Cosa ho guadagnato da tre anni e mezzo di prigione

12 Dicembre 2025

di Li Ke, Cina

Dio Onnipotente dice: “Il problema principale relativo all’uomo è che il suo unico pensiero è rivolto al suo destino e alle sue prospettive ed egli idolatra queste cose. L’uomo cerca Dio per il proprio destino e le proprie prospettive; non Lo adora per l’amore che nutre per Lui. Dunque, per conquistare l’uomo si devono potare e, quindi, eliminare il suo egoismo e la sua cupidigia e tutto ciò che più impedisce l’adorazione di Dio. Così facendo, si raggiungeranno gli effetti della conquista dell’uomo. Pertanto, nelle prime fasi della conquista dell’uomo è necessario purgare le ambizioni selvagge e le più fatali debolezze umane, e, attraverso questo processo, rivelare nell’uomo un cuore che ama Dio e modificare la sua conoscenza della vita umana, la sua visione di Dio e il significato della sua esistenza. Così facendo, nell’uomo, il suo cuore che ama Dio viene purificato, ovvero il suo cuore viene conquistato(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Ristabilire la vita normale dell’uomo e condurlo a una destinazione meravigliosa”). Leggendo questo passo delle parole di Dio, ripenso all’esperienza del mio arresto, che mi ha fatto rendere davvero conto di quanto siano concrete le parole di Dio. Se una persona vuole rinunciare alle proprie considerazioni sul futuro e sul destino, ed essere in grado di sottomettersi a Dio e amarLo, deve sperimentare il giudizio, il castigo, le prove e l’affinamento di Dio degli ultimi giorni.

Alla fine del 2012, sono stato arrestato dalla polizia del PCC mentre predicavo il Vangelo. Durante i ripetuti interrogatori e i tentativi della polizia di estorcermi una confessione, sono state le parole di Dio a guidarmi a rimanere saldo nella mia testimonianza senza diventare un giuda. La polizia non ha ottenuto le informazioni sulla chiesa che voleva e, alla fine, mi ha condannato a tre anni e mezzo di prigione con l’accusa di “intralcio all’applicazione della legge”. Sebbene dopo l’arresto mi fossi preparato al carcere, avevo comunque il cuore in subbuglio quando ho letto la sentenza. Ho contato mentalmente i giorni in silenzio: “Tre anni e mezzo: più di mille giorni e mille notti! Come potrò farcela?” Mi sono davvero preoccupato quando ho sentito un ex detenuto dire: “È davvero buio in prigione e se non concludi o non esegui bene il lavoro verrai picchiato. I deboli ci muoiono dentro e lì, quando qualcuno muore, è come se morisse un cane: alle guardie carcerarie non importa nulla”. Ero un po’ spaventato e ho pensato: “Nei mesi che ho trascorso nel centro di detenzione, la mia malattia allo stomaco è peggiorata e si è trasformata in emorragia. Ogni volta che vado in bagno, escono dei coaguli di sangue. Mi si sono anche gonfiati un po’ le gambe e i piedi. Con il mio corpo in queste condizioni, riuscirò a uscirne vivo dopo tutti questi anni in quella prigione disumana? Se muoio in prigione, non perderò il giorno in cui il Regno di Dio si realizzerà?” Pensando a queste cose, non potevo fare a meno di preoccuparmi per il mio futuro e nel mio cuore nutrivo dei fraintendimenti nei confronti di Dio: Egli stava forse usando quella situazione per rivelarmi ed eliminarmi? Sebbene sapessi che non avrei dovuto fraintendere Dio e che la situazione da Lui disposta era ciò di cui avevo bisogno, per diversi giorni ho avuto il cuore in subbuglio e non sono riuscito a dormire la notte. Nel mio dolore, ho invocato Dio più e più volte: “Dio, so che è sbagliato fraintenderTi, ma sono così debole in questo momento. Ti prego, dammi la fede e la forza per sperimentare la situazione che mi aspetta”. Dopo aver pregato, mi sono ricordato di un versetto dell’Antico Testamento in cui Jahvè Dio parla a Giosuè: “Sii forte e fatti animo; non ti spaventare e non ti sgomentare, perché Jahvè, il tuo Dio, sarà teco dovunque andrai(Giosuè 1:9). Ho pensato anche a ciò che dice Dio Onnipotente: “Di tutto ciò che avviene nell’universo, non vi è nulla su cui Io non abbia l’ultima parola. C’è niente che non sia nelle Mie mani?(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 1”). Dio ha la sovranità e il controllo su ogni cosa, quindi il mio destino non era comunque nelle mani di Dio anche nella prigione del PCC? A questo pensiero, ho provato un senso di liberazione nel cuore.

