I frutti della condivisione del Vangelo
di Chuxin, Corea del Sud Un po’ di tempo fa, ho conosciuto online una cristiana di nome Teresa, di origini filippine. Con il tempo, ho...
Diamo il benvenuto a chi ricerca la manifestazione di Dio!
Nel 2018, ero responsabile della produzione video. A volte, si doveva lavorare a più video nello stesso momento, e dovevano essere assegnati alle persone giuste per la produzione. Ogni volta, pensavo rapidamente a come distribuire il lavoro ma, quando parlavo del mio piano di distribuzione ai fratelli miei collaboratori, loro proponevano sempre integrazioni e miglioramenti. A volte, mi facevano notare dove stavo sbagliando, e mi sentivo un po’ in imbarazzo quando avevano troppi suggerimenti. Il modo in cui evidenziavano i miei problemi mi faceva sempre sentire incapace nel lavoro. Mi sono chiesto cosa pensassero gli altri di me come capogruppo. Uno dei miei due collaboratori aveva capacità eccezionali. L’altro aveva molta esperienza professionale e credeva in Dio da lungo tempo. Entrambi avevano una profonda comprensione dei problemi. Pensavo sempre: “Anche se riesco a notare alcuni problemi e a fornire dei buoni suggerimenti e idee, quando sarà il momento di attuarli, tutti penseranno che sia il risultato delle discussioni collettive tra noi tre, e il mio contributo non sarà evidente. Col tempo, i miei fratelli potrebbero pensare che, a parte produrre qualche video, come caposquadra non contribuisca molto al lavoro svolto dal gruppo”. Più ci pensavo, più ci stavo male, e ho cominciato a chiedermi: “Se sapessi fare di più e meglio ciò che non riescono a gestire i miei collaboratori, allora il mio ruolo non sarebbe più evidente?” Sapevo che le mie capacità erano buone rispetto al gruppo, e che secondo i fratelli avevo un buon ingresso nella vita; quindi, dedicando un po’ più di tempo a risolvere gli stati dei miei fratelli e sorelle e condividendo un po’ di più le mie conoscenze professionali, ero convinto di suscitare la loro ammirazione. Quindi, indipendentemente dal fatto che ne avessero bisogno o che avessero problemi, mi informavo sempre sui loro stati e condividevo con loro. Spesso cercavo anche informazioni tecniche e riepilogavo le competenze professionali da condividere con loro. Anche quando questo ritardava il mio lavoro di produzione video, comunque insistevo nel farlo. Ritenevo che il prezzo pagato valesse la pena.
Poiché le mie intenzioni erano sbagliate, non sapevo gestire le cose correttamente. L’efficacia del mio lavoro è diminuita drasticamente ed emergevano continui problemi. Una volta, ho commesso un errore elementare che neanche un principiante farebbe, e questo mi ha fatto vergognare molto. Ho pensato: “È ridicolo che un capogruppo commetta un errore simile. Se non faccio qualcosa per ripristinare la mia immagine, come potrò mantenere il mio ruolo?” Così, per evitare di essere guardato dall’alto in basso, ogni volta che ricevevo un compito, lo assegnavo ai fratelli in tutta fretta e poi mi immergevo nel mio lavoro. Non mi informavo affatto sull’andamento del lavoro del gruppo, e questo mi ha portato spesso a ritardare l’assegnazione dei compiti perché non seguivo il lavoro in tempo. Allora ero davvero insensibile. Quando sono accadute queste cose, non ho nemmeno pensato di riflettere su me stesso. In seguito, per esigenze lavorative, io e i miei collaboratori abbiamo formato nuovi membri per il gruppo. Pensavo che sorella Li, formata da me, avesse una base più solida degli altri, e che, se fossi riuscito a coltivarla rapidamente, avrei potuto dimostrare di saper coltivare bene gli altri. Tuttavia, dopo un periodo di contatto effettivo con lei, ho scoperto che aveva una levatura media e che progrediva abbastanza lentamente. In seguito, ho smesso di formarla con cura e attenzione. Quando aveva delle domande, le rispondevo in modo confuso. A volte, quando non capiva le mie risposte, mi provocava persino fastidio spiegargliele. Il tempo passava, e non solo lei non progrediva, ma