Non mi lamenterò mai più del mio destino

24 Luglio 2024

di Yi Xin, Cina

Sono nata in una comune famiglia di agricoltori, e i miei genitori basavano la sussistenza sul lavoro nei campi. Nel nostro villaggio c’era una famiglia benestante che aveva una casa grande e bellissima. I loro figli avevano spesso vestiti nuovi e cibo buono. Li invidiavo molto. Mi dicevo che dovevo studiare bene, entrare in futuro in una buona università e trovare un buon lavoro. In questo modo, mi sarei distinta dalla massa e gli altri avrebbero avuto un’alta considerazione di me e mi avrebbero invidiata. Tuttavia, durante il primo anno di liceo, mi è stato diagnosticato il lupus eritematoso sistemico. È una malattia reumatica autoimmune incurabile. Si devono assumere farmaci a vita. All’epoca ero molto depressa e non sapevo perché mi fossi ammalata. Dedicavo tutte le energie allo studio. I miei voti erano spesso tra i migliori della classe, e pensavo che se fossi riuscita a entrare in un’ottima università sarei riuscita a riscrivere il mio destino. Ma inaspettatamente, venti giorni prima dell’esame Gaokao, ho avuto una febbre alta che non accennava a diminuire e sono dovuta rimanere in ospedale per curarmi, e questo ha influito sul mio rendimento all’esame. Alla fine, non sono stata ammessa all’università che speravo e mi sono iscritta solo a un comune corso professionale. Ma non volevo arrendermi al mio destino, e dopo essere entrata in quell’istituto mi sono iscritta a un corso di preparazione per il test di ammissione all’università. Tuttavia, dopo appena sei mesi di lezioni, la mia malattia è peggiorata. Spesso avevo febbricola e gonfiore e dolore alle articolazioni di mani e gambe, e persino salire le scale mi era difficile. A volte non riuscivo nemmeno a portare in giro il mio thermos. Alla fine non ho avuto altra scelta che abbandonare l’istituto e tornare a casa. I miei amici e coetanei erano in salute e stavano lavoravando per realizzare i loro sogni. Non potevo fare a meno di guardare il cielo e sospirare, pensando: “Perché il destino è così ingiusto con me? Perché me ne è toccato uno così avverso?” Spesso davo la colpa a tutti e a tutto, e a volte consideravo anche la morte. Ma, vedendo i miei genitori che si davano da fare per me, non avevo il coraggio di mettere in atto quei pensieri. Tutto ciò che potevo fare era contare impotente i giorni che passavano.

In seguito, ho accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. La mia salute è piuttosto migliorata e potevo vivere una vita normale. Il leader mi ha assegnata alla produzione video. All’epoca ero piena di fervore e ho studiato attivamente la produzione video. In seguito sono stata promossa al ruolo di supervisore; ne ero felicissima. Sono diventata ancora più attiva nel il mio dovere. A volte avevo quella febbricola, ma continuavo a svolgerlo. In seguito, vista la mia situazione di salute, il leader ha disposto che tornassi a casa e svolgessi lì tutti i doveri che potevo. Mi sentivo un po’ persa. A quanto sembrava, non avrei mai avuto la possibilità di essere coltivata, e pensavo: “Non è forse tutta colpa di questa terribile malattia? Mi è toccato davvero un destino avverso”. In seguito, ho svolto per la chiesa doveri di redazione testi. Spesso pensavo: “Sto svolgendo solo doveri di redazione testi; non posso emergere né essere sotto i riflettori”. Ero molto depressa. Vedendo i leader recarsi spesso nei vari luoghi di incontro per condividere sulle parole di Dio e risolvere i problemi, distinguendosi e avendo successo, pensavo tra me e me: “Se solo potessi comprendere un po’ di più la verità e risolvere i problemi relativi agli stati di fratelli e sorelle, forse tutti sceglierebbero anche me come leader”. Così, ogni volta che andavo alle riunioni, prestavo attenzione agli stati dei fratelli e delle sorelle. Quando tornavo a casa, trovavo alcune parole di Dio e poi le condividevo con loro alla riunione successiva. Vedendo che tutti ascoltavano attentamente le mie codivisioni, è inutile dire che ero molto felice. Proprio quando tutto stava andando nella giusta direzione, sono caduta dalla bicicletta mentre andavo a un incontro. Mi sono fatta così male a una gamba da non riuscire a camminare e dover restare a casa in convalescenza. Ero molto confusa e pensavo: “Ultimamente sono stata molto attiva nel mio dovere; come è potuta accadermi all’improvviso una cosa del genere? Perché sono così sfortunata?” Ciò che mi turbava ancora di più era che la chiesa avrebbe tenuto presto le elezioni; pensavo di poter essere selezionata, ma il leader mi ha detto: “I leader sono responsabili di tutto il lavoro della chiesa. Considerando che non sei in ottima salute, temo che ti sfiniresti. È meglio che tu rimanga ai doveri di redazione testi”. Queste sue parole sono state come una doccia fredda e mi si è raggelato il cuore. A quanto pareva, non ero destinata a diventare una leader. In seguito, quando andavo alle riunioni, mi mancava il vigore che avevo prima. Non volevo sforzarmi di riflettere sui problemi di fratelli e sorelle. La nuova leader selezionata allora, Chen Fang, aveva la mia stessa età, e la invidiavo molto. Era in buona salute e aveva potuto essere scelta come leader, mentre io potevo solo svolgere qualche dovere di redazione testi. Dentro di me mi lamentavo, pensando: “Voglio spendermi diligentemente per Dio; perché ho un corpo così debole? Ho il cuore, ma non la forza. Mi è toccato davvero un destino avverso”. Sentendomi persa, ho pensato: “Non posso essere una leader ma, se raggiungo qualche risultato nei miei doveri di redazione testi, i fratelli e le sorelle non avranno comunque stima di me?” Con questo in mente, ispezionavo avidamente i manoscritti. Ma alla fine dell’anno la gamba mi faceva così male che non riuscivo a camminare. Si è rivelata trattarsi di una necrosi avascolare. Poco tempo dopo, sono stati condotti degli arresti nella chiesa e non potevo uscire per contattare i fratelli e le sorelle. Ero estremamente depressa e pensavo: “Come è potuto toccarmi un destino così avverso? In passato, volevo affidarmi allo studio per cambiare il mio destino, ma non è andata secondo i piani. Pensavo che dopo aver iniziato a credere in Dio sarei riuscita ad avere un destino favorevole, ma non mi è comunque andata bene. In questo momento la mia malattia è grave e non posso svolgere il mio dovere perché le circostanze sono pericolose. Non arriverà mai il giorno in cui brillerò. Sono destinata a soffrire!” Piangevo a dirotto tutto il giorno e non avevo idea di come poter continuare a vivere. In quel periodo mi è anche venuto in mente che avrei potuto scrivere degli articoli ma, non appena pensavo al mio destino e al fatto che tutti i miei perseguimenti sarebbero stati inutili, non avevo più voglia di scrivere e passavo l’intera giornata in uno stato di depressione.

