Rischiare la vita per devozione

23 Ottobre 2017

Zhou Xuan, provincia dello Shandong

Il 3 aprile 2003 andai con una sorella a trovare un nuovo credente, che era stato incerto riguardo l’opera di Dio negli ultimi giorni e finì per denunciarci. Così arrivarono quattro malvagi poliziotti in borghese che, in modo aggressivo, ci costrinsero a salire sulla loro auto e ci portarono in centrale. Lungo il tragitto, il mio cuore era pieno d’ansia, perché avevo addosso un cercapersone, una lista parziale di nomi dei membri della nostra Chiesa e un bloc-notes. Temevo che la polizia scoprisse queste cose e, ancora di più, che i miei fratelli e sorelle mi chiamassero sul cercapersone, perciò continuai a pregare fervidamente Dio nel mio cuore: “Dio, che cosa devo fare? Ti chiedo di offrirmi una via d’uscita e di impedire che queste cose finiscano nelle mani di questa polizia malvagia”. Poi presi gli oggetti dalla borsa, me li infilai silenziosamente nei pantaloni e dissi che avevo lo stomaco sottosopra e che dovevo usare la toilette. I poliziotti malvagi mi insultarono dicendo: “Sei piena di merda!”. Dopo ripetute richieste da parte mia, ordinarono a un’agente di sorvegliarmi mentre andavo in bagno. Quando mi tolsi la cintura, il cercapersone cadde e io lo raccolsi prontamente e lo gettai nello scarico. Poiché in quel momento avevo paura che la poliziotta trovasse la borsa nei miei pantaloni, non la buttai nello scarico, bensì la misi nel bidone della spazzatura; pensai che avrei usato di nuovo il bagno quella sera e che allora l’avrei gettata nel water. Invece non tornai mai in bagno e i poliziotti trovarono la borsa.

Chiusero me e la sorella in una stanza e ci costrinsero a denudarci per perquisirci. Ci controllarono persino i capelli per vedere se nascondessimo qualcosa. Dopo aver finito la perquisizione, ci ammanettarono e ci chiusero dentro a chiave. Quando scese la sera, ci separarono per un interrogatorio approfondito. “Da dove vieni? Come ti chiami? Quando sei arrivata qui? Che cosa ci fai qui? Dove vivi? In cosa credi? Come si chiama la persona che era con te?” mi chiesero. Poiché non erano soddisfatti delle mie risposte, dissero furiosamente: “Siamo clementi con coloro che confessano e severi con coloro che oppongono resistenza. Se non dici la verità, sarà tutta colpa tua! Parla! Chi è il vostro capo? Che cosa fai? Parla e ti tratteremo con clemenza”. Dinanzi alla loro diabolica ferocia, presi in silenzio una decisione: “Non farò assolutamente come Giuda, non venderò i miei fratelli e sorelle né gli interessi della famiglia di Dio”. Quando capirono che non avrebbero ottenuto niente da me, si innervosirono e cominciarono a colpirmi e a prendermi ferocemente a calci, dicendo: “Visto che non parli, ti daremo una bella lezione!”. All’improvviso seguì un’altra esplosione di pugni e di calci violenti. Quindi uno di loro mi ordinò di sedermi sul pavimento, mi ammanettò e mi torse le mani dietro la schiena più stretto che poté. Poi mise una sedia dietro di me e usò una corda per legarmi le mani allo schienale. Infine mi fece pressione sulle braccia, spingendole verso il basso con tutta la forza che aveva. Ebbi subito l’impressione che stessero per spezzarsi; faceva così male che lanciai un urlo acuto. Ripeterono questa operazione a più riprese, torturandomi senza sosta per un paio d’ore. A un certo punto non riuscii più a sopportarlo e cominciai a contorcermi dalla testa ai piedi. Allora dissero: “Non far finta di essere pazza, l’abbiamo già visto molte volte. Chi pensi di spaventare? Credi che così ti tirerai fuori dai guai?”. Videro che continuavo a contorcermi e uno di loro disse agli altri: “Andate in bagno e mettetele delle feci in bocca, vedete se le mangia oppure no”. Usarono un bastone per prendere le feci, me le strofinarono in bocca e mi costrinsero a mangiarle; avevo ancora la schiuma alla bocca e continuavo a contorcermi, così mi stesero a terra. Avevo tutto il corpo era in preda a un dolore insopportabile, come se avessi i crampi dalla testa ai piedi, e urlavo mentre giacevo paralizzata sul pavimento. Dopo molto tempo, le mani e le braccia ricominciarono a muoversi. La polizia malvagia temeva che sbattessi la testa contro la parete e che mi suicidassi, così mi mise un casco. In seguito mi trascinò di nuovo nella stanzetta di ferro. Piansi e pregai: “O Dio, la mia carne è troppo debole. Desidero che Tu mi protegga. Per quanto Satana mi perseguiti, preferisco morire che tradirTi come Giuda. Non venderò i miei fratelli e sorelle né l’interesse della famiglia di Dio. Sono disposta a renderTi testimonianza per svergognare il vecchio Satana”.