Un giorno, nell’ottobre del 2013, sono stato mandato in prigione per scontare la mia pena. Nelle carceri cinesi, i prigionieri sono solo strumenti gratuiti che loro possono usare per fare soldi. I prigionieri lavorano dalle 16 alle 17 ore al giorno e a volte anche di più nel caso di lavori urgenti; chi non riesce a portare a termine i propri compiti viene punito fisicamente. Il mio lavoro all’epoca era stirare piccoli pezzi. Dovevo tenere un ferro da stiro nella stessa posizione per oltre dieci ore al giorno e muovermi velocemente. Poiché la prigione funzionava come una catena di montaggio, se una persona era lenta, ciò influiva sulla velocità dell’intera catena di produzione e se qualcuno causava ritardi veniva punito. Le mie due dita non si estendevano più dopo aver stretto il ferro così a lungo e dovevo forzarle per riuscirci. Come si dice, “Le dita sono collegate al cuore”, e a volte il dolore alla mano era così forte che la notte non riuscivo a dormire. Il carico di lavoro eccessivo, insieme all’emorragia allo stomaco che non era ancora completamente guarita, mi ha reso estremamente debole a livello fisico e dopo tre mesi di prigione ho iniziato ad avvertire mal di schiena, senso di costrizione al petto e respiro corto. Al solo pensiero della lunga condanna che mi aspettava, temevo che, se le cose fossero andate avanti così, anche se non fossi morto, sarei diventato disabile. Se ciò fosse accaduto, la vita dopo la prigione sarebbe diventata un problema, quindi come avrei svolto i miei doveri? Se non avessi potuto assolvere il mio dovere, non avrei più avuto alcuna possibilità di essere salvato? Desideravo disperatamente che Dio punisse presto il gran dragone rosso perché, se esso fosse caduto, non avrei dovuto sopportare quelle avversità. In quel periodo, prestavo molta attenzione alle notizie provenienti dall’esterno e, quando arrivavano nuovi prigionieri, cercavo di scoprire come andavano le cose fuori, chiedendo se ci fossero catastrofi o sconvolgimenti in corso. Ma, giorno dopo giorno, le cose all’esterno rimanevano calme e io mi sentivo piuttosto scoraggiato. Perché Dio non stava punendo il gran dragone rosso? Se fossi rimasto in prigione in quel modo per troppo tempo, anche se non fossi morto, mi sarei ritrovato menomato! A questi pensieri, mi si è riempito il cuore di oscurità e sconforto. Nel mio tormento, ho pregato Dio: “Dio, il solo pensiero che la mia mano diventi invalida mi rende così sconfortato e continuo a preoccuparmi del fatto che, se diventerò disabile, non avrò più via d’uscita nella vita. Temo anche di non essere in grado di svolgere i miei doveri e di non poter quindi essere salvato. Dio, Ti prego, guidami fuori da questo stato sbagliato”.

Un giorno, durante il lavoro nel cortile, ho visto che le montagne in lontananza, un tempo gialle e brulle, erano diventate verdi senza che me ne accorgessi. Mentre guardavo i fiori e l’erba sui monti, mi sono balenate in mente alcune parole di Dio: “I fiori e l’erba ricoprono i pendii, ma i gigli danno lustro alla Mia gloria in terra prima dell’arrivo della primavera; l’uomo è forse in grado di realizzare cose simili? Potrebbe renderMi testimonianza in terra prima del Mio ritorno? Potrebbe dedicare sé stesso per il Mio nome nel Paese del gran dragone rosso?(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 34”). Ho riflettuto su queste parole di Dio più e più volte, pensando a come i fiori e l’erba, sebbene ordinari e semplici, non pretendano nulla dal Creatore. Che sperimentino inverni gelidi o estati torride, comunque crescono e fioriscono anno dopo anno in base alle leggi che Dio ha stabilito per loro, aggiungendo bellezza alla terra da Lui creata e testimoniando la meraviglia delle Sue azioni. Dio dice: “I fiori e l’erba ricoprono i pendii, ma i gigli danno lustro alla Mia gloria in terra prima dell’arrivo della primavera”. Ho capito chiaramente che Dio stava usando queste parole per guidarmi fuori dal mio sconforto e ho provato allo stesso tempo commozione e vergogna. Come i fiori e l’erba, io non sono che un piccolo essere creato, eppure pretendevo costantemente che Dio agisse in base ai miei desideri e, quando Egli non ha esaudito le mie richieste e non ha punito il gran dragone rosso, il mio cuore si è allontanato da Lui. Ero davvero privo di ragione! Quando Dio compie la Sua opera, ha il Suo piano e conosce il momento giusto per distruggere il gran dragone rosso. Avrei dovuto lasciare che Dio orchestrasse ogni cosa. Inoltre, che sarei o meno diventato disabile, che sarei sopravvissuto e che sarei stato in grado di svolgere i miei doveri oppure no, tutto questo era nelle mani di Dio. Le mie preoccupazioni erano inutili. A questi pensieri, il mio cuore si è rasserenato.

