Le conseguenze del fidarsi ciecamente di qualcuno
Nel novembre del 2020, alcuni fratelli hanno accusato la mia collaboratrice, sorella Wang, di non svolgere lavoro pratico e di essere una...
Diamo il benvenuto a chi ricerca la manifestazione di Dio!
La parola di Dio dice: “In definitiva, che testimonianza rende l’uomo a Dio? L’uomo testimonia che Dio è il Dio giusto, che la Sua indole è giustizia, ira, castigo e giudizio; l’uomo è testimone della Sua indole giusta. Dio usa il Suo giudizio per rendere perfetto l’uomo, lo ha amato e lo ha salvato, ma quante cose contiene il Suo amore? C’è giudizio, maestà, ira e maledizione. Sebbene Dio abbia maledetto l’uomo in passato, non lo ha gettato nell’abisso, ma ha usato questi strumenti per raffinare la sua fede; non ha condannato a morte l’uomo, ma ha agito per renderlo perfetto. L’essenza della carne è ciò che è di Satana, Dio ha detto esattamente questo, ma le cose realizzate da Dio non vengono completate secondo le Sue parole. Ti maledice in modo che tu possa amarLo e in modo che tu possa conoscere l’essenza della carne; ti castiga affinché tu possa rimanere vigile, per permetterti di conoscere le tue mancanze e la tua totale indegnità. Quindi le maledizioni, il giudizio, la maestà e l’ira di Dio hanno tutti lo scopo di rendere perfetto l’uomo. Tutto ciò che Egli compie in questi giorni e l’indole giusta che Egli rende chiara a voi, hanno lo scopo di rendere perfetto l’uomo. Tale è l’amore di Dio” (“Il giudizio di Dio è amore” in “Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Quando la gente menzionava l’amore di Dio, pensavo alla Sua misericordia e compassione, alla Sua grazia e alle benedizioni. Non capivo bene il Suo amore per il giudizio e il castigo. Ma dopo averne fatto esperienza personale, ho capito quanto sia importante, e ho capito che le Sue parole sono la verità, e sono tutte così pratiche. Il giudizio è veramente l’amore di Dio per l’umanità, e la migliore salvezza.
Una volta ero responsabile della squadra d’irrigazione, e poi a settembre dell’anno scorso sono stata rimossa per non aver svolto un lavoro pratico. Il capo della Chiesa mi ha fatta sostituire da sorella Wang. Ho provato una sensazione che non so esprimere a parole. Prima ero io a supervisionare il lavoro di sorella Wang, e ora lei avrebbe supervisionato il mio. Questo non mi faceva sembrare incompetente? Ero passata da responsabile a semplice membro della squadra di irrigazione. Non sarebbe stato umiliante se i fratelli e le sorelle che mi conoscevano lo avessero scoperto? Mi pentivo davvero di non aver svolto bene il mio dovere. In seguito, durante una discussione di gruppo sul nostro lavoro, per un po’ c’è stato un silenzio generale, e mentre guardavo il tempo scorrere, pensavo che anche se non ero più in carica, avevo una certa esperienza nel lavoro di irrigazione, quindi avrei dovuto assumermi maggiori responsabilità ed esprimere i miei pensieri. In questo modo, tutti avrebbero visto che avevo ancora un ruolo importante, e magari mi avrebbero ammirata. Così ho iniziato a partecipare attivamente, condividendo pensieri e idee, e dopo alcune discussioni, gli altri erano per lo più d’accordo con me. Seguivamo quasi sempre le mie idee, quindi sentivo che le mie capacità spiccavano davvero nella squadra. Non avevo il ruolo di supervisore, ma sapevo comunque gestire quel tipo di lavoro. Pensavo che gli altri mi avrebbero ammirata, e che un giorno magari mi avrebbero promossa di nuovo. Da allora ho iniziato a partecipare più attivamente e, prima di ogni riunione, mi informavo sullo stato di ognuno per trovare parole di Dio rilevanti. Impiegavo molto tempo ed energia, però pensavo che svolgendo un buon lavoro avrei dimostrato le mie capacità, quindi pagare un prezzo simile ne valeva la pena.