i compiti di produzione sono diventati più difficili. In seguito, una mia collaboratrice si è offerta di formare sorella Li con me, e io mi sono detto: “Ora stai solo attaccando la mia immagine. Sono un caposquadra. Pensi che abbia bisogno del tuo aiuto per coltivare sorella Li? Questo mi farebbe sembrare completamente incapace, non trovi?” Ma sapevo anche di essere inefficiente nel formarla, quindi non potevo rifiutare apertamente. Potevo solo accettare con riluttanza. Per salvare la mia immagine, volevo trovare altre opportunità per dimostrare il mio valore. Una volta, un altro gruppo aveva delle difficoltà professionali e mi ha chiesto aiuto. Ho pensato: “È un’occasione rara. Se riesco a risolvere il problema, fratelli e sorelle di sicuro mi ammireranno, e la mia buona reputazione potrebbe diffondersi anche in altri gruppi”. Però, una volta esaminata la situazione, ho scoperto che serviva molto tempo e impegno per affrontare la questione. In quel momento, avevo già molti problemi nell’ambito del mio lavoro che dovevano essere risolti con urgenza, e quello dell’altro gruppo non era poi così urgente. Ho pensato che forse avrei dovuto tralasciare il loro problema, per il momento. Tuttavia, la ritenevo una buona occasione per ripristinare la mia immagine: non potevo lasciarmela sfuggire. Inoltre, i miei collaboratori potevano gestire il lavoro del nostro gruppo e fare a meno di me stavolta. Alla luce di questo, sicuro di me, ho fatto come pensavo.
Non facevo che pensare a come destare l’altrui ammirazione nei miei confronti, quindi non ero affatto attento al lavoro del gruppo, e questo ha rallentato molto il lavoro di produzione video. Inoltre, poiché distribuivo il lavoro in modo irragionevole e c’era un arretrato di compiti, l’efficacia del lavoro è diminuita drasticamente. Come supervisore, non sapevo come risolvere quei problemi, e il mio stato peggiorava sempre di più. Facevo gli straordinari tutti i giorni per recuperare, ma i risultati restavano scarsi. Quando l’ha saputo, il mio leader mi ha trattato, dicendo che stavo perseguendo fama e prestigio nel mio dovere e non risolvevo i problemi specifici del nostro lavoro. Dopo di che, anche se ho operato dei cambiamenti esteriori, non ho mai cercato di conoscere veramente me stesso e, in ogni questione, per prima cosa cercavo sempre di proteggere la mia reputazione e il mio prestigio. In seguito, sorella Li è stata trasferita perché non sapeva lavorare ai video da sola. Prima di andarsene, ha scritto i suoi pensieri nel riepilogo del lavoro e ha detto che, quando insegnavo le competenze professionali, aveva molte difficoltà che non riusciva a risolvere, e che le sue competenze professionali sono migliorate solo quando ha iniziato a insegnargliele sorella Liu. Leggerlo mi ha fatto infuriare. Ho pensato: “Se lo leggessero il mio leader e i miei collaoratori, cosa penserebbero? Non mi reputeranno un buono a nulla?” Per proteggere il mio prestigio e la mia immagine, ho segnalato i problemi di sorella Li al leader e ai collaboratori, sminuendo deliberatamente la sua levatura ed esagerando sul fatto che era negligente nel dovere e spesso controbatteva, e ho fatto in modo di rimarcare le carenze della sua umanità. Con mia sorpresa, il leader ha risposto: “Se questo è vero, forse non è adatta al suo attuale lavoro di irrigazione”. Sentirglielo dire mi ha sconvolto. Non avrei mai immaginato che le mie parole potessero portare a una tale conseguenza. Se sorella Li avesse davvero perso il suo dovere per ciò che avevo detto, allora avrei compiuto il male. Volevo farlo, ma ho considerato che avevo già una cattiva immagine agli occhi di tutti. Se fossi stato sincero al riguardo, oltre ad apparire inutile nel mio lavoro, sarei sembrato agli altri una persona di cattiva umanità. Così, ho detto con vaghezza al leader: “Dovresti approfondire”. E il leader, dopo aver indagato e verificato, ha scoperto che i problemi di sorella Li non erano così gravi come dicevo e non l’ha trasferita.
