I leader non devono soffocare i talenti

30 Luglio 2022

di Cecilia, Spagna

Nell’agosto del 2020, sono stata nominata leader e supervisionavo la produzione video della chiesa. Poiché era un lavoro nuovo per me, non conoscevo molti dei principi e ho incontrato alcune difficoltà. Per questo chiedevo spesso consigli e suggerimenti alla capogruppo, sorella Maria. Maria conosceva bene i principi e il lavoro. Mi è stata di grande aiuto. Ho notato che era meticolosa, prendeva i suoi doveri seriamente e aveva senso di responsabilità. A volte, quando ero sovraccarica, le cedevo parte del mio lavoro. Formavamo una bella squadra.

In seguito ho man mano scoperto che, ogni volta che i fratelli e le sorelle avevano dei problemi, tutti cercavano Maria e addirittura prendevano decisioni dirette dopo averla consultata. Ero piuttosto scontenta di questo stato di cose. Mi sono detta: “Se continua così, non perderò la mia posizione di leader? Non va bene. In futuro, mi occuperò personalmente di tutto il lavoro che mi viene assegnato e non chiederò aiuto a Maria. Altrimenti, tutti la reputeranno una lavoratrice davvero brava e talentuosa”. Una volta, Maria si è accorta che un fratello procedeva con lentezza nel suo lavoro di produzione video. Quando ha indagato, ha scoperto che lui non possedeva la abilità necessarie e che non ricercava i principi nel suo dovere, perciò il lavoro doveva spesso essere rifatto. Ha assegnato a un altro fratello, più talentuoso, il compito di aiutarlo. Sono venuta a saperlo solo in seguito. La decisione di Maria era giusta, ma la cosa mi metteva comunque un po’ a disagio. Mi sembrava un segno di mancanza di rispetto prendere una decisione così importante senza farmelo sapere. Che autorità avevo io se era lei a decidere? In seguito, le ho chiesto perché non mi avesse informata. Con mia sorpresa, ha risposto: “Ho avuto da fare e ho dimenticato di dirtelo”. A sentire questo, ho perso la calma e ho pensato: “Stai acquisendo sempre più autorità e prendi decisioni senza la mia approvazione. Non hai alcun rispetto per me! Non sembrerà che la chiesa non abbia bisogno di me? Avanti di questo passo, cosa penseranno di me i fratelli? Certamente che sono inutile. Come potrei allora prestare servizio come leader?” Quando mi sono resa conto di questo, il mio senso di panico è aumentato ancora di più. In un’altra occasione, Maria mi ha detto che aveva raccolto del materiale di studio e che aveva intenzione di riunire tutti per l’apprendimento di alcune abilità. Sentirlo mi ha messa a disagio e ho pensato: “A volte sono io a ricordarti di lavorare su queste cose, e poi invece, dopo che ne abbiamo parlato, sei tu a tenere condivisione e a guidare gli altri. Nessuno sa del lavoro che svolgo dietro le quinte, e tutti pensano che il tuo fardello sia maggiore del mio. Se continua così, come potrò mantenere il mio posto di leader?” In realtà, sapevo che era responsabilità di Maria guidare i fratelli e le sorelle nello studio e che quel lavoro non poteva essere rimandato, quindi non avrei dovuto farne un dramma. Ma non volevo lasciare che se ne occupasse lei. Pensavo: “Maria si sta impegnando in sempre più progetti, compresi alcuni dei lavori di cui sono responsabile io. Gli altri preferiscono rivolgersi a lei quando hanno problemi. Verrò presto sostituita da lei?” Il pensiero mi rendeva piuttosto infelice. Così, ho iniziato a evidenziare i suoi difetti e problemi nel lavoro. Volevo dimostrare agli altri che non era così abile nel suo lavoro e che io avevo comunque più talento.

Un giorno, mentre parlavo del nostro lavoro con una leader superiore, lei mi ha accennato con noncuranza che uno dei progetti video di Maria procedeva a rilento. Era proprio quello che volevo sentire, e ho subito risposto: “È vero. Le sono stati assegnati molti progetti, ma non riesce a gestirli tutti. Alcuni dei suoi progetti non sono stati molto produttivi. Penso sia meglio non affidarle troppo lavoro. Non dovrebbe avere tutta questa autorità”. Appena ho finito di parlare, mi sono sentita un po’ in colpa: come potevo dire una cosa del genere? I doveri sono incarichi da parte di Dio. Parlavo come se le avessi assegnato io i suoi doveri, come se le avessi concesso io l’autorità di svolgere quelle mansioni e ora gliela stessi togliendo. La mia non era una posizione sbagliata? Non potevo credere di aver detto una cosa del genere ed ero alquanto inorridita da me stessa. Inoltre, una parte di quel lavoro rientrava davvero nei doveri di Maria, ma io ho cercato di impedirle di occuparsene e ho continuato a sottolineare le sue mancanze. Volevo che tutti vedessero che non era una brava lavoratrice e che era inferiore a me. Come ho potuto essere così spregevole?

