Perché non sono riuscita ad affrontare le difficoltà nel mio dovere

18 Ottobre 2024

di Li Yican, Cina

Nel novembre del 2021, sono stata eletta leader della chiesa. All’inizio, pensavo che svolgere questo dovere mi avrebbe permesso di praticare l’uso della verità per eliminare i problemi, il che avrebbe accelerato la crescita della mia vita. Sebbene fossi carente in molti aspetti, ero disposta ad accettare e obbedire. Dopo un periodo di formazione vera e propria, mi sono resa conto che i leader della chiesa erano responsabili di molti doveri lavorativi. I leader non solo dovevano vigilare sulla vita della chiesa, ma anche sull’irrigazione e sul lavoro evangelico, erano coinvolti anche in doveri quali il lavoro basato sui testi e il lavoro di purificazione della chiesa. Durante la mia prima settimana, quasi ogni giorno condividevo ed eliminavo gli stati dei fratelli e delle sorelle in vari luoghi di riunione organizzando e realizzando tutti i doveri. Ero immersa nel lavoro fino al collo. Quando tornavo a casa la sera, avevo ancora alcune lettere da leggere, e pensavo che svolgere questo dovere fosse troppo faticoso. Quando avrei avuto una pausa? Non solo ero fisicamente esausta, ma il lavoro presentava ogni sorta di difficoltà e problemi, e dovevo sopportare lo stress legato allo stesso. A quel tempo, la sorella con cui collaboravo aveva problemi di famiglia, quindi in molti lavori non poteva aiutarmi. Spesso non ero in grado di occuparmi di tutto da sola e gradualmente, i divulgatori del Vangelo, gli irrigatori e i fratelli e le sorelle incaricati della stesura degli articoli hanno tutti affermato di vedere raramente i leader e di non riuscire a comunicare riguardo al lavoro. Erano tutti insoddisfatti di me. Pensavo a tutti i diversi doveri a cui avrei dovuto dedicarmi; richiedevano tutti tanto tempo ed energia. Quindi, ero estremamente invidiosa dei fratelli e delle sorelle che svolgevano doveri singoli, che non avevano bisogno di esaurirsi e preoccuparsi tanto come me. Pensando a questo, sono diventata meno proattiva nel mio dovere di quanto non fossi stata all’inizio, e a volte, quando i leader di livello superiore mi chiedevano di riferire su come stava procedendo l’implementazione del lavoro, non rispondevo in modo proattivo.

Un giorno, il leader di livello superiore mi ha inviato una lettera affermando che per un certo dovere era necessario un tecnico, qualcuno con competenze informatiche di base e senso estetico. Dentro di me ero ansiosa di agire, e pensavo tra me e me: “Ho già realizzato dei video in passato e ho qualche competenza informatica. Inoltre, svolgere un singolo dovere mi avrebbe permesso di concentrarmi su una sola professione. Avrei potuto imparare cose nuove, e non sarebbe stato così faticoso o preoccupante come essere un leader”. Quindi, ho pianificato di scrivere ai leader di livello superiore e dire loro che la mia levatura e la mia capacità lavorativa erano scarse e che non ero adatta a svolgere mansioni di leader. In quel momento mi sono resa conto che il mio stato non era corretta. Ho pensato a come, quando avevo incontrato difficoltà nel realizzare video, non avevo pagato il giusto prezzo e studiato le competenze professionali. Quando ho visto che c’era un altro dovere che non aveva molti requisiti professionali, ho chiesto al leader di cambiarmi il dovere. Dopo la mia riassegnazione, il nuovo dovere, all’inizio non presentava grandi difficoltà, e quando ho visto i risultati, mi sono impegnata al massimo nel mio lavoro. Tuttavia, con il passare del tempo, la cosa è diventata più impegnativa e iniziavo a incontrare maggiori difficoltà. Non ero disposta a pagare un prezzo e a superare queste difficoltà, e ancora una volta volevo cambiare dovere. Alla fine, sono stata riassegnata a causa degli scarsi risultati ottenuti nel mio dovere. Ora che avevo assunto doveri di leadership, come mai volevo ancora cambiare mansione quando mi trovavo in difficoltà? Questo tipo di stato comprometteva già l'assolvimento del mio dovere, dovevo cercare la verità per eliminare quella situazione il prima possibile.

