Diffondere il Vangelo è il mio dovere irrinunciabile

23 Agosto 2024

di Li Hui, Cina

Sono cresciuta in campagna con otto tra fratelli e sorelle. Mia madre era di salute cagionevole e non poteva lavorare, mentre mio padre non si occupava della casa né guadagnava nulla. Riuscivamo a vivere solo con i lavori agricoli. Tutti intorno a noi ridevano dell’inettitudine dei miei genitori, e persino i nostri parenti ci guardavano dall’alto in basso e si rifiutavano di avere a che fare con noi. Col passare del tempo, mi pareva che vivendo in quella famiglia godessi di scarso status sociale e fossi una persona di bassa classe. Anche quando uscivo, di solito non avevo il coraggio di parlare con gli altri. Poi mi sono sposata; mio marito era un comune operaio, tutti i suoi colleghi erano più promettenti di lui, e ogni volta che ci vedevano si davano delle arie; a volte parlavano in modo sarcastico o addirittura ci biasimavano. Era molto dura per me e avevo scarsa stima di me stessa. Questo fino a quando non ho iniziato a credere in Dio e ho letto le Sue parole; allora ho riconosciuto i miei punti di vista sbagliati e il mio cuore ha trovato la liberazione.

Nel 2021 ho iniziato a diffondere il Vangelo. In seguito, ho incontrato alcuni potenziali destinatari del Vangelo che erano capi o quadri: erano tutte persone con un certo prestigio e una certa posizione. Mi sentivo limitata, mi dicevo che le condizioni della mia famiglia erano misere, che non avevo conoscenze né prestigio e che non ero all’altezza di trattare con quelle persone di prestigio e posizione elevati. Ma mi rendevo conto che era il mio dovere e non potevo esimermi, così ho pregato Dio dicendo che ero disposta a farlo.

Una volta mi stavo preparando a diffondere il Vangelo a un capo. Quando lei ha appurato che ero un’operaia, ha rifiutato categoricamente, dicendo: “Non fatela venire qui: io incontro solo persone di fama e prestigio”. Queste sue parole mi hanno molto ferita e ho pensato: “Godo di prestigio e posizione scarsi; non sono nemmeno degna di incontrare una potenziale neofita. Come posso diffondere il Vangelo? Se avessi prestigio e posizione, e se il mio background familiare fosse un po’ migliore, forse gli altri non mi guarderebbero così dall’alto in basso”. A questo pensiero, non avevo molta voglia di comunicare il Vangelo a quella donna. Volevo tornare nel luogo in cui vivevo prima. Lì molte persone erano lavoratori esterni e godevano di prestigio e posizione più o meno pari ai miei, non mi avrebbero guardata dall’alto in basso. Ho detto al leader che diffondere il Vangelo lì era difficile, che lì le persone avevano soldi e influenza, mentre io ero solo un’operaia esterna e quindi era difficile per me creare dei legami con loro; inoltre, la pandemia era in fase acuta e non avevo modo di collaborare. Il leader ha acconsentito. Tornata a casa, non ho riflettuto su me stessa, quindi la questione è rimasta irrisolta.