Dopo di che, ho iniziato a cercare dei passi pertinenti delle parole di Dio per risolvere il mio stato. Ne ho trovato uno in cui Dio smaschera gli anticristi e che rifletteva la mia condizione. Dio dice: “Una delle caratteristiche più evidenti della essenza di un anticristo è di essere un despota che gestisce la sua dittatura: non ascolta nessuno, guarda tutti dall’alto in basso e, a prescindere dai punti di forza delle persone, dai corretti punti di vista e dalle sagge opinioni che esse potrebbero esprimere, o dai metodi opportuni che potrebbero proporre, non presta loro attenzione; è come se nessuno fosse qualificato per lavorare con lui o per prendere parte a qualsiasi cosa egli faccia. Questa è l’indole che hanno gli anticristi. Alcuni dicono che questo equivale a essere di scarsa umanità, ma come può trattarsi solo di una comune scarsità di umanità? Si tratta a tutti gli effetti di un’indole satanica e un’indole simile è estremamente feroce. Perché dico che l’indole degli anticristi è estremamente feroce? Un anticristo si porta via tutto dalla casa di Dio e dalla proprietà della chiesa e agisce come se tutto ciò gli appartenesse, e dovesse essere gestito solamente da lui, senza che nessun altro interferisca. Le uniche cose a cui pensa quando svolge il lavoro della chiesa sono i suoi interessi, il suo prestigio e il suo orgoglio. Non permette a nessuno di danneggiare i suoi interessi, e tanto meno consente a chiunque possieda levatura e sia in grado di parlare della propria testimonianza esperienziale di minacciare il suo prestigio e la sua fama. […] Quando qualcuno si distingue compiendo un po’ di lavoro, o quando qualcuno è in grado di offrire una vera testimonianza esperienziale per fare del bene ai prescelti di Dio, edificarli e sostenerli e si guadagna grandi lodi da parte di tutti, l’invidia e l’odio crescono nel cuore degli anticristi che cercano di alienare e sopprimere quella persona. Essi non le permettono, per nessuna ragione al mondo, di assumere su di sé un qualsiasi lavoro, così da evitare che minacci il loro prestigio. […] Gli anticristi pensano tra sé: ‘Non esiste che io tolleri una cosa simile. Tu vuoi svolgere un ruolo nel mio territorio, competere con me. È impossibile, non pensarci nemmeno. Tu sei più istruito di me, più eloquente di me, più benvoluto di me, e persegui la verità con un impegno maggiore al mio. Se lavorassi insieme a te e tu mi rubassi la scena, cosa farei allora?’ Prendono in considerazione gli interessi della casa di Dio? No. A cosa pensano? Pensano solo a come mantenere il proprio prestigio. Benché gli anticristi sappiano di essere incapaci di svolgere lavoro reale, non coltivano né promuovono le persone di buona levatura che perseguono la verità; le uniche persone che promuovono sono quelle che li adulano, che sono inclini a venerare gli altri, che li approvano e li ammirano nei loro cuori, coloro che truffano abilmente, che non hanno comprensione della verità e che sono incapaci di discernimento(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8 – Vogliono che gli altri obbediscano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). In passato, avevo sempre pensato che questo passo si riferisse agli anticristi e non si applicasse a me, ma poi mi sono resa conto della gravità della mia indole da anticristo. All’inizio, vedendo quanto Maria fosse responsabile e solerte, delegavo volentieri a lei parte del mio lavoro; ma poi, quando mi sono resa conto che gli altri la ammiravano, si rivolgevano a lei per molti dei loro dubbi e lei portava avanti alcuni progetti senza chiedere la mia approvazione, ho temuto che mi rubasse la scena e ho sentito che costituiva una minaccia per il mio prestigio. Così ho cercato di impedirle di partecipare ad altri progetti, compresi quelli che rientravano tra i suoi doveri. Temevo che, se li avesse svolti bene, i fratelli e le sorelle l’avrebbero ammirata ancora di più, e che io in confronto avrei sfigurato. Ho persino ingannato la leader superiore per impedirle di dare più lavoro a Maria. Riflettendo su questi comportamenti, ho visto che mancavo davvero di umanità e stavo chiaramente emarginando gli altri per preservare il mio prestigio. Gli anticristi mettono l’autorità prima di ogni cosa e non considerano mai il lavoro o gli interessi della chiesa. Qualunque lavoro svolgano, si preoccupano solo del proprio prestigio e, quando qualcuno costituisce una minaccia e ha più talento di loro, fanno tutto il possibile per soffocarlo ed emarginarlo e impedirgli di svolgere un ruolo importante in qualsiasi dovere di cui siano responsabili. Il mio comportamento era forse diverso da quello di un anticristo? Agivo come se il lavoro della chiesa fosse una mia proprietà privata. Quando consideravo a chi affidare certi incarichi e quanto lavoro assegnare loro, mi preoccupavo sempre che potessero minacciare il mio prestigio e la mia reputazione. Non pensavo minimamente a come ciò avrebbe influito sul lavoro della chiesa. Per mantenere il mio prestigio, ho addirittura soffocato ed emarginato le persone, rivelando la mia indole da anticristo. Ero davvero spregevole!