La mattina dopo, durante la mia devozione spirituale, ho letto un passaggio delle parole di Dio che coincideva con il mio stato. Dio Onnipotente dice: “Molte persone non comprendono la verità e non la perseguono. Come considerano l’adempimento di un dovere? Lo trattano come una sorta di lavoro, una specie di hobby o un investimento di loro interesse. Non lo trattano come una missione o un compito dato da Dio, o una responsabilità da assolvere. Ancor meno cercano di comprendere la verità o le intenzioni di Dio nell’adempimento dei loro doveri, in modo da poterli svolgere bene e portare a termine l’incarico di Dio. Per questo motivo, nello svolgimento dei propri doveri, alcune persone diventano riluttanti non appena sopportano un po’ di privazioni e vogliono fuggire. Quando incontrano qualche difficoltà o subiscono qualche battuta d’arresto, si tirano indietro e vogliono fuggire di nuovo. Non cercano la verità, pensano solo a fuggire. Come le tartarughe: se qualcosa va storto, si nascondono nel loro guscio e aspettano che il problema sia risolto prima di riuscire fuori. Ci sono molte persone così. In particolare, ci sono persone che, quando viene chiesto loro di assumersi la responsabilità di un determinato lavoro, non pensano a come poter offrire la loro lealtà, né a come svolgere questo dovere e fare bene questo lavoro. Piuttosto, pensano a come sottrarsi alle responsabilità, a come evitare di essere trattato, a come evitare di assumersi le proprie responsabilità e a come uscire indenni da problemi o errori. Pensano prima alla propria via di fuga e a come soddisfare le proprie preferenze e i propri interessi, non a come svolgere bene i propri doveri e offrire la propria lealtà. Persone del genere possono ottenere la verità? Non si impegnano per la verità e non la mettono in pratica quando si tratta di svolgere i propri doveri. Per loro l’erba del vicino è sempre più verde. Oggi vogliono fare questo, domani vogliono fare quello, e pensano che i doveri degli altri siano migliori e più facili dei loro. Eppure, non si impegnano per la verità. Non pensano a cosa ci sia di sbagliato in queste loro idee e non cercano la verità per risolvere i problemi. La loro mente è sempre concentrata su quando si realizzeranno i loro sogni, su chi è alla ribalta, su chi riceve riconoscimenti dal Supremo, su chi lavora senza essere trattato e viene promosso. La loro mente è piena di questo genere di cose. Le persone che hanno sempre questo tipo di pensieri possono svolgere adeguatamente i propri doveri? Non ci riusciranno mai. Allora, che tipo di persone li svolge in questo modo? Sono persone che perseguono la verità? Innanzitutto, una cosa è certa: Le persone di questo tipo non perseguono la verità. Cercano di godere di alcune benedizioni, di diventare famose e di salire alla ribalta nella casa di Dio, proprio come quando si arrangiavano nell’ambito della società. In termini di essenza, che tipo di persone sono? Sono miscredenti(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8 – Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). Leggendo le parole di Dio, mi sono commossa. Ciò che Dio rivelava era la mia esatta condizione. Non appena incontravo delle difficoltà nello svolgimento del mio dovere, volevo tirarmi indietro ed evitarle, sperando sempre di poter cambiare e trovare un dovere più facile. In passato, quando avevo avuto difficoltà durante la produzione dei video, non avevo fatto affidamento su Dio per apprendere competenze tecniche e acquisirle. Piuttosto, mi ero chiusa a riccio di fronte alle difficoltà, pensando che quel dovere fosse troppo impegnativo, che richiedesse di dedicare troppo tempo ed energie allo studio delle competenze professionali. Era meglio per me svolgere un dovere che non richiedesse troppi requisiti professionali o tecnici; in questo modo non avrei dovuto soffrire così tanto o essere così esausta. Per una questione di comodità materiale, avevo chiesto di essere riassegnata. Tuttavia, quando incontravo difficoltà nel mio nuovo dovere, non volevo comunque soffrire o pagarne il prezzo, e di nuovo pensavo di cambiare dovere. Poiché non ho mai cercato la verità per eliminare questo stato, ho reagito alle difficoltà nello stesso modo, pensando che quel dovere fosse troppo difficile e volendo sceglierne uno più semplice. Ho visto come Dio ha rivelato che le persone di questo tipo non perseguono la verità e non fanno mai uno sforzo, non pregano Dio e non cercano la verità per eliminare le difficoltà. Non prendono mai sul serio nessuno dei propri doveri, li