Nell’estate del 2022, una donna che era stata allontanata mi ha fornito una potenziale destinataria del Vangelo membro di una confessione religiosa. Al nostro incontro, questa donna che era stata allontanata ha trovato che fossi poco elegante e raffinata, così mi ha chiesto: “Sai diffondere il Vangelo? Capisci la Bibbia?” Sul monento non mi sono resa conto del significato delle sue domande, così ho risposto sinceramente: “Ho diffuso il Vangelo a persone religiose e capisco un po’ la Bibbia”. Lei ha proseguito: “Non sono io a guardarti dall’alto in basso, ma la potenziale destinataria del Vangelo; le sue condizioni familiari sono buone e gode di prestigio e posizione elevati!” Allora l’ho presa piuttosto male, pensando: “Sono vestita in modo appropriato e dignitoso; è solo che non indosso abiti costosi, quindi lei mi guarda dall’alto in basso. Se fosse lei la potenziale destinataria del Vangelo, sicuramente mi guarderebbe dall’alto in basso. Il mio prestigio e la mia posizione non sono all’altezza, sarà difficile condividere il Vangelo all’altra!” Ho pensato che se avessi avuto un buon background, se il mio prestigio e la mia posizione fossero stati un po’ più elevati, e se avessi avuto soldi e influenza, allora diffondere il Vangelo non sarebbe stato necessariamente così difficile. Ero piuttosto depressa, così ho pregato Dio e ho ricercato da Lui, chiedendoGli di guidarmi a imparare una lezione. Nella mia ricerca, ho letto un passo delle Sue parole: “Nel diffondere il Vangelo si va spesso incontro a derisione, scherno, irrisioni e calunnie o addirittura trovarsi in situazioni pericolose. Alcuni fratelli e sorelle, per esempio, vengono denunciati o rapiti da persone malevole, altri vengono denunciati alla polizia e consegnati al governo. Alcuni possono essere arrestati e incarcerati, altri addirittura picchiati a morte. Sono tutte cose che succedono. Ma ora che ne siamo a conoscenza, dovremmo forse cambiare il nostro atteggiamento verso il lavoro di diffusione del Vangelo? (No.) Diffondere il Vangelo è responsabilità e obbligo di tutti. In ogni momento, qualunque cosa ascoltiamo o vediamo o a qualunque trattamento andiamo incontro, dobbiamo sempre assumerci la responsabilità di diffondere il Vangelo. In nessun caso dobbiamo rinunciare a questo dovere a causa di negatività o debolezza. Il dovere di diffondere il Vangelo non procede senza intoppi, anzi è disseminato di pericoli. Quando diffondete il Vangelo, non vi trovate di fronte angeli o extraterrestri o robot. Vi trovate davanti soltanto l’umanità malvagia e corrotta, demoni viventi, bestie: sono tutti esseri umani che sopravvivono in questo spazio malvagio, questo mondo malvagio, che sono stati corrotti in profondità da Satana e si oppongono a Dio. Pertanto, mentre si diffonde il Vangelo, vi sono certamente pericoli di ogni sorta, per non parlare di calunnie meschine, irrisioni e incomprensioni, che sono eventi comuni. Se davvero consideri una responsabilità, un obbligo e un dovere diffondere il Vangelo, allora potrai avere una corretta opinione di queste cose e saprai anche gestirle correttamente. Non rinuncerai alla tua responsabilità e al tuo obbligo, né per via di queste cose ti allontanerai dalla tua intenzione originaria di diffondere il Vangelo e testimoniare Dio, e non accantonerai mai questa responsabilità, poiché questo è il tuo dovere. Come va inteso questo dovere? È il valore e l’obbligo principale della vita umana. Diffondere la buona novella dell’opera di Dio negli ultimi giorni e il Vangelo dell’opera di Dio costituisce il valore della vita umana(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Diffondere il Vangelo è il dovere a cui sono moralmente obbligati tutti i fedeli”). Le parole di Dio ci dicono che quando si diffonde il Vangelo è normale essere derisi, scherniti, sbeffeggiati e umiliati, poiché diffondendo il Vangelo ci troviamo davanti solo esseri umani corrotti da Satana. Ma, a prescindere dalle circostanze e dalle difficoltà che