Essere fedeli ai compiti che ci affidano gli altri è un approccio corretto?
di Yin An, CinaMio nonno godeva di grande prestigio nel villaggio ed era sempre felice di aiutare gli altri. Quando ero piccola, lui e mia...
Diamo il benvenuto a chi ricerca la manifestazione di Dio!
Da giovane, vedevo spesso mio padre aiutare le altre famiglie nelle loro faccende e accettare sempre di aiutare chiunque si rivolgesse a lui con un bisogno. A volte, anche quando era impegnato con questioni di famiglia, si sentiva troppo in imbarazzo per dire di no agli altri, così era molto benvoluto da tutti. Ho pensato tra me e me: “Dare una mano a chi è in difficoltà fa guadagnare ammirazione e approvazione. Da grande voglio essere una brava persona come mio padre”. Una volta cresciuto, siccome mi piaceva armeggiare con gli elettrodomestici, quando a un vicino si rompeva una radio, una TV o una luce, i vicini venivano a chiedermi aiuto e io non riuscivo a mandarli via facilmente. Pensavo che, quando gli altri mi chiedevano aiuto, significava che si fidavano di me, che mi stimavano e che non dovevo deluderli. Dopo aver iniziato a credere in Dio, ho cominciato a svolgere i doveri nella chiesa. Dato che mi intendevo un po’ di computer, riuscivo a gestire la maggior parte dei problemi comuni e, ovunque andassi, i fratelli e le sorelle mi chiedevano di aiutarli con problemi informatici. Accettavo ogni richiesta e sentivo che, dato che i fratelli e le sorelle venivano da me e si fidavano di me, dovevo fare del mio meglio per aiutarli e non deluderli. In seguito, sono stato assegnato a svolgere i miei doveri altrove e ogni tanto, quando tornavo a casa, mia moglie mi diceva che diversi fratelli e sorelle volevano che li aiutassi a riparare i loro computer e sostenevano che, siccome ero bravo, avevano aspettato il mio ritorno per farli sistemare. Quando sentivo questo, percepivo ancora di più la fiducia dei fratelli e delle sorelle nei miei confronti e, anche se ero impegnato con i doveri, davo la priorità ad aiutarli con i problemi informatici.
Nel marzo del 2024, sono tornato nella mia città natale per irrigare i nuovi arrivati. Ma, siccome avevo appena iniziato la formazione, non sapevo come risolvere alcuni problemi e difficoltà che loro affrontavano e avevo bisogno di dotarmi maggiormente delle verità riguardanti le visioni. I fratelli e le sorelle sapevano che ero tornato, così, quando i loro computer avevano problemi, continuavano a venire tutti da me per una soluzione. Un giorno, mentre cercavo di capire i problemi dei nuovi arrivati e mi dotavo di verità, preparandomi per condividere con loro alla riunione successiva, un fratello è venuto da me dicendo che il suo computer aveva un problema e che aveva bisogno che lo aiutassi a ripararlo. Mi sono sentito un po’ turbato e ho pensato tra me e me: “I problemi dei nuovi arrivati devono essere risolti urgentemente e devo ancora dotarmi delle verità sulle visioni. Il tempo stringe, ma se rifiuto direttamente non deluderò il fratello? Penserà male di me, dicendo che non ho amore?” Così, ho messo da parte i miei doveri e sono andato con il fratello a occuparmi del problema del suo computer e ho finito di sistemarlo solo verso le undici o mezzanotte. Il giorno dopo, verso mezzogiorno, è tornato di corsa, dicendo che il suo computer aveva di nuovo problemi e mi ha chiesto di dargli un’altra occhiata. Inizialmente volevo dire che non avevo tempo e che doveva trovarsi qualcun altro per ripararlo, ma le parole mi si sono bloccate in gola. Ho pensato: “Lui si fida di me per riparare il computer. Come posso lasciarlo andare via deluso?” Così, ho messo di nuovo da parte i miei doveri per riparare il computer. Dopo un controllo e una riparazione approfonditi, il computer ha ripreso a funzionare normalmente. Il fratello ha detto felicemente: “Con te qui, il mio cuore è tranquillo”. Sentire questo mi ha fatto molto piacere e ho capito che i fratelli e le sorelle mi tenevano in grande considerazione e che nei loro cuori ero una persona affidabile. Ma, siccome avevo aiutato il fratello a riparare il computer, non mi ero dotato delle verità sulle visioni come avrei dovuto, i problemi dei nuovi arrivati non erano stati risolti tempestivamente e mi sono sentito un po’ in colpa, pensando: “Anche se ho soddisfatto le necessità del fratello, ho ritardato i miei doveri. Quello che ho fatto era in linea con le intenzioni di Dio?” Un’altra