usano solo come mezzo per evitare un esito di morte. Dio ha detto che queste persone sono miscredenti. Vedendo la parola “miscredenti”, mi sono sentita angosciata e umiliata, pensavo: “La chiesa mi ha coltivato per così tanto tempo, ma ho paura di soffrire nel mio dovere e mi ritraggo di fronte alle difficoltà. Non ho portato a termine nessuno dei miei doveri e non ho prodotto alcun risultato concreto. Sono davvero molto in debito con Dio! Se continuo a non fare il mio dovere in modo concreto e non prendo sul serio la verità o non mi impegno in alcun modo, alla fine, sarò smascherata ed eliminata”. In realtà, promuovendomi e coltivandomi come leader, la chiesa mi stava dando la possibilità di ricevere una formazione. Sebbene io incontrassi molte difficoltà e problemi e il lavoro fosse faticoso e impegnativo, se riesco a pregare e a chiedere aiuto a Dio quando affronto difficoltà e problemi, otterrò qualcosa e raggiungerò una certa crescita nella vita. Questa è l’esaltazione di Dio! Capendo questo, ero disposta a ribellarmi alla mia carne e a cercare di più la verità quando mi trovavo di fronte alle difficoltà, ed ero più scrupolosa di prima nello svolgere il mio dovere.

Tre mesi dopo sono stata eletta leader del distretto. Poiché avevo appena assunto questo dovere, erano molti i problemi che non sapevo come eliminare, ma pensavo che, avendo appena iniziato a formarmi, era normale che non sapessi cosa fare; quindi, ero disposta a impegnarmi per essere all’altezza. Tuttavia, dopo due mesi, ho notato che i risultati del lavoro di irrigazione che stavo supervisionando diminuivano. Il mio cuore si era indebolito e sentivo che questo dovere era davvero duro, pensavo: “Non ho quasi mai perso un incontro con gli irrigatori, e ogni volta chiedevo dettagli sull’andamento dell’irrigazione di ogni nuovo arrivato e facevo modo che le persone offrissero sostegno ai più deboli. Perché i risultati non miglioravano?” Ero molto negativa e pensavo anche: “Non posso eliminare questi problemi reali; è meglio passare a un dovere singolo. Con un dovere su un solo argomento, dovrò semplicemente attenermi alla mia parte di lavoro e non dovrò preoccuparmi dell’intera operazione. In questo modo non sarà tanto faticoso o difficile”. Quando mi venivano in mente questi pensieri, iniziavo a diventare irritabile nel fare il mio dovere. Vedendo tutte le lettere a cui dovevo rispondere ogni giorno, non potevo fare a meno di iniziare a brontolare e pensavo: “È possibile rispondere a così tante lettere?” Non ero disposta a fare sforzi e pensare a queste lettere in dettaglio, alcune di esse le sfogliavo solo brevemente, le liquidavo come troppo complicate e poi le mettevo da parte senza prestare loro alcuna attenzione. All’epoca non scoprivo e non riesaminavo tempestivamente i problemi e le deviazioni nel lavoro di irrigazione, il che ritardava i lavori. Un giorno, i leader di livello superiore mi hanno inviato una lettera affermando che c’erano molti problemi con il lavoro che stavamo supervisionando e che questo non stava producendo risultati. Ho resistito a questo nel mio cuore, pensando: “Perché ci sono così tanti problemi con il lavoro? Perché non riesco mai a eliminarli? Inoltre, quando commetto errori, devo essere sfrondata. Non posso fare questo lavoro!” Mi sono resa conto che il mio stato era sbagliato e ho pregato Dio: “Dio, non appena incontro delle difficoltà, inizio a sentirmi stressata, dentro di me nasce un senso di resistenza e non voglio continuare a fare il mio dovere. Dio, ti prego, guidami nella ricerca della verità e nella eliminazione di questo problema”. Durante la mia ricerca, mi è tornato in mente un brano delle parole di Dio: “Quando Cristo condivide su un lavoro specifico che deve essere attuato e che ha bisogno di qualcuno che ne sia responsabile, è possibile che i singoli incontrino delle difficoltà. Gridare slogan e predicare dottrine è facile, ma l’attuazione vera e propria non è così semplice. Come minimo, le persone devono impegnarsi, pagare un prezzo e dedicare del tempo per svolgere effettivamente questi compiti. Ciò comporta, da un lato, la ricerca di persone adatte e, dall’altro, l’apprendimento della professione in questione, la ricerca delle conoscenze comuni e delle teorie relative ai vari aspetti professionali, nonché dei metodi e degli approcci operativi specifici. Inoltre, potrebbero incontrare alcuni problemi impegnativi. In genere, le persone normali sentono un po’ di scoramento di fronte a queste difficoltà e provano una certa pressione, ma coloro che sono