incontriamo, dobbiamo adempiere questa responsabilità di diffondere il Vangelo. Quando quella volta avevo appurato che quella potenziale destinataria del Vangelo non voleva vedermi, mi era parso che, poiché godevo di prestigio e posizione inferiori ai suoi e lei mi avrebbe guardata dall’alto in basso e messa in imbarazzo, sarebbe stato meglio non condividere il Vangelo con lei, per evitare l’umiliazione. Ora era lo stesso. Indossavo abiti ordinari e non godevo di prestigio né di una posizione; gli altri mi guardavano dall’alto in basso e sentivo che, se avessi condiviso il Vangelo alla potenziale neofita, lei mi avrebbe guardata dall’alto in basso e messa in imbarazzo. Così ho iniziato a tirarmi indietro, temendo che la mia reputazione e il mio orgoglio potessero essere colpiti negativamente: incolpavo il mio misero background. Non mi rendevo conto che era una cosa vana, che era il mio desiderio di reputazione e di prestigio a causare problemi. Ho pensato a quei fratelli e sorelle che sono stati arrestati e torturati dal regime satanico per aver diffuso il Vangelo. Hanno sopportato molte avversità, e alcuni hanno quasi perso la vita, ma hanno saputo affidarsi a Dio e rimanere saldi nella loro testimonianza. Quando sono stati rilasciati di prigione, hanno ripreso a diffondere il Vangelo e a testimoniare Dio. In confronto a loro, le mie avversità non erano nulla. Non volevo più diffondere il Vangelo già alla minima perdita di reputazione. Ho capito che non stavo facendo il mio dovere con sincerità: non avevo alcuna testimonianza. Dio ha espresso milioni di parole durante la Sua opera degli ultimi giorni per salvare coloro che credono sinceramente in Lui e cercano la Sua apparizione. In quanto essere creato, dovrei tener conto dell’intenzione di Dio, diffondendo il Vangelo e rendendo testimonianza a Dio, permettendo alle persone di udire la Sua voce e di vedere la Sua apparizione. Questa è la cosa più giusta ed è la mia missione e responsabilità. Anche se nel farlo potremmo patire delle avversità ed essere messi in imbarazzo, tutto questo è prezioso e significativo. Ora che comprendevo le intenzioni di Dio, non volevo più fuggire o tirarmi indietro. Non importava quanto la potenziale neofita mi guardasse dall’alto in basso o mi mettesse in imbarazzo: avrei dovuto abbandonare la mia immagine e compiere il mio dovere. Allo stesso tempo, mi sono anche resa conto che, dopo essere stati corrotti da Satana, gli esseri umani guardano solo all’aspetto esteriore di una persona, e se ha prestigio e una posizione: se ne ha, allora la gente la ammira e la rispetta, ma se non possiede prestigio e posizione, denaro e influenza, allora viene guardata dall’alto in basso. Tutto questo a causa della corruzione dell’umanità da parte di Satana. La persona che era stata allontanata e la potenziale neofita mi guardavano dall’alto in basso a causa del mio prestigio e della mia posizione, era normale. Quando me ne sono resa conto, il mio stato ha subito una svolta. In seguito, ho ricontattato la persona che era stata allontanata e lei si è detta disposta a collaborare. Mi sono messa in contatto con lei e ho scoperto che aveva una comprensione davvero assurda e si aggrappava particolarmente alle sue nozioni e fantasie. Abbiamo dovuto rinunciare. Ma attraverso quelle circostanze ho acquisito una certa conoscenza di me stessa, e questo era l’amore di Dio.

In seguito, ho letto un passo delle parole di Dio e ho acquisito una certa conoscenza del mio stato. Dio Onnipotente dice: “Qualsiasi siano la tua identità o il tuo prestigio, sono comunque prestabiliti da Dio. Indipendentemente dal tipo di famiglia o dal contesto familiare che Dio ha decretato per te, l’identità che erediti non è né vergognosa né onorevole. Il principio in base al quale tratti la tua identità non deve fondarsi sull’onore e sulla vergogna. A prescindere dal tipo di famiglia in cui Dio ti fa nascere, a prescindere dal tipo di famiglia da cui ti permette di provenire, tu possiedi una sola