Bisognerebbe imparare come aprirsi in condivisione sulle proprie difficoltà
di Nancy, IndiaNel luglio del 2023, avevo appena iniziato a formarmi per supervisionare il lavoro di diverse chiese. Ogni volta che...
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Alla fine del 2023, sono stata eletta leader nella chiesa. All’inizio, ero preoccupata di avere solo una comprensione superficiale della verità e di non essere in grado di farmi carico di questo dovere. Tuttavia, pensavo anche che l’intenzione di Dio fosse nel fatto che avessi la possibilità di svolgere questo dovere e che avrei dovuto sottomettermi e lavorare sodo per svolgerlo bene. In seguito, ho partecipato attivamente ai vari aspetti del lavoro e ho sempre gestito e risposto a qualsiasi problema il prima possibile. Tuttavia, man mano che approfondivo il lavoro, ho scoperto che molti problemi richiedevano che indicassi cammini specifici basati sui principi; c’erano alcuni compiti che non avevo mai gestito prima e di cui non capivo bene i relativi principi, quindi ero un po’ confusa e diventavo più nervosa, soprattutto quando si discuteva del lavoro. Pensavo tra me e me: “Se dico la cosa giusta, andrà bene. Ma se dico qualcosa di sbagliato o in modo poco chiaro, cosa penseranno di me le mie collaboratrici? Penseranno che la mia levatura e le mie capacità lavorative siano così scarse e che non sono all’altezza di svolgere questo dovere?” Ogni volta che discutevamo insieme del lavoro, dovevo pensare a lungo prima di esprimere un’opinione, essendo timida e cauta. Una volta, la leader superiore ci ha chiesto di valutare se una sorella potesse essere coltivata per diventare supervisore e ha detto che ci saremmo scambiate le nostre opinioni durante una riunione il giorno successivo. Ero un po’ nervosa e ho pensato tra me e me: “Avere o meno discernimento delle persone è un riflesso diretto del grado di profondità con cui si vedono le cose. Se dicessi la cosa sbagliata, cosa penserebbe di me la leader superiore? Penserebbe che non ho discernimento, che ho una scarsa levatura e che non sono adatta alla coltivazione?” Pertanto, ho letto più volte il curriculum e le valutazioni di quella sorella e ho cercato i relativi principi da leggere. Mi ci è voluta un’intera serata e non ho svolto nessun altro lavoro. In quel momento, nella mia mente avevo una certa consapevolezza che, sebbene in apparenza stessi facendo questo per discernere accuratamente una persona, in realtà lo facevo per soddisfare il mio orgoglio e il mio desiderio di prestigio e non c’era alcun valore nel mio soffrire in questo modo. Tuttavia, non ho cercato la verità per risolvere il mio problema.
Man mano che aumentavano gli impegni di lavoro, diventavo molto impegnata ogni giorno e spesso non seguivo adeguatamente il lavoro basato sui testi, che era la mia responsabilità primaria. Sebbene la leader superiore avesse organizzato il lavoro per me e avesse comunicato con me i cammini per svolgere il lavoro, quando effettivamente andavo a farlo e incontravo difficoltà, non sapevo ancora come risolverle. Ero anche troppo imbarazzata per chiedere aiuto alla leader superiore, temendo che pensasse che la mia levatura fosse scarsa, che non fossi all’altezza di assumermi il lavoro e che non fossi adatta alla coltivazione. Pertanto, mi sono impegnata a fondo per trovare i principi da sola. Il tempo passava giorno dopo giorno, ma c’erano ancora alcuni problemi che non sapevo come risolvere, il che influiva sul lavoro. Sentivo sempre di più che la mia levatura era troppo scarsa e che non riuscivo a fare nulla bene. Rimpiangevo persino di aver accettato questo dovere. In quel periodo, il pensiero di dimettermi continuava a vorticarmi nella mente e il mio cuore era infelice. Mi sentivo troppo in imbarazzo per affrontare la leader superiore e le mie collaboratrici e pensavo che sicuramente avessero capito che non valeva la pena coltivarmi e che sarebbe stato meglio mostrare un po’ di consapevolezza di sé e dimettersi presto per evitare di mettermi in imbarazzo. Tuttavia, temevo che dimettermi sarebbe stato