Mi sono imbattuta in questo passo: “Di che tipo di indole si tratta quando una persona vede qualcuno che è migliore di lei e cerca di soffocarlo diffondendo voci su di lui, o impiegando mezzi spregevoli per denigrarlo e minare la sua reputazione, persino calpestandolo, al fine di proteggere la propria immagine agli occhi degli altri? Questa non è solo arroganza e presunzione: è l’indole di Satana, un’indole malvagia. Il fatto che questa persona possa attaccare ed escludere coloro che sono migliori e più forti di lei è subdolo e malvagio. E il fatto che non si fermi davanti a nulla per abbattere gli altri dimostra quanto il diavolo sia presente in lei! Poiché vive secondo l’indole di Satana, una tale persona è incline a sminuire gli altri, a cercare di metterli in difficoltà, a rendere loro le cose difficili. Questo non è forse compiere il male? E, vivendo così, pensa comunque di non avere nulla che non vada, di essere una brava persona; eppure, quando vede qualcuno migliore di lei, ha la tendenza a metterlo in difficoltà, a calpestarlo. Qual è il problema qui? Le persone in grado di commettere tali atti malvagi non sono forse arbitrarie e prive di scrupoli? Le persone di questo tipo pensano solamente ai propri interessi, considerano soltanto i propri sentimenti e vogliono soltanto realizzare i propri desideri, le proprie ambizioni e i propri obiettivi personali. Non si preoccupano del danno che arrecano al lavoro della chiesa, e preferirebbero sacrificare gli interessi della casa di Dio pur di proteggere il prestigio di cui godono agli occhi degli altri e la propria reputazione. Persone come queste non sono forse arroganti e presuntuose, egoiste e vili? Simili persone non sono solo arroganti e presuntuose, ma anche estremamente egoiste e vili. Non hanno il minimo riguardo della volontà di Dio. Simili persone hanno forse un cuore che teme Dio? Non possiedono affatto un cuore che teme Dio. Questo è il motivo per cui agiscono in modo arbitrario e fanno tutto ciò che vogliono, senza alcun senso di colpa, senza alcuna trepidazione, apprensione o preoccupazione, e senza considerare le conseguenze. È ciò che fanno spesso, e il modo in cui si sono sempre comportate. Qual è la natura del comportamento di costoro? Per dirla con leggerezza, tali persone sono fin troppo invidiose e hanno un desiderio fin troppo forte di fama e prestigio personali; sono troppo ingannevoli e infide. Per porla più duramente, l’essenza del problema è che non hanno affatto un cuore che teme Dio. Non hanno paura di Lui, si ritengono persone della massima importanza e reputano ogni aspetto di sé stesse più elevato di Dio e della verità. Nei loro cuori, Egli non è degno di nota, è insignificante e non gode di alcun prestigio. Quanti non hanno posto per Dio nel proprio cuore e non possiedono un cuore che Lo teme sono forse in grado di mettere in pratica la verità? Assolutamente no. Perciò che cosa fanno quando, come al solito, vanno in giro allegramente tenendosi impegnati e mettendoci parecchia energia? Tali persone sostengono perfino di aver abbandonato tutto per spendersi per Dio e di aver sofferto molto, ma, a dire il vero, il loro prestigio e la loro fama, nonché proteggere i propri interessi, costituiscono la motivazione, il principio e l’obiettivo di tutte le loro azioni. Direste o no che persone di questo tipo sono terribili? Che tipo di individuo crede in Dio per molti anni eppure non ha un cuore che Lo teme? Non sono forse persone arroganti? Non sono Satana? E a chi e a che cosa manca maggiormente un cuore che teme Dio? A parte alle bestie, manca ai malvagi, agli anticristi, a Satana e alla stirpe del diavolo. Costoro non accettano per nulla la verità; sono totalmente privi di un cuore che teme Dio. Sono capaci di ogni tipo di male; sono i nemici di Dio e dei Suoi prescelti(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Le cinque condizioni da soddisfare per intraprendere la retta via della fede in Dio”). Leggere le parole di Dio è stato come averLo proprio lì a giudicarmi. Chiaramente, non c’erano gravi problemi nel lavoro supervisionato da Maria ma, poiché rappresentava una minaccia al mio prestigio, ho trovato un modo per soffocarla, cogliendo l’opportunità per denigrarla di fronte alla leader superiore, che speravo di indurre a dare meno lavoro a Maria in modo che non mi rimpiazzasse. Opprimevo e punivo altre persone pur di consolidare il mio prestigio. Avevo un cuore che temeva Dio? Vivevo secondo veleni satanici come “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”, “Ci può essere solo un maschio alfa” e “Nell’intero universo, solo io regno sovrano”. Ero così egoista e arrogante. Ho pensato al tirannico e dispotico PCC, che soffoca ed emargina chiunque rappresenti una minaccia alla sua posizione. E io non facevo lo stesso? Soffocavo qualsiasi fratello e sorella che avesse talento e fosse produttivo nel suo lavoro. Ho cercato di stabilire la mia autorità nella chiesa e di indurre fratelli e sorelle ad ammirare e ad avere a cuore soltanto me. Stavo percorrendo il cammino di un anticristo! Ho pensato a quegli anticristi che usavano ogni mezzo possibile per punire e opprimere le persone al fine di mantenere il proprio prestigio, trattando coloro che lo minacciavano come spine nel fianco, accusandoli ingiustamente, punendoli, senza mai arrendersi finché non venivano allontanati. Dopo aver compiuto ogni sorta di male, quegli anticristi venivano alla fine espulsi dalla casa di Dio. Se avessi continuato così, senza pentirmi, alla fine non sarei andata incontro allo stesso destino? Dio ha condiviso su come discernere gli anticristi ed evitare di percorrere il cammino di un anticristo. Dio ha parlato molto chiaramente di questo aspetto della verità, in modo che possiamo discernere gli anticristi, riflettere sui nostri comportamenti da anticristi, e perseguire la verità, il pentimento e la trasformazione. Ma io, nel mio lavoro, non mi sono concentrata sull’eliminare la mia indole da anticristo, né ho riflettuto su come adempiere al meglio ai miei doveri e proteggere il lavoro della chiesa. Invece, ho lottato per il prestigio, ho trattato il mio dovere come un’impresa personale, come un mezzo per assicurarmi il prestigio e l’ammirazione dei miei fratelli e sorelle, e nel mio dovere volevo tutta l’autorità. Mi sono lasciata trasportare dai miei desideri.