identità agli occhi di Dio, che è quella di un essere creato. Davanti a Dio sei un essere creato, quindi ai Suoi occhi sei uguale a qualsiasi membro della società in possesso di un’identità e di un prestigio sociale diversi dai tuoi. Siete tutti membri dell’umanità corrotta e persone che Dio vuole salvare. E naturalmente, davanti a Dio, avete tutti la stessa opportunità di svolgere i vostri doveri di esseri creati e di perseguire la verità e ottenere la salvezza. A questo livello, sulla base dell’identità di essere creato che Dio ti ha conferito, non dovresti avere della tua identità una considerazione né alta né bassa. Dovresti invece trattare correttamente la tua identità che proviene da Dio, ossia quella di un essere creato, e saperti relazionare con tutti armoniosamente, su un piano di parità e secondo i principi che Dio insegna agli uomini e a cui li richiama. A prescindere dal prestigio sociale o dall’identità sociale degli altri e da quelli che possiedi tu, chiunque entra a far parte della casa di Dio e si presenta davanti a Dio possiede una sola identità, quella di essere creato. Pertanto, chi è provvisto di prestigio sociale e identità di basso livello non dovrebbe sentirsi inferiore. Che tu abbia talento o meno, che la tua levatura sia elevata e che tu possieda capacità oppure no, dovresti abbandonare il tuo prestigio sociale, così come le idee o il punto di vista di classificare e dividere le persone per livelli o di categorizzarle come eminenti o umili in base al loro retroterra e alla loro storia familiare. Non dovresti sentirti inferiore a causa della tua identità e del tuo prestigio sociale di basso livello. Dovresti essere lieto del fatto che, nonostante tu non possieda un retroterra familiare così impressionante e favoloso e abbia ereditato un prestigio scarso, Dio non ti ha abbandonato. Dio solleva le persone umili dal letame e dalla polvere e conferisce a te e a tutti gli altri la stessa identità, quella di esseri creati. Agli occhi di Dio e all’interno della Sua casa, possiedi la medesima identità e il medesimo prestigio di tutti gli altri prescelti di Dio. Una volta che te ne rendi conto, dovresti abbandonare il tuo complesso di inferiorità e smettere di aggrapparti a esso(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (13)”). Leggere le parole di Dio mi ha molto commossa. In passato, pensavo che chi gode di status sociale e buone condizioni familiari avesse una posizione nobile, che appartenesse a una classe superiore di persone, e che chi non ha prestigio e una posizione fosse una persona infima e di bassa classe. Questa visione non era conforme alla verità. Le mie condizioni familiari sono state misere sin da quando ero piccola. Non ho avuto una buona istruzione né acquisito abilità, e gli altri mi hanno guardata dall’alto in basso per tutta l’infanzia e anche da adulta. Una volta sposata, poiché anche mio marito era povero e del tutto privo di status sociale, il mio prestigio e la mia posizione mi parevano troppo scarsi e mi sentivo particolarmente inferiore. Invidiavo e veneravo in modo particolare chi aveva prestigio e una posizione. Poi ho iniziato a credere in Dio, e quella potenziale neofita non mi ha permesso di condividerle il Vangelo perché ero un’operaia, e quindi mi sono sentita ancora più limitata. Credevo che il mio background fosse misero e il mio prestigio scarso, che sarei stata messa in imbarazzo dagli altri e che sarebbe stato difficile diffondere il Vangelo, per cui desideravo fuggire e tirarmi indietro. In realtà, agli occhi di Dio ognuno è un essere creato e ha lo stesso prestigio e la stessa posizione, e non si distingue tra individui elevati e infimi. Gli esseri umani collocano sé stessi in classi diverse in base al contesto familiare e allo status sociale, ma Dio tratta tutti in modo equo. Le persone devono solo accettare la verità perché Dio le salvi. Io sono un essere creato, quindi dovrei compiere il mio dovere, senza lasciarmi limitare dal prestigio e dalla posizione.