irresponsabile nei confronti del lavoro, quindi ho tenuto duro con riluttanza. In apparenza, andavo d’accordo felicemente con tutti ogni giorno e addirittura ostentavo intenzionalmente una facciata rilassata, ma dentro il mio cuore era roso dall’ansia. Preferivo fare le ore piccole per cercare soluzioni ai problemi piuttosto che aprirmi con tutti riguardo alle mie difficoltà. La leader superiore ha notato che sospiravo spesso e mi ha chiesto se avessi qualche difficoltà. Temevo che, se glielo avessi detto, avrebbe pensato che avessi una scarsa levatura, così ho mentito e ho detto che andava tutto bene. In seguito, sotto le sue domande insistenti, alla fine, abbattuta, ho parlato delle difficoltà che stavo incontrando nello svolgere i miei doveri. Non mi aspettavo che la leader avrebbe condiviso e risolto il mio problema molto rapidamente. Ha persino detto: “Perché non mi hai parlato prima di questo problema? Se me lo avessi detto subito, sarebbe stato risolto al più presto”. Ho pensato a come in quel periodo fossi stata molto inefficiente nello svolgere i miei doveri e la mia vita fosse stata infelice. Perché non ero riuscita a parlare di un problema che avrebbe potuto essere risolto semplicemente aprendo il mio cuore e cercando? In seguito, ho pregato Dio: “Dio, tengo troppo alla reputazione e al prestigio. Presto molta attenzione all’immagine che ho nella mente delle mie collaboratrici e della leader superiore, mantenendo attentamente il mio orgoglio e il mio prestigio. Mi sento così stanca. Non voglio vivere così, ma non posso farne a meno. Dio, possa Tu condurmi fuori da questo stato sbagliato”.
Una volta, durante le mie devozioni spirituali, ho letto un passo delle parole di Dio citato in un video di testimonianza esperienziale e solo allora ho acquisito una certa comprensione del mio stato. Dio Onnipotente dice: “Le persone stesse sono esseri creati. Gli esseri creati possono raggiungere l’onnipotenza? Possono conseguire la perfezione e l’impeccabilità? Possono conseguire la competenza in ogni cosa, arrivare a comprendere, a capire a fondo ogni cosa e a essere capaci di ogni cosa? No. Negli esseri umani, tuttavia, esistono diversi tipi di indole corrotta e una debolezza fatale: non appena acquisiscono una capacità o imparano una professione, pensano di essere abili, di essere persone di prestigio e valore, di essere professionisti di qualche tipo. Non importa quanto mediocri siano, desiderano tutti spacciarsi per qualcuno di famoso o di eccezionale, di trasformarsi in una qualche celebrità minore, di far sì che la gente li consideri perfetti e impeccabili, senza neppure un difetto; desiderano diventare, agli occhi degli altri, famosi, influenti, o figure importanti, potenti, capaci di fare qualunque cosa, persone per cui nulla è impossibile. Ritengono che, se ricercano l’aiuto degli altri, appariranno incapaci, deboli e inferiori, e che gli altri li guarderanno dall’alto in basso. Per questo motivo vogliono sempre mantenere le apparenze. Alcuni, quando viene chiesto loro di fare qualcosa, dicono di saperlo fare, ma in realtà non è così. Poi, in segreto, si informano e cercano di imparare a farlo, ma dopo averlo studiato per giorni ancora non capiscono come si fa. Alla domanda su come se la stiano cavando, rispondono: ‘Manca poco, ci sono quasi!’ Ma nei loro cuori pensano: ‘Non ci sono ancora, non ne ho idea, non so cosa fare. Non devo farmi scoprire, devo continuare a fingere, non posso lasciare che gli altri vedano le mie mancanze e la mia ignoranza, non posso permettere loro di guardarmi dall’alto in basso!’ Che problema è questo? Cercare di salvare la faccia a ogni costo è un inferno in vita. Di che genere di indole si tratta? L’arroganza di simili persone non ha confini, hanno perduto ogni ragionevolezza! Non vogliono essere come tutti gli altri, non vogliono essere persone ordinarie, normali, ma individui sovrumani, eccezionali, fenomenali. È un problema davvero enorme! Per quanto riguarda la debolezza, i difetti, l’ignoranza, la stupidità e la mancanza di comprensione che fanno parte della normale umanità, costoro camufferanno tutto e non lasceranno che gli altri lo vedano, e poi continueranno a fingere. Alcuni non riescono a vedere niente con chiarezza, eppure dichiarano di possedere comprensione nel loro cuore. Quando viene loro chiesto di spiegare una cosa, non ne sono in grado. Dopo che l’ha spiegata qualcun altro, affermano che stavano per dire le stesse cose ma non sono riusciti a esprimersi in tempo. Fanno il possibile per dissimulare e dare una buona impressione di sé. Cosa ne dite: le persone di questo tipo non vivono forse con la testa tra le nuvole? Non stanno sognando? Non sanno chi siano né come vivere un’umanità normale. Non hanno mai agito nemmeno una volta come esseri umani pratici. Se passi le tue giornate con la testa tra le nuvole, cavandotela alla meno peggio, non facendo nulla con i piedi per terra, vivendo sempre di fantasia, allora questo è un problema. Il percorso che scegli nella vita non è corretto” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Le cinque condizioni da soddisfare per intraprendere la retta via della fede in Dio”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho compreso che gli esseri umani sono esseri creati e non possono raggiungere la perfezione. Se non riesci costantemente a trattare te stesso in modo corretto e vuoi sempre perseguire la perfezione, allora agli occhi di Dio sei una persona arrogante e irragionevole. Le persone vogliono costantemente liberarsi dalle disposizioni e dalla predestinazione di Dio per cambiare la propria levatura, ma questo non è realistico ed è contrario ai requisiti di Dio. Mi sono resa conto che ero proprio così. Dopo essere stata eletta leader nella chiesa, mi sono messa su un piedistallo e ho perseguito l’essere una leader “degna di questo nome”, per la quale questo prestigio fosse “ben meritato”. Credevo che, poiché svolgevo questo dovere, dovessi soddisfare tutte le condizioni per essere una leader. Se non riuscivo a capire a fondo una questione, o non ne comprendevo un’altra, non significava forse che ero incompetente come leader? Non sono mai stata in grado di trattare me stessa correttamente e non volevo smascherare i miei problemi davanti agli altri, temendo che dicessero che non ero all’altezza di svolgere il dovere di leader. Pertanto, quando dovevo esprimere la mia opinione, diventavo molto nervosa e temevo che, se le opinioni che esprimevo fossero state imprecise, allora le persone avrebbero pensato che la mia levatura fosse scarsa. Per proteggere il mio orgoglio e il mio prestigio, mi impegnavo a fondo per cercare informazioni, influenzando di conseguenza la mia efficienza nello svolgere il mio dovere. Quando incontravo problemi nel lavoro che non sapevo come risolvere, non osavo aprirmi e chiedere informazioni anche quando la leader superiore era proprio accanto a me. Passavo molto tempo a ponderare, ma non sapevo ancora come risolverli. Di conseguenza, il lavoro veniva ritardato e io diventavo negativa. Per proteggere il mio orgoglio e il mio prestigio, ogni giorno ero molto timida e cauta nello svolgere il mio dovere. Spesso temevo che, se non avessi fatto bene le cose, le persone mi avrebbero capita a fondo, così evitavo di chiedere consiglio su cose che non sapevo come fare. Ciò significava che la mia efficienza nello svolgere il mio dovere era molto bassa e, anche quando la leader superiore notava che il mio stato non era buono e si offriva di aiutarmi, continuavo a fingere e a mascherarmi, nascondendo il mio vero stato. Poiché fingevo e facevo finta di capire quando chiaramente non sapevo come fare le cose, non solo mi sottoponevo a pressione psicologica, ma rallentavo anche l’avanzamento del lavoro. Pensandoci, non importa chi tu sia, c’è sempre un processo di familiarizzazione e adattamento quando inizi un compito per la prima volta. Ero giovane, inesperta e non afferravo i principi, quindi era naturale che la mia comprensione fosse limitata. Ciò che avrei dovuto fare era affrontare correttamente le mie manchevolezze e usare questo ambiente per cercare la verità e compensare le mie carenze.
