intensivi. Ho invece affidato tutto ciò che la riguardava nelle mani di Dio, rimettendomi alle Sue orchestrazioni e disposizioni, e non ho più cercato di intervenire con la volontà umana. Ho persino portato mia figlia davanti a Dio e, ogni volta che aveva tempo, si riuniva con fratelli e sorelle della sua età, e il suo stato d’animo continuava a migliorare.
In seguito, ho letto le parole di Dio più recenti e ho visto i miei problemi con maggiore chiarezza. Sono anche arrivata a capire quali responsabilità i genitori dovrebbero effettivamente adempiere nei confronti dei figli. Dio Onnipotente dice: “All’interno della loro mentalità soggettiva, i genitori prevedono, pianificano e determinano varie cose riguardanti il futuro dei figli e, di conseguenza, sviluppano queste aspettative. Sotto l’impulso di tali aspettative, pretendono che i figli studino varie abilità, tra cui teatro, danza, arte e così via. Pretendono che diventino individui di talento e che in seguito approdino a ruoli da responsabili, non da subordinati. Pretendono che diventino ufficiali di alto grado e non dei soldati semplici; che diventino manager, dirigenti e amministratori delegati, che lavorino per le 500 aziende più importanti del mondo e così via. Queste sono tutte idee soggettive dei genitori. […] I genitori ripongono le loro speranze nei figli esclusivamente in base alla visione delle cose nonché alle opinioni, alle prospettive e alle preferenze sulle questioni del mondo possedute dagli adulti. Non è una cosa soggettiva? (Sì.) Con un eufemismo la si può definire soggettiva, ma cos’è in realtà? Qual è un’altra interpretazione di questa soggettività? Non si tratta forse di egoismo? Non è coercizione? (Sì.) Ti piace una certa professione, vorresti diventare un funzionario, arricchirti, essere affascinante e avere successo nella società, quindi fai in modo che anche i tuoi figli cerchino di essere persone del genere e percorrano un tale cammino. Ma ai tuoi figli piacerà vivere in un simile ambiente e svolgere un tale lavoro in futuro? Sono adatti a esso? Qual è il loro destino? Quali sono la sovranità e la disposizione di Dio per loro? Tu sei forse a conoscenza di queste cose? Alcuni dicono: ‘Non mi interessano queste cose; quello che conta è ciò che piace a me come genitore. Riporrò delle speranze nei miei figli in base alle mie preferenze’. Non è estremamente egoistico? (Sì.) È davvero egoistico! Per dirla in modo gentile, è alquanto soggettivo, è decidere tutto da sé, ma in realtà cos’è? È egoismo estremo! Questi genitori non considerano la levatura né i talenti dei figli, non si curano delle disposizioni di Dio per il destino e la vita di ciascun individuo. Non tengono conto di queste cose, imponendo invece ai figli le proprie preferenze e i propri piani, illudendosi. Alcuni dicono: ‘Se non compio queste disposizioni, il loro futuro ne risentirà. Sono giovani e ingenui e, quando capiranno, sarà troppo tardi. Come genitore, devo preoccuparmi dei miei figli e disporre tutto per loro. Questa è la responsabilità di un genitore!’ Non c’è niente di sbagliato in questa affermazione ma, se i tuoi piani e le tue disposizioni non sono ciò di cui i tuoi figli hanno bisogno ma cose che tu imponi loro, allora ciò non è appropriato. […] Anche se insegnassero loro fin dalla tenera età: ‘Non devi mai fidarti completamente nell’interagire con gli altri’, i figli la prenderebbero solo come una sorta di dottrina. Saranno davvero in grado di agire in base alle raccomandazioni dei genitori solo quando le avranno davvero capite. Se non capiscono le raccomandazioni dei genitori, per quanto questi