Il terzo giorno, la polizia malvagia prese il bloc-notes e la lista di nomi dei membri della Chiesa che avevo gettato nel bidone della spazzatura, e mi interrogò. Quando vidi quegli oggetti, mi sentii profondamente a disagio e piena di rimorso e di rimpianto. Odiavo l’idea di essere stata così codarda e impaurita e di non aver avuto il coraggio di buttare la borsa nello scarico, decisione che era sfociata in quella grave conseguenza. Detestavo ancora di più il pensiero di non aver ascoltato le disposizioni della famiglia di Dio e di aver portato con me quegli oggetti mentre svolgevo il mio dovere, cosa che aveva causato quel gran problema alla Chiesa. In quel momento, desideravo soltanto fare affidamento su Dio per affrontare tutto ciò che era davanti a me. Più ancora desideravo fare affidamento sul fatto che Dio avrebbe sconfitto Satana. In quell’istante mi venne in mente un inno “Marciare sul cammino dell’amore per Dio”: “Non mi interessa quanto il cammino della fede in Dio sia difficile, compio soltanto la volontà di Dio come mia vocazione; ancora meno mi interessa se riceverò benedizioni oppure subirò sventura in futuro. Ora che sono deciso ad amare Dio, sarò fedele fino alla fine. Non importa quali pericoli o difficoltà siano in agguato alle mie spalle, non importa quale sarà la mia fine, per accogliere il giorno della gloria di Dio seguo da vicino i Suoi passi e lotto per andare avanti” (“Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Canticchiai silenziosamente questo canto e il mio cuore ritrovò fiducia e forza. La polizia mi domandò: “Sono tue queste cose? Sii sincera con noi, non ti tratteremo ingiustamente. Sei una vittima e ti hanno mentito. Il Dio in cui credi è molto vago e distante, una vana illusione. Il partito comunista è buono, e dovresti avere fiducia in lui e nel governo. Se hai qualche problema, puoi venire da noi e ti aiuteremo a risolverlo. Se ti serve aiuto per trovare lavoro, possiamo darti una mano anche in questo. Confessa ogni cosa sulla vostra Chiesa; dicci cosa fanno le persone della lista. Dove vivono? Chi è il tuo superiore?”. Intuendo che volevano ingannarmi, dissi: “Queste cose non sono mie, non so niente”. Quando capirono che non avrei rivelato nulla, svelarono il loro vero volto e mi scagliarono violentemente sul pavimento, continuando a picchiarmi con ferocia e a usare tutta la loro forza per trascinarmi qua e là tenendomi per le manette. Più mi trascinavano, più le manette si stringevano e mi affondavano nella carne. Faceva così male che urlai e la polizia malvagia disse spietatamente: “Ti faremo parlare, ti strizzeremo un po’ alla volta come un tubetto di dentifricio per farti parlare!”. Alla fine mi presero le mani, me le legarono girate verso l’esterno allo schienale della sedia e mi fecero sedere sul pavimento. Mi colpirono e mi premettero le braccia verso il basso con tutta la loro forza; sentii un dolore insopportabile, lancinante, come se le ossa fossero sul punto di spezzarsi. La polizia mi torturò e ringhiò: “Parla!”. Senza esitazione risposi: “Non so niente!”. “Se non parli, ti uccidiamo; se non parli, non illuderti di restare in vita; ti chiuderemo in prigione per dieci anni, per venti, per tutta la vita; non illuderti di uscire mai più!”. Quando udii queste parole, un’idea mi balenò nella mente: “Devo essere disposta ad andare in prigione per tutta la vita”. Poi ricordai un inno “Desidero vedere il giorno della gloria di Dio”: “Offrirò a Dio il mio amore e la mia lealtà e porterò a termine la mia missione di glorificarLo. Sono deciso a rimanere saldo nel testimoniare Dio e a non arrendermi mai a Satana. Oh, potrò anche rompermi la testa e versare sangue, ma la tempra del popolo di Dio non può andare perduta. Il mio cuore ha accolto l’incarico di Dio; io decido di umiliare il diavolo Satana” (“Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Dio mi illuminò, rendendomi inamovibile e coraggiosa e dandomi la fede e la determinazione necessarie per sopportare ogni cosa e per renderGli testimonianza. Così il complotto della polizia fallì; mi torturarono fino a stancarsi, poi mi rimandarono nella stanza di ferro.