volta, una sorella è venuta a casa mia la mattina presto dicendo che il suo computer non si connetteva bene a internet e mi ha chiesto di controllarlo. Ha anche detto che, ora che ero tornato, era molto più comodo chiedere a me di ripararle il computer. Mi sono sentito un po’ turbato e ho pensato: “I leader hanno controllato il lavoro di recente e hanno scoperto che diversi nuovi arrivati che avevo la responsabilità di irrigare hanno alcune nozioni e problemi irrisolti. Mi hanno esortato a dotarmi rapidamente delle verità sulle visioni e i problemi dei nuovi arrivati devono essere risolti con urgenza; come dovrei trovare il tempo per riparare il computer della sorella? Inoltre, il computer della sorella non serve con urgenza e questo problema può essere passato ai fratelli e alle sorelle specializzati nella riparazione di computer”. Volevo dirle di no, ma non ci riuscivo proprio e pensavo: “La sorella è venuta a cercarmi tutta contenta. Se rifiuto, non la deluderò davvero? Cosa penserà di me allora?” Così, sono andato ad aiutarla a riparare il suo computer e ho finalmente finito la riparazione dopo le dieci di sera. Poiché avevo aiutato la sorella con il computer, non avevo avuto tempo di riflettere sui problemi dei nuovi arrivati, così la riunione non ha dato ottimi risultati. In questo modo, ogni volta che i fratelli e le sorelle venivano a chiedermi aiuto, mettevo sempre da parte il mio lavoro principale per riparare i loro computer. Sebbene sapessi che questo ritardava gravemente i miei doveri, ogni volta che venivano da me ero sempre troppo in imbarazzo per rifiutare.
Mi sono aperto e ho condiviso sul mio stato con mia moglie, e lei mi ha fatto guardare un video di testimonianza esperienziale. Lì, ho letto un passo delle parole di Dio: “Il detto ‘Fai del tuo meglio per gestire lealmente tutto ciò che gli altri ti hanno affidato’ viene inculcato in ogni persona da parte della famiglia o della società come una delle forme di condotta morale che le persone devono avere nel modo in cui si comportano. Se possiedi questa condotta morale, gli altri ti ritengono nobile, onorevole, integro, e sei stimato e tenuto in alta considerazione all’interno della società. Poiché la frase ‘Fai del tuo meglio per gestire lealmente tutto ciò che gli altri ti hanno affidato’ proviene dalle persone e da Satana, essa diventa l’oggetto che noi analizziamo e discerniamo, e ancora di più l’oggetto che abbandoniamo. Perché discernere e abbandonare questa frase? Esaminiamo innanzitutto se è corretta e se una persona che la segue è nel giusto. È veramente nobile essere qualcuno che possiede il carattere morale di ‘fare del proprio meglio per gestire lealmente tutto ciò che gli altri gli hanno affidato’? Una persona del genere possiede la verità realtà? Possiede l’umanità che gli esseri creati dovrebbero avere e i principi di condotta a cui dovrebbe aderire e di cui parla Dio? Capite tutti la frase ‘Fai del tuo meglio per gestire lealmente tutto ciò che gli altri ti hanno affidato’? Spiegatene innanzitutto il significato con parole vostre. (Significa che, quando qualcuno ci affida un compito, non dovremmo lesinare alcuno sforzo per portarlo a termine.) Dovrebbe essere così? Il senso della frase ‘Fai del tuo meglio per gestire lealmente tutto ciò che gli altri ti hanno affidato’ è che, se qualcuno ti affida un compito, significa che ha un’alta considerazione di te, crede in te e ti ritiene degno di fiducia, quindi, qualunque cosa quella persona ti chieda di fare, dovresti accettarlo, svolgerlo bene e in modo opportuno, in linea con le sue richieste, per renderla felice e soddisfarla: allora, sei una brava persona. L’implicazione è che il fatto che chi ti ha affidato un compito sia soddisfatto oppure no è lo standard per determinare se vieni considerato una brava persona oppure no. Si può spiegare in questo modo? (Sì.) E non è dunque facile essere considerati brave persone agli occhi degli altri e riconosciuti dalla società? (Sì.) Cosa significa che è ‘facile’? Significa che lo standard è molto basso e per nulla nobile” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (14)”). Riflettendo sulle parole di Dio, ho pensato a come fossi stato influenzato da mio padre fin dall’infanzia. Vedevo che quando gli abitanti del villaggio andavano da mio padre per un aiuto, lui preferiva mettere da parte le proprie questioni familiari per occuparsi a dovere degli