Nel frattempo, poiché perseguivo ostinatamente fama e prestigio e mi rifiutavo di cambiare, in base alle valutazioni dei miei fratelli e sorelle, il leader ha determinato che ero irresponsabile nel mio dovere, che non svolgevo lavoro pratico e che agivo solo per mettermi in mostra, e alla luce di questo mi ha destituito. Non capivo. Mi dedicavo molto al mio dovere ogni giorno, eppure ecco cos’era successo. Pensavo che, se i miei fratelli e sorelle avessero scoperto il motivo della mia sostituzione, avrebbero sicuramente detto che avevo cattiva umanità e che non perseguivo la verità. Come avrei affrontato tutti loro in futuro? Questo mi provocava una tristezza inesprimibile, ma sapevo che, a prescindere da tutto, prima di ogni altra cosa dovevo obbedire. Avevo intrapreso quella strada e potevo incolpare solo me stesso. In quel periodo, volevo riflettere sui miei problemi, così ho pregato Dio e Gli ho chieto di guidarmi a comprenderli.
In seguito, mi sono nutrito delle parole di Dio: un passo descriveva perfettamente il mio stato. Dio Onnipotente dice: “Gli anticristi vivono ogni giorno solo per la reputazione e il prestigio, vivono solamente per godere degli orpelli del prestigio, questo è tutto ciò a cui pensano. Anche quando occasionalmente soffrono qualche piccola difficoltà o pagano un minimo prezzo, lo fanno per acquisire prestigio e reputazione. Perseguire il prestigio, detenere il potere e avere una vita facile sono le cose principali per cui gli anticristi tramano sempre una volta iniziato a credere in Dio, e non si arrendono finché non raggiungono i loro obiettivi. Se le loro azioni malvagie vengono scoperte vanno nel panico, come se il cielo stesse per cadere su di loro. Non riescono a mangiare né a dormire e sembrano assenti, come se soffrissero di depressione. Quando si chiede loro cosa non vada, inventano bugie e rispondono: ‘Ieri sono stato così impegnato che non ho dormito tutta la notte, quindi sono molto stanco’. Ma, in realtà, nulla di tutto ciò è vero. Si sentono così perché non fanno che riflettere: ‘Le cattive azioni che ho compiuto sono state scoperte, quindi come posso ripristinare la mia reputazione e il mio prestigio?’ Per molto tempo non riescono a capire cosa fare, e si deprimono. A volte i loro occhi fissano un unico punto e nessuno sa cosa stiano guardando. Il problema li porta ad arrovellarsi il cervello, a vagliare ogni possibile pensiero e a non voler mangiare né bere. Nonostante ciò, continuano a dare l’impressione di interessarsi al lavoro della chiesa e chiedono agli altri: ‘Come procede l’evangelizzazione? Quante persone hai guadagnato questo mese? I fratelli e le sorelle hanno ottenuto qualche ingresso nella vita, di recente? Qualcuno ha causato intralcio o disturbo?’ A volte fanno deliberatamente domande su questioni inerenti alla chiesa, ma stanno solo simulando per gli altri. In realtà, pensano: ‘Le mie azioni malvagie sono state scoperte: cosa devo fare? Quali saranno le conseguenze? Come posso salvare questa situazione?’ Non c’è nulla che possano fare, questo è il problema più grande che gli anticristi affrontano in tutta la loro vita. […] Ovunque esistano gli anticristi, indipendentemente dalla portata della loro influenza, sia essa un gruppo o una chiesa, fintanto che detengono il potere, in quel luogo l’opera di Dio e la volontà di Dio sono ostacolate. Perché non si riescono ad attuare le disposizioni lavorative della casa di Dio? Il fatto che ciò si verifichi dimostra che gli anticristi non si occupano mai del lavoro della casa di Dio e non attuano mai le disposizioni lavorative della casa di Dio. Dunque, cosa fanno gli anticristi tutto il giorno? Si occupano di simulare e di mettersi in mostra. Fanno solo cose che riguardano la loro fama, i loro interessi e il loro prestigio. Sono impegnati a ingannare