Un giorno, una sorella che viveva nelle vicinanze mi ha portato alcune parole di Dio. Ero molto grata a Dio e L’ho pregato: “Dio, grazie per la Tua misericordia. In questo periodo sto vivendo in uno stato di depressione. Trovo il mio destino avverso, così non ho cercato la verità e non ho imparato lezioni. Dio, sono così ribelle!” In seguito, ho letto due passi delle parole di Dio e ho capito qualcosa del mio stato. Dio Onnipotente dice: “La causa principale dell’insorgere dell’emozione negativa della depressione è diversa per ciascun individuo. Le emozioni di depressione di un certo tipo di persona possono derivare dalla costante convinzione di avere un destino orribile. Questa non è forse una causa? (Sì.) Quando erano giovani, alcuni vivevano in campagna o in una regione povera, e in una famiglia con pochi soldi a disposizione che, a parte scarsi arredi essenziali, non possedeva nulla di valore. Avevano forse uno o due capi di abbigliamento che dovevano indossare nonostante fossero logori in qualche punto, non potevano mai mangiare regolarmente cibo di buona qualità ed erano costretti ad aspettare il Capodanno o le feste per mangiare carne. A volte soffrivano la fame e non avevano abbastanza vestiti per stare caldi, una grande ciotola piena di carne da mangiare era un sogno irrealizzabile, ed era per loro difficile persino trovare della frutta. Vivendo in un ambiente del genere, si sentivano diversi dalle altre persone che vivevano nelle grandi città, che avevano genitori benestanti, che potevano mangiare e indossare tutto quello che volevano, che ottenevano seduta stante tutto ciò che desideravano e che possedevano conoscenza delle cose. Pensavano di loro: ‘Hanno avuto un destino davvero favorevole. Perché il mio è così avverso?’, provando il desiderio costante di distinguersi dalla massa e di cambiare il proprio destino. Tuttavia, non è così facile cambiare il proprio destino. Quando si nasce in una situazione del genere, si può certo tentare, ma in che misura si può cambiare il proprio destino e quanto lo si può migliorare? Una volta diventati adulti, costoro si trovano in società ad affrontare ostacoli ovunque vadano, sono continuamente vittime di bullismo, e quindi si sentono sempre estremamente sfortunati. Pensano: ‘Perché sono così sfortunato? Perché incontro sempre persone cattive? La vita era dura quando ero bambino, e non c’era nulla da fare. Ora che sono cresciuto, nulla è cambiato. Voglio sempre dimostrare quello che so fare, ma non ne ho mai l’occasione. E se non l’avrò mai, pazienza. Voglio solamente lavorare sodo e guadagnare abbastanza soldi per vivere una vita decente. Perché non posso fare nemmeno questo? Come può essere così difficile vivere una vita decente? Non ho bisogno di condurre una vita superiore a quella degli altri, ma voglio quanto meno vivere una vita come uno di città senza subire il disprezzo degli altri né essere un cittadino di seconda o terza categoria. Almeno, quando la gente mi chiama, non griderebbe: “Ehi tu, vieni qui!” Almeno mi chiamerebbero per nome e si rivolgerebbero a me con rispetto. E invece non posso godere nemmeno di questo. Perché il mio destino è così crudele? Quand’è che finirà?’ Quando tali individui non credevano in Dio, consideravano il loro destino crudele. Da quando hanno acquisito fede in Dio e hanno iniziato a rendersi conto che questa è la vera via, pensano: ‘Tutta la sofferenza del passato è valsa la pena. Ogni cosa è stata orchestrata e compiuta da Dio, e Dio ha fatto bene. Se non avessi sofferto in quel modo, non sarei arrivato a credere in Lui. Ora che ho fede in Dio, se saprò accettare la verità, il mio destino dovrebbe cambiare in meglio. Ora posso vivere nella chiesa una vita alla pari con i miei fratelli e sorelle, e gli altri mi chiamano “fratello” o “sorella” e si rivolgono a me con rispetto. Ora so cosa si prova a essere rispettato dagli altri’. Sembra che il loro destino sia cambiato, che non sia più negativo, e che non soffrano più. Una volta iniziato a credere in Dio, si impegnano a svolgere bene il loro dovere all’interno della casa di Dio, acquisiscono la capacità di sopportare le avversità e di lavorare duramente, di sopportare più di chiunque altro in qualsiasi questione, e si sforzano di ottenere l’approvazione e la stima della maggior parte delle persone. Pensano di poter addirittura essere selezionati come leader della chiesa, responsabili o capigruppo, e in questo modo non onoreranno forse i loro antenati e la loro famiglia? Non avranno forse cambiato il proprio destino? Tuttavia, la realtà non corrisponde ai loro desideri e, demoralizzati, pensano: ‘Credo in Dio da anni e vado molto d’accordo con i miei fratelli e sorelle, ma come mai quando è il momento di scegliere un leader, un responsabile o un capogruppo non tocca mai a me? È forse perché ho un aspetto molto ordinario o perché non mi sono comportato abbastanza bene e nessuno mi ha notato? Ogni volta che si tiene una votazione posso avere una piccola speranza, e sarei felice anche di essere scelto come capogruppo. Sono davvero pieno di entusiasmo per ripagare Dio, ma finisco per essere deluso ogni volta che si tiene una votazione e vengo escluso da tutto. Qual è il punto? Possibile che io non sia davvero in grado