Di lì a qualche giorno mi torturarono fino a lasciarmi senza forze. Ero in uno stato di stordimento totale e avevo le mani e le braccia intorpidite. Mentre affrontavo questo supplizio crudele e disumano, temevo soprattutto che la polizia sarebbe tornata a interrogarmi. Non appena ci pensavo, il mio cuore non poteva fare a meno di tremare di paura. Non sapevo proprio cos’altro avrebbero usato per torturarmi e non avevo idea di quando sarebbe finito l’interrogatorio. Potevo solo continuare a pregare Dio nel mio cuore e a chiederGli di proteggerlo e di darmi la volontà e la forza di sopportare la sofferenza, in modo da poterGli rendere testimonianza e infliggere a Satana un’umiliazione totale.

Quando la polizia malvagia si rese conto che non avrei confessato, mi interrogò insieme alla Brigata per la Sicurezza Nazionale e all’Ufficio di Pubblica Sicurezza. C’erano oltre venti persone che facevano a turno per torchiarmi giorno e notte, cercando di costringermi a confessare. Quel giorno, due poliziotti della Brigata per la Sicurezza Nazionale, che mi avevano già interrogata una volta, vennero da me e, all’inizio, parlarono gentilmente: “Se dici la verità, ti lasciamo andare e ti garantiamo che sarai al sicuro… solo il partito comunista può salvarti, Dio no…”. Quando uno di loro capì che non avrei detto una parola, si innervosì e cominciò a coprirmi di insulti, costringendomi a sedermi sul pavimento. Con gli stivali di cuoio, mi prese a calci nelle gambe più forte che poté, procurandomi un dolore insopportabile. Un altro gli chiese: “Come va? Sta parlando?”. Il primo rispose: “È molto testarda. Anche se la picchiamo, si rifiuta di parlare”. Il secondo disse brutalmente: “Se non parla, uccidila di botte!”. Il poliziotto mi minacciò dicendo: “Non vuoi parlare? Allora ti uccidiamo!”. Replicai: “Ho detto tutto ciò che avevo da dire, non so niente!”. Si infuriò così tanto da sembrare completamente pazzo, poi urlò come un ossesso e iniziò a picchiarmi e a prendermi a calci. Alla fine si stancò, prese una corda dello spessore di un dito circa e se la avvolse più volte intorno alla mano. Mi frustò violentemente la faccia una volta dopo l’altra, dicendo: “Non credi in Dio? Stai soffrendo e allora perché il tuo Dio non viene a salvarti? Perché non viene a toglierti le manette? Dov’è il tuo Dio?”. Strinsi i denti e sopportai il dolore. Pregai in silenzio nel mio cuore: “O Dio! Anche se oggi mi uccidono di botte, non sarò mai come Giuda. Voglio che Tu stia con me e che protegga il mio cuore. Sono disposta a dare la vita per renderTi testimonianza e per umiliare il vecchio Satana”. Mi venne in mente un inno “Chiedo solo che Dio sia soddisfatto”: “Sono completamente, del tutto devoto, devoto a Dio, e non temo la morte. La Sua volontà è sempre sopra a tutto. Incurante del mio futuro, non penso a guadagni o perdite: voglio solo che Dio sia soddisfatto. Porto risonante testimonianza e faccio vergognare Satana per la gloria di Dio. Prometto di ripagare l’amore di Dio. Lo lodo incessantemente nel mio cuore. Ho visto il Sole della giustizia, la verità controlla tutto sulla terra. L’indole di Dio è giusta e merita le lodi dell’umanità. Il mio cuore amerà per sempre Dio Onnipotente e io innalzerò il Suo nome” (“Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi”). Chiusi gli occhi e sopportai la folle tortura e i pestaggi di Satana. In quel momento fu come se avessi dimenticato il dolore. Non sapevo quando sarebbe finita la tortura. Non osavo pensarci e non ci riuscivo nemmeno. L’unica cosa che potevo fare era pregare Dio e rivolgermi