In seguito, mi è capitato di vedere un libro di un altro prigioniero, intitolato “La fede dei personaggi celebri”, che conteneva racconti di molti missionari famosi, sia cinesi che stranieri, come Hudson Taylor, Robert Morrison, Wang Mingdao, Watchman Nee e altri. Non mi sarei mai aspettato di trovare un libro del genere nella prigione rigidamente controllata del PCC, così l’ho preso in prestito con entusiasmo per leggerlo. Sono stato molto incoraggiato dalle meravigliose testimonianze dei santi di tutte le epoche contenute nel libro e ho pensato alle parole di Dio: “Ciò che ora vi dono supera ciò che donai a Mosè ed eclissa ciò che donai a Davide, così, parimenti, vi chiedo che la vostra testimonianza superi quella di Mosè e che le vostre parole siano più grandi di quelle di Davide. Vi dono cento volte tanto, così, parimenti, vi chiedo di ripagarMi allo stesso modo. Dovete sapere che Io sono Colui che dona la vita al genere umano e siete voi che ricevete la vita da Me e dovete testimoniarMi. Questo è il vostro dovere, che Io vi assegno e che voi dovete compiere per Me. […] Dei Miei misteri celesti, voi avete capito più di Isaia e Giovanni; della Mia adorabilità e venerabilità avete più conoscenza di tutti i santi delle età precedenti. Ciò che avete ricevuto non è soltanto la Mia verità, la Mia via e la Mia vita, ma una visione e una rivelazione più grandi di quelle di Giovanni. Avete compreso molti più misteri e avete anche visto il Mio vero volto; avete accettato di più del Mio giudizio e conosciuto di più riguardo alla Mia indole giusta. Dunque, anche se siete nati negli ultimi giorni, comprendete le cose precedenti e del passato; avete anche sperimentato ciò che è di oggi, e tutto questo è stato fatto da Me personalmente. Quello che vi chiedo non è eccessivo, giacché molto vi ho concesso e tanto avete visto in Me. Pertanto, vi chiedo di testimoniarMi nei confronti dei santi delle età passate, e questo è l’unico desiderio del Mio cuore(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Che cosa sai della fede?”). Ho pensato ai santi delle generazioni passate. Non hanno goduto dell’irrigazione e della provvista di così tante parole di Dio al pari di quanto ne avevo goduto io, ma hanno dato la loro vita per rendere testimonianza alla salvezza del Signore Gesù. Alcuni sono stati lapidati a morte, altri dilaniati dai cavalli, altri sono stati segati a morte e altri ancora crocifissi a testa in giù, ma tutti hanno reso a Dio una testimonianza meravigliosa e risonante. Io avevo potuto godere della provvista di moltissime parole di Dio Onnipotente, quindi avrei dovuto rendere una testimonianza meravigliosa e risonante a Dio, proprio come hanno fatto i santi delle generazioni passate, per svergognare Satana. Questa è inoltre l’aspettativa di Dio verso noi che abbiamo accettato la Sua opera degli ultimi giorni. A questo pensiero, ho acquisito la determinazione a seguire l’esempio dei santi delle generazioni passate. Ero intenzionato a ribellarmi alla mia carne e ad abbandonare le mie irragionevoli richieste a Dio, a mettere il mio futuro e il mio destino nelle Sue mani e a pormi alla mercé delle Sue orchestrazioni e disposizioni. Anche se fossi davvero diventato disabile, avrei comunque seguito Dio fino alla fine. Inoltre, anche se in prigione fossi stato veramente torturato a morte dal PCC, sarebbe stata una persecuzione per la giustizia. Si tratta di una cosa gloriosa, non avrei dovuto essere triste. Avrei dovuto invece affidarmi a Dio per rimanere saldo nella mia testimonianza. Nei giorni successivi, ho riflettuto consapevolmente sulle parole di Dio che riuscivo a ricordare, ho cantato gli inni che avevo imparato e Gli ho anche affidato le mie difficoltà, guardando a Lui. Gradualmente, il mio stato è migliorato.