leali e che obbediscono a Dio, quando si trovano di fronte alle difficoltà e si sentono sotto pressione, pregano silenziosamente nel loro cuore, chiedendo a Dio di guidarli, di accrescere la loro fede, di essere illuminati e assistiti, e chiedendo anche di essere protetti dal commettere errori, in modo da poter adempiere alla loro lealtà ed esercitare il massimo sforzo per avere la coscienza tranquilla. Tuttavia, le persone come gli anticristi non sono così. Quando sentono parlare di disposizioni specifiche nel lavoro di Cristo che devono attuare, e quando il lavoro presenta alcune difficoltà, iniziano a provare una resistenza interna e non sono disposti ad andare avanti. Come si presenta questa riluttanza? Dicono: ‘Perché non mi capitano mai cose buone? Perché mi si presentano sempre problemi e richieste? Sono considerato un indolente o uno schiavo a cui lanciare ordini? Non sono così facile da manipolare! Lo dite con tanta leggerezza, perché non provate a farlo voi?’. È questa l’obbedienza? È un atteggiamento di accettazione? Cosa stanno facendo? (Resistono e si oppongono.) […] Che cosa sta succedendo? Forse, quando si trovano ad affrontare difficoltà, a dover sopportare disagi fisici e a non poter più vivere nel comfort, diventano resistenti? Si tratta di un’obbedienza incondizionata e senza lamentele? Diventano riluttanti alla minima difficoltà. Quando si tratta di una cosa che non vogliono fare, un lavoro difficile ai loro occhi, indesiderabile, avvilente o guardato dall’alto in basso dagli altri, resistono ferocemente, si oppongono e rifiutano, non mostrando la minima obbedienza. La prima reazione degli anticristi di fronte alle parole di Cristo, ai suoi comandi o ai principi di cui si fa portavoce, non appena ciò causa loro difficoltà, richiede sofferenze o prevede un prezzo da pagare, è resistenza e rifiuto, un sentimento di repulsione nel loro cuore. Tuttavia, quando si tratta di cose che sono disposti a fare o dalle quali possono trarre qualche vantaggio, il loro atteggiamento non è lo stesso. Gli anticristi desiderano abbandonarsi alle comodità e distinguersi, ma sono felici e disposti ad accettare di affrontare le sofferenze della carne, la necessità di pagare un prezzo o addirittura il rischio di offendere gli altri? Possono raggiungere l’obbedienza assoluta? Per niente; il loro atteggiamento è interamente di disobbedienza e di riluttanza. Quando persone come gli anticristi si trovano di fronte a cose che non vogliono fare, che non corrispondono alle loro preferenze, ai loro gusti o ai loro interessi personali, il loro atteggiamento nei confronti delle parole di Cristo diventa di assoluto rifiuto e resistenza, senza alcuna traccia di obbedienza(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 10 – Parte quarta”). Attraverso l’esposizione delle parole di Dio, ho capito che tutti hanno difficoltà e stress quando svolgono i propri doveri, che coloro che ricercano la verità sono in grado di accettarla da Dio e nonostante le difficoltà, sono in grado di pregare Dio, di cercare la verità per eliminare i problemi e svolgere bene i propri doveri. Gli anticristi, invece, bramano le comodità della carne e si accontentano di svolgere doveri facili che li mettono sotto i riflettori. Quando si trovano di fronte a doveri impegnativi che richiedono sofferenza della carne e impegno, non solo non eliminano le difficoltà, ma resistono e si oppongono. Ho capito che il mio comportamento era uguale a quello degli anticristi. Mi interessava solo bramare le comodità della carne e non ero disposta a pagare il prezzo del mio dovere. Quando il lavoro di irrigazione di cui ero responsabile non dava risultati e incontrava difficoltà, pensavo che svolgere questo dovere fosse difficile e volevo cambiarlo in modo che la mia carne potesse rilassarsi un po’. Quando ho visto che dovevo rispondere a molte lettere ogni giorno, ho resistito e ho brontolato, semplicemente gettando via le lettere e non prestandovi attenzione. Di conseguenza, le deviazioni nel lavoro non erano prontamente invertite ed eliminate, il che influiva sui risultati del lavoro di irrigazione. Svolgendo doveri di leadership, il mio dovere principale era supervisionare il lavoro di irrigazione e far sì che più nuovi arrivati mettessero radici sulla vera via. Tuttavia, ho trascurato questo lavoro e l’ho trattato con leggerezza, non sforzandomi di eliminare i problemi esistenti e causando lo stallo dei lavori. Facendo il mio dovere in questo modo, non ero davvero degna della fiducia di nessuno; non avevo alcuna umanità!