Durante quel periodo, ho scoperto alcuni problemi nel nostro lavoro, e gli altri erano per lo più d’accordo con le soluzioni e i suggerimenti che proponevo. Avevo la sensazione che il mio grande impegno fosse visibile a tutti, quindi il capo avrebbe rivisto il nostro lavoro e, dato che stavo facendo bene, magari mi avrebbe promossa. Tuttavia, dopo un po’ di tempo, il capo non sembrava avere alcuna intenzione di farlo. Notavo che sempre più persone entravano a far parte della Chiesa, quindi c’erano nuove posizioni da ricoprire, eppure non sembrava ci fosse l’intenzione di promuovermi. Cominciavo a sentirmi un po’ giù. Avevo fatto dei cambiamenti e svolgevo abbastanza bene il mio dovere. Dato che la Chiesa era così a corto di aiuto, perché non mi concedevano un’altra possibilità? Ero stata destituita una volta: mi avrebbero mai dato un’altra opportunità di ricoprire una posizione di rilievo? Non aveva alcun senso per me. Non sapevo perché tutto il mio impegno non stava dando frutti. Cosa mi mancava? Ho iniziato a pensare che forse non lavoravo a sufficienza o magari non ero così brava, o non stavo ottenendo abbastanza risultati. Mi sono detta che dovevo continuare a lavorare sodo, e non concentrarmi solo sui miei successi, ma anche sull’ingresso nella vita e sulla ricerca della verità, in modo che gli altri potessero vedere i miei progressi personali. Allora Dio avrebbe avuto pietà di me e mi avrebbe dato una possibilità. Ho pensato che con un adeguato “perseguimento”, un giorno ci sarebbe stato un cambiamento, e anche se non fossi stata promossa, avrei potuto distinguermi nella nostra squadra e guadagnare l’ammirazione degli altri fratelli e sorelle. Così mi sono buttata nel lavoro di irrigazione assegnato al nostro gruppo e, se i nuovi arrivati avevano problemi, ci riflettevo attentamente, trovando le parole di Dio su cui condividere. Quando non capivo qualcosa, pregavo seriamente e cercavo. Di lì a poco, avevo sempre più successo nell’irrigare i nuovi credenti. Qualche tempo dopo, durante una riunione, il caposquadra accennava al fatto che mi ero fatta carico del mio compito, ed ero brava a risolvere i problemi dei nuovi credenti. Mi sono sentita molto soddisfatta di me stessa. Pensavo che tutti avrebbero iniziato a vedere la mia bravura. Se fossi riuscita a fare ancora di meglio, avrei potuto conquistare l’ammirazione generale. Allora avrei avuto una possibilità di promozione. Da quel momento in poi, mi ci sono davvero buttata a capofitto. A parte le mie responsabilità, mi facevo carico di tutto il lavoro possibile all’interno della squadra, e fornivo feedback e assistenza al supervisore quando rilevavo problemi. Non ho nemmeno rallentato nella ricerca della verità, anzi leggevo le parole di Dio in ogni momento libero. Venivo davanti a Dio in preghiera e in ricerca ogni volta che mi sentivo giù e mi impegnavo attivamente nella condivisione durante le riunioni.
Eppure, dopo qualche tempo e parecchio lavoro, ancora non venivo promossa. Sentivo che, indipendentemente dal mio impegno e dai miei successi, Dio non mi avrebbe mai premiata e il capo non mi avrebbe mai promossa. A che serviva tutto ciò? A quel punto, ho smesso di metterci tanto impegno, e quando vedevo che i nuovi arrivati non si riunivano regolarmente, mi limitavo a chiedere con noncuranza senza andare nel dettaglio o fornire supporto. A volte, sorella Wang mi chiedeva di trovare parole di Dio per affrontare alcuni stati particolari dei fratelli, però sentivo che quello non era il mio lavoro, e nessuno se ne sarebbe accorto, per quanto bene facessi, e quindi trovavo puntualmente una scusa. Il mio stato ha cominciato a deteriorarsi e non sapevo cosa dire durante la preghiera. Leggere le parole di Dio non era illuminante e a volte mi veniva sonno. Percepivo una vera oscurità nel mio spirito e non riuscivo a sentire l’opera dello Spirito Santo. Di lì a poco, ho visto altri fratelli e sorelle che venivano promossi, mentre io ero ancora un umile membro della squadra di irrigazione. Ero ancora più scoraggiata. I credenti proprio come me erano capi di Chiesa e capisquadra e avevano l’ammirazione altrui, io invece non venivo mai promossa. Significava che avevo fallito come credente e nel mio dovere? Mi ero impegnata così tanto, ma ero bloccata sempre sullo stesso punto. Sentivo che non c’era speranza di promozione per me. Ero così negativa che non riuscivo a trovare la motivazione per fare niente.