affari altrui, guadagnandosi alla fine la fiducia di chi lo circondava. Così, pensavo che comportarsi secondo l’idea: “Fai del tuo meglio per gestire lealmente tutto ciò che gli altri ti hanno affidato” fosse ciò che rendeva una persona fidata e buona. Poiché mi piaceva armeggiare con gli elettrodomestici, ogni volta che a qualcuno si rompevano le luci, la radio, la TV o altri apparecchi, se venivano da me facevo sempre del mio meglio per aiutarli a riparare queste cose. Credevo che questo fosse l’unico modo per essere all’altezza della fiducia che gli altri riponevano in me. Ogni volta che riparavo le cose degli altri e ascoltavo le loro lodi e i loro ringraziamenti, mi sentivo davvero felice e percepivo che nei loro cuori ero una persona fidata e buona. Dopo aver iniziato a credere in Dio, vivevo ancora secondo questo punto di vista. Stavo irrigando i nuovi arrivati e, siccome avevo appena iniziato la formazione, avevo molte lacune e non riuscivo a condividere chiaramente su alcune verità, quindi avevo bisogno di dotarmi ulteriormente delle verità sulle visioni, perché solo così avrei potuto svolgere bene il mio dovere. Tuttavia, non mi impegnavo nel mio lavoro principale. Quando i fratelli e le sorelle venivano da me per un aiuto con problemi al computer, per evitare di deluderli e per mantenere la buona immagine che avevano di me, mettevo subito da parte i miei doveri per aiutarli con i loro problemi informatici. Di conseguenza, non cercavo le verità pertinenti ai problemi dei nuovi arrivati né mi dotavo di esse, e le riunioni non ottenevano buoni risultati. Ero controllato dal punto di vista del “Fai del tuo meglio per gestire lealmente tutto ciò che gli altri ti hanno affidato”, considerando sempre cosa avrebbero pensato di me i fratelli e le sorelle e dando più valore a ciò che le persone mi affidavano piuttosto che al mio stesso dovere. Non stavo riuscendo ad adempiere il mio dovere. Come potevo definirmi una brava persona?
In seguito ho riflettuto: “Perché preferivo intralciare il mio dovere piuttosto che rifiutare le richieste degli altri? Che tipo di problema è questo?” Poi ho letto le parole di Dio: “Alcuni dicono: ‘Tra coloro che “fanno del loro meglio per gestire lealmente tutto ciò che gli altri hanno affidato loro”, vi sono anche molti che non cercano di trarre profitto a spese degli altri e che si prefiggono semplicemente di fare del loro meglio per gestire bene le cose; possiedono veramente questa condotta morale’. Questa affermazione non è corretta. Anche se non mirano a ricchezze, beni materiali o a un tornaconto di qualche tipo, cercano la fama. Che cos’è questa ‘fama’? Significa: ‘Ho accettato il compito che quella persona mi ha affidato. Indipendentemente dal fatto che quella persona sia presente o meno, fintanto che faccio del mio meglio per farlo bene e per gestire fedelmente ciò che mi è stato affidato, avrò una buona reputazione. Come minimo, alcuni sapranno che sono una brava persona, dotata di elevato carattere morale e degna di essere emulata. Posso rivestire una posizione agli occhi degli altri e crearmi una buona reputazione in un certo gruppo. Ne vale la pena!’ Altri dicono: ‘“Fai del tuo meglio per gestire lealmente tutto ciò che gli altri ti hanno affidato”, e poiché una persona ci ha affidato dei compiti, che lei sia presente o meno, dovremmo gestirli bene ed eseguirli fino a portarli a termine. Forse non ci procureremo una fama duratura, ma almeno nessuno potrà criticarci alle spalle dicendo che non siamo credibili. Non possiamo permettere che le generazioni future vengano discriminate e subiscano un’ingiustizia tanto grave’. Cosa stanno perseguendo? Perseguono comunque la fama. Alcuni danno molta importanza alla ricchezza e ai beni, altri alla fama e al guadagno. Che cosa significa ‘fama’? Quali sono le espressioni specifiche della ‘fama’ tra gli individui? L’essere definiti una persona buona e di elevato carattere morale, un modello, un uomo virtuoso o un santo. Vi sono persino alcuni che, poiché in una singola questione sono riusciti a ‘fare del loro meglio per gestire lealmente tutto ciò che gli altri hanno affidato loro’ e possiedono questo tipo di carattere morale, vengono lodati per l’eternità e i discendenti beneficiano della loro fama. Vedi, questo è molto più prezioso dei pochi vantaggi che possono ottenere al momento. Pertanto, chiunque si attenga al cosiddetto standard morale del ‘Fai del tuo meglio per gestire lealmente tutto ciò che gli altri ti hanno affidato’ non ha un punto di partenza tanto disinteressato. Costoro non cercano solo di adempiere ai loro obblighi e alle loro responsabilità di individui; bensì, si attengono a questa norma per ottenere un guadagno o una reputazione personali, sia in questa vita che nella prossima. Naturalmente, c’è anche chi vuole evitare di essere criticato alle spalle e di essere infamato. In breve, il punto di partenza che spinge le persone a fare questo tipo di cose non è disinteressato, e non si basa di certo sul punto di vista dell’umanità né sulla responsabilità sociale dell’umanità” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (14)”). “In qualsiasi comunità o gruppo sociale, gli individui vogliono che gli altri li considerino di elevato carattere morale, delle brave persone, affidabili, e degni di fiducia e di essere incaricati di svolgere dei compiti. Tutti desiderano crearsi un’immagine tale da guadagnarsi il rispetto e apparire agli altri come individui in carne e ossa dotati di sentimenti e di lealtà, e non come esseri spietati o alieni. Se vuoi integrarti nella società ed essere accettato e approvato, devi innanzitutto farti riconoscere come una persona di elevato carattere morale, dotata di integrità e credibilità. Quindi, a prescindere dal tipo di richieste che gli altri ti pongono, fai del tuo meglio per soddisfarli, renderli felici e poi ricevere da loro le lodi con cui dichiarano che sei una persona affidabile e di elevato carattere morale e che la gente è ben disposta a relazionarsi con te. In questo modo provi un senso di presenza nella vita. Se riesci a farti approvare dalla società, dalle masse, dai colleghi e dagli amici, conduci una vita particolarmente ricca e soddisfacente” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (14)”). Le parole di Dio hanno smascherato la radice del problema. Quando le persone sono in grado di “gestire lealmente gli affari altrui”, non è perché vogliono adempiere le loro responsabilità, ma perché vogliono guadagnarsi una buona reputazione. Riflettendo su me stesso, ho visto che ero stato influenzato da mio padre fin dall’infanzia. Ogni volta che a qualcuno si rompevano gli elettrodomestici e mi chiedevano aiuto, io accettavo sempre. Facevo tutto questo per avere una buona reputazione in paese e perché gli altri mi lodassero. Dopo aver iniziato a svolgere il mio dovere, ogni volta che i fratelli e le sorelle venivano da me con problemi al computer, non me la sentivo di rifiutare, per quanto fossi impegnato con il mio dovere. In particolare, quando i fratelli e le sorelle dicevano che le mie capacità di riparazione erano buone, mi sentivo davvero soddisfatto e pensavo che si fidassero di me. Per mantenere una buona immagine nel cuore dei fratelli e delle sorelle, anche se ero ben consapevole che i problemi dei nuovi arrivati erano ancora irrisolti e che avevo bisogno di dotarmi di più poiché le verità sulle visioni non mi erano ancora chiare, quando i fratelli e le sorelle venivano da me per un aiuto con il computer, anche se volevo rifiutare, non riuscivo a pronunciare le parole perché temevo di deluderli, temevo che avrebbero pensato che ero insensibile e che avrebbero avuto una cattiva impressione di me. In realtà, se avessero avuto un bisogno urgente del computer, sarebbe stato giusto da parte mia aiutarli occasionalmente a risolvere i loro problemi, ma alcuni non ne avevano un bisogno urgente e avrebbero potuto affidarli ai fratelli e alle sorelle che svolgevano il dovere di riparazione dei computer. Ma siccome non volevo deluderli, accettavo sempre, indipendentemente dal fatto che ciò influisse sul mio dovere e, di conseguenza, i miei doveri venivano intralciati. Davo molto valore alla mia fama e al mio guadagno e preferivo ritardare il mio dovere pur di mantenere una buona immagine nel cuore degli altri e far pensare loro che ero una persona fidata, amorevole e buona. Ero veramente egoista e spregevole! Il dovere è un incarico dato alle persone da Dio. È la responsabilità che un essere creato dovrebbe assolvere sopra ogni altra cosa, ma io consideravo le cose affidatemi dalle persone più importanti del mio dovere. Non importava quanto difficili o dispendiose in termini di tempo fossero le questioni che gli altri mi affidavano, cercavo di fare del mio meglio per svolgerle bene, senza pensare a come fare il