In seguito, ho riflettuto: “Perché scelgo sempre lavori facili e mi sottraggo a quelli difficili, rifuggendo le difficoltà e cedendo di fronte alle avversità?” Ho letto le parole di Dio: “Quando compiono un dovere, le persone scelgono sempre quello che comporti un lavoro leggero, che non le stancherà, che non implicherà sfidare gli elementi all’aperto. Questo si chiama scegliere gli incarichi facili ed evitare quelli difficili, ed è una manifestazione di brama per le comodità materiali. E cos’altro? (Lamentarsi di continuo quando il loro dovere è un po’ impegnativo, un po’ faticoso, quando comporta pagare un prezzo.) (Preoccuparsi per il cibo e i vestiti, e per le debolezze della carne.) Queste sono tutte manifestazioni di brama per le comodità materiali. […] Capita inoltre che le persone si lamentino di continuo mentre compiono il loro dovere, che non vogliano minimamente impegnarsi, e che, non appena hanno un po’ di tempo libero, si riposino, chiacchierino e si concedano piaceri e svaghi. E quando il lavoro riprende, rompendo il ritmo e la routine della loro vita, ne sono infelici e scontente. Brontolano e si lamentano, e diventano negligenti e superficiali nel compiere il loro dovere. Questo è bramare le comodità materiali, vero? […] Le persone che bramano le comodità materiali sono adatte a compiere un dovere? Se menzionate l’adempimento del dovere, e parlate di pagare un prezzo e di sopportare le difficoltà, loro non faranno che scuotere la testa: troveranno infiniti problemi, saranno piene di lamentele e negative su tutto. Queste persone sono inutili, non hanno i requisiti per compiere il loro dovere e dovrebbero essere scacciate(La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (2)”). “Oggi, non credi alle parole che dico e non poni alcuna attenzione a esse; quando arriverà il giorno di diffondere questa opera e la vedrai nella sua totalità, ti pentirai, e in quel momento resterai interdetto. Ci sono benedizioni, eppure non sai goderne, e c’è la verità, ma tu non la persegui. Non stai forse attirando disprezzo su di te? Oggi, anche se la fase successiva dell’opera di Dio deve ancora iniziare, non c’è niente di eccezionale in merito alle richieste a te fatte e a ciò che ti viene chiesto di vivere. C’è tanta opera e così tante verità; non sono degne di essere conosciute da te? Il castigo e il giudizio di Dio non sono in grado di risvegliare il tuo spirito? Il castigo e il giudizio di Dio non sono capaci di farti odiare te stesso? Sei contento di vivere sotto l’influenza di Satana, in pace e gioia e con un po’ di conforto carnale? Non sei la più infima di tutte le persone? Nessuno è più stolto di coloro che pur avendo contemplato la salvezza non cercano di ottenerla; sono persone che si saziano della carne e godono di Satana. Speri che la tua fede in Dio non comporti sfide o tribolazioni, né la benché minima avversità. Persegui costantemente cose immeritevoli e non attribuisci alcun valore alla vita, e anteponi, invece, i tuoi pensieri stravaganti alla verità. Sei talmente indegno! Vivi come un maiale – che differenza c’è tra te, i maiali e i cani? Quelli che non perseguono la verità e invece amano la carne, non sono tutte bestie? I morti senza spirito non sono tutti dei cadaveri ambulanti? Quante parole sono state pronunciate tra di voi? È forse stata poca l’opera compiuta tra di voi? A quante cose ho provveduto fra di voi? Allora perché non ne hai ottenuto nulla? Di che cosa ti lamenti? Non è forse che non hai guadagnato nulla perché sei troppo innamorato della carne? […] Un vigliacco come te che persegue costantemente la carne – hai forse un cuore, uno spirito? Non sei una bestia? Io ti do la vera via senza chiedere nulla in cambio, ma tu non la persegui. Sei uno di quelli che credono in Dio? Ti dono la vita umana vera, ma tu non la persegui. Non sei allora del tutto simile a un maiale o a un cane? I maiali non aspirano alla vita dell’uomo né a essere purificati, e non capiscono che cosa sia la vita. Ogni giorno, dopo aver mangiato a sazietà, si