A quel tempo, mi chiedevo perché mi sentissi così giù. Perché vivevo solo per il prestigio? In tutti gli anni di fede avevo perseguito soltanto quello? Ripensandoci, mi sono resa conto di quanto fossi patetica. Come essere umano, perché ero così ossessionata dal prestigio? Mi odiavo davvero. Mi sono inginocchiata davanti a Dio in preghiera e ho detto: “Dio, voglio perseguire la verità nella mia fede, ripagare il Tuo amore, e compiere il dovere di un essere creato. Perché mi preoccupo tanto del prestigio? Non voglio vivere in questo stato, ma non riesco a evitarlo. Il mio desiderio di prestigio mi tiene stretta fra le sue grinfie. Dio, Ti prego, illuminami e salvami, in modo che io possa capire il mio problema e risolverlo”. Dopo aver pregato, ho letto questo passo delle parole di Dio. “Gli anticristi possiedono un’indole e un’essenza da anticristo, ed è questo che li distingue da una persona normale. In superficie, può sembrare che si sottomettano volentieri alla loro rimozione dall’incarico, che siano capaci di accettare questa realtà, ma in una cosa non cambiano mai: a prescindere da dove stiano svolgendo un compito e con quale gruppo di persone si mescolino, essi vogliono distinguersi dalla massa, essere stimati e ammirati dagli altri; anche se non hanno una carica ufficiale e un titolo come leader di una Chiesa o di un gruppo, vogliono comunque emergere di una spanna sopra gli altri per posizione e prestigio. Indipendentemente dalla loro capacità di svolgere il lavoro, da che tipo di umanità o esperienza di vita abbiano, escogiteranno ogni sorta di metodi e faranno di tutto per trovare occasioni per elevarsi, per farsi strada nel cuore delle persone, per conquistare gli altri, ingannarli e sedurli, al fine di ottenere la loro stima. Cosa c’è da ammirare in loro? ‘Un cammello magro è comunque più grande di un cavallo’: anche se sono stati sollevati dal loro ruolo, rimangono un’aquila che vola al di sopra delle galline. Non è forse questa l’arroganza e l’ipocrisia degli anticristi, la loro eccezionalità? Non riescono a sopportare di non avere prestigio, di essere dei normali credenti, semplicemente delle persone comuni. Non sono in grado di limitarsi a svolgere il loro dovere con i piedi per terra e restare al loro posto, compiere il loro dovere adeguatamente, dedicarvisi e fare del loro meglio. Queste cose non li soddisfano affatto. A cos’è che ambiscono? A essere ammirati, stimati e a detenere il potere. Così, anche se il loro nome non è associato ad alcun titolo particolare, gli anticristi lotteranno, parleranno e si giustificheranno e tutto per sé stessi, facendo il possibile per far sfoggio di sé, per dimostrare ciò di cui sono capaci, e sono terrorizzati all’idea di passare inosservati. Coglieranno ogni occasione per farsi conoscere meglio, per aumentare il loro prestigio, mostrando a più persone i loro doni e i loro punti di forza e che sono superiori agli altri. In tutto ciò che fa, un anticristo è disposto a pagare qualsiasi prezzo per mettersi in mostra e incensarsi, per far pensare a tutti che, anche se non è più un leader e non possiede più alcun prestigio, resta comunque superiore alla gente comune. In questo modo, gli anticristi hanno raggiunto il loro obiettivo. Non sono disposti a essere persone normali, persone comuni; vogliono potere e prestigio, e venire esaltati” (“Vogliono ritirarsi quando non c’è prestigio né alcuna speranza di ottenere benedizioni” in “Smascherare gli anticristi”). Le parole di Dio hanno davvero colpito nel segno. Era come se Dio fosse proprio lì, a smascherarmi. Egli dice che le persone come gli anticristi vogliono fama e prestigio, avere potere e l’ammirazione degli altri, a qualsiasi costo. Per soddisfare questa ambizione sfrenata, gli anticristi sono disposti a pagare qualsiasi prezzo per essere notati, per esaltare se stessi e conquistare la gente. Vedevo che la mia ricerca era esattamente la stessa di un anticristo. Nella mia fede, volevo avere prestigio, essere un capo o un supervisore. Volevo eccellere all’interno del mio