di essere nulla più che una persona mediocre, ordinaria e anonima per tutta la vita? Se guardo indietro alla mia infanzia, alla mia giovinezza e alla mia età adulta, la strada che ho percorso è sempre stata così mediocre e non ho realizzato nulla che sia degno di nota. Non è che non abbia ambizioni o che la mia levatura sia troppo scarsa, che non mi sforzi abbastanza o che non riesca a sopportare le avversità. Ho cose che sono determinato a fare e obiettivi, e potrei persino definirmi ambizioso. Ma allora perché non riesco mai a distinguermi dalla massa? In ultima analisi, ho solo un destino avverso e sono nato per soffrire; questo è ciò che Dio ha disposto per me’. Più ci pensano su, più hanno l’impressione che il loro destino sia peggiore. […] Qualunque cosa accada loro, la attribuiscono sempre al fatto di avere un destino avverso; non fanno che investire energie in questa idea, si sforzano costantemente di comprenderla e capirla e, mentre ci rimuginano sopra nella loro mente, le loro emozioni sprofondano sempre più nella depressione. Quando nell’assolvimento del loro dovere commettono un piccolo errore, pensano: ‘Oh, come posso svolgere bene il mio dovere se ho un destino così avverso?’ Nelle riunioni, i fratelli e le sorelle condividono e loro riflettono a lungo su ogni cosa, ma non comprendono nulla e pensano: ‘Oh, come posso capire le cose se ho un destino così avverso?’ Ogni volta che vedono qualcuno che parla meglio di loro, che espone la propria comprensione in modo più chiaro e illuminato di loro, si sentono ancora più depressi. Quando vedono qualcuno che riesce a sopportare le avversità e a pagare un prezzo, che ottiene dei risultati nello svolgimento del suo dovere, che riceve l’approvazione dei fratelli e delle sorelle e viene promosso, provano in cuor loro infelicità. Quando vedono qualcuno diventare un leader o un lavoratore, precipitano ancor più nella depressione, e persino quando vedono qualcuno che canta e balla meglio di loro si sentono inferiori a lui e si deprimono. Qualsiasi persona, evento o questione affrontino, in qualunque situazione si imbattano, reagiscono sempre con queste emozioni di depressione. Anche quando vedono qualcuno che indossa abiti un po’ più belli dei loro o che ha un’acconciatura leggermente migliore, si sentono sempre tristi, e nel loro cuore emergono gelosia e invidia, finché, alla fine, tornano a provare quell’emozione di depressione(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (2)”). “Alla fine, per via della loro incrollabile certezza di avere un destino avverso, precipitano nella disperazione, vivono senza un vero scopo e si limitano a mangiare e a dormire, in attesa della morte; in questo modo, perdono sempre più interesse a perseguire la verità, a svolgere bene il proprio dovere, a ottenere la salvezza e a soddisfare altri requisiti di Dio, e addirittura respingono e rifiutano queste cose sempre di più. Prendono il loro destino avverso come ragione e base per dare per scontato il fatto di non perseguire la verità e di non poter ottenere la salvezza. Non analizzano la propria indole corrotta o le proprie emozioni negative nelle situazioni che affrontano allo scopo di arrivare a conoscere e a eliminare la loro indole corrotta; al contrario, reagiscono a ogni persona, evento e cosa che affrontano e sperimentano alla luce della propria idea di avere un destino avverso, con il risultato di precipitare ancora più in profondità nelle loro emozioni di depressione(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (2)”). Quanto esposto da Dio era precisamente il mio stato. Avevo sempre pensato di avere un destino avverso e crudele, e per questo motivo vivevo di frequente in un’emozione di depressione. Quando ero giovane, constatando di essere nata in una famiglia comune, volevo affidarmi allo studio per cambiare il mio destino, ma purtroppo al primo anno di liceo mi è stato diagnosticato il lupus eritematoso. Quando la mia malattia si è riacutizzata poco prima dell’esame Gaokao, non sono riuscita a entrare nell’università che speravo. In seguito, ho dovuto abbandonare l’istituto e tornare a casa per via delle mie gravi condizioni di salute. Vedendo che non avevo modo di affidarmi alla conoscenza per cambiare il mio destino, soffrivo moltissimo in cuor mio e spesso mi lamentavo dell’ingiustizia del destino nei miei confronti. Dopo aver iniziato a credere in Dio, svolgevo sempre contro voglia i doveri di redazione testi dietro le quinte e volevo risolvere attivamente gli stati dei fratelli e delle sorelle per essere selezionata come leader. Tuttavia, considerando le mie condizioni di salute, i fratelli e le sorelle non mi hanno scelta. Mi pareva ancor più che mi fosse toccato un destino avverso e non ero più attiva come prima nelle riunioni. In base alla mia situazione, la chiesa mi ha assegnata a stare in casa della mia famiglia ospitante per vagliare i manoscritti. Volevo comunque ottenere dei risultati e portare gli altri a stimarmi, ma le mie condizioni di salute sono peggiorate inaspettatamente e la necrosi avascolare mi ha impedito di uscire a fare il mio dovere. Mi sono depressa ancora di più. Pensavo che nulla di ciò che facevo andava bene e di essere destinata a soffrire. Ho vissuto in un’emozione di depressione e ho rinunciato a me stessa, non volevo più perseguire la verità e nemmeno più scrivere articoli. Credevo mi fose toccato un destino avverso e che non avrebbe avuto senso continuare a perseguire. La mia visione delle cose era la stessa di quelle persone che non credono in Dio: di fronte alle avversità, ho concluso che avevo un destino avverso e volevo combatterlo in ogni cosa che facevo. Quando ho perso la battaglia, mi sono lamentata del fatto che mi era toccato un destino avverso. Credevo in Dio da anni, ma non mi sottomettevo veramente a Lui. Non sapevo cercare la verità per risolvere i miei problemi, limitandomi a vivere in uno stato di depressione e a incolpare Dio. Come potevo definirmi una credente in Dio?