mettono semplicemente a dormire. Io ti ho dato la vera via, ma tu non l’hai guadagnata: sei a mani vuote. Sei disposto a continuare a condurre questa vita, la vita di un maiale? Quale significato ha, per persone simili, essere vive? La tua vita è spregevole e ignobile, vivi in mezzo a sudiciume e dissolutezza e non persegui alcun obiettivo; non è la tua vita la più ignobile di tutte? Hai l’impudenza di volgere lo sguardo a Dio? Se continui a fare esperienza in questo modo, non è che non otterrai nulla? Ti è stata data la vera via, ma che alla fine tu la possa guadagnare o meno dipende dalla tua ricerca personale(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). Quando svolgevo il mio dovere, mi ritraevo dalle difficoltà e mi piegavo di fronte alle avversità, le cause profonde erano la mia non disponibilità a soffrire, e il bramare le comodità della carne, e il fatto che non ero disposta a soffrire e a pagare un prezzo per cercare di ottenere la verità. Poiché stavo perseguendo un punto di vista sbagliato, non appena incontravo difficoltà nel mio dovere e la mia carne doveva soffrire, mi sentivo estremamente repressa ed ero piena di rimpianti, volendo persino sottrarmi al mio dovere. Mi sono ricordata di come, quando in passato ero studentessa, vedendo i miei compagni di classe studiare duramente e impegnarsi per entrare in buone università e distinguersi in futuro, non appena pensavo alla sofferenza che deriva dallo studio faticoso, mi tiravo indietro. Per questo motivo, non ho raggiunto un livello di istruzione elevato come il loro. In passato pensavo che i miei valori di vita fossero semplicemente diversi da quelli degli altri, e non ho mai avuto molto desiderio di reputazione e status. Ora, finalmente ho capito che non è che non mi piacessero la fama, il guadagno e lo status, ma che stavo vivendo secondo la legge di sopravvivenza di Satana: “La vita è troppo breve; sii buono con te stesso”. Mi importava troppo della mia carne. Ora, anche se credevo in Dio, questa legge satanica di sopravvivenza era ancora profondamente radicata in me. Non appena mi imbattevo in difficoltà nel mio lavoro, gridavo allo scandalo, desiderando svolgere un dovere più semplice. Ero responsabile del lavoro di irrigazione, che aveva a che fare con l’ingresso nella vita dei nuovi arrivati. Se i nuovi arrivati non vengono irrigati bene, è facile che vengano catturati da Satana, ma non ero disposta a pagare il prezzo o a cercare la verità per eliminare varie difficoltà nel mio dovere. Piuttosto, mi ritraevo dalle avversità, non tenendo in alcuna considerazione le intenzioni di Dio e non tenendo conto del lavoro della chiesa; ero estremamente egoista e spregevole. In realtà, per svolgere bene qualsiasi dovere nella casa di Dio, è necessario impegnarsi un po’. Ad esempio, i fratelli e le sorelle che diffondono il Vangelo devono impegnarsi per dotarsi di verità legate alla visione, mentre sopportano anche il ridicolo e gli abusi dei potenziali destinatari del Vangelo e rischiando persino di essere arrestati e di perdere la vita in qualsiasi momento. Inoltre, i doveri tecnici possono essere svolti bene solo se si dedicano tempo ed energie allo studio delle competenze professionali. Quando i fratelli e le sorelle che perseguono la verità si trovano ad affrontare tali difficoltà, sono in grado di ricercare la verità e di imparare le lezioni, migliorando nei loro doveri quanto più a lungo li svolgono, e sentono che tutta la loro sofferenza vale la pena. In passato non avevo questo tipo di determinazione o perseguimento. Il mio atteggiamento verso il dovere era come quello di un fannullone; volendo arrangiarmi in tutto quello che facevo, non portavo a termine nulla e non completavo nessuno dei miei doveri. Se avessi continuato a ricercare le comodità della carne e non avessi ricercato correttamente la verità e se non avessi sofferto e pagato un prezzo per fare bene il mio dovere, non avrei fatto un buon lavoro in nessun dovere; sarei diventata davvero un rifiuto inutile da eliminare.