cerchino di insegnargliele, per loro saranno solo una sorta di dottrina. Pertanto, quando alcuni genitori pensano: ‘Questa società è troppo competitiva e le persone vivono sotto troppa pressione; se non accelero i tempi dell’istruzione dei miei figli fin da quando sono piccoli e non faccio acquisire loro solide conoscenze, allora in futuro dovranno subire sofferenze e avversità’, questa idea è sostenibile? (No.) Stai facendo subire ai tuoi figli questa pressione fin da piccoli in modo che possano forse sopportare meno di queste avversità in futuro, costringendoli a sopportare tale pressione a partire da un’età in cui ancora non capiscono nulla. Sei proprio certo che diventeranno qualcuno perché hanno sopportato questa pressione? Se non riescono ad acquisire alcuna competenza o conoscenza adeguata, non sarà stato tutto inutile? Far sopportare loro della pressione fin da piccoli non giova alla loro salute fisica e mentale. Se ciò provocherà malattie e conseguenze, non è forse un danno per loro? Lo stai davvero facendo per il loro bene? Non è necessariamente un male che non capiscano. Almeno possono vivere qualche anno in maniera confortevole, semplice e felice. Se fin da piccoli riuscissero a capire a fondo queste cose e iniziassero a sopportare queste pressioni, ciò non sarebbe necessariamente una cosa positiva per loro” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (18)”). Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono resa conto di quanto fosse stato gretto ed egoista il mio amore per mia figlia. Per raggiungere il mio obiettivo di distinguermi, le ho imposto unilateralmente le mie idee, ho pianificato il suo futuro senza tenere conto delle sue capacità o della sua levatura e ho usato metodi coercitivi per costringerla a studiare, esercitando pressione e vincoli. Dopo un po’, quando non vedevo miglioramenti nei suoi voti, le urlavo contro come se avessi perso la testa, portandola a chiudersi sempre di più. L’ho privata della libertà e dei suoi spazi per soddisfare i miei desideri, e così facendo, la stavo frenando e legando. Amavo la fama e il guadagno e volevo sempre distinguermi, così, quando i miei desideri non potevano realizzarsi, li riversavo su mia figlia, costringendola a soddisfarli al posto mio, ed esercitando su di lei un’eccessiva pressione affinché studiasse. Non mi sono mai messa nei suoi panni per tenere conto di cosa le piacesse o in cosa fosse brava. Anche quando la vedevo diventare sempre più introversa e sentirsi sempre più inferiore a causa della mia pressione, insistevo ancora affinché soddisfacesse le mie aspettative, portandola a vivere in un dolore costante. Ero davvero crudele ed egoista. Ho pensato a quanto fosse giovane mia figlia, con un cuore così puro, e in un’età in cui non voleva fare altro che divertirsi, eppure le avevo prematuramente instillato filosofie e leggi sataniche, insegnandole a perseguire la fama e il guadagno per essere ammirata, costringendola a sopportare pressioni e dolori che non avrebbe dovuto avere a un’età così giovane. Questo non era affatto amore, ma una forma di danno psicologico. Se avessi veramente amato mia figlia e mi fossi assunta la responsabilità per lei, avrei dovuto educarla secondo i suoi interessi e le sue capacità, guidandola correttamente su come interagire con gli altri e come rispettare le persone, invece di imporle i miei desideri. Riflettendo sulle mie azioni, ho provato un profondo rammarico e mi sono resa conto di non avere umanità. Non provavo amore per mia figlia, solo pretese e aspettative egoistiche. Non potevo più imporle queste aspettative inadeguate.