Una volta, durante i miei devozionali, mi sono imbattuta in due passi della parola di Dio che mi sono stati molto utili. La parola di Dio dice: “In qualità di leader o di lavoratore, se ti ritieni sempre al di sopra degli altri e ti crogioli nel tuo dovere come un qualche funzionario governativo, concedendoti sempre il piacere degli orpelli della tua posizione, facendo costantemente i tuoi piani personali, sempre avendo considerazione e godendo della tua fama e del tuo prestigio, conducendo sempre una tua operazione personale e cercando di ottenere un prestigio più elevato, di gestire e controllare un maggior numero di persone e di estendere la portata del tuo potere, questo è un problema. È pericoloso trattare un dovere importante come un’occasione per godere della tua posizione, come se fossi un funzionario governativo. Se ti comporti sempre in questo modo, se non vuoi collaborare con gli altri, se non vuoi disperdere il tuo potere né condividerlo con nessuno, se non vuoi che qualcun altro abbia la meglio, che ti rubi le luci della ribalta, se vuoi goderti il potere da solo, allora sei un anticristo. Se invece cerchi spesso la verità, se abbandoni la carne, se rinunci alle tue motivazioni e ai tuoi progetti, e se sei in grado di prenderti la responsabilità di collaborare con gli altri, se apri il tuo cuore per consultare gli altri e ricercare con loro, se ascolti attentamente le loro idee e i loro suggerimenti e accetti i consigli che sono corretti e in linea con la verità, indipendentemente da chi provengano, allora stai praticando in modo saggio e corretto e sei capace di evitare di intraprendere la strada sbagliata, e questa è per te una protezione(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8 – Vogliono che gli altri obbediscano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). “Indipendentemente da ciò che fai, che sia importante o meno, ci dovrebbe sempre essere qualcuno disposto ad aiutarti, a darti indicazioni e consigli, e a fare cose in collaborazione con te. Questo è l’unico modo per essere sicuro che agirai in maniera più corretta, commetterai meno errori e avrai meno probabilità di smarrirti, il che è una buona cosa. Servire Dio, in particolare, è una cosa molto importante, e non eliminare la tua indole corrotta potrebbe metterti in pericolo! Quando le persone hanno un’indole satanica, possono ribellarsi e resistere a Dio sempre e dovunque. Le persone che vivono secondo un’indole satanica possono rinnegare, avversare e tradire Dio in qualsiasi momento. Gli anticristi sono molto stupidi, non se ne rendono conto, e pensano: ‘Ho già fatto abbastanza fatica a conquistarmi il potere, perché dovrei condividerlo con qualcun altro? Cederlo agli altri significa che non ne avrò per me, giusto? Come posso dimostrare i miei talenti e le mie capacità senza potere?’ Non sanno che ciò che Dio ha affidato alle persone non è potere o prestigio, ma un dovere. Gli anticristi accettano solo il potere e il prestigio, mettono da parte i loro doveri e non svolgono un lavoro pratico. Al contrario, perseguono solo la fama, il guadagno e il prestigio e vogliono soltanto prendere il potere, controllare il popolo eletto di Dio e godere dei benefici del prestigio. Comportarsi in questo modo è molto pericoloso: è resistere a Dio! Chiunque persegua la fama, il guadagno e il prestigio invece di compiere adeguatamente il proprio dovere sta giocando con il fuoco e con la propria vita. Chi gioca con il fuoco e con la