Ho pensato di essere riuscito, attraverso quell’esperienza, a mettere da parte i pensieri sul mio futuro e sul mio destino, ma si è presentata una nuova situazione che mi ha rivelato e mi ha reso chiaro che non sarebbe stato così semplice. Nell’inverno del 2014, a causa della mia cagionevolezza e delle pessime condizioni di detenzione in carcere, dove dovevo lavarmi i capelli e fare il bagno con l’acqua fredda del rubinetto anche nel rigido inverno, avevo quasi sempre raffreddore e muco al naso. Col tempo, i miei capillari nasali si sono rotti a causa del continuo soffiarlo. All’inizio, ho avuto solo piccole emorragie intermittenti, ma con il passare del tempo sono diventate più intense, finché, in diverse occasioni, il naso mi sanguinava ininterrottamente, come acqua che scorre da un rubinetto. Le guardie hanno visto che sanguinavo troppo e temevano che potessi morire nell’officina, così mi hanno mandato all’ospedale della prigione. Tuttavia, le condizioni sanitarie lì erano pessime e il medico mi ha semplicemente fatto una flebo, senza prendere alcun provvedimento per fermare l’emorragia. Mi ha anche messo davanti un secchio di plastica e mi ha detto con freddezza: “Se sanguini, fallo nel secchio. Non sporcare il pavimento ricoprendolo di sangue”. Detto questo, si è voltato e se n’è andato. Le mie epistassi continuavano ad andare e venire, così ho usato dei fazzoletti per tapparmi le narici e fermare le emorragie. Tuttavia, con le narici otturate, il sangue ha iniziato a venire fuori dalla bocca. A causa dell’emorragia eccessiva, sentivo il calore abbandonare lentamente il mio corpo. Il sangue continuava a fluire a intermittenza dal naso e in breve tempo ho finito un intero pacchetto di fazzoletti. Ero completamente privo di forze e non potevo fare altre che lasciare che il sangue mi colasse sui vestiti dalla bocca e dal naso. In breve tempo, mi si è formata una grande macchia rossa sul petto e ho iniziato a sentire sempre più freddo. Riuscivo solo ad appoggiarmi debolmente al muro freddo e mi sembrava che i secondi stessero ticchettando verso la mia morte. Fissando il soffitto, mi sono detto: “Se continua così, non passerà molto tempo prima che muoia dissanguato. Se muoio così qui in prigione, nessuno lo saprà mai. Non rivedrò mai più i miei fratelli e sorelle e tanto meno assisterò al giorno della gloria di Dio”. Ho anche pensato al fatto che, dopo aver iniziato a credere in Dio, avevo rinunciato alla mia carriera e me ne ero andato di casa perché il PCC mi braccava, e che avevo costantemente svolto il mio dovere nella casa di Dio. Non mi sarei mai aspettato di morire in prigione invece di ricevere benedizioni. Più ci pensavo, peggio mi sentivo, e il mio cuore si è riempito di desolazione. Nel mio dolore, ho pregato Dio in silenzio: “Dio, ciò che sto affrontando contiene la Tua intenzione, ma ho una statura troppo scarsa e, vedendo che sto per morire, ho il cuore colmo di dolore e disperazione. Dio, Ti prego, dammi fede e forza, affinché attraverso di Te io possa essere saldo”. Dopo aver pregato, ho pensato a ciò che disse Giobbe durante le sue prove: “Jahvè ha dato, Jahvè ha tolto; sia benedetto il nome di Jahvè” (Giobbe 1:21). Quando la tentazione di Satana lo colpì, Giobbe perse tutti i suoi beni e i suoi figli e l’intero corpo gli si coprì di piaghe dolorose. Queste cose sarebbero state colpi insopportabili per chiunque, ma Giobbe aveva un cuore che temeva Dio. Egli non si lamentò di Dio, né peccò con le parole; invece lo accettò da Dio, poiché credeva che tutte le sue ricchezze e i suoi figli gli fossero stati donati da Lui e, sebbene sembrasse il saccheggio di un ladro, ciò era stato permesso da Dio. Pertanto, Giobbe si sottomise al fatto che Dio glieli prendesse e Gli restituì di buon grado tutto ciò che aveva, continuando a lodare il Suo santo nome. In mezzo alle tentazioni di Satana, la fede, la sottomissione e il timore di Dio che Giobbe aveva gli permisero di rimanere saldo nella sua testimonianza a Dio e di svergognare Satana, ed egli ricevette l’approvazione e la benedizione di Dio. Riflettendo sulla testimonianza di Giobbe, mi sono reso conto che tutto ciò che ho, compresa la mia vita, mi è stato donato da Dio, che è giusto che Egli Se lo riprenda e che dovrei sottomettermi alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni. Invece, quando ho affrontato la morte, mi sono ritrovato nel dolore e nella disperazione e il mio cuore era riluttante. Ho visto che non avevo alcuna sottomissione a Dio e che la mia fede era davvero miserevole. Resomene conto, ho pregato Dio: “Dio, sono disposto a mettere la mia vita nelle Tue mani. Che io viva o muoia, sono disposto a sottomettermi alla Tua sovranità e alle Tue disposizioni”. Dopo aver pregato, ho percepito molta più pace nel cuore e ho sentito che Dio era il mio forte e potente sostegno. Inaspettatamente, quando ho affidato completamente la mia vita e la mia morte a Lui, ho visto le Sue azioni ed Egli ha fatto sì che un prigioniero che non conoscevo andasse a cercare il direttore dell’ospedale della prigione, a dirgli che io e il direttore eravamo concittadini e a chiedergli di aiutarmi. In realtà, non sono della stessa città del direttore. Quando il direttore è venuto e ha visto che ero coperto di sangue, ha detto subito: “Non preoccuparti, ti farò portare all’ospedale cittadino per una trasfusione di sangue e una terapia d’urgenza”. Tuttavia, dopo che le guardie carcerarie mi hanno portato all’ospedale cittadino, per risparmiare sui costi mi hanno solo sottoposto a un intervento di emostasi e non ho ricevuto la trasfusione. Pensavo che, dato che avevo perso così tanto sangue, le guardie mi avrebbero sicuramente fatto riposare per qualche giorno. Ma inaspettatamente, non appena sono sceso dal tavolo operatorio, mi hanno subito rimandato a lavorare in officina. Mi sentivo frastornato e stordito e tutto mi girava intorno. In cuor mio, ho odiato ancora di più il disprezzo del PCC per la vita umana. Credendo in Dio e predicando il Vangelo, stavo percorrendo il cammino corretto nella vita, eppure subivo tali brutalità da parte del PCC! Oltre all’odio, il mio cuore era colmo di tristezza, e mi sono detto: “A quanto pare, stavolta davvero morirò in prigione e non vedrò mai il giorno in cui il Regno di Dio si realizzerà”. Mi sono reso conto di essere in uno stato sbagliato e, ripensando alle esperienze precedenti, sapevo che con quella situazione Dio mi stava testando. Ero disposto a sottomettermi alle Sue orchestrazioni e disposizioni e a ricercare la Sua intenzione in quella situazione. In seguito, quando mi sono sottomesso, ho visto di nuovo le azioni di Dio. Una guardia carceraria della mia città natale ha saputo della mia situazione e ha messo una buona parola con il responsabile dell’officina, convincendolo a lasciarmi riposare per qualche giorno, e finalmente mi sono ripreso. Ho visto l’onnipotenza e la sovranità di Dio, ho acquisito un po’ più di fede in Lui e ho capito che dipende da Lui il fatto che io viva o muoia. A prescindere da quanto il gran dragone rosso sia malvagio o da come cerchi di uccidermi, senza il permesso di Dio, nessuno può togliermi la vita.