gruppo, avere l’ammirazione e il sostegno altrui. Dopo essere stata rimossa, non ho affrontato il mio desiderio di essere un supervisore. Partecipavo attivamente alle discussioni di lavoro, offrivo suggerimenti e davo un feedback ai capi non appena rilevavo problemi, per dimostrare loro che non sapevo solo trovare problemi, ma anche fornire soluzioni, che avevo la testa sulle spalle. Allora sarei stata in lizza per una promozione. Mi impegnavo tanto nel mio dovere, volevo dimostrare agli altri che sapevo svolgere un lavoro pratico, e una volta ottenuta la loro approvazione, avrei avuto una possibilità di promozione. Ero proattiva nel lavoro anche quando non si trattava della mia responsabilità principale, pronta a offrire molto del mio tempo e della mia energia. Non ero indolente nemmeno nella ricerca della verità. Volevo che tutti vedessero quale pesante fardello portavo, che sapevo farmene carico e perseguire comunque la verità, così mi avrebbero approvata. Cercavo ogni occasione per dimostrare il mio valore, mettermi in mostra e conquistare la gente. Non è questo il tipo di comportamento da anticristo che Dio smaschera?
Ho letto un altro passo delle parole di Dio che descrive veramente a fondo l’essenza corrotta degli anticristi. Dio Onnipotente dice: “Gli obiettivi e le motivazioni sottostanti a tutto ciò che gli anticristi fanno ruotano intorno a queste due cose: prestigio e reputazione. Che sia il loro modo esteriore di parlare, agire o comportarsi, o un tipo di pensiero e punto di vista o modo di ricercare, tutto ruota intorno alla loro reputazione e al loro prestigio. Agli occhi degli anticristi, attaccare o danneggiare la loro reputazione e il loro prestigio è una questione più seria persino del tentativo di toglier loro la vita. Non importa quanti sermoni ascoltino o quante parole di Dio leggano, ciò non suscita in loro alcuna tristezza o rimpianto per non aver mai praticato la verità e per aver intrapreso un cammino da anticristo, né per il fatto di possedere la natura e l’essenza di un anticristo. Al contrario, si arrovellano di continuo su come trovare modi per guadagnare prestigio e aumentare la loro reputazione. Si può dire che tutto ciò che questo tipo di persona fa viene fatto davanti agli altri, e non al cospetto di Dio. Perché dico questo? Perché queste persone sono così innamorate del prestigio che lo trattano come la loro stessa vita, come la loro meta e direzione di vita. Inoltre, poiché amano così tanto il prestigio, non credono mai nell’esistenza della verità. Questo implica che, poiché simili persone hanno questo tipo di essenza e natura, non credono assolutamente nell’esistenza di Dio. Pertanto, a prescindere dai loro calcoli e da come tentino di ingannare le persone e Dio attraverso false apparenze, nel profondo del loro cuore non provano alcun senso di colpa né posseggono la minima consapevolezza, e tanto meno alcuna ansia. Perciò, per tutto il tempo, mentre perseguono costantemente e senza scrupoli prestigio e reputazione, ripudiano anche tutto ciò che Dio fa. Nel profondo del loro cuore, nel loro inconscio, posseggono una certa comprensione. Pensano: ‘Il prestigio di un individuo e tutto il resto dipendono dai suoi sforzi personali. Solo guadagnandosi una posizione tra la gente e ottenendo il potere assoluto e il massimo prestigio la propria vita può avere qualche valore; solo allora si può vivere come un essere umano. Al contrario, sarebbe vile vivere sottomettendosi, come nella parola di Dio, alla sovranità e alle disposizioni di Dio in ogni cosa, rivestire volentieri la posizione di una creatura, e vivere come una persona normale: nessuno che facesse questo sarebbe ammirato. Una persona deve lottare duramente per conquistarsi il prestigio, la reputazione e la felicità; sono cose per cui si deve combattere e vanno afferrate con atteggiamento positivo e attivo. Nessun altro te le darà; aspettare passivamente è inutile’. […] Nella loro ricerca e nell’ambito della loro conoscenza, essi credono che gli unici veri oggetti della creazione siano