In seguito, un fratello mi ha fatto leggere un passo delle parole di Dio che mi ha molto colpita. Dio Onnipotente dice: “Pensateci: come dovreste trattare il valore, lo status sociale e il background familiare di un uomo? Qual è l’atteggiamento corretto da tenere? Prima di tutto, dovreste capire dalle parole di Dio come Egli affronta la questione; solo così arriverete a comprendere la verità e a non fare nulla che vada contro la verità stessa. Quindi, come considera Dio il background familiare di una persona, il suo status sociale, l’istruzione ricevuta e la ricchezza che possiede nella società? Se non vedi le cose in base alle parole di Dio e non riesci a stare dalla Sua parte e ad accettare le cose da Lui, allora il tuo modo di vedere le cose sarà sicuramente molto lontano da ciò che Dio intende. Se non c’è molta differenza ma solo una piccola discrepanza, allora non è un problema; se invece il tuo modo di vedere le cose va completamente contro ciò che Dio intende, allora è in contrasto con la verità. Per quanto riguarda Dio, ciò che Egli dà alle persone e quanto ne dà dipende da Lui, e anche lo status che le persone hanno nella società è ordinato da Dio e non è nel modo più assoluto posto in essere dalle persone stesse. Se Dio fa sì che qualcuno soffra dolore e povertà, significa che costui non potrà sperare di essere salvato? Se una persona è di scarso valore e ha una bassa posizione sociale, Dio non la salverà? Se il suo status è basso nella società, significa che è basso anche agli occhi di Dio? Non necessariamente. E questo da cosa dipende? Dipende dal cammino che percorre questa persona, da ciò che persegue e dal suo atteggiamento nei confronti della verità e di Dio. Se una persona ha uno status sociale molto basso, viene da una famiglia molto povera e ha un basso livello di istruzione, ma crede in Dio con i piedi per terra e ama la verità e le cose positive, agli occhi di Dio avrà un valore alto o basso, avrà valore oppure no? Avrà valore. Guardando la cosa da questa prospettiva, da cosa dipende il valore di una persona, se alto o basso, se nobile o modesto? Dipende da come Dio ti vede. Se Dio ti vede come una persona che persegue la verità, allora hai valore e sei prezioso: sei come un vaso di valore. Se invece Dio vede che non persegui la verità e non ti spendi sinceramente per Lui, allora non hai valore e non sei prezioso, sei come un vaso di poco valore. Non importa quanto tu sia istruito o quanto sia alto il tuo status nella società, se non persegui o non comprendi la verità, allora il tuo valore non potrà mai essere alto; anche se molte persone ti sostengono, ti lodano e ti adorano, sei comunque un indegno miserabile. Allora, perché Dio vede le persone in questo modo? Perché una persona così ‘nobile’, con uno status così elevato nella società, con tante persone che la lodano e la ammirano, addirittura con un prestigio così alto, è vista da Dio come infima? Perché il modo in cui Dio vede le persone è totalmente l’opposto dell’opinione che la gente ha degli altri? Forse Dio Si mette di proposito contro le persone? Assolutamente no. È perché Dio è verità, Dio è giustizia, mentre l’uomo è corrotto e non ha verità né giustizia, e Dio giudica l’uomo secondo il Suo Proprio metro, e il Suo metro di giudizio è la verità(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 7 – Sono malvagi, insidiosi e ingannevoli (Parte prima)”). Dalle parole di Dio, ho capito che i luoghi e le famiglie in cui si nasce sono tutti decretati da Dio, le persone non possono sceglierli, quindi tutti dovrebbero sottomettersi alla sovranità e alle disposizioni di Dio. Dio non guarda se il loro status sociale o la loro istruzione siano elevati o scarsi; Egli guarda se le persone sono in grado di mettere in pratica le Sue parole e di svolgere il loro dovere in base alle verità principi. Se qualcuno ha uno status sociale elevato e un buon background familiare, ma non persegue né accetta la verità, Dio non lo salverà. Se qualcuno non ha conoscenza né prestigio, ma ama le cose positive, sa accettare la verità e agire in base alle parole di Dio, Dio lo apprezzerà. Dio guarda al cuore delle persone e al loro atteggiamento verso la verità. Per quanto elevato possa essere lo status sociale di una persona, se essa sa presentarsi davanti a Dio, leggere le Sue parole, cercare di conoscerLo e compiere i doveri di un essere creato, allora agli occhi di Dio è nobile. Tutti coloro che non si presentano davanti a Dio sono infimi e non valgono nulla. Dal momento che avevo potuto essere elevata da Dio, ricevere la Sua grazia e compiere il dovere di un essere creato, dovevo fare tesoro dell’opportunità da Lui offertami di compiere il mio dovere.