a Lui senza sosta. Le Sue parole mi diedero anche una fede incrollabile: “Non temere, il Dio Onnipotente degli eserciti sarà certamente con te; Egli vi protegge ed è il vostro Scudo(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 26”). “E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto Colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna(Matteo 10:28). Pensai a come il gran dragone rosso fosse soltanto una tigre di carta, destinata a essere sconfitta dalle mani di Dio. Se Egli non lo avesse consentito, la morte non sarebbe scesa su di me; senza il Suo permesso, non mi sarebbe stato torto neppure un capello. Ripensai anche a queste parole di Dio: “Avete mai accettato le benedizioni che vi sono state date? Avete mai ricercato le promesse che vi sono state fatte? Sotto la guida della Mia luce spezzerete certamente la stretta mortale delle forze dell’oscurità. Nel mezzo delle tenebre, sicuramente non perderete la luce che vi guida. Signoreggerete sicuramente il creato. Sarete senz’altro vittoriosi davanti a Satana. Durante la caduta del regno del gran dragone rosso, sicuramente vi alzerete tra le innumerevoli moltitudini, per testimoniare la Mia vittoria. Sarete senza dubbio decisi e risoluti nella terra di Sinim. Tramite le sofferenze che sopportate, erediterete i doni che giungono attraverso di Me e irradierete l’intero universo con la Mia gloria(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 19”). Il potere della parola di Dio è illimitato e fece sì che la mia fede si moltiplicasse; avevo la determinazione necessaria per combattere Satana fino alla fine. Quando il poliziotto si stancò di picchiarmi, mi domandò di nuovo: “Ti decidi a parlare?”. Risposi in tono fermo: “Anche se mi uccidi di botte, non so niente!”. Quando udì queste parole, non poté fare nulla. Mi lanciò la corda e disse: “Sei cocciuta come un mulo, maledizione. Sei davvero brava, non dirai nulla nemmeno a costo di morire. Dove trovi tutta questa forza e questa fede? Sei proprio più Liu Hulan[a] di Liu Hulan”. Quando sentii queste parole, fu come se avessi visto Dio che, seduto trionfalmente sul Suo trono, assisteva all’umiliazione di Satana. Un po’ piansi e un po’ Lo lodai: “O Dio, facendo affidamento sul Tuo potere, posso prevalere su Satana, il demonio! Alla luce dei fatti vedo che Tu sei onnipotente e che Satana è impotente; Sotto il Tuo controllo sarà sempre sconfitto. Se non lo permetti, non sarà in grado di torturarmi fino alla morte”. In quell’istante le Sue parole mi illuminarono ancora una volta: “L’indole di Dio è quella che appartiene a Colui che governa tutte le cose e tutti gli esseri viventi, […] La Sua indole è il simbolo dell’autorità, […] Più di questo, è un simbolo di Colui che non può essere[b] sopraffatto o invaso dalle tenebre e da qualsiasi forza nemica, […](La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “È molto importante comprendere l’indole di Dio”). Avendo provato sulla mia pelle la crudele persecuzione del gran dragone rosso, vidi davvero l’amore e la salvezza di Dio e sperimentai il potere e l’autorità della Sua parola. Senza di essa a guidarmi a ogni passo del cammino, e facendo affidamento soltanto sulla mia forza, non sarei riuscita a superare le torture e i pestaggi del gran dragone rosso. Allo stesso modo, vidi la sua immagine vulnerabile e malconcia. Penetrai la sostanza demoniaca della sua disumanità e della sua indifferenza per la vita, e la detestai e la maledissi nel mio cuore. Desideravo spezzare completamente tutti i legami con lui, seguire e servire Cristo per l’eternità.