Dopo di ciò, leggendo le parole di Dio, ho capito la responsabilità che, come madre, dovrei adempiere. Dio Onnipotente dice: “Analizzando l’essenza delle aspettative dei genitori per i loro figli, possiamo vedere che queste aspettative sono egoistiche, che vanno contro l’umanità e che non hanno nulla a che fare con le responsabilità dei genitori. Quando i genitori impongono ogni sorta di aspettativa e requisito ai loro figli, esercitano su di loro una grande pressione aggiuntiva: questo non è adempiere le proprie responsabilità. Quindi, quali sono le responsabilità che i genitori dovrebbero adempiere? Perlomeno, dovrebbero insegnare ai loro figli a essere persone oneste che dicono la verità e agiscono in modo onesto, insegnare loro a essere di buon cuore e a non compiere cattive azioni, guidandoli in una direzione positiva. Queste sono le loro responsabilità più basilari. Inoltre, dovrebbero guidare i loro figli nello studio di conoscenze e abilità pratiche, e così via, in base alla loro levatura e alle loro condizioni. Se i genitori credono in Dio e comprendono la verità, dovrebbero fare in modo che i loro figli leggano le parole di Dio e accettino la verità, affinché giungano a conoscere il Creatore e comprendano che le persone sono create da Dio e che Lui esiste in questo universo; dovrebbero condurre i loro figli a pregare Dio e a mangiare e bere le parole di Dio, così che possano comprendere alcune verità e, una volta cresciuti, siano in grado di credere in Dio, seguirLo e fare il dovere di un essere creato, invece di inseguire le tendenze mondane, rimanere intrappolati in varie e complesse relazioni interpersonali ed essere sedotti, corrotti e devastati dalle varie tendenze malvagie di questo mondo. Queste sono davvero le responsabilità che i genitori dovrebbero adempiere. Le responsabilità che dovrebbero adempiere sono, nel loro ruolo di genitori, fornire ai loro figli una guida positiva e un’assistenza appropriata prima che raggiungano l’età adulta, oltre a prendersi prontamente cura di loro nella vita fisica per quanto riguarda le necessità quotidiane. Se i figli si ammalano, i genitori dovrebbero farli curare ogni volta che è necessario; non dovrebbero, per paura di ritardare il loro percorso scolastico, costringerli a continuare ad andare a scuola e a rinunciare alle cure. Quando i figli hanno bisogno di riprendersi, deve essere loro permesso di farlo e quando hanno bisogno di riposare, deve essere loro permesso di riposare. Garantire la salute dei figli è un dovere; se i figli rimangono indietro con gli studi, i genitori possono trovare un modo per recuperare in seguito. Queste sono le responsabilità che i genitori dovrebbero adempiere. Da un lato, devono aiutare i loro figli ad acquisire solide conoscenze; dall’altro, devono guidare ed educare i loro figli affinché percorrano il giusto cammino e garantire la loro salute mentale, in modo che non siano influenzati dalle tendenze malsane e dalle pratiche malvagie della società. Allo stesso tempo, devono anche fare in modo che i loro figli si impegnino a fare un’appropriata attività fisica per garantire la loro salute fisica. Queste sono le cose che i genitori dovrebbero fare, piuttosto che imporre forzatamente ai loro figli aspettative o requisiti irrealistici. I genitori devono adempiere le loro responsabilità sia per quanto riguarda le cose di cui i loro figli hanno bisogno per il loro spirito, sia per le cose di cui hanno bisogno nella loro vita fisica. Dovrebbero insegnare loro alcune conoscenze comuni, come mangiare cibi caldi e non freddi e che quando fa freddo dovrebbero vestirsi pesantemente per evitare di prendere un raffreddore o un’infreddatura, aiutandoli a imparare a prendersi cura della propria salute. Inoltre, quando nella giovane mente dei loro figli sorgono idee infantili e immature sul loro futuro, o alcuni pensieri estremi, i genitori devono fornire loro una guida corretta non appena se ne accorgono, correggendo quelle fantasie infantili e quelle idee estreme, in modo che i loro figli possano intraprendere il giusto cammino nella vita. Questo è adempiere le proprie responsabilità. Adempiere le proprie responsabilità significa, da un lato, prendersi cura della vita dei propri figli e, dall’altro, guidare e correggere i loro pensieri, e dare loro la giusta guida riguardo ai loro pensieri e punti di vista” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (18)”). “Quando i figli