gli altri, ad attirare le persone, a consolidare il loro potere al fine di instaurare un regno indipendente. Si preoccupano solo del fatto che il loro tentativo di creare un regno indipendente abbia successo o meno e se possano acquisire il potere totale e controllare un maggior numero di persone tra i prescelti di Dio. Non si curano di nient’altro, nella maniera più assoluta. Non si preoccupano del lavoro della chiesa né dell’ingresso nella vita del popolo eletto di Dio, e tanto meno interessa loro che la volontà di Dio venga compiuta o no. Si preoccupano solo di quando potranno detenere autonomamente il potere, controllare il popolo eletto di Dio e porsi su un piano di parità con Dio. I desideri e le ambizioni degli anticristi sono davvero smisurati! Per quanto possano sembrare solerti nel lavoro, gli anticristi sono occupati solo nelle loro imprese personali, nel fare ciò che piace loro e nelle cose inerenti alla loro fama, ai loro interessi e al loro prestigio. Non pensano minimamente alle loro responsabilità o al dovere che dovrebbero svolgere, e non fanno assolutamente nulla di appropriato. Questo è esattamente ciò che sono gli anticristi” (“Fanno il loro dovere solo per distinguersi e alimentare i loro interessi e ambizioni; non considerano mai gli interessi della casa di Dio e addirittura li vendono in cambio della gloria personale (Parte seconda)” in “Smascherare gli anticristi”). La parola di Dio ha rivelato che gli anticristi vivono solo per la fama e il prestigio e non svolgono mai lavoro pratico. Soprattutto, per impedire agli altri di discernerli e vederli per ciò che sono, si arrovellano il cervello per mantenere la loro posizione, e sono disposti a ostacolare il lavoro della casa di Dio. Ho riflettuto su come avevo agito da quando ero capogruppo, e ho visto che mi ero comportato da anticristo. Poiché i miei collaboratori capivano meglio i problemi e sottolineavano sempre le mie carenze nel lavoro, temevo che i miei fratelli e sorelle mi ritenessero di scarsa levatura e incompetente nel mio lavoro, così cercavo di cogliere ogni opportunità per salvare la faccia. Passavo il tempo a organizzare i dati in modo che tutti vedessero che mi assumevo un fardello e comprendevo le competenze professionali. Ho persino messo da parte i problemi urgenti del mio gruppo che dovevano essere risolti e ho investito tempo nel risolvere quelli di un altro gruppo per mettermi in mostra. Quando ho commesso un errore nel mio video, per timore che gli altri ritenessero le mie capacità scarse, ho messo da parte il lavoro del gruppo e mi sono immerso nei miei compiti di produzione, sperando di svolgerli abbastanza bene da dimostrare le mie capacità. Ho anche sfruttato la coltivazione degli altri per dimostrare chi ero e, vedendo che sorella Li non cresceva abbastanza in fretta da dimostrare le mie capacità, sono diventato freddo e superficiale nei suoi confronti, e questo le ha reso impossibile apprendere le abilità. Volevo solo perseguire la reputazione il prestigio e agire a mio vantaggio, senza svolgere reale lavoro. Ho causato ritardi e danni al lavoro della casa di Dio. Non mi comportavo proprio come un anticristo? Neanche dopo che sorella Li è stata rimossa dal suo dovere ho provato alcun senso di colpa e, poiché aveva sottolineato le mie mancanze e le mie carenze, per proteggere la mia reputazione e il mio prestigio, ho cercato di giustificarmi e difendermi, sminuendola e giudicandola, fin quasi a farle perdere il suo dovere. In quel momento, ho finalmente capito che la mia natura era troppo maligna, egoista e spregevole! Pensare a tutto il male che avevo causato al lavoro della casa di Dio e a sorella Li mi rendeva davvero infelice. Quelle azioni avevano macchiato il mio cammino di fede in Dio! In seguito, ho pregato Dio per confessarmi e pentirmi.