coloro che sono dotati di prestigio, e che possedere prestigio voglia dire essere in grado di ottenere tutto e consenta di vivere con una sembianza umana. Come vedono il prestigio gli anticristi? Lo vedono come la verità; lo considerano l’obiettivo più alto che le persone normali devono perseguire. Ma questo non è forse un problema? Credono che ricercare la verità, l’obbedienza a Dio e l’onestà sia insensato, che lo si faccia perché Dio lo veda e non sia un criterio di comportamento. Questa comprensione è irragionevole e ridicola. Solo chi è assurdo e non ama la verità può formulare un’idea così ridicola” (“Fanno il loro dovere solo per distinguersi e alimentare i loro interessi e ambizioni; non considerano mai gli interessi della casa di Dio e addirittura li vendono in cambio della gloria personale (Parte terza)” in “Smascherare gli anticristi”). Questo passo delle parole di Dio mi ha davvero toccata. Era come se Dio avesse portato alla luce tutto ciò che celavo nel mio cuore. Ho provato immensa vergogna. Ho iniziato a riflettere su me stessa e più lo facevo, più sentivo che ragionavo proprio come un anticristo. Tutte le mie parole e azioni erano incentrate sul prestigio, agivo esclusivamente per ottenere l’ammirazione altrui. Per me, il prestigio era più importante di qualsiasi altra cosa. Prima di acquisire la fede, ho sempre voluto distinguermi dalla massa e mi piaceva tantissimo ottenere il sostegno e l’approvazione degli altri. Dopo aver acquisito la fede, ho continuato a rincorrere posizioni di comando per essere ammirata e avere un ruolo importante nella Chiesa. Dopo aver perso la posizione di supervisore, mi sono buttata nel mio dovere e ho lavorato duramente per riguadagnare un ruolo importante. Quando, dopo un po’ di impegno, non l’ho ottenuto, mi sono scoraggiata. Ho perso interesse nel mio compito dopo essermi spesa così tanto e aver fatto un buon lavoro senza che nessuno se ne accorgesse. Ho perso lo stimolo a fare bene il mio dovere quando non ho ottenuto alcun prestigio. Ho persino frainteso e incolpato Dio, ragionando con Lui e opponendo resistenza. Mi sono lasciata trasportare da pensieri di fama e prestigio. Avevo perso la coscienza e la ragionevolezza che un essere creato dovrebbe avere. Sono stata rimossa perché non svolgevo un lavoro pratico, ma non rimpiangevo i miei errori passati. Non ho pensato a come pentirmi e fare bene nel mio compito per sanare il mio debito con Dio. Ho solo usato il mio dovere come opportunità per mettermi in mostra, per perseguire il prestigio con tutto il cuore. Non mi accontentavo di essere un membro qualsiasi della squadra, ma ero malvagia e spudorata proprio come un anticristo, totalmente irragionevole. Queste parole di Dio mi sono state di grande aiuto: “Credono che ricercare la verità, l’obbedienza a Dio e l’onestà sia insensato, che lo si faccia perché Dio lo veda e non sia un criterio di comportamento” (“Fanno il loro dovere solo per distinguersi e alimentare i loro interessi e ambizioni; non considerano mai gli interessi della casa di Dio e addirittura li vendono in cambio della gloria personale (Parte terza)” in “Smascherare gli anticristi”). Mi è arrivato dritto come uno schiaffo in faccia. Perseguire e praticare la verità è una cosa positiva, ed è il nostro dovere come persone. Dobbiamo perseguire la verità nella vita e vivere secondo le parole di Dio. Tuttavia, stavo usando la ricerca e la pratica della verità come merce di scambio per il prestigio personale. Volevo ottenere in cambio una posizione. Non stavo forse trattando la verità come un giocattolo, qualcosa da calpestare? Avere una motivazione tanto vile nel mio dovere non mi avrebbe mai portato l’approvazione di Dio. Le Sue parole mi hanno mostrato l’assurdità della mia prospettiva sulle cose. Pensavo che solo avendo prestigio e potere, l’ammirazione e la fama, la mia esistenza potesse avere valore. Essere un credente senza prestigio, uno come tanti, era un modo patetico di vivere, ed era un fallimento. Che prospettiva assurda! Questa è una logica puramente