In seguito, ho letto altre parole di Dio: “Indipendentemente dal contesto, qualunque dovere svolga, un anticristo cerca di dare l’impressione di non essere debole, di essere sempre forte, ricco di fede, mai negativo, affinché la gente non veda mai la sua statura reale o il suo vero atteggiamento verso Dio. Anzi, nel profondo del suo cuore, crede davvero che non esista nulla che non possa fare? Crede veramente di essere privo di debolezza, di negatività o di rivelazioni di corruzione? Assolutamente no. Gli anticristi sono bravi a fingere, a dissimulare. Amano mostrare alla gente il loro lato forte ed eccezionale; non vogliono che si veda quello debole e reale. Il loro scopo è palese: è, molto semplicemente, mantenere vanità e orgoglio, per proteggere il posto che hanno nei cuori degli altri. Sono convinti che se si aprissero con gli altri sulla propria negatività e debolezza, se rivelassero il proprio lato ribelle e corrotto, questo apporterebbe un grave danno al loro prestigio e alla loro reputazione, e sarebbe un problema maggiore di quanto valga la pena. Pertanto preferirebbero morire piuttosto che ammettere di avere momenti in cui siano deboli, ribelli e negativi. E se arrivasse un giorno in cui tutti vedessero il loro lato debole e ribelle, quando vedranno che sono corrotti e che non sono cambiati per niente, continuerebbero comunque a fingere. Pensano che se ammettessero di avere un’indole corrotta, di essere persone normali e insignificanti, allora perderebbero il loro posto nel cuore della gente, perderebbero l’adorazione e la venerazione di tutti, e quindi il loro fallimento sarebbe totale” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte decima”). Gli anticristi, per proteggere la loro reputazione e il loro prestigio, si impegnano enormemente per fingere e mascherarsi quando sono in gruppo. Non osano aprirsi riguardo alla loro negatività, alle loro debolezze o alle loro carenze, temendo che, una volta smascherati i loro problemi, non saranno più ammirati. Ho riflettuto su me stessa e ho visto che ero proprio così. Quando a quel tempo ero stata eletta leader della chiesa, temevo che le mie carenze e manchevolezze venissero smascherate e che le altre persone mi capissero a fondo e dicessero che non ero all’altezza del dovere di leader. Quindi, per quanto fossi debole e ansiosa, non osavo aprirmi con gli altri e sentivo che, più venivano smascherati i miei problemi e le mie carenze, più questo dimostrava che non ero abbastanza brava e che, se tutti mi avessero capita a fondo, sarei stata troppo imbarazzata per affrontarli. Sebbene in apparenza svolgessi il mio dovere, il mio punto di partenza non era pensare a come mostrare considerazione per le intenzioni di Dio e svolgere bene il mio dovere. Invece, pensavo costantemente a prendere il cammino sbagliato e a come salvare la faccia e non farmi capire a fondo dalle persone. Dio mi ha dato un’opportunità di formarmi nella speranza che mi concentrassi sulla ricerca della verità per risolvere i problemi, mettendo tutto il mio cuore e le mie forze nello svolgere bene il mio dovere, mostrando sempre considerazione per gli interessi della chiesa nonostante le mie carenze e manchevolezze e imparando a collaborare con gli altri per svolgere bene il mio dovere, apprendendo dai punti di forza altrui per compensare le mie debolezze. Tuttavia, avevo deluso le intenzioni di Dio. Quando svolgevo il mio dovere, tutto ciò a cui pensavo era il mio orgoglio, il mio prestigio e come gli altri mi percepivano. Per proteggere il mio orgoglio e il mio prestigio, mi mascheravo e fingevo in ogni occasione; non sollevavo prontamente i problemi che non riuscivo a capire a fondo o che non comprendevo e non cercavo di ottenere risposte; davo sempre alle persone l’illusione che andasse tutto bene e capissi tutto. Di conseguenza, non solo non ho contribuito al progresso del lavoro, ma l’ho effettivamente ritardato. Ho visto che quello che stavo percorrendo era esattamente il cammino degli anticristi. Se non avessi cambiato rotta, sarei solo stata detestata da Dio. Quando ho pensato a questo, ho provato un po’ di paura, così ho pregato Dio in pentimento, non più disposta a vivere per il mio orgoglio, ma pronta a vivere davanti a Dio e a svolgere bene il mio dovere.