propria vita può condannare se stesso in qualsiasi momento. Oggi, in quanto leader o lavoratore, stai servendo Dio, e questa non è una cosa comune. Non stai facendo qualcosa per qualcuno, tanto meno stai lavorando per poter pagare le bollette e mettere il cibo in tavola; stai invece compiendo il tuo dovere all’interno della chiesa. E dato che, in particolar modo, questo dovere ti è stato affidato da Dio, che cosa implica il suo adempimento? Che devi rendere conto a Dio del tuo dovere, che tu lo svolga bene o no; alla fine bisogna rendere conto a Dio, deve esserci un esito. Quello che hai accettato è un incarico da parte di Dio, una responsabilità sacra; quindi, più o meno importante che sia questa responsabilità, si tratta di una cosa seria. Quanto seria? Su scala minore, si tratta di capire se sei in grado di acquisire la verità in questa vita e di capire come Dio ti vede. Su scala più ampia è in diretta correlazione con il tuo futuro e il tuo destino, con la tua fine; se commetti il male e resisti a Dio, sarai condannato e punito. Tutto ciò che fai quando compi il tuo dovere è registrato da Dio, e Dio ha i Suoi principi e i Suoi criteri per valutarlo e classificarlo; Dio determina la tua fine in base a tutto ciò che manifesti mentre compi il tuo dovere(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8 – Vogliono che gli altri obbediscano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). In passato, consideravo la mia posizione di leader come uno status symbol. Solo dopo aver letto le parole di Dio mi sono resa conto che il mio dovere è un incarico affidatomi da Dio. È una responsabilità, e non ha nulla a che fare con il prestigio e l’autorità. Nello svolgere il proprio dovere nella chiesa non c’è distinzione tra vari livelli di prestigio. Ognuno adempie alle proprie responsabilità rimanendo al proprio posto. Dopo essere diventata una leader, ho ottenuto molte opportunità di pratica, imparando gradualmente ad agire secondo i principi e arrivando a capire alcune verità. Dio ha inoltre assegnato fratelli e sorelle di talento, che comprendevano i principi, a lavorare con me in modo che potessi svolgere al meglio i miei doveri e fare bene il lavoro della chiesa. Ma io non ho perseguito la verità né ho lavorato in armonia con gli altri. Al contrario, ho bramato il prestigio, e ho persino soffocato ed emarginato gli altri per mantenere il mio prestigio, privando fratelli e sorelle della possibilità di praticare. Non solo avevo danneggiato loro, ma avevo anche compromesso il lavoro della chiesa. Considerati tutti i miei comportamenti, ero davvero indegna di essere una leader. Non volevo continuare a percorrere quella strada sbagliata. Volevo solo adempiere alle mie responsabilità e ai miei doveri con sincerità e concretezza. Da allora, ho iniziato ad applicarmi di più nello svolgere il mio dovere, e quando vedevo gli altri chiedere aiuto a Maria, non mi dava più così fastidio, e ho smesso di preoccuparmi che stimassero lei e non me. Pensavo solo a come lavorare al meglio con Maria per adempiere ai nostri doveri. Quando notavo dei problemi nel suo lavoro, condividevo con lei e la aiutavo a rimettersi in carreggiata. Quando alcuni progetti procedevano lentamente, discutevo con lei su come aumentarne la produttività. E se non capivo qualcosa o non sapevo gestire una questione, anche io la cercavo per condividere con lei. Col tempo, abbiamo cominciato a lavorare sempre meglio insieme e mi sono sentita salda e libera.