satanica. In quanto esseri creati, Dio ci richiede di essere idonei, di stare al nostro posto, di sottometterci doverosamente al Suo governo e alle Sue disposizioni, di adempiere alle responsabilità di un essere creato. Ma ho voltato le spalle ai princìpi stabiliti dal Creatore per essere una buona persona. Non volevo rimanere al mio posto, ma essere importante e svolgere un lavoro degno di nota, avere una posizione elevata e ottenere così più ammirazione. Questa è un’indole satanica. Ero abbastanza ferrata nel lavoro di irrigazione, perciò ero in grado di offrire idee e suggerimenti nelle nostre discussioni. Però è del tutto normale, e faceva parte del mio dovere. Tuttavia, avevo questo folle desiderio di usarlo per mettermi in mostra ed essere promossa. Mi arrabbiavo quando non ottenevo ciò che volevo e sentivo che Dio non vedeva il mio impegno. Pensavo di essere un fallimento nella mia fede quando non ottenevo prestigio, e ho perso interesse verso il mio compito. Ho scambiato la mia ambizione per devozione a Dio. Quella cosiddetta devozione era così adulterata, era disonesta e transazionale. Stavo forse praticando la verità e svolgendo un dovere? No, cercavo di usare e imbrogliare Dio, ed era esattamente un sentiero anticristo di opposizione a Lui. Egli vede nei nostri cuori e nelle nostre menti, ed è giusto e santo. Percorrevo a capofitto il sentiero sbagliato. Come potevo ottenere l’opera dello Spirito Santo? Il mio stato peggiorava sempre di più, le tenebre mi avvolgevano. Era Dio che mi castigava e mi metteva in panchina. È stato allora che ho visto quanto sia davvero spaventosa la ricerca di fama e prestigio. Non conoscevo me stessa. Non sapevo se ero in grado di svolgere un lavoro pratico. Ho solo continuato a perseguire una posizione più alta. Ero corrotta da Satana al punto che avevo perso la normale ragionevolezza e la consapevolezza di me stessa. Non conoscevo davvero il mio posto nel mondo. Ecco perché inciampavo e lottavo nel mio dolore. La mia corruzione mi ingannava e mi danneggiava. Satana ci corrompe e ci nuoce attraverso la nostra ricerca di fama e prestigio. Non è una buona strada da percorrere e, anche se otteniamo il prestigio, senza perseguire la verità, siamo destinati all’eliminazione. Per essere salvati, dobbiamo perseguirla e fare il dovere di un essere creato. Poi mi è venuto in mente un passo delle parole di Dio: “Un giorno vi renderete conto che fama e profitto sono mostruose catene che Satana usa per soggiogare l’uomo. Quando quel giorno verrà, resisterai in tutto e per tutto al controllo di Satana e alle catene con cui ti tiene legato. Quando verrà il momento in cui desidererai liberarti di tutte le cose che Satana ha instillato in te, allora taglierai i ponti con Satana e aborrirai sinceramente tutto ciò che Satana ti ha portato. Solo allora l’umanità avrà autentico amore e desiderio di Dio” (“Dio Stesso, l’Unico VI” in “La Parola appare nella carne”). Mi sono sembrate parole così vere. Ho capito che tutta la mia infelicità era dovuta a Satana. Perseguivo il prestigio senza sosta, ingannata e tormentata da Satana. Avevo perso la guida dello Spirito Santo e vivevo nelle tenebre. Il mio desiderio mi stava davvero rovinando. Odiavo la mia testardaggine, la mia rigidità. Per tutto quel tempo, avevo percorso il sentiero dell’anticristo, andando contro Dio. Meritavo la punizione e l’eliminazione. Ma Egli non mi ha tolto la possibilità di salvarmi. Ha continuato pazientemente a irrigarmi e a nutrirmi con le Sue parole, dandomi l’opportunità di avere un dovere, in modo che potessi comprendere il problema nella mia ricerca e invertire la rotta. Però non l’ho capito. Ho continuato a essere negativa e ho incolpato Dio. Ero talmente irragionevole. Sono stata sopraffatta dal senso di colpa quando me ne sono resa conto, e ho pregato così: “Dio, ti ringrazio per il Tuo giudizio e il Tuo castigo che mi hanno permesso di conoscere me stessa. Non voglio perseguire fama e prestigio, ma cercare la verità per eliminare la mia corruzione, e pentirmi veramente”.