Un giorno, ho letto un passo della parola di Dio. “Quando Dio chiede che le persone rinuncino alla fama e al prestigio, non le sta privando del diritto di scegliere; piuttosto, ciò dipende dal fatto che, perseguendo fama e prestigio, le persone danneggiano l’opera della chiesa, ostacolano l’ingresso dei fratelli e delle sorelle nella vita, e influenzano addirittura l’altrui possibilità di nutrirsi normalmente delle parole di Dio e comprendere la verità, e di ottenere in tal modo la salvezza da parte di Dio. Ma ancor più grave è che, quando le persone perseguono la fama e il prestigio, tale comportamento e modo di agire può essere assimilato a cooperare con Satana nel danneggiare e ostacolare al massimo grado il normale progresso dell’opera di Dio, e nell’impedire che la volontà di Dio venga normalmente compiuta tra i prescelti di Dio. Stanno deliberatamente contrastando e contestando Dio. Tale è la natura della ricerca di fama e prestigio. Il problema delle persone che ricercano i propri interessi personali è che gli obiettivi che perseguono sono quelli di Satana, obiettivi malvagi e ingiusti. Quando le persone perseguono interessi come la reputazione e il prestigio, diventano inconsapevolmente uno strumento di Satana, un suo mezzo e, per di più, una sua incarnazione. Costoro ricoprono un ruolo negativo nella chiesa; l’effetto che hanno sull’opera della chiesa, sulla normale vita della chiesa e sulla normale ricerca dei prescelti di Dio è quello di intralciare e compromettere; hanno un effetto negativo” (“Fanno il loro dovere solo per distinguersi e alimentare i loro interessi e ambizioni; non considerano mai gli interessi della casa di Dio e addirittura li vendono in cambio della gloria personale (Parte prima)” in “Smascherare gli anticristi”). Dopo aver letto la parola di Dio, ho finalmente capito che, quando perseguivo il prestigio e proteggevo i miei interessi personali invece che il lavoro della casa di Dio, in sostanza, fungevo da servo di Satana e intralciavo il lavoro della casa di Dio, una cosa che Dio odia e maledice. Sapevo di avere capacità lavorative e professionali inferiori ai miei collaboratori. Se fossi stato in grado di rinunciare alla mia reputazione, imparare umilmente da loro e collaborare armoniosamente con loro, avrei fatto dei progressi nelle mie capacità, e avrei saputo comprendere alcuni princìpi della verità. Sarebbe stato un bene per me. Ma non ho riconosciuto questa opportunità. Il titolo di “capogruppo” mi ha fatto montare la testa. Non investivo tempo nel mio reale dovere né mi dedicavo al mio lavoro principale. Invece, escogitavo modi per camuffarmi e mettermi in mostra così che gli altri mi ammirassero. Occupavo la posizione di capogruppo senza svolgere realmente il lavoro, e ho ostacolato e ritardato il nostro progresso. Dio odia e detesta le cose che ho fatto. La mia sostituzione era la giustizia di Dio e la Sua protezione per me. Pensare al danno che ho causato al lavoro della casa di Dio mi ha colmato di senso di colpa. Dio mi aveva esaltato, ma io Lo avevo deluso e avevo tradito la fiducia dei miei fratelli e sorelle. Ho pregato Dio: “Dio, il mio desiderio di prestigio è troppo forte! Senza questa rivelazione, non so per quanto tempo sarei rimasto insensibile. Vorrei usare questo fallimento per riflettere su me stesso”.
In seguito, mentre ricercavo la via da praticare in questo ambito, ho letto due passi delle parole di Dio. “Non fare sempre cose per il tuo tornaconto e non considerare costantemente i tuoi interessi; non preoccuparti degli interessi degli uomini e non pensare affatto al tuo orgoglio, alla tua reputazione o al tuo prestigio. Devi prima pensare agli interessi della casa di Dio e farne la tua prima priorità. Dovresti essere rispettoso della volontà di Dio e cominciare col riflettere se tu sia stato o meno impuro nell’adempimento del tuo dovere, se tu sia stato leale, se tu abbia adempiuto le tue responsabilità e abbia dato tutto te stesso, e, allo stesso modo, se tu abbia o meno riflettuto sinceramente sul tuo dovere e sul lavoro della chiesa Devi prendere in considerazione queste cose. Riflettici