In seguito, ho letto altre parole di Dio: “L’uomo deve perseguire di vivere una vita piena di significato e non dovrebbe essere soddisfatto delle proprie circostanze attuali. Per vivere a immagine di Pietro, egli deve possedere la conoscenza e le esperienze di Pietro. L’uomo deve perseguire cose che sono più alte e più profonde. Egli deve perseguire un più profondo, più puro amore per Dio e una vita che abbia valore e significato. Solo questa è la vita; solo allora l’uomo sarà uguale a Pietro. Devi concentrarti sull’essere proattivo circa il tuo ingresso dal lato positivo e non devi permetterti passivamente di avere ricadute in nome di un appagamento momentaneo, ignorando più profonde, più specifiche e più pratiche verità. Il tuo amore deve essere pratico e devi trovare il modo di liberarti da questa vita depravata, spensierata, che non è affatto diversa da quella di un animale. Devi vivere una vita che abbia senso, una vita piena di valore, e non devi illuderti o trattare la tua vita come un giocattolo con cui trastullarti. Per tutti coloro che aspirano ad amare Dio, non ci sono verità inaccessibili e non c’è giustizia per la quale non si possa rimanere saldi. Come dovresti vivere la tua vita? Come dovresti amare Dio e utilizzare questo amore per soddisfare le Sue intenzioni? Non c’è questione più grande nella tua vita. Soprattutto, devi avere tali aspirazioni e perseveranza, e non dovresti essere come chi è debole, senza spina dorsale. Devi imparare come sperimentare una vita piena di significato e a sperimentare verità significative, e non dovresti trattare te stesso con superficialità. Senza che tu te ne renda conto, la tua vita passerà; dopo quella, avrai un’altra opportunità di amare Dio? Può l’uomo amare Dio dopo essere morto? Devi avere le stesse aspirazioni e la stessa coscienza di Pietro; la tua vita deve essere significativa e non devi prenderti gioco di te stesso. Come essere umano e come persona che cerca Dio, devi essere in grado di valutare con attenzione come tratti la tua vita, come dovresti offrire te stesso a Dio, come dovresti avere una fede più significativa in Dio e come, dal momento che ami Dio, dovresti amarLo in un modo che sia più puro, più bello e più buono(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). Dalle parole di Dio ho capito che Dio spera che le persone possano considerare il perseguimento della verità come una parte importante della loro vita. Se perdessi la mia possibilità di acquisire la verità per amore dei comfort temporanei della carne, non sarebbe forse sciocco? Quando l’opera di Dio finisce, se non abbiamo acquisito la verità o cambiato la nostra indole, ce ne pentiremo per tutta la vita. Nel periodo in cui ho svolto doveri di leadership, nonostante avessi molte carenze e nonostante il lavoro comportasse una discreta dose di difficoltà e stress, avevo guadagnato molto di più di quanto avevo ottenuto svolgendo doveri singoli. Non solo le mie capacità lavorative erano migliorate, ero anche arrivata a comprendere alcune verità principi. Ho capito che le difficoltà e lo stress erano una benedizione di Dio. Ho deciso che non avrei più voluto continuare a scansare ed eludere il mio dovere per motivi legati alla carne. Quando mi trovo ad affrontare delle difficoltà, prego e mi affido di più a Dio e cerco la verità per eliminarle. Poco dopo, ho cominciato a cercare e a riflettere sul motivo per cui l’irrigazione non produceva risultati. Attraverso la riflessione e la revisione, ho capito che questo accadeva principalmente perché ero troppo passiva nel mio dovere e non mi concentravo sulla revisione delle deviazioni. Quando i nuovi arrivati avevano problemi, non li eliminavo perché non ero qualificata per farlo, causando l’accumulo di molti problemi senza alcuna via di eliminazione. In seguito, una volta iniziato a pagare effettivamente il prezzo del mio lavoro, i risultati dell’irrigazione hanno cominciato a migliorare costantemente. Ho sperimentato in prima persona la dolce sensazione di non vivere in mezzo alle difficoltà e di praticare secondo le parole di Dio, e nel vivere questa situazione è anche aumentata la mia fede.