mio dovere in un modo che soddisfacesse Dio. Mantenevo una buona immagine nel cuore delle persone ma, agli occhi di Dio, ero diventato una persona che prendeva il proprio dovere alla leggera, svolgendolo senza lealtà né affidabilità. Stavo davvero confondendo le mie priorità e mettendo il carro davanti ai buoi! Dio mi ha concesso la grazia di poter irrigare i nuovi arrivati, sperando che io cercassi la verità per risolvere le loro varie nozioni e i loro problemi, permettendo loro di arrivare a conoscere l’opera di Dio e di mettere radici nella vera via il prima possibile. Avrei dovuto mostrare considerazione per le intenzioni di Dio e adempiere i miei doveri in qualsiasi circostanza.
In seguito, ho riflettuto di nuovo: “Come dovrei trattare le cose che gli altri mi affidano?” Cercando, ho letto le parole di Dio: “Se il compito affidatoti non ti richiede troppo tempo e troppa energia ed è alla portata della tua levatura, o se ti trovi nell’ambiente e nelle condizioni favorevoli, allora in nome della coscienza e della ragione umane puoi fare delle cose per gli altri al meglio delle tue capacità e soddisfare le loro richieste ragionevoli e appropriate. Se invece l’incarico che ti è stato affidato richiede una quantità significativa del tuo tempo e della tua energia, e ti sottrae molto tempo, al punto da farti sacrificare la tua vita, e se le responsabilità e gli obblighi che hai in questa vita e i tuoi doveri di essere creato verrebbero ridotti a nulla e soppiantati, allora cosa fare? Dovresti rifiutare, poiché non è una tua responsabilità né un tuo obbligo. Per quanto riguarda le responsabilità e gli obblighi della vita di un individuo, oltre a prendersi cura dei propri genitori, all’educare i figli e ad adempiere alle responsabilità sociali nella società e nella cornice della legge, la cosa più importante è che la propria energia, il proprio tempo e la propria vita andrebbero spesi per svolgere i doveri di un essere creato, anziché ricevere da qualcun altro degli incarichi che sottraggono tempo ed energie. Questo perché Dio crea una persona, le dona la vita e la mette al mondo, ed essa non è tenuta a fare cose e ad adempiere a responsabilità per conto di altri. Ciò che le persone dovrebbero accettare maggiormente è l’incarico ricevuto da Dio. Solo questo è un incarico autentico, mentre accettare compiti affidati dagli uomini significa non svolgere i doveri che spettano a ognuno. Nessuno dispone dei requisiti per chiederti di dedicare la tua lealtà, le tue energie, il tuo tempo, o addirittura la tua giovinezza e la tua intera vita ai compiti che ti affida. Solo Dio è qualificato a chiedere alle persone di svolgere il loro dovere di esseri creati. Perché? Se un compito affidatoti richiede una quantità significativa del tuo tempo e della tua energia, ebbene, ti impedisce di svolgere il tuo dovere di essere creato e persino di seguire la retta via nella vita. Altera la tua direzione e i tuoi obiettivi di vita. Non è una cosa positiva, è una maledizione” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (14)”). Le parole di Dio mi hanno indicato un cammino di pratica. In questa vita, la cosa che più dovremmo accettare è l’incarico di Dio, che dovremmo portare a termine con tutto il nostro cuore e con tutta la nostra mente. Per quanto riguarda le questioni affidateci dagli altri, dobbiamo considerare se occuperanno troppo del nostro tempo e se intralceranno il nostro dovere principale. Se non richiedono troppo tempo e non siamo troppo impegnati con il nostro dovere, allora, per coscienza e ragione umana, possiamo aiutare a risolverle. Tuttavia, se aiutare gli altri influirà sul nostro dovere principale, allora dovremmo rifiutare e non dovremmo essere vincolati dall’idea culturale tradizionale: “Fai del tuo meglio per gestire lealmente tutto ciò che gli altri ti hanno affidato”. Tuttavia, in passato non avevo alcun principio nel modo in cui trattavo ciò che gli altri mi affidavano. A prescindere da chi mi chiedeva aiuto, non respingevo mai nessuno e di conseguenza intralciavo il mio stesso dovere. Sebbene non ci sia nulla di sbagliato nell’aiutare i miei fratelli e le mie sorelle a riparare i computer, se questo richiede molto tempo e ritarda il mio dovere, allora dovrei rifiutare e spiegare loro la situazione: capiranno. Non dovrei considerare sempre come mi vedono gli altri, ma praticare invece secondo le parole e i principi di Dio.