In seguito, ho anche compreso dalle Sue parole come avrei dovuto trattare correttamente il fatto di essere stata eletta leader. Dio Onnipotente dice: “Alcune persone sono promosse e coltivate dalla chiesa, ricevendo una grande opportunità di formazione. Questo è un bene. Si può dire che sono state elevate e graziate da Dio. Come dovrebbero dunque svolgere il loro dovere? Il primo principio a cui dovrebbero attenersi è quello di comprendere la verità; quando non capiscono la verità devono cercarla e se, dopo averla cercata, continuano a non capirla da soli, possono trovare qualcuno che la comprende per condividere e cercare; questo renderà la soluzione del problema più rapida e tempestiva. Limitarti a concentrarti sul dedicare più tempo a leggere da solo le parole di Dio e passare più tempo a riflettere su di esse al fine di acquisire la comprensione della verità e risolvere il problema è un processo troppo lento; come dice il proverbio: ‘L’acqua lontana non placa la sete urgente’. Se in merito alla verità desideri progredire rapidamente devi imparare a collaborare in armonia con gli altri, a porre più domande e a cercare di più. Solo allora la tua vita crescerà rapidamente e sarai in grado di risolvere i problemi tempestivamente e senza alcun ritardo. Poiché sei stato appena promosso e sei ancora in prova, e non comprendi realmente la verità né possiedi la verità realtà dal momento che manchi ancora di questa statura, non pensare che la tua promozione significhi che possiedi la verità realtà; non è così. È solo perché hai un senso del fardello verso il lavoro e possiedi la levatura di un leader che sei stato scelto per essere promosso e coltivato. Dovresti possedere questa ragione. Se, dopo essere stato promosso e diventato leader o lavoratore, inizi ad affermare il tuo prestigio e credi di essere qualcuno che persegue la verità e di possedere la verità realtà e se, indipendentemente dai problemi dei fratelli e delle sorelle, fingi di avere comprensione e di essere spirituale, allora questo è un modo sciocco di essere, lo stesso dei farisei ipocriti. Devi parlare e agire con sincerità. Quando non capisci, puoi chiedere agli altri o cercare condivisione dal Supremo: non c’è nulla di cui vergognarsi in tutto questo. Anche se non chiedi, il Supremo conoscerà comunque la tua vera levatura e saprà che non possiedi la verità realtà. Cercare e condividere è ciò che dovresti fare; questa è la ragione che dovrebbe possedere l’umanità normale e il principio a cui dovrebbero attenersi leader e lavoratori. Non è qualcosa per cui sentirsi in imbarazzo. Se pensi che, una volta diventato leader, sia imbarazzante non capire i principi o fare continuamente domande agli altri o al Supremo e hai paura che gli altri ti guardino dall’alto in basso e se di conseguenza inizi a simulare fingendo di capire e sapere ogni cosa, di avere capacità nel lavoro, di essere in grado di svolgere qualsiasi lavoro della chiesa e di non aver bisogno di qualcuno che ti richiami o che tenga condivisioni con te o di qualcuno che provveda a te o che ti sostenga, allora questo è pericoloso e sei eccessivamente arrogante e presuntuoso, troppo privo di ragione. Non hai nemmeno idea della tua misura: questo non ti rende forse una persona confusa? Le persone di questo tipo non soddisfano i criteri per essere promosse e coltivate dalla casa di Dio, e prima o poi saranno rimosse ed eliminate. E così, ogni leader o lavoratore appena promosso dovrebbe avere chiaro che non possiede la verità realtà, dovrebbe avere questa autoconsapevolezza. Tu ora sei un leader o un lavoratore non perché ti ha designato Dio, ma perché sei stato promosso a esserlo da altri leader e lavoratori, oppure sei stato scelto dal popolo eletto di Dio; questo non significa che possiedi la verità realtà e un’autentica statura. Quando lo capirai, avrai un po’ di ragione, quella che i leader e i lavoratori devono possedere” (La Parola, Vol. 5: Le responsabilità di leader e lavoratori, “Le responsabilità di leader e lavoratori (5)”). Dalle parole di Dio, ho capito che non comprendevo il significato della promozione e della coltivazione delle persone da parte della chiesa. Nella mia mente, credevo che coloro che venivano promossi non potessero avere alcuna carenza o manchevolezza e che non potesse esserci nulla che non capissero o non sapessero come fare. Pertanto, quando sono diventata leader, avevo molta paura di commettere errori, paura di mettermi in imbarazzo se non avessi fatto bene e paura che gli altri pensassero che non valesse la pena coltivarmi. Ora vedo come tutti questi punti di vista erano sbagliati. La chiesa promuove e coltiva le persone per dare loro opportunità di formarsi, così, durante il loro periodo di formazione, possono concentrarsi sulla ricerca della verità principio, imparare a condividere sulla verità per risolvere i problemi, cooperare armoniosamente con gli altri sulle cose che non capiscono o non sanno fare e avere un atteggiamento attivamente ricercatore e seriamente responsabile. È così che le persone dovrebbero praticare. Ho pensato a una sorella che conosco. Quando era una leader, chiedeva prontamente agli altri quando si trovava di fronte a difficoltà e problemi. Non pensava a come salvare la faccia, ma a come risolvere i problemi. In seguito, attraverso la pratica, ha fatto rapidi progressi ed è stata in grado di afferrare alcuni dei principi in tutti i settori. Al contrario, io volevo sempre dare alle persone l’illusione di sapere tutto e di saper fare tutto. Non solo questo violava le leggi dell’umanità normale, ma mi sottoponeva anche a molta pressione. Quando ho pensato questo, il mio cuore si è un po’ illuminato e ho capito come trattare correttamente il mio dovere. Non svolgevo questo dovere da molto tempo. Molti principi ancora non mi erano chiari e avevo molte carenze, ma ciò che potevo fare era cercare proattivamente e informarmi prontamente sulle cose che non riuscivo a capire a fondo.