In seguito, mi è stato affidato un lavoro ancora più impegnativo, per giunta non avevo familiarità con lo stesso e non ero in grado di condividere sulla verità e di eliminare i problemi. Mi sembrava piuttosto faticoso, ma ero disposta a ribellarmi alla mia carne e a compiere il mio dovere con il massimo impegno. Dopo un mese o due di lavoro, i risultati non erano troppo buoni, e mi sentivo un po’ scoraggiata, pensavo che svolgere quel dovere fosse troppo difficile e che i doveri precedenti che avevo svolto erano più rilassanti. Mi sono resa conto che la mia situazione non era corretta, così ho pregato Dio e cercato la verità per eliminare quella situazione. Ho letto le parole di Dio: “Tutti quelli che credono veramente in Dio sono individui che si occupano del lavoro che spetta loro, disposti a svolgere i propri doveri, capaci di assumersi una parte del lavoro e di svolgerla bene in base alla propria levatura e alle regole della casa di Dio. Naturalmente, all’inizio può essere difficile adattarsi a questa vita. Potresti sentirti esausto fisicamente e mentalmente. Tuttavia, se possiedi davvero la determinazione a collaborare e la volontà di diventare una persona normale e buona e di raggiungere la salvezza, allora devi pagare un qualche prezzo e permettere a Dio di impartirti la Sua disciplina. Quando provi l’impulso a essere ostinato, devi ribellarti a esso e abbandonarlo, riducendo gradualmente la tua testardaggine e i tuoi desideri egoistici. […] Non puoi dire: ‘È una pressione eccessiva, non lo farò. Sono solo in cerca di svago, agio, felicità e comodità nell’assolvere il mio dovere e lavorare nella casa di Dio’. Non funzionerà; questo non è un pensiero che un adulto normale dovrebbe avere, né la casa di Dio è un luogo in cui tu possa abbandonarti alle comodità. Ognuno si assume una certa dose di pressione e di rischio nella sua vita e nel suo lavoro. In qualsiasi lavoro, specialmente nell’assolvimento del tuo dovere all’interno della casa di Dio, dovresti sforzarti di ottenere risultati ottimali. A un livello superiore, questo è ciò che Dio insegna e richiede. A un livello inferiore, è l’atteggiamento, il punto di vista, lo standard e il principio che ogni persona dovrebbe adottare nel suo comportamento e nel suo modo di agire(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (5)”). Dalle Sue parole ho capito che, in quanto adulta dotata di normale ragione, dovevo essere in grado di svolgere un lavoro. Anche se a volte nel lavoro si presentano difficoltà, che richiedono una certa sofferenza, questo è qualcosa che dovrei sperimentare nel corso del mio percorso di perseguimento della salvezza. Anche i non credenti devono soffrire molto per sopravvivere. Per noi credenti, la sofferenza che sopportiamo nello svolgimento dei nostri doveri è significativa e utile per le nostre vite. Dopo aver compreso questo, ero disposta a sottomettermi e a sperimentare. Dopodiché, quando vi erano molte difficoltà nel mio dovere, a volte mi sentivo ancora un po’ scoraggiata, ma non volevo dimettermi dal mio dovere per questo motivo. Piuttosto, sono stata in grado di cercare l’intenzione di Dio in mezzo alle difficoltà, di fare del mio meglio per essere all’altezza, e considerare correttamente le difficoltà e lo stress del mio dovere. Ringrazio Dio dal profondo del mio cuore!

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