Una sera, due fratelli sono venuti a casa mia, dicendo che c’era un computer nuovo che non si accendeva e che avevano bisogno che gli dessi un’occhiata. Mi sono sentito turbato e ho pensato: “Ho ancora del lavoro urgente che non ho finito e, se accetto di aiutarli a riparare il computer, questo mi ritarderà sicuramente un bel po’; ma se rifiuto direttamente, cosa penseranno di me? Sarebbero arrivati contenti, ma se ne sarebbero andati delusi. Non darei loro una cattiva impressione di me?” Mi sono reso conto che stavo di nuovo considerando il mio prestigio e la mia immagine nel cuore degli altri, così ho pregato Dio in silenzio nel mio cuore chiedendoGli di guidarmi a praticare secondo i principi e a dare la priorità al mio dovere. Mi è tornato in mente un passo delle parole di Dio che avevo letto: “Se il compito affidatoti non ti richiede troppo tempo e troppa energia ed è alla portata della tua levatura, o se ti trovi nell’ambiente e nelle condizioni favorevoli, allora in nome della coscienza e della ragione umane puoi fare delle cose per gli altri al meglio delle tue capacità e soddisfare le loro richieste ragionevoli e appropriate. Se invece l’incarico che ti è stato affidato richiede una quantità significativa del tuo tempo e della tua energia, e ti sottrae molto tempo, al punto da farti sacrificare la tua vita, e se le responsabilità e gli obblighi che hai in questa vita e i tuoi doveri di essere creato verrebbero ridotti a nulla e soppiantati, allora cosa fare? Dovresti rifiutare, poiché non è una tua responsabilità né un tuo obbligo” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (14)”). Con la guida delle parole di Dio, ho trovato un cammino di pratica. Dovevo prima vedere quale fosse il problema del computer e, se non richiedeva troppo tempo e si trattava di una questione semplice, allora avrei aiutato a risolverlo. Ma se era un problema grave che avrebbe richiesto molto tempo per essere sistemato, allora li avrei indirizzati ai fratelli e alle sorelle che riparavano i computer. Così ho acceso il computer per controllare e ho scoperto che il sistema aveva un problema. Non era una cosa che si potesse sistemare in fretta, quindi ho detto ai fratelli che ero impegnato con il mio dovere e che non avevo tempo per ripararlo, e li ho indirizzati da altri fratelli e sorelle per un aiuto. Dopo aver sentito questo, hanno acconsentito. Quando ho praticato secondo le parole di Dio, i fratelli non si sono fatti nessuna idea negativa di me come avevo immaginato e mi sono vergognato molto.
Attraverso questa esperienza, ho acquisito discernimento sull’idea culturale tradizionale: “Fai del tuo meglio per gestire lealmente tutto ciò che gli altri ti hanno affidato” e ho anche capito che il semplice fatto di fare bene ciò che le persone affidano non rende una persona veramente buona. Solo adempiendo il proprio dovere con tutto il cuore e con tutte le proprie forze per soddisfare Dio si è una persona veramente buona. Inoltre, non ritardo più il mio dovere perché non posso rinunciare a salvarmi la faccia, sentendomi così obbligato a dire sempre di sì agli altri. Questo cambiamento e questa comprensione sono avvenuti grazie alla guida delle parole di Dio. Grazie a Dio!
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