Ho pensato al fatto che in tutte quelle occasioni, affrontando quelle situazioni, mi ero preoccupato del mio futuro e del mio destino, temendo sempre che se fossi morto non avrei potuto essere salvato; ho capito che le situazioni che Dio aveva predisposto non erano volte solo a mostrarmi la malvagità del PCC, ma anche a farmi comprendere la mia indole corrotta. Ho pensato alle parole di Dio: “Nella loro fede in Dio, quel che le persone cercano è ottenere benedizioni per il futuro: questo è il loro obiettivo nella loro fede. Tutti hanno questo intento e questa speranza, ma la corruzione nella loro natura deve essere risolta attraverso le prove e l’affinamento. Quali che siano gli aspetti in cui le persone non sono purificate e rivelano corruzione, questi sono gli aspetti nei quali devono essere affinate: questa è la disposizione di Dio. Dio predispone per te un ambiente, costringendoti a essere lì affinato in modo che tu possa conoscere la tua corruzione. In definitiva raggiungi un punto in cui vuoi abbandonare i tuoi progetti e i tuoi desideri e sottometterti alla sovranità e alla disposizione di Dio anche se significasse morire(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Riflettendo sulle parole di Dio e paragonando a esse le mie esperienze, ho capito che solo attraverso l’affinamento una persona può vedere chiaramente la propria vera statura e comprendere la propria corruzione. In passato, avevo sempre pensato che rinunciare alla mia famiglia e alla mia carriera per fare il mio dovere, affrontare l’arresto e la persecuzione del gran dragone rosso e non tradire Dio mi rendesse un credente sincero. Ma in quella situazione ho finalmente visto che credevo in Dio solo per un buon futuro e una buona destinazione e che non volevo sinceramente soddisfarLo. Così, quando ho visto che non potevo guadagnare benedizioni, sono precipitato nella negatività e nel dolore. Appena saputo della mia condanna a tre anni e mezzo, ho pensato alla gravità della mia emorragia gastrica e a quanto fosse debole il mio corpo e ho temuto di morire in prigione e di non vedere mai il giorno in cui il Regno si sarebbe realizzato. Per questo motivo, ero così tormentato da non riuscire a dormire e ho persino avuto il fraintendimento che Dio stesse usando quella situazione per eliminarmi. Una volta in prigione, a causa del lavoro estenuante, non riuscivo a estendere le dita e temevo che, se fossi diventato disabile, non avrei avuto via d’uscita nella vita. Temevo anche che non sarei stato in grado di fare il mio dovere e che quindi non avrei potuto essere salvato, così ho desiderato ardentemente che Dio distruggesse il gran dragone rosso il prima possibile e ho vissuto in uno stato di sconforto. In seguito, a causa delle mie incessanti emorragie nasali, ho temuto di poter morire e ho provato dolore e infelicità, rimpiangendo persino di essermene andato di casa per fare il mio dovere. Solo allora mi sono reso conto che, mantenendo la mia fede e svolgendo il mio dovere, non stavo affatto praticando la verità né mi stavo sottomettendo a Dio, e neppure stavo cercando di ripagare il Suo amore. Al contrario, stavo usando l’assolvimento del mio dovere per cercare di contrattare al fine di ottenere la grazia e le benedizioni di Dio e un buon esito e una buona destinazione. Sebbene mi stessi mascherando dietro la finzione di spendermi per Dio, in sostanza stavo cercando di soddisfare il mio desiderio di essere benedetto. Svolgendo il mio dovere in quel modo, stavo cercando di contrattare con Dio e di usarLo e ingannarLo. Possedevo forse coscienza o ragione? Se Dio non avesse usato la persecuzione del gran dragone rosso per rivelarmi e raffinarmi, avrei continuato a essere ingannato dal mio sacrificarmi e spendermi esteriormente e a credere in Dio e svolgere il mio dovere con l’intenzione di essere benedetto. In ultima analisi, sarei finito come Paolo, che considerò il suo spendersi e sacrificarsi come un capitale per pretendere la grazia da Dio, dicendo senza vergogna: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia” (2 Timoteo 4:7-8). Credendo in questo modo fino alla fine, non sarei stato in grado di acquisire la verità ed essere salvato e avrei solo finito per rovinarmi. Finalmente ho compreso la scrupolosa intenzione di Dio: Egli stava usando quel tipo di situazione per raffinarmi e purificarmi dalla mia corruzione e dalle mie impurità. Ho davvero percepito che, sebbene le azioni di Dio non fossero in linea con la mia volontà, erano tutte amore e salvezza nei miei confronti. Allo stesso tempo, ho percepito anche la misericordia e la protezione di Dio verso di me. Quando ho ricevuto la sentenza e ho temuto di non uscire vivo di prigione, è stato Dio a illuminarmi e guidarmi attraverso le Sue parole e a darmi la fede per sperimentare il duro ambiente del carcere. Quando ho temuto di diventare disabile e di non essere in grado di sopravvivere, Dio mi ha guidato per mezzo dei fiori e dell’erba e delle azioni dei santi delle generazioni passate lette in quel libro, incoraggiandomi ad avere la determinazione ad andare avanti. Quando stavo sanguinando in modo incontrollabile e rischiavo di morire, Dio ha fatto sì che un prigioniero che non conoscevo andasse dal direttore, così sono stato messo in salvo e sono sopravvissuto. Pensavo spesso alle parole de “Il sospiro dell’Onnipotente”, in cui Dio dice: “Egli veglia al tuo fianco(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio). Ho percepito nel profondo che, nei momenti di crisi, solo Dio è il mio sostegno, il mio unico rifugio! Ho pensato a come, in tutti quegli anni di fede in Lui, non Gli avessi mai donato il mio cuore sincero. Avevo cercato di fare un patto con Lui svolgendo solo una piccola parte dei miei doveri, ma Egli non mi aveva trattato in base alla mia ribellione e, nei momenti difficili, quando L’ho invocato, era ancora con me. Mi ha inoltre condotto e guidato per mezzo delle Sue parole, disponendo vari eventi, persone e cose per aiutarmi. In quel momento, mi si è colmato il cuore di rimpianto e senso di colpa e ho pregato Dio in silenzio: “Dio, non ho perseguito la verità adeguatamente e ho pagato un prezzo soltanto per il mio futuro e il mio destino. Se riesco a sopravvivere e a uscire, perseguirò sicuramente la verità in modo adeguato e non lascerò che la Tua salvezza vada sprecata. Anche se non avrò una buona destinazione, farò comunque bene il mio dovere e ripagherò il Tuo amore!”