In seguito, ho letto altri due passi delle parole di Dio e ho imparato che non esiste il destino favorevole né quello avverso. Dio Onnipotente dice: “Ciò che dispone Dio in merito al fatto che qualcuno avrà un destino favorevole o avverso non va valutato né misurato dalla prospettiva dell’essere umano o di un indovino, né in base a quanta ricchezza e gloria quella persona ottiene nella sua vita, o a quanta sofferenza sperimenta, o a quanto successo ha nel perseguimento di prospettive, fama e fortuna. Pur tuttavia è proprio questo il grave errore commesso da chi sostiene di avere un destino avverso, nonché il modo di valutare il proprio destino utilizzato dalla maggioranza degli individui. Come valuta il proprio destino la maggior parte delle persone? In che maniera i membri del mondo secolare valutano se qualcuno ha un destino favorevole o avverso? Principalmente, si basano sul fatto che quella persona conduca una vita priva di intralci oppure no, che possa o meno godere di ricchezza e gloria, che possa avere uno stile di vita superiore agli altri, si basano su quanto la persona soffre e quanto può godere durante la sua esistenza, su quanto a lungo vive, che carriera ha, se la sua vita è faticosa oppure comoda e facile: usano questi parametri, e altri ancora, per valutare se qualcuno ha un destino favorevole oppure avverso. Non utilizzate anche voi gli stessi criteri? (Sì.) Pertanto, quando affrontate qualcosa che vi risulta sgradito, quando i tempi sono duri o non siete in grado di godere di uno stile di vita superiore, la maggior parte di voi pensa di avere un destino avverso e sprofonda nella depressione” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (2)”). “Dio ha predestinato da molto tempo il destino degli uomini, che è immutabile. Il ‘destino favorevole’ e il ‘destino avverso’ variano da persona a persona e dipendono dall’ambiente, dalla percezione degli individui e da ciò che essi perseguono. Ecco perché il destino di una persona non è né favorevole né avverso. Tu potresti vivere una vita molto dura eppure pensare: ‘Non miro a una vita di alto livello. Mi basta avere cibo e vestiti a sufficienza. Tutti soffrono durante la loro vita. La gente appartenente al mondo secolare dice: “Senza pioggia non può formarsi l’arcobaleno”, quindi la sofferenza ha un valore. Non è così male, e non ho un destino avverso. Il Cielo mi ha sottoposto a sofferenze, prove e tribolazioni. Questo perché Egli ha un’alta considerazione di me. Questo è un destino favorevole!’ Alcuni pensano che la sofferenza sia una cosa negativa, che significhi avere un destino avverso e che solo una vita priva di sofferenze e condotta nell’agio e nel benessere equivalga a un destino favorevole. I non credenti la definiscono ‘una questione di opinioni’. In che modo coloro che credono in Dio considerano la questione del ‘destino’? Noi parliamo forse di ‘destino favorevole’ o ‘destino avverso’? (No.) Noi non diciamo cose del genere. Nel caso tu abbia un destino favorevole perché credi in Dio, se poi nella tua fede non segui la retta via, se vieni punito, rivelato ed eliminato, significa che hai un destino favorevole o avverso? Se non credi in Dio, non puoi certo essere rivelato o eliminato. I non credenti e i religiosi non parlano di rivelare o di discernere le persone, né di persone che vengono espulse o eliminate. Questo dovrebbe significare che gli individui hanno un destino favorevole quando sono in grado di credere in Dio, e che se invece alla fine vengono puniti significa dunque che ne hanno uno avverso? Un attimo il loro destino è favorevole, l’attimo dopo è avverso: quale delle due cose è vera? Non si può giudicare se qualcuno abbia un destino favorevole oppure no, le persone non possono giudicarlo. Tutto è fatto da Dio e ogni cosa che Egli dispone è buona. È solo che la traiettoria del destino di ogni individuo, o il suo ambiente, le persone, gli eventi e le cose che incontra e il percorso di vita che sperimenta durante la sua vita sono tutti diversi; queste cose differiscono da persona a persona. Sono diversi l’ambiente di vita e di crescita di ogni individuo, ed entrambi vengono predisposti da Dio. Ciascun individuo sperimenta cose diverse durante la sua vita. Non esiste un presunto destino favorevole o avverso: è Dio a disporre tutto, e tutto è fatto da Lui. Se consideriamo la questione da questo punto di vista, ogni cosa che Dio fa è buona e giusta; è solo che dal punto di vista delle preferenze, dei sentimenti e delle scelte delle persone, alcuni