spesso e comprendile bene, e ti sarà più facile svolgere bene il tuo dovere” (“Libertà e liberazione si possono guadagnare solo eliminando la propria indole corrotta” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). “Se le persone perseguono solo la fama e il prestigio, se perseguono solo i propri interessi, allora non acquisiranno mai la verità e la vita, e saranno loro a perderci. Dio salva coloro che perseguono la verità. Se non accetti la verità, e se non sei capaci di riflettere sulla tua indole corrotta e conoscerla, allora non ti pentirai sinceramente e non avrai accesso alla vita. Accettare la verità e conoscere te stesso è la via per la crescita nella vita e per la salvezza, è la possibilità di presentarti davanti a Dio per accettare il Suo esame, il Suo giudizio e il Suo castigo, e acquisire la vita e la verità. Se rinunci a perseguire la verità per perseguire invece la fama, il prestigio e i tuoi interessi personali, questo equivale a rinunciare all’opportunità di ricevere il giudizio e il castigo di Dio e di ottenere la salvezza. Tu scegli la fama, il prestigio e i tuoi interessi, ma ciò a cui rinunci è la verità, e ciò che perdi è la vita e la possibilità di essere salvato. Quale tra queste cose ha maggiore significato? Se scegli i tuoi interessi e rinunci alla verità, non sei forse stupido? Per essere chiari, è una grande perdita in cambio di un piccolo vantaggio. Fama, prestigio, denaro e interessi sono tutti transitori, effimeri, mentre la verità e la vita sono eterne e immutabili. Se le persone risolvono questa loro indole corrotta che le induce a perseguire la fama e il prestigio, allora possono sperare di ottenere la salvezza. Inoltre, la verità che le persone acquisiscono è eterna; Satana non può portar loro via questa verità, né può nessun altro. Tu hai rinunciato ai tuoi interessi, ma ciò che hai guadagnato sono la verità e la salvezza; questi risultati appartengono a te. Li hai conseguiti per te stesso. Se le persone scelgono di praticare la verità, allora, anche se hanno perso i loro interessi, stanno guadagnando la salvezza di Dio e la vita eterna. Quelle sono le persone più intelligenti. Se le persone ottengono benefici a spese della verità, ciò che perdono sono la vita e la salvezza di Dio; quelle sono le persone più stupide” (“Conoscere la propria indole è il fondamento per trasformarla” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). La parola di Dio mi ha fatto capire che nel dovere dobbiamo abbandonare le intenzioni sbagliate. Invece della reputazione e del prestigio, dobbiamo mettere gli interessi della casa di Dio al primo posto in ogni cosa. Solo una pratica di questo tipo è in linea con la volontà di Dio, e così dovrebbe comportarsi chi ha coscienza e ragione. Capito questo, ho rinunciato consapevolmente alla mia carne, non ho più pensato alla reputazione e al prestigio e mi sono concentrato sul mio dovere. Oltre a portare a termine i miei compiti di produzione, annotavo inoltre i problemi e le deviazioni frequenti nel mio lavoro e in quello degli altri, e li segnalavo ai capisquadra e ai miei fratelli e sorelle per discuterne e trovare soluzioni. Questa pratica era di giovamento a tutti, e ho potuto fare progressi nelle mie capacità professionali. Quando ho visto questo risultato, sono stato molto grato a Dio. Dipendeva del fatto che tutti svogevano i loro doveri con un solo cuore e una sola mente. In passato, volevo sempre proteggere la mia reputazione e il mio prestigio. Agivo sempre per migliorare la mia immagine e mettermi in mostra nel mio dovere, non risolvevo alcun problema pratico, e non facevo che accumulare trasgressioni. Quando invece ho smesso di pensare alla mia reputazione e ho cominciato a prendere l’iniziativa di rilevare le carenze e gli errori nel lavoro, i miei fratelli e sorelle non solo non mi hanno guardato dall’alto in basso, ma discutevano e collaboravano con me, e abbiamo potuto svolgere meglio il nostro dovere. Solo allora ho capito quanto fossi sciocco a camuffarmi e a far sfoggio di me. Se avessi praticato in questo modo prima, non avrei ostacolato il lavoro della casa di Dio.