crescono, le responsabilità e gli obblighi che i genitori dovrebbero adempiere sono quelli di non esercitare pressioni su di loro, di non limitarli né interferire con le loro scelte, cose che li gravano di tutta una serie di fardelli. Al contrario, mentre crescono, indipendentemente dalla loro personalità e dalla loro levatura, la responsabilità dei genitori è quella di guidarli in una direzione buona e positiva. Quando i figli fanno ricorso a un linguaggio, a un comportamento o a pensieri particolari e inappropriati, i genitori dovrebbero immediatamente fornire consiglio spirituale insieme a guida e correzione comportamentali. Per quanto riguarda la volontà dei figli di studiare, i risultati che raggiungono nello studio, il loro interesse per l’apprendimento delle conoscenze e delle abilità e cosa potranno fare da adulti, tutto questo dovrebbe commisurarsi alle loro doti e preferenze naturali e all’orientamento dei loro interessi, consentendo loro di crescere in modo sano, libero e robusto durante il processo educativo: ecco qual è la responsabilità che i genitori dovrebbero assolvere. Inoltre, questo è l’atteggiamento che i genitori dovrebbero assumere nei confronti della crescita, degli studi e della carriera dei figli, anziché imporre loro i propri desideri, le proprie ambizioni, le proprie preferenze e perfino i propri desideri affinché li realizzino” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (16)”). Dalle parole di Dio, ho imparato che la responsabilità di un genitore è guidare il proprio figlio a imparare normalmente in base alla sua levatura e ai suoi punti di forza, offrire una guida positiva e attiva quando sorgono problemi durante la sua crescita, disciplinarlo quando fa qualcosa di sbagliato e portarlo davanti a Dio, permettendogli di imparare a discernere tra le cose positive e quelle negative. Per quanto riguarda la vita futura del figlio, il tipo di persona che diventerà o la carriera che perseguirà ricadono interamente nella sovranità e nelle disposizioni di Dio, e i genitori dovrebbero accettare la sovranità di Dio e sottomettersi a essa. Sulla base delle parole di Dio, ho appurato quale fosse la mia responsabilità. Quando mia figlia non era impegnata con la scuola, leggevamo insieme le parole di Dio e ascoltavamo inni, e quando vedevo che aveva problemi nello studio, analizzavo e approfondivo con calma le questioni insieme a lei. Le dicevo anche di affrontare le cose correttamente senza sentirsi sotto pressione. Inaspettatamente, i voti di mia figlia sono leggermente migliorati. In seguito, ho visto che mia figlia amava dipingere, così l’ho iscritta a un corso di pittura durante il suo tempo libero. Lei ha sviluppato i suoi hobby e anche il suo stato d’animo è migliorato. Attraverso le riunioni e la lettura delle parole di Dio, ha imparato anche a confidare in Dio e a guardare a Lui. Siamo diventate sempre più unite.
Un giorno, tornando a casa dopo aver preso mia figlia da scuola, ho visto una madre che urlava contro sua figlia, criticandola per i suoi scarsi voti e rimproverandola con parole offensive. La bambina tremava di paura. Vedendo questo, mia figlia mi ha sussurrato piano all’orecchio: “Mamma, grazie alla salvezza di Dio, non soffro più. Una volta eri altrettanto dura con me, ma ora non sei più così e sei diventata una brava mamma”. Sentendole dire questo, ho provato un calore nel cuore e quasi mi sono messa a piangere. Il mio cuore era colmo di gratitudine verso Dio. Sono state le parole di Dio a farmi capire che il destino umano è nelle Sue mani. E ancor di più, sono state le parole di Dio a mostrarmi qual è la vera responsabilità dei genitori nei confronti dei figli. Non ho più costretto mia figlia a studiare, e questo mi ha resa una brava mamma ai suoi occhi. Sono state le parole di Dio a cambiarmi. Ho sussurrato dolcemente all’orecchio di mia figlia: “Dovremmo entrambe ringraziare Dio per la Sua salvezza”.
Mia figlia ora studia in scuola professionale sanitaria e, anche se a volte discutiamo di future questioni lavorative, il mio cuore è in pace e credo che tutto sia nelle mani di Dio. Qualunque sia la situazione lavorativa di mia figlia, sono disposta a sottomettermi alle disposizioni di Dio, e credo che le Sue disposizioni siano sempre le migliori. Questa trasformazione e questi guadagni sono stati tutti dovuti alla guida delle parole di Dio. Grazie a Dio!
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