L’indomani i poliziotti malvagi tornarono a interrogarmi. Sorpresi, dissero: “Che cosa ti è successo in faccia?”. Quando mi guardai allo specchio, non riuscii a riconoscermi; a causa delle frustate del giorno prima avevo il viso gonfio e pieno di lividi. Quando vidi che la mia faccia era irriconoscibile, provai un odio rabbioso per il gran dragone rosso e decisi di rendere testimonianza. Non potevo assolutamente permettere che il suo complotto avesse la meglio! Mi avevano picchiato sulle gambe così forte che non riuscivo a camminare e, quando andai in bagno, notai che erano interamente coperte di lividi. Un poliziotto disse: “Non è necessario che tu subisca tutto questo. Se parlassi, non dovresti soffrire; te la vai a cercare! Pensaci; confessa e ti mandiamo a casa da tuo marito e da tua figlia”. Dopo aver udito queste parole, lo odiai profondamente. In seguito cambiarono metodo e iniziarono a fare a turno per non lasciarmi dormire né di giorno né di notte. Quando stavo per addormentarmi, urlavano e facevano rumore per svegliarmi; cercavano di piegare la mia volontà impedendomi di dormire, cosicché parlassi in uno stato di stordimento e di confusione. Ringraziai Dio per la Sua protezione. Anche se i poliziotti mi tennero sveglia per quattro giorni e quattro notti, per quanto mi interrogassero, mi affidai a Dio per resistere e avere fede, e non solo non ero stordita, ma ero addirittura molto vigile. Man mano che mi interrogavano instancabilmente, si abbattevano e si scoraggiavano sempre più. Cominciavano a condurre gli interrogatori con scarsa convinzione. Imprecavano e borbottavano, dicevano che avevo fatto perdere loro l’appetito, che impedivo loro di riposare bene e che erano ossessionati da me; si sentivano molto sfortunati. Alla fine si limitarono a farmi domande noncuranti e non ebbero più la forza di volontà di interrogarmi. In quel round di combattimento, Satana finì per essere sconfitto di nuovo.

La polizia non si fermò qui, ma tentò anche di sedurmi. Uno di loro si avvicinò e mi mise le dita sotto il mento, mi prese la mano e pronunciò il mio nome. Con voce “calda” disse: “Sei molto carina; non vale la pena soffrire così qui dentro. Posso aiutarti a risolvere qualsiasi problema. La fede in Dio non ti è servita a nulla. Ho due case, un giorno ti ci porterò per farti divertire un po’; potremmo diventare amici noi due. Se confessi, sarai libera. Qualunque cosa tu voglia, posso aiutarti. Non ti tratterò ingiustamente […]”. Quando udii le sue luride menzogne disgustose, mi sentii nauseata e lo respinsi categoricamente. Non ebbe altra scelta se non ritirarsi con la coda tra le gambe. Ciò mi permise di farmi un’idea precisa della cosiddetta “polizia del popolo”, deplorevole e spudorata. Pur di raggiungere i propri scopi, usano metodi riprovevoli e volgari senza la minima vergogna; non hanno alcuna dignità o integrità; sono veramente spiriti malvagi e turpi!