Dopo questa esperienza, sono giunto a comprendere meglio il significato del fatto che Dio usi il gran dragone rosso affinché presti servizio. Se non avessi sperimentato personalmente la persecuzione del gran dragone rosso, non ne avrei vista l’essenza demoniaca così chiaramente, né la mia fede in Dio e la mia sottomissione a Lui sarebbero aumentate, e non avrei acquisito una vera comprensione della mia indole corrotta. Ho davvero sperimentato che l’opera di Dio di salvezza delle persone è così concreta e saggia! Sono inoltre giunto a comprendere che il gran dragone rosso si oppone a Dio e danneggia il Suo popolo eletto in modo così frenetico e Dio desidera distruggerlo da molto tempo ma, poiché noi, questo gruppo di persone, non siamo ancora stati resi completi, Egli ha ancora bisogno di usarlo affinché esso presti servizio. Una volta che esso avrà finito di farlo, la sua fine giungerà.

Il 9 novembre del 2015, sono stato rilasciato dopo aver finito di scontare la mia pena. Due guardie mi hanno scortato fino al cancello della prigione e una delle due mi ha chiesto: “Crederai ancora in Dio dopo essere uscito? Se lo farai, finirai di nuovo qui!” Ho detto con fermezza: “Sono libero di credere in Dio!” Le due guardie mi hanno guardato sorprese e poi hanno semplicemente scosso la testa. Poco più di dieci giorni dopo il mio rilascio, i miei fratelli e sorelle mi hanno contattato e mi sono riunito alle fila di coloro che propagavano il Vangelo del Regno.