Ho pensato anche a questo passo delle parole di Dio: “In quanto leader della chiesa, non devi solamente imparare a usare la verità per risolvere i problemi, devi anche imparare a scoprire e a coltivare le persone di talento, che non devi assolutamente invidiare né reprimere. Praticare in questo modo porta vantaggi al lavoro della chiesa. Se riesci a coltivare alcuni di coloro che ricercano la verità così che collaborino con te e svolgano bene tutto il lavoro, e alla fine avete tutti delle testimonianze esperienziali, allora sei un leader o un lavoratore qualificato. Se sei capace di gestire tutte le cose secondo i principi, allora stai dando prova della tua devozione. Alcuni hanno sempre paura che gli altri siano migliori o al di sopra di loro, che gli altri siano riconosciuti mentre loro vengono trascurati, e ciò li induce ad attaccare e a escludere gli altri. Questo non è un esempio di invidia verso le persone con talento? Non è egoista e spregevole? Che razza di indole è questa? È malvagità! Coloro che pensano solo ai propri interessi, che soddisfano soltanto i propri desideri egoistici, senza pensare agli altri né considerare gli interessi della casa di Dio hanno una cattiva indole, e Dio non prova alcun amore per loro. Se sei davvero in grado di mostrare considerazione per la volontà di Dio, saprai trattare gli altri correttamente. Se raccomandi una persona valida e le permetti di ricevere addestramento e di compiere un dovere, aggiungendo così una persona di talento nella casa di Dio, questo non renderà il tuo lavoro più facile? Allora non avrai mostrato devozione nel tuo dovere? Quella è una buona azione davanti a Dio; è il minimo di coscienza e di senno che chi è al servizio come leader dovrebbe possedere(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Libertà e liberazione si possono guadagnare solo eliminando la propria indole corrotta”). Dalle parole di Dio, ho compreso che coltivare i talenti è responsabilità di un leader ed è un’esigenza del lavoro della chiesa. Questa esperienza mi ha aiutata a capire quanto sia davvero significativo questo lavoro. Da un lato, giova al lavoro complessivo della chiesa, permettendo a più persone di mettere a frutto i propri talenti nell’adempimento dei doveri e facendo progredire ancor più il lavoro della chiesa. Dall’altro, fornisce inoltre ai fratelli e alle sorelle più pratica, cosa che giova al loro ingresso nella vita. Queste sono tutte buone azioni e saranno ricordate da Dio. Ripensandoci ora, Maria mi è stata di grande aiuto. Mi ha aiutato ad afferrare alcuni principi e a fare dei progressi, e il nostro lavoro è poi andato avanti più agevolmente. Ho visto quanto sia fondamentale esaudire le richieste di Dio e imparare a lavorare con gli altri per adempiere ai doveri. Solo così possiamo svolgere il lavoro della chiesa e adempiere bene ai nostri doveri.

Attraverso questa esperienza, ho in parte compreso la mia indole satanica e le mie idee fallaci, e sono riuscita ad abbandonare il mio desiderio di godere di fama e prestigio e ad adempiere il mio dovere. Questa è stata la salvezza che Dio mi ha donato. Sia lodato Dio!

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