In seguito, il mio leader mi ha incaricato di irrigare part-time i nuovi arrivati, dicendomi che, poiché alcuni di loro non erano affatto radicati nella loro fede in Dio, diventavano passivi, deboli e abbandonavano le riunioni quando erano in difficoltà o i pastori li disturbavano, e quindi avevano urgente bisogno di sostegno mediante irrigazione. Conoscevo l’estrema importanza di quel dovere, ma ero lo stesso un po’ riluttante. Principalmente, il fatto che si trattasse di un lavoro part-time: per quanto lo svolgessi bene, nessuno del nostro gruppo lo avrebbe notato. Ho pensato che avrei potuto dedicare più tempo al mio lavoro. Potevo dedicare il mio tempo libero a migliorare le mie tecniche professionali. Se fossi diventato più efficace nel mio lavoro principale, i miei fratelli mi avrebbero ammirato. Quindi, non volevo impegnarmi troppo nell’irrigazione. Nei giorni successivi, però, ho sentito che il mio stato era errato, così mi sono aperto e ho fatto comunione con i miei fratelli, e allora mi sono reso conto che stavo ancora perseguendo la reputazione e il prestigio. Poi, ho letto queste parole di Dio: “Sebbene la maggior parte delle persone affermi di perseguire volentieri la verità, quando si tratta di metterla in pratica o di pagare un prezzo per essa, alcuni semplicemente rinunciano. Questo è, in essenza, un tradimento. Più un momento è cruciale, più devi rinunciare agli interessi della carne e mettere da parte la vanità e l'orgoglio; se non sei in grado di farlo, non puoi guadagnare la verità e ciò dimostra che non obbedisci a Dio. Se più un momento è cruciale, più gli uomini sono in grado di sottomettersi, abbandonare gli interessi personali, la vanità e l’orgoglio e compiere adeguatamente il proprio dovere, soltanto allora saranno ricordati da Dio. Queste sono tutte buone azioni! A prescindere da quale dovere si compia o da cosa si faccia, che cos’è più importante, la propria vanità e il proprio orgoglio oppure la gloria di Dio? Quale delle due andrebbe scelta? (La gloria di Dio.) Che cosa riveste maggiore importanza: le tue responsabilità o i tuoi interessi? Fare fronte alle tue responsabilità, questa è la cosa più importante, e hai l’obbligo morale di farlo” (“Guadagnare Dio e la verità è la più grande delle gioie” in “I discorsi di Cristo degli ultimi giorni”). Dopo aver letto la parola di Dio, ho visto chiaramente che, a prescindere dal fatto che fossi o meno ammirato, quello era il mio dovere, e dunque una mia responsabilità e un incarico da parte di Dio. Dovevo accettarlo e trattarlo con sincerità. Non potevo più fare calcoli per la mia reputazione e il mio prestigio. Occorreva del personale per il lavoro di irrigazione, e non voler svolgere quel lavoro perché non offriva la possibilità di mettersi in mostra sarebbe stato scriteriato e irragionevole. Quella sera, ho ascoltato un inno della parola di Dio. Il testo diceva: “Dio considera prezioso l’amore di ogni uomo. Riversa ancor più le Sue benedizioni su tutti coloro che Lo amano. Questo perché l’amore dell’uomo è tanto difficile da trovare, ce n’è così poco” (“Offrirai l’amore nel tuo cuore a Dio?” in “Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Mi ha davvero commosso. Più il lavoro della casa di Dio ha bisogno di essere tutelato, più devo adempiere ai miei doveri e responsabilità. Non potevo di nuovo deludere Dio. Poi, ho detto alla sorella responsabile dell’irrigazione: “Sono disposto ad accettare questo dovere”. Anche se avevo numerose carenze nell’irrigare i nuovi arrivati e ho incontrato molte difficoltà, quando ho corretto le mie motivazioni e mi sono affidato a Dio, ho visto la guida e le benedizioni di Dio, e in breve tempo alcuni dei nuovi arrivati partecipavano regolarmente alle riunioni.
Presto, la chiesa mi ha messo a capo di un altro compito. Ho pensato: “Stavolta, per quanto sia occupato con i miei compiti di produzione, mi terrò aggiornato sui progressi del gruppo e assegnerò gli incarichi in modo tempestivo”. Inoltre, analizzavo il lavoro con i fratelli e le sorelle per risolvere le difficoltà che incontravano, e per le cose che non capivo cercavo persone di buone capacità che ci aiutassero a risolverle. Lentamente, i miei risultati sono migliorati in modo significativo. Sapevo che era tutto merito della guida e delle benedizioni di Dio. In passato, mi preoccupavo solo della reputazione e del prestigio. Ora so rinunciare alla ricerca di prestigio, proteggere consapevolmente il lavoro della casa di Dio e compiere il mio dovere con i piedi per terra. Questi sono i risultati ottenuti dall’opera di Dio. Dio sia lodato!
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