Durante le mie devozioni spirituali, ho letto queste parole di Dio: “Devi cercare la verità per risolvere qualsiasi problema che si presenti, qualunque esso sia, e non camuffarti in nessun modo e non indossare una maschera con gli altri. Le tue mancanze, le tue carenze, i tuoi difetti, la tua indole corrotta: sii completamente aperto su tutto questo e condividilo con gli altri. Non tenertelo dentro. Imparare ad aprirti è il primo passo per avere accesso alla vita, ed è il primo ostacolo, il più difficile da superare. Una volta che l’avrai superato, entrare nella verità sarà facile. Cosa significa compiere questo passo? Significa che stai aprendo il tuo cuore e mostrando tutto ciò che hai, che sia buono o cattivo, positivo o negativo; che ti stai mettendo a nudo per gli altri e perché Dio lo veda; che non stai nascondendo nulla a Dio, che non Gli celi nulla, che non metti su alcuna maschera, senza propensione all’inganno né trucchi, e sei parimenti aperto e onesto con le altre persone. In questo modo vivi nella luce, e non solo Dio ti sottoporrà a scrutinio, ma gli altri potranno vedere che agisci secondo principio e con una certa trasparenza. Non hai bisogno di proteggere con ogni mezzo la tua reputazione, la tua immagine e il tuo prestigio, né hai bisogno di coprire o camuffare i tuoi errori. Non serve che ti impegni in questi sforzi inutili. Se riesci ad abbandonare queste cose, sarai molto rilassato e vivrai senza vincoli né dolore, interamente nella luce. Imparare ad essere aperto quando tieni condivisioni è il primo passo per avere accesso alla vita. Poi, devi imparare ad analizzare i tuoi pensieri e le tue azioni per vedere quali sono sbagliati e quali non piacciono a Dio, e devi immediatamente cambiarli e correggerli. Che scopo ha correggerli? Accogliere e fare propria la verità, sbarazzandoti invece di ciò che dentro di te appartiene a Satana e sostituendolo con la verità. Prima facevi tutto secondo la tua indole propensa all’inganno, che mente ed è ingannevole; sentivi di non poter ottenere nulla senza mentire. Ora che comprendi la verità e aborrisci il modo di agire di Satana, non agisci più in quel modo, bensì secondo onestà, sincerità e sottomissione. Se non reprimi nulla, se non indossi maschere, non simuli e non nascondi le cose, se ti metti a nudo davanti a fratelli e sorelle, se non celi i tuoi più intimi pensieri e idee, ma anzi permetti agli altri di vedere il tuo atteggiamento onesto, allora la verità si radicherà gradualmente in te, fiorirà e porterà frutto, darà dei risultati, a poco a poco” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dio dice che per vivere nella luce devi essere una persona onesta e, sia verso Dio che verso le altre persone, aprire il tuo cuore, accettare e riconoscere le tue manchevolezze e, in seguito, concentrarti sulla ricerca della verità per risolvere i tuoi problemi. Solo in questo modo puoi comprendere la verità e ottenerla. Sono diventata disposta a praticare in base alle parole di Dio e a essere una persona semplice e aperta. Una volta, dopo pranzo, mi sono aperta con la leader superiore riguardo al mio stato durante questo periodo. Lei non solo non mi ha disprezzata, ma ha anche condiviso con me e mi ha aiutata. Ero molto commossa e ho sperimentato che praticare in base alle parole di Dio e cercare e discutere prontamente delle cose che non capisco può non solo compensare le mie carenze, ma anche risolvere subito i problemi nel lavoro. Questo è benefico per me nello svolgere bene il mio dovere.
Da allora, quando incontro problemi e difficoltà nello svolgere il mio dovere, prendo consapevolmente l’iniziativa di comunicare e discuterne con tutti. Per quanto riguarda alcuni problemi che non ho mai incontrato o che non capisco, trovo dei cammini per risolverli con la guida della leader superiore e la mia efficienza nello svolgere il mio dovere è migliorata, facendo sentire il mio cuore rilassato e liberato. Grazie a Dio!
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