scelgono di vivere una vita confortevole, optando per la fama e la fortuna, per una buona reputazione, per ottenere prosperità e farsi strada nel mondo. Credono che questo significhi avere un destino favorevole e che una vita di mediocrità e di insuccesso, condotta sempre ai margini della società, corrisponda a un destino avverso. Così appaiono le cose dal punto di vista dei non credenti e dei membri del mondo secolare che perseguono obiettivi mondani e mirano a vivere nel mondo, ed è così che nasce l’idea del destino favorevole o avverso. L’idea di un destino favorevole e di un destino avverso deriva solamente dalla comprensione limitata e dalla percezione superficiale che gli esseri umani hanno del destino, e dai giudizi che emettono in merito a quante sofferenze fisiche sopportano, a quanti piaceri, quanta fama e quanta fortuna ottengono, e così via. In realtà, se consideriamo la questione dalla prospettiva delle disposizioni e della sovranità di Dio sul destino dell’uomo, non esistono interpretazioni come un destino favorevole o uno avverso. Non è esatto? (Sì.) Se consideri il destino dell’uomo dal punto di vista della sovranità di Dio, allora tutto ciò che Dio fa è buono ed è ciò di cui ogni individuo ha bisogno. Questo perché la causa e l’effetto giocano un ruolo nelle vite passate e presenti, sono predestinate da Dio, Egli detiene la sovranità su di esse, le pianifica e le organizza; l’uomo non ha voce in capitolo. Se guardiamo alla questione da questo punto di vista, le persone non dovrebbero giudicare il proprio destino come favorevole o avverso, giusto?(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (2)”). Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono finalmente resa conto che, dal punto di vista di Dio, non esiste un destino favorevole o avverso. Tutto ciò che Dio fa è buono. Dio detiene la sovranità sul destino di ogni persona e lo dispone. Lo standard secondo cui le persone giudicano se il loro destino è favorevole o avverso è quanto soffrono nella vita, quanto godono di gloria e ricchezza e quanto hanno successo nel perseguire fama, guadagno e prospettive future. Questo si basa sulla prospettiva delle umane preferenze della carne e non è affatto in linea con l’intenzione di Dio. Era questo ciò che credevo; pensavo che coloro che godevano di buona salute, che potevano ottenere fama e guadagno e godere di gloria e ricchezza fossero persone con un destino favorevole, mentre che quelli che avevano malattie, vivevano in povertà e passavano tutta la vita nella mediocrità, senza nessuno che li stimasse, avessero un destino avverso. Quindi, dato che ero sempre afflitta da malattie e che volevo perseguire fama, guadagno e prospettive future ma non ci riuscivo mai, pensavo di avere un destino avverso. La mia visione delle cose era la stessa dei non credenti; era una visione da miscredente. Alcune persone godono di buona salute e passano tutta la vita a lottare insistentemente per ottenere denaro, fama, guadagno e prestigio. Anche se i loro desideri vengono esauditi, non conoscono il valore o il significato della vita. Alcuni trascorrono le loro giornate sentendosi vuoti, mentre altri cercano ogni tipo di stimolo. Alcuni sprofondano nell’autoindulgenza, mentre altri scelgono addirittura di suicidarsi. Costoro hanno forse un grande destino? Provano davvero felicità e gioia? Ho pensato che, sebbene alcuni fratelli e sorelle provenissero da famiglie comuni e non fossero stati promossi a leader o supervisori nella casa di Dio, svolgevano comunque i loro doveri e comprendevano alcune verità. Alcuni di loro scrivevano persino articoli per testimoniare Dio; non avevano un destino avverso. Anche se ero tormentata dalla malattia, pregavo spesso Dio per questo e il mio cuore non osava fuggirLo. Inoltre, durante quegli anni, ero arrivata a comprendere alcune verità attraverso i miei doveri di redazione testi. Tutto ciò era di beneficio al mio ingresso nella vita. Inoltre, avevo una natura molto arrogante e un desiderio di reputazione e prestigio piuttosto forte, quindi non farmi promuovere a quei doveri di alto profilo era il modo in cui Dio mi proteggeva. La cosa più importante è che, senza la mia malattia, avrei sicuramente dedicato tutto il mio cuore al perseguimento di denaro, fama e guadagno nel mondo, avrei vissuto sotto il potere di Satana, subendo i suoi danni e i suoi inganni e venendo totalmente catturata da lui, e non avrei ricevuto la salvezza di Dio degli ultimi giorni. In effetti, avevo guadagnato molto da quella malattia, eppure mi lamentavo sempre di avere un destino avverso. La benedizione era stata intorno a me per tutto il tempo e io non ne avevo idea! Ho pensato alle parole di Dio che dicono: “Alcune persone cominciano a credere in Dio per via della malattia. Questa malattia è la grazia di Dio per te; senza questa non crederesti in Dio e se non credessi in Lui, allora non saresti arrivato a questo punto, quindi persino questa grazia rappresenta l’amore di Dio(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solamente affrontando prove dolorose puoi conoscere l’amabilità di Dio”). Ora avevo sperimentato queste parole di Dio in prima persona. Non mi sarei più lamentata di avere un destino avverso a causa della mia malattia.