In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio: “Non importa se la tua famiglia ti arreca gloria o vergogna o se l’identità e il prestigio sociale che ne erediti sono nobili o umili: per quanto ti riguarda, la tua famiglia non è altro che questo. Non determina se tu possa o meno comprendere la verità, se tu possa perseguirla o se tu sia in grado di intraprendere il cammino del perseguimento della verità. Pertanto, le persone non dovrebbero considerarla una questione molto importante, poiché non determina il loro destino né il loro futuro, e tanto meno il cammino che intraprendono. L’identità che erediti dalla tua famiglia può determinare solamente i tuoi sentimenti e le tue percezioni tra gli altri. Che l’identità che erediti dalla tua famiglia sia qualcosa che disprezzi o sia invece degna di vanto, essa non può determinare la tua capacità di intraprendere il cammino del perseguimento della verità. Quindi, quando si tratta di perseguire la verità, non importa che tipo di identità o di prestigio sociale erediti dalla tua famiglia. Anche se l’identità che erediti ti fa sentire superiore e onorato, non vale comunque la pena menzionarla. Oppure, se suscita in te sentimenti di vergogna, di inferiorità e di scarsa autostima, non influirà lo stesso sul tuo perseguimento della verità. Non è così? (Sì.) Non influirà minimamente sul tuo perseguimento della verità né sulla tua identità di essere creato agli occhi di Dio. Al contrario, non importano l’identità e il prestigio sociale che erediti dalla tua famiglia: dal punto di vista di Dio, tutti hanno la stessa opportunità di essere salvati, e svolgono il loro dovere e perseguono la verità con lo stesso prestigio e la stessa identità. L’identità che erediti dalla tua famiglia, sia essa onorevole o vergognosa, non determina la tua umanità né il cammino che intraprendi. Se però le attribuisci una grande importanza e la consideri una parte essenziale della tua vita e del tuo essere, allora ti ci aggrapperai saldamente, non la abbandonerai mai e ne sarai orgoglioso. Se l’identità che erediti dalla tua famiglia è nobile, la considererai una sorta di capitale; se invece è infima, la considererai qualcosa di cui vergognarti. Non importa se l’identità che erediti dalla tua famiglia è nobile, gloriosa o vergognosa: questo è solo il tuo intendimento personale e il mero risultato del fatto che guardi alla questione dalla prospettiva della tua umanità corrotta. Si tratta solo di una tua sensazione, una tua percezione e una tua comprensione, i quali non sono in linea con la verità e non hanno nulla a che vedere con essa. La tua identità non è un capitale per il tuo perseguimento della verità né naturalmente può ostacolarlo. Se godi di un prestigio sociale nobile ed elevato, ciò non significa che sia un capitale per la tua salvezza. Se il tuo prestigio sociale è basso e umile, ciò non significa che sia un ostacolo al tuo perseguimento della verità né tanto meno al tuo perseguimento della salvezza(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (12)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che la famiglia e lo status sociale non hanno nulla a che fare con la fede in Dio, il perseguimento della verità e l’ottenimento della salvezza. Inoltre, la diffusione del Vangelo non ha nulla a che fare con il prestigio e la posizione di una persona, bensì con il suo atteggiamento verso il suo dovere, e con il fatto che sappia o meno condividere e testimoniare chiaramente l’opera di Dio mentre diffonde il Vangelo, e che i potenziali destinatari del Vangelo credano sinceramente in Dio oppure no, poiché solo coloro che credono sinceramente in Dio sono pecore di Dio e solo loro riescono a udire e comprendere la Sua voce. Ho pensato a un fratello in un film sul Vangelo, un sacerdote cattolico che possiede un prestigio e una posizione piuttosto elevati. Quando i fratelli e le sorelle gli comunicano il Vangelo, lui non guarda al loro prestigio e alla loro posizione, bensì ascolta le parole di Dio ed è disposto a cercare e indagare. Stabilisce che si tratta della voce di Dio e accetta. Ho capito che i credenti sinceri vogliono sentire le parole di Dio e la verità. Il motivo per cui spesso mi sentivo limitata dal mio prestigio e dalla mia posizione scarsi era che non avevo posto per Dio nel mio cuore e non valutavo le cose in base alle Sue parole. A quel punto ho compreso che ero un essere creato e che diffondere il Vangelo era una mia responsabilità e un mio obbligo. Non importava se un potenziale neofita avesse un prestigio e una posizione elevati o scarsi: erano tutti persone corrotte bisognose della salvezza di Dio. La mia responsabilità era quella di testimoniare ciò che Dio dice e fa; quanto al fatto che potessero accettarlo, dipendeva dal fatto che fossero pecore di Dio oppure no. Se lo erano, sarebbero stati naturalmente in grado di udire e comprendere la voce di Dio.