I poliziotti ricorsero a un astuto complotto dopo l’altro e sfruttarono i membri della mia famiglia per provare a costringermi, dicendo: “Credi solo in Dio, non pensi a tuo marito, a tua figlia, ai tuoi genitori e agli altri membri della famiglia; un giorno tua figlia andrà a scuola e cercherà lavoro. Se persisti nella tua fede, e questo condizionerà direttamente le sue prospettive future. Permetterai che le succeda questo? Non pensi a lei; hai il coraggio di lasciare che venga coinvolta in tutto questo?”. In seguito portarono mio marito, mia figlia e mia zia perché provassero a convincermi. Quando incontrai mia figlia, che non vedevo da diversi anni, non riuscii a trattenere le lacrime. In quel momento pregai Dio con tutte le mie forze: “O Dio, Ti chiedo di proteggere il mio cuore, perché la mia carne è troppo debole. In questo istante non posso cadere vittima dei trucchi di Satana né lasciarmi tentare da lui a seguire le emozioni; non posso tradire Dio o vendere i miei fratelli e sorelle. Ti chiedo solo di starmi accanto e di darmi fede e forza”. Mia zia disse: “Sbrigati a parlare, perché sei così stupida? Vale la pena patire tutto questo per la fede in Dio? Chi si prenderà cura di te se succede qualcosa? Tua madre e tuo padre sono preoccupati per te, sono in pensiero per te ogni giorno, non riescono a mangiare né a dormire bene. Devi pensare a noi e tornare a vivere con noi. Non credere in Dio. Guarda quali pene hai patito a causa della tua fede in Lui; perché sopportare tutto questo?”. Anche se ero debole, ero protetta da Dio e riconobbi che era una battaglia spirituale e penetrai i trucchi di Satana; nel mio cuore, le parole di Dio mi ricordarono che: “[…] devi soddisfare Dio, per quanto tu possa piangere amaramente o sia riluttante a separarti da un oggetto amato(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Coloro che devono essere resi perfetti devono essere sottoposti a raffinamento”). Allora dissi: “Zia, non provare a persuadermi; ho detto loro tutto ciò che avevo da dire. Non so cos’altro aggiungere. Possono trattarmi come vogliono, sono loro a decidere. Non dovete preoccuparvi per me. Tornate a casa!”. Quando i poliziotti videro il mio atteggiamento irremovibile, non ebbero altra scelta se non lasciar andare la mia famiglia. I loro intrighi e complotti erano falliti ed erano così arrabbiati che digrignarono i denti e dissero: “Sei davvero senza cuore! Sei molto egoista. Non hai neanche un briciolo di umanità. Dov’è il tuo Dio? Se è così onnipotente, perché ti lascia soffrire qui dentro? Perché non viene a salvarti? Se c’è veramente un Dio, perché non viene a toglierti le manette e a salvarti? Dov’è? Non lasciarti ingannare da queste menzogne, non essere stupida. Non è troppo tardi per aprire gli occhi e vedere la verità. Se non confessi, ti manderemo in prigione per anni!”. Le loro menzogne mi fecero pensare al Signore Gesù crocifisso. Dio venne di persona e Si fece carne per redimere l’umanità intera; tutto ciò che fece fu per il bene dell’uomo. Nonostante questo fu deriso, denigrato, accusato, profanato, insultato e massacrato dai farisei e da coloro che erano al potere. Subì gravissime umiliazioni per salvare l’umanità, e alla fine fu crocifisso per essa. Tutto il dolore che patì fu per l’umanità, e oggi il dolore che patisco è ciò che devo patire. Poiché ho il veleno del gran dragone rosso, Dio usa questo ambiente, da una parte, per mettermi alla prova e, dall’altra, per permettermi di comprendere davvero la natura malvagia del gran dragone rosso, per disprezzarlo e tradirlo, e per seguire Dio con tutto il cuore. Proprio come dice la Sua parola: “Dio intende usare una parte dell’opera degli spiriti maligni per perfezionare una parte dell’umanità, affinché tali persone possano non farsi ingannare dagli atti dei demoni, e consentire a tutti di capire veramente i propri antenati. Soltanto in questo modo gli esseri umani potranno liberarsi completamente, abbandonando non soltanto la posterità dei diavoli, ma ancor più i loro antenati. Questo è l’intento originario di Dio nello sconfiggere completamente il gran dragone rosso, per far sì che l’intera umanità conosca la vera forma del gran dragone rosso, strappandogli via completamente la maschera e vedendone la vera forma. Questo è ciò che Dio vuole conseguire ed è il Suo obiettivo finale in terra, per il quale ha compiuto un’opera così grande: mira a conseguire tutto questo nell’intera umanità. Ciò è definito manovrare tutte le cose per gli scopi di Dio(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Interpretazione dei misteri delle ‘Parole di Dio all’intero universo’, Cap. 41”).