Ho letto un altro passo delle parole di Dio, l’ultima sezione de “Il corretto adempimento del proprio dovere richiede un’armoniosa cooperazione”. “Ciò che Dio richiede alle persone non è la capacità di portare a termine un certo numero di compiti o di realizzare grandi imprese, e nemmeno ha bisogno che avviino grandi imprese. Ciò che Dio vuole è che le persone sappiano fare tutto ciò che possono in maniera realistica e vivano secondo le Sue parole. A Dio non serve che tu sia grande od onorevole, né che tu compia miracoli, e nemmeno vuole vedere in te piacevoli sorprese. Non Gli serve nulla di tutto questo. Dio ha bisogno soltanto che tu ascolti le Sue parole e, una volta ascoltate, che tu le prenda a cuore e vi presti attenzione mentre le metti in pratica in maniera realistica, in modo che le parole di Dio possano diventare ciò che tu vivi, la tua vita. In tal modo Dio sarà soddisfatto. Tu cerchi sempre la grandezza, la nobiltà e la dignità; cerchi sempre l’esaltazione. Che cosa pensa Dio quando vede queste cose? Le aborrisce e non vuole nemmeno guardarle. Più tu persegui cose come la grandezza, la nobiltà e il fatto di essere superiore agli altri, di distinguerti, di essere eminente e degno di nota, più Dio ti trova disgustoso. Se non rifletti su te stesso e non ti penti, allora Dio ti disprezzerà e ti abbandonerà. Assicurati di non essere qualcuno che Dio trova disgustoso; sii una persona che Dio ama. Quindi, come si può ottenere l’amore di Dio? Accogliendo la verità con concretezza, rimanendo nella posizione di un essere creato, affidandosi fermamente alla parola di Dio per essere una persona onesta e compiere i propri doveri, e vivendo una vera sembianza umana. È sufficiente questo. Assicurati di non avere ambizioni e di non nutrire sogni inutili, di non cercare fama, guadagni e prestigio e di non distinguerti dalla massa. Inoltre, non tentare di essere una grande persona o un superuomo, qualcuno che sia superiore agli altri e si faccia adorare da loro. Questo è il desiderio dell’umanità corrotta, ed è il cammino di Satana; Dio non salva simili creature. Se alcune persone perseguono ancora la fama, i guadagni e il prestigio e rifiutano di pentirsi, allora non c’è cura per loro, e avranno un unico esito: essere eliminate” (Registrazioni dei discorsi di Cristo degli ultimi giorni). Ho capito alcune cose dalle parole di Dio: Egli non vuole che siamo famosi, grandi o alte personalità. Desidera che svolgiamo il nostro dovere, con i piedi per terra, e ci sottomettiamo a Lui. Però non capivo me stessa e non ho svolto accuratamente il mio dovere. Volevo ammirazione e lode, e un posto nel cuore degli altri. Ed era l’esatto contrario di ciò che Dio richiede. Sono un essere creato, profondamente corrotta da Satana, non mi bastava essere una persona normale. Volevo solo il prestigio, essere un gradino sopra gli altri. Ero così arrogante, senza alcuna consapevolezza di me stessa. Dio è il Creatore, ed è intrinsecamente così grande e maestoso. Si è fatto personalmente carne, venendo sulla terra per esprimere la verità per salvare l’umanità, ma non Si mette mai in mostra né prende posizione come Dio. Al contrario, Egli svolge in grande discrezione la Sua opera per salvare l’umanità. Dio è così umile e nascosto, e la Sua essenza è incredibilmente amabile. Mi sono tanto vergognata quando ho visto la cosa da quella prospettiva, e ho deciso che dovevo assolutamente abbandonare la mia carne e praticare la verità.