In seguito, ho pensato: “Perché mi sento così infelice e angosciato quando le cose coinvolgono il mio futuro e il mio destino, al punto di discutere con Dio e diventare incapace di sottomettermi veramente alle Sue orchestrazioni e disposizioni? Cosa mi sta davvero controllando?” Durante le mie devozioni spirituali, ho letto le parole di Dio: “Finché le persone non hanno sperimentato l’opera di Dio e compreso la verità, è la natura di Satana che prende il sopravvento e domina dentro di loro. Quali elementi specifici fanno parte di quella natura? Ad esempio, perché sei egoista? Perché proteggi la tua posizione? Perché hai sentimenti così forti? Perché trai piacere da cose inique? Perché ti piacciono quei mali? Su cosa si basa il tuo debole per simili cose? Da dove vengono tali cose? Perché sei così felice di accettarle? Ormai siete arrivati tutti a comprendere che la ragione principale dietro a tutte queste cose è che il veleno di Satana è nell’uomo. Dunque cos’è il veleno di Satana? Come lo si può esprimere? Per esempio, se chiedi ‘Come si dovrebbe vivere? Per cosa si dovrebbe vivere?’, le persone risponderanno ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’. Questa singola frase esprime la radice vera e propria del problema. La filosofia e la logica di Satana sono diventate la vita delle persone. Qualsiasi cosa perseguano, lo fanno per sé stesse, e dunque vivono solo per sé stesse. ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’ – questa è la filosofia di vita dell’uomo, e rappresenta anche la natura umana. Queste parole sono già diventate la natura dell’umanità corrotta e sono il vero ritratto della natura satanica dell’umanità corrotta. Questa natura satanica è già diventata la base dell’esistenza dell’umanità corrotta. Per diverse migliaia di anni, l’umanità corrotta ha vissuto in base a questo veleno di Satana, fino ai giorni nostri(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come percorrere il cammino di Pietro”). Dopo aver letto questo passo delle parole di Dio, ho capito che la mia costante preoccupazione per il futuro e il destino nella mia fede e nei miei doveri non era una semplice rivelazione di indole corrotta, ma dipendeva principalmente dal fatto che avevo una natura satanica dentro di me. Vivevo secondo le filosofie sataniche “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino” e “Non fate nulla senza un tornaconto” e, in tutto ciò che facevo, seguivo i principi dell’interesse personale. Ero davvero egoista e spregevole. In apparenza, sembrava che avessi rinunciato a tutto per assolvere i miei doveri, ma in realtà cercavo guadagni personali e tentavo di fare uno scambio per ottenere la benedizione di entrare nel Regno dei Cieli. Ricordo la prima volta che mi hanno predicato il Vangelo del Signore Gesù. Mi hanno detto che credere nel Signore avrebbe portato grazia e benedizioni e che la mia anima sarebbe stata salvata e sarebbe andata in cielo dopo la morte. Quindi, ho creduto nel Signore. Dopo aver accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni, ho imparato che Dio avrebbe purificato e salvato completamente le persone e le avrebbe condotte nell’età successiva, quindi ero entusiasta oltre ogni dire. Per ricevere benedizioni future, ho rinunciato con decisione alla mia famiglia e alla mia carriera e ho scelto di svolgere i miei doveri a tempo pieno. Dopo aver creduto in Dio Onnipotente per più di un anno, sono stato arrestato per aver predicato il Vangelo. Dopo essere stato rilasciato su cauzione, la polizia ha limitato i miei spostamenti e mi ha proibito di lasciare la zona, esigendo che fossi reperibile in qualsiasi momento, altrimenti sarei stato messo in prigione. Tuttavia, ho comunque scelto di svolgere i miei doveri altrove, perché pensavo che così facendo avrei potuto essere ricordato da Dio e ricevere le Sue benedizioni. Ma quando sono stato arrestato di nuovo, condannato a tre anni e mezzo e ho affrontato la prospettiva di diventare disabile o di morire in prigione, mi è sembrato che le mie speranze di ricevere benedizioni si fossero infrante; così ero colmo di dolore e desolazione e ho persino rimpianto di essere andato a svolgere i miei doveri altrove. Pensavo che, dopo che avevo pagato un prezzo così alto, Dio non avrebbe dovuto lasciarmi morire e avrebbe dovuto concedermi una buona destinazione. Mi sono reso conto che vivere secondo quei veleni satanici mi rendeva profondamente egoista, attento sempre e solo al mio guadagno. Non avevo né timore né sottomissione nei confronti di Dio. Come essere creato, è mia ineludibile responsabilità credere in Dio e assolvere i miei doveri, eppure tutti i miei pensieri e desideri erano per me stesso. Volevo usare i miei doveri come un’opportunità per cercare di contrattare con Dio e realizzare il mio sogno di essere benedetto. È stato davvero egoistico e spregevole da parte mia! Ho pensato al fatto che Dio Si è incarnato due volte per salvare l’umanità, affrontando rifiuto e calunnia da parte del mondo e sopportando fraintendimenti, lamentele e persino sfruttamento da parte di coloro che credono in Lui. Eppure Egli non ha mai preteso nulla dalle persone, tanto meno ha chiesto a qualcuno di ripagarLo. Egli esprime solo la verità per irrigare le persone e provvedere a loro e attende silenziosamente il loro ritorno. Il Suo amore è davvero disinteressato! Ho pensato a quante parole di Dio ho mangiato e bevuto e a quanto ho ricevuto da Lui, eppure non ho mai pensato a ripagare il Suo amore svolgendo bene i miei doveri. Mi sono concentrato solo sul far sì che Egli mi concedesse una buona destinazione e, quando non l’ho ricevuta, sono precipitato nella negatività e nel dolore e ho persino rimpianto il prezzo che avevo pagato. Ho provato un profondo senso di colpa e di biasimo verso me stesso e mi sono odiato per essere così privo di coscienza e umanità!