Alla fine i poliziotti malvagi mi mandarono al centro di detenzione e mi trattennero come criminale per un mese. In quel periodo mi interrogarono ancora una volta. Per due giorni e due notti non mi fecero dormire e non mi diedero abbastanza da mangiare. Certe volte non mi davano cibo, ma non serviva a nulla. Il gran dragone rosso tortura e affligge senza fine le persone in questo modo! Quando la detenzione giunse al termine, mi condannarono, senza alcuna prova, a due anni di riabilitazione attraverso il lavoro forzato per “aver creduto in Xie Jiao e aver turbato l’ordine della società”. Prima che mi trasferissero nel campo di lavoro, la mia famiglia mi spedì 2000 yuan per le spese primarie, ma loro se ne appropriarono. Quei demoni erano davvero Satana e spiriti maligni, assetati di sangue e di vita umana. La loro era pura malvagità! Nel Paese del gran dragone rosso non esiste legge. Esso può uccidere e sfruttare a piacimento qualunque cosa disapprovi; può inventare accuse criminali come meglio crede per controllare le persone e perseguitarle. Il gran dragone rosso incastra e arresta le persone, massacra gli innocenti, trasforma un sassolino in una montagna e le etichetta ingiustamente. Si tratta di una vera e propria setta, di un gruppo di criminali e di malfattori organizzati che seminano catastrofi e disastri tra l’umanità. Nel campo di lavoro, per due anni vidi la polizia del governo cinese maltrattare sostanzialmente i prigionieri e comandarli a bacchetta come schiavi. Costringevano le persone a mangiare ogni giorno i panini cotti al vapore e minestra di verdure; ci facevano fare gli straordinari giorno e notte. Ero sempre esausta e non mi davano alcun compenso. Se non facevo un buon lavoro, ricevevo aspre critiche e punizioni (estensioni di pena, digiuno, obbligo di restare immobile). In quel periodo, i poliziotti si rifiutarono ancora di lasciarmi andare e mi interrogarono cercando di estorcermi informazioni sulla Chiesa. Ero piena di odio rabbioso; facendo affidamento sulla fede e sul potere di Dio, dissi in tono indignato: “Mi avete picchiata e punita; cos’altro volete? Ho detto tutto ciò che avevo da dire; potete interrogarmi per dieci, vent’anni, continuerò a non sapere nulla. Potete scordarvelo!”. Quando udirono queste parole, dissero esasperati: “Sei irrecuperabile, puoi soltanto restare chiusa qui dentro!”. Alla fine se ne andarono con la coda tra le gambe.