Ho letto altre parole di Dio: “Avete capito se i pensieri e le opinioni di coloro che dicono sempre di avere un destino avverso sono giusti o sbagliati? (Sono sbagliati.) È chiaro che queste persone sperimentano l’emozione della depressione poiché sono impantanate nell’estremismo. […] Considerano le questioni e le persone da questo punto di vista estremo ed erroneo, e di conseguenza vivono, valutano le persone e le cose, si comportano e agiscono ripetutamente sotto l’effetto e l’influenza di questa emozione negativa. Alla fine, indipendentemente dal modo in cui vivono, appaiono così stanchi da non essere in grado di trovare il minimo entusiasmo per la loro fede in Dio e il loro perseguimento della verità. Comunque scelgano di vivere la loro vita, non riescono a svolgere il loro dovere né positivamente né attivamente e, nonostante credano in Dio da molti anni, non si concentrano mai sull’assolvimento del loro dovere con tutto il cuore e tutta l’anima o sull’assolverlo in modo soddisfacente, tanto meno perseguono la verità, naturalmente, o praticano secondo le verità principi. Perché? In ultima analisi, perché pensano sempre di avere un destino avverso e questo li porta a provare emozioni di profonda depressione. Diventano totalmente demoralizzati, impotenti, come cadaveri ambulanti, privi della minima vitalità, non manifestano alcun comportamento positivo o ottimista, e tanto meno alcuna determinazione o forza per dedicare la lealtà che dovrebbero al loro dovere, alle loro responsabilità e ai loro obblighi. Al contrario, lottano con riluttanza per andare avanti, giorno dopo giorno, con un atteggiamento approssimativo, senza meta e in preda alla confusione, addirittura in uno stato di inconsapevolezza. Non hanno idea di quanto a lungo continueranno a cavarsela alla meglio. Alla fine, non possono fare altro che biasimare sé stessi, dicendo: ‘Oh, continuerò ad andare avanti finché potrò! Se un giorno non ce la facessi più e la chiesa volesse espellermi ed eliminarmi, allora dovrebbe eliminarmi e basta. La ragione è che ho un destino avverso!’ Vedi, anche le loro parole suonano così sconfitte. L’emozione della depressione non è un semplice stato d’animo; bensì, cosa più importante, ha un impatto devastante sui pensieri, sul cuore e sul perseguimento delle persone. Se non riesci a cambiare le tue emozioni di depressione in modo tempestivo e rapido, esse non solo influenzeranno tutta la tua vita, ma la distruggeranno e ti condurranno alla morte. Anche se credi in Dio, non sarai in grado di acquisire la verità e la salvezza e, alla fine, perirai. Ecco perché coloro che credono di avere un destino avverso dovrebbero aprire gli occhi subito; non è una cosa positiva il fatto che tentino continuamente di capire se il loro destino è favorevole o avverso, che perseguano sempre un qualche tipo di destino e che si preoccupino costantemente del loro destino. Se prendi il tuo destino sempre molto seriamente, quando affronti una minima interferenza o delusione, oppure fallimenti, battute d’arresto o situazioni di disagio, ti convinci immediatamente che sia dovuto al tuo destino avverso e alla tua cattiva sorte. Così, ricordi ripetutamente a te stesso di essere una persona con un destino avverso, di non avere un destino favorevole come gli altri, e sprofondi continuamente nella depressione, circondato, vincolato e schiavizzato da questa emozione negativa e incapace di venirne fuori. È una situazione molto spaventosa e pericolosa. Se anche questa emozione della depressione non ti renderà più arrogante o ingannevole, né ti porterà a rivelare malvagità, intransigenza o altri tipi analoghi di indole corrotta, e anche se non arriverai al punto di rivelare un’indole corrotta e di sfidare Dio, o di rivelare un’indole corrotta e di violare le verità principi, o di causare intralcio e disturbo o compiere atti malvagi, comunque, in termini di essenza, questa emozione della depressione è una manifestazione gravissima di malcontento nei confronti della realtà. In sostanza, questa manifestazione di insoddisfazione verso la realtà è anche un’insoddisfazione nei confronti della sovranità e delle disposizioni di Dio. E quali sono le conseguenze dell’insoddisfazione verso la sovranità e le disposizioni di Dio? Sono certamente molto gravi e ti porteranno come minimo a ribellarti a Dio e a sfidarLo, e a essere incapace di accettare le Sue parole e la Sua provvista, incapace di capire e indisposto ad ascoltare i Suoi insegnamenti, le Sue esortazioni, i Suoi richiami e i Suoi avvertimenti(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (2)”). Le parole di Dio mi hanno fatto capire che rimanere sempre bloccati in questa emozione negativa del pessimismo e della depressione porta a gravi conseguenze. Non rende solo le persone incapaci di considerare correttamente le cose che accadono loro, ma anche disinteressate a fare il proprio dovere e a perseguire la verità, e così finiscono col perdere la possibilità di essere salvate. La cosa ancora più grave è che questa sorta di emozione depressiva è un’insoddisfazione nei confronti della realtà e della sovranità e delle disposizioni di Dio. La sua essenza è quella di lamentarsi con Dio e di ribellarsi silenziosamente a Lui. La sua