Sotto la guida di Dio, ho allora pensato a un passo delle Sue parole: “Sei un essere creato, pertanto dovresti naturalmente adorare Dio e perseguire una vita ricca di significato. Se non adori Dio e vivi nella lurida carne, allora non sei forse solo una bestia dalle sembianze umane? Poiché sei un essere umano, dovresti spenderti per Dio e patire tutte le sofferenze! Dovresti accettare di buon grado e con sicurezza la poca sofferenza a cui sei sottoposto oggi e vivere una vita pregna di significato, come Giobbe e Pietro. […] Siete coloro che perseguono il giusto cammino, coloro che perseguono il miglioramento. Siete coloro che si sollevano nel Paese del gran dragone rosso, coloro che Dio chiama i giusti. Non è questa la vita più ricca di significato?(La Parola, Vol. 1: L’apparizione e l’opera di Dio, “Pratica (2)”). Le parole di Dio mi hanno indicato la direzione da seguire. Ho capito che, in quanto essere creato, dovrei perseguire la verità, adorare Dio, adempiere la funzione di essere creato e vivere una vita significativa. Questo è il cammino corretto nella vita! Ero determinato a non tentare più di fare accordi con Dio e a restare nella mia posizione di essere creato, svolgendo bene il mio dovere e cercando di amare e soddisfare Dio.

Ora sono fuori di prigione da nove anni e, ogni volta che ricordo quella mia esperienza in carcere, provo un forte coacervo di emozioni. Se non avessi sperimentato quella situazione, non mi sarei reso conto di quanto fosse immatura la mia statura, né di quanta poca fede avessi in Dio, e tanto meno avrei compreso la mia indole corrotta, egoista e spregevole e i miei perseguimenti sbagliati. Allo stesso tempo, ho anche capito che Dio stava usando il gran dragone rosso affinché prestasse servizio, per rivelarmi e purificare la mia indole satanica, trasformando così le mie opinioni fallaci sul perseguire le benedizioni nella mia fede e facendomi abbandonare le numerose preoccupazioni che avevo sul mio futuro e sul mio destino. Queste sono cose che non avrei potuto guadagnare in un ambiente confortevole. Ora, gli arresti dei credenti da parte del PCC si stanno inasprendo sempre di più e spesso sento di fratelli e sorelle che vengono arrestati e condannati e di alcuni che vengono persino picchiati a morte. A volte penso al fatto che sto invecchiando e che non godo più di buona salute come una volta. Sono già stato arrestato due volte e, se dovesse accadere di nuovo, riceverei sicuramente una condanna severa. Molto probabilmente morirei in prigione e non sarei in grado di vedere il giorno in cui il Regno si realizzerà. Ma, quando penso alla guida e alle azioni di Dio che ho sperimentato, sento il cuore molto più calmo e sereno. Mi viene in mente un inno della chiesa che canto spesso e che mi ha dato enorme coraggio: “Seguendo Cristo, mai mi volterò indietro, fino alla morte”: “Satana, il gran dragone rosso, con furia opprime e arresta il popolo eletto di Dio. Coloro che seguono Cristo rischiano la vita per svolgere i loro doveri. Un giorno potrei essere arrestato e perseguitato per aver testimoniato Dio. Comprendo chiaramente nel mio cuore che questa è persecuzione per amore della giustizia. Forse la mia vita svanirà come un fugace fuoco d’artificio. In questa vita, seguire e testimoniare Cristo mi riempie il cuore di fierezza. Anche se non potrò vedere lo spettacolo senza precedenti dell’espansione del Regno, non avrò rimpianti né lamentele, e offrirò i miei migliori auguri. Anche se non potrò vedere il giorno in cui il Regno si realizzerà, oggi mi basta poter rendere testimonianza per umiliare Satana” (Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi). So che la strada che mi aspetta è piena di avversità e ostacoli ma, indipendentemente dalle prove e dalle tribolazioni che sperimenterò o dal fatto che avrò un buon futuro e una buona destinazione oppure no, mi sottometterò alla sovranità e alle disposizioni di Dio, compirò il mio dovere e cercherò di vivere le parole di quest’inno nella mia vita quotidiana.

Sei fortunato ad accederea questo sito Web,avrai l’opportunitàdi accogliere il Signoree trovare la via per sbarazzarti della sofferenza. Vuoi guadagnare questa benedizione di Dio?

Contenuti correlati

Dopo la mia diagnosi di cancro

di Zheng Xin, CinaNel 1997, ho iniziato a credere nel Signore Gesù perché non riuscivo a curare la mia enterite cronica e, dopo aver...

Connettiti con noi su WhatsApp