Dopo aver sperimentato la tortura disumana e il trattamento crudele del gran dragone rosso e aver vissuto ingiustamente in carcere per due anni, vidi con chiarezza che la sua sostanza è fatta di menzogne, di arroganza e di malvagità. Non vale niente. Quelle persone arrivano al punto di esporre striscioni che dicono: “Libertà religiosa”, poi stanano e perseguitano gli eletti di Dio in ogni modo possibile. Disturbano e distruggono accanitamente l’opera di Dio. Sono assassini che uccidono senza battere ciglio, sono banditi saccheggiatori con il pretesto “della carità, della pace e della giustizia”. Alla fine le loro maschere sono state strappate via completamente dalla saggezza dell’opera di Dio, e le loro malevole facce demoniche sono state esposte alla luce, così da allargare le mie vedute e svegliarmi dai miei sogni. Proprio come dice la parola di Dio: “Da migliaia di anni questa è terra del sudiciume: è insopportabilmente sporca, la disperazione abbonda, i fantasmi scorrazzano in ogni dove, illudendo e ingannando, muovendo accuse prive di fondamento,[1] rozzi e crudeli, mentre calpestano questa città fantasma disseminandola di cadaveri; il puzzo di putrefazione copre la terra e pervade l’aria, e la sorveglianza è strettissima.[2] Chi riesce a vedere il mondo al di là del cielo? Il diavolo si avvinghia stretto a tutto il corpo dell’uomo, gli acceca entrambi gli occhi e gli sigilla ermeticamente le labbra. Il re dei demoni imperversa da diverse migliaia di anni e ancora oggi tiene sotto stretta sorveglianza la città fantasma, come se fosse un impenetrabile palazzo di demoni; questo branco di cani da guardia, nel frattempo, scruta il territorio attorno a sé con occhi sgranati e torvi, col terrore che Dio lo colga di sorpresa e lo spazzi via, lasciandolo privo di un luogo dove vivere felice e in pace. Come può la popolazione di una città fantasma come questa aver mai visto Dio? Hanno mai goduto dell’amabilità e dell’amorevolezza di Dio? Cosa capiscono loro delle questioni del mondo umano? Chi di loro è in grado di comprendere la spiccata volontà di Dio? Desta poca meraviglia, allora, che Dio incarnato rimanga completamente nascosto: in una società di tenebra come questa, dove i demoni sono spietati e disumani, come potrebbe il re dei demoni, che uccide gli uomini senza battere ciglio, tollerare l’esistenza di un Dio che è amabile, gentile e anche santo? Come potrebbe applaudire e festeggiare l’avvento di Dio? Sono dei leccapiedi! Ripagano la gentilezza con l’odio, da lungo tempo disdegnano Dio, Lo offendono, sono feroci oltre ogni limite, non hanno il minimo riguardo per Dio, devastano e saccheggiano, hanno perso del tutto la coscienza, contrastano ogni forma di coscienza e con la tentazione inducono gli innocenti all’insensatezza. Antenati dei tempi antichi? Amati condottieri? Si oppongono tutti a Dio! La loro intromissione ha lasciato tutto ciò che è sotto il cielo in uno stato di tenebra e caos! Libertà religiosa? I diritti e interessi legittimi dei cittadini? Sono tutti trucchi per coprire il peccato!(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Lavoro e ingresso (8)”).

Dio Onnipotente è eternamente saggio e meraviglioso, e Satana, il gran dragone rosso, è eternamente deplorevole, turpe e incapace. Per quanto sia feroce e sfrenato, e per quanto lotti e si ribelli, sarà sempre uno strumento di Dio per addestrare i Suoi eletti. Inoltre è destinato a essere gettato nell’inferno da Dio a mo’ di punizione eterna. Tenta di piegare la volontà delle persone attraverso le sue persecuzioni disumane, cosicché esse si allontanino da Dio e Lo abbandonino. Ma si sbaglia! Le sue persecuzioni servono proprio a mostrarci fino in fondo la sostanza del demone. Ci stimolano a tradirla completamente e ad avere la fede e il coraggio di seguire Dio sulla retta via della vita. Farò sempre affidamento su Dio che è saggio e onnipotente. D’ora in poi, a prescindere dagli innumerevoli pericoli e dalle difficoltà in cui mi imbatterò lungo la strada, seguirò risolutamente Dio fino alla fine e Gli renderò fragorosa testimonianza in modo da umiliare il gran dragone rosso.

Note a piè di pagina:

a. Liu Hulan fu un giovane membro femminile del Partito comunista nella Cina.

b. Il testo originale dice: “è il simbolo dell’essere incapaci di essere”.

1. “Accuse prive di fondamento” si riferisce ai metodi di cui il diavolo si serve per danneggiare gli uomini.

2. “Sorveglianza strettissima” indica che i metodi di cui il diavolo si serve per affliggere gli uomini sono particolarmente crudeli, e controllano a tal punto gli uomini che questi non hanno più spazio per muoversi.

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