Nell’agosto del 2023, una sorella mi ha chiesto di comunicare il Vangelo a una potenziale neofita. Quando ho scoperto che la donna apparteneva a una famiglia ricca e influente e che uno dei suoi familiari era un ufficiale militare, il mio primo pensiero sono stati il mio prestigio e la mia posizione scarsi, l’eccessiva distanza tra noi e il fatto che non potevo collaborare. E se la donna mi avesse guardata dall’alto in basso e non fosse stata disposta ad ascoltare la mia testimonianza? Ho pensato alla sensazione che provavo quando venivo derisa e guardata dall’alto in basso, quindi non mi andava proprio di avere a che fare con chi godeva di prestigio elevato. Poi ho pensato a queste parole di Dio: “Quindi, come considera Dio il background familiare di una persona, il suo status sociale, l’istruzione ricevuta e la ricchezza che possiede nella società? Se non vedi le cose in base alle parole di Dio e non riesci a stare dalla Sua parte e ad accettare le cose da Lui, allora il tuo modo di vedere le cose sarà sicuramente molto lontano da ciò che Dio intende(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 7 – Sono malvagi, insidiosi e ingannevoli (Parte prima)”). Mi sono resa conto che mi sentivo ancora limitata dal prestigio e dalla posizione, che avrei dovuto valutare le questioni in base alle parole di Dio. Per quanto un potenziale neofita possa avere prestigio e posizione elevati, agli occhi di Dio siamo tutti esseri creati, possediamo la stessa indole corrotta e abbiamo bisogno della salvezza di Dio. Dovevo solo affidarmi a Dio e fare del mio meglio per collaborare. Quanto al fatto che la potenziale destinataria del Vangelo potesse accettarlo o meno, questo era nelle mani di Dio. A questo pensiero, non mi sono più sentita limitata. In seguito, quando sono andata a comunicarle il Vangelo, mi sentivo molto in pace, e pensavo solo a come guadagnarla. Incredibile a dirsi, ci ha accolti in modo molto ospitale. Le ho letto le parole di Dio Onnipotente, condividendo sulla Sua opera degli ultimi giorni e testimoniandola. La donna ha ascoltato ed è riuscita a capire. Quando ho condiviso per la quarta volta, ha detto: “Sorella, mi piace ascoltare la tua predicazione; sei benvenuta a tornare a casa mia ogni giorno. Se porti altre persone per un incontro, allora vieni nella mia casa al quinto piano. Te la mostro subito”. Vedere che non solo non mi trattava con freddezza, ma che era persino disposta a indagare sull’opera di Dio, mi ha molto commossa. Ho capito che chi crede sinceramente in Dio ascolta le Sue parole e la verità, e che dobbiamo soltanto condividere chiaramente e testimoniare l’opera di Dio per ottenere dei risultati. Se sono pecore di Dio, allora riescono sentire e capire la Sua voce e a presentarsi davanti a Lui. Non importa di che prestigio e di che posizione godano nella società. In seguito, quando nel diffondere il Vangelo incontravo potenziali neofiti in possesso di prestigio e posizione elevati, valutavo sulla base delle parole di Dio e dei principi se si trattasse di persone a cui si potesse diffondere il Vangelo. Se si trattava di persone che credevano sinceramente in Dio, collaboravo con tutto il cuore, condividendo sull’opera di Dio e testimoniandola. Non mi sono più sentita vincolata dal prestigio e dalla posizione, e il mio cuore ha trovato la liberazione. Lode a Dio!

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