In seguito, mi sono buttata con tutto il cuore nel mio dovere e pensavo davvero a come irrigare i nuovi credenti. Ho dimenticato il mio prestigio, eppure mi sentivo felice di essere una persona normale e di fare il mio dovere meglio che potevo. Quando ci ho messo il cuore, Dio mi ha illuminata, dandomi un percorso nel mio lavoro di irrigazione. Senza che me ne rendessi conto, ero più efficiente nel mio compito. Mi sentivo molto meglio con quel tipo di pratica. Ricordo una volta che dovevamo organizzare una riunione per i nuovi credenti. Ma la sorella che era nuova nella squadra di irrigazione non li capiva molto bene e non sapeva come approcciarli. Sapevo che avrei dovuto prendere il comando e dare una mano, ma poi ho pensato che fare il lavoro preparatorio per entrare in contatto con le persone era proprio una mansione di bassa lega. Non sarebbe stato svilente se mi fossi offerta di farlo? A quel punto, ho capito che mi sbagliavo, che i doveri non variano per importanza, e anche la comunicazione è un dovere. Quindi perché io non potevo farlo? Allora mi sono offerta di aiutare a contattare i fratelli e le sorelle. Ho capito che, indipendentemente dal tipo di dovere, finché hai la giusta intenzione e puoi farlo con il cuore, di fronte a Dio, ti sentirai a tuo agio, in pace. A volte, quando vedevo che il supervisore era molto occupato e i fratelli chiedevano dettagli sul lavoro di irrigazione, non pensavo al mio prestigio, ma volevo solo lavorare bene con tutti gli altri e compiere bene il mio dovere. Così facevo quanto era in mio potere per condividere e risolvere le cose. Dopo qualche tempo, una volta cambiata mentalità, tutto era diverso nel mio dovere. Ho sentito maggiore responsabilità e ho rilevato più problemi, e il mio stato è gradualmente migliorato.
Un giorno, un capo è venuto a chiedermi di assumermi la responsabilità del lavoro di una Chiesa insieme ad un’altra sorella. Sono rimasta così sorpresa. Non sapevo come descrivere i miei sentimenti. In un istante, tutte le mie incomprensioni e l’allontanamento da Dio erano scomparsi. Ero sempre stata di vedute ristrette e avevo frainteso Dio. Sentivo di aver fallito nel mio dovere prima, quindi non importava quanto mi impegnassi dopo, nessuno se ne sarebbe accorto. Dio non avrebbe avuto pietà, non mi avrebbe dato altre possibilità. Invece Egli aspettava sin dall’inizio che io mi trasformassi. Stava predisponendo le cose in modo che potessi trovare il mio posto e accettare le disposizioni del Creatore. Avevo sempre cercato di lottare per il mio prestigio, fallendo ad ogni passo. Quando l’ho messo da parte e ho smesso di pensare alla mia posizione, Dio mi ha affidato un altro compito. Ho visto quanto sia gentile e amabile la Sua essenza. Egli non ha mai eliminato nessuno per una cosa del genere. Il Suo giudizio e castigo contiene la Sua ira, è vero, ma include anche le Sue profonde aspettative. Spera che dopo il Suo castigo, dopo la sofferenza, la nostra vita cresca. Questo è il prezioso amore di Dio! Ringrazio di cuore Dio per avermi salvata.
Ho sempre, incessantemente perseguito fama e prestigio, ed era come una tortura per me, mi estenuava. Senza il giudizio, le prove e le rivelazioni delle parole di Dio, non avrei mai visto quanto profondamente Satana mi avesse corrotta o quanto avessi a cuore il prestigio. Avrei continuato a lottare per quelle cose, il trastullo di Satana, senza alcuna sembianza umana. Ho sperimentato personalmente che il giudizio e il castigo di Dio sono la Sua migliore protezione e salvezza, e il Suo amore più genuino. Proprio come dice Dio: “Nella sua vita, se l’uomo desidera essere purificato e ottenere cambiamenti nella propria indole, se vuole vivere una vita piena di significato e compiere il proprio dovere di creatura, allora deve accettare il castigo e il giudizio di Dio e non deve permettere che la disciplina e le percosse di Dio si allontanino da lui, così da potersi liberare dalla manipolazione e dall’influenza di Satana e vivere nella luce di Dio. Sappi che il castigo e il giudizio di Dio sono la luce, la luce della salvezza dell’uomo, e che per lui non esiste migliore benedizione, grazia o protezione” (“Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio” in “La Parola appare nella carne”).
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