natura è molto grave. I miei risultati al Gaokao sono stati compromessi dalla ricaduta della mia malattia, e sempre per la mia malattia ho abbandonato l’istituto e sono tornata a casa. Per questo motivo, soffrivo molto e davo la colpa a tutti e a tutto. Dopo che ho iniziato a credere in Dio, la mia malattia mi ha impedito di essere promossa e coltivata, e pensavo sempre che mi fosse toccato un destino avverso, incolpando Dio per avermi dato questo corpo. Anche quando svolgevo il mio dovere, mi limitavo a sbrigarmela, senza il desiderio di collaborare attivamente. Ero sempre bloccata in quella visione sbagliata di avere un destino avverso e mi sono depressa sempre di più, non facendo altro che lamentarmi con Dio e fraintenderLo. Se non avessi invertito la rotta, alla fine avrei solo perso la possibilità di essere salvata a causa della mia opposizione a Dio. Questo tipo di pensiero e di visione errati è così velenoso. Porta le persone ad affrontare le cose che capitano loro senza un atteggiamento di sottomissione, così che alla fine possono solo essere ingannate e danneggiate da Satana. Resamene conto, ho pregato Dio: “Dio, mi sono sempre lamentata di avere un destino avverso e ho vissuto in questa emozione negativa della depressione. È stata una rivolta silenziosa contro di Te, Ti stavo opponendo resistenza. Dio, non voglio continuare così; Ti prego, guidami”.

Dopo di che, ho letto le parole di Dio e ho imparato come considerare correttamente il mio destino. Dio Onnipotente dice: “Quale atteggiamento si dovrebbe avere nei confronti del destino? Dovresti rispettare le disposizioni del Creatore, ricercare attivamente e con fervore a che scopo e con quale significato Egli ha disposto tutte queste cose e raggiungere la comprensione della verità, svolgere le tue funzioni più importanti in questa vita decretata da Dio per te, compiere i doveri, le responsabilità e gli obblighi di un essere creato e rendere la tua vita più significativa e di maggior valore, sino a che alla fine il Creatore sarà soddisfatto di te e ti commemorerà. Naturalmente, sarebbe ancora meglio raggiungere la salvezza attraverso la tua ricerca e il tuo impegno indefesso: questo sarebbe l’esito migliore. In ogni caso, per quanto riguarda il destino, l’atteggiamento più appropriato che l’umanità creata dovrebbe assumere non è quello di giudicarlo e circoscriverlo in modo sconsiderato, né di approcciarlo con metodi estremi. Naturalmente, tanto meno si dovrebbe cercare di contrastare, di scegliere o di cambiare il proprio destino, e usare invece il cuore per apprezzarlo, ricercarlo, esplorarlo e assecondarlo, per poi affrontarlo positivamente. Infine, nell’ambiente e nel cammino di vita che Dio ha stabilito per te, dovresti ricercare la via di condotta che Egli ti insegna e il cammino che ti chiede di percorrere, sperimentare in questo modo il destino che Egli ha predisposto per te, e alla fine sarai benedetto. Quando sperimenterai in questo modo il destino che il Creatore ha predisposto per te, non solo apprezzerai la sofferenza, la tristezza, le lacrime, il dolore, la frustrazione e il fallimento, ma, cosa più importante, sperimenterai gioia, pace e conforto, oltre alla luce e all’illuminazione conferite dalla verità che Dio ti dona. Inoltre, quando lungo il tuo cammino di vita ti smarrirai, quando ti troverai di fronte alla frustrazione e al fallimento e dovrai compiere una scelta, sperimenterai la guida del Creatore e alla fine acquisirai la comprensione, l’esperienza e l’apprezzamento di come vivere la vita più significativa di tutte. Allora nella tua vita non ti smarrirai più, non sarai più preda di un costante stato di ansia e, naturalmente, non ti lamenterai più di avere un destino avverso, e tanto meno sprofonderai in emozioni di depressione ritenendo il tuo destino tale. Se hai questo atteggiamento e adotti questo metodo per affrontare il destino che il Creatore ha disposto per te, allora non solo la tua umanità diventerà più normale, non solo arriverai a possedere un’umanità normale e i pensieri, le opinioni e i principi secondo cui valutare le cose dell’umanità normale, ma naturalmente arriverai anche ad avere le opinioni e la comprensione sul significato della vita che i non credenti non avranno mai(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (2)”). Dalle parole di Dio ho capito che, qualunque sia il destino che Dio ci riserva, dovremmo sempre sottometterci alle Sue orchestrazioni e disposizioni. Questa è la ragionevolezza che gli esseri creati dovrebbero possedere. Indipendentemente dal nostro destino, la cosa più importante è che sappiamo perseguire la verità, adempiere al nostro dovere di esseri creati e vivere una vita di valore e di significato. Quando Dio all’inizio benedisse Giobbe con un’intera montagna di bestiame, copiose proprietà e dei bei figli, la gente pensava che Giobbe avesse un destino favorevole. Ma Giobbe non vedeva queste cose come dei piaceri e si concentrava solo sul cammino del temere Dio e del fuggire il male. In seguito, affrontò delle prove. Tutte le sue proprietà scomparvero in una notte, i suoi figli morirono, e l’intero corpo gli si ricoprì di pustole. Agli occhi della gente, era un’enorme disgrazia. Ma Giobbe non guardò le cose che gli accadevano dal punto di vista dell’uomo, né si ribellò e si oppose. Accettò invece quelle cose da Dio, cercò l’intenzione di Dio ed esaltò il Suo santo nome, rimanendo infine saldo nella sua testimonianza. Dio Si rivelò a Giobbe. Giobbe Lo vide e gli si colmò il cuore di pace e gioia, e alla fine morì a una veneranda età. Io invece, quando consideravo il mio destino, volevo sempre cambiarlo e lottare per liberarmene. Non cercavo diligentemente né lo affrontavo con positività, e quindi vivevo in un dolore insopportabile. Ho pensato alle parole di Dio che dicono: “Qual è la causa di questo dolore? La sovranità di Dio o il fatto che una persona è nata sfortunata? Ovviamente nessuna delle due cose. In fondo, la causa è la strada che le persone intraprendono, il modo in cui scelgono di vivere la vita(La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico III”). Ho riconosciuto che soffrivo così tanto perché c’era un problema nel mio cammino di perseguimento. Prima di credere in Dio, volevo affidarmi alla conoscenza per cambiare il mio destino. Volevo distinguermi dalla massa e vivere una vita di comodità e ricchezza. Dopo aver iniziato a credere in Dio, nel mio dovere ho continuato a perseguire la reputazione e il prestigio, volevo che gli altri mi stimassero molto. Quando la mia malattia ha impedito ai miei desideri di realizzarsi, mi sono lamentata di avere un destino avverso e ho vissuto in un’emozione di depressione. Il mio desiderio di reputazione e prestigio era così forte. Non potevo fare a meno di chiedermi: “Il destino di una persona è davvero favorevole e vivere ha davvero valore solo perché si sono ottenuti reputazione e prestigio?” Ho pensato a come la chiesa avesse rivelato ed eliminato molte persone. Sebbene alcuni fossero stati promossi a svolgere doveri di leadership, c’era tra di loro chi non perseguiva la verità, e invece perseguiva ostinatamente la reputazione e il prestigio ed esaltava e testimoniava sé stesso tra i fratelli e le sorelle. Costoro non accettavano di essere potati e alla fine sono stati rivelati ed eliminati. Ho capito che se le persone non perseguono la verità e non fanno il loro dovere con i piedi per terra, allora, anche se venissero promosse e coltivate, guadagnandosi la stima da parte di molti, non otterrebbero l’approvazione di Dio e alla fine verrebbero rivelate ed eliminate. Ho pensato a come, all’inizio, avessi iniziato a credere in Dio a causa della mia malattia. Ho goduto della provvista delle parole di Dio e sono arrivata a comprendere alcune verità. Ogni volta che mi ammalavo e vivevo nella mia negatività, Dio usava le Sue parole per illuminarmi, guidarmi e permettermi di continuare a vivere. Dio mi aveva dato davvero tanto. Io però non pensavo a ripagare il Suo amore e a continuare a fare il mio dovere con i piedi per terra. Desideravo solo reputazione e prestigio e non ero sincera nei confronti di Dio. Ero davvero così ribelle! Non ho potuto fare a meno di versare lacrime di rimorso, e ho pregato Dio: “Dio, sono stata così ribelle. Ho sempre perseguito la fama e il prestigio e non ho percorso il giusto cammino; sono stata davvero indegna di essere scelta da Te. Dio, tutto ciò che voglio è credere in Te e sottomettermi a Te in modo appropriato, svolgendo il mio dovere con i piedi per terra”. Capito questo, non mi sentivo più depressa.

In quel periodo non potevo mettermi in contatto con i miei fratelli e sorelle, e così ho continuato a leggere le parole di Dio ogni giorno, pregandoLo e avvicinandomi a Lui e praticando la scrittura di sermoni. A volte la mia salute peggiorava un po’ e le articolazioni mi facevano così male che non riuscivo a muovermi o ad alzarmi. Senza accorgermene sviluppavo un po’ di angoscia, soprattutto quando vedevo video di fratelli e sorelle che cantavano, ballavano e lodavano Dio. Ero molto invidiosa e pensavo: “Quei fratelli e sorelle sono in salute e possono cantare, ballare e lodare Dio. Come deve essere bello! Io non riesco nemmeno a stare in piedi”. Mi sono resa conto di essere in uno stato sbagliato e ho pregato Dio in silenzio, chiedendoGli di proteggere il mio cuore. Ho pensato alle Sue parole che dicono: “Le funzioni non sono le stesse. Esiste un unico corpo. Ognuno compie il proprio dovere, ognuno al proprio posto e intento a fare del proprio meglio – per ogni scintilla c’è un lampo di luce – e a ricercare la maturità nella vita. Così Io sarò soddisfatto(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 21”). Dio dispone un dovere diverso per ogni persona. Quei fratelli e sorelle cantavano, danzavano e lodavano Dio, mentre io svolgevo doveri di redazione testi e Lo testimoniavo. Ogni dovere ha la sua funzione. Fintanto che una persona svolge il suo al meglio delle sue capacità, Dio la approverà. A questo pensiero, il mio cuore si è sentito molto più libero. Ora non credo più che mi sia toccato un destino avverso. Voglio solo sottomettermi alla sovranità e alle disposizioni di Dio, perseguire la verità in modo appropriato e assolvere bene il mio dovere. Il fatto che sia riuscita a liberarmi dell’idea sbagliata di avere un destino avverso è tutto merito della guida delle parole di Dio.

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